Journal articles on the topic 'Nemico politico'

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Gibson, Mary, and Floriana Colao. "Il delitto politico tra Ottocento e Novecento: Da "delitto fittizio" a "nemico dello stato."." American Historical Review 94, no. 3 (June 1989): 804. http://dx.doi.org/10.2307/1873882.

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2

Venturi, Antonello. "Risorgimento e regno d'italia nella storiografia russa tra fine ottocento e primo novecento: n.i. kareev e e.v. tarle." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (March 2013): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003004.

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Abstract:
Tarle sono tra i piů noti specialisti di storia europea nella Russia di fine Ottocento e di inizio Novecento. I loro testi di alta divulgazione di questi anni, che riflettono direttamente quel che si insegnava nelle universitŕ dell'impero, ben illustrano la loro idea della piů recente storia italiana. Forte č qui l'influenza del radicalismo politico russo degli anni Sessanta dell'Ottocento: chi veramente cambia l'ordine europeo č Napoleone III, Mazzini incarna il peso eccessivo della religione nella vita politica italiana, Cavour č anzitutto un nemico della rivoluzione popolare. Anche Garibaldi per Kareev č sostanzialmente l'uomo capace di unire l'elemento monarchico a quello popolare, piů che un rappresentante di quest'ultimo, anche se Tarle riprende invece il grande mito russo dell'eroe popolare. I primi anni del regno d'Italia riuniscono invece i due autori nella sconsolata visione di un paese povero, dalle forme sociali arretrate, afflitto dall'ignoranza e vittima di continue politiche anti-popolari.
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3

Di Mauro, Luca. "Fratture nel contre-monde liberale. Riferimenti costituzionali e società segrete tra Napoli e Spagna durante il Trienio 1820-­23." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171002.

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Abstract:
La scelta della Spagna come meta d'esilio per molti dei napoletani che avevano animato l'ottimestre costituzionale delle Due Sicilie risponde a una serie di esigenze oggettive - pratiche, politiche, linguistiche - ma testimonia soprattutto della convinzione, per i protagonisti, di proseguire la lotta momentaneamente interrotta dalla disfatta di Rieti - Antrodoco contro gli austriaci continuando, in un paese dalle condizioni politiche e culturali ragionevolmente simili a quelle di provenienza, a combattere lo stesso nemico, la Santa Alleanza, per sua natura transnazionale e responsabile, al pari di Ferdinando I, della fine violenta dell'esperimento costituzionale. La comunità transfuga nella penisola iberica, senza per questo ignorare le conseguenze della disfatta nel Meridione, conserva la convinzione di un confronto ancora aperto e porta con sé nel paese d'accoglienza non solo l'esperienza maturata durante il governo liberale ma altresì le proprie differenze e divisioni in materia di programmi politici e modelli iniziatici. Tali linee di frattura, tuttavia, lungi dall'essere estranee al contesto spagnolo, affondano le loro radici proprio nei contatti che i cospiratori del Meridione italiano e della penisola iberica avevano intrattenuto prima e durante i mesi della rivoluzione napoletana. Ciò contribuisce a dimostrare come lo "spazio borbonico" (per lo meno nella sua dimensione europea) costituisca uno spazio politico comune non solamente per quanto riguarda l'alleanza dinastica e diplomatica tra i diversi rami della casa di Borbone, ma anche per coloro che, nell'illegalità e nella clandestinità, si erano opposti al governo assoluto della stessa.
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Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli, and Marco Meriggi. "Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria." SOCIETÀ E STORIA, no. 176 (August 2022): 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Abstract:
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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Ferraroni, Tiziano. "L’ENEMIGO DE NATURA HUMANA NELLA PROSPETTIVA DI IGNAZIO DI LOYOLA." Perspectiva Teológica 53, no. 2 (August 30, 2021): 301. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v53n2p301/2021.

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Abstract:
A differenza di molti autori spirituali della sua epoca o delle epoche precedenti, Ignazio di Loyola predilige, per parlare del demonio, il termine “nemico” o ancora di più l’espressione “nemico della natura umana”. In questo nostro contributo investighiamo tale espressione: ne analizziamo le ricorrenze negli scritti ignaziani ed esploriamo le fonti da cui Ignazio potrebbe averla ereditata. La difficoltà a rintracciarne l’origine ci spingerà ad approfondire separatamente il significato di “nemico” e di “natura umana” nell’orizzonte semantico/culturale di Ignazio, per poi congiungere questi termini e formulare qualche ipotesi sull’accezione che Ignazio attribuiva all’espressione indagata. Ne emerge la visione di un combattimento escatologico che si svolge nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, e in cui ciò che è in gioco è proprio l’interpretazione della natura umana e la piena realizzazione dell’uomo in Dio.
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Cortese, Domenico. "Liberismo e decisione politica. "Amico" e "nemico" nella propaganda autonomista scozzese e veneta." HISTORIA MAGISTRA, no. 26 (October 2018): 73–81. http://dx.doi.org/10.3280/hm2018-026006.

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Sevillano, Francisco. "Il "rosso". L'immagine del nemico nella "Spagna nazionale"." MEMORIA E RICERCA, no. 31 (September 2009): 141–54. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-031009.

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Abstract:
- This paper examines the multiform nature of the violence that erupted during the Spanish Civil War, with particular emphasis on its symbolic dimension. To this end, its considers the propagandistic construction underpinning the representation of the «enemy» (los rojos) in the so-called Nationalist press during one moment of the war, aftermath of the fighting on the Madrid front and the advance of the Nationalist forces througt northern SpainParole chiave: Guerra civile spagnola, violenza, propaganda, rappresentazione culturale, nemico, nazionalismo Spanish Civil War, violence, propaganda, cultural representation, enemy, nationalism
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8

Brazzoduro, Andrea. "Il nemico interno. La guerra d'Algeria nel cinema francese." PASSATO E PRESENTE, no. 76 (March 2009): 127–42. http://dx.doi.org/10.3280/pass2009-076007.

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Abstract:
- Starts from France, that established the state of emergency according to an act dating back to the Algerian war (1955) to cope with the revolt which set on fire the banlieues in 2005. Siri's L'Ennemi intime, which came out in cinemas shortly afterwards, brought to the big screen exactly the French Algerian conflict. Contextualizing the film in the plentiful French production about this issue, the A. wonders whether we are faced with a new stage of "the Algerian syndrome" 50 years after the event or whether the Algerian war, caught up in a complex device of censorship and self censorship (official as well as by authors, producers, public), still remains the major repressed experience of French society (and its cinema). Keywords: Algeria, War, Memory, Cinema, History. Parole chiave: Algeria, Guerra, Memoria, Cinema, Storia.
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Fournier-Finocchiaro, Laura. "Angelo Ventrone, Il nemico interno. Immagini, parole e simboli della lotta politica nell’Italia del Novecento." Laboratoire italien, no. 7 (November 1, 2007): 241–44. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.158.

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Palidda, Salvatore. "Il cambiamento radicale delle politiche migratorie: dal lasciar vivere al lasciare morire (dalla biopolitica a sempre più tanatopolitica)." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, no. 61 (April 2021): 33–48. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006103.

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Abstract:
Riassunto Il testo descrive gli aspetti salienti dell’attuale congiuntura mondiale. Attraverso una sintetica analisi del processo che ha portato al trionfo del liberismo globalizzato, si mostra come a cominciare dal 1990 la guerra alle migrazioni si inscriva in una vera e propria tanatopolitica (il lasciar morire). Infatti, i dominanti designano le migrazioni come il nemico del XXI° secolo perché temono che l’aumento della popolazione mondiale sia incontrollabile e che si sovrapponga ai cambiamenti climatici provocando - secondo loro - destabilizzanti invasioni di migranti nei paesi ricchi. In realtà temono che si imponga la necessità di una redistribuzione egualitaria della ricchezza mondiale che potrebbe permettere la sopravvivenza decente anche di oltre 10 miliardi di umani a condizione anche di eliminare tutte le fonti di distruzione del pianeta e innanzitutto l’estrattivismo di carbone, petroli, gas, uranio e terre rare.
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Moretti. "Il nemico in politica. La delegittimazione dell’avversario nell’Europa contemporanea, edited by Fulvio Cammarano and Stefano Cavazza." Global Discourse 6, no. 3 (July 2, 2016): 538–40. http://dx.doi.org/10.1080/23269995.2016.1215622.

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Tambor, Molly. "Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, ‘amanti del nemico’, 1940–45." Journal of Modern Italian Studies 18, no. 3 (June 2013): 371–73. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2013.780360.

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Fonzi, Paolo. ""Liquidare e dimenticare il passato". I rapporti italo-greci 1943-1948." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 266 (September 2012): 7–42. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266001.

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Abstract:
L'articolo ripercorre la storia della ripresa dei rapporti diplomatici tra Italia e Grecia dopo l'interruzione causata dall'attacco italiano dell'ottobre 1940. La normalizzazione iniziň nel settembre del 1943, quando la Grecia dovette elaborare una nuova politica verso l'Italia che da nemico era diventata alleato. Essa si concluse nel novembre del 1948, quando fu firmato un Trattato di amicizia, commercio e navigazione tra i due stati. L'autore analizza diversi elementi e fattori di questa vicenda: le strategie d'inserimento dei due stati nel nuovo panorama internazionale; la ricerca di consenso interno da parte dei governi; i sentimenti della popolazione; l'immagine degli italiani diffusa in Grecia, che inizialmente era estremamente negativa; la memoria della guerra costruita dai governi greci del dopoguerra, che si cristallizzň nell'Anniversario del No dai forti accenti anti-italiani; il problema della punizione dei crimini di guerra commessi dagli italiani in Grecia. Tutti questi elementi concorsero nel determinare la politica dei governi greci verso l'Italia. Tra tutti l'autore sottolinea l'importanza del nazionalismo e delle rivendicazioni territoriali, che furono utilizzate dai governi greci del dopoguerra come fattore di stabilizzazione interna e valvola di sfogo delle tensioni sociali.
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Savoia, Salvatore. "Dal diritto penale del nemico al diritto penale del terrore. Limiti delle politiche penali contro il terrorismo." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (January 2018): 129–41. http://dx.doi.org/10.3280/ded2017-002010.

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Fornaro, Mauro. "Gemelli, Musatti e la psicoanalisi. La celebre querelle tra due amici-nemici." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2009): 491–508. http://dx.doi.org/10.3280/pu2009-004003.

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Abstract:
- The personal relationship between the two friendly enemies Cesare Musatti and Father Agostino Gemelli (two pioneers in Italian psychology) is historically reconstructed, particularly regarding the opinions of one towards the other. Gemelli's point of view about Freudian theory (therefore about Musatti as an orthodox Freudian) is discussed in the context of his complex personality and of his "politics" before the diffusion of psychoanalysis. Although some of Gemelli's observations can be accepted also by contemporary critics of Freudian metapsychology (whereas Musatti was mostly attached to it), his insuperable resistances against Freudian theory are due to a fundamentally ethical reason. Musatti himself offers an enlightening synthesis of these resistances, that are discussed together with Musatti's replies. While the barriers between the two on the subject of ethics cannot be overcome, nevertheless they still represent a topical issue in psychoanalysis.
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Pedemonte, Danilo. "Quando il nemico è visibile: il magistrato di sanità genovese come strumento di controllo del territorio e di politica economica." STORIA URBANA, no. 147 (January 2016): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/su2015-147003.

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De Nicolň, Marco. "Confini delle identitŕ, ostacoli contro il "nemico", protezione delle comunitŕ: i muri in etŕ contemporanea." MEMORIA E RICERCA, no. 39 (May 2012): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/mer2012-039001.

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Abstract:
Fortifications, walls, high technology: until today the presence of walls among nations and among communities, is very thick. If the fallen of Berlin's wall, in 1989, had been welcomed from the world public opinion, this way of division has increased: Ceuta and Melilla, Cisgiordania, Cyprus, Morocco-Western Sahara the list could be continued. From both parts of every wall growth opposite memories, hostile identities: building a wall is more easy, than pulling down it.
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Pecora, Gaetano. "Un figlio per nemico. Gli affetti di Gaetano Salvemini alla prova dei fascismi, by Filomena Fantarella." Journal of Modern Italian Studies 24, no. 4 (August 8, 2019): 626–28. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2019.1646055.

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Fincardi, Marco. "Gli italiani e l'attesa di un bombardamento della capitale 1940-1943." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 263 (December 2011): 183–206. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263001.

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Abstract:
Fin dai suoi primi anni, la dittatura fascista esalta le strategie elaborate da Giulio Douhet, che prevedono la distruzione delle capitali nemiche con incursioni aeree a sorpresa. Ma, all'inizio della seconda guerra mondiale, l'Italia fascista manca della grande quantitŕ di velivoli necessari a sostenere la guerra aerea. Le cittŕ italiane subiscono bombardamenti sempre piů gravi, senza che la Regia aeronautica riesca a difendere i propri cieli o a compiere rappresaglie su quelle nemiche. Solo le cittŕ d'arte piů famose vengono risparmiate dai bombardamenti britannici, poi statunitensi. La diplomazia vaticana č decisiva per salvaguardare Roma, cittŕ santa della cattolicitŕ ma anche centro di tutti gli apparati politici e militari del regime. I ripetuti bombardamenti delle cittŕ industriali del Nord e delle cittŕ portuali del Sud rendono assurda agli occhi degli italiani l'immunitŕ concessa alla capitale e molti di loro sperano che essa venga bombardata, nella convinzione che ciň porrŕ fine alla guerra; accolgono poi con soddisfazione il primo bombardamento di Roma, a cui segue, pochi giorni dopo, l'arresto di Mussolini.
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Šček, Jernej, and Igor Škamperle. "Salutati, Ficino in Machiavelli: Od jajca do jabolka civilnega humanizma." Clotho 3, no. 1 (September 7, 2021): 41–75. http://dx.doi.org/10.4312/clotho.3.1.41-75.

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Abstract:
Vprašanje (dis)kontinuitete med etiko in politiko je civilni živec renesančnega humanizma v historični ontogenezi, ki se začne s Salutatijem, razvija s Ficinom in sklepa z Machiavellijem. Tragično sirensko petje človeškega bivanja vseskozi zapeljuje, a nikdar ne preglasi vzgornih upov k praksi usmerjene človeškosti, ki spekulacijo uresničuje skozi dejavnost, kontemplacijo udejanja skozi politiko, sveto izpričuje skozi posvetnost. Humanistična duhovna in filozofska prenova ciceronskega nauka o dobrem delovanju na pragu modernosti nemirno, pa vendar srečno pripelje antropološko vexata quaestio skozi Scilo in Karibdo družbene etike, nihajoče med jajcem in jabolkom (ab ovo usque ad mala) Salutatijevega voluntarističnega optimizma, Ficinovega novoplatonizma in Machiavellijevega antropološkega pesimizma, med zemljo, nebom in breznom. Civilni humanizem še danes budi in bodri vse, ki se v somraku človeškosti še trudijo služiti kvalificiranemu življenju.
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Orsina, Giovanni. "LE MASSE E LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 137–40. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.571.

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Abstract:
In Razionalismo in politica il saggio Le masse nella democrazia rappresentativa occupa poche pagine. Ma le dimensioni ingannano, e molto: in uno spazio angusto, con una forza e una lucidità davvero notevoli, Oakeshott condensa una storia dell’individuo e dei suoi nemici dal tardo Medioevo al ventesimo secolo, e la costella di dettagli illuminanti. Ora, un saggio così ricco può essere affrontato in molti modi. Se ne potrebbero rintracciare gli ascendenti intellettuali, ad esempio. Lo si potrebbe collocare nel dibattito della sua epoca, visto che in quegli anni di quei temi si occupavano in tanti, e non dei meno brillanti. O potrebbero definirsene il posto e il ruolo nella produzione dell’autore. Qui non farò nulla di tutto questo, sia perché lo ha già fatto Giorgini nell’introduzione al volume, sia – e soprattutto – perché non ne ho le competenze. Mi concentrerò invece sul nucleo centrale dell’argomentazione del saggio e sul valore notevole che può avere ancora oggi, a sessant’anni dalla sua prima pubblicazione.
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Toaldo, Mattia. "L'amministrazione Reagan e il terrorismo mediorientale. I casi del Libano e della Libia." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (June 2011): 69–96. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001003.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce le idee e le proposte che sono state alla base della politica dell'amministrazione Reagan contro il terrorismo mediorientale, analizzando specificamente i casi dell'intervento in Libano (1982-1984) e dell'attacco contro la Libia del 1986. In entrambi i casi gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte alla minaccia terroristica ed in entrambi i casi intervennero militarmente con le loro forze armate, non attraverso Stati o organizzazioni alleate. Lo scopo č di analizzare le maggiori idee portate avanti dai diversi membri dell'amministrazione Reagan e che sarebbero divenute popolari in seguito: la guerra preventiva, il sostegno statale al terrorismo, l'estensione delle prerogative dell'esecutivo, il cambiamento di regime e l'enfasi sul terrorismo come epifenomeno, piuttosto che l'analisi dei nemici che lo utilizzavano contro gli Usa. In base a questa analisi, l'autore conclude che l'amministrazione Reagan, sebbene abbia realizzato politiche spesso inefficaci e contraddittorie contro il terrorismo mediorientale, servě da terreno di coltura per le idee e le scelte politiche di quella che sarebbe diventata, nei primi anni Duemila, la "guerra globale al terrorismo".
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Lias Ceide, Sarah. "Vecchi nemici e nuovi alleati: Karl Hass e la "guerra di spie" in Italia (1945-1954)." PASSATO E PRESENTE, no. 116 (April 2022): 74–91. http://dx.doi.org/10.3280/pass2022-116005.

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Battente, Saverio. "L'ossessione del nemico. Memorie divise nella storia della repubblica, edited by Angelo Ventrone, Rome, Donzelli, 2006, 205 pp., €24.50 (hardback), ISBN 8860360935." Modern Italy 14, no. 1 (February 2009): 112–14. http://dx.doi.org/10.1017/s135329440000449x.

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Beccalossi, Chiara. "Il nemico dell'uomo nuovo. L'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista Lorenzo Benadusi Milan, Feltrinelli, 2005 430 pp., hbk, ISBN: 88 07 10386 9 (€25)." Modern Italy 11, no. 3 (November 2006): 364–65. http://dx.doi.org/10.1017/s1353294400009571.

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Ossman, S. "Cinderella, CVs, and Neighborhood Nemima: Announcing Morocco's Royal Wedding." Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East 27, no. 3 (January 1, 2007): 525–35. http://dx.doi.org/10.1215/1089201x-2007-046.

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Pasqualini, Mauro. "Il Nemico dell'Uomo Nuovo. L'Omosessualità nell'Esperimento Totalitario Fascista, by Lorenzo Benadusi, Milan, Feltrinelli, 2005, 310 pp. + notes, €25.00 (paperback), ISBN 88-07-10386-9." Modern Italy 14, no. 2 (May 2009): 248–50. http://dx.doi.org/10.1080/13532940902811907.

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Marković, Saša, and Željko Vučković. "The onset of national socialism: Germans of the Kingdom of Yugoslavia in 1941." Socioloski pregled 55, no. 3 (2021): 1165–82. http://dx.doi.org/10.5937/socpreg55-32323.

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Abstract:
The German community of the Yugoslav Kingdom was, for the most part, concentrated in the territory of today's Vojvodina. Their centuries-long presence in this area indicates their readiness to live in a multinational environment, but also their ambition to live better than others, both in a cultural and economic sense. The attitude of this community towards the newly formed Yugoslav state was cautious, marked by concern and reserve, but it was not as negative as the one seen in the Hungarian community. The Germans intended to preserve their cultural identity through the organization of associations, and then to found a party. Their ambitions grew with the strengthening of the Third German Reich, when their political manifestation became more provocative and militant.
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Shaidurov, Vladimir, and Vladislav Lomanov. "Germans of the North-West (1918—1939): historiographical aspect." OOO "Zhurnal "Voprosy Istorii" 2022, no. 4-1 (April 1, 2022): 207–21. http://dx.doi.org/10.31166/voprosyistorii202204statyi05.

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Abstract:
This article provides a historiographic review of the study of the problems of the Germans in the North-West of Russia in the chronological framework of 1918-1939, describes the stages of development, features and specificity of scientific works, as well as trends inherent in the historiography of the German national minority during the period of Soviet modernization. In conclusion, it was concluded that many historical aspects associated with the German population of the region have been poorly studied and developed, such as its socio-economic and socio-political situation and development in the 1920s-1930s.
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Vuković, Slobodan. "National community, myth or reality: Collaboration of ordinary Germans with the Nazi regime." Napredak 3, no. 3 (2022): 45–68. http://dx.doi.org/10.5937/napredak3-38904.

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Abstract:
The national community (Volksgemeinschaft) is one of the central concepts of Nazi ideology and propaganda. At the beginning of the Great War, it served to strengthen national unity regardless of religion or social status in the upcoming struggle for living space (Lebensraum). The Völkisch movement and Nazism emphasize the racial worldview, anti-Semitism and anti-Slavism in the national community. It constitutes the unity of the "race", the Volk and the new German "religion". It was raised as a concept of separation into national comrades and foreigners outside the community. Jews, Slavs, political opponents and the mentally or physically handicapped were excluded from the national community. Mass crimes were committed against them and finally the research shows that Nazism had the broad support of the German Volk.
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Merkinaitė, Simona. "POLITINĖ VAIZDUOTĖS REIKŠMĖ." Politologija 62, no. 2 (January 1, 2015): 124–49. http://dx.doi.org/10.15388/polit.2011.2.8277.

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Abstract:
Galima skirti du požiūrius į vaizduotės ir politikos santykį. Pirmas remiasi prielaida, jog vaizduotė politiką pakeičia fantazijomis, iliuzijomis, todėl siekia atskirti politinę tikrovę nuo vaizduotės. Antras požiūris apskritai neigia tikrovės ir įsivaizdavimo skirtį. Šį požiūrį galima paaiškinti tuo, kad kinta pats tikrovės statusas, o riba tarp to, kas realu, ir to, kas įsivaizduota, nyksta. Abu požiūriai turi rimtų trūkumų. Pirmasis nemato daugelio politiką veikiančių dalykų, kaip antai tikėjimas, prietarai, mitologija, pagaliau nepakankamai atsižvelgia į tai, kad politika sudaryta iš daugelio objektyviai neapčiuopiamų, ne empirinių dalykų. Antrasis, palenkdamas politinę tikrovę įsivaizdavimo veiksmui, neleidžia skirti fantazijų nuo realias politines pasekmes turinčių vaizduotės esinių ir galiausiai politiką paverčia spektakliu ar žaidimu. Straipsnio tikslas – konceptualizuoti politikos ir vaizduotės santykį. Skiriamos trys vaizduotės savybės, kurios taikomos politiniam pasauliui siekiant atskleisti vaizduotės prasmę politikos supratimui.
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Pavelka, Tomáš, and Milan Žák. "A Personality Which Should Not Be Forgotten." Politická ekonomie 61, no. 1 (February 1, 2013): 142–46. http://dx.doi.org/10.18267/j.polek.891.

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Lyon, John B. "'Was nemlich mehr sei, das Ganze oder das Einzelne': Holderlin's Hyperion as an Unresolved Crisis." German Life and Letters 51, no. 1 (January 1998): 1–14. http://dx.doi.org/10.1111/1468-0483.00081.

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Štrangarić, Snežana. "Germans in Vojvodina in times of establishment of Kingdom of Serbs, Croats, and Slovenes: An interdisciplinary approach." Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Pristini 52, no. 2 (2022): 365–80. http://dx.doi.org/10.5937/zrffp52-28497.

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Abstract:
In this paper, we conducted an interdisciplinary analysis of the process of integration of the German minority in the historical context of the first Yugoslav state, Kingdom of Serbs, Croats, and Slovenes (1918-1929). In 1920, Swabian-German Cultural Association, Kulturbund, was founded as an important factor in preserving the German identity. Even though Kulturbund had interruptions in its activity, in 1924 and 1929, it remained the basic frame for cultural life of the German community during the period between the two wars. Officially, this organization was founded as non-political and loyal to new state, the Kingdom of Serbs, Croats, and Slovenes. The activities of Kulturbund were focused on preservation of German heritage through establishment of cultural institutions such as libraries and bookstores and through organization of cultural events in the area of literature, film, music, and theatre. Kulturbund was most active in Vojvodina. Vojvodina is still a unique model of co-existence of different ethnic groups and cultural patterns, and the German community historically contributed to multiculturalism, multi-confessionalism and multiethnicity of this region. We based our analyses on contributions in the field of sociology on ethnicity, cultural anthropology, and history. Specifically we found theoretical model of ethnical boundaries, established by Fredrik Barth within the interactional approach to exploring ethnicity, which proved to be useful. Barth's influential model allowed us to examine the ethnicity from very important aspect-social interaction. In that way, ethnicity is interpreted as a form of social organization of cultural differences. Also, this model implies that ethnical boundaries are flexible, but also resistant, and can be preserved in situations of intensive cultural contacts between different ethnical and cultural groups. According to Barth, the factors with the most influence to the strengthening of ethnical boundaries are social changes on the international level, such as wars.
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Holbrow, Hilary J. "Too Few Women at the Top: The Persistence of Gender Inequality in Japan by Nemoto, K." Work and Occupations 44, no. 3 (March 9, 2017): 334–36. http://dx.doi.org/10.1177/0730888417697210.

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Nekrašas, Evaldas. "POZITYVIZMO IR POSTPOZITYVIZMO GINČAS SOCIALINIUOSE MOKSLUOSE." Politologija 57, no. 1 (January 1, 2015): 76–97. http://dx.doi.org/10.15388/polit.2010.1.8320.

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Abstract:
Straipsnyje nagrinėjamas socialiniuose moksluose jau ilgokai vykstan­tis pozityvizmo ir postpozityvizmo ginčas. Autorius nemano, kad šis ginčas greitai pasibaigs, nes jame keliami principiniai socialinių mokslų tikslus, už­davinius ir metodus liečiantys klausimai. Šiais klausimais tų mokslų atstovų pažiūros labai skiriasi, nors iki šiol dauguma jų, ypač visiškai akivaizdi dau­guma politologų, laikosi iš esmės pozityvistinių nuostatų. Tokie klausimai – juos turbūt būtų galima vadinti konceptualiais – yra esmiškai ginčijami ir joks empirinis tyrimas negali padėti jų išspręsti.Analizuodamas pozityvizmo ir postpozityvizmo ginčą autorius skiria, iš pagarbos tradicijai, tris to ginčo aspektus: 1) ontologinį, 2) epistemologinį ir 3) metodologinį. Tačiau jis siekia parodyti, kad pozityvizmas dėl savo an­timetafizinio pobūdžio neturi ontologijos, todėl ir ontologinis pozityvistų ir postpozityvistų ginčas yra neįmanomas.Diskutuodami epistemologiniais klausimais postpozityvistai būtų linkę atmesti pozityvistinį požiūrį, kad mūsų teiginiai apie socialinį pasaulį ir jo te­orijos gali būti teisingi (tiesa, moderniu pozityvistiniu požiūriu, mes niekada negalime to tiksliai žinoti). Nesutinka jie ir su pozityvistine faktų ir vertybių perskyra, kurią turbūt irgi būtų galima laikyti epistemologine. Tačiau rim­čiausias ginčas socialiniuose moksluose vyksta metodologiniais klausimais. Jį analizuodamas autorius daugiausia dėmesio skiria dviem įtakingiausioms postpozityvizmo formoms – kritinei teorijai ir postmodernizmui. Aptaręs genealogiją ir dekonstrukciją, kurias, kad ir su rimtomis išlygomis, gal ir būtų galima laikyti postpozityvistiniais metodais, autorius konstatuoja, kad svarbiausios metodologijos dalies, t. y mokslo teiginių ir teorijų priėmimo ar pripažinimo taisyklių, postpozityvizmas paprasčiausiai neturi. Todėl ir meto­dologinio ginčo prieš tokias taisykles turintį pozityvizmą postpozityvizmas laimėti negali.
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Utrata, Jennifer. "Book Review: Too Few Women at the Top: The Persistence of Inequality in Japan by Kumiko Nemoto." Gender & Society 32, no. 1 (August 2, 2017): 134–36. http://dx.doi.org/10.1177/0891243217724762.

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Besen-Cassino, Yasemin. "Too Few Women at the Top: The Persistence of Inequality in Japan. By Kumiko Nemoto. Ithaca, N.Y.: Cornell University Press, 2016. Pp. viii+282. $49.95." American Journal of Sociology 123, no. 2 (September 2017): 616–18. http://dx.doi.org/10.1086/692776.

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Bonelli, Matteo. "Book review: Critical Reflections on Constitutional Democracy in the European Union, edited by Sacha Garben, Inge Govaere and Paul Nemitz. (Oxford: Hart Publishing, 2019)." Common Market Law Review 58, Issue 3 (June 1, 2021): 951–53. http://dx.doi.org/10.54648/cola2021056.

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Ali, Tayeba, Raham Bacha, Saira Amin, Syed Muhammad Yousaf Farooq, Mehreen Fatima, and Iqra Manzor. "Comparison of Transvaginal Sonographic Doppler Indices Between Normal Intrauterine and Extrauterine Pregnancies Confirmed by Maternal Serum Beta-HCG in the First Trimester of Pregnancy." Pakistan Journal of Medical and Health Sciences 16, no. 8 (August 31, 2022): 472–74. http://dx.doi.org/10.53350/pjmhs22168472.

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Abstract:
Background: Transvaginal Sonography provides high-resolution images with high reliability and is typically used for the diagnosis of intrauterine pregnancy and ectopic conception. The extra-uterine pregnancy responsible for morbidity and mortality in First Trimester and is 80 percent accounts for maternal death. Doppler ultrasound is a safe and non-invasive technique in the evaluation of uterine artery flow patterns. It can calculate the indices like Resistivity index and Pulsatility index in numerical value. It is also observed that there are changes noted between the uterine artery indices in normal intrauterine and extrauterine pregnancies. However, it is important to compare them in normal intrauterine and extrauterine pregnancies. Objective: To compare the trans-vaginal sonographic Doppler indices of the uterine artery between normal and ectopic pregnancies confirmed by maternal serum Beta-hCG. Methodology: This case-control study was conducted at Shireen Ultrasound Clinic Peshawar, KPK Pakistan. This study enrolled a purposive sample of 80 (40 ectopic & 40 intrauterine) pregnant female patients with age 18 to 45 years. The examination was performed with Toshiba Nemio 20(Xario Prime with TVS Probe frequency range 7-14MHz). The Resistive index, Pulsatility index, mean and standard deviation were calculated for the continuous variables. Results: In normal early pregnancy, the mean RI of the right uterine artery was 0.53±0.10 and the mean RI of the left uterine artery was 0.52±0.07. In the cases of (ectopic pregnancy), the mean RI of the right uterine artery was 0.73±0.08 and the mean RI of the left uterine artery was 0.78±0.10. The p-value of the right and left uterine arteries in normal intrauterine and extrauterine ectopic pregnancies were significant at 0.05 level. Conclusion: The resistivity index of uterine arteries is significantly high in ectopic conceptions than in normal intrauterine pregnancies. But there was no significant change in PI of normal intrauterine and ectopic pregnancies. Keywords: adnexal mass, ectopic pregnancy, Transvaginal ultrasound, tubal pregnancy.
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Amin, Saira, Raham Bacha, Syed Muhammad Yousaf Farooq, Tayeba Ali, Mehreen Fatima, Sarwat Noreen, and Iqra Manzoor. "Uterine Artery Doppler Indices in the Various Causes of Abnormal Uterine Bleeding Confirmed with Histopathology." Pakistan Journal of Medical and Health Sciences 16, no. 8 (August 31, 2022): 466–68. http://dx.doi.org/10.53350/pjmhs22168466.

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Abstract:
Background: All disturbed pattern of bleeding which arises due to different reasons such as anovulation, pregnancy, uterine abnormalities and coagulopathies is termed as abnormal uterine bleeding (AUB). Abnormal uterine bleeding is present in many forms such as heavy bleeding, short menstrual cycle, excessive and heavy menstruation, uterine bleeding at irregular period, excessive and prolonged uterine bleeding. Abnormal uterine bleeding is mostly caused by benign findings such as endometrial hyperplasia or atrophy or benign polyps. Around 5–12% of Abnormal uterine bleeding results from Endometrial Cancer. Objective: Uterine artery Doppler indices in various causes of abnormal uterine bleeding confirmed with histopathology. Methodology: A Cross-sectional Analytical study was conducted at Shireen Ultrasound Clinic Peshawar, Pakistan. This study enrolled a purposive sample of 162 patients presenting with abnormal uterine bleeding with the age between 18 to 80 years. The examination was performed with Toshiba Nemio 20(Xario Prime with TVS Probe frequency range 7-14MHz) .The Resistive index(RI), Pulsatility index(PI), mean and standard deviation were calculated for the continuous variables. Results: A total of 162 patients were enrolled in our study. The mean age of patients was recorded 38±5 years. In this study, the histopathological findings were as follow, 8.6% adenomyosis,12.3% endometrial hyperplasia, 43.3% leiomyoma’s, 17.3% polyp, 2.5% endometrial carcinoma and 16% non-specific findings so the most common cause of abnormal uterine bleeding was leiomyoma’s with mean of Right Uterine artery (U-A) PI and RI was 3.33±1.23 and 0.83±0.03 respectively and left U-A PI and RI was 2.95±1.17 and 0.84±0.03 respectively while the least common cause was endometrial carcinoma with mean of Right U-A PI and RI was 2.54±1.08 and 0.52±0.01 respectively and of Left U-A PI and RI was 1.62±0.00 and 0.52±0.00 respectively. Conclusion: From our study we concluded that the uterine artery RI in endometrial carcinoma causing abnormal uterine bleeding is low and in benign condition like polyp, hyperplasia and fibroids is high. Keywords: Uterine bleeding, Carcinoma, Fibroids, Hyperplasia, Trans-vaginal ultrasound
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VEGIČ, VINKO. "POSREDOVANJE NATA V KRIZAH – IZKUŠNJE IN IZZIVI OPERACIJE V LIBIJI." CONTEMPORARY MILITARY CHALLENGES, VOLUME 2013/ ISSUE 15/1 (May 30, 2013): 11–29. http://dx.doi.org/10.33179//bsv.99.svi.11.cmc.15.1.1.

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Abstract:
Po izbruhu nemirov v Libiji v začetku leta 2011 so v Varnostnem svetu ZN sprejeli resolucijo, ki je zagotovila mandat za mednarodno posredovanje v Libiji. Dva dni po sprejetju resolucije so ameriške, britanske in francoske sile začele operacije za vzpostavitev embarga in območja prepovedi letenja nad Libijo. Konec marca je po- veljevanje in nadzor nad operacijo Združeni zaščitnik prevzel Nato, v njej so sodelo- vale vojaške sile 14 držav članic Nata in 4 partnerskih držav. Operacija je prispevala k zmanjšanju civilnih žrtev spopadov in pomagala opoziciji pri odstranitvi režima Moamerja Gadafija. Operacija Združeni zaščitnik je primer učinkovitega posredovanja Nata v krizi, vendar je tudi opozorila na več težav in pomanjkljivosti glede strategije in glede vojaških zmogljivosti Nata pri izvajanju kriznega menedžmenta. V Natu so se pri obravnavi libijske krize pokazala različna stališča zaveznic, ki so privedla do resnih političnih razprav v zavezništvu. Vendar je bila kljub tem razlikam izvedba operacije mogoča. Operacija je opozorila na znatne pomanjkljivosti na področju vojaških zmogljivosti in na odvisnost evropskih zaveznic od vojaških zmogljivosti ZDA na nekaterih pomembnih področjih. Izkušnje operacije opozarjajo tudi na politična in vojaška vprašanja, s katerimi se bo Nato verjetno srečal ob podobnih operacijah v pri- hodnosti. Med zaveznicami je mogoče pričakovati različna stališča in pristope glede vloge Nata v prihodnjih krizah, kot tudi različno pripravljenost vojaško prispevati k operacijam. Za učinkovit krizni menedžment pa bo potrebno tudi več fleksibilnosti. After the outbreak of civil unrest in Libya at the beginning of 2011, UN Security Council adopted resolution which authorized international intervention in Libya. Two days after the authorization, U.S., British and French forces launched operations to enforce embargo and no-fly zone over Libya. By the end of March NATO, took over command and control of the operation “Unified Protector”, which was conducted by the armed forces of 14 NATO countries and 4 partner countries. The operation reduced the number of civilian casualties in conflict and supported the opposition to overthrow Muammar al-Qaddafi. Operation “Allied Protector” is an example of NATO’s effective intervention in crisis; however it also revealed shortcomings and impediments concerning NATO’s crisis management strategy and military capabilities. NATO’s approach to Libyan crisis demonstrated different positions among allies which resulted in serious political debates. Despite these differences NATO was able to launch the operation. The operation revealed serious deficiencies in military capabilities and European NATO members’ dependency on the U.S. in some key military capabilities. Lessons from operation also point to political and military questions which NATO will probably face in the case of similar operations in the future. Concerning NATO’s role in future crisis, different positions and approaches among allies could be expected as well as different levels of willingness to contribute military to operations. Effective crisis management will also require more flexibility.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Papa, Alessandra. "Il malato e il nemico Questioni etiche e antropologiche dell’uso sociale della medicina." Medicina e Morale 61, no. 4 (April 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.128.

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Abstract:
L’articolo è una riflessione filosofica intorno alla medicina predittiva; una nuova forma di indagine medica che rischia di diventare un’insormontabile verità oracolare, allorquando la malattia si traduce culturalmente in processi di esclusione e di riconoscimento negativo: processi che identificano definitivamente l’essere umano con il suo danno organico. Rischio culturale, inoltre, quello dell’inimicizia rispetto al malato, che in chiave politica si ripropone in termini di cittadinanza fragile, come per esempio accade con i tentativi di strumentalizzare le nuove metodologie di lettura profonda della persona. Una capacità di predizione che, nelle sue applicazioni pratiche, ci mette perciò di fronte a non pochi aspetti problematici, persino inediti. Si profila, cosicché, la possibilità che l’azione terapeutica stessa sia esautorata per rispondere a esigenze di una mera medicalizzazione e che questa abbia, in effetti, come unico obiettivo quello di soddisfare solo meri criteri di produttività funzionale, all’interno di un progetto sociale sanitario legato a modelli interpretativi bio-organici della persona umana. Da qui l’implosione degli stessi concetti di malattia e di malato, la malattia è, infatti, intesa come fatto privato e debitum sociale, anche quando solo presunta e attesa, e la persona malata viene ad essere intesa come disfunzionale, non degna di amicizia e solidarietà sociale, cioè come una sorta di nemico pubblico. Il che, su un piano politico, si risolve inevitabilmente in una perdita di cittadinanza attiva. Nei nuovi e più complessi scenari della medicina diagnostica – rispetto all’eredità genetica e rispetto alla cosiddetta biopolitica – si pone allora come un’emergenza il problema della cittadinanza fragile e del cittadino vulnerabile, a causa del prevalere della lettura dell’immagine genetica dell’essere umano rappresentato, oramai, mediante la comparazione di screening, test diagnostici e profili di rischio. ---------- The article is a philosophical reflection about the predictive medicine, a new form of medicine which could become an insurmountable oracular truth, when the disease is reflected culturally in processes of exclusion and negative acknowledgment, processes that identify definitively the human being with his organic damage. A cultural risk, moreover, that enmity respect to the patient, in which key policy intends in terms of citizenship fragile, as for example the face of attempts to exploit the new methodologies of deep reading of the person. Ability to predict that, in its practical applications, puts us in front of many problematic aspect, even unpublished. There is thus the possibility that the therapeutic action itself is concerned to respond to the needs of a mere medicalization with the sole aim of satisfying the criteria of productivity functional into a social welfare-related health linked to bio-organic interpretative models of the human person. Hence the implosion of the same concepts of disease and sick, so the disease is understood as a private fact and social debitum even when only presumed and waiting and on the other the sick person seen as dysfunctional, not worthy of friendship and social solidarity that is, as a kind of public enemy. Which, on a political level, results in a loss of citizenship. In new and more complex scenarios of diagnostic medicine – in front ofthe legacy genetics and compared to the so-called biopolitics – this raises the problem of citizenship as an emergency fragile and vulnerable citizen, because of the prevalence of reading the image of genetics’ human being represented by the comparison of screening, diagnostic tests and risk profiles.
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"Floriana Colao. Il delitto politico tra Ottocento e Novecento: Da “delitto fittizio” a “nemico dello stato.” (Quaderni de “Studie Senesi,” number 59). Milan: A. Giuffrè. 1986. Pp. ix, 407." American Historical Review, June 1989. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/94.3.804.

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