Academic literature on the topic 'Multicentrico'

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Journal articles on the topic "Multicentrico"

1

Spagnoletti, Angelantonio. "L'italia rivoluzionaria e napoleonica: uno spazio unitario e multicentrico." SOCIETÀ E STORIA, no. 146 (March 2015): 711–16. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-146006.

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2

Cecchini, A., P. Pricca, P. Mariani, A. Orlandini, A. Tansini, C. F. Andreula, A. Carella, M. Rosa, P. Tortori Donati, and M. Canevari. "Le lesioni encefaliche focali nel neuro-AIDS: Studio neuroradiologico multicentrico." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 1 (February 1989): 21–31. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200103.

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Abstract:
Vengono esposti i risultati di uno studio retrospettivo multicentrico di 52 pazienti, affetti da Neuro-AIDS, con lesioni TC encefaliche focali, di cui 24 a patogenesi nota, mediante esame del liquor, biopsia, autopsia e/o criterio ex iuvantibus (11 toxoplasmosi, 3 criptococcosi, 5 HIV, 4 Tbc, 1 Papovavirus). La sintomatologia neurologica era prevalentemente di tipo focale (28 casi), ma anche di AIDS-dementia-complex (17 casi), o di tipo meningitico o meningo-encefalitico (5). Tutti i casi sono stati studiati con TC con mezzo di contrasto endevenoso, prevalentemente con tecnica di doppia dose ritardata (DDD); 27, 16 ed 8 casi sono stati sottoposti rispettivamente a 2, 3, o 4 controlli TC. 6 pazienti sono stati studiati anche con RM (0,15 T), 2 con angiografia. Le lesioni focali erano singole nel 44%, multiple nel restante 56% (di cui 34% bilaterali), più frequentemente ipodense (eccetto un caso di toxoplasmosi emorragica iperdensa all'esame basale ed un caso di toxoplasmosi calcifica in un controllo) e 2/3 subivano un enhancement di tipo anulare, nodulare o misto. La sede più frequente era corticale e corticomidollare. In quasi 50% dei casi si associavano segni di atrofia superficiale e profonda. La RM in 2 casi (toxoplasmosi) ha dimostrato phi lesioni the la TC, in 4 ha evidenziato segni di interessamento della so-stanza bianca. In accordo con i dati della letteratura non vi sono caratteristiche specifiche di una infezione opportunistica o tumore AIDS-correlati, tuttavia lesioni focali multiple, rapidamente evolutive, con sintomatologia neurologica a focolaio sono più probabilmente (50%) toxoplasmosi. La tecnica di enhancement DDD è obbligatoria per il riconoscimento del numero, e per la stadiazione delle lesioni focali. Nel campo delle lesioni focali ha indicazioni phi selettive (lesioni diffuse e/o della so-stanza bianca). Tuttavia i ruoli rispettivi di TC-DDD e RM nello studio del neuro-AIDS sono destinati a modificarsi entro breve tempo.
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Wagner, Angela Beatriz Papaleo, Hamilton Lima Wagner, Yves R. Talbot, and Anousca E. do Carmo. "Aplicação de rede social no manejo da hipertensão." Revista Brasileira de Medicina de Família e Comunidade 1, no. 1 (November 17, 2004): 11–16. http://dx.doi.org/10.5712/rbmfc1(1)3.

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Abstract:
Os autores revisam a literatura sobre redes sociais e aplicando a metodologia de terapia de grupos trabalham com uma coorte de hipertensos, sem grupo controle, na tentativa de melhorar o controle da patologia. Os resultados obtidos neste trabalho inicial parecem promissores, indicando a necessidade de um novo estudo multicentrico para permitir uma melhor avaliação do impacto desta técnica terapêutica no controle de doenças crônicas como a hipertensão arterial sistêmica.
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Salcedo Castorena, José Nicolás. "Las figuras de poder en el Sistema Internacional." Mercados y Negocios, no. 4 (February 2, 2001): 16–28. http://dx.doi.org/10.32870/myn.v0i4.4928.

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Abstract:
En el siguiente artículo destaca el cambio en el escenario mundial como un fenómeno constante.Recorre las distintas formas de organización internacional desde la anárquica que no reconoce a ningún superior y usa la guerra como instrumento en caso de conflicto, hasta llegar al nuevo sistema actual, multicentrico, donde la incertidumbre responde a la profunda mutación existente. Asimismo, señala la importancia de la estructura del sistema internacional que obedece a una tipología con 3 sistemas el multipolar, bipolar y un unipolar o imperial, mismos que se analizan.
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5

Canapicchi, R., A. M. Valleriani, M. C. Bianchi, D. Montanaro, A. Abbruzzese, and M. P. H. D. Tosetti. "Tumori cerebellari e del quarto ventricolo in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 707–19. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900615.

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Abstract:
Sono stati rivisti gli esami TC e RM di 42 pazienti in età pediatrica affetti da tumori del cervelletto e del quarto ventricolo. 14 erano medulloblastomi, 14 astrocitomi, 6 ependimomi, 1 subependimoma, 1 glioblastoma multicentrico, 1 emangioblastoma, 2 gangliogliomi, 2 localizzazioni secondarie, 1 gangliocitoma displastico cerebellare. Gli aspetti neuroradiologici si discostano in un significativo numero di casi da quelli descritti come classici in letteratura e pertanto si conferma la necessità di un approccio aggressivo per ottenere la diagnosi di natura e di grado di invasività lesionale.
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Veltroni, Alessio, Elisa Cosaro, and Maria Vittoria Davì. "Caratteristiche clinico-patologiche, gestione clinica e prognosi dell’insulinoma maligno: studio multicentrico italiano." L'Endocrinologo 22, no. 2 (March 17, 2021): 139–43. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00843-2.

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Abstract:
SommarioL’insulinoma maligno è un tumore neuroendocrino pancreatico estremamente raro ed è associato a una severa sindrome ipoglicemica che impatta negativamente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti. La gestione terapeutica dell’insulinoma maligno è complessa sia per il controllo delle crisi ipoglicemiche, sia per il controllo della crescita tumorale. La sindrome ipoglicemica rappresenta una sfida terapeutica per l’endocrinologo in quanto spesso non è responsiva alla terapia medica sintomatica, in particolare al diazossido utilizzato in monoterapia o associato agli analoghi della somatostatina. Everolimus ha un ruolo nel trattamento delle crisi ipoglicemiche refrattarie da insulinoma maligno sia per l’azione di inibizione del rilascio di insulina che di insulino-resistenza. La chirurgia con approccio curativo dell’insulinoma maligno è raramente perseguibile a causa della diffusione metastatica, mentre la chirurgia a scopo di debulking può essere presa in considerazione in casi selezionati sia per il controllo sintomatico sia perché può aumentare l’efficacia delle terapie sistemiche o locoregionali. La terapia radiometabolica con analoghi caldi della somatostatina rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti con tumori a elevata espressione dei recettori della somatostatina sia per il controllo della sintomatologia che della crescita tumorale, sebbene l’esperienza negli insulinomi maligni sia piuttosto scarsa. Data la rarità della malattia, sono disponibili in letteratura solo descrizioni di singoli casi o studi condotti su casistiche limitate; pertanto, è difficile stabilire la sequenza terapeutica più efficace in questi casi. Recentemente è stato condotto uno studio multicentrico italiano, in 13 centri di riferimento, focalizzato sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulle modalità di trattamento e sui fattori prognostici che condizionano decorso ed esito dell’insulinoma maligno allo scopo di individuare una strategia terapeutica mirata basata su criteri razionali ed evidenze cliniche. In questa rassegna verranno descritti i principali risultati dello studio che comprende una casistica tra le più ampie finora pubblicate.
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Pecori Giraldi, Francesca. "Radiochirurgia stereotassica nella malattia di Cushing: risultati di uno studio multicentrico internazionale." L'Endocrinologo 19, no. 1 (January 30, 2018): 57–58. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0391-x.

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Sessa, Concetto, Walter Morale, Antonino Reina, Giorgio Battaglia, Sandra La Rosa, Daniela Puliatti, Giuseppe Seminara, and Luca Zanoli. "Nutrizione parenterale intradialitica in pazienti con malnutrizione moderata-severa: studio prospettico osservazionale multicentrico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 33 (September 16, 2021): 102–11. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2021.2335.

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Abstract:
Dialysis patients have a wide range of pathologies that contribute to their frailty. Maintaining a good nutritional status is useful to prevent and treat the so-called Protein-Energy Wasting (PEW), a complex clinical-laboratory condition in which a protein-energy depletion occurs. Adherence to a proper nutritional therapy in CKD requires considerable effort from both patients and health personnel (doctors and nurses). In order to slow down the effects of malnutrition and the disasters that complicate PEW, nephrologists can use supplementation products. In our observational, prospective, multicentre study, we administered an intradialytic parenteral nutrition of a three-compartment emulsion for intravenous infusion through an infusion pump connected to the venous line. After 12 weeks of treatment, subjects with severe malnutrition were reduced from 61.1% to 33.3%, serum creatinine increased by 16% (from 6.00 ± 1.48 mg/dL to 6.98 ± 2.46 mg/dL; P < 0.001), total protein and albumin levels respectively by 13% (from 5.46 ± 0.63 g/dL to 6.19 ± 0.66 g/dL; P < 0.001) and 19% (from 2.70 ± 0.48 g/dL to 3.20 ± 0.57 g/dL; P < 0.001), body weight by 3% (from 55.7 ± 13.2 kg to 57.6 ± 13.0 kg; P < 0.001).
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Testori, T., A. Parenti, A. Motroni, M. Rinaldi, G. Luongo, R. Garrone, R. Cocchetto, G. Mandelaris, A. Rosenfeld, and M. Robiony. "Accuratezza e precisione di un nuovo sistema di chirurgia guidata: studio clinico multicentrico." Italian Oral Surgery 11, no. 5 (December 2012): 187–200. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2012.02.001.

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Caron, P., S. Broussaud, J. Bertherat, F. Borson-Chazot, T. Brue, C. Cortet-Rudelli, P. Chanson, and Renato Cozzi. "Acromegalia e gravidanza: uno studio retrospettivo multicentrico di 59 gravidanze in 46 donne." L'Endocrinologo 12, no. 1 (February 2011): 42–43. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344783.

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Dissertations / Theses on the topic "Multicentrico"

1

De, Bellis Silva Gerson. "Projeto multicentrico em fisiologia do exercicio : etapa de calibração de cicloergometros." [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/275169.

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Abstract:
Orientador: Luiz Eduardo Barreto Martins
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação Fisica
Made available in DSpace on 2018-08-11T15:22:06Z (GMT). No. of bitstreams: 1 DeBellisSilva_Gerson_M.pdf: 2066470 bytes, checksum: ddc04339cfa1c1fb8ea3d1fb4616ea56 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: Nesse projeto multicêntrico em fisiologia do exercício - etapa de calibração de cicloergômetros foi desenvolvido um calibrador de cicloergômetros que pode ser utilizado com modelos diferentes de cicloergômetros. A partir de sua calibração estática constatou-se que o mesmo foi capaz de mensurar potencia em cicloergômetros com precisão de 0,85 W. Foi realizada a calibração dinâmica de três cicloergômetros de mesmo modelo que são utilizados pelos laboratórios de fisiologia do exercício da Faculdade de Educação Física da UNICAMP, do Departamento de Fisioterapia da UFSCar e do Departamento de Clinica Médica da USP de Ribeirão Preto. O experimento de calibração testou a resistência, estabilidade e a robustez dos cicloergômetros, além de fornecer a equação que relaciona a potencia real e a potencia indicada pelos cicloergômetros nas rotações de 45, 60 e 75 rpm. As inclinações calculadas pelas regressões foram 0.992, 0.991 and 0.977 respectivamente. Aplicaram-se testes ergoespirométricos em três voluntários nas potencias corrigidas de 60 e 120 W por 10 minutos em cada um dos laboratórios citados. Os valores de consumo de oxigênio, produção de CO2, ventilação e freqüência cardíaca foram calculados no regime permanente e suas medianas comparadas. Os resultados foram diferentes (p<0.05) para as comparações diretas, porém suas variações entre os dois níveis de esforço foram semelhantes. Os testes possibilitaram a observação de que a magnitude da variabilidade biológica dos dados fisiológicos se sobrepõe a precisão mecânica dos ergômetros utilizados nestes testes. Conclui-se que os cicloergômetros calibrados estão adequados ao propósito de um projeto multicêntrico, porém os procedimentos experimentais que envolvem a variabilidade biológica ainda necessitam de padronização para tornar possível agrupar dados coletados nos diferentes Laboratórios
Abstract: In the Multicenter Exercise Physiology Project: cycle ergometer calibration phase a multiple kind cycle ergometer calibrator was developed. The exercise physiology laboratories comprising the multicenter project were from Faculty of Physical Education- UNICAMP, Department of Physical Therapy UFSCar and Department of internal medicine- USPRP. Its static calibration gave an accuracy of 0.85 W for cycle ergometer workload readout. An experimental setup for testing stability, resistance and robustness of cycles was carried out in three identical model cycle ergometers. The dynamical calibration was executed to provide the linear regression equation between actual and indicated workloads for 45, 60 and 77 rpm. The computed regressions slopes were 0.992, 0.991 and 0.977 respectively. Ergospirometric tests with 60 and 120 W of workload were applied to three volunteers for 10 min in each laboratory. Oxygen uptake, CO2 production, ventilation and heart rate were computed for steady state and their medians tested for statistical significance (P<0.05). The results were different for direct testing of variables, although their between exercise levels variations were equal. Though, the biological variability overlaps the mechanical accuracy of ergometers. In conclusion, the calibration procedure of ergometers allows the constitution of a multicenter project but biological variability associated with the ergospirometric tests needs standardization to permit the grouping of data from different Laboratories
Mestrado
Biodinamica do Movimento Humano
Mestre em Educação Física
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Borghi, Claudia <1980&gt. "Ruolo dell'elettrocardiogramma standard nella stratificazione prognostica della cardiomiopatia ipertrofica. Studio multicentrico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5384/1/borghi_claudia_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio è di valutare il significato prognostico dell'elettrocardiogramma standard in un'ampia casistica di pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica. In questo studio multicentrico sono stati considerati 841 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica (66% uomini, età media 48±17 anni) per un follow-up di 7.1±7.1 anni, per ognuno è stato analizzato il primo elettrocardiogramma disponibile. I risultati hanno dimostrato come fattori indipendentemente correlati a morte cardiaca improvvisa la sincope inspiegata (p 0.004), il sopraslivellamento del tratto ST e/o la presenza di onde T positive giganti (p 0.048), la durata del QRS >= 120 ms (p 0.017). Sono stati costruiti due modelli per predire il rischio di morte improvvisa: il primo basato sui fattori di rischio universalmente riconosciuti (spessore parietale >= 30 mm, tachicardie ventricolari non sostenute all'ECG Holter 24 ore, sincope e storia familiare di morte improvvisa) e il secondo con l'aggiunta delle variabili sopraslivellamento del tratto ST/onde T positive giganti e durata del QRS >= 120 ms. Entrambi i modelli stratificano i pazienti in base al numero dei fattori di rischio, ma il secondo modello risulta avere un valore predittivo maggiore (chi-square da 12 a 22, p 0.002). In conclusione nella cardiomiopatia ipertrofica l'elettrocardiogramma standard risulta avere un valore prognostico e migliora l'attuale modello di stratificazione per il rischio di morte improvvisa.
The purpose of this study was to investigate the prognostic significance of standard electrocardiogram (ECG) in a large cohort of patients with hypertrophic cardiomyopathy (HCM). In this multicenter study 841 HCM patients (66% men, mean age 48±17 yrs) were followed for 7.1±7.1 years and the first collected ECG was considered for the analysis. The results showed that independent predictors of sudden cardiac death were unexplained syncope (p 0.004), ST segment elevation and/or giant positive T waves (p 0.048), QRS duration >= 120 ms (p 0.017). Two models has been contructed to predict the risk of sudden death: the first based on the already well known established risk factors (wall thickness >= 30 mm, non-sustained ventricular tachycardia on ECG Holter monitoring, syncope and family history of sudden death) and the second with the addition of ST segment elevation/giant positive T waves and QRS duration >= 120 ms. Whereas both models stratified patients according to the number of risk factors, the second model showed a higher predictive power (chi-square from 12 to 22, p 0.002). In conclusion in HCM standard ECG has a prognostic value and improves the current risk stratification model.
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Borghi, Claudia <1980&gt. "Ruolo dell'elettrocardiogramma standard nella stratificazione prognostica della cardiomiopatia ipertrofica. Studio multicentrico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5384/.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio è di valutare il significato prognostico dell'elettrocardiogramma standard in un'ampia casistica di pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica. In questo studio multicentrico sono stati considerati 841 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica (66% uomini, età media 48±17 anni) per un follow-up di 7.1±7.1 anni, per ognuno è stato analizzato il primo elettrocardiogramma disponibile. I risultati hanno dimostrato come fattori indipendentemente correlati a morte cardiaca improvvisa la sincope inspiegata (p 0.004), il sopraslivellamento del tratto ST e/o la presenza di onde T positive giganti (p 0.048), la durata del QRS >= 120 ms (p 0.017). Sono stati costruiti due modelli per predire il rischio di morte improvvisa: il primo basato sui fattori di rischio universalmente riconosciuti (spessore parietale >= 30 mm, tachicardie ventricolari non sostenute all'ECG Holter 24 ore, sincope e storia familiare di morte improvvisa) e il secondo con l'aggiunta delle variabili sopraslivellamento del tratto ST/onde T positive giganti e durata del QRS >= 120 ms. Entrambi i modelli stratificano i pazienti in base al numero dei fattori di rischio, ma il secondo modello risulta avere un valore predittivo maggiore (chi-square da 12 a 22, p 0.002). In conclusione nella cardiomiopatia ipertrofica l'elettrocardiogramma standard risulta avere un valore prognostico e migliora l'attuale modello di stratificazione per il rischio di morte improvvisa.
The purpose of this study was to investigate the prognostic significance of standard electrocardiogram (ECG) in a large cohort of patients with hypertrophic cardiomyopathy (HCM). In this multicenter study 841 HCM patients (66% men, mean age 48±17 yrs) were followed for 7.1±7.1 years and the first collected ECG was considered for the analysis. The results showed that independent predictors of sudden cardiac death were unexplained syncope (p 0.004), ST segment elevation and/or giant positive T waves (p 0.048), QRS duration >= 120 ms (p 0.017). Two models has been contructed to predict the risk of sudden death: the first based on the already well known established risk factors (wall thickness >= 30 mm, non-sustained ventricular tachycardia on ECG Holter monitoring, syncope and family history of sudden death) and the second with the addition of ST segment elevation/giant positive T waves and QRS duration >= 120 ms. Whereas both models stratified patients according to the number of risk factors, the second model showed a higher predictive power (chi-square from 12 to 22, p 0.002). In conclusion in HCM standard ECG has a prognostic value and improves the current risk stratification model.
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ALLONI, MARTA. "Studio multicentrico di valutazione multiparametrica cardiovascolare ultrasonografica nella predizione della coronaropatia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/45258.

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Abstract:
Ad oggi la malattia cardiovascolare aterosclerotica rimane la principale causa di morbidità e mortalità (58% di morte per tutte le cause, di cui il 75% per coronaropatia e il 25% per ictus e ischemia cerebrale), e sarà la principale causa di mortalità nel 2015 secondo un rapporto della WHO. Il problema principale è legato al lungo tempo che intercorre tra l’inizio dello sviluppo di aterosclerosi nel giovane adulto e la sua manifestazione alcune decadi dopo. E’ di primaria importanza quindi poter identificare i soggetti a rischio di eventi cardiovascolari con progetti di prevenzione primaria in ogni paese, come raccomandato da diverse linee guida, comprese quelle della Società Europea di Cardiologia per la prevenzione del rischio cardiovascolare nella pratica clinica. Sono stati proposti diversi modi per stratificare il rischio cardiovascolare: fra i più importanti è stato sviluppato il Framngham risk score, che calcola la probabilità di mortalità coronarica a 10 anni a seconda della presenza dei seguenti fattori di rischio: età, presenza di diabete, fumo, pressione arteriosa, colesterolemia totale e LDL. Esistono dunque vari modi di stratificare il rischio in un soggetto asintomatico, tra carte del rischio (Framingham Risk score, SCORE, Progetto Cuore in Italia) e diversi indici bioumorali (ad esempio PCR e fibrinogeno) e strumentali: questi si adattano bene come predittori sulla popolazione generale, ma nessuno è utile nello stimare il rischio reale del singolo paziente per eventi cardiovascolari. Infatti, il rischio soggettivo è dato anche dal rischio complessivo della popolazione in cui il soggetto vive. Anche l’identificazione precoce del danno d’organo subclinico, come indicato dalle linee guida ESH/ESC, è uno degli obiettivi più importanti di prevenzione e trattamento del rischio cardiovascolare.Infatti la presenza di ipertrofia ventricolare sinistra, ispessimento medio-intimale carotideo, microalbuminuria, aumentata stiffness arteriosa aumentano il rischio cardiovascolare, indipendentemente dalla pressione arteriosa, in presenza o assenza di trattamento. Quindi parità di valori pressori, pazienti che presentano danno d’organo hanno un maggior rischio cardiovascolare e necessitano di una terapia più aggressiva e precoce. L’uso dell’ultrasonografia si adatta bene come screening del rischio cardiovascolare di popolazioni non selezionate, perché a basso costo rispetto a metodiche a maggior impatto rischio /beneficio,a maggior costo e a maggior esposizione di radiazioni come la TAC e la RMN cardiaca, inoltre è una metodica non invasiva. Infatti per eseguire uno screening bisogna che gli strumenti utilizzati siano validati, precisi, facili da utilizzare e soprattutto non invasivi. Inoltre è necessario che vi sia personale esperto, a basso costo per il sistema sanitario nazionale, la metodica non dovrebbe avere effetti biologici negativi ed essere giustificata dai risultati. L’ecografia può permettere di studiare i parametri che per primi si modificano nel processo aterosclerotico come la rigidità arteriosa e lo spessore mio intimale carotideo, i parametri di funzione longitudinale ventricolare sinistra (strain e strain rate), la velocità basale di flusso della coronaria interventricolare anteriore ed infine l’accumulo di calcio a livello delle strutture cardiache (valvole, muscoli papillari, radice aortica).
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Borsato, Emerson Paulo. "Modelo multicentrico para elaboraçăo, coleta e pesquisa de dados em protocolos eletrônicos /." oai:ufpr.br:217897, 2005. http://200.17.209.5:8000/cgi-bin/gw_42_13/chameleon.42.13a?host=localhost%201111%20DEFAULT&sessionid=VTLS&function=CARDSCR&search=KEYWORD&pos=1&u1=12101&t1=217897.

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Abstract:
Orientador: Antonio Carlos Ligocki Campos
Co-orientador: Jorge Eduardo Fouto Matias
Inclui apendices
Tese (doutorado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Cięncias da Saúde, Programa de Pós-Graduaçăo em Clínica Cirúrgica. Defesa: Curitiba, 2005
Inclui bibliografia
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Zanardi, Francesca <1979&gt. "Studio caso-controllo multicentrico su distacco di retina e movimentazione manuale di carichi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5728/1/zanardi_francesca_tesi.pdf.

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Abstract:
Obiettivo Valutare l’ipotesi secondo cui la movimentazione manuale di carichi possa essere un fattore di rischio per il di distacco di retina. Metodi Si è condotto uno studio caso-controllo ospedaliero multicentrico, a Bologna, (reparto di Oculistica del policlinico S. Orsola Malpighi, Prof. Campos), e a Brescia (reparto di oculistica “Spedali Civili” Prof. Semeraro). I casi sono 104 pazienti operati per distacco di retina. I controlli sono 173 pazienti reclutati tra l’utenza degli ambulatori del medesimo reparto di provenienza dei casi. Sia i casi che i controlli (all’oscuro dall’ipotesi in studio) sono stati sottoposti ad un’intervista, attraverso un questionario strutturato concernente caratteristiche individuali, patologie pregresse e fattori di rischio professionali (e non) relativi al distacco di retina. I dati relativi alla movimentazione manuale di carichi sono stati utilizzati per creare un “indice di sollevamento cumulativo―ICS” (peso del carico sollevato x numero di sollevamenti/ora x numero di anni di sollevamento). Sono stati calcolati mediante un modello di regressione logistica unconditional (aggiustato per età e sesso) gli Odds Ratio (OR) relativi all’associazione tra distacco di retina e vari fattori di rischio, tra cui la movimentazione manuale di carichi. Risultati Oltre alla chirurgia oculare e alla miopia (fattori di rischio noti), si evidenzia un trend positivo tra l’aumento dell’ICS e il rischio di distacco della retina. Il rischio maggiore si osserva per la categoria di sollevamento severo (OR 3.6, IC 95%, 1.5–9.0). Conclusione I risultati, mostrano un maggiore rischio di sviluppare distacco di retina per coloro che svolgono attività lavorative che comportino la movimentazione manuale di carichi e, a conferma di quanto riportato in letteratura, anche per i soggetti miopi e per coloro che sono stati sottoposti ad intervento di cataratta. Si rende quindi evidente l’importanza degli interventi di prevenzione in soggetti addetti alla movimentazione manuale di carichi, in particolare se miopi.
Background/Objectives To investigate the hypothesis that repeated lifting tasks could be a risk factor for retinal detachment. Methods Case-control study (case definition: surgically treated retinal detachment. Cases were identified among patients operated for retinal detachment in two large urban hospital in Bologna and Brescia. Controls were drawn from outpatients attending an eye clinic in the same catchment area. 104 cases and 173 controls (blind to the study hypothesis) responded to a structured questionnaire regarding individual, pathological and work-related factors possibly related to retinal detachment, including past/present occupational lifting tasks. Three lifting categories were defined based on the median “cumulative lifting index” (product of load, manoeuvres/hour and lifting-years) among manual workers: no lifting (reference category); light lifting; heavy lifting. Odds ratios for retinal detachment associated with “heavy”, “moderate” or “light” occupational lifting in an unconditional logistic regression model (adjusted for age and sex) were obtained. Results In addition to ocular surgery and myopia (known risk factors), an independent associations were recorded for heavy lifting (odds ratio 3.6, 95% confidence interval, 1.5 to 9.0). Likelihood ratio tests did not reveal interactions between heavy lifting, ocular/cataract surgery and myopia. Conclusions The results support the plausible hypothesis that heavy occupational lifting (involving Valsalva’s manoeuvre) may be a relevant risk factor for retinal detachment. Moreover these preliminary results confirmed, as reported in literature, an increased risk of retinal detachment for myopic subjects and for those who have undergone cataract surgery. Our observations emphasize the importance of prevention especially in subjects involved in the manual handling of loads, particularly if short-sighted.
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Zanardi, Francesca <1979&gt. "Studio caso-controllo multicentrico su distacco di retina e movimentazione manuale di carichi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5728/.

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Abstract:
Obiettivo Valutare l’ipotesi secondo cui la movimentazione manuale di carichi possa essere un fattore di rischio per il di distacco di retina. Metodi Si è condotto uno studio caso-controllo ospedaliero multicentrico, a Bologna, (reparto di Oculistica del policlinico S. Orsola Malpighi, Prof. Campos), e a Brescia (reparto di oculistica “Spedali Civili” Prof. Semeraro). I casi sono 104 pazienti operati per distacco di retina. I controlli sono 173 pazienti reclutati tra l’utenza degli ambulatori del medesimo reparto di provenienza dei casi. Sia i casi che i controlli (all’oscuro dall’ipotesi in studio) sono stati sottoposti ad un’intervista, attraverso un questionario strutturato concernente caratteristiche individuali, patologie pregresse e fattori di rischio professionali (e non) relativi al distacco di retina. I dati relativi alla movimentazione manuale di carichi sono stati utilizzati per creare un “indice di sollevamento cumulativo―ICS” (peso del carico sollevato x numero di sollevamenti/ora x numero di anni di sollevamento). Sono stati calcolati mediante un modello di regressione logistica unconditional (aggiustato per età e sesso) gli Odds Ratio (OR) relativi all’associazione tra distacco di retina e vari fattori di rischio, tra cui la movimentazione manuale di carichi. Risultati Oltre alla chirurgia oculare e alla miopia (fattori di rischio noti), si evidenzia un trend positivo tra l’aumento dell’ICS e il rischio di distacco della retina. Il rischio maggiore si osserva per la categoria di sollevamento severo (OR 3.6, IC 95%, 1.5–9.0). Conclusione I risultati, mostrano un maggiore rischio di sviluppare distacco di retina per coloro che svolgono attività lavorative che comportino la movimentazione manuale di carichi e, a conferma di quanto riportato in letteratura, anche per i soggetti miopi e per coloro che sono stati sottoposti ad intervento di cataratta. Si rende quindi evidente l’importanza degli interventi di prevenzione in soggetti addetti alla movimentazione manuale di carichi, in particolare se miopi.
Background/Objectives To investigate the hypothesis that repeated lifting tasks could be a risk factor for retinal detachment. Methods Case-control study (case definition: surgically treated retinal detachment. Cases were identified among patients operated for retinal detachment in two large urban hospital in Bologna and Brescia. Controls were drawn from outpatients attending an eye clinic in the same catchment area. 104 cases and 173 controls (blind to the study hypothesis) responded to a structured questionnaire regarding individual, pathological and work-related factors possibly related to retinal detachment, including past/present occupational lifting tasks. Three lifting categories were defined based on the median “cumulative lifting index” (product of load, manoeuvres/hour and lifting-years) among manual workers: no lifting (reference category); light lifting; heavy lifting. Odds ratios for retinal detachment associated with “heavy”, “moderate” or “light” occupational lifting in an unconditional logistic regression model (adjusted for age and sex) were obtained. Results In addition to ocular surgery and myopia (known risk factors), an independent associations were recorded for heavy lifting (odds ratio 3.6, 95% confidence interval, 1.5 to 9.0). Likelihood ratio tests did not reveal interactions between heavy lifting, ocular/cataract surgery and myopia. Conclusions The results support the plausible hypothesis that heavy occupational lifting (involving Valsalva’s manoeuvre) may be a relevant risk factor for retinal detachment. Moreover these preliminary results confirmed, as reported in literature, an increased risk of retinal detachment for myopic subjects and for those who have undergone cataract surgery. Our observations emphasize the importance of prevention especially in subjects involved in the manual handling of loads, particularly if short-sighted.
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Tiani, Carolina <1981&gt. "Dati preliminari dello studio multicentrico caso-controllo "Grave danno epatico acuto indotto da farmaci"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6387/1/tiani_carolina_tesi__.pdf.

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Abstract:
Il danno epatico indotto dall'assunzione di farmaci viene comunemente indicato con il termine inglese DILI (Drug-Induced Liver Injury). Il paracetamolo rappresenta la causa più comune di DILI, seguito da antibiotici, FANS e farmaci antitubercolari. In particolare, i FANS sono una delle classi di farmaci maggiormente impiegate in terapia. Numerosi case report descrivono pazienti che hanno sviluppato danno epatico fatale durante il trattamento con FANS; molti di questi farmaci sono stati ritirati dal commercio in seguito a gravi reazioni avverse a carico del fegato. L'ultimo segnale di epatotossicità indotto da FANS è associato alla nimesulide; in alcuni paesi europei come la Finlandia, la Spagna e l'Irlanda, la nimesulide è stata sospesa dalla commercializzazione perché associata ad un'alta frequenza di epatotossicità. Sulla base dei dati disponibili fino a questo momento, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha recentemente concluso che i benefici del farmaco superano i rischi; un possibile aumento del rischio di epatotossicità associato a nimesulide rimane tuttavia una discussione aperta di cui ancora molto si dibatte. Tra le altre classi di farmaci che possono causare danno epatico acuto la cui incidenza tuttavia non è sempre ben definita sono gli antibiotici, quali amoxicillina e macrolidi, le statine e gli antidepressivi.Obiettivo dello studio è stato quello di determinare il rischio relativo di danno epatico indotto da farmaci con una prevalenza d'uso nella popolazione italiana maggiore o uguale al 6%. E’ stato disegnato uno studio caso controllo sviluppato intervistando pazienti ricoverati in reparti di diversi ospedali d’Italia. Il nostro studio ha messo in evidenza che il danno epatico da farmaci riguarda numerose classi farmacologiche e che la segnalazione di tali reazioni risulta essere statisticamente significativa per numerosi principi attivi. I dati preliminari hanno mostrato un valore di odds ratio significativo statisticamente per la nimesulide, i FANS, alcuni antibiotici come i macrolidi e il paracetamolo.
Drug-induced liver injury (DILI) is a term that describes abnormalities in liver function tests related to medication intake. Acetaminophen is the most common cause of DILI followed by antibiotics, NSAIDs, and antitubercular medications. NSAIDs represent one of the most widely used classes of drugs. Numerous case reports have described patients who develop fatal liver injury while taking NSAIDs. Several NSAIDs were withdrawn from the market because of hepatic ADRs. The latest warning signal for hepatotoxicity induced by a NSAID is related to nimesulide. In some European countries, Finland, Spain, and Ireland, nimesulide was suspended from the market because of an associated high frequency of hepatotoxicity. In contrast, a recent referral of the EMEA concluded that the benefits of the drug outweigh its risks. However, the full extent of the risk of nimesulide-induced liver injury is still a much debated issue within the EMEA. Primary objectives was to estimate the relative risk of liver injury induced by drugs with a prevalence of use in the Italian population > or = 6% This study is designed as a multicenter case–control study where cases and controls will all be recruited among patients seen in a hospital context in various parts of Italy. Information regarding demographic data, medical history, coexisting illnesses, lifestyles and dietary habits, alcohol, tobacco and coffee intake, use of herbal products, and drug use (including doses taken and indication for use on each day of exposure) will be collected directly from all patients through a structured interview. Preliminary results of this study confirm a significant relative risk (Odds Ratio) of liver injury associated with the use of nimesulide, NSAIDs, some antibiotics like macrolides and paracetamol. The results of this study could strongly affect regulatory decisions within the National Health Service.
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Tiani, Carolina <1981&gt. "Dati preliminari dello studio multicentrico caso-controllo "Grave danno epatico acuto indotto da farmaci"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6387/.

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Abstract:
Il danno epatico indotto dall'assunzione di farmaci viene comunemente indicato con il termine inglese DILI (Drug-Induced Liver Injury). Il paracetamolo rappresenta la causa più comune di DILI, seguito da antibiotici, FANS e farmaci antitubercolari. In particolare, i FANS sono una delle classi di farmaci maggiormente impiegate in terapia. Numerosi case report descrivono pazienti che hanno sviluppato danno epatico fatale durante il trattamento con FANS; molti di questi farmaci sono stati ritirati dal commercio in seguito a gravi reazioni avverse a carico del fegato. L'ultimo segnale di epatotossicità indotto da FANS è associato alla nimesulide; in alcuni paesi europei come la Finlandia, la Spagna e l'Irlanda, la nimesulide è stata sospesa dalla commercializzazione perché associata ad un'alta frequenza di epatotossicità. Sulla base dei dati disponibili fino a questo momento, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha recentemente concluso che i benefici del farmaco superano i rischi; un possibile aumento del rischio di epatotossicità associato a nimesulide rimane tuttavia una discussione aperta di cui ancora molto si dibatte. Tra le altre classi di farmaci che possono causare danno epatico acuto la cui incidenza tuttavia non è sempre ben definita sono gli antibiotici, quali amoxicillina e macrolidi, le statine e gli antidepressivi.Obiettivo dello studio è stato quello di determinare il rischio relativo di danno epatico indotto da farmaci con una prevalenza d'uso nella popolazione italiana maggiore o uguale al 6%. E’ stato disegnato uno studio caso controllo sviluppato intervistando pazienti ricoverati in reparti di diversi ospedali d’Italia. Il nostro studio ha messo in evidenza che il danno epatico da farmaci riguarda numerose classi farmacologiche e che la segnalazione di tali reazioni risulta essere statisticamente significativa per numerosi principi attivi. I dati preliminari hanno mostrato un valore di odds ratio significativo statisticamente per la nimesulide, i FANS, alcuni antibiotici come i macrolidi e il paracetamolo.
Drug-induced liver injury (DILI) is a term that describes abnormalities in liver function tests related to medication intake. Acetaminophen is the most common cause of DILI followed by antibiotics, NSAIDs, and antitubercular medications. NSAIDs represent one of the most widely used classes of drugs. Numerous case reports have described patients who develop fatal liver injury while taking NSAIDs. Several NSAIDs were withdrawn from the market because of hepatic ADRs. The latest warning signal for hepatotoxicity induced by a NSAID is related to nimesulide. In some European countries, Finland, Spain, and Ireland, nimesulide was suspended from the market because of an associated high frequency of hepatotoxicity. In contrast, a recent referral of the EMEA concluded that the benefits of the drug outweigh its risks. However, the full extent of the risk of nimesulide-induced liver injury is still a much debated issue within the EMEA. Primary objectives was to estimate the relative risk of liver injury induced by drugs with a prevalence of use in the Italian population > or = 6% This study is designed as a multicenter case–control study where cases and controls will all be recruited among patients seen in a hospital context in various parts of Italy. Information regarding demographic data, medical history, coexisting illnesses, lifestyles and dietary habits, alcohol, tobacco and coffee intake, use of herbal products, and drug use (including doses taken and indication for use on each day of exposure) will be collected directly from all patients through a structured interview. Preliminary results of this study confirm a significant relative risk (Odds Ratio) of liver injury associated with the use of nimesulide, NSAIDs, some antibiotics like macrolides and paracetamol. The results of this study could strongly affect regulatory decisions within the National Health Service.
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10

Cosendey, Marly Aparecida Elias. "Analise da implantacao do programa farmacia basica: um estudo multicentrico em cinco estados do Brasil." Rio de Janeiro : [s.n.], 2000. http://teses.cict.fiocruz.br/pdf/cosendeymaed.pdf.

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Books on the topic "Multicentrico"

1

Salvatore, Sergio, Jaan Valsiner, and Alessandro Gennaro. Multicentric identities in a globalizing world. Charlotte, NC: IAP, Information Age Publishing, Inc., 2014.

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2

Dutta, Indranee. Abortion in Mizoram: A multicentric study. Guwahati: Omeo Kumar Das Institute of Social Change and Development, 2005.

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3

Sharma, V. P. Seroepidemiology of human malaria: A multicentric study. Delhi: Malaria Research Centre, ICMR, 1989.

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4

Duggal, Ravi. Abortion services in India: Report of a multicentric enquiry. [Mumbai]: Centre for Enquiry into Health and Allied Themes, 2004.

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5

Gatti, Uberto. La delinquenza giovanile in Italia: I risultati di una ricerca multicentrica. Lecce: Pensa multimedia, 2010.

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6

La delinquenza giovanile in Italia: I risultati di una ricerca multicentrica. Lecce: Pensa multimedia, 2010.

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7

Helmut, Platz, Fries Rudolf, Hudec Marcus, and German-Austrian-Swiss Association for Head and Neck Tumors., eds. Prognoses of oral cavity carcinomas: Results of a multicentric retrospective observational study. München: Hanser, 1986.

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8

S, Sriramachari, and Indian Council of Medical Research., eds. Indian childhood cirrhosis (ICC): A multicentric national collaborative study of ICMR (1983-1987). New Delhi: Indian Council of Medical Research, 2006.

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9

Sharma, Poonam. Seroepidemiology of Human Malaria ; A Multicentric Study. Malaria Research Centre, 1989.

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10

Cheng, Meiling. In Other Los Angeleses: Multicentric Performance Art. University of California Press, 2002.

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Book chapters on the topic "Multicentrico"

1

Patel, Nisha R., Michael L. Wong, Anthony E. Dragun, Stephan Mose, Bernadine R. Donahue, Jay S. Cooper, Filip T. Troicki, et al. "Multicentric Disease." In Encyclopedia of Radiation Oncology, 519. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-540-85516-3_570.

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2

Crowe, David R. "Multicentric Reticulohistiocytosis." In Deadly Dermatologic Diseases, 123–27. Cham: Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-31566-9_19.

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3

Picci, Piero. "Multicentric Osteosarcoma." In Atlas of Musculoskeletal Tumors and Tumorlike Lesions, 165–68. Cham: Springer International Publishing, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-01748-8_39.

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4

Rodolfi, Stefano, Adam Greenspan, Michael Klein, and Carlo Selmi. "Multicentric Reticulohistiocytosis." In Rare Diseases of the Immune System, 35–50. Cham: Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-05002-2_4.

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5

Polizzotto, Mark N., Thomas S. Uldrick, and Robert Yarchoan. "Multicentric Castleman Disease." In Encyclopedia of AIDS, 1–11. New York, NY: Springer New York, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4614-9610-6_6-1.

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6

Miranda, Roberto N., Joseph D. Khoury, and L. Jeffrey Medeiros. "Multicentric Castleman Disease." In Atlas of Lymph Node Pathology, 111–13. New York, NY: Springer New York, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4614-7959-8_27.

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7

Polizzotto, Mark N., Thomas S. Uldrick, and Robert Yarchoan. "Multicentric Castleman Disease." In Cancers in People with HIV and AIDS, 245–60. New York, NY: Springer New York, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4939-0859-2_18.

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8

Polizzotto, Mark N., Thomas S. Uldrick, and Robert Yarchoan. "Multicentric Castleman Disease." In Encyclopedia of AIDS, 1403–12. New York, NY: Springer New York, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4939-7101-5_6.

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9

Winters, Zoe, and Adam Heetun. "Multifocal and Multicentric Disease." In Oncoplastic Breast Surgery, 70–73. Boca Raton: CRC Press, 2022. http://dx.doi.org/10.1201/9781315115146-16.

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10

de Werra, Carlo, Ivana Donzelli, Mario Perone, Rosa Di Micco, and Gianclaudio Orabona. "Multifocal and Multicentric Tumors." In Multiple Primary Malignancies, 129–42. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1095-6_9.

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Conference papers on the topic "Multicentrico"

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Antonini, Svetlana, Darko Kolaric, Zeljko Herceg, Tomislav Kulis, Zeljko Ferencic, Jadranka Katancic, Danijela Tomic Storga, and Marko Banic. "Thermographic visualization of multicentric breast carcinoma." In 2015 57th International Symposium ELMAR. IEEE, 2015. http://dx.doi.org/10.1109/elmar.2015.7334484.

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2

Göðüþ, F., G. Kaymak Karataþ, M. Beyazova, and V. Sepici. "AB0215 Multicentric reticulohistiocytosis: a case report." In Annual European Congress of Rheumatology, Annals of the rheumatic diseases ARD July 2001. BMJ Publishing Group Ltd and European League Against Rheumatism, 2001. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2001.736.

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3

Cruz, Andrey Oliveira da, and Bruna Kariny de Oliveira Pereira. "P4.09 Brazilian multicentric campaign on hiv/aids." In STI and HIV World Congress Abstracts, July 9–12 2017, Rio de Janeiro, Brazil. BMJ Publishing Group Ltd, 2017. http://dx.doi.org/10.1136/sextrans-2017-053264.506.

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Arfaoui, R., MA Ferjaoui, Y. Berrazega, S. Khedhri, K. Abdessamia, M. Malek, K. Neji, and H. Gmara. "EPV074/#427 Cervical cancer: multicentric epidemiological study." In IGCS 2021 Annual Meeting Abstracts. BMJ Publishing Group Ltd, 2021. http://dx.doi.org/10.1136/ijgc-2021-igcs.142.

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5

Hammami, S., S. Bouomrani, O. Berriche, and A. Barhoumi. "AB0808 Multicentric study of systemic scleroderma in tunisia." In Annual European Congress of Rheumatology, EULAR 2018, Amsterdam, 13–16 June 2018. BMJ Publishing Group Ltd and European League Against Rheumatism, 2018. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2018-eular.6247.

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6

Holmes, Jennifer L., and Robert Browning. "Multicentric Fibrohistiocytic Proliferation Presenting As Secondary Spontaneous Pneumothorax." In American Thoracic Society 2010 International Conference, May 14-19, 2010 • New Orleans. American Thoracic Society, 2010. http://dx.doi.org/10.1164/ajrccm-conference.2010.181.1_meetingabstracts.a6866.

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Nasser, Mouhamad, Yurdagül Uzunhan, Sandrine Hirschi, Stéphane Jouneau, François Lebargy, Aurélien Justet, Camille Taillé, et al. "Idiopathic chronic obliterative bronchiolitis: a multicentric retrospective cohort." In ERS International Congress 2021 abstracts. European Respiratory Society, 2021. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2021.oa4236.

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8

Gough, A., B. Barber, H. Evennett, S. Hern, and M. Lloyd. "AB0976 Remission of multicentric reticulohistiocytosis with combination tocilizumab and zoledronate." In Annual European Congress of Rheumatology, 14–17 June, 2017. BMJ Publishing Group Ltd and European League Against Rheumatism, 2017. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2017-eular.4488.

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Goya-Esteban, Rebeca, o. Barquero-Perez, J. Alzueta, X. Vinolas, N. Basterra, E. Garcia, J. Villacastin, et al. "A Multicentric Study of Long:term Rhythm Patterns in Heart Rate." In 2016 Computing in Cardiology Conference. Computing in Cardiology, 2016. http://dx.doi.org/10.22489/cinc.2016.264-161.

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10

Felez, J., R. Rodriguez-Pinto, A. Oliver, F. Velasco, I. de Diego, L. J. Steegmann, and S. Martin. "MULTICENTRIC SPANISH STUDY OF BIOLOGICAL CAUSES OF DEEP VEIN THROMBOSIS." In XIth International Congress on Thrombosis and Haemostasis. Schattauer GmbH, 1987. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1643044.

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Abstract:
305 unselected patients under long-term oral anticoagulation treatment for having presented one o more ep^L sodes of deep vein thrombosis and/or pulmonary embolism, have been studied for the following anomalies: Dysfibrinogenemia, Lupus anticoagulant, Antithrombin-III deficiency, Protein C, Protein S, Heparin Cofactor II, and anomalies in the fibrinolytic components t-PA PAI and Plasminogen. Protein C antigen and activity as well as free Protein S antigen levels have been related to those found in a control group at different intensities of oral anticoagulantAs shown in the table this study, performed on unselected patients from the clinical point of view, has not only confirmed the presence of a previously known congenital defect in 16 patients (5%) but also has per miteed the identification of a previously unkown de- -feet in 45 patients (15%)Since the identification of a congenital abnormality permits to prevention of new thrombotic episodes and the identification of the afected members, these re- -suits support the convenience of performing such syste matic biological studies in patients suffering from thrombosis
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Reports on the topic "Multicentrico"

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District level baseline survey of family planning program in Uttar Pradesh: Pithoragarh. Population Council, 1995. http://dx.doi.org/10.31899/rh1995.1012.

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Abstract:
In 1992, the Ministry of Health and Family Welfare and the United States Agency for International Development, New Delhi, began the Innovations in Family Planning Services Project (IFPS) under the management of the State Innovation in Family Planning Services Agency (SIFPSA), Lucknow. The goal was to reduce the fertility rate in Uttar Pradesh by expanding and improving family planning (FP) services. To achieve this, the IFPS project will support service innovations in the public sector and nongovernmental sectors and through contraceptive social marketing mechanisms. The Baseline Survey in Uttar Pradesh (BSUP) is being undertaken as one important component of the IFPS project. The BSUP is designed to provide information on fertility, FP, and maternal and child health care that will be helpful in monitoring and evaluating population and family welfare policies and programs. SIFPSA has designated the Population Council as the nodal organization responsible for providing technical guidance for the survey. The responsibility of conducting this multicentric survey in the district of Pithoragarh was given to the Indian Institute of Health Management Research, Jaipur.
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