Academic literature on the topic 'Nuove povertà'

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Journal articles on the topic "Nuove povertà"

1

Striano, Maura, and Gaia Anita Mannini. "Iconografia della fragilità e nuove povertà immateriali." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 185–203. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002013.

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Abstract:
Nel testo sarà presentato un progetto di intervento, vincitore di un bando com-petitivo, che a nostro parere rappresenta una buona pratica di intercettazione dei bisogni e di risposta articolata e partecipata alle fragilità di bambini ed adulti in una pluralità di contesti rappresentativi della realtà italiana. Le azioni realizzate nell'ambito del progetto sono state sottoposte ad un costante monitoraggio che ci ha consentito di mettere a fuoco le diverse forme in cui la fragilità si manifesta e la sua corrispondenza a condizioni di povertà - materiali ed immateriali - partico-larmente accentuate dall'emergenza pandemica, che richiedono di essere intercet-tate in via preventiva affinché si possano dare risposte efficaci in termini occupa-zionali ed educativi.
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2

Giampino, Annalisa, Chiara Giubilaro, and Marco Picone. "Esplorare la povertà urbana in una prospettiva mediterranea: il caso del quartiere CEP a Palermo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 38–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128004.

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Abstract:
Il contributo affronta il tema delle molteplici dimensioni della povertà urbana attraverso analisi miste effettuate nel quartiere CEP di Palermo. Evitando di incorrere nella dicotomia tra Nord e Sud Globale, l'articolo adotta una prospettiva mediterranea e tenta di descrivere il quartiere dal basso, a partire dalle voci dei suoi più giovani abitanti. Alla luce dei più recenti eventi pandemici, la questione della povertà urbana assume una dimensione meritevole di nuove esplorazioni.
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3

Ferrigni, Nicola, and Marica Spalletta. "I confini materiali e immateriali delle nuove povertà nel territorio di Roma Capitale e gli effetti sui minori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 258–76. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002017.

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Abstract:
L'articolo analizza l'impatto multidimensionale della pandemia sul territorio di Roma Capitale, focalizzando in particolare l'attenzione su quei "nuovi poveri", in cima alla cui lista svettano le famiglie con minori. I risultati confermano la crescente esposizione al rischio povertà di questi nuclei familiari, riconoscendo ai minori lo status di "poveri tra i poveri la cui preesistente condizione di fragilità risulta ulteriormente compromessa da una deprivazione tanto economica, quanto immateriale, che investe contemporaneamente la sfera educativa, culturale e relazionale.
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4

Gozzelino, Giulia, and Federica Matera. "Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Abstract:
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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6

Pozzetti, Roberto. "La psicoanalisi e la clinica di frontiera: nuovi sintomi e nuove povertŕ." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 20 (December 2010): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020002.

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Abstract:
La psicoanalisi applicata si rivolge oggi a diverse situazioni che esulano dallo studio privato; fra queste vi č quella degli esseri umani in condizioni di disinserimento. Si tratta di soggetti che presentano delle difficoltŕ nei legami sociali accentuate dalle condizioni socio-economiche di precarietŕ tanto diffuse in questo momento. Alcuni contesti clinici relativi ai nuovi sintomi e alle nuove povertŕ costituiscono delle figure emblematiche di tale realtŕ.
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7

Chiodelli, Francesco. "Le politiche pro-people contro la concentrazione della povertŕ urbana: il caso dei mobility programs statunitensi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 87–110. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099006.

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Abstract:
Oggetto del paper sono le politichecontro la concentrazione della povertŕ urbana, ossia quelleatte a deconcentrare la povertŕ favorendo nuove scelte localizzative dei poveri tramite l'erogazione di. Dopo una sintetica analisi delle caratteristiche dei, l'autore esamina principalmente il caso di, ricavandone un quadro generale che mette in luce potenzialitŕ e criticitŕ di questa famiglia di politiche.
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Augenti, Antonio. "Il principio di solidarietŕ e le politiche sociali europee." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001002.

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Abstract:
Il contributo affronta in via preliminare il significato e il valore della solidarietŕ nel suo evolversi nel tempo, per capire come essa si incarna nelle coscienze individuali e nelle responsabilitŕ collettive. La solidarietŕ non ha modo d'essere senza la sussidiarietŕ: č la linea ideologica che orienta le moderne politiche di welfare. Queste politiche sono attente ad un nuovo concetto di povertŕ non legato a bisogni di sopravvivenza, ma a nuovi indicatori sociali. Tutelare i diritti sociali della persona significa prendere atto che occorre investire nella conoscenza, oggi strumento principe dell'emancipazione della persona. L'ultima parte del lavoro č dedicata all'analisi di come l'Unione europea ha guardato alle questioni sociali, conformandosi al principio di solidarietŕ e orientando in tal senso la propria normativa. Sull'operato comunitario vengono da ultimo avanzate riserve e sollevate censure di ritardo con il quale l'Unione č intervenuta nelle politiche sociali.
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Petrillo, Agostino. "Monaco di Baviera tra crescita ininterrotta e nuove disuguaglianze urbane." TERRITORIO, no. 61 (June 2012): 25–32. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-061004.

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Abstract:
This paper discusses and shows various aspects of the city of Munich: on the one hand a successful metropolis not only on a German scale, but also on European and global scales; on the other hand an urban reality that has experienced such increases in inequality and poverty as to arouse concern despite the goals achieved. To help understand the reasons for this unparalleled growth over the last decade, a quick historical summary is pre¬sented and then emphasis is placed on development methods for an urban region in Munich much broader than the borders of the city itself. Finally, an examination is made of the policies developed by the administration of Munich showing the positive effects and overall implications for the functioning of the city.
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10

Milani, Lorena. "Povertà educativa e Global Education. Riflessioni per uno scenario futuro." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 444–57. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9598.

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Abstract:
L'approccio che noi proponiamo alla questione della povertà educativa intreccia sia gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Onu, 2015) sia quella della Global Education (Council of Europe, 2019) e dei diritti dei minori dichiarati nella Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Onu, 1989). In questa prospettiva, indagheremo la questione della povertà educativa in termini non solo di mancanza di opportunità, di deprivazione e di qualità della vita, ma anche come deprivazione morale, di orientamenti e prospettive di vita, di qualità della proposta educativa e dei valori insiti in essa. Partendo dalla situazione attuale generata della pandemia del coronavirus, offriamo una lettura delle ricadute sulle povertà materiali e sulla povertà educativa, considerando anche le povertà altre. La prospettiva viene costruita attorno alla centralità dell'etica e all'ipotesi di un nuovo paradigma: il PEL (Prodotto Etico Lordo) cui è associata l'educazione alla sobrietà. In questa logica, la Global Education diviene approccio pedagogico per promuovere l'educazione alla cittadinanza globale per una vita degna e una dignità educativa
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Dissertations / Theses on the topic "Nuove povertà"

1

POZZO, MATILDE MAIA. "Nella zona grigia delle nuove povertà. Una ricerca pedagogica sulle storie di formazione nei processi di impoverimento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262889.

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Abstract:
Gli ambivalenti esiti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali della contemporaneità hanno dato vita a un’area in cui si incrociano i lembi di differenti forme di fragilità, economica, sociale, relazionale, e di sofferenza urbana (Saraceno, 2010): una zona grigia di disagio diffuso (Iori e Rampazi, 2008; Tramma, 2015) che non supera quelle soglie di malessere conclamato che la collocherebbero nell’area della grave emarginazione, oggetto di attenzione dei servizi e delle politiche educative. I processi che hanno contribuito al diffondersi di vulnerabilità sociale (Ranci, 2002) hanno modificato anche alcuni tratti della condizione di povertà contemporanea: di questi elementi di novità mira a rendere conto il concetto di nuove povertà, una fascia dai confini incerti, di povertà grigie (Dovis e Saraceno, 2011), esito dell’ampliamento del rischio di impoverimento a fasce di popolazione prima considerate protette: un rischio connesso a eventi sempre meno eccezionali e sempre più legati ai “normali” corsi di vita. La ricerca pedagogica intorno alle implicazioni educative dei processi di impoverimento si è focalizzata, attraverso metodi biografici (Merril & West, 2012), sulle storie di vita e di formazione di quindici uomini e donne coinvolti da recenti processi di impoverimento. La cornice teorica della pedagogia sociale (Tramma, 2010) ha indirizzato l’esplorazione di queste traiettorie biografiche intorno alle dimensioni educative, formali e informali, che contribuiscono a definire lo scivolamento in situazioni di fragilità e/o a prevenirlo e attutirlo; l’analisi pedagogica si è concentrata sulle dimensioni di vulnerabilità intorno a cui si articolano le criticità dei percorsi di vita e sulle modalità, i significati, le rappresentazioni tramite cui i soggetti attraversano e rielaborano la propria storia e la propria condizione, facendo emergere il ruolo di un clima educativo diffuso che, contribuendo a letture sempre più individualizzate e iper-responsabilizzanti della propria vita e della condizione di impoverimento, ostacola la comprensione critica dei propri percorsi di vita e delle dinamiche del presente, fattore indispensabile perché si aprano per i soggetti possibilità di cambiamento e di azione verso il miglioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive. La tensione trasformativa (Baldacci, 2001) della ricerca pedagogica qui presentata concerne la possibilità di contribuire alla riflessione pedagogica sulle nuove povertà, in vista di individuare orientamenti teorici e metodologici per un’intenzionalità educativa capace di promuovere percorsi di uscita dalla povertà e di intervenire in termini preventivi nelle situazioni a rischio di scivolamento.
Economic, social and cultural transformations of these times have produced ambivalent results while giving rise to a newfound and widespread form of distress where economic, social and relational fragility and urban suffering intertwine (Saraceno, 2010): this grey area of distress (Iori and Rampazi, 2008; Tramma, 2015) does not exceed standard thresholds of overt malaise that would place it within the traditional boundaries regarding severe marginality and exclusion – areas often touched upon by educational services and policies. The elements that contributed to the spread of social vulnerability (Ranci, 2002) – including the precariousness of living and working conditions, the weakening of the systems in place offering social protection and the erosion of the social fabric – have played a role in altering some traits of contemporary poverty: the concept of new poverty aims to account for new elements of a population dealing with uncertain borders, grey poverty (Dovis and Saraceno, 2011), meaning that those who were not previously considered at risk of poverty are now implicated: a risk related to events increasingly frequent and increasingly linked to those paths of life seen as “normal”. The pedagogical research on the educational implications of impoverishment processes focuses, through biographical methods (Merril & West, 2012), on the life stories and educational biographies of fifteen men and women who have recently become impoverished. The theoretical framework concerning social pedagogy (Tramma, 2010) has directed the exploration of these biographical trajectories in and around both formal and informal educational dimensions: these contribute to falling into fragile situations, but also preventing and/or reducing their eventual impact. The pedagogical analysis focuses on the vulnerability areas around which life’s critical aspects are concentrated, and on the representations and meanings through which impoverished people live and rework their own story and condition, highlighting the key role of a contemporary educational climate. Such an educational climate promotes increasingly individualised and notably hyper-responsible representations of one’s own life and impoverishment, while at the same time hindering the critical understanding of one’s life path, losing focus on the dynamics of the present – something indispensable to promote with the subjects changes for the improvement of individual and collective living conditions. The transformative tension (Baldacci, 2001) as part of this pedagogical research aims to contribute to the pedagogical reflection on new poverty in order to identify theoretical and methodological orientations for educational actions able to promote fresh paths for subjects, both in terms of preventive interventions with people at risk of poverty, and in terms of paths out of poverty.
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De, Blasis Fabio <1986&gt. "'Nuova Agricoltura' e Povertà Rurale in Tanzania. Contract Farming e Lavoro Salariato nell'Industria Ortofrutticola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8483/1/Fabio%20De%20Blasis%20-%20Tesi%20dottorato.pdf.

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Abstract:
Questo studio ha analizzato gli effetti della globalizzazione agroalimentare sulla povertà rurale in Tanzania, inquadrando il fenomeno nei più ampi processi di cambiamento politico, sociale ed economico in corso nel Paese e nel continente africano. Dopo un lungo periodo di disinteresse tanto del settore pubblico quanto di quello privato, negli ultimi anni è infatti emersa una nuova attenzione da parte dei governi nazionali, dei donatori e degli investitori esteri verso l’agricoltura e la terra africana. Come suggerito dalla Banca Mondiale con la pubblicazione del World Development Report 2008, il governo tanzaniano ha intrapreso una strategia di sviluppo che pone grande enfasi sull’attrazione di investimenti esteri nel settore agricolo, sulla creazione di ‘cluster agroindustriali’ e sulla diffusione di nuove colture ‘high value’ e ‘labor intensive’ per l’esportazione nel mercato internazionale. I donatori e il governo tanzaniano ritengono infatti di facilitare la riduzione della povertà sia attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro nelle imprese agricole, sia tramite l’inclusione degli agricoltori locali nelle nuove filiere regionali e globali. La ricerca ha preso come caso di studio il recente sviluppo dell’industria ortofrutticola orientata all’esportazione – definita dalla stessa Banca Mondiale come ‘la nuova agricoltura africana’ - nelle zone montane delle regioni di Kilimanjaro, Arusha e Tanga, focalizzandosi in particolare sulle condizioni degli agricoltori coinvolti nella produzione di ‘nuove colture’ per il mercato globale attraverso i programmi di contract farming (CF) e sulle condizioni dei lavoratori salariati impiegati dalle imprese agricole e dagli stessi produttori tanzaniani. Lo studio contribuisce al dibattito internazionale sulle trasformazioni agrarie, sul ruolo dell’agricoltura, dello Stato, del mercato e della cooperazione internazionale nel processo di sviluppo in Tanzania e in Africa sub-sahariana.
This Thesis deals with the impacts of globalization on rural poverty in Tanzania. It does so by looking at the wider process of political and socioeconomic change in the country as well in other sub-Saharan countries in the last decades. Since the beginning of the new century, there has been a growing interest by national governments, private investors and international donors in the African agriculture. As suggested by the World Bank in the World Development Report 2008, the Tanzanian government is implementing a development strategy aimed at attracting foreign investments in agriculture, at crating agro-industrial corridor and clusters and at promoting the production and export of high-value and labour-intensive products. Through this strategy, international donors and the Tanzanian government believe to foster the reduction of poverty by either the creation of wage labour and the inclusion of smallholder farmers in the emerging ‘global value chains’. This study has taken the development of the horticultural industry in the northern regions of Tanga, Kilimanjaro and Arusha as case study. Within the actors involved in industry, this research has focused on the one hand on the impacts of contract farming, and on the other on the impacts of wage labor on poverty and inequality. The study contributes to the international debate on agrarian change and transformations and on the role of the State, market, agriculture and donors in the development process in Tanzania as well in other Sub-Saharan countries.
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Sorgato, Claudia <1991&gt. "LA LOTTA ALLA POVERTà IN ITALIA, "Dal rischio di un nuovo assistenzialismo a forme di welfare generativo"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10872.

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Abstract:
Nella tesi viene analizzato il tema della lotta alla povertà in Italia, ponendo particolare attenzione sulla rischiosa prospettiva di un nuovo assistenzialismo che si sta sviluppando negli ultimi anni, per favorire invece un welfare generativo. Nella prima parte viene descritto il welfare state, la sua nascita, le tipologie e la crisi, che hanno condotto prima ad un welfare mix e poi ad un secondo welfare. Inoltre vengono illustrate le caratteristiche del welfare state italiano e le leggi che hanno contributo alla sua creazione. Segue poi la povertà economica ed educativa in Italia. Viene quindi definita la povertà, il povero nei sistemi di welfare, le cause che possono portare alla povertà ed analizzati i motivi per cui essa viene studiata. Si passa poi alla povertà educativa e alcune forme di contrasto. Nel terzo capitolo si analizza il passaggio dal welfare assistenziale al welfare generativo in relazione alla lotta alla povertà in Italia. Si includono anche le problematiche attuali del welfare, definendo il welfare assistenziale e quello generativo; quest’ultimo con i suoi principi cardine e le diramazioni nelle Regioni e nei Comuni. Infine nell’ultimo capitolo vengono illustrate alcune forme di welfare generativo a livello nazionale, a livello regionale nel Veneto e in alcuni Comuni della provincia di Padova e Venezia. Utili per la stesura sono stati i rapporti sulla lotta alla povertà redatti dalla Fondazione Zancan ed alcune interviste ai Servizi Sociali comunali.
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Verde, Serena <1991&gt. "UN RUOLO IN EVOLUZIONE. L’assistente sociale alla luce della nuova normativa in materia di contrasto alla povertà." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14942.

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Abstract:
L’ elaborato va ad approfondire l’evoluzione della figura e dell’azione del professionista Assistente Sociale alla luce della nuova normativa in materia di contrasto alla povertà. Attraverso il Programma Operativo Nazionale Inclusione, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo 2014-2020 si sta intervenendo sul panorama attuale con l'attuazione di interventi di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. Tali interventi sono progettati per l’implementazione di politiche di inclusione attiva, sociale, lavorativa e per l'innovazione sociale, attraverso la strutturazione ed il potenziamento della rete dei servizi per la presa in carico di famiglie e persone fragili. Nell’implementazione del D.Lgs 15 Settembre 2017 n.147 gli ambiti territoriali si sono trovati di fronte alla necessità di costituire una nuova rete di collaboratori, chiamati a partecipare in modo coordinato al sostegno dei beneficiari “REI”e contestualmente si è resa necessaria la costruzione di nuovi strumenti operativi e di nuovi protocolli. L’elaborato di tesi ha il fine di andare ad approfondire le ricadute di una tale trasformazione sull’identità professionale dell’Assistente Sociale, quale figura protagonista della definizione delle progettualità personalizzate dei beneficiari REI. L’analisi si è concentrata sul territorio corrispondente a quello dell’Aulss 4 “Veneto Orientale”, per la quale il Comune di Portogruaro è stato designato capofila. Lo studio si compone di una prima parte di analisi e sintesi della normativa di riferimento, e di una seconda parte di analisi qualitativa dello “stato dell’arte” attraverso questionari ed interviste a diversi attori coinvolti nell’implementazione delle politiche.
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AMBROSI, AGNESE. "Le politiche pubbliche di lotta alla povertà: processi attuativi ed impatti dei nuovi schemi di reddito minimo in Emilia-Romagna. Sostegno per l’inclusione attiva (SIA), Reddito di inclusione (REI) e Reddito di solidarietà (RES)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1231443.

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Abstract:
La tesi analizza i processi di implementazione e gli impatti delle nuove politiche di contrasto alla povertà in Emilia Romagna (Sostegno per l'inclusione attiva - Sia; Reddito di inclusione - Rei; Reddito di solidarietà - Res). La ricerca è condotta tramite analisi documentale; analisi dei dati; osservazione sul campo e lavoro sociale; interviste non strutturate; sessanta studi di caso seguiti ognuno per un periodo non inferiore a sei mesi; un questionario di 70 domande inviato a 204 assistenti sociali sul territorio regionale; un questionario di 41 domande inviato a tutti gli ambiti distrettuali sociali dell'Emilia Romagna. A livello teorico fa riferimento agli studi sull'implementazione delle politiche pubbliche e sulla street level bureaucracy.
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Books on the topic "Nuove povertà"

1

Graziani, Alessandra. Disagio abitativo e nuove povertà. Firenze: Alinea, 2005.

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2

Bauman, Zygmunt. Lavoro, consumismo e nuove povertà. 2nd ed. Troina: Città aperta, 2007.

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3

Geopolitica e nuove povertà: Fermare il declino italiano. Barletta: Rotas, 2008.

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4

Monno, Michele. Geopolitica e nuove povertà: Fermare il declino italiano. Barletta: Rotas, 2008.

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5

Cervia, Silvia. Nuove povertà: Vulnerabilità sociale e disuguaglianze di genere e generazioni. Pisa: Pisa University Press, 2014.

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6

Il paradosso francescano tra povertà e società di mercato: Dai monti di pietà alle nuove frontiere etico-sociali del credito. Cantalupa, Torino: Effatà, 2011.

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7

Benetti, Cecilia. Le nuove povertà: un problema complesso di sanità pubblica. Preparazione di un'agenda di intervento: Convegno nazionale : Istituto Superiore di Sanità : Roma, 9-10 dicembre 1998. Roma: Istituto Nazionale di Sanità, 1999.

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8

G, Assante, ed. Nuove povertà e controllo sociale. Roma: Sapere 2000, 1990.

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9

Conferenza italiana dei superiori maggiori. Assemblea generale. Vita religiosa e nuova povertà. Roma: Rogate, 1990.

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10

Angelis, Roberto De. Gli erranti: Nuove povertà e immigrazione nella metropoli. Roma: Kappa, 1991.

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Book chapters on the topic "Nuove povertà"

1

Stabel, Peter. "Unlikely followers of fashion? Dressing the poor in late medieval Bruges." In La moda come motore economico: innovazione di processo e prodotto, nuove strategie commerciali, comportamento dei consumatori / Fashion as an economic engine: process and product innovation, commercial strategies, consumer behavior, 293–318. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-565-3.17.

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Abstract:
Surprisingly little is known about the way the poor strata of urban society in the late medieval period used dress to express social identities. Systematic empirical data have not been available, and sources tend to illustrate the opinion of the elites about poverty. Through the analysis of cloth distribution by charitable institutions and, above all, of a unique set of inventories for fifteenth-century Bruges, it becomes clear that dress was not only an important element in the material culture and the construction of social identity of the poor, but that instead of being a passive player depending on charity and alternative commercial circuits, the poor used dress to conform to fashion cycles set by the wealthier groups in urban society. In late medieval Bruges, they were wearing the same typology of dress, the same colours and the same fabrics, displaying in this way a willingness to participate and invest in fashion cycles. In assessing both urban economies and social dialogue, scholars should therefore not focus on elite demand alone.
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Conference papers on the topic "Nuove povertà"

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Sportello, Valentina. "Cronaca di un abbandono: fenomeni di migrazione all'interno della Ciudad Vieja di Montevideo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8015.

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Abstract:
La Ciudad Vieja, ha rappresentato per secoli il centro funzionale, abitativo e commerciale della città di Montevideo, eppure nel corso dell’ultimo secolo ha subito molte trasformazioni che ne hanno mutato sia il volto urbano che la composizione sociale. Risulta infatti essere il barrio Montevideano con il maggior calo di abitanti (circa il 20%) e la causa principale di tale fenomeno è imputabile alla localizzazione del porto commerciale nella baia e al conseguente svilupparsi in loco dei servizi legati all’attività di quest'ultimo, che hanno trasformato l'antico centro storico in un “barrio portuale”. Lentamente la Ciudad Vieja si svuota e si classifica come luogo pericoloso e degradato agli occhi dei suoi abitanti, che se ne allontanano attratti da abitazioni più comode e tranquille sul bordo dell'oceano. A questo flusso di popolazione in fuga, se ne affianca uno contrario, invisibile, composto dal ceto più povero, il quale in cerca di un rifugio, è attratto dallo stock abitativo disponibile e abbandonato che occupa illegalmente e dalle possibilità di lavoro offerte dal vicino porto. Il volto della Ciudad Vieja cambia ancora, e il degrado urbano delle vie, corrisponde al peggioramento delle condizioni di vita dei suoi nuovi abitanti, i quali vivono in totale assenza di regole igieniche, in condizioni di sovraffollamento, privi di acqua e luce. Nonostante negli ultimi anni le amministrazioni si siano occupate del degrado urbano e sociale presente nella zona, le proposte di rilancio pensate, limitate al recupero di alcune facciate o alla pedonalizzazione di alcune vie, son fallite miseramente e il fenomeno non è stato arginato, mentre l'auspicata partecipazione di investitori privati non ha mai avuto seguito. For centuries the Ciudad Vieja was the functional, residential and commercial centre of the city of Montevideo, however over the past century it has undergone many transformations, which have changed its urban essence and its social composition. It has been shown to be the barrio in Montevideo with the highest population decline (about 20 %). Such phenomenon may be attributed to the position of the commercial port in the bay and to the consequent development of activities linked to the port, which have transformed the old town centre into a "port barrio". The Ciudad Vieja slowly emptied and it was seen as dangerous and degraded by its inhabitants, who went away from it attracted by more comfortable and quiet homes by the ocean. Another flow contrasted that of the fleeding population: it was made up of the lower class in search for refuge, attracted by the vacant and abandoned homes, which it occupied illegally, and by work opportunities offered by the nearby port. The essence of the Ciudad Vieja changed once again and the urban decay of the streets was equivalent to the worstening of the living conditions of its new inhabitants, who live without sanitation rules, in overcrowded conditions and without running water and electricity. Although in recent years administrations have dealt with the area's urban and social decay, the proposed solutions, limited to the reclamation of a few facades and to the pedestrianisation of some streets, have failed miserably and the phenomenon hasn't been contained, while private investors have never participated.
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