Journal articles on the topic 'Movimento cattolico'

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1

Cicala, Antonio. "Sturzo e il movimento cattolico a Messina. L'egemonia clerico-moderata 1890-1926." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 302–13. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259006.

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Abstract:
Il saggio concerne la natura del movimento cattolico a Messina, delle cui componenti - liberali cattolici e intransigenti - vengono ricostruiti gli organigrammi, che evidenziano in particolare la continuitŕ delle presenze degli esponenti clerico-moderati, come nel resto della Sicilia e in tutto il Mezzogiorno. L'autore, in proposito, smonta alcune mistificazioni operate da Angelo Sindoni in un recente saggio su Sturzo e Messina, tendenti ad affermare piena sintonia tra l'‘intransigente' Sturzo e Giuseppe Fortino, leader del movimento cattolico messinese, protagonista invece di un'amministrazione clerico-moderata. In realtŕ Sturzo, che nonostante i contrasti politici aveva buoni rapporti con i dirigenti cattolici messinesi, era in sintonia con Attilio Salvatore, dirigente del movimento giovanile, il quale tuttavia, per la giovane etŕ, non aveva peso e rilievo negli equilibri politici cittadini che vedevano l'egemonia clerico-moderata prevalere ancora nelle amministrative dal 1914 al 1919 e condizionare nel primo dopoguerra la vita interna del Partito popolare italiano (Ppi). Ciň determinň la sconfitta della componente democratico-sturziana di Attilio Salvatore e l'affermazione della linea filofascista, attivamente sostenuta dal vescovo Angelo Paino.
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2

Caponi, Matteo. "Antirazzismo cattolico e questione nera nel secondo dopoguerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 17–54. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-002.

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Abstract:
L'articolo indaga come una crescente attenzione alla questione nera abbia fatto da cornice all'ascesa di una sensibilità antirazzista nel cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra.L'analisi mette in discussione il cliché di un innato antirazzismo cattolico, esaminando l'interrazzialismo come modello dominante: una terza via che si opponeva sia al razzismo sia all'antirazzismo militante, umanitario ed egualitario. La nozione di antirazzismo faticò a essere recepita dalla cultura cattolica di massa fino agli anni Sessanta. La svolta dipese dall'impatto di tre fenomeni di risonanza mondiale: la decolonizzazione, l'apartheid in Sudafrica e il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Ironia della sorte, la psicosi anticomunista della Guerra fredda costituì un motore dell'antirazzismo cattolico: occorreva scongiurare che il "risveglio" dei popoli neri avvenisse sotto l'influenza sovietica. Il pontificato di Giovanni XXIII, l'aggiornamento conciliare e la crisi del 1968 posero le basi per un cambio di paradigma; gli orientamenti antirazzisti si intrecciarono a significati progressisti e utopie rivoluzionarie controculturali.
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3

Cavagnini, Giovanni. "Patriota, vescovo, scienziato: il cardinal Maffi ricordato, 1931-2008." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 439–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264006.

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Abstract:
Nel 1931 morě il cardinale arcivescovo di Pisa Pietro Maffi, apprezzato astronomo, patrono del movimento cattolico, di accesi sentimenti nazionali. La sua figura, che godette di grande prestigio tra laici ed ecclesiastici, č ancora presente nel discorso pubblico dei cattolici italiani. Dagli anni trenta a oggi, i cultori della memoria di Maffi ne hanno evidenziato di volta in volta gli aspetti della vita e della personalitŕ piů idonei alle esigenze politiche ed ecclesiologiche del momento: ai funerali, l'opera patriottica svolta durante la prima guerra mondiale; nel centenario della nascita (1958), la fiera opposizione alle sinistre; nel cinquantenario della scomparsa, l'atteggiamento aperto nei confronti della scienza; nel centocinquantesimo della nascita, l'azione caritatevole in favore dei diseredati. Apparentemente diversissime, queste commemorazioni hanno in comune l'obiettivo della ricristianizzazione della societŕ - che fin dalla rivoluzione francese assilla l'istituzione ecclesiastica - e testimoniano della politica della memoria promossa dalla Chiesa.
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4

Cardoza, Anthony L., and Sandro Rogari. "Ruralismo e anti-industrialismo di fine secolo: Neofisiocrazia e movimento cooperativo cattolico." American Historical Review 90, no. 5 (December 1985): 1229. http://dx.doi.org/10.2307/1859763.

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5

Saresella, Daniela. ""Il caso Lazzati" (1987-1988): lo scontro tra Comunione e liberazione e il mondo cattolico democratico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 145–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299007.

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Abstract:
Gli storici, a ora, si sono occupati solo marginalmente dell'esperienza religiosa, culturale epolitica di Comunione e liberazione (Cl), il gruppo cattolico che sotto la guida di don LuigiGiussani fu tra gli indiscussi protagonisti del cattolicesimo postconciliare. Questo saggio intendericostruire lo scontro che tra il 1987 e il 1988 si verificò tra il movimento e il mondocattolico democratico, a seguito delle accuse che due giornalisti de "Il Sabato" (Antonio Soccie Roberto Fontolan) rivolsero a Giuseppe Lazzati (da poco scomparso) di aver aperto ad alcuneistanze del protestantesimo. Dalla ricostruzione emergono le diverse prospettive religiosetra gli esponenti del cattolicesimo democratico e quelli di Cl, ma soprattutto la concezionetradizionalista di questi ultimi, ostili alle suggestioni e alla sensibilità del Vaticano II.
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Borso, Dario. "Il 1943 di Mario Dal Pra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262006.

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Abstract:
Il saggio analizza il passaggio, avvenuto nella prima metŕ del 1943, del grande storico della filosofia Mario Dal Pra (1914-1992) da una posizione cattolico-moderata, ancora interna alla gerarchia ecclesiastica, a un aperto pronunciamento laico a favore della democrazia, della partecipazione politica e quindi poi della Resistenza. L'autore descrive questo episodio fondamentale nella vita di Mario Dal Pra - che lo portň a divenire dirigente partigiano del Partito d'azione e dopo la guerra cofondatore dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) - avvalendosi di documenti rari e mai prima utilizzati. Egli sostiene che questo passaggio in Dal Pra fu favorito dalla lettura viva di Piero Martinetti, l'unico filosofo italiano che si era rifiutato di giurare fedeltŕ al regime fascista nel 1931 e che nei suoi ultimi anni, sulla scorta della concezione morale di Kant, aveva sottoposto a una critica radicale il dogmatismo della Chiesa.
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Casas, Santiago. "Maria Bocci (ed.), Giuseppe Dalla Torre. Dal movimento cattolico al servizio della Santa Sede, Vita e Pensiero, Milano 2010, 222 pp." Anuario de Historia de la Iglesia 20 (July 17, 2015): 563. http://dx.doi.org/10.15581/007.20.2476.

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8

Żurowski, Marian Al. "Ewolucja pojmowania wolności religijnej w Kościele katolickim." Prawo Kanoniczne 29, no. 3-4 (December 10, 1986): 27–38. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.03.

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Abstract:
I concetti e le concezioni — che sembravano essersi stabilizzate alla fine del 19 e 20 secolo erano lesi dal ravvivarsi di intelletti che cercavano mezzi prevemtivi contro le violazikmi dei diritti dell’uomo che avevano luogo duranite la secanda guerra mondiale. Risultato di questo movimemto intellettuale era la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (ONU 1948, 12. 10). Nella Chiesa Cattolica problerni simili erano smossi da Giovanni XXIII nell’enciclica „Mater et Magistra” e nell’enciclica „Pacem in Terris”. I pastulati preconciliard e le analisi del Concilio portavano a concrete soluzioni che si sono venute a trovare nei documenti conciliari. Non tutto nondimeno era in teoria risolto sino alla fine, particolarmente per quanto riguarda la materia del problema che c’interessa. In Concilio vuole chiaramente richiamare l’attenzione sul fatto ehe il problema è molto più complesso di quanto possa sembrare ad un primo squardo. Per esempio dalla Dichiarazione della libertà religiosa risulta chiaramente che la verità e la libertà non si escludono reciprocamente, ma sono valori strettamente connessi fra loro. Da questa Dichiarazione e dal Decreto sull’Ecumenismo risulta ehe un giusto modo di comprendere l’ecumenismo non puó ammettere compiti troppo catagorici. Si devorao rispettare le convinzioni apprese in buona fede. Del resto si rileva giustamente ehe al rispetto delle opinioni altrui non significa che le si approve. Dopo una tappa indiretta nella quale il documento „Matrimonii sacramentum” della Congregaaione della Dottrina della Fede attenuava le esigenze per la parte non cattolica, si aveva il passo successivo, preparato dal sinodo dei vescovi del 1967. Si tratta qui del Motu Proprio „Matrimonia Mixta”. Per quanto riguarda le esigenze poste alla parte cattolica, si è usufruito di concetti risalenti al periodo della formazione delle „cautiones aequipollentes” e al periodo conciliare, asserendo che il cattolico fa tutto „secondo le sue forze”, „pro viribus” perché tutti i figli vengano educati nella religione cattolica. Invece alla parte non cattolica si richiede soltanto che prenda conoscenza dell’obbligazione assunta dalla parte cattolica e ciò, per natura di cose, si porta dietro il postulato della tolleranza naturale. Un simile atteggiamento è un modo di rispettare la conscienza in realtà non sempre concorde con i principi cattolici, ma formatosi in buona fede. Una migliore comprensione della legge positiva divina, e prima di tuitto naturale, permette di sperare che pian piano si giunga ad una più completa soluzione dell’apparente contraddizione fra la legge naturale, che richiede di agire concordamente alla coscienza conformata in buona fede, e le canseguanze che derivano dalla legge divina positiva. Non vi può essere infatti un reale contraddizione.
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Ostenc, Michel. "Alessandro Santagata, La contestazione cattolica. Movimenti, cultura e politica dal Vaticano II al ‘68." Archives de sciences sociales des religions, no. 180 (December 1, 2017): 433–35. http://dx.doi.org/10.4000/assr.34225.

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10

Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)." Asclepio 74, no. 2 (December 2, 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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Abstract:
[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Deplano, Valeria. "Dall'anticolonialismo all'antimperialismo: associazionismo e attivismo degli studenti africani nell'Italia degli anni Sessanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 225–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic299-oa2.

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Abstract:
Con la fine degli imperi coloniali europei, l'afflusso di studenti universitari provenienti dai paesi di nuova indipendenza crebbe da entrambe le parti della Cortina di ferro. Questi si resero protagonisti di attività e mobilitazioni politiche tanto nei paesi del blocco orientale, quanto in Germania occidentale, Francia, Gran Bretagna. Gli studi su questi aspetti sono invece assenti per il caso italiano. Questo articolo intende proporre una prima ricostruzione della geografia dell'attivismo studentesco africano in Italia negli anni Sessanta, ricostruendone le modalità associazionistiche e proponendo una prima mappatura dei legami di tale attivismo con varie organizzazioni italiane, in particolare con alcuni gruppi studenteschi anticoloniali e con l'Ufficio centrale studenti esteri in Italia, di matrice cattolica. L'articolo mostra come, nel corso del decennio, negli interessi dei gruppi africani l'anticolonialismo venga sostituito dall'antimperialismo, e come l'associazionismo africano subisca un processo di radicalizzazione in parte connesso alla similare trasformazione del movimento studentesco italiano, e in parte connesso agli sviluppi della politica africana
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Pennacchini, M., D. Sacchini, and A. G. Spagnolo. "Evoluzione storica delle “Carte dei diritti dei morenti”." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 651–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.729.

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Abstract:
L’intento perseguito dagli autori con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l’evoluzione negli ultimi decenni delle “carte” in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell’eutanasia. Tali “carte”, infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il right to death with dignity al right to death senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell’eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l’identificazione e l’analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all’elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l’evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli Usa in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della “review” storica, gli autori hanno voluto presentare la Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia elaborata nel 1999 all’interno del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
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Napiórkowski, Celestyn S. "Jan Paweł II a 1550. rocznica soboru efeskiego." Vox Patrum 50 (June 15, 2007): 123–28. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6723.

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Abstract:
Si potrebbe pensare che sulla teologia dell'Efeso non sia piu possibile dire ąualcosa di nuovo, eppure e possibile. E’ giusto affermare infatti che la Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo II all’Episcopato delta Chiesa Cattolica per il 1600 anniversario del Primo Concilio di Costantinopoli I e per il 1550 anniversario del Concilio di Efeso (25 III 1981) offre una visione in ąualche modo rinnovata dell'Efeso riconsiderandolo nell'ottica del Concilio di Costantinopoli e del Vaticano II.1. Nel contesto del Concilio di Costantinopoli: alla tradizionale interpretazione cristologica e mariologica dell'Efeso, Giovanni Paolo II aggiunge l'interpretazione soteriologica (l’Efeso canto „un’inno all'onore dell'opera di salvezza compiuta nel mondo attraverso Pazione dello Spirito Santo”), quella pneumatologica (l’incarnazione si fece per l'azione dello Spirito Santo ) e quella ecumenica (i due Concili appartengono alla stessa eredita della fede ). Egli sottolinea ugualmente la permanenza della fertilita spirituale di quei misteri. II Papa non si esprime sul problema di Nestorio ; non lo accusa di eresia ; il nestorianismo e l’insegnamento sbagliato sulla maternita divina rimangono legati, ma il movimento non ne e ritenuto il principale responsabile. 2. Nel contesto del Vaticano II: rifenrendosi alPinsegnamento del Vaticano II relativo alla presenza della Vergine Maria nel Mistero della Chiesa, Giovanni Paolo II da rilievo alla prospettiva ecclesiologica dell'Efeso: lo Spirito Santo santifica in continuazione la Chiesa, le da la vita, abita nei cuori dei fedeli, conduce la Chiesa alla pienezza della verita, la unifica nelle sue communita e attivita pastorali, la dirige, la decora, la mantiene sempre giovane, la rinnova e la conduce alPunione totale eon il Cristo. Maria Santissima, unita allo Spirito Santo, sta realizzando la sua maternita nella Chiesa.
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Brooke, C. N. L. "II Soprannaturale e la religione popolare nel Medio Evo. By Raoul Manselli. (Religione e Società: Storia della Chiesa e dei movimenti cattolici, 13.) Pp. xvii + 150. Rome: Edizioni Studium, 1985. L. 15,000. 88 382 3529 5." Journal of Ecclesiastical History 38, no. 1 (January 1987): 148. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900022788.

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D'Avray, D. L. "De Ore Domini. Preacher and word in the Middle Ages. Edited by Thomas L. Amos, Eugene A. Green and Beverly Mayne Kienzle. (Studies in Medieval Culture, 27.) Pp. xiv + 269. Kalamazoo: Medieval Institute Publications, Western Michigan University, 1989. 0 918720 27 3 - Specchio di Donna. L'immagine femminile nel XIII secolo: gli exempla di Stefano di Borbone. By Letizia Pellegrini. (Religione e Società. Storia della Chiesa e dei Movimenti Cattolici, 14.) Pp. xxxvi + 180. Rome: Edizioni Studium, 1989. L. 20,000. 88 382 3597 X." Journal of Ecclesiastical History 43, no. 1 (January 1992): 121–23. http://dx.doi.org/10.1017/s002204690000974x.

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"sandro rogari. Ruralismo e anti-industrialismo difine secolo: Neofisiocrazia e movimento cooperativo cattolico. (Quaderni di Storia, Sezione Documenti, number 67/10.) Florence: Felice Le Monnier. 1984. Pp. 272. L. 20,000." American Historical Review, December 1985. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/90.5.1229.

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Nattermann, Ruth. "Antisemitische Strömungen im Movimento Femminile Italiano (1869–1916). Vorurteile, Konflikte und Reaktionen zwischen katholischem Anti- Laizismus und Anti-Judaismus." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no. 1 (January 1, 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0015.

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Abstract:
Riassunto Il presente contributo spiega le ragioni e lo sviluppo delle correnti antisemite all’interno del primo movimento femminile italiano, nel periodo fra la fine dell’800 e l’inizio della prima guerra mondiale. L’esame dei dibattiti e degli eventi rilevanti, finora trascurati dalla ricerca storica, si basa sugli archivi delle organizzazioni femminili laiche come pure di quelle cattoliche, le loro pubblicazioni, nonché degli archivi personali. La prima parte dell’articolo si concentra sulle relazioni ebree-cattoliche nell’ambito del primo movimento femminile italiano. Nella seconda parte vengono affrontate la crescente radicalizzazione dei dibattiti antiebraici fra attiviste cattoliche a partire dalla guerra libica 1911/12 e la transizione ad una polemica apertamente antisemita. L’articolo trae spirazione dalla tesi che le forti tendenze anti-laiche delle cattoliche organizzate venissero sostituite al più tardi dal 1912 in poi da pregiudizi antiebraici, destinati a rinforzarsi definitivamente durante il fascismo.
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Ciarocchi, Valerio. "Repertori dei movimenti ecclesiali." De Musica, July 21, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/2465-0137/17760.

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Abstract:
Il presente contributo muove da considerazioni generali sul valore educativo della musica e sulle caratteristiche della musica sacra per offrire alcune riflessioni sul rapporto tra musica liturgica e mistagogia, sulle ragioni della necessità di tale rapporto, sulle sue esigenze, su ciò che implica e quali sono i suoi obiettivi attesi. Tratteremo i repertori di alcuni movimenti ecclesiali significativi sia per la loro struttura consolidata, sia per il gran numero di aderenti. Sono gruppi strutturati con un proprio programma e statuti, approvati dalla Chiesa cattolica, che hanno riconosciuto, ciascuno con le proprie peculiarità e differenziazioni, la necessità di conciliare musica liturgica e mistagogia nel proprio itinerario di fede. Daremo uno sguardo più da vicino ai loro repertori e faremo alcune considerazioni su di essi. Prenderemo in considerazione anche quei repertori che non sono espressione diretta dei movimenti, ma sono ampiamente utilizzati nelle parrocchie e nelle comunità, talvolta utilizzati dagli stessi movimenti insieme ai propri.
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