Academic literature on the topic 'Nuove minoranze'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Nuove minoranze.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Nuove minoranze"

1

Vicenza, Giordano. "Multiculturalismo Specifico in Svizzera." INFLUENCE : International Journal of Science Review 1, no. 2 (August 25, 2019): 1–9. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v1i2.87.

Full text
Abstract:
Ci sono numerose aree, culture e lingue in Svizzera. In Svizzera, le minoranze sono per lo più minoranze etno-linguistiche la cui lingua comune è unificata. Lo Stato elvetico è stato quindi considerato uno Stato multilingue sin dalla costituzione della Confederazione nel 1848. La Confederazione ei Cantoni devono preservare le minoranze linguistiche. I fondamenti della struttura sociale svizzera sono due principi: libertà linguistica (Sprachenfreiheit) e territorialità con multiculturalismo storico e quattro lingue nazionali (Territorialitätsprinzip). Non esiste una religione di stato ufficiale in Svizzera. La religione predominante è il cristianesimo, l'islam è la più grande minoranza religiosa. Le maggiori confessioni cristiane sono quella cattolica (37,7%) e la CRS (25,5 per cento). La Svizzera ha iniziato l'afflusso di nuove minoranze culturali dopo la seconda guerra mondiale ed era fortemente legata alla migrazione economica e al massiccio numero di lavoratori ospiti dal Terzo mondo e dall'ex Jugoslavia nell'Europa meridionale. La tutela delle minoranze nazionali, ma non delle minoranze culturali, coinvolge il diritto internazionale. La tutela delle minoranze nazionali in Svizzera si basa anche su norme internazionali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cardia, Carlo. "Identitŕ religiosa e culturale europea: la questione del crocifisso." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 33–66. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001003.

Full text
Abstract:
La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche in Italia č stata ritenuta incompatibile con la libertŕ di religione e di educazione dalla Corte di Strasburgo, con una sentenza (Lautsi) che appare in contrasto con la giurisprudenza costante della stessa Corte, la quale riconosce agli stati un ampio margine di apprezzamento in materia della libertŕ religiosa, a tal fine richiamandosi alla tradizione dei singoli paesi. La sentenza, disattendendo il suo stesso criterio di valutazione, che impone di esaminare il contesto storico-culturale, perviene, con una sorta di atteggiamento di ‘iconoclastia laica', a un concetto limitato e fuorviante di educazione delle nuove generazioni. Infatti, se si concepisce il simbolo religioso come un elemento negativo e conturbante, i bambini cresceranno con un senso di ostilitŕ verso questi simboli, come se fossero fattori di divisione, e il rapporto tra religioni diverrebbe un rapporto diffidente, ostile e potenzialmente conflittuale. Senza poi considerare il fatto che il diritto di una maggioranza religiosa va tutelato con la stessa cura di quelli delle minoranze.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Irwin Fragale, Luca. "La massoneria nel Casellario politico centrale. Criticità di uno strumento di ricerca." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (August 2021): 173–85. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001006.

Full text
Abstract:
Il "Servizio dello Schedario biografico degli affiliati ai partiti sovversivi maggiormente pericolosi nei rapporti dell'ordine e della Pubblica Sicurezza" fu istituito nel 1894 e fu messo a punto due anni dopo, quando nel giugno 1896 la Direzione generale di Pubblica sicurezza ne indicava ai prefetti del Regno gli scopi e l'utilità, nonché le nuove norme da seguire per la compilazione delle relative schede. Le 5.615 buste del fondo raccolgono i fascicoli relativi a ben 152.589 schedati: si tratta in massima parte di socialisti, comunisti, sovversivi, anarchici, antifascisti tout court, ma anche di vagabondi, oziosi, prostitute, membri di minoranze etniche e, appunto, massoni. Oggi un'interfaccia virtuale permette la consultazione on line dei risultati emergenti, ovvero di quei dati che corrispondono fedelmente alle informazioni riportare in recto e verso sulle sole copertine dei singoli fascicoli. Ciò che se da un lato rende assai più comoda la ricerca per lemmi, ne inficia però pesantemente la qualità, in quanto le suddette copertine non riportano in modo integrale i dati essenziali contenuti nei fascicoli. La questione è lampante nel caso dei massoni schedati.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cereghetti Passini, Antonietta. "Decreti prefettizi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e l’italianizzazione forzata dei cognomi nelle Nuove Province in generale e nella Provincia dell’Istria in particolare." Histria : the Istrian Historical Society review 7, no. 7 (2017): 137–66. http://dx.doi.org/10.32728/h2017.05.

Full text
Abstract:
L’italianizzazione forzata dei cognomi, parte del più ampio programma di snazionalizzazione delle minoranze nelle Nuove Province (Trento, Bolzano, Trieste, Istria, Gorizia, Fiume, Zara) avviato dallo Stato italiano nel primo dopoguerra, fu legalizzata per mezzo di leggi e decreti votati appositamente dal giovane governo fascista e implementata con l’istituzione, presso le prefetture di ogni provincia, di commissioni responsabili per la compilazione di elenchi contenenti i cognomi ritenuti non italiani e le loro rispettive forme sostitutive. L’iter, non sempre rispettato, prevedeva il cambiamento del cognome su domanda del capofamiglia (con l’affissione sul rispettivo albo comunale) oppure per imposizione della prefettura. Dopodiché, il cambiamento veniva pronunciato con un decreto del Prefetto della Provincia, notificato agli interessati, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia ed annotato nei registri dello stato civile. La ricerca qui esposta ha considerato e analizzato numericamente tutti i decreti di cambiamento di cognome pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. Poiché lo Stato italiano non sempre adempì all’obbligo di pubblicare tutti i decreti, il risultato ottenuto non può che essere incompleto. Nondimeno testimonia una vera e propria ossessione onomastica che coinvolse centinaia di migliaia di individui. Infine, un’analisi più dettagliata dei decreti emessi dalla Prefettura di Pola dimostra quanta e quale fu la mobilitazione dell’apparato del potere che, dietro il dichiarato desiderio di “recupero dei cognomi originari italiani o latini”, perpetrava quello che la storiografia definirà come “genocidio culturale” e “onomasticidio di Stato”.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Linz, Juan J. "PLURINAZIONALISMO E DEMOCRAZIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 21–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023327.

Full text
Abstract:
IntroduzionePochi Stati sono Stati nazionali, e gran parte delle nazioni non sono destinate a raggiungere la condizione di Stato sovrano. Una trasformazione delle società plurinazionali in Stati nazionali «monocromatici» come quelli esistenti in passato è impossibile nel contesto di istituzioni liberaldemocratiche. La maggioranza delle cosiddette «nuove nazioni» sono in realtà Stati multinazionali o quantomeno multiculturali. Non solo i cittadini risiedono geograficamente in ambiti frammisti; le loro famiglie hanno un background eterogeneo e, dato non meno e forse più importante, hanno identità duali. Le istituzioni e i processi democratici devono riconoscere queste situazioni di fatto, questo tipo di pluralismo. In che misura, in uno Stato democratico, il pluralismo deve essere basato sulla rappresentanza e sui diritti di gruppo oppure sui diritti individuali? In che misura particolari soluzioni istituzionali rischiano di condurre ad un conflitto tra questi due principii ed approcci nel contesto della politica democratica? In che modo sarà protetta la libertà degli individui di scegliere la propria identità senza vedersi imporre identità inclusive? Questi sono problemi teorici e pratici sia per le democrazie contemporanee, sia per i paesi avviati verso la democrazia. Come potranno, gli Stati democratici multinazionali, guadagnarsi una legittimità sufficiente a rendere i processi decisionali democratici possibili e compatibili con il pluralismo nazionale e culturale? In particolare, come si potrà, in società di questo genere, rendere compatibile il federalismo con i diritti delle minoranze all'interno di unità territoriali, se in queste unità esistono maggioranze «nazionali»? Se non diamo soluzione a questi interrogativi, rischiamo di riprodurre in scala ridotta i problemi creati dai fondatori degli Stati nazionali in società multinazionali. Quali forme può assumere il pluralismo nazionale e culturale nelle società democratiche, e qual è il ruolo che le istituzioni e i processi democratici possono svolgere per rendere compatibili il pluralismo e la libertà individuale? Questi sono alcuni dei quesiti che dobbiamo sollevare e a cui dobbiamo dare risposta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Russo, Marcello, Filomena Buonocore, and Maria Ferrara. "Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

Full text
Abstract:
La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Russo, Maria Antonella. "UNO STRUMENTO PER DE-INVISIBILIZZARE LE IDENTITÀ E LE LINGUE DEGLI STUDENTI: AUTOBIOGRAFIE LINGUISTICHE IN UNA SCUOLA SUPERIORE DI PADOVA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 1115–41. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18340.

Full text
Abstract:
Il quadro linguistico italiano legato all’atavico plurilinguismo proprio del nostro Paese – per la ricchissima presenza di dialetti e minoranze linguistiche storiche – negli ultimi decenni si è ulteriorimente complicato per l’aggiunta di ulteriori lingue, che hanno dato vita a quello che viene definito da Vedovelli “neoplurilinguismo” dovuto proprio al nuovo ruolo centripeto dell’Italia rispetto ai movimenti migratori. In questo contesto la scuola, luogo di formazione e crescita per eccellenza, ha il ruolo importantissimo di valorizzare e di promuovere un’educazione plurilingue e interculturale affinché non si corra il rischio di lasciare alcuni studenti nel solco di una rottura che potrebbe dar vita ad identità monche. Tuttavia, spesso essa incontra difficoltà nell’attuazione di quelle che pur sono direttive e indicazioni che vengono da più parti. Come dar voce, dunque, a queste nuove presenze? L’autobiografia, nello specifico linguistica, è un valido strumento che ha avuto una buona diffusione negli ultimi decenni come dispositivo per affrontare il passato, risanare e proiettare in avanti l’individuo che scrive migliorando il rapporto con il proprio bagaglio linguistico nel riconoscimento di un’identità multipla. In questo articolo si riporta un’esperienza didattica che ha visto la realizzazione di un percorso in una scuola superiore di un quartiere periferico di Padova nell’a. s. 2020-2021 in cui si è avuto come punto di arrivo finale proprio la scrittura da parte degli studenti della propria autobiografia linguistica. Sfruttando il doppio filone in cui le AL sono state impiegate già precedentemente, cioè quello più proprio della realtà italiana legato alla dimensione dialettale e quello nell’insegnamento dell’italiano L2, si è potuto coinvolgere interamente il gruppo classe di tre sezioni diverse dando agli studenti la possibilità di raccontarsi attraverso le lingue in cui “abitano”. A tool for de-invisibilizing students' identities and languages: linguistic autobiographies in a high school in Padua The Italian linguistic framework linked to the atavistic multilingualism of our country – due to the very rich presence of dialects and historical linguistic minorities – has been further complicated in recent decades by the addition of more languages, which have given rise to what Vedovelli calls “neoplurilingualism” due precisely to Italy’s new centripetal role with respect to migratory movements. In this context, the school, the place for training and growth par excellence, has the very important role of valuing and promoting plurilingual and intercultural education so that there is no risk of leaving some students in a rut that could give rise to stunted identities. However, it often encounters difficulties in implementing what are nevertheless directives and directions coming from many quarters. How, then, to give voice to these new presences? Autobiography, specifically linguistic autobiography, is a valuable tool that has been popular in recent decades as a device for dealing with the past, healing and projecting forward for the individual through writing, by improving the relationship with one's linguistic background as recognition of a multiple identity. In this paper, we report on an educational experience that involved the implementation of a course in a high school in a suburban district of Padua during the 2020-2021 school year where the students’ writing on their linguistic autobiography was the final point of arrival. Taking advantage of the double thread in which ALs have been employed before, namely the one more specific to the Italian reality related to the dialectal dimension and one to the teaching of Italian L2, it was possible to fully involve three different class groups by giving students the opportunity to tell their stories through the languages in which they “live”.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Colombo, Alessandro. "MINORANZE E SICUREZZA NAZIONALE IN MEDIO ORIENTE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 1 (April 1993): 39–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022048.

Full text
Abstract:
IntroduzioneL'invasione del Kuwait e la guerra civile seguita alla sconfitta dell'Iraq hanno inferto un duro colpo alle semplificazioni più comuni della situazione mediorientale; quella, caratteristica delle fasi acute di tensione bipolare, che collocava le cause del conflitto fuori della regione, nella competizione Est/Ovest; quella, non meno parziale, centrata sul conflitto arabo-israeliano, che riportava all'interno del Medio Oriente le radici dell'instabilità ma non rinunciava a ricondurle tutte ad una sola; quella più recente, infine, del «nuovo ordine internazionale», che proprio dal «discorso» bipolare deduceva che, una volta venuto meno il conflitto tra le superpotenze, anche i conflitti regionali si sarebbero avviati a soluzione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Zappia, Andrea. "Inserire una minoranza nello spazio cittadino. Il caso della comunità ebraica di Genova (1658-1737)." STORIA URBANA, no. 167 (May 2021): 119–45. http://dx.doi.org/10.3280/su2020-167007.

Full text
Abstract:
Il presente studio si propone di ripercorrere le vicende relative alla comunita ebraica genovese, specie nel suo rapporto con gli spazi cittadini, negli anni compresi tra i primi Capitoli della nazione ebrea concessi nel 1658 e l'ultima espulsione dalla citta, decretata nel 1737 e concretizzatasi sei anni dopo. Conseguentemente all'arrivo a Genova di un certo numero di ebrei, nell'agenda politica del patriziato si impose la questione del ghetto, che richiedeva lo studio di soluzioni di natura urbanistica ma che d'altra parte presentava ricadute sociali, economiche e culturali da valutare con grande attenzione. Lo smantellamento dei cancelli del ghetto avvenuto nel 1679, e la collocazione degli ebrei nel tessuto urbano, rendeva necessario ripensare la convivenza tra la popolazione autoctona e questa minoranza. Il mancato raggiungimento dell'equilibrio, le difficolta legate all'individuazione di una nuova area per l'erezione di un nuovo ghetto, oltre al definitivo tramonto dell'idea di riattivare un imponente traffico commerciale con il Levante, furono i motivi che causarono nel 1737 la revoca dei Capitoli e la conseguente cacciata degli ebrei dalla citta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Bhabha, Homi K. "I nostri vicini, noi stessi. Riflessioni contemporanee sulla sopravvivenza." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 99–118. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044008.

Full text
Abstract:
Il saggio evoca lo spirito di Hegel, nel tentativo di comprendere le problematiche contemporanee legate alla testimonianza etica, alla memoria storica, ai diritti e alle rappresentazioni delle minoranze all'interno della sfera culturale. Chi č oggi il nostro vicino? Cosa significa ospitalitÀ di questi tempi? Perché il riconoscimento degli altri diviene spesso un incontro straziante con l'alteritÀ del sé? L'articolo esemplifica come il ‘Terzo Spazio' - uno dei concetti chiave del postcolonialismo - puň aiutarci a costruire una nuova concezione di ospitalitÀ all'interno di un mondo globalizzato e cosmopolita, una concezione che poggia sul diritto alla differenza nell'uguaglianza.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Nuove minoranze"

1

Galbersanini, C. "TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITÀ CULTURALE NELLA COSTITUZIONE PLURALISTA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/351090.

Full text
Abstract:
This work tries to afford some of the issues of the multiculturalism as a phenomenon that involve and challenge the Italian constitutional legal order. First of all, the existence of new cultural and linguistic minorities implies new needs of protection of diversity, since new minorities, composed by immigrants and second and third generations of immigrants, show different characteristics from the so called “national” or “historical” minorities existing on the territory of the State: it is required, on one hand, the development of new instruments of protection and valorization of their cultural diversity, but, on the other hand, new policies of integration. Thus, the first part of the work start from considering the protection of the so called “national” minorities, underling the link existing with the typology of the form of government in Italy, moving from the liberal State, to the authoritarian State and, finally, to the pluralist democracy, in order to achieve a better understanding of the system of protection of minority groups through article 6 of the Italian Constitution and through the principle of pluralism contained in article 2 of the Italian Constitution. The second part of the work tries to evaluate the possibility of an evolution in the interpretation of article 6 of our Constitution, which provides for a special protection of linguistic minorities. Until now, article 6 of the Constitution has constituted the constitutional grounds for a protection of the so-called “historical minorities” existing in the Country, while the new cultural and linguistic minorities have been excluded from the protection. Thus, the observations carried out start from identifying the constitutional grounds for a protection of the new linguistic minorities, underlining how it is possible to move from a literal interpretation to an extensive and evolving interpretation of article 6 of the Constitution. Then, taking into account the evolution both in jurisprudence and in literature, the proposal is to set aside the citizenship criterion as a condition to be entitled of the protection provided by article 6 of the Constitution in place of new criteria. A third part of the work tries to show how the safeguard of the cultural diversity of new minorities may be considered not only as an instrument of protection but also as a new and more inclusive constitutional value shared by all the political community, considering the Constitution not only as a legal instrument but also in its cultural and ontological nature as the expression of the values of a political community. Finally, the last part of the work is centered on the necessity of managing the phenomenon of multiculturalism, through a new “model” of integration which is able to fill the gaps shown by both the French model and the Britain model of integration, in order to afford the issue of the intercultural dialogue. In particular, the use of the intercultural dialogue may permit the coexistence of different cultures on the same territory, while maintaining the social cohesion of the society, the unity of the political community and guaranteeing the stability of the public order and it may suggest the possibility to move from the idea of a Nation that is culturally homogeneous to a dialogical Nation, where the cohesion of the political community is not based on cultural and linguistic homogeneity but on the mutual understanding of diversity, always within the limits of the respect of fundamental rights as protected in the Italian Constitution.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Manzo, Emanuela <1970&gt. "La tutela delle minoranze nella nuova disci-plina dell’invalidità delle delibere assembleari di S.P.A." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1187/1/manzo_emanuela_tesi.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Manzo, Emanuela <1970&gt. "La tutela delle minoranze nella nuova disci-plina dell’invalidità delle delibere assembleari di S.P.A." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1187/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Nuove minoranze"

1

Petralli, Alessio. Lingue sciolte: Dalle minoranze linguistiche locali alle nuove tecnologie internazionali. Bologna: CLUEB, 1996.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Nuove minoranze in Europa: Quale formazione. Cavallino di Lecce: Capone, 1991.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Montalti, Morris. Orientamento sessuale e costituzione decostruita. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg237.

Full text
Abstract:
Attraverso l’analisi critica e dialettica del dibattito costituzionale più recente in tema di orientamento sessuale, l’autore analizza i principi ritenuti fondamentali per la costruzione di una società democratica e aperta a stili di vita differenti. Egli dimostra come le argomentazioni legali siano pesantemente condizionate dalla pressione di tabù sessuali, di paradigmi culturali sessisti, di tradizioni radicate che assurgono al ruolo di veri e propri miti sociali. Da più parti continuano infatti a sostenersi visioni discriminatorie (socialmente costruite) soprattutto in tema di rapporti sessuali consentiti, famiglia, matrimonio, filiazione, e spesso ci è possibile grazie all'utilizzo di contestate – e pur tuttavia diffuse – prassi d’interpretazione costituzionale che, secondo logiche solo in apparenza coerenti e razionali, considerano la tradizione o la storia come parametro normativo ultimo di definizione dei limiti dei diritti fondamentali e/o dell’ammissibilità di nuovi diritti, così ostacolando l’emersione di un vero e proprio diritto fondamentale al libero orientamento sessuale. L’obiettivo della ricerca è duplice e circolare: da un lato si vuole offrire un fondamento logico, razionale e convincente capace di giustificare le politiche pubbliche e costituzionali che salvaguardano le minoranze sessuali stigmatizzate e storicamente discriminate. Dall'altro si vuole dimostrare come le valutazioni interpretative e il diritto delle società aperte al nuovo e al diverso influenzino le credenze di persone appartenenti a culture chiuse e tradizionaliste in merito agli orientamenti sessuali considerati come anormali, o immorali, o comunque devianti, affinché i loro rispettivi sistemi possano sostenere, anche emotivamente, la ragionevolezza e desiderabilità del cambiamento politico e costituzionale. Un processo duplice e circolare, dunque, che gradatamente anela all'affermazione di un paradigma normativo "sessualmente" decostruito e garantista per tutti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography