Academic literature on the topic 'Non-interferenza'

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Journal articles on the topic "Non-interferenza"

1

Toso, Fiorenzo. "Contatto linguistico e percezione. Per una valutazione delle voci d’origine sarda in tabarchino*." Linguistica 40, no. 2 (December 1, 2000): 291–326. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.2.291-326.

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Abstract:
Questo saggio intende approfondire il tema del contatto linguistico e dei meccanismi percettivi connessi, esaminando criticamente il problema dell 'interferenza sarda nella parlata ligure-tabarchina di Carloforte e Calasetta. Malgrado l'esistenza di studi specifici su questa varietà, una valutazione complessiva della componente lessicale sarda nelle sue motivazioni storico-linguistiche e sociolinguistiche non è mai stata avanzata; nondimeno, essa assume particolare interesse per quanto attiene non solo ai meccanismi di assunzione dei prestiti, ma anche alia percezione dei fenomeni di contatto da parte dei parlanti.
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Salvi, Giovanni. "L'iniziativa disciplinare: dati e valutazioni." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 69–92. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005006.

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Abstract:
1. Giustizia domestica? / 2. Il gigantismo della giustizia disciplinare e i valori tutelati / 3. Le scelte organizzative della Procura generale / 4. Ricadute della tipizzazione collegata all'obbligatorietŕ dell'azione / 5. Le tipologie di illeciti perseguite / 6. Le scelte della Procura generale non sottoposte a controllo / 7. Trasparenza: scelta di fondo della Procura generale / 8. La "massimazione" dei provvedimenti di archiviazione. La tutela della riservatezza / 9. Rendere chiare le ragioni delle scelte sull'azione / 10. Misure cautelari: interferenza o coabitazione? / 11. Disciplinare e valutazioni di professionalitŕ.
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3

D'Onofrio, Felice. "Biologia e morale nella nostra reattività." Medicina e Morale 40, no. 4 (October 31, 1991): 641–49. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1129.

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Abstract:
La reattività presente in tutte le varie specie animali, nell'uomo assurge a sistema dominante, caratterizzando il soggetto in tutti i suoi rapporti con gli altri. Nell'ambito comportamentale devono essere sempre tenuti presenti le influenze degli ormoni e la loro interferenza sulla componente psico-intellettiva dell'individuo. Analoga importanza ha però la componente morale che è anche nettamente influenzata dai sistemi educativi, culturali ed ambientali nonché dal progresso tecnico e dai mezzi di comunicazione sociale dei nostri tempi. Nell'ambito dello stesso individuo sono in funzione meccanismi di equilibrio; quando tale equilibrio non è raggiunto ne deriva una patologia che si può esprimere in nevrosi o altre manifestazioni psico-emotive. Nella ricerca continua dell'equilibrio, vanno sottolineati i valori della trascendenza che indubbiamente rappresentano gli agganci più validi per il riequilibrio reattivo dell'uomo.
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D'Onofrio, Felice. "Contraccezione e metodi ciclici naturali: considerazioni." Medicina e Morale 39, no. 1 (February 28, 1990): 93–114. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1189.

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Abstract:
Le recenti discussioni in tema di contraccezione sono state oggetto di una riflessione che prende spunto da un articolo pubblicato da B. Haring nel 1976, nel quale vengono espresse alcune opinioni sui metodi ciclici o naturali in base ad alcuni dati scientifici all'epoca pubblicati. Dopo un'attenta disamina della letteratura utilizzata da Haring, anche alla luce delle più recenti ricerche, l'Autore sottolinea come ancora oggi i metodi ciclici naturali sono gli unici che non hanno alcuna interferenza su i processi biologici della sfera sessuale femminile e che il presunto rischio abortivo, derivante da zigoti invecchiati, rappresenta un'ipotesi che non trova alcuna giustificazione negli stessi dati scientifici utilizzati da Haring quando, nel 1976, ha adombrato tale ipotesi nel raffronto tra metodi ciclici naturali e metodi contraccettivi. Di fronte al dilagare di tecniche che vanno sempre più manomettendo la vita, viene auspicato che i ricercatori abbiano sempre come fine il rispetto dell'uomo integrale ed i moralisti non si lascino trascinare dalla moda dei tempi che predilige una visione immanente della vita.
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5

Locci, Giorgio. "Ipertensione Arteriosa da Anti VEGF: un problema da gestire." Cardiologia Ambulatoriale, no. 3 (November 30, 2020): 187–90. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-8.

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Abstract:
I farmaci che inibiscono il Vascular Endothelian Growth Factor (Anti VEGF) hanno come effetto collaterale l’Iper-tensione Arteriosa fino a circa il 40% dei casi. Questo effetto sembra favorito dalla riduzione della densità dei capillari e delle arteriole, dal blocco della NO-sintetasi e dall’aumento di Endotelina, che determina un’alterazione dell’equi-librio tra vasodilatazione e vasocostrizione a favore di quest’ultima; essi inoltre possono determinare fenomeni trombotici con ischemia miocardica e, anche se raramente, scompenso cardiaco. Nei pazienti trattati con questi farmaci bisogna fare una Stratificazione del Rischio Cardiovascolare a 10 anni applicando la tabella dello SCORE come indicato nelle Linee Guida Europee ESC/ESH 2018. Per la terapia mirata anti-ipertensiva si possono usare i Beta bloccanti, gli Ace-Inibitori, i Sartani ed i Calcio antagonisti diidropiridinici. Mentre sono da evitare i calcio-antagonisti non diidro-piridinici come il Diltiazem ed il Verapamil per la loro Interferenza con il Citocromo p450. I diuretici vanno sconsigliati per gli effetti sull’equilibrio idroelettrolitico spesso compromesso in molti pazienti neoplastici.
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6

Kaës, René. "Note sugli spazi della realtà psichica e il malessere in tempo di pandemia." INTERAZIONI, no. 2 (November 2022): 13–41. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-002002.

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Abstract:
Durante i 55 giorni di confinamento imposti in Francia dalle autorità come misura di protezione dal contagio dal virus Covid-19, dal 13 marzo all'11 maggio 2020, ho preso degli appunti, a caldo, e poi li ho rilegati facendo molti tagli e cuciture. Il mio intento era di aprire qualche via di riflessione sull'impatto di questa pandemia sui tre principali spazi della realtà psichica di cui ho definito formazioni e processi: lo spazio intrapsichico, appartenente ai soggetti considerati nella loro singolarità; lo spazio intersoggettivo, relativo ai legami che i soggetti stabiliscono con altri soggetti; lo spazio degli insiemi plurisoggettivi di cui i soggetti sono membri, come le famiglie, i gruppi e le istituzioni. Questi spazi non sono impermeabili gli uni con gli altri, sono porosi, in un rapporto di interferenza e trasformazione reciproca. Ed è proprio sui flussi della realtà psichica tra questi spazi in questo periodo di pandemia che porto la mia attenzione.
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Furnari, Marianna Gensabella. "Dall’autonomia alla responsabilità: il desiderio di maternità e la possibilità della FIVET." Medicina e Morale 49, no. 5 (October 31, 2000): 879–907. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.769.

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Abstract:
Fino a che punto il desiderio di maternità, frustrato dalla sterilità, può servirsi delle nuove possibilità offerte dalla FIVET? Quale criterio ci consente di distinguere tra un dominio ragionevole ed uno irragionevole sulla natura? Il ripensamento dell’indissolubilità del nesso corpo-persona, e dell’imperativo kantiano, che impone di non considerare mai l’umanità solo come messo, aiutano a trovare una misura che appare smarrita. Ma è possibile applicare l’imperativo kantiano a tutti i soggetti coinvolti nella FIVET? Attraverso una discussione con le tesi della bioetica laica, si evidenzia come quell’imperativo vada inteso, non solo a tutela del diritto dei genitori al consenso libero e informato, ma anche a tutela dell’embrione. Al di là delle distinzioni strumentali tra pre-embrione ed embrione, e al di là della diversità di opinioni se l’embrione si o no persona, sta la certezza che l’embrione è un essere umano, certezza che impone di rispettarlo “come uno di noi”. Nel confronto con tale imperativo il desiderio di maternità trova un limite che è spesso dimenticato. Iscritto nella sfera intima, inviolabile della corporeità, il desiderio di maternità sembra regolato solo dal principio di autonomia, che su quella sfera domina. Occorre però ripensare il principio di autonomia e il modio in cui intendiamo la nostra corporeità. Rifletto come nomos che si dà un autos che è corpo/persona, il principio di autonomia trova il limite della mia indipendenza non solo nella non interferenza con gli altri, ma nella legge iscritta nella stessa corporeità, cioè nella difesa della vita, mia e altrui. È lo stesso desiderio di maternità a guidarci in questa rilettura del principio di autonomia: iscritto nel corpo, tale desiderio va oltre il corpo proprio, aprendosi alla corporeità dell’altro perché un terzo abbia vita. Di fronte alla rivendicazione dell’autonomia del procreare si leva la voce della responsabilità, da sempre insita nell’esser-madre: una voce che invita a tutelare la vita che chiamiamo al mondo sin dal suo primo apparire, e a vigilare perché le siano assicurati i diritti fondamentali dell’identità parentale e della famiglia. Inteso nella sua verità, non come desiderio di avere un figlio ma come desiderio di essere madre, il desiderio di maternità, trova in se stesso la propria regola, il correttivo a quel dilatarsi indefinito dei fini, quasi una “festa del desiderio” a cui la FIVET eterologa apre. Ciò significa imparare a cadenzare, o addirittura a fermare, il passo del desiderio, seguendo le voci antiche di Logos e Cura.
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Fauceglia, Domenico. "Nullità e conformazione dei contratti di impresa ad opera delle autorità indipendenti = Nullity and conformation of business contracts by authorities." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 10, no. 2 (October 5, 2018): 306. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2018.4379.

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Abstract:
Riassunto: Sin dall’avvento nel sistema istituzionale italiano delle c.d. Autorità indipendenti, al-le quali è attribuito il potere di regolare settori sensibili del mercato (domain sensibles), si è posta l’attenzione sulla particolare interferenza tra regolazione del mercato e di-sciplina dei contratti. In parti­colare, le Autorità indipendenti godono di un potere re-golamentare abbastanza variegato: la legge attri­buisce alle Authorities i poteri di defi-nire i procedimenti di formazione e conclusione, nonché la forma e il contenuto mi-nimo dei contratti. In relazione a questi ultimi poteri, si cercherà, con tale contributo, di esaminare le ipotesi di nullità negoziale derivanti dalla difformità dei contratti ri-spetto ai regolamenti delle Autorità Indipendenti, nonché le ipotesi di eteroregola-mentazione dei contratti ad opera dei rego­lamenti delle Autorità Indipendenti.Parole chiavi: contratto, mercato, autorità indipendenti, nullità dei contratti, integrazione contrat-tuale, contratti d’impresa, contratti bancari, contratti finanziari.Abstract: Since the inclusion in the Italian institutional system of the c.d. Independent authori-ties, which are given the power to regulate sensitive sectors of the market (domain sensibles), attention has been focused on the particular interference between market regulation and contract discipline. In particular, the Authorities have quite a varied regulatory power: the law gives the Authorities the power to define the starting and conclusion procedures, as well as the form and minimum content of the con­tracts. In relation to these last powers, we will try, with this contribution, to examine the hy-pothesis of negotiation nullity deriving from the non-conformity of the contracts with the regulations of the Inde­pendent Authorities, as well as the hypothesis of external regulation of the contracts by the regulations of Independent Authorities.Keywords: contract, market, independent authorities, nullity of contracts, contractual inte-gration, business contract, banking contracts, financial contracts.
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Saturno, Jacopo. "INTERFERENZA INTERLINGUISTICA NELL’ACQUISIZIONE DELL’ACCORDO DI GENERE IN ITALIANO L2." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 13–34. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17127.

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Abstract:
Questo lavoro è dedicato agli errori di accordo di genere nell’italiano L2 parlato da studenti la cui L1 è il polacco. L’articolo si concentra sui sostantivi il cui genere differisce tra la L1 e la L2 (es. It. casa[F] vs. Pol. dom[M] ‘casa’). L’ipotesi della ricerca è che in tali condizioni, l’accordo può verificarsi nella forma di genere richiesta non dalla lingua di destinazione, ma dalla L1. La configurazione linguistica scelta è particolarmente appropriata per rispondere alla domanda di ricerca perché le due lingue presentano sistemi di genere parzialmente sovrapposti (It. M/F, Pol. M/F/N) e modelli di accordo simili (aggettivi, pronomi, alcune forme verbali). Diciassette studenti universitari polacchi appendenti l’italiano L2 hanno tradotto oralmente nella lingua di arrivo una serie di frasi in lingua polacca contenenti modelli di accordo di genere. Metà dei sostantivi target differivano per genere tra la L1 e la L2, mentre l’altra metà presentava un genere identico. Le frasi target sono state progettate per indagare ulteriormente il potenziale effetto del POS (aggettivo vs. articolo definito vs. verbo) e del genere del nome nella L2. I dati confermano l’ipotesi iniziale ed evidenziano un ruolo significativo per tutte le variabili considerate, anche se di diversa entità. Interlingual interference in the acquisition of gender agreement in Italian L2 This work is devoted to gender agreement errors in L2 Italian as spoken by L1 Polish learners. The paper focusses on nouns whose gender differs between the L1 and the L2 (e.g. It. casa[f] vs. Pol. dom[m] ‘house’). The research hypothesis is that in such conditions, agreeing elements may occur in the gender form required not by the target language, but by the L1. The chosen language configuration is particularly appropriate for investigating the research question because the two languages exhibit partially overlapping gender systems (It. m/f, Pol. m/f/n) and similar agreement patterns (adjectives, pronouns, some verb forms). Seventeen L1 Polish university students of L2 Italian orally translated into the target language a set of Polish sentences containing gender agreement patterns. Half of the target nouns differed in gender between the L1 and the L2, while the other half exhibited identical gender. Target sentences were designed to further investigate the potential effect of POS (adjective vs. definite article vs. verb) and noun gender in the L2. The data confirm the initial hypothesis and highlight a significant role for all the variables considered, although of varying magnitude.
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Zuppa, Antonio Alberto, Valentina Cardiello, Riccardo Riccardi, and Maria Cavani. "Tecniche di riproduzione assistita (ART) e rischio di malformazioni congenite: aspetti epidemiologico-clinici ed etici." Medicina e Morale 61, no. 4 (April 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.129.

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Abstract:
Gli autori riportano i più recenti dati di letteratura scientifica relativi alle più frequenti complicanze neonatali dell’induzione della gravidanza soprattutto con le recenti tecniche di riproduzione assistita IVF e ICSI. Gli autori si soffermano sulla aumentata incidenza di malformazioni congenite nei neonati da tecniche di fecondazione assistita, in particolare nei neonati da gravidanza indotta con ICSI. Inoltre gli autori si soffermano sulla eziopatogenesi di tale aumentata incidenza di malformazioni congenite, collegata verosimilmente sia alla tecnica in sé, in special modo alla ICSI più invasiva della IVF, che alle cause della sterilità di coppia.Vengono poi considerate altre problematiche neonatali collegate alle tecniche di riproduzione assistita, in particolare alle ICSI, come l’aumento delle anomalie genetiche e cromosomiche, come le delezioni del cromosoma Y, spesso ereditate dal padre affetto da oligo-azoospermia e l’aumentata incidenza di sindromi da interferenza con l’imprinting genomico. Infine gli autori si soffermano su alcune problematiche di bioetica, come l’importanza degli interventi di tipo preventivo e di tipo terapeutico non sostitutivi dell’atto coniugale per risolvere molte cause dell’infertilità di coppia, la problematica relativa agli embrioni in esubero come conseguenza delle ART, il rapporto costi/benefici applicato alle ART che pende pesantemente dalla parte dei costi altissimi per la salute della madre e del nascituro e sul ruolo del medico che aiuta e non stravolge con metodi sostitutivi l’atto coniugale finalizzato al processo procreativo. ---------- The authors refer to the recent scientific literature concerning the most frequent neonatal complications of the induced pregnancy especially after the recent techniques of assisted reproduction IVF and ICSI. The authors are interested in the increased incidence of congenital malformations in infants born from assisted reproductive technology, especially in infants born after the ICSI technique. Furthermore, the authors are very interested in the etiology of this increased incidence of congenital malformations, probably connected both to the technique in itself, especially for the more invasive ICSI, that couple’s infertility. Then the authors consider other neonatal problem related to the ICSI technique: the increase of genetic and chromosomal abnormalities, as chromosome Y deletion, often inherited from the father suffering from oligo-azoospermia and the increased incidence of genomic imprinting’ syndromes. Finally the authors are concerned about some issues in bioethics, such as the importance of preventive interventions and the types of therapy that cannot replace the conjugal act to resolve a lot of causes of infertility; the problem of the surplus embryos, the cost/benefit analysis applied to ART hanging heavily on the side of a very high cost to the health of mother and unborn child and the role of the doctor who helps and could not distort with alternative methods, the conjugal act designed for the procreation.
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Dissertations / Theses on the topic "Non-interferenza"

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KILINC, GORKEM. "Formal Notions of Non-interference and Liveness for Distributed Systems." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/102363.

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Abstract:
La tesi propone una cornice formale per la vivezza e la sicurezza di sistemi distribuiti, e nuovi approcci per definire sistemi sicuri e 'serviceable'. Discute inoltre i relativi metodi di model-checking. Nel modellare sistemi distribuiti, classifichiamo i componenti di un sistema come 'service provider' o 'utenti'. Le azioni che occorrono sono osservabili dagli utenti o interne e nascoste. Un service provider deve garantire agli utenti un servizio affidabile e la protezione delle informazioni riservate. Per quanto riguarda la serviceability, la tesi esamina sistemi distribuiti nei quali un attaccante cerca di interrompere il funzionamento del sistema, e propone una nuova nozione di vivezza, detta 'vivezza osservabile', che garantisce che il server continui a erogare il servizio richiesto agli utenti. In tale contesto supponiamo che l'utente controlli alcune azioni osservabili. Intuitivamente, un sistema distribuito è osservabilmente vivo se da qualunque stato un utente può guidare il sistema, per mezzo delle azioni controllabili, fino a ricevere il servizio richiesto. Questa nozione è formalizzata per mezzo delle reti di Petri '1-safe'; se ne studiano le proprietà, e la si confronta con la nozione tradizionale di vivezza. La tesi discute l'applicazione di giochi infiniti su grafi finiti per verificare la vivezza osservabile. Per quanto riguarda a sicurezza, la tesi considera il flusso di informazione e la non-interferenza. Si danno diverse nuove nozioni di non-interferenza per le reti di Petri, e le si confrontano con quelle presenti nella letteratura. In questo approccio, le transizioni di una rete di Petri sono ripartite in due insiemi: transizioni 'basse' (osservabili) e transizioni 'alte' (nascoste). L'attaccante conosce la struttura del sistema e cerca di dedurre informazioni sulle transizioni alte dall'osservazione delle transizioni basse. Una rete di Petri è 'sicura', o 'libera da interferenza' se non è possibile inferire informazioni sull'occorrenza di una transizione alta, a partire dall'osservazione dell'occorrenza di una o più transizioni basse. Le nuove nozioni di non-interferenza poggiano sull''unfolding' di una rete e su due famiglie di relazioni fra transizioni, dette 'rivela' e 'esclude'. La tesi discute due metodi per verificare la non-interferenza. Il primo si basa sul tradurre in LTL le relazioni rivela e esclude, e sui metodi noti di model-checking per LTL. Il secondo si basa sulla computazione di rivela e esclude in prefissi finiti dell'unfolding
The thesis provides a formal framework for liveness and security of distributed systems. It proposes new approaches for defining secure and serviceable systems, and discusses associated model-checking methods. In modeling distributed systems, we assume that components are classified as either 'service provider' or 'user'. The actions performed in the system are either observable by the users or hidden internal actions. A service provider is responsible for providing a reliable service to the users and protection of sensitive information. Regarding the serviceability, the thesis examines distributed systems in which an attacker can try to break down the system and provides a novel notion of liveness called 'observable liveness' which guarantees that the service provider will continue to give the requested services to the users. In the observable liveness setting, we give the control of some observable actions to the user. Intuitively, a distributed system is observably live if, whatever state is reached, a user can force the system to get the requested service by using the controllable actions. This notion is formalized with '1-safe' Petri nets, its properties are studied and it is compared with the classical liveness notion. The thesis also discusses a possible application of infinite games on finite graphs for checking observable liveness. On the security side, the thesis considers information flow and non-interference. It provides several new notions of non-interference for Petri nets, and compares them with notions already proposed in the literature. In the considered setting, the transitions of a Petri net are partitioned into two disjoint sets: the 'low' (observable) and the 'high' (unobservable/hidden) transitions. The attacker knows the structure of the system and tries to deduce information about the high transitions by observing the low transitions. A Petri net is considered 'secure', or 'free from interference', if, from the observation of the occurrence of a low transition, or a set of low transitions, it is not possible to infer information on the occurrence of a high transition. The new non-interference notions rely on net unfolding and on two new relation families among transitions called 'reveals' and 'excludes'. The thesis discusses two methods for checking non-interference. The first method is based on translating the underlying relations, reveals and excludes, into LTL and applying LTL model-checking methods. The second method is based on computing the reveals and the excludes relations on finite prefixes of unfoldings.
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MARIOTTI, MARCO. ""Responsabilità colposa 'per fatto altrui"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/630694.

Full text
Abstract:
Il lavoro ha ad oggetto i casi in cui l’agente che ha tenuto una condotta colposa risponde penalmente anche se la lesione del bene giuridico protetto non sia stata da lui direttamente provocata, ma sia piuttosto immediatamente riconducibile alla condotta eterolesiva o al comportamento autolesivo di un altro soggetto. Tale forma di responsabilità “in relazione ad un fatto altrui”, lungi dall’essere del tutto eccezionale, si presenta in numerosi casi di omesso controllo, di inadempiuto obbligo di impedimento del reato altrui, di lavoro in équipe o all’interno di organizzazioni complesse quali grandi realtà produttive. La tesi esplora le problematiche strutturali di questa forma di responsabilità, individuando alcune “note relazionali”, elementi che fanno dipendere la definizione e la misura della responsabilità di chi è meno prossimo alla lesione del bene giuridico anche dalla condotta altrui. L’analisi, che interessa diversi elementi del reato, mira a valutare se a questi tratti di relazionalità corrispondano altrettanti istituti giuridici adeguatamente sviluppati, o se le incertezze dogmatiche e applicative impediscano una chiara ripartizione delle responsabilità tra i vari soggetti coinvolti nella realizzazione del reato. Nell’ambito del fatto tipico, viene analizzato il problema della sovrapposizione ed interruzione del nesso causale tra le diverse condotte e l’evento del reato, e ribadita la validità del paradigma condizionalistico, anche per accertare l’influenza del comportamento di un soggetto sulle deliberazioni prese da un altro (c.d. causalità psichica). Vengono poi criticamente analizzate le diverse teorie sulle fonti delle posizioni di garanzia, in cui la responsabilità del garante esiste e si manifesta necessariamente in dipendenza del comportamento di un altro soggetto. Sul punto, viene svolta una comparazione con l’ordinamento tedesco, che in tempi recenti ha optato per un approccio tassonomico dei singoli casi di omesso impedimento del fatto altrui, in chiave espansiva rispetto al riferimento alle sole fonti legali e negoziali, con il rischio, tuttavia, di aggirare il canone di tipicità. Con riguardo alla colpevolezza, il tema è la dimensione “relazionale” della colpa, che si declina in vari istituti: nella formulazione stessa di alcune regole cautelari che impongono di tener conto della condotta altrui; nel principio di affidamento, che limita la responsabilità dei singoli coinvolti in un’azione plurisoggettiva, e richiede un delicata individuazione dei suoi confini per non generare vuoti di tutela; nell’annoso tema della c.d. “causalità della colpa”, in particolare poiché l’interposizione della condotta di un altro soggetto rende quantomai incerta la verifica dell’evitabilità dell’evento. Infine, vengono esplorati i travagliati istituti concorsuali colposi. Dopo aver evidenziato le incertezze strutturali e la limitata funzione incriminatrice della cooperazione colposa, viene affermata la sostanziale inutilità dell’istituto: proprio grazie alle numerose “note relazionali” presenti nella struttura del reato, la parametrazione della responsabilità del singolo può tenere conto dell’interazione con un altro soggetto anche nella forma monosoggettiva. Ancora più significativi i dubbi concernenti il concorso colposo in reato doloso. Da ultimo, viene sostenuta l’autonomia dell’imputazione ex art. 40, comma 2 c.p. rispetto alle figure concorsuali, dal momento che anch’essa esprime una responsabilità monosoggettiva, anche se in un contesto plurisoggettivo.
This thesis provides a critical analysis of the circumstances in which an agent, who performs a negligent act, is held criminally liable for damage which was however not directly caused by his or her negligent act, but rather was caused by the act of another (with the view of causing damage either to another or to itself). This form of criminal liability “in relation to the conduct of another”, far from being exceptional, is common in many cases of failure to control or failure to prevent the commission of criminal offences by others, particularly in the context of team-working, and even more so within complex organisations having large corporate structures. The thesis examines the structural problems with this form of criminal liability. It identifies “relational elements”, the elements which enable the creation of a link between the responsibility of the agent whose conduct was the furthest to the damage, and the conduct of those having directly caused the damage. These relational elements impact both the basis on which liability attaches to the negligent agent, and the extent to which this liability exists. This analysis will cover both elements of a criminal offence, that is both the actus reus and the mens rea, with the aim of evaluating whether the legal framework at its current state effectively deals with “relational elements” as grounds for attaching liability, or whether too many uncertainties subsist when making this link– in both theoretical and practical terms– which prevent the clear and effective allocation of criminal liability among the different agents involved. First of all, with regards to the actus reus, this paper addresses the issue of concurring and intervening causes which may break the chain of causality between the agent’s action and the consequence of the actus reus, reaffirming the “sine qua non” paradigm. Furthermore, the research assesses the relevance in this context of the influence which one agent’s behaviour can have on the decisions subsequently taken by others, (known as a “psychological cause” of an action). The paper also critically analyses different theories regarding the basis of guarantees, whereby the guarantor’s liability only exists in relation to the act of another. On this point, a comparative analysis has highlighted how German case law has developed in such a way as to allow guarantees to arise from a factual basis, as opposed to solely through contract or other legally binding instruments, thus running the risk of violating the rule of law. Secondly, with regard to the mens rea element of an offence, the research examines three different examples of “relational elements”, by which another’s conduct needs to be taken into consideration, therefore entering into the mens rea element: (i) precautionary rules which can require the agent to observe another subject’s behaviour and to act accordingly; (ii) the expectation that other subjects involved will act lawfully, which needs to be accurately evaluated in order not to leave any gaps in the prevention of crime; (iii) the complex issue of foreseeability and avoidability of the consequences of one’s conduct, becomes even more intricate with the interposition of another’s conduct. Lastly, the paper will focus on joint enterprise in negligence cases. Having first of all stressed the structural uncertainties and the limited prosecutorial use of the concept of joint enterprise in the context of negligence offences, the thesis argues that through the different “relational elements” present in an offence, each agent’s liability can be independently determined by taking into account the interactions with others. It is worth noting that in the case where the mens rea element of an offence requires intentional participation to another’s negligent behaviour, these uncertainties appear to be even greater. In conclusion, the paper will point out that the liability of guarantors is independent from their participation in the joint criminal enterprise, as this type of liability arises from the guarantee itself.
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Pisani, Federico. "Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato: il modello statunitense." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.

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Abstract:
Il presente studio affronta gli argomenti della concorrenza e delle invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato statunitense. L’attività di ricerca è stata svolta in parte presso la School of Law della Boston University, USA, sotto la supervisione di Micheal C. Harper, professore di diritto del lavoro. L’argomento presenta una crescente rilevanza, considerato che nella nuova organizzazione produttiva, fondata in gran parte sulla conoscenza globalizzata, al lavoro dipendente si chiede ormai sempre maggiore professionalità, innovazione e creatività. La scelta di esaminare questa tematica dalla prospettiva del “laboratorio USA”, è dovuta al primato di cui tale nazione gode a livello internazionale sul piano economico, scientifico e dell’innovazione dei processi lavorativi, che fanno emergere criticità in altri Paesi probabilmente ancora non avvertite. Al fine di inquadrare gli istituti giudici menzionati nel modello statunitense, si è reso opportuno dare conto del sistema delle fonti normative negli USA, con particolare focus sul Restatement of Employment Law, cioè la raccolta di principi fondamentali elaborati negli anni dal common law in materia di rapporto di lavoro. All'esame delle fonti segue la definizione del concetto di lavoratore subordinato (employee) e lavoratore autonomo (independent contractor), necessario per l’inquadramento del campo di applicazione degli obblighi scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui il duty of loyalty, implicato nel rapporto fiduciario. In tale ambito, si è osservata l’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all'adozione dei criteri relativi alla distinzione in esame, prevalentemente concernenti il giudizio sulla rilevanza degli elementi fattuali determinanti per l’accertamento della subordinazione. Delineati i contorni della fattispecie di lavoro subordinato, il presente studio affronta la tematica della tipica forma del contratto di lavoro statunitense, il c.d. employment-at-will, cioè il rapporto a libera recedibilità. Tale peculiarità scaturisce dal principio fondamentale per cui le parti non sono vincolate ad alcun obbligo di fornire la motivazione per il licenziamento. La terza parte del lavoro ha ad oggetto la disciplina della concorrenza del lavoratore effettuata sulla base delle conoscenze acquisite, legalmente o illegalmente, durante il rapporto e le relative tecniche di tutela del datore di lavoro, a fronte della violazione del duty of loyalty, quale obbligo del lavoratore subordinato di esecuzione della prestazione lavorativa nell'interesse esclusivo dell’imprenditore e, conseguentemente, di astensione dal porre in essere condotte pregiudizievoli nei confronti di quest’ultimo. Quanto alle tecniche di tutela esperibili in caso di violazione degli obblighi esaminati, vengono illustrati i rimedi legali e equitativi che il diritto statunitense offre al datore di lavoro. La parte finale del presente studio si occupa della disciplina relativa alla titolarità dei diritti scaturenti dalle invenzioni sviluppate dai dipendenti nel corso del rapporto di lavoro. In questo senso si sono esaminate le definizioni di “invenzione” e “brevetto” ed il loro rapporto nel contesto della regolamentazione giuslavoristica; si è posta in rilievo la differenza tra invenzione come opera di ingegno e proprietà intellettuale tutelata dal diritto d’autore. Inoltre, si sono osservati i meccanismi sottesi alle norme fondamentali che regolano la materia e la loro convivenza con la libertà contrattuale delle parti e il loro potere di disporre dei suddetti diritti.
This work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
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