Dissertations / Theses on the topic 'Nuclei storici'

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1

Marcolongo, Lisa <1981&gt. "MATERNITA', CAMBIAMENTI STORICI E RIPERCUSSIONI INDIVIDUALI E SOCIALI. STRATEGIE DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA COLLETTIVITA' E RUOLO DEI SERVIZI NELL'ACCOMPAGNAMENTO E SOSTEGNO ALLE NEO-MAMME E AI NUCLEI FAMILIARI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7399.

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Abstract:
QUESTO ELABORATO INTENDE ARGOMENTARE QUELLE CHE SONO LE DIFFICOLTA'LEGATE AI CAMBIAMENTI CHE AVVENGONO NEL POST PARTUM, DIFFICOLTA' VISSUTE IN PRIMIS DALLA NEO MAMMA. I CAMBIAMENTI CHE HANNO LUOGO CON LA NASCITA DI UN BIMBO RIGUARDANO A 360'LA VITA DI UNA COPPIA E DELL'INTERO NUCLEO FAMILIARE. I CAMBIAMENTI AVVENUTI NELLA SOCIETA', IL NUOVO CONCETTO DI FAMIGLIA E IL RUOLO DELLA DONNA OGGI VENGONO DESCRITTI AL FINE DI COMPRENDERE IL CONTESTO NEL QUALE SI SVOLGE QUESTO TEMA. PARLARE DI TUTTE QUESTE DIFFICOLTA' SENZA AVER TIMORE O VERGOGNA DI ESSERE VISTI COME PERSONE NEGATIVE ED INGRATE, PERCHE' L'ESPERIENZA DI UN BIMBO DEV'ESSERE PER FORZA SOLO POSITIVA, E'UN QUALCOSA SU CUI LAVORARE E VA SENSIBILIZZATA LA COLLETTIVITA'NELLA SPERANZA CHE ANCHE I SERVIZI (E ANCOR PIU' LE AMMINISTRAZIONI) SI ADOPERINO PER SOSTENERE LE PERSONE IN UN MOMENTO TANTO DELICATO DOVE NULLA VA DATO PER SCONTATO.
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2

La, Torre Antonella. "Evoluzione storica delle conoscenze sul campo geomagnetico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25468/.

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Abstract:
Il geomagnetismo è un fenomeno noto fin dall'Antichità, ma i primi studi scientifici risalgono all'inizio del XVII secolo con l'opera De Magnete di William Gilbert. Tuttavia l'origine di un fenomeno così importante è rimasta un mistero fino alla metà del XX secolo. La spiegazione dell'origine coinvolge teorie fisiche quali la magnetoidrodinamica e la fisica del plasma, che sono state sviluppate solo nel secolo scorso. Un approccio storico all'argomento è di grande interesse, perché evidenzia in che modo lo studio sistematico del fenomeno e la convergenza dei contributi di numerosi scienziati di vari Paesi ha condotto nel corso del tempo alla soluzione dell'enigma.
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3

Garbagnati, Chiara <1996&gt. "Implications of the Nuclear Issue in the DPRK." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19200.

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Abstract:
La questione nucleare rappresenta il principale elemento critico nella storia recente della Repubblica Popolare Democratica di Corea. È noto quanto la problematica occupi centralità nella discussione attuale circa i rischi di instabilità che pone a livello geopolitico, date le due crisi nucleari che hanno riguardato il paese. Nella tesi, viene affrontata l’ideologia, il Juche, e si forniscono cenni storici inerenti la sua creazione. Segue una discussione della questione nucleare, che intende fornire un’analisi del modus operandi della RpdC e di come la questione si è venuta evolvendo a livello internazionale attraverso i negoziati. Si discutono le implicazioni economiche di tale situazione: l’orientamento generale dell’economia nord-coreana, l’enfasi sull’industria militare e i metodi adottati per far fronte a momenti critici, in particolare le sanzioni. Infine, vengono considerate le sfide future e gli interessi in gioco, mostrando le complessità a cui si dovrà far fronte, se si intende risolvere la questione nucleare.
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4

Battistello, Maria Maddalena <1996&gt. "Negotiating on nuclear power: the Iranian JCPOA from a comparative perspective." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21462.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di indagare le condizioni e i fattori che hanno reso possibile il raggiungimento dell’accordo sul nucleare nel 2015 tra Iran, i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania e l’UE, dopo anni di negoziazioni inconclusive. Il tema del nucleare è un campo delicato in quanto la ricerca orientata verso un’energia nucleare civile può sfociare facilmente in applicazioni militari dell’atomo. Inoltre, le attività segrete e la poca chiarezza da parte di Teheran hanno allarmato l’Occidente per molti anni. Trattando del nucleare, è necessario prima comprendere cosa spinge uno stato a perseguire le armi nucleari per poi delineare i punti più ostici della negoziazione che diviene ancora più difficile quando condotta relativamente ad un tema così significativo. Successivamente, è essenziale disegnare un quadro generale sull’Iran per capire come si è sviluppato il programma nucleare iraniano e il contesto governativo proprio di Teheran, così come il tipo di politica estera. Fulcro di questa tesi è il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA). Le varie fasi di negoziazione, i diversi attori, i motivi di disaccordo e i fattori che hanno sbloccato la situazione saranno analizzati per delucidare meglio i tratti dell’accordo. Un ultimo capitolo, infine, proporrà un confronto con altre situazioni di negoziazione sul nucleare, risolte con successo o meno, al fine di mettere in risalto gli aspetti per cui l’accordo con l’Iran si è concretizzato.
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5

Santese, Angela <1985&gt. "Tra pacifismo e ambientalismo: il Nuclear Freeze Movement e la risposta dell'amministrazione Reagan." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6455/1/Santese_Angela_Tesi.pdf.

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Abstract:
Negli anni Ottanta si assiste tanto nel vecchio quanto nel nuovo continente alla rinascita del movimento antinucleare. Mentre in Europa l’origine di questa ondata di proteste antinucleari è collegata alla “doppia decisione” NATO del 1979, negli Stati Uniti la genesi si colloca nel contesto dalla mobilitazione dei gruppi ambientalisti in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island. Dopo l’elezione di Ronald Reagan, alle proteste contro le applicazioni pacifiche dell’atomo si affiancarono quelle contro la politica nucleare del Paese. La retorica di Reagan, il massiccio piano di riarmo, unitamente al rinnovato deteriorarsi delle relazioni tra USA e URSS contribuirono a diffondere nell’opinione pubblica la sensazione che l’amministrazione Reagan, almeno da un punto di vista teorico, non avesse escluso dalle sue opzioni il ricorso alle armi nucleari nel caso di un confronto con l’URSS. I timori legati a questa percezione produssero una nuova ondata di proteste che assunsero dimensioni di massa grazie alla mobilitazione provocata dalla Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). Il target della NWFC era l’ampio programma di riarmo nucleare sostenuto da Reagan, che secondo gli attivisti nucleari, in un quadro di crescenti tensioni internazionali, avrebbe fatto aumentare le possibilità di uno scontro atomico. Per evitare lo scenario dell’olocausto nucleare, la NWFC proponeva «un congelamento bilaterale e verificabile del collaudo, dell’installazione e della produzione di armi nucleari». L’idea del nuclear freeze, che era concepito come un passo per fermare la spirale del riarmo e tentare successivamente di negoziare riduzioni negli arsenali delle due superpotenze, riscosse un tale consenso nell’opinione pubblica americana da indurre l’amministrazione Reagan a formulare una risposta specifica. Durante la primavera del 1982 fu, infatti, creato un gruppo interdipartimentale ad hoc, l’Arms Control Information Policy Group, con il compito di arginare l’influenza della NWFC sull’opinione pubblica americana e formulare una risposta coerente alle critiche del movimento antinucleare.
At the end of the Seventies, the antinuclear movement in both Europe and in the United States experienced a resurgence, having lain dormant for much of the previous decade. In Europe, the origin of this fresh antinuclear wave is most often traced back to NATO’s ‘double track’ decision of 1979. In America, environmental groups mobilized against the use of nuclear power following the accident at Three Mile Island, while at the same time the fear of nuclear war reinforced the movement for nuclear disarmament, which criticised the nuclear military build-up and the collapse of détente. In the early 1980s therefore the American antinuclear movement experienced a renaissance, due also to the convergence between the well-established pacifist tradition and the new political environmentalism. The organization through which the U.S. antinuclear movement became a mass phenomenon during Reagan tenure was the Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). The target of the NWFC was Reagan’s nuclear build-up that, according to antinuclear activists, was increasing the peril of a nuclear confrontation. To avoid this scenario the movement proposed a bilateral freeze on nuclear weapons. At the same time the Reagan administration created an ad hoc interdepartmental group, the Arms Control Information Policy Group in order to face the NWFC’s influence on public opinion and to shape the public debate on arms control issue. The interplay between the Freeze movement and the White House took the form of a competition to gain the support of American public opinion. In analyzing this interplay, this study try to understand how the resurgence of antinuclear activism in the Eighties how the fear of nuclear annihilation helped to elevate public awareness of peace and disarmament issues, how disarmament movements attempted to influence government decision-making, how the dialogue about nuclear weapons between antinuclear groups and policy-makers evolved.
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Santese, Angela <1985&gt. "Tra pacifismo e ambientalismo: il Nuclear Freeze Movement e la risposta dell'amministrazione Reagan." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6455/.

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Abstract:
Negli anni Ottanta si assiste tanto nel vecchio quanto nel nuovo continente alla rinascita del movimento antinucleare. Mentre in Europa l’origine di questa ondata di proteste antinucleari è collegata alla “doppia decisione” NATO del 1979, negli Stati Uniti la genesi si colloca nel contesto dalla mobilitazione dei gruppi ambientalisti in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island. Dopo l’elezione di Ronald Reagan, alle proteste contro le applicazioni pacifiche dell’atomo si affiancarono quelle contro la politica nucleare del Paese. La retorica di Reagan, il massiccio piano di riarmo, unitamente al rinnovato deteriorarsi delle relazioni tra USA e URSS contribuirono a diffondere nell’opinione pubblica la sensazione che l’amministrazione Reagan, almeno da un punto di vista teorico, non avesse escluso dalle sue opzioni il ricorso alle armi nucleari nel caso di un confronto con l’URSS. I timori legati a questa percezione produssero una nuova ondata di proteste che assunsero dimensioni di massa grazie alla mobilitazione provocata dalla Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). Il target della NWFC era l’ampio programma di riarmo nucleare sostenuto da Reagan, che secondo gli attivisti nucleari, in un quadro di crescenti tensioni internazionali, avrebbe fatto aumentare le possibilità di uno scontro atomico. Per evitare lo scenario dell’olocausto nucleare, la NWFC proponeva «un congelamento bilaterale e verificabile del collaudo, dell’installazione e della produzione di armi nucleari». L’idea del nuclear freeze, che era concepito come un passo per fermare la spirale del riarmo e tentare successivamente di negoziare riduzioni negli arsenali delle due superpotenze, riscosse un tale consenso nell’opinione pubblica americana da indurre l’amministrazione Reagan a formulare una risposta specifica. Durante la primavera del 1982 fu, infatti, creato un gruppo interdipartimentale ad hoc, l’Arms Control Information Policy Group, con il compito di arginare l’influenza della NWFC sull’opinione pubblica americana e formulare una risposta coerente alle critiche del movimento antinucleare.
At the end of the Seventies, the antinuclear movement in both Europe and in the United States experienced a resurgence, having lain dormant for much of the previous decade. In Europe, the origin of this fresh antinuclear wave is most often traced back to NATO’s ‘double track’ decision of 1979. In America, environmental groups mobilized against the use of nuclear power following the accident at Three Mile Island, while at the same time the fear of nuclear war reinforced the movement for nuclear disarmament, which criticised the nuclear military build-up and the collapse of détente. In the early 1980s therefore the American antinuclear movement experienced a renaissance, due also to the convergence between the well-established pacifist tradition and the new political environmentalism. The organization through which the U.S. antinuclear movement became a mass phenomenon during Reagan tenure was the Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). The target of the NWFC was Reagan’s nuclear build-up that, according to antinuclear activists, was increasing the peril of a nuclear confrontation. To avoid this scenario the movement proposed a bilateral freeze on nuclear weapons. At the same time the Reagan administration created an ad hoc interdepartmental group, the Arms Control Information Policy Group in order to face the NWFC’s influence on public opinion and to shape the public debate on arms control issue. The interplay between the Freeze movement and the White House took the form of a competition to gain the support of American public opinion. In analyzing this interplay, this study try to understand how the resurgence of antinuclear activism in the Eighties how the fear of nuclear annihilation helped to elevate public awareness of peace and disarmament issues, how disarmament movements attempted to influence government decision-making, how the dialogue about nuclear weapons between antinuclear groups and policy-makers evolved.
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VILLANI, PAOLO. "Reazioni nucleari anomale. Tra violazioni paradigmiche e reazioni conservative." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266317.

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Pugliese, Carolina <1994&gt. "Donne contro il nucleare. Nascita e sviluppo dei movimenti anti-nucleari in una prospettiva transnazionale (1979-2011)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14127.

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Abstract:
Il tema del nucleare da ormai molti anni continua ad essere fortemente discusso non solo per la sua pericolosità ambientale, ma anche per la sua effettiva sicurezza nei confronti della popolazione mondiale. Un percorso storico che è iniziato nel 1943 e rimane ancora oggi fonte di forti polemiche ambientaliste e sociali. Il tema del nucleare e del suo utilizzo, prima per scopi bellici e poi per scopi energetici, non è assolutamente una novità, ma analizzando in modo trasversale diversi casi di studio come quello di Three Mile Island per gli USA, Chernobyl per gli URSS e Fukushima Daiichi per il Giappone, riscontriamo nei movimenti anti-nucleari di queste regioni una reazione comune totalmente femminile.
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Casjens, Franziska Saranna Schirin [Verfasser], Friedhelm [Gutachter] Schmitt, and Alexander [Gutachter] Storch. "Frequenzabhängige Effekte der tiefen Hirnstimulation im Bereich der pedunculopontinen Nuclei auf therapieresistente Gang- und Gleichgewichtsstörungen bei Patienten mit idiopathischem und atypischem Parkinsonsyndrom / Franziska Saranna Schirin Casjens ; Gutachter: Friedhelm Schmitt, Alexander Storch." Magdeburg : Universitätsbibliothek Otto-von-Guericke-Universität, 2020. http://d-nb.info/122003620X/34.

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Casjens, Franziska Saranna Schirin Verfasser], Friedhelm [Gutachter] Schmitt, and Alexander [Gutachter] [Storch. "Frequenzabhängige Effekte der tiefen Hirnstimulation im Bereich der pedunculopontinen Nuclei auf therapieresistente Gang- und Gleichgewichtsstörungen bei Patienten mit idiopathischem und atypischem Parkinsonsyndrom / Franziska Saranna Schirin Casjens ; Gutachter: Friedhelm Schmitt, Alexander Storch." Magdeburg : Universitätsbibliothek Otto-von-Guericke-Universität, 2020. http://d-nb.info/122003620X/34.

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11

GAIETTA, MICHELE. "Il programma nucleare iraniano: analisi, motivazioni, prospettive." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1871.

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Abstract:
La tesi si ripropone di dare un contributo allo studio della “questione nucleare iraniana”. Partendo da una meticolosa ricostruzione storica del programma nucleare dell’Iran, si affronta il caso in rapporto alle teorie elaborate dai differenti approcci delle Relazioni internazionali per analizzare la proliferazione di armi nucleari. Oltre a testare e comparare le capacità esplicative di queste teorie, vengono sottolineati alcuni fattori utili a comprendere le motivazioni alla base delle decisioni prese dall’Iran in ambito nucleare. In particolare, la tesi approfondisce il ruolo di variabili attinenti il quadro politico interno all’Iran, che sono state spesso sottovalutate in studi precedenti, a favore di condizionamenti strategici esterni al paese. Variabili che permettono di spiegare la continuità e persistenza degli investimenti iraniani in campo nucleare, pur in un contesto politico-strategico mutevole. Nonostante questo, l’approccio dell’intero lavoro rimane comunque incentrato sulla molteplicità delle dimensioni politiche, strategiche e simboliche che devono essere tenute in considerazione per tentare di comprendere le potenziali ambizioni dell’Iran, nonché l'attuale situazione di stallo e indeterminatezza sulle finalità del programma nucleare di questo paese. Nelle conclusioni vengono infine prospettate ipotesi tecnico-negoziali su cui sviluppare future iniziative diplomatiche e di ricerca.
This thesis aims at giving a contribution to the study of the “Iranian nuclear question”. Starting from a detailed historical reconstruction of the nuclear program of Iran, we address this case in connection with several theoretical approaches to International Relations that try to explain the proliferation of nuclear weapons. This analysis allows us to compare and test the explanatory capabilities of these theories and to focus on some leading factors underlying Iranian nuclear decisions. In particular, we highlight the role of domestic variables, which were underestimated in previous studies on this issue, mainly focused on external strategic constraints. These variables are helpful in explaining the continuity and the persistence of the Teheran’s investment in the nuclear field, notwithstanding the many changes affecting the regional political and strategic framework. Besides this aspect, the approach to the entire thesis continues to be focused on the plurality of dimensions that should be considered in trying to understand the potential ambitions of Iran as well as the current stalemate and uncertainty related to the purposes of the nuclear program of this country. The thesis eventually elaborates some perspectives regarding technical and bargaining hypothesis on which to develop future diplomatic initiatives and researches.
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GAIETTA, MICHELE. "Il programma nucleare iraniano: analisi, motivazioni, prospettive." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1871.

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Abstract:
La tesi si ripropone di dare un contributo allo studio della “questione nucleare iraniana”. Partendo da una meticolosa ricostruzione storica del programma nucleare dell’Iran, si affronta il caso in rapporto alle teorie elaborate dai differenti approcci delle Relazioni internazionali per analizzare la proliferazione di armi nucleari. Oltre a testare e comparare le capacità esplicative di queste teorie, vengono sottolineati alcuni fattori utili a comprendere le motivazioni alla base delle decisioni prese dall’Iran in ambito nucleare. In particolare, la tesi approfondisce il ruolo di variabili attinenti il quadro politico interno all’Iran, che sono state spesso sottovalutate in studi precedenti, a favore di condizionamenti strategici esterni al paese. Variabili che permettono di spiegare la continuità e persistenza degli investimenti iraniani in campo nucleare, pur in un contesto politico-strategico mutevole. Nonostante questo, l’approccio dell’intero lavoro rimane comunque incentrato sulla molteplicità delle dimensioni politiche, strategiche e simboliche che devono essere tenute in considerazione per tentare di comprendere le potenziali ambizioni dell’Iran, nonché l'attuale situazione di stallo e indeterminatezza sulle finalità del programma nucleare di questo paese. Nelle conclusioni vengono infine prospettate ipotesi tecnico-negoziali su cui sviluppare future iniziative diplomatiche e di ricerca.
This thesis aims at giving a contribution to the study of the “Iranian nuclear question”. Starting from a detailed historical reconstruction of the nuclear program of Iran, we address this case in connection with several theoretical approaches to International Relations that try to explain the proliferation of nuclear weapons. This analysis allows us to compare and test the explanatory capabilities of these theories and to focus on some leading factors underlying Iranian nuclear decisions. In particular, we highlight the role of domestic variables, which were underestimated in previous studies on this issue, mainly focused on external strategic constraints. These variables are helpful in explaining the continuity and the persistence of the Teheran’s investment in the nuclear field, notwithstanding the many changes affecting the regional political and strategic framework. Besides this aspect, the approach to the entire thesis continues to be focused on the plurality of dimensions that should be considered in trying to understand the potential ambitions of Iran as well as the current stalemate and uncertainty related to the purposes of the nuclear program of this country. The thesis eventually elaborates some perspectives regarding technical and bargaining hypothesis on which to develop future diplomatic initiatives and researches.
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PASSINO, CARLO. "La nascita del programma nucleare iraniano. Washington e Teheran tra alleanza e reciproci sospetti 1956-1979." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266129.

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Abstract:
The purpose of this dissertation is to investigate and understand the role of the Shah of Iran, and his close relationships with the United States, in the development of the Iranian nuclear program before the Revolution of 1979. The period covered goes from the assignment of Mohammed Reza Pahlavi as Shah of Iran in 1946 to the 1979 when finally Iran and United States found an agreement about mutual nuclear cooperation. The first part of this study examines the situation when Mohammed Reza Pahlavi became Shah of Iran and then during the ’50 when the role of the Shah was consolidated and the United States gradually gave greater support to the Iranian regime. The first step to develop nuclear energy is traced back to 1957, in connection with the increasing military and economic assistance to Iran from the Eisenhower’s Administration. In the same year, the two countries announced an agreement for cooperation and research in the peaceful uses of atomic energy. This first agreement came under the auspices of the Atoms for Peace program launched by Eisenhower. Two years after the agreement Mohammed Reza Pahlavi ordered the establishment of an institute at Teheran University, the Teheran Nuclear Research Center, and negotiated with the United States the supply of a five-megawatt reactor. Despite this important steps the Iran was not prepared to develop such an important technology and during the ’60 the United States provided nuclear fuel and equipment that Iran used to start its research up. The second part of the dissertation examines the development of the program during the ’70 and the relation between Teheran and the Gerald Ford’s Administration. In March 1974, the Shah established the Atomic Energy Organization of Iran, and announced plans to get 23,000 megawatts of electricity from nuclear power stations. By the mid-1970s Iran had signed contracts with several Western Countries, including France and Germany, for the construction of nuclear plants and supply of nuclear fuel. At the same time the Ford’s administration began to suspect about the real intentions of the Shah and worked out several solutions to try to control the developments of Iran’s nuclear program. The mutual suspicions led to various deadlocks in the negotiations between the two countries. In this situation the United States tried to adopt some solutions that would have allowed control of the program like for example the “multinational reprocessing plant” or the “buy back solution”. The third part examines the development of the program during the Carter’s administration. President Jimmy Carter, agreed to accommodate the Shah’s requests, but still only to the extent that U.S. proliferation concerns were met. Under Carter, finally, the Shah was willing to make all the concessions that proved he was not trying to build a bomb such as forgoing plans for plutonium processing plants and the President permitted U.S. companies to sell reactors to Iran in 1978. In 1979 the revolution was imminent and the nuclear program had to be abandoned.
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Balsimelli, Massimo. "INDIVIDUAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEI CENTRI E NUCLEI STORICI DELLA TOSCANA." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1263974.

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Abstract:
Sistematico e approfondito, “progetto di conoscenza” del patrimonio storico dal quale trarre dati e informazioni quantitative e qualitative per meglio calibrare la proposta di nuove politiche urbane regionali e locali
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Abstract:
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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