Academic literature on the topic 'Non Riconoscimento'

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Journal articles on the topic "Non Riconoscimento"

1

Gestri, Marco, and Federico Casolari. "Il turismo nel trattato di Lisbona: un personaggio non piů in cerca di autore." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 1 (January 2011): 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-001001.

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Abstract:
Il contributo, dopo aver ricostruito le tappe piů significative che hanno condotto al riconoscimento del turismo come settore di interesse sovranazionale, illustra le principali novità per il settore turistico, in termini di competenze e strumenti normativi, che conseguono all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. In particolare, esso mette in luce le implicazioni derivanti dal riconoscimento espresso, nel diritto primario, di una politica europea del turismo e ne prospetta i possibili sviluppi alla luce dei primi elementi di prassi delle istituzioni.
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2

Davidde Elio. "Il riconoscimento dell'autorità accessoria della FCC da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti: convergenza con l'applicazione della teoria dei poteri impliciti nel diritto brasiliano." International Journal of Science and Society 4, no. 4 (October 14, 2022): 40–49. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.550.

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Abstract:
Questo rapporto mette a confronto gli istituti di autorità accessorie ei poteri impliciti nello sviluppo della teoria sulle competenze amministrative delle agenzie di regolamentazione brasiliane. La definizione della giurisdizione accessoria della FCC è stata descritta sulla base delle sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti e della Corte d'Appello del Distretto di Columbia. Sono state presentate lezioni dottrinali e dichiarazioni dei Ministri della Corte Suprema Federale brasiliana sul riconoscimento dei poteri impliciti al necessario adempimento dei doveri legali. Risultati – È stata dimostrata la confluenza di questi due filoni teorici per il riconoscimento di competenze non direttamente espresse dalle agenzie di regolamentazione. L'opera contribuisce al riconoscimento delle competenze dell'agenzia di regolamentazione delle telecomunicazioni brasiliana che, sebbene non espressamente previste, emergono come un imperativo per l'adempimento delle responsabilità direttamente attribuite dalla legge a tale autarchia. L'articolo presenta un istituto giuridico attuale di tradizione nordamericana la cui applicazione all'area delle telecomunicazioni brasiliana non è ancora risolta, nonostante la sua compatibilità con concetti già accettati nel diritto brasiliano.
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3

Pannarale, Luigi, and Michele Bellomo. "Adottanti e adottati. Alla ricerca della famiglia che non c'č." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 149–62. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001007.

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Abstract:
Molte delle indagini demoscopiche che si sono svolte in Italia negli ultimi anni sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto, ivi comprese quelle omosessuali, hanno confermato una percezione ormai largamente condivisa: la maggioranza dell'opinione pubblica italiana č favorevole al riconoscimento di tutte le forme di convivenza. A confermare tale tesi vi č l'ultimo Rapporto Italia 2009 dell'Eurispes, che rileva come piů della metŕ degli italiani, per la maggior parte uomini, č disponibile al riconoscimento delle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali e, piů specificamente, sottolinea come che proprio gli uomini sono quelli piů favorevoli al matrimonio tra omosessuali. I dati cambiano significativamente allorquando si passa ad occuparsi del problema delle adozioni: mentre, infatti, una larga maggioranza degli italiani vede con favore l'estensione della possibilitŕ di adottare anche alle coppie eterosessuali non sposate; ancora una minoranza sono quelli che includerebbero tra gli aspiranti adottanti anche le coppie omosessuali. Se si escludono quei paesi che riconoscono anche alle coppie omosessuali la facoltŕ di contrarre matrimonio e di adottare, in molti altri sembra prevalere un atteggiamento di generale cautela. Gli autori evidenziano, tuttavia, come le perduranti resistenze siano fondate su alcuni pregiudizi duri a morire, sia perché ormai appaiono largamente diffuse, per i motivi piů diversi, famiglie in cui genitori omosessuali hanno in affidamento i propri figli, nati in precedenti matrimoni, sia perché numerose decisioni giurisprudenziali escludono drasticamente che l'orientamento sessuale possa essere determinante ai fini della scelta del coniuge al quale affidare i figli minorenni.
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4

Chiappetta, Giovanna. "La «nuova categoria di figli non riconoscibili» e l'applicabilità dell'art. 279 c.c." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 125–50. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001005.

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Abstract:
Il saggio esamina l'applicabilità dell'art. 279 c.c. alla «nuova categoria di figli non rico-noscibili». Si tratta dei casi dei nati da tecniche di procreazione medicalmente assistita vietate dalla l. 40 del 2004 ed esaminati dalla Consulta nelle sentenze nn. 32 e 33 del 2021. Siffatta soluzione interpretativa dell'art. 279 c.c., riletto alla luce dell'art. 30 cost., può costituire un rimedio congruo alla tutela dell'interesse e al riconoscimento dei diritti del minore, in linea con la giurisprudenza della Corte di Strasburgo e del Lussemburgo che lasciano al diritto nazionale la scelta del rimedio per il riconoscimento del rapporto di genitorialità consolidato d'intenzione e di cura, purché esso presenti modalità che garantiscano l'effettività di tutela e la celerità della loro messa in opera.
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5

Marchetti, Chiara. "Gli esclusi della democrazia. Gli immigrati e i confini della cittadinanza." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036005.

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Abstract:
- In questo articolo si interroga il nesso tra democrazia, cittadinanza e fenomeno migratorio indagando quali effetti puň avere la presenza di milioni di persone prive della cittadinanza del paese in cui risiedono. In particolare, il saggio approfondisce il tema della cittadinanza concentrandosi sui processi di cittadinanza sostanziale, sulle pratiche condivise che costruiscono identitÀ, sentimento di appartenenza e sistemi di solidarietÀ. Si rileva quindi che molti stranieri residenti si ‘comportano' da cittadini anche quando non lo sono sulla carta e talvolta le stesse istituzioni si relazionano ad essi riconoscendo loro "frammenti" di cittadinanza. D'altra parte, non sempre a un riconoscimento formale corrisponde un riconoscimento sostanziale. La combinazione di questi fattori non puň che allargare le fila di chi č - o si sente - escluso dalla democrazia.
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Guenther, Claudia. "Requisiti dei lavoratori non qualificati e semi-qualificati nel settore alimentare." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098007.

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Abstract:
Questo articolo analizza la situazione socio-lavorativa dei lavoratori con bassi livelli di qualifica (al di sotto del livello 4 dell'EQF), le esigenze di qualifica richieste dalle imprese, la trasparenza delle qualifiche tra i vari paesi partner ed il riconoscimento delle competenze e delle capacitŕ acquisite attraverso l'apprendimento non formale ed informale.
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Narzisi, Antonio, and Filippo Muratori. "Empatia e Teoria della Mente nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: le persone con autismo possono riconoscere le emozioni?" QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (May 2012): 101–12. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002011.

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Abstract:
Le persone con autismo possono riconoscere le emozioni? Questa domanda č il focus del lavoro. I risultati del nostro studio mostrano prestazioni deficitarie nelle prove verbali di Teoria della Mente ma non in compiti di Teoria della Mente contestuale, ovvero nella comprensione dei contesti emotivi, suggerendo che la presenza di spunti contestuali č di aiuto per il riconoscimento delle emozioni in bambini con autismo. Questi dati sono stati brevemente discussi attraverso la teoria dell'isomorfismo interpersonale (Psicologia della Gestalt); la teoria della simulazione incarnata (embodied simulation di Gallese); e la teoria del confine di contatto (psicoterapia della Gestalt). Inoltre l'elaborazione locale dell'informazione (livello sistematizzante) non č considerata un ostacolo per l'elaborazione globale/gestaltica dell'informazione e per il riconoscimento delle emozioni ma piuttosto come un segno di neuro-diversitŕ.
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8

Venturi Ferriolo, Massimo. "Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

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Abstract:
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
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Puxeddu, Efisio, Serena Saverino, and Silvia Morelli. "Riconoscimento e gestione della “Non Thyroidal Illness Syndrome” nel paziente ricoverato." L'Endocrinologo 19, S1 (February 22, 2018): 43–44. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0411-x.

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10

Hilpold, Peter. "Statualità e non riconoscimento nel diritto internazionale, written by Marina Mancini." Italian Yearbook of International Law Online 31, no. 1 (November 11, 2022): 571–73. http://dx.doi.org/10.1163/22116133-03101043.

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Dissertations / Theses on the topic "Non Riconoscimento"

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Fraulini, Katia. "Riconoscimento vocale mobile per non udenti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7216/.

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Boccali, Matteo. "Tecniche di Machine Learning Non Supervisionato per riconoscimento licenze." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il lavoro svolto riguarda l'applicazione di tecniche di machine learning non supervisionato per il riconoscimento di modelli su un dataset formato da testi di licenze software. Vengono applicate tecniche di trasformazione del testo in vettori da poter utilizzare poi come dati per degli algoritmi non supervisionati. Sono state applicate diverse tecniche di riduzione e trasformazione delle dimensioni per cercare di aumentare la qualità della rappresentazione in vettori. Sono state inoltre applicate tecniche per cercare di ottimizzare i risultati degli algoritmi non supervisionati.
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Scala, Matteo. "Sviluppo di un sistema di riconoscimento di stenosi coronariche non gravi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23865/.

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Abstract:
L’Intelligenza Artificiale è un campo dell’informatica che da tempo si afferma come valido strumento alternativo per la risoluzione di problemi tipicamente riservati esclusivamente all’intelletto umano. Se in principio gli algoritmi sfruttati nel campo dell’Intelligenza Artificiale erano basati su insiemi di regole codificate da esperti del dominio di applicazione dell’algoritmo, con l’arrivo del secondo millennio questo approccio è stato superato in favore di algoritmi che sfruttano grandi quantità di dati ed elevata potenza di calcolo per fare scelte ottimali. Un esempio di questo approccio può essere Deep Blue, che nel 1996, anche grazie ad un database di 4mila aperture e un’architettura che permetteva 11 GFLOPS fu la prima macchina a vincere una partita a scacchi contro un grande maestro. Col passare degli anni, l’aumentare degli investimenti e della ricerca, questo approccio ha portato alla strutturazione del campo dell’Apprendimento Automatico (Machine Learning, in inglese) dal quale sono scaturiti numerosi avanzamenti che hanno influenzato una moltitudine di ambiti: dall’agricoltura di precisione alla traduzione automatica, dal riconoscimento di frodi con carte di credito alla farmaceutica, dal marketing alla visione artificiale e molti altri, inclusa la medicina. Questo lavoro si concentra su proprio questioni relative al campo della medicina. In particolare si occupa di provare a riconoscere se le stenosi coronariche di un paziente sono gravi o meno attraverso l’uso di angiografie coronariche invasive e tomografie coronariche angiografiche; in maniera da diminuire delle angiografie coronariche invasive effettuate su pazienti che non ne hanno davvero bisogno.
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Serbati, Anna. "Riconoscimento e certificazione delle competenze tra apprendimento formale, non formale, informale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426298.

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Abstract:
The research framework lies within the new lifelong learning scenario and focuses on the field of adult employed students who enter university study programmes with extensive knowledge and expertise gained in previous educational, professional and extra-professional contexts. The theoretical and political framework refers to the theories of experiential learning, to the development and application of the competence paradigm, to the approaches and tools for recognition and validation of prior experiential learning acquired in informal and non formal contexts and finally to the European and national directives in this field. The general aim of the research is to identify theories, models, methodologies and tools that respond to adult students’ need not only for the recognition and certification of qualifications, but also of competences. The specific objective is to design (following the relevant elements highlighted in the theories and models identified and analysed), apply and assess prototypal tools and procedures for recognising and certifying previously acquired competences within formal programmes that lead to academic qualifications. The main referential theories and practices for developing a model are the French Validation des acquis de l’experience - VAE and the English Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL models, with specific focus on the educational value of the autobiographic reflective process and on the adviser’s methodological support. The empirical research context draws on a project - conducted by the Faculty of the Science of Education and Training of Padua University and located within a wider project of the Venetian Region - in the field of the certification of competences requiring adult employed students enrolled in Padua University to prepare a learning outcomes portfolio. This portfolio, which is the result of the description and documentation of experiences, the analysis of learning and the identification of competences to be recognized in terms of academic credits, is assessed by a specific Examination Board (composed of three lecturers) comparing the learning outcomes identified and demonstrated by the students with the learning outcomes expected at the end of the programme. The research strategy lies within the interpretativist paradigm and integrates quantitative and qualitative tools administered to all stakeholders involved, with a complementary purpose. The aim is to investigate, on the one hand, the practical elements, the strengths and weakness of the process in order to improve it, and, on the other hand, the model’s educational and professional implications, focussing on the development of adults’ wider comprehension and awareness of their own competences which is a necessary pre-requisite for obtaining external recognition. In the context of today’s uncertainty and the flexibilization of the socio-economic reality, the systematic exercise of identifying the main connecting thread and the coherence of individuals’ preceding personal pathway and the connections between formal, non formal and informal contexts may be an important strategy for developing autonomy and responsibility and for responding to educational, professional and personal transitions. The aim of the research, according to the European and national directives (particularly referring to the Italian Law 92/2012 and related to the legislative Decrees), is to propose a model which may be applied in analogous contexts and to suggest indications for building a University lifelong learning centre with services and processes for recognising prior experiential learning. In this way, Universities are called to fulfil a third mission, accepting the social challenge to propose educational, organisational and technological innovations that respond to the learning needs of adult and thereby interface with local networks of educational, training and professional systems.
La presente ricerca nasce nell’ambito del nuovo scenario di lifelong e lifewide learning e orienta il proprio campo d’indagine a lavoratori studenti, adulti che si avvicinano a percorsi formativi accademici portando con sé un bagaglio di saperi maturati nei contesti di vita formativa, lavorativa, extra-professionale. Il quadro teorico e politico fa riferimento alle teorie di apprendimento dall’esperienza, allo sviluppo e agli usi del paradigma della competenza, alle modalità di riconoscimento e validazione dei saperi acquisti in ambito non formale e informale e alle direttive europee e nazionali in materia. La finalità della ricerca è quindi quella di individuare teorie, modelli, metodologie e strumenti che possano rispondere all’esigenza dei lavoratori studenti di ottenere un riconoscimento e una certificazione non solo di titoli, ma anche di nuclei di competenze. L’obiettivo specifico perseguito è quello di progettare (sulla base degli elementi significativi riscontrati nei modelli e nelle teorie individuate e analizzate), applicare e valutare strumenti e procedure prototipali di riconoscimento e certificazione delle competenze precedentemente acquisite, perlopiù in contesti informali e non formali, all’interno di percorsi formali finalizzati all’ottenimento di un titolo universitario. Le teorie e pratiche di riferimento per l’elaborazione del modello sono quella francese di Validation des Acquis de l’Expérience – VAE e quella inglese di Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL, con particolare approfondimento degli aspetti di valenza formativa della narrazione autobiografica e di supporto metodologico offerto dalla figura di supporto dell’accompagnatore metodologico. Il contesto empirico della ricerca trae spunto da un progetto della Facoltà di Scienze della Formazione di Padova - all’interno di una macro-azione della Regione Veneto sul tema della certificazione delle competenze - e prevede la realizzazione per lavoratori studenti iscritti a corsi di laurea dell’Ateneo Patavino di un portfolio dei risultati di apprendimento. Quest’ultimo, esito dell’esplicitazione e documentazione dell’esperienza, dell’analisi dei propri saperi e dell’individuazione delle proprie competenze affinché possano essere riconosciute in termini di crediti formativi universitari, è infine valutato da un’apposita Commissione di docenti del corso di laurea interessato sulla base di un confronto tra i risultati di apprendimento attesi al termine del corso e quelli analizzati e comprovati dal candidato. La strategia di ricerca adottata si richiama al paradigma interpretativista e integra strumenti quantitativi e qualitativi somministrati a tutti gli attori coinvolti, secondo una logica di complementarietà. Si vuole, infatti, indagare, da un lato, gli aspetti operativi, gli elementi di criticità e i punti di forza riscontrati in una prospettiva di miglioramento, e, dall’altro, le ricadute formative e professionali del modello, con focus sullo sviluppo di comprensione e consapevolezza più ampie sulle proprie competenze da parte degli adulti, condizione imprescindibile per l’ottenimento di un riconoscimento esterno. Nel contesto di flessibilizzazione e incertezza della realtà socio-economica odierna, l’esercizio sistematico di individuazione dei fili conduttori e della coerenza del proprio percorso pregresso e delle connessioni tra i contesti formali, non formali e informali può divenire uno strumento importante di autonomia e responsabilità per rispondere a situazioni di transizione formativa, professionale e personale. Volontà della ricerca, collocandosi nelle direttive europee e nazionali sul tema (in particolare con riferimento alla legge 92/2012 e ai suoi decreti attuativi), è quella di proporre un modello riproducibile in contesti analoghi e tracciare indicazioni per la costituzione di un servizio di Ateneo per il riconoscimento e la certificazione delle competenze. In questa direzione, l’Università è chiamata ad una terza missione, raccogliendo la sfida sociale di proporre innovazioni didattiche, organizzative e tecnologiche che rispondano alla domanda di apprendimento di un pubblico adulto e quindi di interfacciarsi con le reti territoriali degli attori dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
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D'Ambros, Chiara. "I Curatori, tra Biografia, Formazione e Riconoscimento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426470.

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Abstract:
The focus of the present research is “healers”, as figures who do healing practices using personal and innate endowment or “gift”. It is a survey based on a qualitative methodology. The sample: 40 interview in depth supplemented with ethnographic observations. G.A.Gilli model has been taken as reference to interpret this phenomenon. Looking to ancient greek society through ancient littereture he points out the existence of “téchne bearer”, where “techne” means original endowment that existed beyond the society. The “techne bearer often find difficulties to be included in the society as he/she doesn’t fit into the social structure and so that is difficult to be controlled. The research also explores the links between healers and popular medicine, and healers and Comparative and Alternative Medicine environment. Some “healer costallations” have been pointed out as healers used different “methodology”; some of them use manipulation tecnique, others use specific rithuals, others use energy. To the subject of energy has been reserved some space to clarify its meaning in this contest. The formative paths that the healers have done, have been explored to better understand how they manifest their endowment and how they develop it. Often the main system doesn’t recognize their formative paths as it is out of the istitutional system. Much space has been given to the subject of “recongnition”. It has been noticed that self recognition is the most important element for healer to manifest their gifts and practice. External recognition has its importance afterwards. It has been observed how these figures are included or excluded and if their practice could be considered professional or not. Also the money matter (means if they charge or not money for what they do) has been observed. This point has revealed to be interesting as there are no conventional rules which legitimate or not their practice. In the end it has been described that healers have different cosmogony which they take as point of reference for their activity. Some of them refer to religious cosmogony, some other to “spiritual” one, some other to a system of meaning that appeals to a “rational point of view” and open to a multidimentional interpretation of reality. The present research doesn’t mean to enter on the efficacy of healr practices of healers but to point out their “presence” in the society, how they live their gift/endowment/techne and their practicing.
Il tema della ricerca è la figura del “curatore” inteso come soggetto che opera pratiche di cura non convenzionali sulla base di doti personali e innate. Si è svolta un’indagine di tipo qualitativo su un campione di quaranta interviste in profondità e integrata in diversi casi da osservazioni etnografiche. Si è indagata la presenza nel contesto sociale di portatori di tali caratteristiche originarie rifacendosi tra l’altro al modello proposto da G.A.Gilli (1988), basato sull’analisi della struttura sociale delle polis greche, secondo cui in ogni società vi sarebbero dei soggetti “portatori di techne”, ossia di doti originarie presocietarie che trovano spesso difficoltà di inclusione societaria in quanto sono difficilmente inseribili nella struttura e controllabili. Si sono indagati i legami che questi soggetti hanno con la medicina popolare, con altri ambiti di cura quale ad esempio quello della cosiddetta medicina non convenzionale. Si sono riscontrare delle “costellazioni” di curatori che sono state mappate alla luce delle caratteristiche delle pratiche da loro utilizzate alcune più legate alla manipolazione, altre alla cura con le erbe e altre ancora all’energia, tema quest’ultimo che è stato oggetto di approfondimento. Per poter comprendere più a fondo la loro origine e come le loro doti si manifestano, vengano scoperte e sviluppate si sono esplorati i percorsi formativi intrapresi da questi soggetti; percorsi spesso sottoposti a critiche/perplessità/scetticismi e mancati riconoscimenti da parte del sistema dominante. Al tema del riconoscimento si è dato largo spazio. Si è osservato che è fondamentale l’autoriconoscimento affinché i curatori manifestino le proprie doti, mentre il riconoscimento esterno diventa rilevante in seconda battuta. Si sono esplorate varie forme di inclusione ed esclusione a cui questi soggetti sono sottoposti, e quindi come la loro pratica venga o meno considerata professionale, o in che senso, eventualmente, potrebbe esserlo. Si è anche analizzata come la questione del denaro è legata a questi soggetti che praticano cure “non convenzionali” data la non chiara esistenza di tariffari o parametri di remunerazione. Si sono esplorate, infine, le cosmogonie evocate dai soggetti intervistati, la cui rilevazione permette di meglio comprendere la loro spinta a fare ciò che fanno e il senso che essi attribuiscono a loro agire. Essi si riferiscono ad ambiti religiosi, spirituali o anche appartenenti a sistemi di senso che riconducono a parametri razionali, che aprono ad una interpretazione della realtà multidimensionale. Con la presente ricerca non si è inteso entrare nel merito dell’efficacia delle cure di questi curatori quanto mettere in evidenza la loro presenza nella società, come essi vivono il loro dono, la loro techne e quindi il loro mestiere.
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6

Camanzi, Luca. "Fattorizzazione Matriciale Non Negativa: algoritmi e applicazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19242/.

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Abstract:
La fattorizzazione matriciale non negativa (NMF) è un metodo di riduzione di dimensione lineare recentemente studiato nell'ambito dell'analisi dei dati per le sue proprietà di estrazione di informazioni facilmente interpretabili da una matrice dei dati non negativa. Dopo una breve rassegna sulle approssimazioni matriciali a rango ridotto passiamo allo studio di alcuni algoritmi standard per la risoluzione della NMF. Sfruttiamo poi gli stessi per effettuare esperimenti in due ambiti applicativi: il text mining e il riconoscimento facciale. Infine introduciamo una variante ortogonale del problema, chiamata ONMF, di cui riportiamo l'equivalenza matematica con una variante pesata del metodo delle k-medie sferiche. Questo risultato consente di svolgere un confronto tra i risultati ottenuti da diversi algoritmi nel clustering di immagini iperspettrali.
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GUALTIERI, MARTINA MARIA MACARENA. "Non Recognition." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241155.

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Abstract:
Il non riconoscimento nel diritto internazionale il non riconoscimento presenta diverse questioni che devono essere risolte sia alla luce della sua natura, sia del suo contenuto sia dei suoi effetti. La prassi internazionali offre diversi esempi di non riconoscimento. Il presente lavoro cerca di dare ordine a questa varietà di casi cercando di capire come un’analisi di caso in caso sia l’approccio migliore per riaffermare l’importanza del non riconoscimento. Il fatto che esso presenti un contenuto diverso in base alla situazione non determina la sua non importanza. Esso anzi è uno strumento imprescindibile per garantire la tenuta dell’ordine internazionale.
Non-recognition in international law presents several questions that need to be resolved both in the light of its nature, its content and its effects. International practice offers several examples of non-recognition. The present work tries to give order to this variety of cases trying to understand how a case by case analysis is the best approach to reaffirm the importance of non-recognition. The fact that it presents a different content according to the situation which is the object of non-recognition does not determine its irrelevance. In fact, it turns out to be an indispensable tool to guarantee the preservation of the international order.
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Sartori, Martina <1988&gt. "I bianchi di titanio nella pittura ad olio contemporanea: riconoscimento non invasivo delle fasi cristalline, e studio del loro ruolo nei processi di degrado del legante." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8442.

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Abstract:
I pigmenti bianchi a base di biossido di titanio, nella forma rutilo e anatasio, sono tra i più diffusi nell’arte moderna e contemporanea. La nota attività fotocatalitica del TiO2 può rendere questo pigmento reattivo nei confronti dei leganti impiegati nella pittura, modificandone l’aspetto e quindi l’impatto visivo. Scopo di questo lavoro di tesi è lo sviluppo di un metodo analitico per distinguere i due polimorfi tetragonali attraverso indagini di tipo non invasivo e lo studio del loro differente comportamento chimico-fisico. Il primo obiettivo di questa tesi consiste nel determinare l’efficacia ed i limiti di rivelabilità di tecniche spettroscopiche vibrazionali non invasive (Raman e FT-IR in riflessione) nel riconoscimento delle due fasi cristalline in sistemi complessi (modelli pittorici ad olio con rutilo e anatasio in miscela tra loro o con altri bianchi). Il secondo obiettivo è comprendere il ruolo di rutilo e anatasio nei processi di degrado che coinvolgono il legante lipidico, sottoponendo delle stesure pittoriche ad invecchiamento termico e fotochimico. L’invecchiamento è stato monitorato tramite FT-IR (in riflessione, trasmissione e ATR), Raman, colorimetria ed analisi termica TG/DSC. I risultati ottenuti hanno evidenziato che entrambe le forme appaiono stabili in condizioni di temperatura e umidità (T=40°C e UR>90%) normalmente sfavorevoli per la pittura ad olio. Mentre i test di invecchiamento fotochimico hanno mostrato che entrambi i polimorfi sono reattivi alla luce, favorendo il degrado del legante lipidico quando irradiato a 280-2000 nm.
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Spera, Giulia. "Pratiche di cura e sistemi simbolici. Lo Shiatsu." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427551.

Full text
Abstract:
Complementary and alternative medicine is an umbrella term which refers to an intricate, heterogeneous and controversial world that is object of intense debates in many different fields, from scientific medicine to mass media. This work represents not only the chance to investigate a sociological field, not very popular among Italian scholars, but also the possibility to understand the reality of a phenomenon which is increasingly popular in term of numbers of consumer usage. What we try to describe is the meaning and the experience of these practices from the point of view of the CAM practitioners. The data has been collected during 3 years of ethnographic work as student in a Institute for shiatsu practitioner. The aim of this work is to describe the different strategy adopted by the CAM practitioners in order to achieve professional status, especially in the form of statuary regulation. Many authors consider professional status a worthwhile goal for CAM occupations, yet it seems to be a process fraught with tensions. In this work we underline the connection between the strategies and how the knowledge base of the shiatsu discipline is organized and transmitted. We analyze how internal battled over the infusion of medical science into the knowledge base are part of the process for establishing legitimacy. The focus in on the boundary-work inside and outside the complementary and alternative medicines, in which boundaries are conceptualized as demarcation of difference but also as means of communication, as opposed to division, especially between CAM and scientific medicine. This research is aimed to get how different positions in legitimacy process are created by specific organizational cultures. Each particular organizational culture is the direct expression of the common practice and knowledge of its own members, with particular reference to the founders’ role and to the peculiarity of the transferred competencies, both connected to the practical and experiential dimension: due to this fact it’s hard to reach today a general concordance on the meaning of legitimacy. In particular the failed institutional acknowledgment could be connected with the difficult process of the professional status’ definition of shiatsu practitioner, of training standard terms and operating ways by which these knowledge could be transmitted
Le pratiche di cura non convenzionali definiscono un mondo complesso, eterogeneo e piuttosto controverso che suscita interesse e accesi dibatti negli ambiti più vari e disparati, dalla medicina scientifica ai mezzi di comunicazione di massa. Questa ricerca ha rappresentato, non solo l’occasione di indagare un ambito di studi che solo di recente ha attirato l’attenzione della sociologia italiana, ma anche la possibilità di soddisfare un desiderio, del tutto personale, di comprendere una realtà che diventa ogni giorno sempre più famigliare e sempre meno alternativa. A tale scopo si è scelto di condurre la ricerca partecipando in prima persona a un percorso formativo professionale per operatori shiatsu. L’indagine qui presentata si propone di descrivere dal punto di vista di chi pratica, insegna, apprende, si avvicina alla disciplina dello shiatsu qual è il senso di questo “modo di avere cura” di sé e degli altri, al fine di cogliere, ove possibile, le connessioni con il lento e difficile processo di riconoscimento normativo e di inclusione nella medicina ufficiale, nonché, anche – almeno per taluni aspetti- con il crescente successo di pubblico. Nonostante la persistente marginalizzazione dal punto di vista normativo, le pratiche di cura non convenzionali sembrano svolgere un ruolo centrale nella vita quotidiana, fornendo strumenti, strategie e risposte alle nuove esigenze di cura di sé, risultato e al tempo stesso prodotto dei cambiamenti contemporanei nel campo della salute e del benessere. L’analisi pone l’accento sulla definizione dei confini interni ed esterni al campo delle pratiche di cura non convenzionali. Nella prospettiva adottata i confini rappresentano non solo linee di separazione e di divisione ma anche spazi di interazione e di scambio all’interno dei quali è possibile negoziare e ridefinire i confini sempre più sfumati che separano le pratiche di cura non convenzionali dalla medicina scientifica. Nonostante, infatti, le pratiche di cura non convenzionali, rappresentino ancora, per molti aspetti, un tutt’uno indifferenziato ed eterogeneo Colombo e Rebughini (2003, 2006) la ricerca vuole essere un tentativo di cogliere le possibili modalità di strutturazione all’interno di questo campo, descrivendo le diverse strategie messe in atto dagli operatori per ottenere una legittimazione istituzionale. L’analisi è volta a comprendere come l’esistenza di specifiche culture organizzative, che trovano espressione nelle pratiche e nel tipo di conoscenza che viene condivisa dai membri delle differenti strutture formative, con particolare riferimento alla figura dei fondatori e alla peculiarità della natura delle competenze trasmesse, che si basano largamente su un sapere primariamente pratico ed esperienziale, contribuiscano all’esistenza di posizioni piuttosto differenti all’interno del panorama organizzativo rispetto al processo di legittimazione. In particolare viene messo in evidenza come il mancato riconoscimento istituzionale possa essere connesso con il difficile processo di definizione della figura professionale dell’operatore shiatsu, degli standard formativi e delle modalità attraverso cui queste conoscenze debbano essere trasmesse
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Barbieri, Niccoló. "Trattamento del concetto di clustering a partire dalla definizione di misure di similarità e criteri valutativi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24266/.

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Abstract:
Con la presente tesi ci si poneva l’obbiettivo di studiare lo stato dell’arte riguardo al tema degli algoritmi di clustering; principalmente su dati non categorizzati. A tal fine sono stati analizzate prima le tematiche riguardanti misure di similarità e criteri valutativi, ponendo esempi sia per dati di tipo numerico che per dati categorizzati; questi risultano essere temi paralleli al più centrale tema proposto, ma restano argomenti fondamentali al fine della comprensione del funzionamento degli algoritmi di clustering. Successivamente è stata portata avanti una disamina sulla tematica principale, ovvero sul tema degli algoritmi veri e propri, trattando in primo luogo le famiglie principali, ossia il clustering gerarchico e la controparte partizionale, per queste distinzioni è stato sfruttato l’articolo1; per poi elencare anche metodi alternativi; spesso più specifici ma non meno importanti; infine è stata inserita una breve rappresentazione di alcuni potenziali utilizzi di questi algoritmi, sia in ambito di ricerca che in ambito aziendale.
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Books on the topic "Non Riconoscimento"

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Tassinari, Davide. Nemo tenetur se detegere. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg263.

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Abstract:
Il tema dei profili sostanziali del nemo tenetur se detegere è stato di rado analizzato dalla letteratura penalistica italiana, che se ne è occupata in pochi – ma assai pregevoli – studi. La possibile valenza del principio quale causa di non punibilità, operante al di fuori dell’angusto ambito segnato dall’art. 384 c.p., è stata, a seconda dei diversi punti di vista, tout court esclusa, ovvero ricondotta all’ambito dell’antigiuridicità penale, ovvero ancora al discusso contesto della inesigibilità. La problematica viene affrontata attraverso un’analisi del principio, estesa ai suoi profili storici e filosofici, nei sistemi di common law, ove esso è stato per la prima volta affermato ed ha altresì trovato un espresso riconoscimento nel quinto Emendamento della Costituzione statunitense. Lo studio di diritto comparato assume un ruolo centrale per la ricostruzione della struttura e dei contenuti del se detegere anche nell’ordinamento italiano. In particolare, il principio si rivela connotato da una duplice valenza, oggettiva e soggettiva, al contempo valore dell’ordinamento e prerogativa individuale, e perciò interagisce con i diversi livelli della struttura del reato: tipicità, antigiuridicità e colpevolezza. Nell’ambito dell’antigiuridicità, il suo modus operandi viene ricostruito mediante un’innovativa analisi dei problemi (di fatto lasciati irrisolti dal dibattito dottrinale del nostro Paese) del bilanciamento di interessi e del concorso di persone nel reato; nel contesto della colpevolezza, per contro, emergono i profili umanistici del se detegere, ed esso non viene in considerazione quale diritto, ma assume una fisionomia ribelle e anarchica, dominata dall’impulso del reo alla ricerca dell’impunità.
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Tubertini, Claudia. Pubblica amministrazione e garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg242.

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Abstract:
L’opera si propone di verificare l’Incidenza sulla Pubblica Amministrazione della nuova previsione contenuta all’art. 117, comma 2, lett. m) della Costituzione, che affida al legislatore statale la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (i cd. LEP). Se, da un lato, il riconoscimento di maggiori competenze alle autonomie territoriali può incidere sul concreto godimento dei diritti, d’altro lato nella Costituzione attuale esistono numerosi strumenti che consentono di differenziare lo status delle Regioni e degli enti locali, garantendo, al contempo, parità di accesso su tutto il territorio nazionale alle prestazioni ritenute coessenziali alla cd. cittadinanza sociale. Tra questi strumenti, vi è senza dubbio la previsione dei LEP che, se correttamente interpretata alla luce del principio di uguaglianza, può costituire uno strumento per il superamento di tutte le disuguaglianze, derivanti o meno dall’intervento degli enti sub-statuali, e può consentire al livello nazionale di mantenere entro i binari del federalismo cooperativo l’attuale sistema amministrativo. Da tale lettura discendono precise conseguenze sull’interpretazione dei contenuti e dello spessore che può rivestire la disciplina dei LEP, la quale non solo può abbracciare, entro certi limiti, aspetti qualitativi, quantitativi ed organizzativi (e dunque assumere una funzione di indirizzo dell’amministrazione e della relativa organizzazione), ma può anche giustificare la creazione di meccanismi di finanziamento basati sulla predeterminazione dei costi di erogazione e di meccanismi di monitoraggio dell’effettiva erogazione. Nel campo della tutela della salute, l’analisi dell’esperienza sinora condotta mostra il positivo sforzo compiuto dallo Stato e dalle Regioni nell’identificazione delle prestazioni essenziali sulla base dei principi di pertinenza, efficacia e, soprattutto, appropriatezza, intesa come contemperamento tra idoneità alla soddisfazione dei bisogni dei destinatari e concreta realizzabilità, alla luce delle complessive condizioni organizzative e finanziarie del servizio; la conclusione è un sostanziale apprezzamento (sia pure a fronte delle inevitabili difficoltà attuative e di alcune indubbie forzature del testo costituzionale, nella direzione di un riaccentramento di competenze) della direzione intrapresa, con metodo collaborativo, per garantire l’erogazione dei LEA su tutto il territorio nazionale e, dunque, per rendere effettivo anche il “dovere di adeguatezza organizzativa” che ricade sulla Pubblica Amministrazione.
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Tordini Cagli, Silvia. Principio di autodeterminazione e consenso dell'avente diritto. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg238.

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Abstract:
La tematica del consenso dell’avente diritto viene affrontata con particolare riferimento al fondamento, alla collocazione sistematica e ai limiti di efficacia di questo istituto, attraverso un percorso che coinvolge profili di diritto costituzionale, di filosofia morale e di criminologia, oltre, che, naturalmente, più prettamente penalistici. Il riconoscimento di una rilevanza alla volontà della vittima nell’ambito dell’ordinamento penale non è un dato di immediata evidenza, essendo il diritto penale ramo del diritto pubblico caratterizzato da un rapporto di subordinazione del singolo allo Stato; ciononostante il consenso ha sempre avuto un ruolo nella determinazione della responsabilità penale. Negli attuali ordinamenti democratici, soprattutto con l’entrata in vigore delle Costituzioni repubblicane, si riscontra una tendenza ad una sempre maggiore valorizzazione della libertà di autodeterminazione del soggetto in relazione alla gestione dei propri beni e/o diritti. Affrontare la questione del fondamento del consenso dell’avente diritto e della sua efficacia nell’ambito del diritto penale significa interrogarsi sul fondamento e sui limiti del diritto di autodeterminazione, essenza del consenso stesso. Poter individuare un fondamento costituzionale del diritto di autodeterminazione significa, oggi, garantire la massima estensione al consenso dell’avente diritto. È in questa ottica che si snoda il percorso di approfondimento seguito dall’autrice, al fine di ampliare l’alveo dei diritti disponibili, con un rifiuto netto del principio del c.d. paternalismo (forte) quale criterio di legittimazione dell’intervento penale e negazione, dunque, della legittimità di una tutela (penale) dell’individuo "da se stesso". Silvia Tordini Cagli è attualmente ricercatore di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna. È altresì titolare dell’insegnamento di Diritto penale generale e del lavoro nell’ambito del corso di laurea per Consulente del lavoro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Parma ed è stata titolare di assegno di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si segnala: "Peculato e malversazione", voce in Digesto delle discipline penalistiche , vol. IX, Torino, 1995, 334 ss.; Condotta della vittima ed analisi del reato , in "Rivista italiana di diritto e procedura penale", 2000, 3, 1148 ss.; "La rilevanza penale dell’eutanasia tra indisponibilità della vita e principio di autodeterminazione", in Nuove esigenze di tutela nell’ambito dei reati contro la persona , a cura di S. Canestrari e G. Fornasari, Bologna, 2001; "Delitto preterintenzionale e principio di colpevolezza", in Casi e materiali di diritto penale , Parte generale, vol. I, a cura di A. Cadoppi, S. Canestrari, Milano, 2002; "Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale?", in Medicina, bioetica e diritto , a cura di P. Funghi e F. Giunta, Pisa, 2005, 265 ss.; "Consenso dell’avente diritto", voce in Il Diritto , Enc. Giur. del Sole 24 ore, 2007, vol. III.
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Book chapters on the topic "Non Riconoscimento"

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Perulli, Adalberto. "Il diritto del lavoro tra libertà, riconoscimento e non-dominio." In Studi e saggi, 101–23. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.08.

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Abstract:
The essay deals with the issue of freedom in labor law through dialogue with two currents of philosophical-political thought: neo-republicanism and the neo-Hegelian theory of social freedom. After the critique of neoliberal economic thought, labor law can draw on these two currents of political philosophy to consolidate, from an evolutionary point of view, its own value paradigm and to identify a new regulatory project that lives up to the challenge of neo-modernity. The ideas of freedom as non-domination and as social freedom, unlike the classical liberal concept of negative freedom, converge in the construction of social rights, such as codetermination, around which to found a new course of labor law.
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D’Attoma, Sara. "3 • La violenza domestica e l’iter legislativo." In Sinica venetiana. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-602-2/003.

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Abstract:
L’iter legislativo che ha portato alla promulgazione della legge contro la violenza domestica è stato lungo e non privo di difficoltà, ma questa lunga marcia verso il riconoscimento degli abusi come una questione non più relegata entro le mura domestiche, e che le travalica riverberandosi nella società, presenta ancora notevoli lacune e problemi di applicazione.
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Conference papers on the topic "Non Riconoscimento"

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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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Maccarrone, Maria. "Paesaggi costieri modificati da mezzi nautici a fine vita." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7997.

Full text
Abstract:
Guardare dei luoghi prodotti da eterogenee mescolanze di elementi di varia natura può attivare dei processi trasformativi dei paesaggi in cui è possibile plasmare e riusare ciò che si trova. La ricerca sui Beni galleggianti a fine del ciclo di vita nei paesaggi costieri indaga il fenomeno dell’abbandono dei mezzi nautici alla fine del ciclo di vita come forma apparente che muta in altra forma e il paesaggio contaminato come deposito dell’energia di una natura persistente. Paesaggi fluviali, marittimi o lacustri accolgono l’azione umana per ciò che in essi lascia, vale a dire resti di natanti arenati sulle coste o accatastati in luoghi di fortuna; stampi di costruzione dismessi; relitti faticosamente censibili di imbarcazioni affondate per avaria o deliberatamente inabissate in quanto ritenute desuete. L’insieme delle imbarcazioni alla fine del ciclo di vita assume la forma di un patrimonio nautico dell'abbandono che occupa porzioni di litorali, depaupera gli ecosistemi di terra e d'acqua e altera la percezione del paesaggio preesistente. Il riconoscimento del fragile stato di quei particolari ambiti terrestri ed acquatici, vitali e limitati, è fondamentale per la loro sopravvivenza, e non solo. Preludio per nuovi stadi evolutivi, i paesaggi costieri contaminati si possono trasformare in metafore poetiche di un dialogo rinnovato fra uomo e natura, luoghi d’innovazione e di possibilità in grado di autogenerarsi e garantire nel tempo una fruibilità condivisa. Looking at places produced by heterogeneous mixtures is possible activate the transformative processes of the landscapes where to reuse what you find. The research on "floating at the end of the life cycle in coastal landscapes" explores the phenomenon of abandoned boat at the end of life as a form apparent, and the polluted landscape as the storage of persistent nature. Landscapes of river, sea or lake the accommodate human actions: the remains of boats stranded on the coasts or stacked; molds abandoned; wrecks of sunken ships to deliberately damage or sunken as they are considered obsolete. The set of vessels at the end of the life cycle takes the form of a abandoned nautical heritage which occupies portions of the coasts, depletes ecosystems of land and water and alters the perception of the landscape preexisting. The recognition of the fragile state of those particular areas of land and water, vitals and limited, it is essential for their survival, and more. Prelude to new developmental stages, the coastal landscape hybridized can transformed into poetic metaphors of a renewed dialogue between man and nature, place of innovation and opportunity that can self-generate and ensure the usability.
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