Journal articles on the topic 'NAZIONALISTI'

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Cortona, Pietro Grilli di. "POCHI VOTI, TANTA INFLUENZA. NAZIONALISMI E PARTITI NAZIONALISTI IN EUROPA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 2 (August 2001): 185–234. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030574.

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Abstract:
Introduzione Almeno fino agli anni ‘50, fra gli scienziati sociali prevaleva l'idea che i conflitti etnici nei paesi occidentali fossero in declino (Lijphart 1977). Da una parte, c'era la convinzione che i processi di modernizzazione, dopo essere stati indicati come una delle principali cause dello sviluppo dei nazionalismi (Deutsch 1966a; 1966b; 1969; Gellner 1994), avrebbero in realtà condotto ad un'integrazione definitiva delle società e reso così anacronistica ogni rivendicazione nazionalistica. Dall'altra, la fine ormai annunciata delle ideologie avrebbe fatto esaurire anche i nazionalismi. A rafforzare queste convinzioni stavano poi i processi in atto di integrazione sovrastatale e sovranazionale che, almeno in Europa, sembravano destinati ad indebolire ogni forma di particolarismo etnico.
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Morone, Antonio M. "Un colonialismo non più razzista? L'insostenibile aspirazione dei sudditi africani nel secondo dop." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 55–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-003.

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Abstract:
La storia della transizione all'indipendenza delle colonie italiane fu anche la storia dell'antirazzismo che non a caso è stato spesso associato all'anticolonialismo e alla storia dei movimenti nazionalisti in Africa. Il caso della decolonizzazione delle colonie italiane rappresenta un caso speciale non solo per la traiettoria fortemente internazionale della sistemazione postcoloniale decisa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma anche per la forte competizione, tutta sul versante africano, tra movimenti nazionalisti ed élites africane inclini ad appoggiare un progetto di continuità del sistema coloniale. È proprio da questa competizioneche emerse un'istanza antirazzista che è al centro del presente articolo e non necessariamente o semplicemente fu riconducibile ai soli movimenti nazionalisti. Quei sudditi coloniali che si erano dichiarati disponibili all'ipotesi di un ritorno dell'Italia in Africa rivendicarono la necessità di una riforma del sistema coloniale nell'intento di ottenere una loro più ampia partecipazione alla gestione del potere e di superare il regime segregazionista di epoca fascista.Il presente articolo non si propone dunque di indagare l'antirazzismo e l'anticolonialismo dei nazionalisti, bensì il progetto di un colonialismo non più razzista, o comunque maggiormente inclusivo, coltivato da alcuni sudditi africani che intermediarono con la politica e la propaganda colonialista dell'Italia repubblicana. Di fatto, si trattò di un progetto destinato al fallimento, nella misura in cui colonialismo e antirazzismo erano termini in ultima analisi inconciliabili.Furono poi le diverse indipendenze delle colonie a mettere in discussione il razzismo attraverso la fine stessa del colonialismo.
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Pace, Enzo. "La malattia chiamata Europa. Controversia sull’islamizzazione in Europa e rinascita del nazionalismo." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no. 53 (August 2018): 11–24. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005302.

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Abstract:
Riassunto L’articolo si focalizza sui nuovi movimenti nazionalisti che si stanno affermando politicamente nell’Unione Europea e sulla battaglia che essi conducono contro la diversità religiosa, sempre più visibile nelle società europee, ritenuta una minaccia all’identità cristiana dell’Europa. L’islam è, perciò, diventato, un oggetto polemico (nel senso del polemos, la guerra ideologica che divide drammaticamente la società) nel discorso politico. Tramite tale discorso si tende a costruire una narrazione collettiva convincente: una società troppo diversa dal punto di vista religioso non è sostenibile.
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Chen, Yu-Wen. "Un'analisi comparativa delle dimensioni transnazionali dei movimenti nazionalisti scozzese e gallese." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 2 (November 2010): 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/paco2010-002003.

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Luzòn, Javier Moreno. "Monarchia in scena e discorsi nazionalisti nella Spagna del Rigenerazionismo (1902-1913)." MEMORIA E RICERCA, no. 42 (May 2013): 87–105. http://dx.doi.org/10.3280/mer2013-042007.

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Ansel, Dario. "Nazionalismo politico e nazionalismo sindacale nei Paesi Baschi, 1911-1936." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 466–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264008.

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Abstract:
Il saggio prende in esame il complesso rapporto fra il Partido nacionalista vasco (Pnv) e l'organizzazione sindacale di riferimento del movimento nazionalista in Euskadi, Solidaridad de obreros vascos (Sov), dal 1933 Solidaridad de trabajadores vascos (Stv). Sulla base dell'esame di fonti a stampa e fonti archivistiche, l'autore pone una serie di interrogativi volti a indagare la reale natura delle relazioni fra nazionalismo politico e nazionalismo sindacale dal 1911, anno della fondazione di Sov, sino allo scoppio della guerra civile, nel 1936. La tesi di fondo č che, nonostante la stretta dipendenza che caratterizzň la relazione partito-sindacato durante gli anni dieci, a partire dai primi anni venti e in particolare durante la Seconda Repubblica (1931- 1936), l'organizzazione operaia nazionalista si affrancň progressivamente dalla tradizionale tutela esercitata dal Pnv. Nel corso degli anni trenta, Sov-Stv si trasformň in un moderno sindacato di massa e fu interessata da un intenso processo di radicalizzazione classista che contribuě alla definizione di un'identitŕ sindacale e politica autonoma.
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Acciai, Enrico. "Ulisse del Novecento. I difficili rientri dei reduci stranieri della guerra civile spagnola 1937-1945." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 28–49. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262002.

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Abstract:
Il saggio, attraverso l'analisi di un'ampia documentazione d'archivio, si propone di indagare le criticitŕ legate all'uscita dalla Spagna dei reduci stranieri della guerra civile spagnola, inquadrati per lo piů nelle Brigate internazionali, ma anche in altre colonne minori. Infatti, se su quei quasi quarantamila combattenti molto č stato scritto giŕ da subito dopo la fine del conflitto, rimane sinora poco indagato l'aspetto relativo al complesso processo di smobilitazione degli internazionali. In relazione a ciň l'autore ha individuato tre gruppi di volontari per i quali, sia pure con percorsi radicalmente diversi, uscire dalla penisola iberica si rivelň spesso molto difficile: quelli non integrati nelle Brigate internazionali, coinvolti nella repressione che colpě il movimento libertario dopo i fatti del maggio 1937 a Barcellona; quelli che, dopo il ritiro delle Brigate, furono respinti dalle autoritŕ francesi, su disposizione in particolare del governo Daladier; quelli che caddero prigionieri dei nazionalisti nel corso del conflitto. Alcuni di coloro che finirono nei campi d'internamento franchisti dovettero attendere, in balia di una diplomazia confusa, la fine della seconda guerra prima di venire espulsi dalla Spagna.
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Bollens, Scott A. "Trincee in cittŕ: muri, confini, costituzioni." STORIA URBANA, no. 128 (February 2011): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-128003.

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Abstract:
Questo articolo indaga tre diversi approcci politico-territoriali alla gestione del conflitto tra gruppi nazionalisti. Sono particolarmente interessato al modo in cui il la creazione di queste barriere nel territorio urbano ["", NdT] influenza l'abilitŕ delle cittŕ contese (in questo caso Gerusalemme, Sarajevo e Beirut) nel contribuire positivamente alla coesistenza pacifica a livello locale e nazionale. Il mio focus principale č su tre casi: (I) la costruzione del muro di separazione israeliano a Gerusalemme e i suoi effetti sulla parte araba della cittŕ e sulle prospettive per una soluzione del conflitto israelo-palestinese; (II) la demarcazione di nuovi confini politici alla fine della guerra in Bosnia (ex Jugoslavia) del 1992-95 e i suoi effetti sulla sulle prospettive della convivenza etnica nella cittŕ di Sarajevo; (III) la relazione tra la rigida geografia elettorale data dalla ripartizione costituzionale del potere politico in Libano e le possibilitŕ di sviluppo - in particolare a Beirut e nelle periferie della cittŕ - di coalizioni politiche trasversali rispetto all'elemento confessionale. In ognuno di questi casi le differenze tra gruppi etnonazionali sono adattate e rinforzate geograficamente. L'articolo si conclude ponendo l'enfasi sull'importanza della cittŕ in situazioni di negoziazione di soluzioni politico-territoriali alternative in paesi divisi.
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Botti, Alfonso. "Quando l'Action Française rientrò nell'alveo dei nazionalismi ammessi dalla Chiesa." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (August 2021): 47–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001002.

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Abstract:
L'articolo integra, sulla base della documentazione degli archivi vaticani, quanto messo a fuoco dalla storiografia sull'impatto nel mondo cattolico ed ecclesiastico francesi del decreto del Sant'Offizio che nel 1926 mise all'Indice alcune opere di Charles Maurras e il giornale L'Action Française. Ricostruisce poi per la prima volta, attraverso fonti del Sant'Offizio, il processo decisionale che portò il 10 luglio del 1939 al decreto con il quale il quotidiano fu ritirato dall'Indice, pur restando la precedente interdizione di alcune opere di Maurras e del giornale fino a quel momento. In un decennio segnato dalla minaccia rappresentata dai nazionalismi e dagli antisemitismi di Stato, l'articolo conferma che in tutta la vicenda la questione disciplinare prevalse di gran lunga su quella dottrinale, che prestò scarsissima attenzione alle principali caratteristiche, come la politique d'abord, dell'Action Française: il «nazionalismo integrale» e l'antisemitismo. Infine, l'articolo mette in luce il ruolo del cardinale Ottaviani e la discontinuità tra Pio XII e il suo predecessore.
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Zanini, Paolo. "Italia e Santa sede di fronte ai disordini del 1929 in Palestina." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 406–24. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264004.

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Abstract:
La Rivolta araba dell'agosto 1929 costituě una svolta nella storia della Palestina mandataria. Essa, perň, appare interessante anche per valutare l'atteggiamento cattolico nei confronti del sionismo. In Italia, dove quei fatti ebbero grande eco, si cercň di riproporre un ruolo nazionale nella regione, sfruttando il fattore religioso. Simili tentativi, che raccolsero il consenso di importanti ambienti cattolici e del governo, non riuscirono a far breccia presso la Santa sede ove altri e diversi erano i timori generati dalla rivolta del 1929, attorno a cui i principali rappresentanti vaticani nella regione, Barlassina e Valeri, elaborarono valutazioni diverse. Barlassina vide nella rivolta e nel massacro di Hebron la reazione degli arabi alle prepotenze dei sionisti; Valeri, pur contrario agli obiettivi del sionismo, ritenne che ogni radicale ripresa del nazionalismo arabo fosse pericolosa per gli interessi cattolici. La rivolta del 1929, cosě, appare un avvenimento attraverso cui leggere le diverse sensibilitŕ esistenti tra le frange piů nazionaliste del cattolicesimo e la politica della Santa sede e, al tempo stesso, per valutare le differenti posizioni presenti all'interno della gerarchia cattolica rispetto alla questione della Palestina.
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Carrillo, Marc. "Book Review: Nazionalità e Nazionalismo in Spagna. Autonomie Federalismo e Autodeterminazione68.1578 SolÉ TuraJordi — Nazionalità e Nazionalismo in Spagna. Autonomie Federalismo e Autodeterminazione (Editoriale Scientifica, 2016). Revista de Estudios políticos177, July-Sept. 2017: 293–301." International Political Science Abstracts 68, no. 1 (February 2018): 151. http://dx.doi.org/10.1177/0020834518068001186.

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Elorza, Antonio. "Spagna, nazione di nazioni." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (April 2011): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003006.

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Abstract:
La Spagna non č uno Stato unitario come la Francia, né uno Stato plurinazionale come furono la Jugoslavia e l'Austria-Ungheria nel passato. L'identitŕ spagnola nasce nel Medioevo e trova le sue prime radici nelle reazioni all'invasione araba del 711, quando i vinti presero coscienza della «Spaniae ruina». Secoli dopo, l'unione delle corone nata con i Re Cattolici rafforzň le basi per quella identitŕ, sotto una «monarchia di aggregazione» che si sviluppň in parallelo con la Francia, senza che scomparissero altre identitŕ, come quelle della Catalogna e delle province basche. Ma la Rivoluzione francese cancellň le unitŕ amministrative dell'Antico regime ed il processo di nazionalizzazione si sviluppň senza difficoltŕ fino al primo Novecento, mentre l'arretratezza economica fece sorgere le condizioni di una crisi dello Stato-nazione. Allo stesso tempo il fatto che la Catalogna e la Biscaglia fossero le avanguardie del processo d'industrializzazione favorě la dinamica centrifuga delle, dopo che la disfatta del 1898 nella guerra contro gli Stati Uniti e la fine dell'impero coloniale avevano creato l'immagine della Spagna come di un "paese moribondo". La modernizzazione degli anni Sessanta del Novecento poté essere il fondamento di una nuova Spagna, ma le "nazionalitŕ storiche" (la Catalogna ed il Paese basco in primo luogo) erano giŕ realtŕ senza ritorno ed il nazionalismodella dittatura di Franco fece delle rivendicazioni nazionaliste un diritto democratico. Infine, con la Costituzione del 1978 č nato lo Stato delle autonomie, che consacra lo sviluppo autonomo delle "nazionalitŕ" intorno all'asse centrale della "nazione" spagnola. Ecco perché "nazione di nazioni" diventa un'espressione adeguata ad una convergenza come quella spagnola di processi di, senza che i conflitti fra unitŕ ed indipendentismo siano ancora oggi arrivati a un punto di equilibrio.
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Vella, Nicholas C., and Oliver Gilkes. "The lure of the antique: nationalism, politics and archaeology in British Malta (1880–1964)." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 353–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001860.

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Abstract:
IL RICHIAMO DELL'ANTICO: NAZIONALISMO, POLITICA E ARCHEOLOGIA NELLA MALTA BRITANNICA (1880–1964)Negli anni recenti si è sviluppato un notevole interesse per gli aspetti socio-politici della pratica archeologica. Nel ripercorrere lo sviluppo della tradizione archeologica di Malta, questo studio si propone di scoprire se gruppi sociali o politici si appropriarono di oggetti antichi e di siti archeologici per rivendicare una propria distinta identita. L'articolo si concentra sul periodo che seguì all'annuncio, nel 1880, di una serie di riforme che regolavano gli affari pubblici, che rese il dominio coloniale britannico in Malta ancora più invadente ed autoritario. La comprensione dell'antico che può definirsi propriamente ‘archeologica’ nacque in questo periodo e maturò dall'esigenza di conservare le vestigia della storia del paese attraverso l'emanazione di leggi e il fervore patriottico e nazionalista. L'attività archeologica di personaggi quali A.A. Caruana, Albert Mayr, Themistocles Zammit, Thomas Ashby e Luigi M. Ugolini, viene qui analizzata in questo contesto. Gli autori sostengono che, contro lo sfondo di una lenta comprensione delle fasi più antiche della razza umana e del riconoscimento del passato preistorico di Malta, sorse la necessità tra i politici di una delle colonie della ‘Corona’ di appropriarsi del passato come di un precedente per il presente ed il futuro.
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Santoro, Stefano. "Da nazionalismo non dominante a nazionalismo dominante: il caso transilvano." PASSATO E PRESENTE, no. 84 (October 2011): 37–61. http://dx.doi.org/10.3280/pass2011-084004.

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Abstract:
The Rumanian nationalism of Transylvania, which developed during the 19th century to defend the rights of the Rumanian population from the Magyarization policies implemented by Budapest's government, suddenly found itself in a completely different situation at the end of World War I: from non-dominant it had become dominant. As in other areas of postwar Eastern Europe during the 1920s and 1930s,, this transition involved a reversal of the paradigms of reference of the Rumanian nationalists that changed from inclusive and democratic values into an exclusive and fundamentally totalitarian ideology.
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Bottoni, Stefano. "Nazionalismi: teorie, pratiche, istruzioni per l'uso." PASSATO E PRESENTE, no. 114 (September 2021): 202–23. http://dx.doi.org/10.3280/pass2021-114012.

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von Teuffenbach, Alexandra. "Nazionalismo al Concilio Vaticano II?" Annuarium Historiae Conciliorum 47, no. 2 (July 16, 2015): 371–414. http://dx.doi.org/10.30965/25890433-04702007.

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Damiani, Isabella. "Un Fergana avvelenato dal nazionalismo." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 62–73. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001005.

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Abstract:
L'Asia centrale post-sovietica, da sempre considerata terra di comunicazione tra Oriente e Occidente nel giugno 2010 č stata la protagonista di un ennesimo scontro considerato etnico. La zona centro-asiatica toccata da questo evento č la valle del Fergana, fertile regione divisa politicamente tra Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan e da sempre ambita posta in gioco tra le rivalitŕ di potere territoriali della regione. Dopo una breve rassegna di quelle che sono state le opinioni degli esperti riguardanti questi fatti, l'Autore presenta la sua interpretazione esaminando il percorso storico-politico e territoriale di questa importante regione centro-asiatica. Il lavoro analizza le problematiche economiche, politiche e sociali, come per esempio il traffico della droga afgana legato proprio ad Osh, la cittŕ kirghiza protagonista degli avvenimenti, problematiche che sono state celate, soprattutto a livello mediatico, facendo apparire l'avvenimento come un vero e proprioa sfondo etnico.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, no. 2 (December 31, 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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Abstract:
La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Cresti, Federico. "Il Nazionalismo libico a tripoli durante l’amministrazione Militare Britannica: Note su aḥimad e ʿalī al-faqīh Ḥasan e sul ʿblocco nazionalista liberoʾ, al-Kutlah al-waṭaniyyah al-Ḥurrah (1945-1949)." Oriente Moderno 85, no. 2-3 (August 12, 2005): 389–422. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-0850203013.

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Santuccio, Maria Elena. "IL METATEATRO PIRANDELLIANO E LA TEATRALITÀ fascista." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 359–81. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100204.

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Abstract:
La “riteatralizzazione” dello spettatore svolta da Pirandello nelle opere metateatrali presenta caratteristiche opposte rispetto alla ridefinizione del ruolo del pubblico/massa realizzata dal teatro-rito nazionalista e fascista. Il metateatro pirandelliano assegna all'audience un ruolo attivo, incoraggiando una distanza critica che era estranea alla struttura consensuale della teatralità fascista e della drammaturgia dannunziana.
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Stepan, Alfred. "DEMOCRAZIA E FEDERALISMO. UN'ANALISI COMPARATA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, no. 1 (April 1998): 5–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025740.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo articolo proporrò alcune riflessioni sul rapporto fra democratizzazione, federalismo e nazionalismo, prendendo spunto da lavori già avviati su questa tematica insieme a Juan Linz (Linz 1997).
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AHEDO GURRUTXAGA, IGOR. "NACIONALISMO VASCO E IPARRALDE: UNA HISTORIA DE USOS Y ABUSOS (O DE CUANDO EL HERMANO PEQUEÑO SE HIZO MAYOR)." RVAP 80, no. 80 (April 1, 2008): 287–314. http://dx.doi.org/10.47623/ivap-rvap.80.2008.10.

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Abstract:
La evolución del nacionalismo vasco en Iparralde ha venido marcada desde su origen y hasta fechas recientes por la influencia del nacionalismo del sur. Y aunque el vigor de este último haya ayudado a la germinación de la simiente abertzale en este territorio, en ocasiones su influencia ha sido fuente de conflictos como consecuencia de una estrategia de los nacionalistas del sur que han basculado de la concepción de Iparralde como territorio de retaguardia a un espacio político ineludible para su accionar. Esta asimetría solo se ha limitado recientemente como consecuencia de la estrategia autónoma que han desarrollado los nacionalistas del norte en torno a las estrategias de desarrollo y al reconocimiento institucional, catalizando un despertar de la identidad vasca que sitúa a este territorio a las puertas de una nueva fase de reconocimiento político sobre la base de la propuesta de referéndum de Batera. Iparraldean, nazionalismoaren bilakaera Hegoaldeko nazionalismoaren eraginpean egon da hasiera-hasieratik oraintsu arte. Hegoaldeko nazionalismoaren indarra lagungarri izan da Iparraldean abertzaletasunaren hazia ernetzeko, baina, hala ere, eragin hori gatazka-iturri ere bilakatu da zenbaitetan, izan ere, Hegoaldeko nazionalisten estrategiaren barruan, Iparraldea atzeguardiako lurralde izan da batzuetan, eta ekintzarako ezinbesteko gune politiko besteetan. Asimetria hori oraintsu baino ez da mugatu, iparraldeko nazionalistek garapenerako eta aitortza instituzionalerako bidean hedatu duten estrategia autonomoaren ondorioz. Hori guztia katalizatzaile izan da euskal identitatea ernatzeko, eta lurralde hori aitorpen politikorako fase berri baten atarian kokatu du, Bateraren erreferendum-proposamena oinarri. The evolution of Basque nationalism in Iparralde has been stressed from its inception and up to recent times by the influence of southern nationalism. And though the vigor of this latter had helped to the germination of the abertzale seed in this territory, its influence has sometimes been a source of conflict as a consequence of a strategy by the southern nationalists who have fluctuated from the conception of Iparralde of a rear territory to an anvoidable political space for their actions. Only recently has been limited this asimetry owing to the autonomous strategy developed by the northern nationalists around the development strategies and intitutional acknowledgment, catalysing the awakening of a basque identity which puts this territory near to a new phase of political acknowledgment based on a proposal of referedum by Batera.
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Borioni, Paolo. "Il populismo etno-nazionalista e i compiti della socialdemocrazia." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (July 2011): 366–405. http://dx.doi.org/10.3280/ded2010-003019.

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Barbero, Jesus Martin. "Comunicazione, nazionalismo e modernizzazione in America Latina." La Ricerca Folklorica, no. 28 (October 1993): 29. http://dx.doi.org/10.2307/1480130.

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Rivetti, Paola. "Alcune spedizioni alpinistiche italiane in Iran secondo le fonti d'archivio." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131007.

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Abstract:
Il contributo propone alcuni documenti relativi a talune spedizioni alpinistiche italiane verso i monti persiani. La presenza italiana nel paese mediorientale appare in ritardo rispetto ad altre esperienze europee, rivelando in questo senso il "carattere nazionalista" dell'impegno del Club Alpino Italiano, il Cai, nel sostenere le prime imprese che ebbero luogo nel paese. Tale carattere, tuttavia, verrŕ sempre meno, lasciando il posto alla curiositŕ scientifica, all'agonismo sportivo e alla fascinazione per una realtŕ tanto distante, sentimenti dominanti espressi dagli alpinisti nei resoconti di viaggio.
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Fiorino, Vinzia. "Madri dolorose: una figura profonda del nazionalismo italiano." SOCIETÀ E STORIA, no. 145 (January 2015): 513–17. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-145004.

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Scarantino, Sergio. "Lawrence dopo l'Arabia, fra sionismo e nazionalismo arabo." PASSATO E PRESENTE, no. 87 (October 2012): 55–79. http://dx.doi.org/10.3280/pass2012-087004.

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Abstract:
Lawrence's politics and writings after the Arab revolt show that neither his support for the Zionist enterprise nor his dedication to the Arab cause were without qualifications. Lawrence's evolving positions on Palestine and his attitude toward Arab nationalism reveal a much more "unromantic" approach in furthering Imperial interests than the traditional view would suggest. That did not prevent Lawrence from reaching a quite pioneering vision both of the need to reform the Empire in the Near East and of its eventual demise, specifically with its stated ambition that the Arabs should be «our first brown dominion and not our last brown colony».
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Congiu, Massimo. "Lo "spirito magiaro". Destre e nazionalismo in Ungheria." HISTORIA MAGISTRA, no. 8 (March 2012): 47–59. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-008005.

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Abstract:
Fidesz and Jobbik are the most important Hungarian right wing parties. The first one leads actually a government which has such a majority in the Parliament that gives it the opportunity to rule the country without having to face an effective opposition. This situation allowed it to change the pre-existing Constitution with a conservative and nationalist Charter. The second one represents the most extreme aspirations of the Hungarian political right wing and its references are more proletarian and militant than the ones of the Fidesz. Jobbik has actually three eurodeputies and 47 deputies at the Hungarian Parliament. For a better comprehension of the Magyar nationalism it is very useful to consider such crucial moments of the contemporary history of the country as for instance the peace treaties that followed the end of the First World War and imposed to Hungary such severe territorial losses. The treaties have become the subject of a rhetoric which is based upon the historical injustice that Hungary suffered. This aspect is part of the Hungarian collective feeling and it is one of the main topics of the conservative circles and the radical right wing.
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de Filippo, Elena, and Salvatore Strozza. "Le migrazioni interne degli stranieri in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 121 (February 2011): 168–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121010.

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Abstract:
Una parte crescente dei trasferimenti di residenza tra comuni italiani riguarda cittadini stranieri. Questo articolo prova a dare conto di questo aspetto delle migrazioni interne cercando di rispondere ad alcuni quesiti. Esistono differenze per intensitŕ, tipologie e direttrici migratorie nella mobilitŕ interna degli stranieri rispetto a quella degli italiani? E tra gli stessi stranieri ci sono differenziali significativi per nazionalitŕ? Quanto giocano le caratteristiche personali e quanto il territorio a determinare la propensione degli immigrati a spostarsi verso altre regioni italiane? Infine, il Mezzogiorno e, in particolare, la Campania restano prevalentemente aree di transito dell'immigrazione oppure nel tempo il loro ruolo si è almeno in parte modificato? Da meno di 70mila nel 1998 i trasferimenti di residenza dei cittadini stranieri sono diventati a partire dal 2006 oltre 200mila per effetto della crescita della popolazione straniera residente che da sempre ha fatto registrare livelli di mobilitŕ interna pari a circa 3 volte quelli degli italiani. Particolarmente accentuata appare la mobilitŕ delle nazionalitŕ di più recente immigrazione e di quelle che per tipologia di inserimento lavorativo hanno molteplici riferimenti nei vari contesti geografici; meno mobili risultano alcune collettivitŕ di più antico insediamento soprattutto se concentrate nei poli delle principali aree metropolitane.
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Iuso, Pasquale. "Le violenze di frontiera. Nazionalismo, regionalismo e identità nazionale." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 74 (May 2017): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/spc2017-074001.

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Pistone, Sergio. "La Conferenza di Messina e lo sviluppo dell'unificazione europea." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002006.

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Abstract:
Con questo contributo l'autore vuole introdurre al lettore la personalitŕ del pastore e teologo olandese W. A. Visser't Hooft, una delle figure piů rilevanti del protestantesimo riformato della prima metŕ del XX secolo. L'articolo mira a ricostruire la figura del primo Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese attraverso la genesi del suo pensiero europeista e l'attivitŕ di coordinamento della Resistenza europea a Ginevra. Il contributo si articola in tre parti, ciascuna delle quali affronta cronologicamente un passaggio della riflessione politica di Visser't Hooft, da cui emerge chiaramente la volontŕ di affermare l'idea di una federazione europea, quale superamento definitivo dell'ideologia nazionalista e della guerra.
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Reill, Dominique. "Book Review: Nazionalismi di Frontiera: Identità contrapposte sull’Adriatico nord-orientale 1850-1950." European History Quarterly 36, no. 4 (October 2006): 605–7. http://dx.doi.org/10.1177/0265691406068157.

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Perocco, Fabio. "La diseguaglianza di nazionalitÀ in Italia: diritti, lavoro, scuola." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (March 2011): 13–24. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-003003.

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Bronzini, Giuseppe. "Happy birthday; il primo anno di ‘obbligatorietŕ' della Carta di Nizza nella giurisprudenza della Corte europea di giustizia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 69–92. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002004.

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Abstract:
Il saggio, muovendo da una prospettiva metodologica che cerca di superare le contraddizioni dell'approccio nazionalistico sull'Europa e proponendo di guardare ad essa da un punto di vista globale per cogliere insieme gli elementi ‘federali' e ‘inter-governativi' del processo di integrazione, intende offrire, alla luce in particolare delle innovazioni introdotte dal trattato di Lisbona, una interpretazione sistematica della cittadinanza europea, come istituto autonomo di carattere potenzialmente federale a base della legittimazione dell'Unione e del modello europeo di societŕ aperta e inclusiva.
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D’Orsi, Angelo. "Gli intellettuali e la « nuova Italia » : dal nazionalismo al fascismo." Transalpina, no. 12 (December 10, 2009): 23–50. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.2789.

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Perri, Paolo. "«Popolo, diventa Stato!» Il nazionalismo bretone e fiammingo (1870-1945)." PASSATO E PRESENTE, no. 107 (June 2019): 44–67. http://dx.doi.org/10.3280/pass2019-107005.

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Rigoni, Francesca. "Itinerari retorici. Ferdinando Martini tra patriottismo risorgimentale e nazionalismo fascista." Transalpina, no. 15 (December 7, 2012): 197–212. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.2204.

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Pelůcio, Larissa. "Desideri, brasilianitŕ e segreti. Il mercato del sesso nel rapporto tra clienti spagnoli e transessuali brasiliane." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2010): 153–72. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001007.

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Abstract:
L'etnicizzazione del genere e la sessualizzazione della nazionalitŕ sono gli aspetti che caratterizzano gli incontri tra le transessuali brasiliane e la clientela spagnola nel movimentato commercio del sesso a pagamento in Spagna. In questi incontri sessuali, che sono anche commerciali, l'erotismo alcune volte č messo in relazione ad un esotismo legato non solo alla nazionalitŕ o alla razza, ma anche alla possibilitŕ di avere esperienze sessuali piů eccitanti rispetto a quelle considerate convenzionali. In questo modo, l'associazione che molti clienti fanno tra Brasile e corpo della transessuale puň essere compresa solo alla luce della densa grammatica sessuale che permea queste relazioni. Tali segni si sono strutturati a partire dal retaggio coloniale che ancora perdura, e al quale i flussi migratori odierni hanno attribuito nuovi significati sia per l'intensificarsi della circolazione delle immagini, sia per l'inserimento del Brasile tra le mete del turismo sessuale. Per spiegare le diverse implicazioni del fenomeno mi sono avvalsa del contributo della teoria Queer, alla quale ho associato ulteriori riflessioni di autrici/tori che interpretano il mercato del sesso partendo da un punto di vista poststrutturalista o postcoloniale. Questi quadri concettuali costi-tuiscono la struttura di base nella quale inserire i dati raccolti in un lavoro etnografico realizzato a San Paolo, Madrid e Barcellona, cosě come navigando nei siti Internet spagnoli specializzati nel desiderio sessuale verso le transessuali.
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Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

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Abstract:
L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
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Neves, José. "Giuliano Procacci. La memoria controversa: revisionismi, nazionalismi e fondamentalismi nei manuali di storia." Etnografica, no. 7 (2) (November 1, 2003): 463–65. http://dx.doi.org/10.4000/etnografica.3482.

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Panichi, Oliver. "(Ri)leggere le nazionalità in divenire: studi recenti sulla Dalmazia." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 76 (March 2018): 135–75. http://dx.doi.org/10.3280/spc2017-076008.

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Sevillano, Francisco. "Il "rosso". L'immagine del nemico nella "Spagna nazionale"." MEMORIA E RICERCA, no. 31 (September 2009): 141–54. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-031009.

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Abstract:
- This paper examines the multiform nature of the violence that erupted during the Spanish Civil War, with particular emphasis on its symbolic dimension. To this end, its considers the propagandistic construction underpinning the representation of the «enemy» (los rojos) in the so-called Nationalist press during one moment of the war, aftermath of the fighting on the Madrid front and the advance of the Nationalist forces througt northern SpainParole chiave: Guerra civile spagnola, violenza, propaganda, rappresentazione culturale, nemico, nazionalismo Spanish Civil War, violence, propaganda, cultural representation, enemy, nationalism
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Bogdanic, Luka. "Dall'autogestione al nazionalismo. La critica del sistema jugoslavo nella rivista «Praxis»." HISTORIA MAGISTRA, no. 16 (March 2015): 19–36. http://dx.doi.org/10.3280/hm2014-016003.

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Salvati, Lorenzo P. "Stampa e nazionalismo in Egitto a cavallo tra Ottocento e Novecento." Oriente Moderno 101, no. 1 (October 6, 2021): 115–32. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-12340257.

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Abstract:
Abstract The late nineteenth and early twentieth centuries in Egypt saw new concepts of community emerge to replace the extant, traditional forms of identity based on local loyalties. This paper will explore the role played by language and journalism in this re-imagining of identity, and its use by the elite in shaping perceptions of the Egyptian people, nation and language. A fundamental element of this process was the development in the use of the term ummah in the discourse of many thinkers of the Nahḍah, from its meaning signifying the global community of Muslim believers, into a symbol of the modern nation-state, a re-interpretation which I discuss drawing, notably, on the unpublished writings of the journalist Aḥmad Luṭfī al-Sayyid. This perspective enables an exploration both of the competition between traditionalist values and the secular, multicultural model of early Egyptian nationalism, and of the multifarious colonial influences on the pro-Europe anelite in this struggle for a vision of Egypt’s future.
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Vizán Amorós, Ander. "Mugimendu nazionalisten aldarrikapena: autodeterminazioa eta erabakitzeko eskubidea Euskal Herrian eta Katalunian." Uztaro. Giza eta gizarte-zientzien aldizkaria, no. 105 (June 15, 2018): 48–68. http://dx.doi.org/10.26876/uztaro.105.2018.3.

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Tulli, Umberto. "La Guerra Fredda alle Olimpiadi: la diplomazia sportiva americana negli anni Cinquanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 237–56. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002012.

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Abstract:
Negli anni Cinquanta, l'amministrazione Eisenhower diede grande importanza allo sport nella sua propaganda e nelle sue iniziative di diplomazia culturale. Per rispondere alla "offensiva culturale" sovietica, sviluppò tre tipi di iniziative: uno sforzo propagandistico per denunciare i problemi dello sport sovietico (soprattutto la sua natura professionistica e politica) e mostrare i pregi dello sport americano; tour all'estero di atleti americani; tour negli Stati Uniti di atleti di altre nazionalità. Comune a tutte queste iniziative stava un messaggio e, insieme, una contraddizione: l'assenza di interferenze del governo federale nello sport americano.
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Mazzucotelli, Francesco. "POPULISMO, NAZIONALISMO E RELIGIONE TRA I POLITICI CRISTIANI LIBANESI DAL 2005 AL 2019." Il Politico 255, no. 2 (January 10, 2022): 48–72. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.622.

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Abstract:
in questo articolo intendo evidenziare alcuni fenomeni che attingono ai registri del populismo e del nazionalismo nel campo politico cristiano libanese. l’arco temporale che prendo in considerazione va dalla primavera del 2005, quando il rientro nell’arena politica di Michel aoun e Samir Ja’ja’ segna un superamento della fase di frustrazione e disincanto (iḥbāṭ) che aveva fatto seguito all’accordo di al-Ta’if e all’imposizione della pax syriana1, fino ai postumi delle elezioni parlamentari del 2018, soffermandomi in particolare sulla composizione delle liste elettorali e sui risultati nei collegi Monte libano 1, beirut 1, nord libano 3, Monte libano 2 e beqaa 1, ossia nei collegi con una maggioranza demografica cristiana2.
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Litwin, Ewa. "Narodziny polskiej myśli narodowej – z perspektywy włoskiej." Fabrica Litterarum Polono-Italica, no. 2 (June 30, 2020): 211–18. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2020.02.17.

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Abstract:
The article aims to present the work of Daniele Stasi regarding the birth of Polish nationalism. The book was published in 2018 in Italian by FrancoAngeli as Le origini del nazionalismo in Polonia. The author puts forward some theses concerning the process of national building in the period preceding the partitions of Poland, which represents terminus a quo for his analysis of the ideologies related to the national issue and rebirth of Polish state. Terminus ad quem of the author’s analysis is Roman Dmowski’s Myśli nowoczesnego Polaka. Based on rich and interdisciplinary literature, Stasi’s work aims to fill the gap in Italian historiography, related to the birth of Polish nationalism.
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Rigano, Gabriele. "«Religione aperta» e pensiero nonviolento: Aldo Capitini tra Francesco d'Assisi e Gandhi." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2011): 31–77. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002002.

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Abstract:
Il saggio analizza le fonti ispiratrici del pensiero capitiniano a partire dall'influenza che ha avuto sull'antifascista umbro, soprattutto a livello esistenziale, prepolitico, l'esperienza francescana delle origini. Anche un confronto con un altro grande ispiratore di Capitini, Gandhi, risulta illuminante, dato che il leader nazionalista indiano risulta essere un riferimento di un certo rilievo solo nel secondo dopoguerra. Francesco d'Assisi risulta essere, da questo punto di vista, il piů duraturo ispiratore del pensiero e dell'azione di Capitini, dagli anni Venti fino alla piena maturazione del suo pensiero nonviolento. Il saggio si concentra poi sulle fonti dell'interpretazione capitiniana di Francesco d'Assisi, rintracciandole nel pensiero di Giovanni Gentile, interlocutore fondamentale ma poco riconosciuto dell'antifascista umbro. Nel secondo dopoguerra il riferimento a Gandhi diventa primario, senza perň sovrastare completamente il nome del santo di Assisi, a cui č legata la realizzazione piů duratura di Capitini: la marcia Perugia-Assisi per la pace.
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Torre, Domenico. "Islam, Impero ottomano e nazionalismo nell’opera di Muṣṭafà Kāmil. Un equilibrio impossibile." Oriente Moderno 97, no. 1 (March 30, 2017): 36–66. http://dx.doi.org/10.1163/22138617-12340138.

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Abstract:
The purpose of this paper is to examine the complex balance between nationalist tendencies and loyalty to the Ottoman Empire in the works of the Egyptian politician Muṣṭafà Kāmil (1874-1908). More specifically, this analysis tries to understand how the young author, despite the controversial aspects of his experience as activist, managed to establish one of the most powerful theories in early Egyptian nationalism. Islam and patriotism, Western influences and chauvinism—all these elements blended together in a totally new approach to that debate on communal identity which involved the Arab world from the last decades of 19th century, modifying also the political vocabulary used by Egypt’s intellectual elites.
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