Journal articles on the topic 'Nuove scritture'

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Benvenuti, Giuliana. "O novo realismo italiano: de Pasolini a Saviano." Remate de Males 34, no. 1 (April 28, 2014): 235. http://dx.doi.org/10.20396/remate.v34i1.8635844.

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Abstract:
Ridurre la comprensione della letteratura italiana contemporanea alla contrapposizione tra "ritorno al reale" e postmodernismo è perdere la complessità del quadro. Accanto ad autori che si sono mossi sulla scia di Calvino, come Tabucchi e Del Giudice, a una narrativa di consumo che ha recuperato gli schemi della letteratura di genere, a scrittori che reinterpretano in modi originali i dettami del postmodernismo, come Siti e Lagioia, convivono scritture che escono dagli schemi di genere e si ricollegano ad autori difficili da etichettare, come Pasolini, praticando nuove forme di critica. Tra gli autori di maggiore interesse c’è Roberto Saviano, in particolare la sua opera d’esordio, Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra (2006).
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2

Perna, Massimo. "A proposito del corpus delle scritture cipro-minoiche. Vecchi documenti e nuove letture." Cahiers du Centre d'Etudes Chypriotes, no. 50 (December 1, 2020): 79–90. http://dx.doi.org/10.4000/cchyp.479.

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3

Marazzi, Massimiliano. "Scrittura e atti di scrittura: riflessioni su alcune novità editoriali." Kadmos 59, no. 1-2 (April 1, 2020): 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Abstract:
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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4

N. Vujović, Marija, and Luigi E. Beneduci. "LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLʼITALIANO NEO-STANDARD IN DUE ROMANZI ITALIANI CONTEMPORANEI (ASPETTO MORFOLOGICO)." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 12, no. 24 (December 30, 2021): 239–67. http://dx.doi.org/10.21618/fil2124239v.

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Abstract:
Se l’italiano standard è la varietà linguistica codifcata nei libri di grammatica, per neo-standard si intendono le abitudini comunicative, parlate e scritte, di una fascia di parlanti acculturati, in una varietà linguistica più informale. Utilizzando le tassonomie di Sabatini e Berruto, gli autori dello studio hanno rintracciato la presenza del neo-standard in un corpus formato da due romanzi italiani contemporanei, Io e te di Niccolò Ammaniti ed Esco a fare due passi di Fabio Volo. Considerando l’alto numero di occorrenze, ci si è limitati all’aspetto morfologico del sistema pronominale e verbale, con valore esemplifcativo. Le opere analizzate sono diversamente signifcative di due autori agli antipodi: il romanzo di un acclamato scrittore e il romanzo di esordio di un DJ e conduttore televisivo. Il risultato dello studio è che, a parte poche differenze, i tratti neo-standard caratterizzano entrambe le operazioni di scrittura, con l’intento di raggiungere l’immediatezza comunicativa della lingua parlata. Se ne conclude che i narratori hanno colto, rappresentato e riprodotto l’urgenza e la penetrazione delle nuove forme della lingua italiana, che potrebbero diventare un nuovo futuro standard normativo.
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Haręzga, Stanisław. "Rola Pisma Świętego w Kościele według 2 Tm 3,14-17." Verbum Vitae 13 (January 14, 2008): 169–77. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1462.

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Abstract:
Nella Seconda Lettera a Timoteo si legge il passo piu rilevante di tutto il Nuovo Testamento circa il rapporto tra Sacra Scrittura e azione pastorale (2 Tm 3,14-17). In questo testo l'accento e posto, piu che sulla ispirazione, sulla efficacia della Parola di Dio scritta nella vita del credente e sulla sua utilita nel ministero pastorale. L'analisi da noi realizzata ci lascia di rivisitarlo sotto questo profilo.II brano si articola in due frasi nelia struttura chiastica: A(v. 14a), B (v. 14b-15), B1 (v. 16), A1 (v. 17). Dopo questa l' analisi la riffiesione si eoncentra sui molo delie Scritture, sulla loro efficacia formativa in ordine alla vita cristiana e sulla missione dei pastori delia Chiesa.
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Perna, Valerio. "Cristianesimo etico e socialismo metafisico in Mario Pomilio." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (April 15, 2020): 428–38. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910881.

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Abstract:
Mario Pomilio è scrittore dimenticato, e invece il valore del suo messaggio risulta tuttora attuale. Nelle sue opere, come critico e scrittore, si evidenzia un percorso che vuole essere coerenza vissuta prima che teorizzata. Ricerche, domande e inquietudini risultano sempre legate alla religiosità e agli ideali politici dell’autore. Per l’intellettuale socialista lacerato dall’ansietà del mondo contemporaneo, la ricostruzione del “mito” nell’animo degli uomini si configura come esigenza di verità etiche assolute; per il credente immerso totalmente nella storia, la verifica della presenza di un Dio assente, manifesta l’esistenza di un testimone trascendente. In un contesto del genere, ogni azione comporta responsabilità morali senza alcuna compromissione. La scelta politica di Pomilio diventa così utopia morale: l’idea di una società più giusta, che percorre in sottofondo la storia e ne è il lievito. Allo stesso modo il suo cristianesimo è inquieto e interrogante, tanto da prospettare il bisogno di una nuova Sacra Scrittura: il mito del Quinto Evangelio.
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Vitelli, Caterina Falotico. "NUOVA SCRITTURA AL FEMMINILE." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 36, no. 2 (September 2002): 480–85. http://dx.doi.org/10.1177/001458580203600216.

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8

Aloisio, Miriam. "Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Abstract:
Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Messina, Davide. "Leggere e tradurre Primo Levi: Il poema e l’enunciazione." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 8, 2014): 452–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542930.

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Abstract:
Il saggio propone un modo nuovo di leggere e tradurre la testimonianza letteraria di Primo Levi a partire dalla relazione fra poesia e prosa in Se questo è un uomo. Collegando la poetica della traduzione di Henri Meschonnic con la linguistica dell’enunciazione sviluppata da Émile Benveniste, il saggio cerca di definire e analizzare il “poema dello sterminio” che sottende la scrittura di Levi, mette alla prova i relativi pregiudizi critici della trasparenza della prosa e dell’intraducibilità della poesia, e suggerisce infine una nuova articolazione del “poema sacro” di Dante nello spazio letterario creato dall’impegno etico a portare testimonianza.
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Vanvolsem †, Serge. "Vent’anni di scritture migranti: una nuova letteratura, una nuova lingua." Recherches, no. 10 (June 30, 2013): 103–11. http://dx.doi.org/10.4000/cher.11253.

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Ragni, Eugenio. "Bernari o della non-omologazione." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 29, 2018): 332–46. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818763791.

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Abstract:
Per l’opera di Carlo Bernari sono state coniate alcune definizioni che con felici metafore rappresentano l’attività dell’autore di Tre operai. Tra quelle che meglio convengono al suo primo romanzo, “incunabolo del neorealismo” è la più usata; meno comune, ma decisamente più inerente alla realtà dei fatti, è quella che fa riferimento alla costante, mai placata attività correttoria esercitata dall’autore fin dalle sue prime prove narrative. Per Tre operai in particolare, seguirne la genesi vuol dire entrare nella cosiddetta “officina dell’autore”, misurarne la lucidità nel togliere, nel modificare, nell’aggiungere, puntando alla massima chiarezza di una diagnosi storica e alla stretta osmosi fra verità documentale e “finzione” letteraria. Il saggio intende evidenziare le due componenti della scrittura di Bernari: l’elaborazione della realtà come rappresentazione del mondo e lo sperimentalismo stilistico ante litteram che ha portato lo scrittore non solo ad anticipare le tendenze stilistiche del secondo Novecento, a partire ovviamente dal neorealismo fino a toccare sperimentazioni neoavanguardiste, ma soprattutto, analizzando il presente, a presentire e diagnosticare crisi socio-ideologiche ancora aurorali. Nel primo caso, per valutare i meccanismi e la praxis dello scrittore, viene sviluppata l’analisi del passaggio e della trasformazione del proto-romanzo Gli stracci (1928–1930) nella versione finale di Tre operai pubblicata nel 1934, che anticipa di un decennio forme e contenuti neorealisti promossi da istanze ed esperienze del giovane scrittore nell’ambito di certe letture impegnate, in quello delle arti visive, il cinema in particolare, o a contatto, diretto o mediato, con i grandi movimenti culturali del primo Novecento. Ma se il romanzo d’esordio getta le basi di un genere che maturerà dieci anni dopo—il neorealismo—si vuole qui dimostrare il permanere nella copiosa e apparentemente versicolore produzione del sessantennio successivo di una coerenza di metodo, sottesa e perciò non sempre còlta dalla critica, e di una costante sollecitazione a percorrere nuove strade formali e ad affrontare problematiche diverse, sempre rispettando con rigore i diversi aspetti delle realtà in atto.
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Zucchi, Valentina. "Il percorso esistenziale di Sibilla Aleramo: la scrittura verso una nuova identità, la libertà e l'amore." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 357–68. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75861.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione sul percorso esistenziale di Sibilla Aleramo attraverso la scrittura e verso una nuova identità, la libertà e l’amore universale. Quest’ultimo costituisce il nucleo tematico del romanzo epistolare Amo dunque sono. Partendo da alcuni riferimenti alla lotta femminista della scrittrice e alla sua drammatica vicenda autobiografica narrata in Una donna, si metterà l’accento sulla poetica al femminile del diario che esprime, sia per i contenuti sia per lo stile di scrittura, la sensibilità della ‘nuova’ donna ormai emancipata, rinnovata e ricostruita; con una nuova identità. Vedremo come questo diario arrivi ad essere l’espressione piú alta della fede nell’amore, vissuto dalla scrittrice come unico mezzo per arrivare al principio divino e alla comprensione dell’invisibile delle cose.
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Ferrara, Silvia, and Diego Cristiani. "Il geroglifico cretese: nuovi metodi di lettura (con una nuova proposta di interpretazione del segno 044 i)." Kadmos 55, no. 1-2 (May 24, 2016): 17–36. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2016-0002.

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Abstract:
Abstract In base a recenti analisi dei sigilli in pietra iscritti nel sistema di scrittura geroglifico cretese, ancora indecifrato, si puo proporre una nuova ipotesi di interpretazione della funzione di alcuni segni. Alcuni elementi che erano stati considerati come simboli decorativi sono stati re-interpretati, invece, come elementi semantici del repertorio geroglifico cretese. Nel valutare l’attendibilita di questa ipotesi a livello sistemico, proponiamo di attribuire ad alcuni segni del repertorio una funzione logografica, sottolineata dall’uso di filler decorativi che sembrano isolarne la posizione all’interno di una sequenza di sillabogrammi. Come esempio sotteso a questa metodologia, si e rivelata istruttiva una computazione statistica delle attestazioni del segno 044 i soprattutto per gli esempi integrati nelle sequenze ripetute fino ad oggi interpretate come ‘formule’. Alla luce di queste considerazioni, offriamo una nuova interpretazione dell’iconografia di questo segno. Dagli inizi degli studi sul geroglifico, il segno 044 i e stato associato alla rappresentazione di una ‘cazzuola’ (‘trowel’). Qui invece dimostriamo come sia piu plausibile e coerente associarlo alla raffigurazione del cosiddetto Petschaft, una forma funzionale e sofisticata di sigillo a una faccia, utilizzata in un periodo in cui il sistema amministrativo era basato sulla rendicontazione delle attivita attraverso l’uso di sigilli impressi su cretule d’argilla.
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Mele, V., and S. Giardina. "La bioetica che interroga la letteratura nel locus antropologico: l’ermeneutica di una voce letteraria sul tema della tecnocrazia." Medicina e Morale 52, no. 2 (April 30, 2003): 263–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.670.

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Abstract:
L’oggetto materiale del lavoro è stato quello di delineare i fondamenti epistemologici della tecnica, di inquadrarli nel periodo immediatamente antecedente alla nascita della bioetica come disciplina sensu stricto e, infine, di far emergere le conseguenze che la tecnologia ha avuto sul vissuto antropologico e sull’umano nell’epoca contemporanea. L’avvento della tecnologia si impone come una delle radici storiche della bioetica. Infatti, le nuove possibilità tecnologiche offerte dalla scienza pongono nuovi quesiti che necessitano d’urgenza una risposta etica. Tali possibilità non minacciano soltanto la salute, la vita dell’uomo e la sopravvivenza dell’intero pianeta, ma possono arrivare a “sconvolgere” l’identità stessa dell’uomo, la sua struttura antropologica. A questo punto la tecnologia da mezzo diventa fine, e la tecnologia si trasforma in tecnocrazia. Partendo dalla concezione che la letteratura è uno strumento di conoscenza che si avvale di strumenti diversi, ma non per questo meno validi, di quelli della scienza, gli autori hanno utilizzato come strumento di indagine per delineare il rapporto uomo-tecnologia alcuni testi dello scrittore Paolo Volponi in cui è evidente la presa di coscienza e la denuncia da parte dello scrittore del riduzionismo antropologico operato dal mondo tecnologico. In altre parole, la letteratura viene assunta quale oggetto formale per delineare l’avvento della tecnocrazia sull’uomo. Scopo del lavoro è inoltre far emergere l’importanza e l’effettiva realizzazione di un dialogo tra discipline diverse: il discorso sulla portata etica della tecnologia si muove oscillando dal terreno più squisitamente etico della bioetica a quello umanistico-antropologico definito dalla letteratura, e viceversa.
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Grazioli, Cristina. "Il cammino verso una nuova scrittura: Geblendeter Augenblick." Mimesis Journal, no. 1, 1 (June 1, 2012): 14–29. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.207.

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Ricci, Antonello. "Le nuove scritte sui muri: il caso viterbese." La Ricerca Folklorica, no. 15 (April 1987): 103. http://dx.doi.org/10.2307/1479491.

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Buono, Mario, and Rosa Maria Giusto. "La ri-scrittura del patrimonio culturale nell’Era digitale." Boletín de Arte, no. 41 (November 5, 2020): 279–83. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2020.v41i.8617.

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Abstract:
Il valore di una “mediazione” narrativa consapevole, integrata e potenziata dall’uso di strumenti digitali, diviene sempre più elemento centrale nelle politiche di valorizzazione e riconoscimento del patrimonio culturale dal momento che esso «non parla da solo» (2010: 45) ma ha bisogno di professionalità e strumenti informativi sempre più flessibili e aggiornati che lo disvelino e ne raccontino il significato più profondo. Il contributo affronta le nuove modalità di interazione e fruizione del patrimonio culturale tra discipline tecnologiche e scientifiche e discipline umanistiche.
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Magrelli, Valerio. "Segni e disegni." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 35 (September 2021): 79–82. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035006.

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Abstract:
La poesia del Novecento, da Palazzeschi al Gruppo 63, si è proposta di sperimen-tare forme di rottura dei canoni classici della scrittura poetica, tra pubblicità e ricorso all'esperienza quotidiana ("Usa le cose che vedi"). Gli sviluppi e le pratiche offerte dalla tecnologia contemporanea, dagli emoticon ai captcha, aprono nuove, ancora inesplorate, possibilità di avvalersi di modalità transdisciplinari di "annessione territoriale" al campo poetico.
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Pozzetti, Roberto. "Nuovi scritti d'amore, fra e-mail e SMS." ATTUALITŔ LACANIANA, no. 9 (April 2009): 44–52. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009005.

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Abstract:
- L'epoca contemporanea si caratterizza, fra l'altro, per la rilevanza inedita conferita alla dimensione del cambiamento. La flessibilitŕ, condizione ormai essenziale nel mondo del lavoro, si traduce sovente nell'inquietante fenomeno della precarietŕ fra contratti a progetto ed attivitŕ interinali. Precarietŕ che si ripercuote nel campo dell'affettivitŕ determinando degli amori liquidi, in perenne mutamento, che alternano connessioni a disconnessioni, incontri fugaci e virtuali all'evitamento del legame sociale. L'attualitŕ di questa tematica viene trattata in riferimento al nesso fra l'amore e la scrittura, sviluppato da Lacan nel Seminario XX. Tanto lo scritto quanto l'amore hanno la funzione di supplire all'inesistenza del rapporto sessuale. Parole chiave: cambiamento - flessibilitŕ - precarietŕ - inesistenza del rapporto sessuale.
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Gendre, Renato. "La concezione dell'uomo in Hermann Hesse." Acta Neophilologica 34, no. 1-2 (December 1, 2001): 105–19. http://dx.doi.org/10.4312/an.34.1-2.105-119.

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Abstract:
La pubblicazione di Peter Camenzind segna per Hermann Hesse l' inizio di una nuova vita. II successo, il primo grande successo editoriale di un libro, infatti, consente al suo Autore di abbandonare la professione di Iibraio, iniziata a Tubinga e continuata a Basilea dove intanto si era trasferito, per dedicarsi a tempo pieno a quella di scrittore.
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Gryziec, Piotr Roman. "Formuła konsekracji eucharystycznej – zapowiedź czy anamneza?" Ruch Biblijny i Liturgiczny 59, no. 4 (December 31, 2006): 265. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.414.

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Abstract:
L’articolo presente tratta della traduzione delle parole di consacrazione eucaristica. Nel Missale romanum latino hanno usato il tempo futuro: “tradetur” (riguardo al Corpo) ed “effundetur” (riguardo al Sangue), mentre nel testo greco del Nuovo Testamento si trovano i due participi: διδόμενον (Lc 22, 19) ed ἐκχυννόμενον (Mc 14, 24; Mt 26, 28; Lc 22, 10), i quali sono le forme del presente, perciò la Nuova Vulgata li traduce: “datur” ed “effunditur” (“funditur”). Il participium praesentis nel greco koine fu usato infatti anche nel senso futuro, esprimendo il fatto del futuro prossimo, però nel nostro caso le parole di Gesù non intendono informare sul futuro, ma assumono il carattere di un’anamnesi liturgica, attualizzando il sacrificio del Calvario (cfr. 1 Cor 11, 26: “annunciate la morte del Signore”), senza il quale il Corpo e il Sangue di Cristo non avrebbe il valore d’espiazione salvifica.Il postulato che risulta dalla dimostrazione esposta nell’articolo è applicare nei testi liturgici eucaristici i sintagmi: “il Corpo offerto” al posto di “il Corpo che sarà offerto” e “il Sangue versato” al posto di “il Sangue che sarà versato” (parimenti al missale nella lingua italiana). Le parole di Gesù scritte nel Nuovo Testamento sono infatti un’anamnesi del sacrificio salvifico, non soltanto una preannunziazione dei prossimi eventi.
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Rizza, Elisabetta. "Una storia modicana nella Grande Guerra." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (July 2022): 131–39. http://dx.doi.org/10.3280/asso2021-001007.

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Abstract:
Attraverso un carteggio privato inedito, il saggio ricostruisce la storia di una famiglia modicana di piccoli proprietari terrieri, la cui esistenza viene stravolta dallo scoppio del primo conflitto mondiale. I temi sono quelli tipici delle scritture di guerra: la separazione, la distanza tra i membri della famiglia, la paura, ma anche il germogliare di nuovi concetti di Patria, unità territoriale e partecipazione, intesi con grande varietà di significati e sentimenti. Su tutto emerge soprattutto la fondamentale, insostituibile, vitale necessità di comunicare, che sostituisce i legami di carta e inchiostro a quelli fisici e materiali.
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Cannavacciuolo, di Laura. "Dopo il Boom. Romanzi napoletani negli anni Settanta." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 14, 2018): 446–57. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755365.

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Abstract:
Il saggio propone una investigazione degli sviluppi del romanzo d’area napoletana tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta del ’900. Si definiscono i temi dominanti dei principali romanzi pubblicati in questa stagione— Amore e Psiche, Tanto la rivoluzione non scoppierà, Dentro la Stella, Malacqua—, i modelli di riferimento, il contributo degli scrittori rispetto al dibattito teorico nazionale e internazionale. Infine, si analizza il rapporto degli scrittori in oggetto con le forme del Nuovo Romanzo e il filone del cosiddetto romanzo “apocalittico”.
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Catalfamo, Antonio. "Emilio Salgari e i “pirati della Malesia”: Colonizzati e colonizzatori." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 8, 2014): 522–35. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542785.

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Abstract:
L’autore, nel presente saggio, attraverso un’analisi articolata delle opere di Emilio Salgari, dimostra che i luoghi comuni riproposti intorno a esse da buona parte della critica in occasione del centenario della morte dello scrittore vanno superati. Salgari non è un “minore”, da collocare nell’ambito della “paraletteratura”, né uno scrittore buono solo per l’infanzia, né un uomo e un artista fuori dal suo tempo. Egli si rivolge al nuovo pubblico che si affaccia alla lettura in seguito alla legge Coppino sull’istruzione obbligatoria e si fa portavoce di un’“epica popolare anticoloniale”, di un messaggio di uguaglianza tra tutti i popoli del mondo. Funge da battistrada alla narrativa moderna, facendo lievitare il racconto attraverso l’intensificarsi delle azioni e delle immagini ed evitando, in tal modo, di cadere negli stereotipi delle opere seriali.
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Negri, Teodoro. "Nuove questioni linguistiche: pier Paolo Pasolini scandalizza linguisti, filologi, scrittori, critici e intellettuali." Revista de Italianística 1, no. 1 (December 30, 1993): 13. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v1i1p13-21.

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Abstract:
Após diagnosticar a crise da fase de busca da literatura contemporânea, especialmente dos anos 50, incapaz de criar os pressupostos de uma língua nacional, Pasolini analisa as profundas mutações da sociedade italiana, que determinaram um novo panorama sócio-linguístico, e mais precisamente um acentuado tecnicismo e instrumentação de linguagem. Os exemplos citados pelo autor, extraídos do periodismo, da televisão, dos discursos políticos oficiais e da publicidade, mostram o predomínio da comunicação sobre a expressão, remetendo o fenômeno a um princípio único regulamentador e homologador de todas as linguagens nacionais, que procederia do processo de transformação tecnológica e industrial, instituidor de uma nova burguesia hegemônica. A unificação linguística produzida por este princípio homologador subentenderia, por conseguinte, a manifestação social realizada por esta classe.
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Bardski, Krzysztof. "Chrystus jako Zbawiciel w alegoryczno-symbolicznej interpretacji epizodu o uciszeniu burzy (Mt 8,23-27; Mk 4,35-5,1; Łk 8,22-26)." Verbum Vitae 1 (June 15, 2002): 201–26. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1311.

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Abstract:
L'articolo presenta un’'approccio sincronico alla pericope della tempesta sedata. Dalla prospettiva della tradizione cristiana, dall'’antichit al medioevo, abbiamo cercato di individuare le chiavi di lettura allegorica, secondo le quali i diversi motivi letterari del testo erano interpretati come simboli di altre realt di carattere spirituale. L'ordine dei capitoli Š seguente: 1. l'analisi dell’intreccio narrativo; 2. l'interpretazione allegorico-simbolica della pericope nella tradizione dei Padri e degli scrittori del medioevo; 3. Le prospettive dell’interpretazione allegorico-simbolica trasmessa dalla tradizione; 4. Nuove proposte.
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Polselli, Paola, and Alice Fatone. "Apprendenti universitari e profili di competenza nella scrittura accademica." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 217–40. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.508.

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Abstract:
Nell’ambito delle ricerche sulle competenze linguistiche degli studenti universitari in Italia, il contributo indaga le pratiche di comunicazione scritta e le relative difficoltà espresse da studenti di un corso di recupero OFA in corsi di laurea triennale. L’indagine è parte di un progetto di rilevazione più ampio ed è stata realizzata somministrando un questionario informatizzato. I dati raccolti permettono di sviluppare alcune riflessioni utili sul profilo linguistico-comunicativo di apprendenti dalle competenze definite “fragili”; la loro autorappresentazione in termini di biografia linguistica; i bisogni linguistico-comunicativi espressi in rapporto ai compiti di scrittura, e il senso di autoefficacia percepita in rapporto alle abilità di scrittura funzionale richieste. Nell’insieme, il divario tra il panorama linguistico delle matricole in esame e quello del nuovo contesto di studio avallano le indicazioni circa la necessità di prevedere una specifica formazione linguistica in ambito universitario superando l’impostazione rimediale per una prospettiva più strutturale e continuativa.
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Sapienza, Annamaria. "Oltre il testo. La sperimentazione teatrale napoletana negli anni Sessanta e Settanta." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 22, 2018): 631–47. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757476.

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Abstract:
Negli anni ’60 e ’70 un aspetto particolarmente incisivo del teatro a Napoli è costituito dalle esperienze di ricerca condotte da alcune formazioni che, con diverse modalità, lanciano un chiaro segnale di rinnovamento. In nome di un più libero legame con la tradizione e rifiutando come unico il modello eduardiano, i gruppi sperimentali di questi anni generano un’autentica spinta vitale che, per la presenza di un patrimonio artistico stratificatosi nei secoli, assume particolari connotazioni all’interno del generale clima di rinnovamento del teatro italiano. Il rapporto acentrico con il testo drammatico costituisce una delle caratteristiche principali di questo processo nel quale, attraverso l’integrazione di espressioni proprie delle varie arti, la scrittura scenica è spostata sulla sfera del visivo. Il sTeatro, Napoli, Recitazione, Avanguardia, Sperimentazioneaggio intende tracciare la parabola dellã avanguardia teatrale napoletana nei due decenni che precedono la nascita della nuova drammaturgia (Moscato, Ruccello, Santanelli), ovvero, identificare i protagonisti di una generazione di artisti che si nega alla visione folklorica della cultura partenopea volgendo l’attenzione ai testi teorici (ad esempio le prime traduzioni degli scritti di Brecht e Artaud), alla drammaturgia straniera (Genet, De Ghelderode, Lorca, Ionesco, Beckett) e ai padri del Nuovo Teatro (Living Theatre, Grotowski), preparando l’humus germinale di una più serena relazione con il passato che consente la produzione testuale degli anni a venire.
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Romano, Cesare. "La scrittura dell'Uomo dei topi (1909): Freud tra Jung e Adler." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2021): 77–118. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001008.

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Abstract:
. Attraverso una rilettura del caso clinico dell'Uomo dei topi di Freud del 1909, questo scritto si propone di dimostrare due tesi. La prima, che nella stesura del caso clinico Freud fu influenzato non solo da Jung, come ha sostenuto Mannoni (1969), ma anche dal pensiero che Adler aveva espresso in due relazioni alla Società Psicoanalitica di Vienna. In una di queste espose il caso di un paziente ereutofobico la cui infanzia aveva molti punti di contatto con quella del paziente di Freud, e nell'altra affrontò il tema del sadismo nella vita normale e nella nevrosi. Alcuni aspetti di queste relazioni sono rintracciabili nella scrittura di Freud. La seconda tesi sostiene che Freud non era in grado di mantenere la promessa, fatta all'inizio del suo scritto, di sviluppare le teorie del 1896 contenute in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi di difesa perché nel frattempo aveva abbandonato la teoria del trauma sessuale che costituiva il perno di quelle teorie, e il trauma sessuale non svolgeva più alcun ruolo eziologico nel suo caso clinico, analogamente al caso clinico esposto da Adler.
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Bosisio, Matteo. ""Colenda poesis, et inde Poete" (Gen. deor. gent., XIV, 22, 11): Boccaccio, la novità della letteratura e la libertà dei poeti." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 7–36. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19871.

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Abstract:
L’articolo, dopo aver mostrato le esigenze storiche e culturali che spinsero intellettuali quali Mussato e Petrarca a ricodificare lo statuto della letteratura, si sofferma sulla difesa della poesia operata da Boccaccio. Il certaldese non solo giunge a un risultato innovativo, totalmente svincolato dai modelli medievali, ma, diversamente dal passato, prende in considerazione anche il problema del ruolo sociale dello scrittore e del rapporto con la committenza. Analizzando soprattutto i libri XIV e XV delle Genealogie, il contributo mette in luce le complesse metodologie e tecniche letterarie adottate per dirimere tali questioni. In particolare Boccaccio — inventandosi un committente fittizio, ricercando un pubblico dotto e avvertito, celebrando l’autonomia della poesia e sostenendo alcune nuove discipline come la lingua greca — traccia un modello di letterato indipendente e libero.
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Catenacci, Carmine, and Rosalind Thomas. "Le mille facce di oralità e scrittura: Un nuovo libro di R. Thomas." Quaderni Urbinati di Cultura Classica 46, no. 1 (1994): 145. http://dx.doi.org/10.2307/20547235.

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Bortoletti, Francesca. "La voce dei poeti alla corte aragonese. La festa e il teatro." Quaderni d'italianistica 36, no. 1 (January 27, 2016): 13–62. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i1.26273.

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Abstract:
Nella Napoli dei Re d’Aragona (1442–1504) le presenze della poesia orale nei luoghi dell’intrattenimento umanistico e del teatro aragonese giocano un ruolo determinante nel cerimoniale cortigiano e nelle strategie di politica culturale del Regno Aragonese. Il presente studio mira a rintracciare esempi di scritture, storie e materiali legati a una recitazione estemporanea replicabile in diverse occasioni di cerimoniali di corte o degli episodi politici. Una recitazione che non può essere compresa se non messa in relazione con una visione unitaria della festa di corte che qui si propone di investigare attraverso le presenze della voce del ‘nuovo’ poeta umanista — diplomatico e oratore, storico e cerimoniere, poeta e performer — e delle sue pratiche dicitorie e recitative nella società di corte.
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Ghisu, Eliseo. "Una conversazione immaginaria con Edgar Morin." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 36 (December 2012): 61–68. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036004.

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Abstract:
L'autore immagina una conversazione tra uno psicologo specializzando in psicoterapia della famiglia e il filosofo francese Edgar Morin. Lo studente ha appena letto il primo volume de "Il metodo" ed č desideroso di approfondire la conoscenza attraverso l'incontro con l'autore. La conversazione dunque si dipana attraverso le domande del giovane e gli insegnamenti dell'anziano pensatore, riprendendo i concetti epistemologici espressi nel libro. Morin confessa allo studente gli intenti che stanno alla base della scrittura del libro, chiarifica la propria posizione epistemologica e si pone come autentico "maître ŕ penser", aiutando il giovane specializzando verso una nuova visione della complessitŕ del reale.
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Castiglia, Gabriele. "TOPOGRAFIA CRISTIANA DELLATUSCIA ANNONARIAE DELLATUSCIA LANGOBARDORUM(IV-VIII SEC. D.C.)." Papers of the British School at Rome 86 (May 21, 2018): 85–126. http://dx.doi.org/10.1017/s006824621800003x.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare i fenomeni di formazione e radicamento della cristianizzazione nellaTuscia Annonaria(attuale Toscana settentrionale) nel periodo compreso tra il IV e la seconda metà dell'VIII secolo d.C., sia in ambito urbano che in quello rurale. Questo tema, sinora scarsamente analizzato in maniera complessiva, verrà sviscerato partendo da un approccio quantitativo (ancorato ad una schedatura delle evidenze materiali e scritte), funzionale all'approfondimento di problematiche storiografiche e di nuove possibili chiavi di lettura di fenomeni complessi e articolati quali furono quelli legati alla trasformazione delle città e dei paesaggi romani e che portarono alla strutturazione delle realtà post classiche.
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Beard, Mary. "Writing and Ritual: A Study of Diversity and Expansion in the Arval Acta." Papers of the British School at Rome 53 (November 1985): 114–62. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011521.

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Abstract:
LA SCRITTURA E IL RITUALE: UNO STUDIO DELLE DIFFERENZE E DELL'ESPANSIONE NEGLI ACTA DEGLI ARVALII documenti iscritti (‘Acta’) della Confraternità degli Arvali a Roma sono tradizionalmente trattati come documenti rigidamente standardizzati. Questo studio offre una nuova analisi di questo materiale religioso e dimostra sia la differenza dei documenti scritti sia la loro (a volte strana) tendenza all'espansione nel periodo compreso tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Queste due caratteristiche sono poi messe in relazione con la funzione dei documenti degli Arvali—che non sono, come in genere si pensa, una pratica fonte di riferimento per i preti, ma una convalida simbolica della loro attività rituale.
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LIMA, Sheila Oliveira. "Escutar o leitor: leitura e subjetividade em biografias e depoimentos de escritores." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 175. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243608.

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Abstract:
RESUMONos últimos anos, realizamos projetos de pesquisa e extensão com a perspectiva de melhor compreender o fenômeno da leitura e a formação de leitores promovida no ambiente escolar. Atualmente, desenvolvemos novo projeto cujo objetivo é realizar uma escuta de depoimentos de escritores sobre seus processos de formação leitora. Com isso, busca-se identificar elementos que possam compor novas formulações no âmbito das metodologias para a formação do leitor. Ao final, trazemos uma pequena amostra de escuta de três relatos autobiográficos em que comparece a relação afetiva no processo de formação leitora dos escritores Manuel Bandeira, José Saramago e Cristóvão Tezza.Leitura. Escritores. Autobiografia. Escuta.Listening to the Reader: reading and subjectivity in biographies and writer's testimoniesABSTRACTIn recent years we have carried out research and extension projects with the perspective of better understanding the phenomenon of reading and the formation of readers promoted in school environment. Currently we have developed a new project whose objective is to listen to writers' testimonies about their reading formation processes. Thus we seek to identify elements that may compose new formulations within the scope of methodologies for the reader formation. At the end, it presents a small listening sample of three autobiographical reports in comparison to the affective relationship in the process of reading formation of writers Manuel Bandeira, José Saramago and Cristóvão Tezza. Reading. Writers. Autobiography. Listening.Ascoltare il Lettore: lettura e soggettività nelle biografie e testimonianze dello scrittoreRIASSUNTO Negli ultimi anni abbiamo condotto ricerche con la prospettiva di una migliore comprensione del fenomeno della lettura e della formazione dei lettori promossi nell'ambiente scolastico. Attualmente stiamo sviluppando un nuovo progetto il cui obiettivo è ascoltare le testimonianze degli scrittori sui loro processi di educazione alla lettura. Pertanto, cerchiamo di identificare elementi che possano comporre nuove formulazioni nell'ambito delle metodologie per la formazione del lettore. Alla fine, portiamo un piccolo esempio di ascolto di tre rapporti autobiografici che mostrano la relazione affettiva nel processo di formazione della lettura degli scrittori Manuel Bandeira, José Saramago e Cristóvão Tezza. Lettura. Scrittori. Autobiografia. La escolta. Escucha al lector: lectura y subjetividad en biografías y testimonios de escritores RESUMEN En los últimos años, hemos realizado proyectos de investigación y extensión con la perspectiva de comprender mejor el fenómeno de la lectura y la formación de lectores promovidos en el entorno escolar. Actualmente estamos desarrollando un nuevo proyecto cuyo objetivo es escuchar los testimonios de los escritores sobre sus procesos de educación en lectura. Por lo tanto, buscamos identificar elementos que puedan componer nuevas formulaciones dentro del alcance de las metodologías para la formación del lector. Al final, traemos una pequeña muestra de escucha de tres informes autobiográficos que muestran la relación afectiva en el proceso de formación de lectura de los escritores Manuel Bandeira, José Saramago y Cristóvão Tezza.Lectura Escritores. Autobiografía Escucha.
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Viehweg, Julia. "Dante und die cantautori." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 154–68. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0008.

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Abstract:
Riassunto Se Wolf Biermann dice che i cantautori sono quelle persone »[...] che non sanno suonare la chitarra, ma in compenso... non sanno neppure cantare«1, si tratta di una riduzione polemica del concetto del cantautore. I cantautori stessi si vedono non solo come una nuova generazione di cantanti, ma anche di scrittori e storiografi, che attraverso l’impegno politico vogliono essere la voce di una nuova generazione di giovani negli anni ’60. Questo contributo esamina come il fenomeno dei cantautori sia legato alla ricezione di Dante in questi anni. Prima viene presentata una definizione del termine ›cantautore‹, poi si posiziona il movimento dei cantautori nella discussione della intertestualità nella letteratura, che nasce proprio negli stessi anni, e in ultimo si analizza l’esempio Odysseus dall’album Ritratti (2004) di Francesco Guccini.
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Berardi, Elisabetta. "La scrittura come gioco e prima cura del trauma." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 124–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001008.

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Abstract:
L'autrice racconta un particolare utilizzo della scrittura e, nello specifico, del "giocare" con le parole come mezzo terapeutico o pre-terapeutico, utile per "raffreddare" e affrontare indirettamente aspetti traumatici e talvolta uscire, attraverso la narrazione, dall'identificazione con l'aggressore. La prima esperienza riportata è quella di un atelier proposto a un gruppo di ragazze come un gioco in cui, partendo da disegni, testi autobiografici o stralci di narrativa scelti, il materiale viene fatto girare, di mano in mano, così che dalle mani di ognuno si possa attingere alla propria mente e all'apporto che ne può dare in termini di nuova significazione. Tale modalità, pur permettendo alle diverse significazioni di unirsi e permettendo a ognuno di nutrirsene, permette al contempo a ognuno di proteggersi da un contatto esclusivo e troppo approfondito con materiali psichici molto incandescenti. Nelle altre due esperienze riportate, il rapporto è a due, terapeuta paziente, ma anche in questi casi si utilizza il giocare con le parole, con il loro transito da una mente all'altra per mezzo della concretezza di carta e mani. L'attenzione viene posta in particolare sulla dinamica che si crea nel momento in cui il materiale di qualcuno viene rimaneggiato da qualcun altro, che permette di farsi toccare dal materiale stesso, per poi restituirlo al mittente in una sorta di rêverie mediata dal testo.
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Baumann, Christiane. "„La perduta gente“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 340–66. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0015.

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Abstract:
Riassunto Alla letteratura tedesca sull’Italia, sviluppatasi nel corso dell’Ottocento, si guarda ancora oggi come se fosse mera emulatrice di quella dei tempi di Goethe. In realtà, essa subì un radicale cambiamento di paradigma, passando da una visione immaginaria dell’Italia, basata sull’idealità classica, alla considerazione del paese reale. Contemporaneamente sorsero nuovi modelli. Ciò si osserva in autori come Fanny Lewald o Heinrich Laube, ma si nota anche in Richard Voß, scrittore di grande successo a cavallo dei due secoli. La sua percezione ampia e variegata dell’Italia è quasi dimenticata, oggi, e costituisce una lacuna della ricerca. La sua immagine dell’Italia fu influenzata significativamente da Lord Byron e dallo storico, scrittore e saggista Ferdinand Gregorovius, in particolare dalle sue „Passeggiate per l’Italia“. Il saggio descrive come l’approccio naturalistico di Voß all’Italia sia sorta verso la metà del 1870, proprio a partire dalla lettura critica del presente italiano, proposta da Gregorovius, e dai suoi tentativi di combinare scienze storiche e poesia. Questa prospettiva naturalistica emerge in schizzi novellistici e saggistici, in modo particolare nel volume „Erlebtes und Geschautes“ (Cose vissute e osservate), pubblicato nel 1888. Questi schizzi furono il contributo sincero e originale di Voß alla letteratura tedesca sull’Italia del XIX secolo, aspetto finora trascurato dalla ricerca.
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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. "Tra il dire e il non dire." Mnemosyne, no. 2 (October 11, 2018): 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.12013.

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Abstract:
Lo studio muove dalla descrizione della zona d’ombra compresa tra il detto e il non detto, ossia dallo spazio occupato dall’implicito in un corpus di lettere della Missione Cattolica Italiana di Mannheim, nella Germania meridionale. In contrasto con lo stile ‘semplice’, che si propone di coinvolgere il destinatario, è l’analisi del significato implicito che rivela squarci di quotidianità, problemi della comunità, e la percezione dell’identità della Missione nel contesto socio-culturale tedesco. La descrizione delle strategie comunicative impiegate nelle lettere testimonia inoltre la diffusione, anche nella lingua della predicazione, di una nuova forma di semplicità linguistica che, superato il conflitto fra italiano e dialetto, fa dell’espressività il proprio mezzo stilistico privilegiato, senza distinzione tra oralità e scrittura.
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Muljačić, Žarko. "Nuovi dati sulle colonie croate nell'Italia meridionale con particolare riguardo a quelle estintesi da secoli in campania." Linguistica 45, no. 1 (December 31, 2005): 189–202. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.45.1.189-202.

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Abstract:
Negli ultimi tren'anni sono usciti parecchi lavori che si occupano direttamente o di passaggio delle colonie di profughi croati nell'Italia meridionale. Sfortunatamente una recente Bibliografia aggiornata (Rešetar, 1997, 290-294), redatta da Walter Breu e Monica Gardenghi, omette molti titoli, specie se scritti da non slavisti. Questo contributo si divide in cinque capitoli: 1. Cenni introduttivi; 2. Un giro d'oriz­ zonte sui risultati più importanti recenti (con l'accento sulla consistenza delle certezze ormai acquistate e sui dubbi e sospetti tuttora permanenti riguardanti le all'incirca set­ tanta località affrontate per la prima volta nel loro insieme da M. Rešetar nel lontano 19lll); 3. Le colonie campane; 4. Congetture sulla colonia campana non nominata, visitata nel 1613 dallo scrittore e linguista croato Bartol Kašić; 5. Compiti futuri.
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Medda, Laura. "Scrivere per il teatro Il mondo sardo nei racconti drammatici di Giuseppe Dessì." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.61943.

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Abstract:
ABSTRACT: Questo articolo riguarda i testi per il teatro dello scrittore sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Nell'ordine, presentiamo i Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e il dramma storico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autore di romanzi e racconti, in questi testi, Giuseppe Dessì rappresenta la complessità del mondo sardo in linea di continuità con quanto espresso nelle sue pagine narrative e saggistiche. Il teatro permette allo scrittore di sperimentare un nuovo linguaggio capace di rappresentare, attraverso i personaggi, non solo azioni e fatti ma anche atmosfere, percezioni e poetiche ragioni caratterizzanti i significati più profondi della sua scrittura. La produzione teatrale dell'autore, ancora oggi considerata di minor rilevanza e non abbastanza studiata dalla critica, è degna invece di maggiore attenzione e approfondimenti: per questo motivo, abbiamo deciso di presentare la figura di Giuseppe Dessì attraverso tre importanti testi drammatici poco conosciuti al grande pubblico estero.Parole chiave: Giuseppe Dessì. Letteratura italiana. Teatro. Narrativa. Sardegna. RESUMO: Este artigo trata da textos para o teatro do escritor sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Apresentamos os Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e o drama histórico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autor de romances e contos, nestes textos, Giuseppe Dessì representa a complexidade do mundo sardo em paralelo com o que expressa nas suas páginas narrativas e ensaísticas. O teatro permite ao escritor experimentar uma nova linguagem capaz de representar, através das vozes dos personagens, não apenas ações e fatos, mas também os ambientes, as percepções e as poéticas, que permeiam os significados mais profundos da sua escrita. A produção teatral do autor, ainda hoje considerada de menor relevância e não suficientemente estudada pela crítica, é digna de maior atenção e aprofundamento: por esse motivo, decidimos apresentar a figura de Giuseppe Dessì através de três importantes textos dramáticos pouco conhecidos do grande público estrangeiro.Palavras-chave: Giuseppe Dessì. Literatura italiana. Teatro. Narrativa. Sardenha. ABSTRACT: This article concerns the texts for the theater of the Sardinian writer Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Rome, 1977). In order, we present the Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) and the historical drama Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Important author of novels and short stories, in these texts, Giuseppe Dessì represents the complexity of the Sardinian world in line with what is expressed in his narrative and non-fiction pages. The theater allows the writer to experience a new language capable of representing, through the characters, not only actions and facts but also atmospheres, perceptions and poetic reasons characterizing the deepest meanings of his writing. The theatrical production of the author, still today considered of minor importance and not sufficiently studied by the critics, is instead worthy of greater attention and insights: for this reason, we have decided to present the figure of Giuseppe Dessì through three important dramatic texts little known to the large foreign public.Keywords: Giuseppe Dessì. Italian literature. Theater. Fiction. Sardinia.
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Damiani, Martina. "La centralità politico-culturale di Venezia negli scambi epistolari del primo Cinquecento." Tabula, no. 17 (November 16, 2020): 105–24. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.4.

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Abstract:
Pietro Aretino intrattiene da Venezia diverse corrispondenze con personaggi di spicco del panorama politico e culturale, come traspare dai nomi altisonanti presenti nelle sue Lettere. Quando decide di rendere noti i suoi contatti epistolari e di includerli in un libro, ottiene un immediato successo che spinge il suo editore, Francesco Marcolini, a stampare nuove edizioni dell’opera. Con l’intento di ribadire il suo primato nell’epistolografia in volgare, Aretino biasima gli scrittori e i tipografi che pubblicano, subito dopo di lui, una moltitudine di libri di lettere, imitandolo. Dalla sua critica esonera però le persone più in vista di Venezia, tra cui Paolo Manuzio, prolifico autore ed editore di raccolte epistolari. Il presente lavoro si propone di analizzare quelle lettere che svelano il complesso meccanismo editoriale che sta dietro agli scambi epistolari del primo Cinquecento.
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Pellegrini, Rienzo. "Mezzogiorno alpino di Giosuè Carducci." Linguistica 50, no. 1 (December 29, 2010): 143–56. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.143-156.

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Abstract:
Il 2007, a cento anni dalla morte del poeta, ha visto un ritorno di interesse per Giosuè Carducci, personalità di grande rilievo nel secondo Ottocento per il suo impegno accademico, per la sua attività di ricerca, per il ruolo pubblico assunto come poeta, per la sua scrittura larga. Significative sono le traduzioni dal tedesco (da Heine a von Platen), ma per l'occasione si propone una rilettura di Mezzogiorno alpino, una poesia tarda: due quartine rimate che consentono rilievi non generici sulla metrica, sulle figure retoriche, sul lessico e su una sensibilità che si apre a modi nuovi, che nel paesaggio sa trasferire una sottile capacità di autoanalisi, dando voce a una percezione acuta dello scorrere del tempo e del ripiegarsi della vita.
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D'Alessandro, Mario. "Dante, Ulisse e la scrittura della nuova epica: una lettura del Canto XXVI dell'Inferno." Quaderni d'italianistica 17, no. 2 (October 1, 1996): 93–106. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v17i2.10146.

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Pepe, Dunia, and Paola Terzaroli. "Le dimensioni dell'apprendimento nella societŕ della conoscenza: il gioco degli specchi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 26–50. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015004.

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Abstract:
La tristezza viene spesso considerata dimensione negativa, elemento di ostacolo alla quotidiana esperienza di vita, tanto da guardare con sospetto, se non disagio, a chi la manifesta. Essa, perň, rimanda anche ad una vibrazione esistenziale inquieta che si rivela necessaria per dare senso alla propria esistenza: č presenza interiore, certo conflittuale, ma quanto mai feconda. In questo articolo, Duccio Demetrio, a partire da una riflessione sull'origine etimologica del termine, indaga il sentimento della tristezza riscoprendone le potenzialitŕ nell'accrescere una vitalitŕ evolutiva necessaria all'autoformazione del soggetto. Č la scrittura di sé che, in questa prospettiva, diviene strumento efficace per riconnettere tale sentimento alla complessitŕ della propria storia di vita, individuando nel disagio che l'accompagna quella pausa di "gestazione del nuovo" che diviene spinta alla creazione ulteriore e che, pertanto, dovrebbe poter contare su di una piů consapevole legittimazione sociale.
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Scetti, Fabio, and Federica Salamino. "Il progetto VVV: lessicografia, informatica e social network al servizio della promozione linguistica." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 136–49. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9386.

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Abstract:
Questo contributo si basa su un progetto lessicografico e fornisce informazioni importanti sulla promozione del Valoc ’, un dialetto a rischio di estinzione parlato in Val Masino (Lombardia, Italia). Lo scopo del progetto VVV è sviluppare il nuovo dizionario, basato sulla ricerca antropologica e dialettologica. Grazie al nostro approccio metodologico ci proponiamo di osservare le pratiche del Valoc ', la sua trasmissione da una generazione all'altra e discorsi che sostengono principalmente le ideologie in relazione alle pratiche linguistiche e all'identità. In questo lavoro, vorremmo presentare il contesto, descritto da un punto di vista linguistico e sociolinguistico, concentrandoci sull'importanza di promuovere il Valoc ’attraverso lezioni, conferenze, il dizionario e i social network. Infatti, grazie alla nostra pagina sui social network, è stato possibile osservare l'evoluzione del linguaggio e analizzare il modo in cui i parlanti affrontano l'esercizio della scrittura.
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Pellegrino, Deborah. "“I buoni ammaestramenti che a ogni ora e sopra a ogni caso e’ riceverà da lui.” Un nuovo archetipo di padre mercante nei Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 27–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22350.

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Abstract:
Questo saggio propone una nuova lettura dei Ricordi di Giovanni Morelli, un’opera composita e funzionale in cui l’autore intesse un ritratto estremamente potente di sé, che diventa tanto più deciso quanto più contrasta con quello del padre Pagolo, e che si concretizza chiaramente negli ammaestramenti rivolti ai figli. Per riuscire dove il proprio genitore ha fallito, nella parte centrale del testo, Giovanni si consacra alla loro educazione e alla salvaguardia del patrimonio familiare, offrendo consigli pratici che sono saldamente legati alla propria conoscenza, esperienza ed eredità mercantile. È esattamente qui che riesce a creare un’immagine esemplare di sé, sia come padre onniscente, sia come abile mercante e a superare quella del genitore e della sua gente Morella. Operando una riscrittura attiva del passato e del presente, ed insegnando a guardare al futuro, lo scrittore realizza un lavoro affascinante, la cui genesi va ricercata in un’inconfessata e sottile condanna delle cattive scelte del padre e in un reale intento pedagogico, morale e autocelebrativo.
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Mossali, Mattia. "La voce di Ariel." ENTHYMEMA, no. 31 (February 1, 2023): 176–91. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19020.

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Abstract:
Questo articolo propone un approfondimento sull’ultima fase della poetica di Sylvia Plath. Attraverso la lettura e il commento di alcuni testi dalla raccolta Ariel, nell’edizione restaurata che corrisponde alla sequenza nient’affatto casuale concepita dalla poetessa, si tracceranno le coordinate di un progetto che richiama le antiche cosmologie, dal momento che Plath prova a dare vita a un mondo, nuovo e più intimo, finalmente libero da dolorose separazioni. Pare indubbio che i componimenti per Ariel siano pervasi da un senso di creazione; come ha sottolineato Nadia Fusini, ciò a cui il lettore assiste è un vero e proprio miracolo di transustanziazione, attraverso cui Plath trasforma la sua scrittura in organismo vivente. Nell’intento di chiarire questa affermazione, nell’articolo si sostiene che, in Ariel, Plath non si nasconde più dietro la tecnica acquisita; al contrario, creatore e creatura nei testi della maturità diventano la stessa cosa. È questo l’inizio di un percorso che la porterà non solo a diventare Poeta, ma a farsi poesia.
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Puglisi, Melania. "Eros e linguaggio in Se una notte d'inverno un viaggiatore." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 379–403. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72734.

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Abstract:
Quanto e in che modo l’eros informa la scrittura calviniana? L'articolo propone un approfondimento nuovo e originale sul tema, toccato finora in modo complessivo solo in Gabriele 1994, e lo fa in modo interdisciplinare, secondo due prospettive: quella letteraria e quella linguistica. L’analisi si concentra su Se una notte d’inverno un viaggiatore, in particolare sulla scena erotica del romanzo, caratterizzata dalla descrizione del sesso come lettura del corpo. L’articolo mostra come, sia sul piano letterario sia su quello linguistico, il romanzo sia pervaso dall’erotismo in modo più profondo di quanto si creda. Ciò si rileva, per fare qualche esempio, in diversi passi che comunicano tra loro a distanza, in domande a cui si dà risposta dopo qualche pagina, nelle ripetizioni di parole chiave. La struttura stessa dei capitoli, così come la successione degli eventi, segue uno schema che sembra trovare una ragion d’essere nella tematica erotica. L’autore veicola il proprio pensiero sull’erotismo anche attraverso le peculiari strategie linguistiche che adotta e che sembrano essere la conseguenza naturale della sua teoria sulla difficile rappresentabilità dell’eros in letteratura.
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