Journal articles on the topic 'Museo e Raccolte Civiche'

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1

Metcalf, William E. "Monete "bizantine" nelle raccolte numismatiche del Museo Civico di Siena. Mara Bonfioli." Speculum 63, no. 3 (July 1988): 627–28. http://dx.doi.org/10.2307/2852645.

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2

Biagi, Paolo, and Emanuela Gilli. "I materiali archeologici della raccolta Nyáry del Museo Civico Correr di Venezia." American Journal of Archaeology 106, no. 1 (January 2002): 141. http://dx.doi.org/10.2307/507218.

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3

Terrile, Marco. "Prima segnalazione per l’Italia di <em>Ocalea robusta</em> Bernhauer, 1902 e note su alcune specie del genere <em>Ocalea</em>." Bollettino della Società Entomologica Italiana 155, no. 2 (August 30, 2023): 63–67. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2023.63.

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Abstract:
L’autore segnala per la prima volta la presenza di Ocalea robusta Bernhauer, 1902 in Italia (Nord-est). Viene ripercorsa sinteticamente la storia tassonomica di questa specie, illustrandone alcuni caratteri morfologici, incluse le immagini dei genitali maschili e femminili. Sono stati inoltre raccolti alcuni dati relativi alla distribuzione, sia pubblicati, sia provenienti dall’esame di materiale presente nelle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Infine, è brevemente discussa la posizione sistematica di O. pollinensis Scheerpeltz, 1956.
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4

Canadelli, Elena. "La morte di Filippo De Filippi a Hong Kong (1867). Il racconto inedito di un missionario." Natural History Sciences 153, no. 1 (January 1, 2012): 85. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2012.85.

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Abstract:
Il saggio si concentra sulla morte dello zoologo Filippo De Filippi, avvenuta il 9 febbraio 1867 a Hong Kong durante la circumnavigazione del globo della corvetta a elica italiana Magenta. Viene proposta integralmente una lettera del 29 agosto 1867 spedita da Bernardo Viganò, il missionario del Seminario Lombardo delle Missioni Estere di Milano che assistette De Filippi nelle ultime settimane di vita, al direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, Emilio Cornalia. Questo documento, fino a oggi inedito, costituisce una preziosa testimonianza della morte di uno degli zoologi italiani più noti dell’Ottocento, tra i primi in Italia ad aderire alla teoria dell’evoluzione con la conferenza<em> L’uomo e le scimie</em> del 1864. L’articolo ricostruisce inoltre le polemiche e le poco note vicende testamentarie che seguirono alla morte di De Filippi. Il lavoro si serve di molti documenti inediti provenienti per la maggior parte dal carteggio di Emilio Cornalia, conservato nella Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, dall’Archivio Storico dell’Università di Torino e dalla Biblioteca del Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo della stessa Università.
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5

Cadamuro, Elena. "Rappresentare, esibire, dominare. La fotografia coloniale nelle collezioni De Reali e Puccioni." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 129–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294005.

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Abstract:
L'articolo si propone di analizzare le raccolte fotografiche di origine coloniale del viaggiatore Giuseppe De Reali (1877-1937) e dell'antropologo Nello Puccioni (1881-1937). Tra fine Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, essi visitarono l'Africa in piů occasioni dando vita a due collezioni - una zoologico-naturalistica e una antropologico-etnografica - oggi conservate e in parte esposte rispettivamente al Museo di storia naturale di Venezia e al Museo di antropologia e etnologia di Firenze. Attraverso lo studio degli scatti, l'autore riflette attorno alle modalitŕ di rappresentazione dell'Africa e delle sue popolazioni, alle funzioni e ai significati che fotografie e oggetti hanno assunto nel trasferimento nei contesti museali, giungendo a formulare alcune iniziali ipotesi in merito alle persistenze allestitive che hanno caratterizzato le collezioni tra Italia fascista e repubblicana.
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6

Farina, Laura. "COLEOPTERA (CARABIDAE, CHRYSOMELIDAE) E LEPIDOPTERA (HESPERIOIDEA, PAPILIONOIDEA) DELLA VALLE DELLA NAVA (PROVINCIA DI LECCO, LOMBARDIA, ITALIA)." Fragmenta Entomologica 43, no. 2 (October 31, 2011): 187. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.46.

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Abstract:
Nel presente lavoro sono riportate le attuali conoscenze faunistiche riguardanti i Coleoptera (Carabidae, Chrysomelidae) e i Lepidoptera (Hesperioidea, Papilionoidea) della Valle della Nava (Provincia di Lecco, Italia). Viene documentata l’attuale situazione ambientale in un’area ancora scarsamente soggetta alla pressione antropica, tramite lo studio delle comunità di questi gruppi tassonomici. Indagini analoghe hanno dimostrato in più di un caso di essere adatte ad evidenziare gli effetti dell’alterazione ambientale di un determinato territorio, consentendo di ricavare utili informazioni per la gestione degli habitat in esso presenti (Thiele 1977; Brandmayr 1983; Pizzolotto 1994, Balletto et al. 1982a, 1982b). I dati provengono da 7 anni di ricerche entomologiche effettuate con svariate tecniche di raccolta, a cui si aggiungono alcuni dati inediti ricavati dall’esame della collezione Brivio conservata presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. È stata rilevata la presenza di 180 specie (68 di Carabidae, 72 di Chrysomelidae, 40 di Lepidoptera Hesperioidea, Papilionoidea). Considerata la piccola dimensione dell’area di studio (circa 75 ettari) i dati ottenuti sono particolarmente indicativi e interessanti. Vengono infine esposte alcune considerazioni zoogeografiche e ecologiche.
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Mozzati, Tommaso. "Storia collezionistica del patio di Vélez Blanco: nuovi documenti e fotografie inedite." BSAA arte, no. 85 (May 12, 2019): 337–62. http://dx.doi.org/10.24197/bsaaa.85.2019.337-362.

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Abstract:
L’articolo si concentra sulle vicende che portarono dalla Spagna agli Stati Uniti il patio oggi esposto all’ingresso della Thomas J. Watson Library nel Metropolitan Museum di New York. Commissionata all’inizio del XVI secolo per volontà di Pedro Fajardo y Chacón, l’imponente struttura venne venduta nel 1904 al mercante J. Goldberg: i marmi furono quindi spediti dall’Andalusia a Parigi e da lì, a distanza di pochi anni, inviati a Manhattan per decorare la residenza voluta dal banchiere George Blumenthal su Park Avenue. Nuove, numerose individuazioni archivistiche, assieme a inediti documenti fotografici, consentono di ricostruire le diverse fasi della sua storia collezionistica, chiarendone la cronologia e individuando gli attori coinvolti nei diversi passaggi attraverso i quali l’opera giunse al di là dell’Oceano, per poi entrare, negli anni Quaranta, nelle raccolte del museo americano.
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Graditi, Roberto. "Salinas e lo Steri: un nuovo museo per una nuova città." ACME 75, no. 2 (October 5, 2023): 147–90. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/21304.

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Abstract:
Attraverso lo studio di due singolari planimetrie inedite e non datate viene fatta luce su una pagina sconosciuta della museologia palermitana: la proposta, mai attuata, di Antonino Salinas, appoggiata anche da Giuseppe Fiorelli e da Paolo Boselli, di trasferire tra il 1887 ed il 1910 tutte le raccolte archeologiche, di arte medievale e moderna dai locali dell’ex convento dei padri Filippini all’Olivella nel complesso medievale di Palazzo Chiaramonte o Steri. L’infelice scelta post-unitaria di destinare l’ex convento a sede del Museo di Palermo, l’Esposizione Nazionale del 1891/1892 ed il “taglio” della via Roma, praticato nei primi anni del ‘900 per la realizzazione della nuova grande arteria cittadina, sono i moventi, che sollecitano gli attori della vicenda a sollevare la questione. La ricerca documentale, che descrive gli eventi sino al 1932, svela molte delle dinamiche e delle problematiche inerenti ai fatti come la possibile costituzione di un nuovo polo museale, una suggestiva area urbana riqualificata, che risulta quasi un intero quartiere dedicato ai musei. Il nuovo progetto espositivo del Salinas è in linea di continuità con la ben nota idea dell’archeologo palermitano di celebrare la “storia delle arti di tutta la Sicilia” ed allo stesso tempo anticipa alcune delle scelte espositive, che saranno adottate in seguito dal Marconi e dall’Accascina: un unicum tra i coevi musei nazionali della penisola.
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Visconti, Agnese. "La fondazione dell’Orto botanico di Brera e gli anni della direzione dell’abate vallombrosano Fulgenzio Vitman (1728-1806) tra assolutismo asburgico ed età napoleonica." Natural History Sciences 153, no. 1 (January 1, 2012): 27. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2012.27.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce, sulla base di documenti per la massima parte inediti raccolti nell’Archivio di Stato di Milano, nella Biblioteca di Brera di Milano, nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel Museo di Storia Naturale di Milano e nell’Accademia delle Scienze di Torino, la storia della fondazione e dei primi decenni di attività dell’Orto, annesso alla cattedra di Botanica del Ginnasio di Brera, alla quale venne chiamato nel 1774 il padre vallombrosano Fulgenzio Vitman. La prima parte del lavoro descrive le operazioni materiali compiute per l’allestimento dell’Orto. Segue la descrizione dello svolgimento annuo dei lavori consistenti perlopiù nell’acquisizione e nei cambi di semi e piante, nell’adozione per la disposizione delle piante del metodo di classificazione di Linneo, nell’utilizzo delle piante per le lezioni. Si passa quindi all’analisi dei modi che Vitman adottò per arricchire l’Orto, sottolineando la sua convinzione dell’opportunità di privilegiare le piante necessarie alla didattica e alla ricerca scientifica. Purtroppo, mancando l’Orto di un proprio archivio e di raccolte di lettere, molte questioni restano ancora non risolte. Appaiono comunque evidenti sia l’appartenenza di Vitman alla fitta rete di scambi tra i botanici dell’epoca, sia l’utilizzo di canali diplomatici, in particolare per gli scambi con Francia, Olanda e Spagna. Il contributo si conclude con la descrizione dell’attività didattica e scientifica di Vitman, autore di un fortunato libro di testo, <em>De medicatis herbarum facultatibius liber</em>, Faventiae 1770, e di una importante <em>Summa plantarum</em>, Mediolani 1789-1792, in 6 volumi, nella quale l’autore segue il metodo di classificazione linneano.
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Mosa, Elena. "L’uso degli ambienti fisici e virtuali durante l’emergenza sanitaria." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 36–45. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.332.

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Abstract:
Il contributo si basa sui dati raccolti nel corso dell’indagine “Impatto della Pandemia sulle Pratiche Didattiche e Organizzative delle Scuole Italiane nell’Anno Scolastico 2020/21” condotta da Indire su un campione statisticamente rappresentativo. La survey richiama le dimensioni dei framework europei DigCompOrg e DigCompEdu, ovvero: 1) Modalità didattiche 2) Valutazione 3) Supporti e risorse per la didattica 4) Spazi, infrastrutture e tecnologie 5) Formazione continua 6) Organizzazione e leadership scolastica 7) Collaborazione e networking. Il rispondenti all’indagine sono stati 2.546 docenti variamente distribuiti sul territorio nazionale e rappresentativi della scuola primaria, secondaria di I e di II grado. Nello specifico, l’articolo intende approfondire i risultati relativi alla dimensione “spazi, infrastrutture e tecnologie” con l’obiettivo di analizzare l’uso degli spazi scolastici interni ed esterni all’edificio anche in modalità integrata e potenziata dagli ambienti on line. Come è noto, gli spazi e le infrastrutture tecnologiche hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia. I primi, perché sono risultati essenziali al fine di garantire il distanziamento sociale minimo nel rispetto dei provvedimenti sanitari emanati dal CTS. Le infrastrutture e le tecnologie, inoltre, si sono rivelate essere la conditio sine qua non per garantire le attività didattiche nei vari assetti: in presenza, online o a classi ibride. Assicurare un device a tutti, disporre di connessioni sufficientemente robuste da consentire molteplici accessi in contemporanea (a casa, come a scuola) sono state alcune delle principali sfide fin dai primi giorni di lockdown. Al perdurare dell’emergenza sanitaria e dei relativi provvedimenti necessari al contingentamento della diffusione del virus, si sono poste anche questioni legate alla disponibilità di ambienti domestici dedicati per consentire il corretto svolgimento delle attività didattiche. Ambienti che, non di rado, risultavano inidonei se, ad esempio, dovevano essere condivisi con altri fratelli o sorelle o con i genitori in smart working. I patti educativi di comunità sono stati richiamati nel Piano Scuola 2020/21 al fine di incoraggiare collaborazioni virtuose tra scuola e territorio e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra le scuole e le comunità educanti, anche in relazione al quadro di complessità generato dalla pandemia. Il Piano 2020/21 specifica, tra i vari obiettivi, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali. Si è pertanto inteso indagare la tipologia e la frequenza di utilizzo di ambienti diversi dall’aula scolastica e le motivazioni che hanno sotteso a tali scelte. Il contributo intende fornire una sintesi e una riflessione critica a partire dai dati emersi dal questionario.
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Ginge, Birgitte. "Recent studies of Etruscan ceramics - MARINA MARTELLI (ed.), LA CERAMICA DEGLI ETRUSCHI. LA PITTURA VASCOLARE (texts by Benedetta Adembri, Fulvio Canciani, Mauro Cristofani, Marina Martelli, and Maria Antonietta Rizzo). (Istituto Geografico de Agostini, Novara 1987). Pp.344 (of which 65-240 are colour plates), 19 figures in text. Lit. 110.000. - NIGEL JONATHAN SPIVEY , THE MICALI PAINTER AND HIS FOLLOWERS (Oxford Monographs on Classical Archaeology, Clarendon Press, Oxford 1987). Pp.xv + 103, 19 figures in text, 40 plates. ISBN 0-19-813225-5. £30.00. - MARIA ANTONIETTA RIZZO (ed.), UN ARTISTA ETRUSCO E IL SUO MONDO. IL PITTORE DI MICALI texts by Mauro Cristofani, Antonio Giuliano, Donna C. Kurtz, Marina Martelli, Maria Antonietta Rizzo, and Nigel Spivey. Appendices by Armando Cherici, Franco Ceschi, and A. Maria Sgubini Moretti) (Studi di Archeologia 5; Exhibition catalogue: Rome, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, 22 marzo – 30 giugno 1988; Milano, Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche, dicembre 1988) (De Luca, Roma 1988). Pp.112; 205 figures in text; 8 colour plates. Lit. 25.000." Journal of Roman Archaeology 3 (1990): 225–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400011016.

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Estiot, Sylviane. "Médaillons romains. À propos de : P. F. Mittag, Römische Medaillons. Caesar bis Hadrian, Stuttgart 2010 ; S. Bani, M. Benci, A. Vanni, I Medaglioni Romani del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Gubbio s. d. (2011) ; S. Bani, M. Benci, A. Vanni, I Medaglioni Provinciali e i Contorniati Romani nelle raccolte del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Gubbio s. d. (2012)." Revue des Études Anciennes 117, no. 2 (2015): 613–20. http://dx.doi.org/10.3406/rea.2015.5943.

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Ricaldone, Gian Domenico. "Le raccolte fotografiche del Civico museo biblioteca dell’attore." Drammaturgia, April 11, 2022, 279–81. http://dx.doi.org/10.36253/dramma-13559.

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Bianchi, Chiara. "Uno spillone in osso con la testa a forma di busto femminile conservato al Museo Archeologico di Milano." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, January 28, 2022, 149–58. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/17209.

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Abstract:
Presso il Civico Museo Archeologico di Milano si conserva uno spillone in osso con la testa a forma di busto femminile che può essere inserito in una serie di esemplari inquadrabili cronologicamente nel IV sec. d.C. L’acconciatura rappresentata è una variante semplificata della pettinatura nota come “Scheitelzopffrisur”, nella quale i capelli erano raccolti in trecce, disposte in fasce più o meno larghe, e sollevati sul retro della testa dalla nuca verso l’alto fino al vertice dove venivano fissati con una terminazione ripiegata. Questa acconciatura è ampiamente documentata nelle sue varie evoluzioni su statue e monete con ritratti femminili: comparsa già nella prima metà del III sec. d.C., ebbe vasta diffusione, pur con alterne fasi, nella seconda metà del III sec. e ancora nel corso del IV sec. d.C. Numerosi sono gli spilloni in osso con la testa a forma di busto femminile con questa acconciatura e nell’articolo vengono esaminati nel dettaglio i confronti e le diverse varianti attestate.
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Pomante, Luigiaurelio. "Per una storia dell’Università nelle raccolte museali: il Museo per la Storia dell’Università di Pavia e il Museo Europeo degli Studenti di Bologna." Revista Linhas 20, no. 44 (October 11, 2019). http://dx.doi.org/10.5965/1984723820442019096.

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Abstract:
Il presente contributo intende focalizzare la propria attenzione su una specifica tipologia di istituzione Universitaria, e cioè i musei per la storia dell’Università. In Italia, nonostante la tradizione ultrasecolare dell’Università, ne esistono solo due, il Museo per la Storia dell’Università di Pavia e il Museo Europeo degli Studenti di Bologna. Finora poco studiati, sono senza dubbio un esperimento riuscito di musealizzazione del patrimonio librario, fotografico e iconografico che documenta, celebra e valorizza la storia dell'Università.Parole chiave: Storia dell’Università. Storia dell’Educazione. Storiografia. Storia degli studenti. Italia.
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Tassinari, Gabriella. "Tabacchiere in Lombardia." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, April 28, 2022, 259–80. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/17765.

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Abstract:
Tabacchiere e scatole del XVIII-prima metà del XIX secolo sono assai numerose e diffuse in Lombardia, ma poco studiate. Per contribuire a colmare tale carenza di ricerche vengono qui analizzati alcuni elementi determinanti. Si tratta di lettere (1770; 1774) del carteggio dei fratelli Verri, Alessandro a Roma e Pietro a Milano, relative a tabacchiere realizzate a Milano, anche nella manifattura di Gaetano Grassi, e all’affare che si potrebbe concludere a Roma. Il documento (1778) esaminato riguarda proprio la fabbrica di scatole di papier-mâché (un composto di carta plasmabile entro stampi, poi cotto) fondata dal Grassi a Milano. Viene inoltre offerto un rapido sguardo sulla bella raccolta di tabacchiere e scatole conservate a Brescia (Musei Civici di Arte e Storia), pubblicandone un saggio di esemplari diversi per forma, materiale e decorazione.
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