Journal articles on the topic 'Nuove povertà'

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Striano, Maura, and Gaia Anita Mannini. "Iconografia della fragilità e nuove povertà immateriali." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 185–203. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002013.

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Abstract:
Nel testo sarà presentato un progetto di intervento, vincitore di un bando com-petitivo, che a nostro parere rappresenta una buona pratica di intercettazione dei bisogni e di risposta articolata e partecipata alle fragilità di bambini ed adulti in una pluralità di contesti rappresentativi della realtà italiana. Le azioni realizzate nell'ambito del progetto sono state sottoposte ad un costante monitoraggio che ci ha consentito di mettere a fuoco le diverse forme in cui la fragilità si manifesta e la sua corrispondenza a condizioni di povertà - materiali ed immateriali - partico-larmente accentuate dall'emergenza pandemica, che richiedono di essere intercet-tate in via preventiva affinché si possano dare risposte efficaci in termini occupa-zionali ed educativi.
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2

Giampino, Annalisa, Chiara Giubilaro, and Marco Picone. "Esplorare la povertà urbana in una prospettiva mediterranea: il caso del quartiere CEP a Palermo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 38–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128004.

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Abstract:
Il contributo affronta il tema delle molteplici dimensioni della povertà urbana attraverso analisi miste effettuate nel quartiere CEP di Palermo. Evitando di incorrere nella dicotomia tra Nord e Sud Globale, l'articolo adotta una prospettiva mediterranea e tenta di descrivere il quartiere dal basso, a partire dalle voci dei suoi più giovani abitanti. Alla luce dei più recenti eventi pandemici, la questione della povertà urbana assume una dimensione meritevole di nuove esplorazioni.
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3

Ferrigni, Nicola, and Marica Spalletta. "I confini materiali e immateriali delle nuove povertà nel territorio di Roma Capitale e gli effetti sui minori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 258–76. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002017.

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Abstract:
L'articolo analizza l'impatto multidimensionale della pandemia sul territorio di Roma Capitale, focalizzando in particolare l'attenzione su quei "nuovi poveri", in cima alla cui lista svettano le famiglie con minori. I risultati confermano la crescente esposizione al rischio povertà di questi nuclei familiari, riconoscendo ai minori lo status di "poveri tra i poveri la cui preesistente condizione di fragilità risulta ulteriormente compromessa da una deprivazione tanto economica, quanto immateriale, che investe contemporaneamente la sfera educativa, culturale e relazionale.
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4

Gozzelino, Giulia, and Federica Matera. "Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Abstract:
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Pozzetti, Roberto. "La psicoanalisi e la clinica di frontiera: nuovi sintomi e nuove povertŕ." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 20 (December 2010): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020002.

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Abstract:
La psicoanalisi applicata si rivolge oggi a diverse situazioni che esulano dallo studio privato; fra queste vi č quella degli esseri umani in condizioni di disinserimento. Si tratta di soggetti che presentano delle difficoltŕ nei legami sociali accentuate dalle condizioni socio-economiche di precarietŕ tanto diffuse in questo momento. Alcuni contesti clinici relativi ai nuovi sintomi e alle nuove povertŕ costituiscono delle figure emblematiche di tale realtŕ.
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Chiodelli, Francesco. "Le politiche pro-people contro la concentrazione della povertŕ urbana: il caso dei mobility programs statunitensi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 87–110. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099006.

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Abstract:
Oggetto del paper sono le politichecontro la concentrazione della povertŕ urbana, ossia quelleatte a deconcentrare la povertŕ favorendo nuove scelte localizzative dei poveri tramite l'erogazione di. Dopo una sintetica analisi delle caratteristiche dei, l'autore esamina principalmente il caso di, ricavandone un quadro generale che mette in luce potenzialitŕ e criticitŕ di questa famiglia di politiche.
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Augenti, Antonio. "Il principio di solidarietŕ e le politiche sociali europee." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001002.

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Abstract:
Il contributo affronta in via preliminare il significato e il valore della solidarietŕ nel suo evolversi nel tempo, per capire come essa si incarna nelle coscienze individuali e nelle responsabilitŕ collettive. La solidarietŕ non ha modo d'essere senza la sussidiarietŕ: č la linea ideologica che orienta le moderne politiche di welfare. Queste politiche sono attente ad un nuovo concetto di povertŕ non legato a bisogni di sopravvivenza, ma a nuovi indicatori sociali. Tutelare i diritti sociali della persona significa prendere atto che occorre investire nella conoscenza, oggi strumento principe dell'emancipazione della persona. L'ultima parte del lavoro č dedicata all'analisi di come l'Unione europea ha guardato alle questioni sociali, conformandosi al principio di solidarietŕ e orientando in tal senso la propria normativa. Sull'operato comunitario vengono da ultimo avanzate riserve e sollevate censure di ritardo con il quale l'Unione č intervenuta nelle politiche sociali.
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Petrillo, Agostino. "Monaco di Baviera tra crescita ininterrotta e nuove disuguaglianze urbane." TERRITORIO, no. 61 (June 2012): 25–32. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-061004.

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Abstract:
This paper discusses and shows various aspects of the city of Munich: on the one hand a successful metropolis not only on a German scale, but also on European and global scales; on the other hand an urban reality that has experienced such increases in inequality and poverty as to arouse concern despite the goals achieved. To help understand the reasons for this unparalleled growth over the last decade, a quick historical summary is pre¬sented and then emphasis is placed on development methods for an urban region in Munich much broader than the borders of the city itself. Finally, an examination is made of the policies developed by the administration of Munich showing the positive effects and overall implications for the functioning of the city.
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Milani, Lorena. "Povertà educativa e Global Education. Riflessioni per uno scenario futuro." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 444–57. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9598.

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Abstract:
L'approccio che noi proponiamo alla questione della povertà educativa intreccia sia gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Onu, 2015) sia quella della Global Education (Council of Europe, 2019) e dei diritti dei minori dichiarati nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Onu, 1989). In questa prospettiva, indagheremo la questione della povertà educativa in termini non solo di mancanza di opportunità, di deprivazione e di qualità della vita, ma anche come deprivazione morale, di orientamenti e prospettive di vita, di qualità della proposta educativa e dei valori insiti in essa. Partendo dalla situazione attuale generata della pandemia del coronavirus, offriamo una lettura delle ricadute sulle povertà materiali e sulla povertà educativa, considerando anche le povertà altre. La prospettiva viene costruita attorno alla centralità dell'etica e all'ipotesi di un nuovo paradigma: il PEL (Prodotto Etico Lordo) cui è associata l'educazione alla sobrietà. In questa logica, la Global Education diviene approccio pedagogico per promuovere l'educazione alla cittadinanza globale per una vita degna e una dignità educativa
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Antoncecchi, Ettore, and Enrico Orsini. "Cardiologia 2020. Cosa c’è di nuovo." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 29, no. 1 (May 30, 2021): 1–13. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-1.

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Abstract:
Il panorama scientifico 2020 è stato dominato dalla pandemia CoViD, che ha quasi del tutto as-sorbito l’interesse e le energie della ricerca, in ogni branca della medicina. La cardiologia non ha fatto eccezioni. Non vi è stata piattaforma web, congres-so o meeting, rivista internazionale o nazionale, che non si sia occupata in larga misura dei rapporti fra CoViD-19 e malattie cardiovascolari. Il risultato è stata la povertà di reali novità nella produzione scientifica in ambito cardiovascolare. Anche l’atte-sissimo progetto ISCHEMIA, pubblicato nel 2020, che peraltro non ha apportato reali novità nel trat-tamento della cardiopatia ischemica cronica, non ha suscitato il dibattito scientifico che sarebbe stato ne-cessario, soffocato purtroppo dalla tragedia CoViD che il mondo ha vissuto in questo anno. Una delle poche eccezioni dell’anno 2020 è stata la inarrestabi-le conferma degli inibitori SGLT2, che hanno ormai travalicato il semplice ruolo di farmaci antidiabetici, per collocarsi a pieno titolo fra gli agenti dotati di uno spiccato ruolo protettivo verso gli outcomes cardiovascolari. Come ogni anno, abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni temi, che riteniamo particolar-mente significativi per l’interesse dei lettori.
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Dello Preite, Francesca. "Donne, famiglie e pandemia. Tra vecchie e nuove discriminazioni al femminile." Rivista Italiana di Educazione Familiare 18, no. 1 (June 19, 2021): 209–24. http://dx.doi.org/10.36253/rief-10629.

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Abstract:
2020 will be remembered as the year of the Covid-19 pandemic, caused by SARS-CoV-2: a virus that suddenly spread worldwide affecting the health and the life of millions of people of all ages and putting a strain on welfare, economic, scientific and politic structures of all the Nations that have tried to respond to the multiple needs of their populations facing many obstacles and difficulties. Starting from a reflection about the new poverty lines that coronavirus produced in family context, this paper analyses the biggest difficulties that women faced during the “confinement” at home, when the housework and the children care multiplied, both in qualitative and in quantitative viewpoint, and gender violence registered an alarming increase. What happened in these months is a evident confirmation that women are still vulnerable people, and that the way to reach a significant gender equality is still fraught with obstacles.
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Stasiński, Piotr. "Formacja do życia według rad ewangelicznych." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 89–100. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.05.

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Abstract:
L’Istruzione Indicazioni riguardanti la formazione negli istituti religiosi considera come scopo principale della formazione il ragiungimento dell’identità religiosa. Elemento essenziale della identificazione con la vocazione religiosa é intraprendere la vita secondo i consigli evangelici. L’Istruzione, sottolineando il valore di questo argomento, chiama i consigli evangelici „come l’asse principale della vita religiosa”. La necessità di mettere in pratica i consigli evangelici proviene dal fatto che accolti con la professione come nuova legge, generano anche una nuova responsabilità. É necessaria dunque la capacità di fare delle scelte contrasegnate dalla evangelica radicalità. L’Istruzione, da tutti i punti di vista, commenta gli elementi e gli aspetti della formazione alla vita nella castità, povertà e obbedienza.
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Bronzini, Giuseppe. "Tutela dei disoccupati, lotta alla povertŕ e contrasto dell'esclusione sociale nell'Europa del ‘dopo Lisbona'." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 45–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001004.

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Abstract:
Il contributo esamina i prevedibili effetti dell'approvazione del Trattato di Lisbona sulle politiche di inclusione sociale dell'Unione europea, con particolare riferimento alla tutela multilivello dei diritti fondamentali e all'implementazione della nuova Strategia 20-20.
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Bottacci, Alessandro, and Fabio Clauser. "INFC 2015. L’altra faccia della medaglia." L’Italia Forestale e Montana 77, no. 1 (March 30, 2022): 49–54. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1619.

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Abstract:
I risultati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio 2015 (INFC, 2015), presentati recentemente da CREA e Arma dei Carabinieri (De Laurentis et al., 2021), anche se con ben sei anni dai rilievi, hanno suscitato un’onda di consenso e di entusiasmo in molti ambienti sia tecnici che politici. Il 7 aprile scorso il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, probabilmente venuto a conoscenza in anteprima dei risultati positivi dell’Inventario, auspicava un incremento dei prelievi di legno nei boschi italiani, al fine di ridurre l’importazione di questa materia prima necessaria per l’industria manifatturiera nazionale. Molte altre voci si sono levate a sottolineare la nuova e inattesa ricchezza delle foreste italiane, improvvisamente liberatesi dalla morsa della povertà, che le aveva attanagliate per secoli e che aveva fatto affermare all’allora Direttore generale delle Foreste Alfonso Alessandrini che l’Italia è un Paese ricco di boschi poveri (Alessandrini, 1990). La conclusione, a cui da più parti si giunge, è che, essendo più ricchi, i nostri boschi possono essere utilizzati in misura maggiore e guai se qualcuno propone di continuare con una politica di risparmio, volta ad incrementare la provvigione unitaria e la superficie boscata nazionale.
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Bottacci, Alessandro, and Fabio Clauser. "INFC 2015. L’altra faccia della medaglia." L’Italia Forestale e Montana 77, no. 1 (March 30, 2022): 49–54. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1619.

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Abstract:
I risultati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e del Carbonio 2015 (INFC, 2015), presentati recentemente da CREA e Arma dei Carabinieri (De Laurentis et al., 2021), anche se con ben sei anni dai rilievi, hanno suscitato un’onda di consenso e di entusiasmo in molti ambienti sia tecnici che politici. Il 7 aprile scorso il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, probabilmente venuto a conoscenza in anteprima dei risultati positivi dell’Inventario, auspicava un incremento dei prelievi di legno nei boschi italiani, al fine di ridurre l’importazione di questa materia prima necessaria per l’industria manifatturiera nazionale. Molte altre voci si sono levate a sottolineare la nuova e inattesa ricchezza delle foreste italiane, improvvisamente liberatesi dalla morsa della povertà, che le aveva attanagliate per secoli e che aveva fatto affermare all’allora Direttore generale delle Foreste Alfonso Alessandrini che l’Italia è un Paese ricco di boschi poveri (Alessandrini, 1990). La conclusione, a cui da più parti si giunge, è che, essendo più ricchi, i nostri boschi possono essere utilizzati in misura maggiore e guai se qualcuno propone di continuare con una politica di risparmio, volta ad incrementare la provvigione unitaria e la superficie boscata nazionale.
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Petrella, Andrea, Luisa Capparotto, and Paola Milani. "La generazione di nuovi sostegni rivolti alla prevenzione della povertà educativa nella policy del Reddito di Cittadinanza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 244–57. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002016.

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Abstract:
L'articolo fa riferimento all'esperienza formativa rivolta ai case manager del Reddito di Cittadinanza, realizzata dall'Università di Padova, nella quale sono stati realizzati 914 project work. L'analisi di quelli focalizzati sul contrasto alla povertà educativa e sui bisogni dei bambini fa emergere il potenziale preventivo di questa misura e l'importanza di risposte comunitarie, stabili e innovative a questi bisogni.
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Albanese, Giuseppe. "Il ritardo del Mezzogiorno come povertŕ tecnologica." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (June 2011): 71–94. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-002003.

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Abstract:
Nel presente contributo adottiamo una prospettiva di "contabilitŕ della crescita" per ricercare la fonte dei divari di produttivitŕ tra le regioni italiane e discriminare tra il ruolo giocato da capitale fisico, capitale umano e TFP. Vengono quindi comparati due diversi metodi: quello tradizionale dovuto a Klenow e Rodriguez-Clare (1997), Hall e Jones (1999) e Caselli (2005) e una nuova tecnica elaborata in Caselli e Coleman (2006). Il lavoro sottolinea come solo la seconda consente di distinguere appieno il ruolo della tecnologia e del capitale umano, poiché permette di distinguere tra i fattori che determinano lo skill premium. I risultati ottenuti mostrano come le differenze nella dotazione tecnologica appaiono spiegare la gran parte dei divari esistenti. Inoltre, l'analisi enfatizza l'esistenza di barriere all'adozione di tecnologie piů efficienti nel Mezzogiorno.
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Milani, Paola. "Il sistema di welfare dell'infanzia e le famiglie prima e dopo la pandemia: appunti per un Children Act." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 56–66. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001006.

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Abstract:
L'articolo delinea una proposta di ri-generazione dell'attuale sistema di welfare dell'infanzia e delle famiglie. Esso non ha infatti, nel corso degli ultimi decenni, contribuito ad abbattere il fenomeno, che è invece crescente nel paese, delle disuguaglianze sociali. L'attuale situazione di emergenza sanitaria prelude a una crisi economica di enorme portata che contribuirà a sua volta all'aumento di esse, della povertà e delle violenze sui bambini. Allo stesso tempo, la pandemia offre anche delle lezioni, che unite alle conoscenze fornite dalla ricerca, permettono di tratteggiare le direzioni per costruire un necessario, nuovo e unitario sistema di welfare dei bambini, che l'articolo descrive brevemente.
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Crawford, Alistair. "Robert Macpherson 1814–72, the foremost photographer of Rome." Papers of the British School at Rome 67 (November 1999): 353–403. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000461x.

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Abstract:
ROBERT MACPHERSON 1814–1872, IL ‘PRIMO’ FOTOGRAFO A ROMAMentre la Roma di Pio IX decadeva verso un periodo di rivoluzioni e povertà, e gli artisti abbandonavano il neoclassicismo per dirigersi verso la nuova capitale dell'arte, Parigi, Robert Macpherson, dall'1851 in poi, riuscì a riprodurre con successo le immagini del passato di Roma e della campagna romana, utilizzando le innovazioni tecnologiche della fotografia e producendo un ultimo vivace resoconto dell'età cosiddetta del ‘Grand Tour’. Considerate le limitazioni della fotografïa nel riprodurre l'ideale piuttosto che il reale, non si trattò di una conquista da poco. Nel descrivere gli inizi della fotografia commerciale in Italia, basata nei quartieri degli artisti della Roma del diciannovesimo secolo, questo articolo traccia la biografia di Macpherson, da Edimburgo al Caffè Greco, compreso i sui numerosi contatti sociali ed occupazioni: come artista, inventore, mercante d'arte, e, per la prima volta, fornisce informazioni su chi effettivamente egli fosse. Il suo uso particolare dei soggetti e delle tecniche fotografïche, che spiega come egli fosse in grado di creare tali cupe e melanconiche immagini romantiche, viene esaminato, sia in relazione a suo iniziale successo internazionale quale fondatore del soggetto della fotografia architettonica che al suo successivo fallimento e povertà.
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Luisi, Daniela, and Caterina Rizzo. "Connessioni di comunità educanti per contrastare la povertà educativa in aree marginali: primi risultati e apprendimenti dalla valutazione del progetto Co.Di.C.E." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 155–70. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002011.

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Abstract:
Il presente contributo analizza il ruolo della valutazione come pratica riflessiva nell'attuazione di un progetto di contrasto alla povertà educativa realizzato in al-cuni quartieri svantaggiati della città di Genova. A partire dall'attività di valuta-zione di impatto del progetto Co.Di.C.E, il contributo si propone di rilevare i cambiamenti generati dall'introduzione di metodi partecipativi e figure della facilita-zione. Dal confronto riflessivo con referenti territoriali e operatori del terzo settore, insegnanti e dirigenti scolastici coinvolti nel percorso progettuale, emerge una pri-ma analisi sugli esiti di progetto e sul ruolo della valutazione come attività di ricerca applicata ai contesti scolastici. La riflessione sui cambiamenti facilita nuovi percorsi di ricerca sul ruolo della valutazione d'impatto sociale in progetti/politiche educative che vedono il coinvolgimento di reti multiattore composte da enti pubblici, privato sociale, famiglie e scuole.
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Carillo, Filomena, Elisabetta Fenizia, and Santa Parrello. "Da Maestri di Strada a CoroNauti: l'impatto della pandemia sulla comunità educante di una periferia metropolitana." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (October 2022): 80–98. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-002005.

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Abstract:
Maestri di Strada (MdS) è un'associazione non profit che lavora nella periferia est di Na-poli per contrastare dispersione scolastica ed esclusione sociale attraverso interventi socioeducativi complessi. La pandemia da COVID-19 ha investito all'improvviso tutte le attività di MdS, spingendo ad utilizzare la tecnologia come risorsa per affrontare il problema dell'isolamento. A marzo 2020 è nato il Progetto CoroNauti, con l'obiettivo di supportare anche a distanza il senso di comunità per fronteggiare in modo resiliente il trauma, limitando gli effetti del divario dovuto alle povertà educative del territorio. Si è costituita così una comunità virtuale di pratiche di tipo riflessivo, che ha sostenuto in modo nuovo i processi educativi già avviati. L'intervento si è sviluppato con tutti gli attori della comunità locale educante, giovani, scuole, famiglie e ha prodotto diversi cambiamenti.
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Ronza, Rocco W. "MOLTI CLEAVAGES, UN SOLO VOTE MOTIVE. IL CASO DEL VOTO COLOURED NEL SUDAFRICA POST-APARTHEID." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 1 (April 2003): 71–112. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026976.

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Abstract:
IntroduzioneDopo essere divenuto il simbolo dell'ondata di democratizzazione seguita alla fine della Guerra fredda, il Sudafrica è tornato alla ribalta soprattutto per i drammatici problemi che lo travagliano, legati alla crescita della povertà e della criminalità e alla diffusione dell'Aids. È significativo che la rivista Daedalus, nel dedicargli il numero invernale del 2001, abbia ritenuto di intitolarlo Why South Africa Matters. In realtà, il nuovo Sudafrica continua a costituire un laboratorio unico nel suo genere: le differenze che lo attraversano (che sembrano replicare su scala ridotta quelle esistenti a livello globale) e il carattere fondamentalmente «occidentale» delle sue istituzioni — radicato in una lunga tradizione di electoral politics e nella continuità della rule of law, a cui si deve in gran parte il carattere pacifico della transizione dall'apartheid (Nhlapo 1996; Friedman 1996) — ne fanno un punto di osservazione assai suggestivo per chi sia interessato al futuro del modello democratico nelle società contemporanee, sempre più profondamente caratterizzate dalla diversità culturale, linguistica e religiosa.
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Visocchi, M., M. Meglio, D. Cabezas Cuevas, B. Cioni, P. Carducci, G. Mastroianni, T. Tartaglione, G. Di Lella, and C. Colosimo. "Sensibilità e specificità della RM in un nuovo modello di ictus ischemico acuto sperimentale «collaterale»." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 21–23. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900102.

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Abstract:
Al fine di valutare la precocità e la sensibilità diagnostica della RM, unitamente alla eventuale ripetibilità degli eventi, abbiamo voluto sperimentare un nuovo modello di ischemia, che abbiamo definito «collaterale», poichè secondaria ad occlusione di due o più vasi pre - Willisiani. Per l'analogia con il circolo cerebrale umano sono stati studiati 12 conigli albini New Zealand (4–5 Kg) che venivano sottoposti ad anestesia generale. Per tutta la durata dell'esperimento si procedeva al monito-raggio della pressione arteriosa sistemica media, della frequenza cardiaca del pH e dell'emogas. L'ischemia veniva indotta con tecnica microchirurgica in 8 animali mediante chiusura di entrambe le carotidi comuni al collo (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 24 h) ed in altri 4 mediante chiusura dei vasi epiaor-tici a livello dell'arco aortico (durata da un minimo di 2 h ad un massimo di 4h). L'animale veniva sacrifi-cato senza previa riperfusione. Veniva quindi eseguito in tutti gli animali uno studio RM. In un caso (#12) il danno non è stato valutabile per la scarsa qualità iconografica. In otto casi sono state chiaramente iden-tificate incostanti e sfumate immagini lesionali lineari e/o puntiformi, prevalentemente monolaterali e a sede variabile. In analogia con quanto dimostrato in alcuni modelli di ischemia «terminale» studiati con RM, nel nostro gruppo di animali il danno ischemico «collaterale» è già evidente entro le prime due ore sia con chiusure di entrambe le carotidi che dell'arco aortico. La povertà dei reperti ottenuti, la aspecificità degli stessi, forse legata ad una vulnerabilità selettiva al-Pipossia di alcune strutture cerebrali mesiali e la scarsa ripetibilità degli stessi, scoraggia l'impiego del modello in oggetto per uno studio sistematico sperimentale dell'ischemia e quindi dell'efficacia di trials tera-peutici, sebbene la stessa negatività dello studio RM non possa escludere completamente un danno ischemico neuronale.
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Maria Samuelli, Anna. "Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole: povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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Abstract:
La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Andolfi, Maurizio, and Lorena Cavaleri. "Famiglie immigrate e psicoterapia transculturale." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031002.

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Abstract:
Gli Autori descrivono elementi sostanziali del processo migratorio, soffermandosi soprattutto su tagli emotivi, sradicamenti familiari subiti da tanti individui costretti a lasciare il proprio Paese d'origine per migliorare il proprio livello di vita o per sfuggire a situazioni di povertŕ o di guerra. In particolare illustrano l'impatto delle diversitŕ culturali all'interno del movimento della terapia familiare e presentano il loro lavoro clinico con le famiglie immigrate che si rivolgono presso il Servizio di Consulenza alle Famiglie straniere del Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica dell'Universitŕ La Sapienza di Roma. Attraverso alcune esemplificazioni cliniche descrivono l'importanza di restituire competenza alle famiglie immigrate utilizzando risorse culturali, valori tradizionali e la "memoria storica" delle famiglie stesse ed entrando nel loro mondo valoriale attraverso genogrammi familiari, visite domiciliari, presenza in seduta del sistema amicale ed altre modalitŕ volte a restituire centralitŕ e potere a gruppi familiari, spesso spezzati o emarginati nel nuovo contesto sociale.
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Costato, Luigi. "Lo storico problema dell’alimentazione: la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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Abstract:
L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Saj, Marek. "Prawno-teologiczne aspekty konsekracji zakonnej." Prawo Kanoniczne 49, no. 3-4 (December 20, 2006): 3–19. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.3-4.01.

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Abstract:
La professione religiosa svolge un ruolo centrale nella vita di istituti religiosi. È un elemento cosi importante di questo tipo di vita, che senza di essa non si puo nemmeno parlare di vita consacrata. La consacrazione religiosa è un fatto storico che si sviluppa fin dall’inizio della Chiesa e arriva fino ai nostri giorni. Il suo fulcro sta nell’imitazione di Gesù Cristo che è il suo fonte e modello. Per quanto ogni cristiano sia chiamato a vivere secondo i consigli evangelici, sono proprio i consacrati che attraverso la professione dei consigli evangelici - di castità, povertà e obbedienza - si consegnano totalmente a Dio. La professione religiosa dunque crea una nuova relazione tra l’uomo e Dio. Nella vita religiosa entra una persona che si impegna a vivere secondo i consigli evangelici. Questo impegno viene preso proprio nell’atto di professione, ossia di consacrazione religiosa. Tale scelta consiste in una totale offerta di sè e in un abbandono di tutto. La professione è anzittutto un atto pubblico visibile in cui il religioso fa voto di osservare i tre consigli evangelici. Attraverso tale consacrazio- ne si crea una relazione giuridica che lega l’istituto religioso e il professo. Si puo, percio, trovare nell’atto di professione religiosa elementi teologici, come l’offerta di sè a Dio, ed elementi giuridici quali gli stessi voti e l’incarnazione nell’istituto. Anche se, da un lato, questi elementi siano distinti, anzi, proprio differenti, dall’altro, essi sono intimamente connessi tra loro, fino al punto che se ne manca uno, tutta la professione rischia di essere invalida.
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Sgreccia, Elio, and Marina Casini. "Diritti umani e bioetica." Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 17–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.808.

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Abstract:
Esiste un legame tra la riflessione sulla bioetica e quella sui diritti umani? Lo scritto muove da questo interrogativo per giungere dopo un’articolata analisi alla conclusione che il limpido e chiaro riconoscimento della dignità e del conseguente diritto alla vita di ogni essere umano a partire dalla fecondazione costituisce terreno e presupposto comune delle due discipline e, allo stesso tempo, è ciò che consente loro di non navigare verso le derive individualistiche dell’utilitarismo e del relativismo etico. L’analisi del rapporto fra diritti umani e bioetica parte da un dato storico e cioè dalla svolta che il processo di Norimberga e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo hanno impresso nel cammino dell’umanità. Questa nuova tappa accompagna gli albori del “filone giuridico-normativo della bioetica” che nel corso degli anni assumerà sempre maggior consistenza, tanto da sfociare in un autonomo campo di riflessione noto sotto il nome di “biodiritto” o “biogiuridica”. A riguardo l’articolo presenta una disamina ricognitiva (non esente da osservazioni di tipo valutativo) dei principali documenti giuridici nazionali e internazionali che si occupano di “questioni di bioetica”. Dal ricco affresco di questi emerge da un lato la constatazione di un rapporto che esprime la necessità di un’integrazione fra diritti umani e bioetica, dall’altro l’urgenza di dare un solido ed autentico fondamento agli uni e all’altra. È questa una problematica di cruciale importanza, perché sia i diritti umani che la bioetica risentono di una crisi metafisica tanto più evidente e acuta quanto più ci si avvicina ai momenti di maggiore precarietà e debolezza dell’esistenza umana, nei quali la vita umana “è”, semplicemente “è”. In questo senso, l’embrione umano è l’emblema di ogni povertà ed emarginazione. La via d’uscita dalla “crisi” e dunque la ricerca del fondamento - sia per i diritti umani che per la bioetica - va trovata all luce della dignità umana, sempre presente con la stessa forza e intensità in tutti e in ciascuno, da rispettare e promuovere in primo luogo nel rispetto e nella promozione del diritto ad esistere che della dignità è la prima manifestazione, la più immediata concretizzazione.
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Rosasco, Paolo, Leopoldo Sdino, and Benedetta Sdino. "Immigration in Genoa: real estate demand survey in the historic centre [Immigrazione a Genova: un’indagine conoscitiva sulla domanda immobiliare nel centro storico]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 67–80. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212807.

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Abstract:
Migratory flows which characterized European cities over the last decade have generated profound changes in the social and economic tissue causing a housing demand with its own characteristics. In Italy, such phenomenon is particularly evident, not only in terms of property demand by foreigner residents, but also as to the turnover produced in terms of volume. Immigration in Genoa manifested itself starting from the second post-war period through a considerable flow of people coming from South of Italy regions looking for an occupation in many state industries and companies in the city or the port. The phenomenon ceased in the ‘70s with the beginning of the deindustrialization and it has been substituted by foreign immigration coming from North Africa and Central America poorest countries. New residents settle in the urban units of Molo, Maddalena and Prè (Historic Centre) abandoned by traditional inhabitants and where the lower prices level makes the buildings more accessible to this specific demand, often characterized by reduced economic capacities. I flussi migratori che caratterizzano le città europee in questi ultimi decenni hanno generato profondi cambiamenti nel tessuto sociale ed economico causando una domanda abitativa con propri caratteri. In Italia, il fenomeno è particolarmente evidente, sia in termini di domanda di immobili da parte di residenti stranieri sia in termini di volumi di affari prodotti. Per la città di Genova il fenomeno dell’immigrazione si manifesta a partire dal secondo dopoguerra con un consistente flusso di soggetti provenienti dalle regioni del sud Italia in cerca di occupazione nelle molte industrie e aziende statali presenti in città e nel porto. Il fenomeno cessa negli anni ‘70 con l’inizio della deindustrializzazione e viene sostituito dall’immigrazione estera dagli stati più poveri del nord Africa e del Centro America. I nuovi residenti si insediano nei sestrieri del Molo, della Maddalena e di Prè (Centro Storico della città) ormai abbandonati dagli abitanti tradizionali e dove il basso livello dei prezzi rende più accessibili gli immobili da parte di questa specifica domanda spesso caratterizzata da ridotte capacità economiche
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Mazza, Caterina, and Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Abstract:
Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Daalder, Hans. "SAMUEL E. FINER, L'INDIVIDUALISTA ERUDITO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 3 (December 2003): 409–26. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027404.

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Abstract:
IntroduzioneUn ritratto di Samuel E. Finer — Sammy per gli amici - deve inevitabilmente cominciare da due caratteri fuori dal comune: il suo è un caso di rara mobilità intellettuale, e di uno straordinario rapporto tra fratelli. Samuel Finer nasce nel 1915, figlio minore di una coppia di ebrei immigrati in Gran Bretagna dalla Romania nel 1900, e stabilitisi in uno dei più poveri quartieri londinesi. Il fratello, maggiore di 18 anni, sarebbe divenuto in breve un brillante junior lecturer alla London School of Economics, per poi spostarsi alla University of Chicago. Si narra che il giovane Sammy abbia presto detto: «voglio essere come mio fratello» (1980a). A circa 15 anni deve aver visto il fratello Herman affittare un cavallo e un calesse per portare al suo editore londinese un grosso manoscritto. Si trattava della prima stesura di The Theory and Practice of Modem Government. Secondo la tradizione l'editore insistette perché fosse ridotto della metà, ed esso apparve così nel 1932 in un'edizione in due volumi di più di 1.500 pagine fittamente stampate, più le appendici. Il libro fu una pietra miliare nella letteratura di comparative government, sostituendo i tradizionali confronti paese a paese con lunghe analisi istituzionali di Parlamento, Esecutivo e Civil Service, che comparavano dati inglesi, americani, francesi e tedeschi. Già nel 1934 usciva un'edizione ridotta di un solo volume, il che contribuì molto a diffondere il richiamo del libro (ma nella mia copia della nuova edizione del 1949 ci sono le 954 pagine a due colonne mancanti!). Con il successivo Constitutional Government and Democracy. Theory and Practice in Europe and America di Carl Friedrich (1937, e diverse altre edizioni con titoli leggermente differenti), l'opera di Herman Finer divenne per molto tempo il testo fondamentale di comparative government, rimpiazzando i seminali volumi di J. Bryce, A.L. Llowell et al. Esso divenne esemplare per la sua esaustività, per la forte componente storica delle analisi, e per l'erudizione generale. E tradiva anche il perenne problema di testi del genere, ovvero che la comparazione presuppone la conoscenza dei sistemi politici da comparare. Non stupisce quindi che Herman Finer abbia sentito la necessità di pubblicare un successivo libro dal titolo Governments of Greater European Powers (1956), che tornava sugli stessi quattro paesi con la vecchia formula dal confronto a due. Questo lavoro, che ebbe meno successo del primo pur se di pari erudizione, consta anch'esso di quasi 951 pagine a due colonne, con altre 94 pagine di appendici, commenti, indici, ecc.
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Del Vecchio, Annalice. "Mangiare e parlare: il cibo come simbolo in Conversazione in Sicilia." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 11. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67528.

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Abstract:
ABSTRACT: Questo articolo analizza il cibo come parte dei simboli e delle immagini presenti nel romanzo Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini. L’autore italiano utilizza il parlare di cibo, così come fa con altri temi del libro, per “dire senza dichiarare”, allorquando, metaforicamente, trasforma l’atto di mangiare, o di non poter mangiare, in critica sociale e politica, in un momento storico particolare per l’Italia, allora governata dal regime fascista. Il cibo, simbolo di abbondanza, quando non c’è diventa ancora più presente nel pensiero degli italiani poveri, come una smania, un’ossessione. Il cibo rappresenta anche un viaggio verso un tempo perduto, il tempo mitico dell’infanzia, quando i sapori, la consistenza e l’odore dei cibi fanno sì che il personaggio recuperi la memoria del passato e riacquisti in questo modo la capacità di sentire ciò che aveva perso durante un periodo di profonda apatia. Queste simbologie, da un lato politiche e sociali, dall’altro più psicologiche e soggettive, “si sovrappongono e si ripetono acquistando nuove sfumature”, come scrive Samy Ramez nell’articolo Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Parole chiave: Letteratura italiana. Neorealismo italiano. Elio Vittorini. Alimentazione. Cibo nella letteratura. RESUMO: Este artigo analisa a comida como parte dos símbolos e imagens que estruturam o romance Conversazione in Sicilia, de Elio Vittorini. Ao falar sobre comida, entre outros temas presentes no livro, o autor pode “dizer sem declarar”, criando metáforas que transformam o ato de comer (ou de não poder comer) em crítica social e política ao momento histórico que se vivia na Itália governada pelo regime fascista. O alimento, símbolo de abundância, quando ausente, torna-se ainda mais presente no pensamento dos italianos pobres, quase como uma obsessão. A comida também oferece uma viagem a um tempo perdido, o tempo mítico da infância, quando os sabores, a textura e os cheiros dos alimentos fazem o personagem recuperar a memória do passado e, assim, reconquistar a capacidade de sentir que havia perdido durante um período de profunda apatia. Essas simbologias, por um lado, políticas e sociais e, por outro, psicológicas e mais subjetivas, o tempo todo superpõem-se e se repetem “adquirindo novas nuances”, como escreve Samy Ramez no artigo Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Palavras-chave: Literatura italiana. Neorrealismo italiano. Elio Vittorini. Alimentazione. Cibo nella letteratura. ABSTRACT: This work analyses the presence of food among the symbols and images of Elio Vittorini’s novel Conversazione in Sicilia. The Italian author uses the act of talking about food, as he does with other subjects in the book, to “say without asserting”. He metaphorically transforms the act of eating (or not being able to eat) in a political and social critic to that historical moment in Italy when the country was governed by the fascists. When it lacks, food becomes even more alive in the mind of Italian poor people, like an obsession. Food also offers a trip to a lost time, the mythical time of childhood, as the flavors, the textures and the smell of food allow the character to recover the memory of his past and, doing so, regain the ability to feel. These symbols, on the one hand political and social, and on the other psychological and subjective, “overlap and repeat [throughout the book] gaining new nuances”, as writes Samy Ramez in the article Simbolo e immagine in Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.Keywords: Italian literature. Italian Neorealism. Elio Vittorini. Food. Food in literature.
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Zamagni, Stefano. "Economia ed etica nel pensiero di Giovanni Paolo II." Medicina e Morale 56, no. 5 (October 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.309.

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Abstract:
Dopo aver ribadito che l’orizzonte etico della dottrina Sociale della Chiesa è quello del bene comune e dopo aver illustrato le ragioni per le quali si può sostenere che la tematica economico-sociale è magna pars del pensiero di Giovanni Paolo II, il saggio focalizza l’attenzione su tre questioni specifiche. La prima concerne il rapporto tra lavoro e persona umana; la seconda riguarda le nuove povertà in ampia diffusione anche nelle società avanzate; la terza ha per oggetto il ruolo del principio di sussidiarietà nell’articolazione del nuovo modello di welfare. L’articolo si chiude con la considerazione che al cristiano non può bastare un discorso solo centrato sui valori della libertà e della giustizia. Ii di più che il cristiano fa propria è la prospettiva della società fraterna, una società cioè nella quale la carità non viene relegata alla sola sfera privata. ---------- Having stressed that the ethical horizon of Social Doctrine of the Church is funded in the notion of common good and having shown the reasons for which it is possible to maintain that socio-economic themes are a major component of John Paul II's thought, the paper focus its attention on three specific questions. First, the relation between labour and human person; second, the question of the new poverties gaining ground even in the most advanced countries; third, the peculiar role of the subsidiarity principle in the design of a new model of welfare. The article concludes with the consideration that to the Christian a discourse only based on values such as liberty and justice, is not enough. What is required on top of those values is the perspective of the principle of fraternity (not to be confused with brotherhood).
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Faiella, Ivan, Luciano Lavecchia, and Marco Borgarello. "Una Nuova Misura Della Povertt Energetica Delle Famiglie (A New Measure of Households' Energy Poverty)." SSRN Electronic Journal, 2017. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3073102.

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Settimo, Riccardo. "Le Statistiche Sulla Povertt E I Nuovi Obiettivi Di Poverty Eradication E Shared Prosperity Della Banca Mondiale (Poverty Data and the New World Bank Goals of Poverty Eradication and Shared Prosperity)." SSRN Electronic Journal, 2015. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2737297.

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Bernardi, Iara, and Maria José Rocha Lima. "Prima infanzia: la nuova agenda governativa." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 18, 2020, 155–72. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/prima-infanzia.

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Abstract:
La cura istituzionale per i bambini piccoli, in tutta la storia del mondo, dell’America Latina e del Brasile, ha presentato diverse concezioni sulla loro funzione. La maggior parte di queste istituzioni erano destinate a servire solo i bambini poveri. Tuttavia, è molto recente l’istituzione di una politica nazionale per la prima infanzia, come investimento pedagogico, sociale, nella salute materna e infantile, economica ed educativa, che considera i bambini come soggetti di diritti e cittadini nel processo di sviluppo. Così, questo articolo intende ricostituire la traiettoria della nuova legislazione sulla prima infanzia, che obbliga i manager e i professionisti dell’istruzione, dell’assistenza sociale, della salute, della psicologia, della psichiatria in tutto il paese ad adattare le loro attività alle norme stabilite dalla legge. Detto questo, questo studio si basava su prove scientifiche; argomenti pedagogici e giuridici diffusi in Brasile negli ultimi tre decenni, soprattutto dopo la Costituzione dei cittadini del 1988, che ha promosso l’evoluzione della legislazione della prima infanzia. In cui è stato possibile osservare che solo nel 2006, con la creazione di FUNDEB, sono stati istituiti finanziamenti per l’istruzione della prima infanzia; nel 2016, il quadro giuridico della prima infanzia è stato sanzionato. E nel 2020, per la prima volta nella storia, l’infanzia è stata menzionata e inclusa negli allegati di tredici leggi dei piani plennali delle entità federate brasiliane, che es hanno effetto dal 2021 al 2023.
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Marini, Alfonso. "Monache di area francescana: qualche riflessione non soltanto lessicale." Specula: Revista de Humanidades y Espiritualidad 5, no. 1 (January 31, 2023). http://dx.doi.org/10.46583/specula_2023.1.1084.

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Abstract:
L’articolo discute alcune concezioni storiografiche correnti sulle pauperes moniales inclusae e sull’Ordine di San Damiano, analizzando fonti agiografiche e liturgiche e considerando i dati di recenti ricerche sui monasteri femminili. Anche se l’iniziativa di una nuova aggregazione di monasteri femminili si deve al cardinale Ugolino di Ostia (poi papa Gregorio IX, 1227-1241), è difficile negare che nel corso degli anni, a partire già dalla fine del terzo decennio del Duecento, nelle opere dei frati Minori si parlasse di secondo Ordine iniziato da Francesco d’Assisi, di cui Chiara era la prima pianta. La documentazione sui monasteri mostra, poi, che non soltanto Chiara e poche altre monache si sentissero legate ai Minori, anche se la concezione pratica della povertà fosse tra loro diversa. Recenti studi, infine, hanno dimostrato che varie comunità claustrali rifiutarono il passaggio all’Ordo Sanctae Clarae nel 1263, mantenendo per tutto il Duecento e nei primi decenni del Trecento la vecchia formula vitae di Ugolino e la denominazione di Ordo Sancti Damiani. Risulta quindi corretto parlare di monache di area francescana.
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Ramalho Junior, Alvaro. "Morti infantili, morti fetali e cause necrologi condivise: implicazioni e una nuova prospettiva analitica sulla mortalità infantile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, June 7, 2022, 164–94. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/cause-necrologi-condivise.

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Abstract:
Nel biennio 2018/2019, è stato riscontrato che circa il 64% dei decessi infantili nello Stato di Espírito Santo, in Brasile, deriva da cause necrologi comuni alle morti fetali, qualificando come eventi tipici che si escludono a vicenda, in cui il verificarsi di uno dei esse esclude sintomaticamente il verificarsi dell’altro per la stessa causa necrologi, stabilendo così un rapporto inesorabile di esclusione dell’interdipendenza, associando inversamente le occorrenze tra di loro. Sollevare la domanda sulle implicazioni di tale rapporto nella prospettiva analitica del fenomeno della mortalità infantile, questione che è diventata il filo conduttore nello svolgimento di questo lavoro. Da cui ha formulato l’obiettivo di analizzare questo rapporto al fine di svelare la complessità del fenomeno della mortalità infantile, portando alla luce nuovi elementi fino ad allora sconosciuti. In questo senso, come base metodologica per l’analisi empirica, incentrata sullo Stato dell’Espírito Santo, ha formulato un modello teorico/concettuale che consente l’analisi simultanea dei due eventi, considerandoli concettualmente differenziati, tuttavia correlati, dimostrando empiricamente l’esistenza di una dinamica ciclica intrinseca al fenomeno, sostenuta da forze endogene originate dalla relazione di interdipendenza escludente, risultanti dalla condivisione di cause necrologi tra morte neonatale e fetale. Pertanto, in risposta alla domanda guida, si è concluso che fosse urgente ripensare l’analisi della mortalità infantile, rompendo la tradizione ristretta alla sola morte dei bambini di età compresa tra 0 e 1 anno, a rischio di errori grossolani nella interpretazione della realtà. Secondo l’obiettivo delineato, ha analizzato l’interazione tra questa dinamica endogena e le forze esogene provenienti da fattori strutturali restrittivi (povertà, servizi igienico-sanitari, ecc.), rivelando nuovi elementi inerenti alla complessità del fenomeno, come, ad esempio, sull’azione ibrida di fattori esogeni ed endogeni nel determinare i tassi di mortalità infantile, tra gli altri. Infine, legando insieme i vari punti discussi, questo lavoro dimostra la validità della tesi che individua nell’interazione tra morti fetali e morti infantili per cause comuni necrologi, l’origine di forze endogene autonome, a supporto di una dinamica ciclica endogena, attraverso la quale si irradia i suoi effetti nocivi in ​​tutto l’universo della mortalità infantile, alterando sistematicamente gli scenari della realtà.
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Vanni, Andrea. "DIE „ZWEITE“ GRÜNDUNG DES THEATINERORDENS." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 93, no. 1 (January 2014). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab.2014.93.1.226.

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Abstract:
RIASSUNTOIl presente saggio intende ricostruire la storia dell’ordine dei chierici regolari teatini nel XVI secolo, focalizzandosi sul passaggio dalla prima alla seconda generazione di confratelli. Istituiti nel 1524 per coadiuvare le attività di riforma di Gian Pietro Carafa (papa Paolo IV), il principale fondatore, dopo la sua morte avvenuta nel 1559 i teatini hanno dovuto mettere in discussione le proprie origini e trovare una nuova collocazione all’interno dell’edificio ecclesiastico modellato dai decreti del concilio tridentino. Nel porre in evidenza la strategia attuata, nonostante una sterile opposizione, da un gruppo di chierici della casa napoletana di San Paolo Maggiore, il saggio illustra il cambiamento dell’identità storica dell’ordine, che nel giro di pochi anni abbandonò l’iniziale vocazione inquisitoriale per dedicarsi alle attività pastorali, alla cura delle anime, all’assistenza di poveri, malati e infermi, risultato di una accesa dimensione caritativa che traeva le sue origini nel mai del tutto sopito insegnamento del cofondatore Gaetano Thiene.
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Neto, Dalk Dias Salomão, Nicole Moreira Faria Sousa, Carla Viana Dendasck, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Simile lavorare come schiavo nell’industria tessile brasiliana." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, May 24, 2021, 28–46. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/scienze-sociali/textil-brasiliano.

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Abstract:
L’istituto della schiavitù è presente nell’umanità fin dall’inizio dell’esistenza dell’essere umano. La schiavitù in Brasile ha sostenuto l’economia per secoli. Milioni di africani sono stati prelevati dalla loro patria e collocati in condizioni degradanti di vita e di lavoro. Il processo di abolizione della schiavitù fu lungo e graduale. Ci sono stati secoli di molta lotta e sofferenza per il mondo per iniziare a rendersi conto del male che la schiavitù rappresenta. Anche dopo l’abolizione della schiavitù era comune vedere il lavoratore intrappolato sul campo dai debiti, o da leggi che autorizzavano i datori di lavoro in relazione al dipendente. L’obiettivo di questa ricerca era quello di analizzare le condizioni di lavoro analoghe a quanto schiavizzate nell’industria tessile brasiliana. È stato realizzato con revisione bibliografica e analisi qualitativa. A causa dei suoi nuovi vestiti il lavoro schiavo contemporaneo divenne invisibile per qualche tempo. I fattori che rendono possibile commettere questo crimine, anche se oggi è fondamentalmente legato a un treppiede: impunità, povertà e profitto. La situazione di miseria della popolazione più bisognosa li costringe a subire tipi di lavoro in condizioni subumane. Questi lavoratori tessili sono principalmente immigrati provenienti da paesi vicini e sottosviluppati dall’America Latina. Il Brasile è stato uno dei primi paesi al mondo a riconoscere questo tipo di lavoro, e che insieme all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT) e alle entità non governative ostriche cercano di combattere tale pratica criminale sul loro territorio.
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Granata, Raffaele. "La Riforma protestante tra istanze di rinnovamento e movimenti ereticali." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, February 11, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17312.

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Abstract:
SOMMARIO: 1. Premessa - 2. Reformatio in capite et membris - 3. La riforma gregoriana - 4. Rinnovamento monastico e nuove forme di religiosità - 5. Erasmo da Rotterdam e l’Umanesimo cristiano - 6. Ecclesia semper reformanda - 7. Gli antecedenti della Riforma - 8. I poveri di Lione - 9. Il movimento dei Lollardi - 10. La rivoluzione boema - 11. Le guerre hussite. The Protestant Reformation between requests for renewal and heretical movements ABSTRACT: The Protestant Reformation represents an epochal event as it is widely considered the true moment of transition from the Middle Ages to the modern age. Without wishing in the least to diminish the innovative significance of the aforementioned phenomenon, it is however necessary to point out how the Catholic Church, during the course of its history, has been crossed by a yearning for regeneration that has involved both the constitutional and the devotional aspects of its being. To this end, it is enough to recall the reforming work of Gregory VII, the Cluniac monastic rigor, the contribution of some regular Orders (mendicants), as well as the spread of new forms of religiosity, from the modern Devotio to the Christian humanism of Desiderio Erasmus of Rotterdam. Similarly, the originality of the Reformation did not prevent modern Protestant historiography from considering it the natural result of an evangelical pluralism already present in the twelfth century. The direct reference is to the doctrines of Pietro Valdo, John Wycliff and Jan Hus, and in particular to their ecclesiology which in various ways will be proposed by Martin Luther, with his own peculiarity, and without ever reducing himself to it.
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Jung, Jaewoo, and Maria Luisa Di Pietro. "La clonazione umana nella legislazione della Corea del Sud." Medicina e Morale 58, no. 5 (October 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.233.

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Abstract:
All’indomani della pubblicazione su Nature della nascita della pecora Dolly, ottenuta mediante trasferimento del nucleo di una cellula somatica (Somatic Cell Nuclear Transfer, SCNT), si è sviluppato nella Corea del Sud un ampio dibattito sulla clonazione e sulla possibilità di utilizzare tale procedura per la produzione di embrioni umani e di cellule staminali (human Embryo Stem Cells, hESCs). I numerosi esperimenti già in corso preoccupavano molto la società coreana, combattuta tra le possibilità offerte dalle nuove tecnologie ad un Paese povero di risorse naturali e la necessità di stabilire un limite non superabile. Negli anni 2004 e 2005 viene pubblicata su Science la notizia della produzione di hESC con la clonazione di embrioni umani da parte di Hwang; nel 2006 scoppia uno scandalo internazionale a seguito della scoperta di frode scientifica da parte dello stesso ricercatore, che sconvolge la società coreana al punto da sollecitarla a legiferare in materia. Nonostante il divieto della clonazione umana a scopi riproduttivi, vengono però consentite sia la tecnica SCNT sia la produzione di hESC, nonché la possibilità di donazione delle cellule uovo a fini sperimentali. È evidente che il problema di fondo è, innanzitutto, etico e riguarda il rispetto della vita dell’embrione umano e della dignità della donna utilizzati come uno strumento per raggiungere fini ad essi estranei. ---------- The day after the publication on Nature of the birth of Dolly the sheep, realized by the somatic cell nuclear transfer (SCNT), a large debate around cloning and the possibility to use such procedure for the production of human embryos and human embryo stem cells (hESCs) has been developed. The large number of present experiments greatly worried the Korean society, divided among the possibilities offered by the new technologies to a Country without natural resources and the necessity to establish a limit that can not be overcome. In 2004 and 2005 the news of the production of hESC by cloning human embryos from Hwang is published on Science; in 2006 an international scandal following the discovery of scientific fraud from the same researcher arouse, that shocks the Korean society to the point that it has been urged to legislate. Despite the human cloning for reproductive purposes prohibition, both SCTN and the production of hESC, as well as the possibility of oocytes donation for experimental purposes is allowed. It is evident that the basic problem is, first of all, ethical and it deals with the respect of life of human embryo and women’s dignity used as a tool to get purposes that are unconnected with them.
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