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Journal articles on the topic 'Nuove terapie'

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1

Lospalluti, L. "La Dermatite Seborroica. Nuovi Concetti e Nuove Terapie." Journal of Cosmetic Dermatology 2, no. 2 (April 2003): 108. http://dx.doi.org/10.1111/j.1473-2130.2004.00022.x.

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2

Bosone, Enrico. "Nuove terapie oncologiche e “giusto” prezzo." Global & Regional Health Technology Assessment 2, no. 1 (March 17, 2015): 59–60. http://dx.doi.org/10.33393/grhta.2015.325.

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3

Bosone, Enrico. "Nuove terapie oncologiche e “giusto” prezzo." Global & Regional Health Technology Assessment: Italian; Northern Europe and Spanish 2, no. 1 (January 2015): GRHTA.5000185. http://dx.doi.org/10.5301/grhta.5000185.

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4

Spagnolo, A. G., and R. Minacori. "Farmacogenetica e Farmacogenomica: aspettative e questioni etiche." Medicina e Morale 51, no. 5 (October 31, 2002): 819–66. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.683.

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Abstract:
La farmacogenetica è stata inizialmente definita come lo studio della variabilità di risposta individuale al farmaco legata all’ereditarietà e alle caratteristiche genetiche personali e familiari. Durante l’ultima decade il termine farmacogenomica ha ulteriormente affinato tale definizione delineando con più precisione gli ambiti e le finalità di questo nuovo ambito scientifico. L’obiettivo è ancora più affascinante e importante: sviluppare e utilizzare nuove terapie farmacologiche personalizzate, più efficaci e meno dannose, utilizzando le scoperte sul genoma umano. Dallo sviluppo di questa nuova applicazione della genetica probabilmente dipenderà anche un mutamento nella prassi medica, con nuovi criteri diagnostici e soprattutto nella possibilità di somministrare delle terapie personalizzate. La genomica applicata alla ricerca farmacologica, oltre alle diverse problematiche tecnico-scientifiche che ancora sono in via di risoluzione, impone anche, per l’ambito di applicazione - il genoma umano, quindi anche la persona umana, e le finalità che si prefigge cioè pervenire a nuove e ottimali soluzioni terapeutiche attraverso la ricerca clinica - un’ampia riflessione etica rispetto ad una pluralità di elementi in gioco. D’altra parte occorre anche considerare che ai vantaggi di una quota di popolazione potrebbero correlarsi svantaggi terapeutici per altre fasce di popolazione minoritarie, perciò è fondamentale che un’ampia e articolata riflessione e adeguate soluzioni vengano intraprese prima che la commercializzazione dei tests farmacogenetici possa causare discriminazioni tra i pazienti. Nell’articolo, gli Autori evidenziano le questioni etiche relative alla ricerca farmacogenetica di base, all’identificazione, alla collezione e alla brevettabilità dei dati, alla ricerca farmacogenetica applicata, con lo sviluppo di dispositivi diagnostici e il loro uso nelle sperimentazioni cliniche, alle procedure per la conservazione e dei campioni biologici e dei dati e per la tutela della riservatezza, al ruolo dei Comitati di Etica nella valutazione dei protocolli sperimentali di farmacogenetica, al consenso informato per i soggetti di sperimentazione.
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5

Cattorini, Paolo, and Roberto Mordacci. "Strategie per la ricerca clinica su AIDS e infezione da HIV." Medicina e Morale 40, no. 5 (December 31, 1991): 819–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1123.

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Abstract:
La ricerca clinica di nuove terapie per l'AIDS ha sollevato particolari problemi di natura etica, soprattutto negli Stati Uniti: l'esigenza di rendere disponibili in tempi rapidi terapie in grado almeno di estendere le prospettive di vita del paziente ha messo in discussione i criteri scientifici ed etici della vigente regolamentazione della sperimentazione dei farmaci. Un gruppo interdisciplinare di lavoro ha quindi cercato di indicare in una serie di raccomandazioni le basi per un nuovo consenso in questa complessa materia, pervenendo ad un documento di cui si pubblica la traduzione, qui introdotta e commentata per il lettore italiano.
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6

Mastropaolo, Lia. "Nuove patologie adolescenziali o nuove emergenze sociali? L'hikikomori č solo giapponese?" TERAPIA FAMILIARE, no. 97 (January 2012): 31–57. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-097002.

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Abstract:
L'autrice, nella sua attivitŕ clinica si č trovata negli ultimi anni a lavorare, sempre piů frequentemente, con giovani adulti che presentano sintomatologie comuni: chiudersi in casa, passare la giornata a navigare in internet, crearsi una vita virtuale parallela o vivere nella stanza/tana in cui si consuma l'intera quotidianitŕ del vivere... Si pone l'interrogativo: siamo in presenza di nuove patologie o di nuove emergenze sociali? Confronta le precedenti ricerche fatte sugli adolescenti con l'attuale ricerca, il fenomeno giapponese dell'hikikomori con il nuovo fenomeno dei giovani italiani e, attraverso tre casi clinici, presenta nuove modalitŕ di intervento: le "terapie fluttuanti", il lavoro sul sé. Per rispondere al quesito racconta come nel tempo si siano modificate le sue metodologie di trattamento della patologia, come legge il sintomo, come utilizza ora le ipotesi, come tratta l'ingaggio dell'adolescente, del giovane adulto e della sua famiglia, come mantiene la relazione terapeutica ora rispetto al passato e come utilizza i sintomi all'interno del percorso terapeutico.
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7

Salvatore, Giuliana, and Massimo Santoro. "Nuove terapie molecolari nel trattamento dei tumori tiroidei." L'Endocrinologo 11, no. 1 (February 2010): 20–24. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344683.

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8

Cappiello, Vincenzo, Jacopo Giannelli, and Roberta Giordano. "Terapia sostitutiva corticosteroidea alla luce delle nuove proposte farmacologiche (Plenadren®)." L'Endocrinologo 22, no. 3 (May 13, 2021): 187–93. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00860-1.

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Abstract:
SommarioLa terapia sostitutiva corticosteroidea è indispensabile per la sopravvivenza dei pazienti con insufficienza surrenalica. Per oltre cinquant’anni sono stati impiegati steroidi a breve emivita e solo negli ultimi vent’anni sono state proposte nuove formulazioni derivate dall’idrocortisone, nate con l’obiettivo di migliorare gli effetti delle terapie convenzionali. In particolare, è stata prodotta una formulazione di idrocortisone a rilascio modificato in due fasi (DR-HC, Plenadren®). In questa rassegna si descriveranno le caratteristiche e gli effetti di tale formulazione.
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Jouanneau, E., A. Wierinckx, F. Ducray, V. Favrel, F. Borson-Chazot, J. Honnorat, J. Trouillas, G. Raverot, and Renato Cozzi. "Nuove terapie target nel carcinoma ipofisario resistente alla temozolomide." L'Endocrinologo 13, no. 6 (December 2012): 277. http://dx.doi.org/10.1007/bf03346020.

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Diamanti, Antonella, Teresa Capriati, and Giuseppe Maggiore. "Il trattamento della sindrome da intestino corto: vecchie e nuove terapie." Medico e Bambino 41, no. 1 (January 25, 2022): 41–46. http://dx.doi.org/10.53126/meb41041.

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Abstract:
Intestinal failure (IF) is an acute or chronic condition characterized by a so severe reduced intestinal function that does not allow a stable nutritional status and a normal child growth. The “so-called” chronic benign intestinal failure (CBIF) is mainly caused by neonatal post-surgical short bowel syndrome (SBS) and less frequently by congenital motility disorders or by structural abnormalities of the intestinal epithelium. The correct management of CBIF requires a multidisciplinary approach whose target is the enteral autonomy that means the weaning from parenteral nutrition, a rescue therapy for these patients. In the last few years, a lot of attention has been paid to the identification of drugs able to stimulate the intestinal adaptation. Among these drugs teduglutide, a glucagon-like peptide-2 analogue, approved in Italy for children from January 2021, showed to be effective for the treatment of SBS in children aged one year or more. This intestinotrophic peptide improves intestinal capacity for fluid and nutrients absorption through the induction of mucosal growth and reduction of gastrointestinal motility, thus reducing the need of parenteral support. The paper reports the principal experiences in paediatrics by collecting the results in 104 patients. At present the working group of the Italian Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (SIGENP) is trying to standardize and share how to use teduglutide in Italian specialized setting.
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Diamanti, Antonella, Teresa Capriati, and Giuseppe Maggiore. "Il trattamento della sindrome da intestino corto: vecchie e nuove terapie." Medico e Bambino 41, no. 1 (January 25, 2022): 41–46. http://dx.doi.org/10.53126/meb41046.

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Abstract:
Intestinal failure (IF) is an acute or chronic condition characterized by a so severe reduced intestinal function that does not allow a stable nutritional status and a normal child growth. The “so-called” chronic benign intestinal failure (CBIF) is mainly caused by neonatal post-surgical short bowel syndrome (SBS) and less frequently by congenital motility disorders or by structural abnormalities of the intestinal epithelium. The correct management of CBIF requires a multidisciplinary approach whose target is the enteral autonomy that means the weaning from parenteral nutrition, a rescue therapy for these patients. In the last few years, a lot of attention has been paid to the identification of drugs able to stimulate the intestinal adaptation. Among these drugs teduglutide, a glucagon-like peptide-2 analogue, approved in Italy for children from January 2021, showed to be effective for the treatment of SBS in children aged one year or more. This intestinotrophic peptide improves intestinal capacity for fluid and nutrients absorption through the induction of mucosal growth and reduction of gastrointestinal motility, thus reducing the need of parenteral support. The paper reports the principal experiences in paediatrics by collecting the results in 104 patients. At present the working group of the Italian Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (SIGENP) is trying to standardize and share how to use teduglutide in Italian specialized setting.
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Nappi, Carmine, Costantino Di Carlo, and Stefania Sparice. "L'etinilestradiolo ha ancora un ruolo leader nell'associazione estroprogestinica?" RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 41–44. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002007.

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Abstract:
L'uso dei contraccettivi orali č ormai una pratica medica avviata sulla quale la ricerca č in continua allerta per limitarne gli effetti collaterali. Oggi, l'associazione di estrogeni naturali e progestinici sintetici ha permesso la sperimentazione di nuove terapie in grado di apportare significative attenuazioni dei rischi e delle patologie correlate all'uso dei farmaci tradizionali.
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Guaitoli, P., R. Bertè, S. Callari, L. Zappalà, and G. Mazza. "Relazione su: “La prostatectomia radicale oggi: Problematiche attuali e nuove terapie alternative”." Urologia Journal 62, no. 4 (August 1995): 545–48. http://dx.doi.org/10.1177/039156039506200404.

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Abstract:
The Authors present a report about 107 patients treated by radical retropubic prostatectomy over a period of 6 years in the Urologic Department of Gorizia Hospital. They compare their data with those given in the latest scientific articles, results being similar. Noticing that many cases are still understaged, they emphasize the opportunity of a joint contribution by surgeon and oncologist in fighting the disease.
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Lombardi, Duccio. "Decellularizzazione d'organo: matrici fisiologiche per la generazione di organi in vitro." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (August 26, 2013): 244–47. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1046.

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Abstract:
I disordini nefrologici cronici sono, a oggi, una tra le patologie a maggiore diffusione globale, la cui ricaduta economica ha profondi effetti sui Sistemi Sanitari Nazionali di tutto il mondo. Tali patologie di natura cronica general-mente progrediscono sino all'insufficienza d'organo, ren-dendo necessarie per il paziente terapie sostitutive come il trapianto d'organo. Allo stesso tempo, però, la richiesta di organi per il trapianto supera ampiamente la disponibilità degli stessi, motivo per cui la ricerca si sta sempre più focalizzando sullo sviluppo di nuove soluzioni che possano risolvere tale problematica. Una tra le soluzioni che riscuo-te, a oggi, maggiore successo è quella basata su protocolli che prevedono la decellularizzazione d'organo. La finalità di tali protocolli è quella di fornire impalcature biocompatibili su cui impiantare cellule dello stesso paziente, così da poter dare nuova e completa funzionalità all'organo e, allo stesso tempo, eliminare il rischio di rigetto da parte del ricevente. In questo articolo saranno, perciò, presentate, in campo nefrologico, le principali caratteristiche della decellularizzazione d'organo, così da poter avere una prospettiva di quello che potrebbe potenzialmente essere il futuro della medicina del trapianto.
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Asteggiano, Riccardo. "Aritmie cardiache e cancro." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 60–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-8.

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Abstract:
La reale incidenza delle aritmie e della morte improvvisa è di difficile valutazione per la peculiare condizione dei pazienti oncologici, a causa di sintomi e segni concomitanti e confondenti. Tuttavia ogni tipo di aritmia può presentarsi in questi soggetti, sia spontaneamente che a causa di condizioni favorenti, che per effetto tossico del trattamento del cancro. È comunque essenziale, perché spesso modificabile e riducibile, valutare il rischio aritmico nei pazienti con cancro. Modesti interventi, come la correzione di una dis-ionia o evitare il concomitante trattamento con farmaci con potenziale effetto prolungante il QTc, possono evitare aritmie pericolose e letali. Ciò è di particolare importanza oggi, essendo di molto migliorata con le nuove terapie sia la qualità della vita che la sopravvivenza dei pazienti oncologici.
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Moriconi, Luigi. "Terapia della sindrome nefrosica idiopatica: ruolo delle tecniche aferetiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S41—S45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1090.

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Abstract:
La Sindrome Nefrosica Idiopatica (Idiopathic Nephrotic Syndrome, INS) ricorre essenzialmente in presenza di due glomerulopatie: la MCN (Minimal Change Nephropathy) e la FSGS (Focal Segmental Glomerular Sclerosis). La prima ha un decorso più benigno ed è più frequente nei bambini, mentre la seconda ha un decorso più severo, può portare a Insufficienza Renale Cronica Terminale e può re-cidivare nel trapianto. Soprattutto per la FSGS sono state identificate possibili eziologie virali o genetiche, oltre a forme secondarie in corso di altre malattie, per cui non è semplice classificare queste glomerulopatie. Le forme ricorrenti nel rene trapiantato costituiscono un gruppo più omogeneo. I fattori che sembrano essere comuni alla MCN e alla FSGS, anche se maggiormente espressi e studiati nella seconda, sono la lesione glomerulare caratterizzante a carico dei podociti, e il frequente riscontro di sostanze circolanti, definite fattori di permeabilità (PFs), capaci di indurre proteinuria. Corticosteroidi e Immunosoppressori sono la terapia standard della INS. Tuttavia, la presenza di casi farmaco-resistenti e l'identificazione di alcuni PFs circolanti hanno consentito di utilizzare nuove terapie dirette a bloccare la sintesi o l'azione di queste molecole e hanno fornito un ulteriore razionale alla loro rimozione mediante plasmaferesi convenzionale (PEX) o aferesi selettiva.
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Russo, Vittoria. "Storia di una battaglia senza guerra." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 92–102. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037008.

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Abstract:
Parlare di disabilità in un contesto di psicoterapia psicoanalitica non è usuale, ancora meno quando ci si confronta con disabilità sensoriali specifiche. Consideriamo la sordità, la possibilità di incontrare un paziente sordo, di interagire con lui in maniera diretta utilizzando come strumento di comunicazione la LIS (Lingua Italiana dei Segni). La terapia diventa in questo modo un viaggio nel viaggio, tanto per la terapeuta che incontra il paziente quanto per la persona sorda che decide in maniera autonoma di entrare in contatto con un soggetto udente, che utilizza la sua modalità di interazione con il mondo della sordità. Il setting della terapia, che prende forma dalla sua concretezza nell'essere prima di tutto luogo dell'incontro di due persone, poco per volta diventa luogo dell'incontro di due menti, due sensibilità, due mondi. Nella psicoterapia con i pazienti sordi le caratteristiche del setting sembrano ampliarsi, acquistano una forma tridimensionale: ci sono corpi che si incontrano, stili narrativi che prendono forma attraverso l'utilizzo di una lingua nuova definita da regole specifiche, segni, significati come nell'interazione con una lingua straniera. Paziente e terapeuta si conoscono anche attraverso l'espressione dello stile narrativo, dell'utilizzo delle mani per segnare, delle modalità di interazione di quelle mani sui propri corpi nell'esecuzione del segno. Si tratta di un viaggio affascinante, complesso e faticoso. Lo sguardo tra paziente e terapeuta a volte celato, negato o desiderato in altri casi, nell'incontro con la persona sorda diviene forma essenziale del setting: è importante lo sguardo che si rivolge al segno disegnato dalle mani, è rilevante lo sguardo che si posa sui volti per coglierne espressioni e caratteristiche elementi fondamentali nella LIS. L'incontro con Edoardo, giovane paziente adulto all'epoca del primo contatto per iniziare una terapia, presenta poco per volta la trama di una narrazione mai ascoltata ma forse ancora prima mai narrata. Nei segni che quasi timidamente si concedono paziente e terapeuta si coglie l'evoluzione di un percorso, che all'interno del setting prende forma e si trasforma. Edoardo cresce, la sua terapeuta insieme a lui e il luogo delle sedute diventa momento prezioso di condivisione emotiva ed affettiva. Il desiderio di autonomia di Edoardo, i suoi progetti delineati all'interno della terapia un giorno purtroppo vengono bruscamente tagliati, negati da un ambiente familiare chiuso e intimorito di fronte ai progressi del figlio. Edoardo esce di scena, costretto ad abbandonare il luogo della terapia diventa nuovamente sordo di fronte alle sue possibilità di crescita. Il setting della terapia perde la presenza di Edoardo, il tempo si dilata e i mesi diventano anni nel ricordo della sua assenza. L'irrompere nella vita di tutti della pandemia stravolge ritmi e consuetudini, le terapie cercano nuovi assetti per definire nuove forme di incontro e far fronte alla nuova realtà. In questo clima Edoardo dopo anni decide di riprendere la sua terapia, di ridare forma viva al setting del suo lavoro clinico. Edoardo desidera l'incontro in presenza, l'utilizzo delle mascherine simbolicamente gli ha fatto sentire il dolore provato per la negazione della comunicazione, con emozione ritrova il suo luogo con la sua terapeuta e può riprendere la trama della sua narrazione. Il lavoro con Edoardo permette di cogliere la specificità del setting, che ha trovato spazio nella mente del paziente, facendogli compagnia durante gli anni di assenza dal luogo della terapia. Edoardo ha custodito dentro di sé il senso del lavoro terapeutico, è riuscito ad ascoltarsi e riconoscere nella ricerca del setting perduto la voce di quella relazione che lo ha fatto sentire vivo.
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Pasetti, Carlo, and Giovanna Zanini. "La presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica: questioni etiche nelle varie fasi della malattia." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 939–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.626.

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Abstract:
Molti sono stati i cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni nella prassi clinica e nella presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica, nonostante la perdurante assenza di terapie farmacologiche efficaci. Tali cambiamenti possono essere così riassunti: a) sul piano clinico: l’istituzione di unità interdisciplinari di trattamento alla SLA; la possibilità di impiego di nuove procedure terapeutiche in grado non di modificare la prognosi della malattia ma di prolungarne la sopravvivenza; una sempre maggiore attenzione per la riabilitazione e le malattie croniche progressive; b) sul piano etico: il progressivo affermarsi del principio di autonomia; l’evoluzione di nuovi modelli di relazione medico-paziente. Questi fattori hanno comportato per gli operatori coinvolti nella presa in carico la irrinunciabile necessità di confrontarsi con nuove questioni etiche, solo pochi anni or sono ritenute del tutto impensabili: 1. la comunicazione della diagnosi e della prognosi; 2. i processi decisionali nelle fasi più avanzate della malattia; 3. l’accompagnamento alla morte e al morente. Vengono discusse in dettaglio le singoli questioni etiche, arrivando alle seguenti considerazioni conclusive: 1. in tutti i punti nodali della presa in carico del paziente con SLA una corretta informazione e una buona capacità di comunicazione dei terapeuti sono considerati elementi chiave per una gestione clinica che eviti nel paziente rischi di comportamenti autolesivi o di fughe nella medicina alternativa e nel medico rischi di disimpegno terapeutico, angoscia decisionale, burn out; 2. è indispensabile fare evolvere nuovi modelli di relazione medico-paziente, diversi da quelli di tipo paternalistico ma anche da quelli di tipo contrattualistico o utilitaristico, ritenuti più adeguati in questo contesto, come il modello dell’alleanza terapeutica; 3. il rispetto del principio di autonomia e degli strumenti che ne derivano (consenso informato e direttive anticipate in particolare) vengono ritenuti certo un punto forte, ma non l’unico télos etico dell’azione, che deve comunque sempre tendere ad ispirarsi anche, e soprattutto, al principio di beneficenza; 4. un accompagnamento farmaco-protetto alla morte e al morente, calato in un’attenta presenza e in un elevato livello relazionale, secondo un’etica delle virtù che valorizzi le buone intenzioni, può configurarsi come una terza via tra i due opposti errori etici costituiti dall’eutanasia e dall’accanimento terapeutico, terza via che consente di superare annose diatribe tra differenti orientamenti e appare più in linea con paradigmi universalmente accettati e accettabili.
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Lombardi, Duccio. "Rigenerazione e Proteinuria, Quando L'albumina Fa La Differenza." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (October 3, 2014): 65–68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.864.

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Abstract:
Nella malattia renale cronica, il rischio di fallimento d’organo dipende dal grado di severità della proteinuria, la quale è determinata dal numero di podociti persi e dalla conseguente fibrosi glomerulare. Esistono, tuttavia, numerose evidenze cliniche e sperimentali che suggeriscono la possibilità di remissione della malattia renale e, in alcuni casi, persino di regressione del danno, quando ancora l’istologia dell’organo non risulti totalmente compromessa. Tali risultati sono ottenuti in particolare mediante l’impiego di terapie con effetti anti-proteinurici. Nuove evidenze sperimentali suggeriscono perché il blocco della perdita di proteine urinarie permetta la remissione della malattia renale cronica. In un recente articolo di Peired et al., è, per la prima volta, dimostrato come l’albuminuria blocchi il processo rigenerativo a causa del sequestro attuato dall’albumina ai danni della vitamina A, noto agente differenziativo per popolazioni di progenitori staminali presenti in vari organi. La conseguente perdita della vitamina A, complessata all’albumina, con le urine, impedisce, quindi, l’attivazione dei progenitori renali residenti nella capsula di Bowman, bloccando sul nascere la risposta rigenerativa e permettendo la progressione della malattia renale cronica.
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Magnani, Guest Editors: L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella, and R. Nardi. "L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso." Italian Journal of Medicine 6, no. 1 (April 27, 2018): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Abstract:
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo, and M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract:
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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De Peppo, Francesco. "Riflessioni ed esperienze sull'approccio chirurgico al bambino disabile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 35–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003006.

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Abstract:
Nel paziente disabile č molto elevata l'incidenza di alcune patologie di potenziale interesse chirurgico: malattia da reflusso (presente nel 75% circa dei casi), disfagia, malnutrizione, scialorrea, stipsi ostinata. Il reflusso deve essere oggetto di accurata valutazione diagnostica con scintigrafia gastroduodenale, endoscopia esofagea, Phmetria per distinguere i casi in cui l'intervento puň essere risolutivo da quelli in cui sono molto probabili le recidive: in quest'ultimo caso č preferibile la somministrazione cronica di omeprazolo. La disfagia e la malnutrizione hanno una prognosi e un decorso decisamente migliori da quando č possibile ricorrere alla PEG, che puň anche coesistere con una parziale (ma comunque gratificante) alimentazione per bocca. Un'altra strategia che si č dimostrata utile per evitare la malnutrizione č l'alimentazione tramite PEG durante la notte e l'alimentazione per bocca durante il giorno. Bisogna perň tener presente che l'intervento per la PEG presenta peculiari difficoltŕ tecniche nei prematuri a basso peso, nei soggetti giŕ operati all'addome per altre patologie e in quelli affetti da grave scoliosi. In casi selezionati la PEG deve essere convertita in una digiunostomia. La scialorrea, che puň essere causa di broncopolmoniti da aspirazione, si puň controllare con un intervento di legatura dei dotti salivari; nella nostra esperienza ha dato risultati molto soddisfacenti l'intervento di asportazione trans-orale delle ghiandole sottolinguali. Infine, la stipsi resistente alle nuove terapie lassative (Macrogol) viene da noi trattata con la ciecostomia percutanea, che consente efficaci lavaggi anterogradi del colon.
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Riefolo, Giuseppe. "Il modello delle terapie psicoanalitiche brevi e i servizi in un'epoca di crisi. Cultura di base ed organizzazione: il problema del limite e dell'equità; le nuove domande di cura." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2014): 15–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2014-001002.

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Ehrenberg, Alain. "Le terapie psicosociali o il nuovo spirito della cura." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003002.

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Abstract:
Le terapie psicosociali (come la riabilitazione) e la problematica della recovery, a cui sono generalmente associate, si sviluppano in Francia dall'inizio del 21° secolo. Costituiscono il paradigma di un nuovo spirito della cura che consiste nella risocializzazione dell'individuo secondo dei criteri di autonomia e rappresentano una radicale svolta individualistica delle pratiche terapeutiche d'ispirazione cognitivo-comportamentale: una svolta sociale, cioè un cambiamento nelle modalità correnti d'intervento sul paziente. L'articolo propone una lettura sociologica di tale nuovo spirito della cura nell'ambito della salute mentale contemporanea: ciò implica una sua collocazione nel contesto delle interazioni tra l'essere umano e la società. Saranno, dunque, descritte le reciproche relazioni tra nuovi ideali sociali d'autonomia individuale (l'ideale delle potenzialità nascoste) e i cambiamenti negli approcci terapeutici ai pazienti che ormai sono concepiti in termini di handicap/risorse più che in termini di sintomi. Verrà successivamente avanzata un'ipotesi sociologica per spiegare come agiscono le terapie sui pazienti attraverso un confronto tra la guarigione individualistica, in cui si colloca la recovery del paziente, e la guarigione rituale delle società di filiazione unilineare. Lo scopo è di mettere in luce che la nostra idea dell'uomo nella società - lo spirito sociale - e la nostra idea della terapia - lo spirito della cura - si sono trasformate in modo interdipendente.
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Lisi, P., R. Corciulo, and R. Russo. "Nuove linee guida ISPD per il trattamento della peritonite in dialisi peritoneale: cosa c'è di nuovo?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 1 (January 24, 2018): 20–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1455.

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Abstract:
La peritonite rappresenta la principale complicanza legata alla dialisi peritoneale. Sin dal 1983, l'International Society of Peirtoneal Dialysis (ISPD) ha elaborato delle linee guida, revisionate e aggiornate più volte sino al 2010, su prevenzione, diagnosi e trattamento delle infezioni correlate alla dialisi peritoneale. Tutti i pazienti in trattamento peritoneo-dialitico, che presentano un liquido di drenaggio torbido, devono iniziare una terapia antibiotica empirica, ad ampio spettro, per via intraperitoneale ed eseguire esami colturali. La prima scelta resta la vancomicina associata a cefalosporine di terza generazione o aminoglicosidi. In seguito la terapia deve essere modificata sulla base dell'anfibiogramma. La rimozione del catetere peritoneale è indicata in caso di peritoniti refrattarie e recidivanti, micotiche, infezioni croniche del tunnel e dell'exit-site. La terapia deve avere una durata non inferiore alle due settimane. I pazienti che rispondono lentamente, devono proseguire la terapia per almeno tre settimane. Le nuove linee guida, come quelle del 2005, non forniscono indicazioni precise sugli antibiotici da usare. Gli studi effettuati negli ultimi cinque anni hanno ampliato le possibilità terapeutiche nei casi di resistenza o intolleranza, pur non supportando con forte evidenza le opinioni presenti nelle precedenti linee guida.
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Isaia, Giancarlo, and Stefania Di Bella. "Nuove acquisizioni nella terapia dell’osteoporosi." L'Endocrinologo 8, no. 1 (March 2007): 30–36. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344558.

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Cigoli, Vittorio. "Cogliere il midollo del cedro." TERAPIA FAMILIARE, no. 128 (May 2022): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128002.

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Abstract:
L'autore introduce un viaggio tra le "Vecchie e nuove frontiere della terapia familiare" a partire da una rassegna dei numeri speciali della rivista Terapia Familiare pubblicati dalla sua fondazione al 2005. Viene individuato un filo conduttore tra gli articoli contenuti in quei numeri che segue alcuni temi unificanti: l'eredità del movimento familiare e la sua rappresentazione; i sentimenti fondamentali nei confronti della relazione familiare che emergono in quella eredità; le diverse concezioni della relazione e la loro etica; l'influsso dell'eredità del movimento sul percorso formativo di coloro che scelgono di apprendere a fare psicoterapia nelle scuole relazionali e sistemiche. Il titolo allude al midollo della pianta, il suo cuore essenziale, che piantato genera il nuovo.
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Pagano, Olivia. "Adolescenti autoreclusi in casa. L'intervento terapeutico familiare." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002011.

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Abstract:
Il contributo propone una lettura del caso clinico di Sara dal punto di vista della terapia sistemica e relazionale. Nel commento al caso, al fine di approfondire gli aspetti clinici delle famiglie con ragazzi hikikomori inseriti in percorsi di terapia familiare, si è dato spazio a una riflessione sugli aspetti sociali del fenomeno, ovvero sulle tendenze attuali delle famiglie con un'analisi dell'adolescenza postmoderna nel mondo occidentale. Questa tipologia di sintomo manifestato dai ragazzi è conseguente a un iperinvestimento della famiglia e non può che farci riflettere su un altro sistema fortemente in crisi nella nostra società postmoderna: la coppia. I figli del nostro tempo vivono genitori protesi verso di loro, in una forma di abnegazione della coppia coniugale, sacrificata sull'altare della genitorialità. Nel commento clinico si è dato spazio alla terapia familiare come intervento sul caso, con un approccio integrato dove la peculiarità rispetto agli altri approcci, è connessa alla convocazione del padre e al suo ingaggio nel lavoro clinico. Un piccolo spazio è dedicato per le nuove forme di psicoterapie on line. Nelle conclusioni si descrivono nuove suggestioni e proposte di lavoro in favore di questa nuova forma di disagio psicologico e relazionale del nostro tempo così diffuso e allarmante.
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Belcastro, Vincenzo, and Paolo Calabresi. "Indicazioni per la terapia antiepilettica del disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 43–48. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003007.

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Abstract:
Il trattamento farmacologico dei pazienti gravemente disabili affetti da epilessia presenta difficoltŕ peculiari, dovute sia all'incapacitŕ del soggetto di riferire puntualmente i sintomi e gli eventuali effetti collaterali della terapia sia alla carenza di trial specifici in letteratura. Per il primo problema č fondamentale la mediazione dell'operatore/educatore che, grazie alla sua costante vicinanza al paziente, puň riferire i segni diretti e indiretti di interesse clinico. Il farmaco da somministrare deve essere scelto in base al tipo di crisi, valutando anche i possibili effetti collaterali gravi e irreversibili. Nel presente contributo vengono brevemente commentati i vantaggi e i rischi connessi alla somministrazione dei nuovi farmaci antiepilettici, richiamando anche le raccomandazioni contenute in alcuni recenti lavori pubblicati sulle riviste "Neurology" e "Seizures". Viene poi argomentato alla luce di nuove ricerche il concetto di refrattarietŕ alla terapia antiepilettica. Infine l'Autore riporta un caso di netto peggioramento della sintomatologia comiziale in rapporto alla somministrazione di carbamazepina, che teoricamente risultava indicata nel paziente in questione.
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Origo, Lorena. "Le nuove frontiere della terapia endodontica." Dental Cadmos 90, no. 01 (December 2021): 91. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.o1.2022.11.

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Origo, Lorena. "Le nuove frontiere della terapia endodontica." Dental Cadmos 90, no. 01 (December 2021): 91. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2022.11.

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Cavalli, Andrea, and Giuseppe Pontoriero. "Quali sono le ultime novità in tema di terapia marziale?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (February 10, 2014): 296–300. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.924.

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Abstract:
L'anemia è una frequente complicanza dell'insufficienza renale cronica (IRC), per il cui trattamento gli strumenti principali sono gli agenti stimolanti l'eritropoiesi (ESA) e la supplementazione marziale. La terapia marziale per via endovenosa è stata ultimamente oggetto di regolamentazione (e limitazione) da parte delle agenzie del farmaco europea e italiana, in quanto associata a gravi (anche se rari) eventi avversi. Una recente analisi di dati provenienti dallo studio Dialysis Outcomes and Practice Patterns Study (DOPPS) ha mostrato un'associazione tra elevata supplementazione marziale per via endovenosa (superiore a 300 mg/mese) e aumentata mortalità, nei pazienti con valori di emoglobina superiori a 10 g/dL. Le nuove molecole disponibili in commercio dovrebbero presentare un migliore profilo di sicurezza e vantaggi legati alla possibilità di somministrare elevate dosi di ferro in un'unica occasione. La possibilità di fornire supplementazione marziale attraverso il dialisato e con l'assunzione di nuovi chelanti del fosforo dimostra il grande fervore scientifico che oggi caratterizza questo importante ambito clinico, anche per i nostri pazienti con IRC.
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Brinchi, Marina. "La ricerca di senso nella propria storia. Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini (Italia, 1964)." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2013): 133–42. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003011.

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Abstract:
Durante il training sistemico, l'allievo č in cammino lungo nuovi itinerari che, attraverso la rappresentazione di immagini plasticamente tradotte con il corpo, gli permettono di elaborare, con la testa e con il cuore, un modo personale di agire la sua presenza nella terapia; questa esperienza viene avvicinata per analogia al film il Vangelo secondo Matteo di Pasolini nel quale la ricchezza dell'umanitŕ č resa dall'unitŕ di emozioni e responsabilitŕ etica e l'evento altamente simbolico di una nuova vita dopo la morte rappresenta la possibilitŕ del cambiamento.
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Montemurro, Filippo. "Terapia Adiuvante: Una Nuova Era." Tumori Journal 91, no. 3 (May 2005): 13–18. http://dx.doi.org/10.1177/030089160509100323.

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Corsello, Antonella, and Marinella Buttafarro. "Don Chisciotte e i mulini a vento: il bambino come risorsa nella terapia con la famiglia ricomposta." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 33 (June 2011): 85–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033006.

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Abstract:
Nella societŕ italiana attuale, la famiglia ricomposta rappresenta una realtŕ sempre piů diffusa. Ciň spinge anche l'ambito della psicoterapia familiare a interrogarsi su cosa sia una famiglia ricomposta e quale sia la sua struttura. In questo articolo le autrici affrontano questo tema utilizzando la loro esperienza all'interno di un percorso di terapia familiare con una famiglia ricomposta. La ricerca di una nuova struttura sollecita il sistema terapeutico a confrontarsi con i propri vincoli e a trovare nuovi strumenti e strategie per trasformarli in risorse. Il bambino, attraverso i suoi sintomi, indica una direzione da percorrere, che impone a ciascuno una rinegoziazione delle regole e dei ruoli.
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Longo, Flavia, and Giovanni Mansueto. "Nuovi Orientamenti Nella Terapia Del Cancro." Tumori Journal 86, no. 6 (November 2000): A5—A12. http://dx.doi.org/10.1177/030089160008600622.

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Francini, Giancarlo, Katia Giacometti, Conny Leporatti, Silvia Mugnaini, Nora Nelli, Luca Pappalardo, and Francesca Vanon. "Il pensiero sistemico-relazionale tra rappresentazione e interazione: una proposta di corso teorico." TERAPIA FAMILIARE, no. 98 (May 2012): 37–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-098003.

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Abstract:
In questo articolo viene avviata una riflessione sulla didattica in psicoterapia, partendo dalla proposta di nuova impostazione dei corsi introduttivi all'ottica sistemico- relazionale. L'idea di fondo č quella di partire dalle trasformazioni sociali in atto e, nello stesso tempo, di tornare alle radici del movimento di terapia familiare per recuperare la cultura sistemico-relazionale al di lŕ delle divisioni e dei riduzionismi. In particolare gli autori si soffermano a rileggere i contributi del cosiddetto approccio psicodinamico alla luce di nuovi stimoli culturali e scientifici. Su queste basi propongono un programma diverso per il CIOR, che sostituisce la centralitŕ delle fasi del ciclo vitale della famiglia con quella delle dimensioni chiave del familiare: coniugalitŕ, genitorialitŕ e legame intergenerazionale.
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Virili, Camilla, Silvia Capriello, and Marco Centanni. "Terapia dell’ipotiroidismo con nuove formulazioni di levotiroxina: perché e quando." L'Endocrinologo 20, no. 5 (September 17, 2019): 272–76. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00614-0.

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39

Bertoldo, Francesco, and Serena Pancheri. "I nuovi farmaci per la terapia dell’osteoporosi." L'Endocrinologo 13, no. 4 (August 2012): 150–57. http://dx.doi.org/10.1007/bf03345978.

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Baudry, Francis. "La psicologia dell'Io, 1950-2010: stasi o evoluzione?" PSICOANALISI, no. 2 (February 2013): 11–44. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-002002.

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Abstract:
L'articolo si propone di illustrare le idee centrali di Hartman, Kris e Loewenstein nei primi anni '50 e di mostrare come siano servite a strutturare quella che era stata fino ad allora un'impresa terapeutica alquanto caotica. Nella seconda parte l'autore analizza come dall'idea dell'analisi terapia del singolo si siano sviluppati altri punti di vista la persona Inserire riassunto di massimo 10 righe, soprattutto in Inghilterra e in Francia. Questi nuovi sviluppi si sono soffermati sul ruolo delle prime relazioni oggettuali con i contributi dei kleiniani e di Winnicott e sull'importanza della fase pre-edipica dello sviluppo. Nella terza parte l'Autore esamina brevemente come la pratica della cosiddetta psicologia dell'Io si sia silenziosamente evoluta, senza aver tuttavia dato vita a una nuova teoria ed esamina le conseguenze della disconnessione tra teoria e tecnica.
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Fontanella, A., R. Nardi, M. Masina, and G. Uomo. "Le malattie infiammatorie immuno-mediate (IMID) di interesse internistico: fisiopatologia, aspetti clinici e prospettive di terapia." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (September 7, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.7.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Le IMID: inquadramento introduttivo</strong><br /><em>A. Fontanella, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>Infiammazione e IMID</strong><br /><em>T. d’Errico, M. Laccetti</em></p><p class="titolo"><strong>Malattia IgG4-relata</strong><br /><em>C. Mastrobuoni, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in ematologia</strong><br /><em>F. Rezzonico, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in reumatologia</strong><br /><em>A. Parisi, R. Buono, R. Russo, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>IMIDs in neurologia</strong><br /><em>G.T. Maniscalco, C. Florio</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in diabetologia</strong><br /><em>R. Nicosia, C. Ricordi</em></p><p class="titolo"><strong>IMIDs in endocrinologia</strong><br /><em>M.R. Poggiano, V. Nuzzo</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie infiammatorie intestinali</strong><br /><em>M. Salice, L. Calandrini, C. Praticò, M. Mazza, A. Calafiore, G. Carini, C. Calabrese, A. Belluzzi, F. Rizzello, P. Gionchetti, M. Campieri</em></p><p class="titolo"><strong>La malattia celiaca nel terzo millennio: nuove prospettive su patogenesi, clinica, diagnosi e terapia</strong><br /><em>G. Caio, F. Giancola, R. De Giorgio, U. Volta</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie epato-biliari autoimmuni</strong><br /><em>M. Visconti, L. Fontanella, G. Marino Marsilia</em></p><p class="titolo"><strong>Pancreatiti autoimmuni</strong><br /><em>P.G. Rabitti, R. Boni</em></p><p class="titolo"><strong>IMID e tumori</strong><br /><em>F. Gallucci</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome infiammatoria da ricostruzione immune</strong><br /><em>I. Ronga, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>Le malattie autoinfiammatorie</strong><br /><em>M. Gattorno, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Il rischio cardio-vascolare nelle IMIDs</strong><br /><em>A. Fontanella, P. Gnerre, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Quale ruolo degli inibitori delle PCSK9 in Medicina Interna nella prevenzione cardio-vascolare in alternativa alle terapie tradizionali?</strong><br /><em>P. Gnerre, P. Zuccheri, M. Campanini, G. Pinna, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Trombo-embolismo venoso e malattie autoimmuni sistemiche</strong><br /><em>A. Fontanella, P. Gnerre, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>IMID nell’anziano: cenni sul trattamento</strong><br /><em>M. Masina</em></p><p class="titolo"><strong>Farmaci biosimilari e farmaci innovativi in reumatologia: quale futuro?</strong><br /><em>M. Todoerti, C. Montecucco</em></p>
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Castelbarco, Antonella. "Bauman e Baricco: uno sguardo comune sulla vita liquida." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 147–52. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003009.

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Abstract:
L'articolo prende spunto dalla considerazione dei rapidi mutamenti della societŕ attuale intesi come fattori che influiscono nel contesto clinico della terapia di coppia. La tesi di Bauman circa la societŕ "liquida" e le sue dinamiche relazionali viene messa a confronto con l'idea di Baricco espressa nel libro I Barbari circa la genesi di modalitŕ nuove di vivere l'esperienza. L'articolo si sofferma su alcuni concetti come: «rete di sistemi passanti e fluiditŕ», che ben si adattano alla descrizione degli aspetti fondanti le relazioni affettive che Bauman evidenzia come caratteristiche di rapporti che assomigliano di piů a "connessioni" intese come legami condensati e superficiali per proteggere dal rischio di coinvolgimenti affettivi avvertiti come obblighi. Il cambiamento riguarderebbe aspetti importanti della vita e delle relazioni interpersonali come ad esempio: la superficie al posto della profonditŕ, le sequenze e la velocitŕ al posto della riflessione. In generale la descrizione della societŕ "barbara" e della societŕ "liquida" si fonda sulla tesi di una mutazione profonda del concetto di "esperienza" e di una nuova dislocazione del concetto di «senso nel tessuto dell'esperienza».
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Grosso Marra, Walter, Margherita Cannillo, and Enrica Lonni. "Terapia dell’ipertensione arteriosa polmonare: dubbi e certezze." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 152–63. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-3.

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Abstract:
L’ipertensione arteriosa polmonare è una malattia rara, caratterizzata da incremento delle pressioni nel circolo arterioso polmonare. In passato tale patologia era considerata incurabile, ma grazie alla scoperta di nuove molecole farmacologiche, e soprattutto grazie a un approccio terapeutico basato su alcuni punti chiave (terapia precoce, che agisce su più vie, guidata dal raggiungimento dei target terapeutici) la morbilità e la mortalità si sono ridotte. Le ultime linee guida hanno introdotto alcune importanti novità.
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Di Renzo, B., R. Corciulo, L. Gesualdo, and R. Russo. "Un'alternativa all'intervento chirurgico per il trattamento dell'idrotorace acuto in corso di dialisi peritoneale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 32–35. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1170.

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Abstract:
Uomo di 58 anni, in trattamento peritoneo-dialitico (CAPD) da sei mesi, ricoverato al Pronto Soccorso per la comparsa improvvisa di dispnea. La radiografia del torace mostra versamento pleurico destro in campo medio-basale. La dialisi peritoneale viene temporaneamente sospesa e si esegue toracentesi evacuativa e successiva pleurodesi chimica che comporta un significativo miglioramento delle condizioni cliniche. Dopo due mesi dal ripristino del trattamento dialitico peritoneale, il paziente viene nuovamente ricoverato in regime d'urgenza per un nuovo episodio di grave dispnea secondario a idrotorace. Per la seconda volta si sospende temporaneamente il trattamento peritoneo-dialitico, lasciando il paziente in terapia conservativa; viene eseguita un'altra toracentesi evacuativa, ma il paziente rifiuta di sottoporsi a pleurodesi chimica. Dopo tre mesi, si ripristina il trattamento dialitico peritoneale con una nuova prescrizione dialitica: due scambi diurni e addome vuoto durante la notte. A distanza di tre anni il paziente non ha più presentato versamento pleurico.
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Pradelli, Lorenzo. "Terapia del dolore: nuove norme e aspetti pratici per l’uso degli analgesici." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no. 1 (March 15, 2005): 77–83. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i1.823.

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Abstract:
Until recently, pain therapy in Italy was conducted with largely sub-optimal standards, as revealed by one of the lowest mean morphine consumption values, an important indicator of pain therapy quality according to the WHO, among industrialized countries. The recognition of such a negative situation has led to an important effort to improvement, carried out by the law-maker, institutions and health professionals. As suggested by the WHO, these efforts aimed at three main objectives: reducing the cultural barriers to appropriate opioid use through targeted education and information, easing of analgesic drug prescription and availability, and improvement of the integration among hospital-based and domiciliar pain management and care-giving. In this article, the new legal framework concerning the prescription and administration of analgesics - regulatory innovations started in February 2001 - is presented and its practical implications for health professionals are discussed. Alongside the new laws, some regulatory interventions recently adopted by the Italian Drug Agency (AIFA) are presented and discussed, as they share the proposition of simplifying pain therapy and permit the prescription of more analgesics paid for by the National Health Service. In the last years, the premises for a more rational and modern approach to pain therapy in Italy have been created, which will need to be followed by cultural, organizing and clinical practice adaptations in order to warrant effective and efficient management of algic patients.
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Smaniotto, Cristina, Rachele Ceschin, Elena Gualtieri, Stefania Nai, and Angelo Zappalà. "La nuova sfida della video psicoterapia su Internet." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 47 (February 2021): 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11209.

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Abstract:
L'articolo valuta l'impatto del setting a distanza sulla relazione terapeutica. Gli autori valutano se l'alleanza terapeutica possa variare in funzione dei diversi contesti (on-line e in presenza) e se sia un fattore predittivo del buon esito della terapia anche negli interventi psicologici on-line. Successivamente, viene considerata la dimensione non verbale e corporea nella terapia vis &agrave; vis da remoto, definita in questo lavoro come Video Psicoterapia su Internet (VPI), approfondendo il tema della sintonizzazione e co-regolazione della diade, posta ora di fronte a uno schermo. L'articolo inoltre apre alcune riflessioni rispetto all'attenzione e alle rappresentazioni mentali del terapeuta e del paziente nel nuovo setting. L'analisi degli studi condotta dagli autori evidenzia come l'alleanza terapeutica non vari fra il setting on-line e quello in presenza e che nella terapia on-line l'alleanza terapeutica non sia un predittore del&nbsp;buon esito della cura. Gli autori auspicano inoltre un progredire della ricerca empirica per la valutazione dei trattamenti bottom-up nella VPI, tenuto conto dei limiti della dimensione non verbale e corporea in questo setting.
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Aiello, Sofia. "Un nuovo inizio." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2012): 117–33. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-002007.

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Abstract:
L'articolo racconta la terapia di una coppia rimasta bloccata nel tunnel di un'elaborazione del lutto mai portata a termine, che ha interrotto il suo percorso evolutivo e impedito il passaggio a una nuova fase del ciclo vitale. Inizialmente il lavoro si č concentrato sulla riattivazione della collaborazione, sulla riscoperta e rinegoziazione delle aspettative reciproche e sulle modalitŕ per rispondere ai bisogni dell'altro in modo piů funzionale. Successivamente raccontare e rivivere la storia di coppia ha premesso loro di condividere le paure e il dolore per la perdita subita, perdita che inizia cosě a trovare un senso e un posto nella loro storia e a essere finalmente accettata, permettendo loro di portare a termine l'elaborazione del lutto. Entrambi hanno riscoperto una nuova immagine di sé e dell'altro e con la consapevolezza delle risorse presenti sono riusciti a riprendere il loro percorso evolutivo.
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Orsini, Enrico, and Ettore Antonsecchi. "ARCA Registry. Nuove evidenze nella gestione delle sindromi coronariche croniche." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 137–45. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-1.

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Abstract:
Il trattamento delle sindromi coronariche croniche (SCC) è ancora oggi influenzato dai risultati di vecchi trials di confronto fra bypass aortocoronarico e terapia medica, condotti negli anni ’70 e da studi osservazionali. Da questi studi era emersa la superiorità della rivascolarizzazione chirurgica o percutanea sulla mortalità, rispetto alla gestione conservativa, nei pazienti ad alto rischio anatomico o ischemico. Parallelamente alle nuove acquisizioni patogenetiche, che hanno accertato la natura multifattoriale delle SCC e contemporaneamente allo sviluppo dei moderni farmaci in grado di incidere positivamente sull’outcome delle malattie cardiovascolari, una serie di studi controllati ha confrontato in tempi più recenti la terapia medica ottimale (OMT) con la rivascolarizzazione, accertando l’assenza di benefici incrementali delle strategie invasive, rispetto alle strategie conservative, nei pazienti con SCC. Il trasferimento di queste nuove evidenze dalla teoria alla pratica è tuttavia lento ed insufficiente e la quasi totalità dei pazienti con SCC è ancora oggi trattato invasivamente, in deroga ai principi di appropriatezza e di rispetto delle raccomandazioni delle linee guida. ARCA Registry, uno studio osservazionale, prospettico, progettato e condotto dalla Società Scientifica A.R.C.A., ha accertato l’efficacia e la sicurezza di un modello di gestione dell’angina stabile, raccomandato dalle linee guida e consistente nella OMT quale trattamento inziale in tutti i pazienti ed il ricorso selettivo ed individualizzato alla coronarografia e alla rivascolarizzazione solo nei pazienti non responsivi o ad alto rischio. I risultati di ARCA Registry dovrebbero facilitare il trasferimento alla pratica clinica delle nuove evidenze, migliorando l’appropriatezza gestionale delle SCC.
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Donghi, C., S. Vaghi, E. Varoni, and C. Ghezzi. "Nuovi concetti nella terapia parodontale non chirurgica minimamente invasiva." Dental Cadmos 84, no. 10 (December 2016): 636. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.10.2016.05.

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Marchetti, M., and P. Guidarelli. "Nuovi approcci chirurgici nella terapia del sorriso gengivale nell’adulto." Italian Oral Surgery 11, no. 5 (December 2012): 268–79. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.12.003.

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