Academic literature on the topic 'Movimento cattolico'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Movimento cattolico.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Movimento cattolico"

1

Cicala, Antonio. "Sturzo e il movimento cattolico a Messina. L'egemonia clerico-moderata 1890-1926." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 302–13. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259006.

Full text
Abstract:
Il saggio concerne la natura del movimento cattolico a Messina, delle cui componenti - liberali cattolici e intransigenti - vengono ricostruiti gli organigrammi, che evidenziano in particolare la continuitŕ delle presenze degli esponenti clerico-moderati, come nel resto della Sicilia e in tutto il Mezzogiorno. L'autore, in proposito, smonta alcune mistificazioni operate da Angelo Sindoni in un recente saggio su Sturzo e Messina, tendenti ad affermare piena sintonia tra l'‘intransigente' Sturzo e Giuseppe Fortino, leader del movimento cattolico messinese, protagonista invece di un'amministrazione clerico-moderata. In realtŕ Sturzo, che nonostante i contrasti politici aveva buoni rapporti con i dirigenti cattolici messinesi, era in sintonia con Attilio Salvatore, dirigente del movimento giovanile, il quale tuttavia, per la giovane etŕ, non aveva peso e rilievo negli equilibri politici cittadini che vedevano l'egemonia clerico-moderata prevalere ancora nelle amministrative dal 1914 al 1919 e condizionare nel primo dopoguerra la vita interna del Partito popolare italiano (Ppi). Ciň determinň la sconfitta della componente democratico-sturziana di Attilio Salvatore e l'affermazione della linea filofascista, attivamente sostenuta dal vescovo Angelo Paino.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Caponi, Matteo. "Antirazzismo cattolico e questione nera nel secondo dopoguerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 17–54. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-002.

Full text
Abstract:
L'articolo indaga come una crescente attenzione alla questione nera abbia fatto da cornice all'ascesa di una sensibilità antirazzista nel cattolicesimo italiano del secondo dopoguerra.L'analisi mette in discussione il cliché di un innato antirazzismo cattolico, esaminando l'interrazzialismo come modello dominante: una terza via che si opponeva sia al razzismo sia all'antirazzismo militante, umanitario ed egualitario. La nozione di antirazzismo faticò a essere recepita dalla cultura cattolica di massa fino agli anni Sessanta. La svolta dipese dall'impatto di tre fenomeni di risonanza mondiale: la decolonizzazione, l'apartheid in Sudafrica e il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Ironia della sorte, la psicosi anticomunista della Guerra fredda costituì un motore dell'antirazzismo cattolico: occorreva scongiurare che il "risveglio" dei popoli neri avvenisse sotto l'influenza sovietica. Il pontificato di Giovanni XXIII, l'aggiornamento conciliare e la crisi del 1968 posero le basi per un cambio di paradigma; gli orientamenti antirazzisti si intrecciarono a significati progressisti e utopie rivoluzionarie controculturali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Cavagnini, Giovanni. "Patriota, vescovo, scienziato: il cardinal Maffi ricordato, 1931-2008." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 439–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264006.

Full text
Abstract:
Nel 1931 morě il cardinale arcivescovo di Pisa Pietro Maffi, apprezzato astronomo, patrono del movimento cattolico, di accesi sentimenti nazionali. La sua figura, che godette di grande prestigio tra laici ed ecclesiastici, č ancora presente nel discorso pubblico dei cattolici italiani. Dagli anni trenta a oggi, i cultori della memoria di Maffi ne hanno evidenziato di volta in volta gli aspetti della vita e della personalitŕ piů idonei alle esigenze politiche ed ecclesiologiche del momento: ai funerali, l'opera patriottica svolta durante la prima guerra mondiale; nel centenario della nascita (1958), la fiera opposizione alle sinistre; nel cinquantenario della scomparsa, l'atteggiamento aperto nei confronti della scienza; nel centocinquantesimo della nascita, l'azione caritatevole in favore dei diseredati. Apparentemente diversissime, queste commemorazioni hanno in comune l'obiettivo della ricristianizzazione della societŕ - che fin dalla rivoluzione francese assilla l'istituzione ecclesiastica - e testimoniano della politica della memoria promossa dalla Chiesa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cardoza, Anthony L., and Sandro Rogari. "Ruralismo e anti-industrialismo di fine secolo: Neofisiocrazia e movimento cooperativo cattolico." American Historical Review 90, no. 5 (December 1985): 1229. http://dx.doi.org/10.2307/1859763.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Saresella, Daniela. ""Il caso Lazzati" (1987-1988): lo scontro tra Comunione e liberazione e il mondo cattolico democratico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 145–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299007.

Full text
Abstract:
Gli storici, a ora, si sono occupati solo marginalmente dell'esperienza religiosa, culturale epolitica di Comunione e liberazione (Cl), il gruppo cattolico che sotto la guida di don LuigiGiussani fu tra gli indiscussi protagonisti del cattolicesimo postconciliare. Questo saggio intendericostruire lo scontro che tra il 1987 e il 1988 si verificò tra il movimento e il mondocattolico democratico, a seguito delle accuse che due giornalisti de "Il Sabato" (Antonio Soccie Roberto Fontolan) rivolsero a Giuseppe Lazzati (da poco scomparso) di aver aperto ad alcuneistanze del protestantesimo. Dalla ricostruzione emergono le diverse prospettive religiosetra gli esponenti del cattolicesimo democratico e quelli di Cl, ma soprattutto la concezionetradizionalista di questi ultimi, ostili alle suggestioni e alla sensibilità del Vaticano II.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Borso, Dario. "Il 1943 di Mario Dal Pra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262006.

Full text
Abstract:
Il saggio analizza il passaggio, avvenuto nella prima metŕ del 1943, del grande storico della filosofia Mario Dal Pra (1914-1992) da una posizione cattolico-moderata, ancora interna alla gerarchia ecclesiastica, a un aperto pronunciamento laico a favore della democrazia, della partecipazione politica e quindi poi della Resistenza. L'autore descrive questo episodio fondamentale nella vita di Mario Dal Pra - che lo portň a divenire dirigente partigiano del Partito d'azione e dopo la guerra cofondatore dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) - avvalendosi di documenti rari e mai prima utilizzati. Egli sostiene che questo passaggio in Dal Pra fu favorito dalla lettura viva di Piero Martinetti, l'unico filosofo italiano che si era rifiutato di giurare fedeltŕ al regime fascista nel 1931 e che nei suoi ultimi anni, sulla scorta della concezione morale di Kant, aveva sottoposto a una critica radicale il dogmatismo della Chiesa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Casas, Santiago. "Maria Bocci (ed.), Giuseppe Dalla Torre. Dal movimento cattolico al servizio della Santa Sede, Vita e Pensiero, Milano 2010, 222 pp." Anuario de Historia de la Iglesia 20 (July 17, 2015): 563. http://dx.doi.org/10.15581/007.20.2476.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Żurowski, Marian Al. "Ewolucja pojmowania wolności religijnej w Kościele katolickim." Prawo Kanoniczne 29, no. 3-4 (December 10, 1986): 27–38. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.03.

Full text
Abstract:
I concetti e le concezioni — che sembravano essersi stabilizzate alla fine del 19 e 20 secolo erano lesi dal ravvivarsi di intelletti che cercavano mezzi prevemtivi contro le violazikmi dei diritti dell’uomo che avevano luogo duranite la secanda guerra mondiale. Risultato di questo movimemto intellettuale era la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (ONU 1948, 12. 10). Nella Chiesa Cattolica problerni simili erano smossi da Giovanni XXIII nell’enciclica „Mater et Magistra” e nell’enciclica „Pacem in Terris”. I pastulati preconciliard e le analisi del Concilio portavano a concrete soluzioni che si sono venute a trovare nei documenti conciliari. Non tutto nondimeno era in teoria risolto sino alla fine, particolarmente per quanto riguarda la materia del problema che c’interessa. In Concilio vuole chiaramente richiamare l’attenzione sul fatto ehe il problema è molto più complesso di quanto possa sembrare ad un primo squardo. Per esempio dalla Dichiarazione della libertà religiosa risulta chiaramente che la verità e la libertà non si escludono reciprocamente, ma sono valori strettamente connessi fra loro. Da questa Dichiarazione e dal Decreto sull’Ecumenismo risulta ehe un giusto modo di comprendere l’ecumenismo non puó ammettere compiti troppo catagorici. Si devorao rispettare le convinzioni apprese in buona fede. Del resto si rileva giustamente ehe al rispetto delle opinioni altrui non significa che le si approve. Dopo una tappa indiretta nella quale il documento „Matrimonii sacramentum” della Congregaaione della Dottrina della Fede attenuava le esigenze per la parte non cattolica, si aveva il passo successivo, preparato dal sinodo dei vescovi del 1967. Si tratta qui del Motu Proprio „Matrimonia Mixta”. Per quanto riguarda le esigenze poste alla parte cattolica, si è usufruito di concetti risalenti al periodo della formazione delle „cautiones aequipollentes” e al periodo conciliare, asserendo che il cattolico fa tutto „secondo le sue forze”, „pro viribus” perché tutti i figli vengano educati nella religione cattolica. Invece alla parte non cattolica si richiede soltanto che prenda conoscenza dell’obbligazione assunta dalla parte cattolica e ciò, per natura di cose, si porta dietro il postulato della tolleranza naturale. Un simile atteggiamento è un modo di rispettare la conscienza in realtà non sempre concorde con i principi cattolici, ma formatosi in buona fede. Una migliore comprensione della legge positiva divina, e prima di tuitto naturale, permette di sperare che pian piano si giunga ad una più completa soluzione dell’apparente contraddizione fra la legge naturale, che richiede di agire concordamente alla coscienza conformata in buona fede, e le canseguanze che derivano dalla legge divina positiva. Non vi può essere infatti un reale contraddizione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Ostenc, Michel. "Alessandro Santagata, La contestazione cattolica. Movimenti, cultura e politica dal Vaticano II al ‘68." Archives de sciences sociales des religions, no. 180 (December 1, 2017): 433–35. http://dx.doi.org/10.4000/assr.34225.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)." Asclepio 74, no. 2 (December 2, 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

Full text
Abstract:
[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Movimento cattolico"

1

Altermatt, Urs. "Der Weg der Schweizer Katholiken ins Ghetto : die Entstehungsgeschichte der nationalen Volksorganisationen im Schweizer Katholizismus 1848-1919 /." Zürich : Benziger, 1991. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb366964626.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

D'Amelio, Diego. "Ritratto di un'élite dirigente. I democristiani di Trieste 1949-1966." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/30670.

Full text
Abstract:
2009/2010
Questa tesi di dottorato si pone l’obiettivo di ricostruire la vicenda e il profilo del ceto dirigente politico-amministrativo espresso dalla Democrazia cristiana di Trieste, dal dopoguerra alla metà degli anni Sessanta. L’élite democristiana viene qui assunta come caso di studio: l’attenzione alla dimensione locale punta a contribuire, più generalmente, all’analisi storiografica rivolta negli ultimi anni alle classi dirigenti repubblicane; al ruolo dei partiti nella transizione tra fascismo e democrazia; al funzionamento dei meccanismi di rappresentanza e di integrazione fra centro e periferia. La tesi presenta linee interpretative e spunti metodologici innovativi, resi possibili da un approccio interdisciplinare che unisce storia e scienze sociali (statistica e sociologia). Il testo è diviso in due sezioni: la prima ripercorre la parabola della DC e del movimento cattolico politico di Trieste, la fase di formazione dei suoi protagonisti, le ragioni del consenso e il progetto di fondo perseguito. La seconda parte definisce in termini sociologici il profilo dell’élite – età, provenienza, studi e professione – considerando nel contempo estrazione sociale, preparazione, canali di reclutamento, fattori di legittimazione, risultati elettorali, schieramenti correntizi, ruolo degli istriani (insieme bacino di consenso e serbatoio di classe dirigente), processi di occupazione del «potere», ricambio politico-generazionale e sviluppo delle carriere. Informazioni dettagliate sono state raccolte su un campione di circa 200 persone, ovvero su coloro i quali diedero forma alla classe dirigente cattolica nell’arco cronologico prescelto. Questi elementi ricoprirono ruoli decisionali – con gradi di responsabilità diversi – nello scudo crociato, nelle realtà elettive e in quelle di nomina politica: la ricerca ha permesso di ricostruirne fisionomia socio-anagrafica, presenze negli enti locali e negli organi di partito, schieramento correntizio e reticoli collaterali. Sui detentori degli incarichi più rilevanti, circa 70 persone, è stata inoltre avviata una più approfondita analisi delle biografie e delle carriere. Le fonti utilizzate sono numerose: archivio provinciale del partito (recentemente messo a disposizione dall’Istituto Sturzo e mai utilizzato sistematicamente prima d’ora), stampa, anagrafe, archivio comunale e diocesano, fondi personali, memorialistica e interviste. La codifica e l’esame dei dati ha consentito di realizzare a supporto dell’esposizione circa 20 tabelle e oltre 70 biografie, contenute in due appendici poste alla fine del volume. Il testo mette in luce il quadro d’insieme del ceto democristiano: la composizione degli organismi elettivi e di partito, le caratteristiche individuali e di gruppo dell’élite, il rapporto tra militanza e ruoli pubblici, il profilo delle correnti e le proporzioni della geografia politica interna, il seguito elettorale, le forme di collateralismo (Azione cattolica, ACLI, sindacato e associazionismo istriano), le biografie e il processo di costruzione della nuova leadership. Particolare attenzione è stata prestata agli aspetti generazionali e correntizi: ciò ha consentito di mettere in connessione età, formazione e progetto politico; valutare il peso specifico delle singole correnti nel partito e negli enti; analizzare i criteri di suddivisione dei vari incarichi e i processi di ricollocamento prodotti dalla nascita di nuove tendenze. Si tratta di un approccio in parte inedito, generalmente non utilizzato in lavori simili a questo, ma allo stesso tempo fondamentale per fornire nuove chiavi di lettura alla storia politica e per avvicinarsi con rigore a un’organizzazione strutturata come la Democrazia cristiana. Il lavoro ha cercato infine, quando possibile, di assumere una prospettiva comparativa, per paragonare il contesto locale ai meccanismi funzionanti a livello nazionale e in altre aree del paese, individuando così uniformità e sfasamenti generazionali e politici. Il metodo utilizzato in questa sede è ormai affinato e potrebbe essere applicato alla DC triestina degli anni successivi, ai diversi partiti del teatro giuliano, a gruppi dirigenti cattolici di altre città oppure al livello nazionale dello scudo crociato e delle istituzioni, su cui le informazioni sono peraltro ben più abbondanti. Il sistema messo a punto permetterebbe infine di essere utilizzato – con gli adattamenti del caso – anche sulle più recenti generazioni politiche. I vantaggi che questi sviluppi promettono per un approccio comparativo sono evidenti. In conclusione, la tesi ricostruisce le vicende e le caratteristiche di un’élite periferica, affermatasi in assenza di una tradizione politico-culturale precedentemente radicata e capace di governare Trieste dal dopoguerra alla fine degli anni Settanta. Il testo prende in esame la formazione, l’affermazione, i progetti, le scelte e le linee politiche di due differenti generazioni di cattolici, influenzate inevitabilmente dalla peculiare situazione del confine orientale e dalla necessità di ripensare la dimensione del confine, dopo la stagione liberal-nazionale e il fascismo. In un primo momento la Democrazia cristiana si assicurò il consenso, assumendo la responsabilità della «difesa dell’italianità» e dell’anticomunismo, in un territorio sottratto alla sovranità dello Stato, sottoposto ad amministrazione anglo-americana e oggetto di una dura contesa ideologica e statuale. Dopo il 1954 una nuova leva sostituì il ceto dirigente degasperiano, impegnandosi nel superamento dell’emergenza e nella «normalizzazione» della politica, dell’amministrazione, dell’economia e dei rapporti fra italiani e sloveni, nell’ambito del centro-sinistra. La DC giuliana propose insomma una strategia in due tempi, riassunta dalla storiografia con la formula di «cattolicesimo di frontiera»: esso fu impostato nel dopoguerra, venne radicalmente aggiornato dopo il ritorno all’Italia e si concluse alla fine degli anni Settanta, davanti alle reazioni suscitate dal trattato di Osimo. Tale periodo corrispose a importanti evoluzioni del quadro nazionale, con il superamento del centrismo e la maturazione dei fermenti di rinnovamento all’interno del mondo cattolico italiano. L’analisi dei nodi descritti è accompagnata dall’indagine sulle concrete ricadute della svolta politica e generazionale, avvenuta nel 1957, prima nel partito e di riflesso nell’ambito elettivo. L’ascesa della corrente di Iniziativa democratica e poi dell’area «doro-morotea» produssero infatti significative modifiche della linea e del personale politico, che corrisposero peraltro alla costruzione dell’egemonia democristiana nello spazio pubblico, grazie al definitivo controllo degli enti locali, della Regione autonoma a Statuto speciale e all’elezione dei primi deputati nel 1958. L’esame dei meccanismi di occupazione dei principali gangli dell’amministrazione è supportata dai dati statistici raccolti, i quali ben evidenziano le caratteristiche socio-anagrafiche, le reti di relazione e le dinamiche di potere che contraddistinsero il ceto politico democristiano di Trieste.
Introduzione Il panorama 9 Il dialogo fra storia e scienze sociali 14 Costruire le basi per una biografia collettiva 17 Le motivazioni di una proposta metodologica 22 Ringraziamenti 29 Sezione 1 Difesa nazionale e «normalizzazione». Il ceto dirigente cattolico nel dopoguerra triestino Antonio Santin, Edoardo Marzari e la «vecchia guardia»: la preparazione del domani 31 La difesa dell’italianità e la costruzione del consenso 56 Uomini nuovi: «normalizzazione» ed egemonia democristiana 77 Il progetto della terza generazione 104 Sezione 2 Correnti, generazioni e potere nella Democrazia cristiana di Trieste (1949-1966) La Democrazia cristiana, gli altri partiti e la prova del voto 126 Il nuovo corso della DC. Il «cambio della guardia» del maggio 195 140 Le correnti. Composizione e assetto del motore politico democristiano 158 Il Comune e la Provincia. Le ricadute istituzionali del «cambio della guardia» 176 L’«imprenditore politico». La Regione e il parlamento 195 La costruzione dell’egemonia. Gli enti di secondo grado 201 La creazione di un’élite. I processi di ricambio e le carriere 211 Conclusioni 253 Appendice A - Le tabelle 276 Appendice B - Le biografie 300 Abbreviazioni 464
XXII Ciclo
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

BUSANI, MARTA. "DALL'ORGANIZZAZIONE AL MOVIMENTO. GIOVENTU' STUDENTESCA DAL SECONDO DOPOGUERRA ALLA CRISI DEL 1965." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6151.

Full text
Abstract:
La presente ricerca ricostruisce la storia di un movimento di ambiente dell’Azione Cattolica italiana, nato a Milano nel 1954 e chiamato Gioventù Studentesca. Il movimento prese vita da don Luigi Giussani, assistente degli studenti dell’AC milanese, con lo scopo di creare una presenza comunitaria di studenti cristiani nelle scuole. Il movimento ebbe un notevole sviluppo durante l’episcopato di Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, che riconobbe in GS una possibile risposta al processo di secolarizzazione ormai evidente in terra ambrosiana. Questo lavoro ricostruisce gli sviluppi del pensiero pedagogico di don Giussani e i difficili rapporti tra Gioventù Studentesca e l’Azione Cattolica nazionale dalla metà degli anni Sessanta fino alla definitiva uscita di GS dall’AC dopo gli statuti del 1969.
This research analyses the history of Gioventù Studentesca (GS), a movement born in Milan in 1954 within the context of the Italian Catholic Association (AC). This movement was founded by don Luigi Giussani, assistant of the students of AC in Milan, with the aim of setting up a community presence of Christian students in the schools. The movement had a strong development under the episcopacy of Giovanni Battista Montini, then appointed Pope with the name of Paolo VI, who recognised in GS a possible answer to the secularization process gradually evolving in the Milanese area. This report focues on the evolution of don Giussani’s pedagogical thinking and educational approach. It also highlights the critical relationschip between GS and the national centre of AC from mid-Sixsties up to the definitive exit of GS from AC following the statutes of 1969.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

BUSANI, MARTA. "DALL'ORGANIZZAZIONE AL MOVIMENTO. GIOVENTU' STUDENTESCA DAL SECONDO DOPOGUERRA ALLA CRISI DEL 1965." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6151.

Full text
Abstract:
La presente ricerca ricostruisce la storia di un movimento di ambiente dell’Azione Cattolica italiana, nato a Milano nel 1954 e chiamato Gioventù Studentesca. Il movimento prese vita da don Luigi Giussani, assistente degli studenti dell’AC milanese, con lo scopo di creare una presenza comunitaria di studenti cristiani nelle scuole. Il movimento ebbe un notevole sviluppo durante l’episcopato di Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, che riconobbe in GS una possibile risposta al processo di secolarizzazione ormai evidente in terra ambrosiana. Questo lavoro ricostruisce gli sviluppi del pensiero pedagogico di don Giussani e i difficili rapporti tra Gioventù Studentesca e l’Azione Cattolica nazionale dalla metà degli anni Sessanta fino alla definitiva uscita di GS dall’AC dopo gli statuti del 1969.
This research analyses the history of Gioventù Studentesca (GS), a movement born in Milan in 1954 within the context of the Italian Catholic Association (AC). This movement was founded by don Luigi Giussani, assistant of the students of AC in Milan, with the aim of setting up a community presence of Christian students in the schools. The movement had a strong development under the episcopacy of Giovanni Battista Montini, then appointed Pope with the name of Paolo VI, who recognised in GS a possible answer to the secularization process gradually evolving in the Milanese area. This report focues on the evolution of don Giussani’s pedagogical thinking and educational approach. It also highlights the critical relationschip between GS and the national centre of AC from mid-Sixsties up to the definitive exit of GS from AC following the statutes of 1969.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Contiero, Emanuela. "Corpi ed anime tra il visibile e l'invisibile. Studio sulle differenziazioni del cattolicesimo contemporaneo. Pratiche rituali a confronto. Cammino Neocatecumenale e Rinnovamento nello Spirito: i due casi di studio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421620.

Full text
Abstract:
BODIES AND SOULS BETWEEN THE VISIBLE AND THE INVISIBLE. Study on the differentiation of contemporary Catholicism. Comparison of the ritual practices of two movements: the Cammino Neocatecumenale and the Rinnovamento nello Spirito. The objective of this study is to go beyond the data and the extensive descriptions contained in statistical researches, which give an overview of the present dimension of Catholic practice in Italy. Through the use of qualitative research methods (such as ethnographic observation and in-depth interviews), this study aims to investigate and to better understand some of the main ritual practices of two lay movements of religious revival and renewal: the Cammino Neocatecumenale, which was initiated in Spain in 1964, and the Rinnovamento nello Spirito Santo, which originated in the United States in 1967. Following specific and complex processes of recognition which legitimated their Catholic origin and nature, both movements spread to Italy; with already several thousands of members, they are now part of the fabric of post-Vatican II Catholicism in Italy. The choice to focus on these two movements is due to the peculiarity of their liturgies and rituals. But what are the main differences with other Catholic movements? And what are their effects on the construction of the symbolic systems of reference of their members? So far only very few sociological studies – in particular very few empirical ones – have been carried out on these contexts and especially on their ritual dimension. Starting from the reconstruction – on a comparative basis – of the sense given by the concerned social actors to their experience, the research investigates the specific aspects which distinguish different ritual patterns, hence different Church models, within the Church itself.
CORPI ED ANIME TRA IL VISIBILE E L’INVISIBILE Studio sulle differenziazioni del cattolicesimo contemporaneo. Pratiche rituali a confronto. Cammino Neocatecumenale e Rinnovamento nello Spirito i due casi di studio. Al di là dei grandi numeri e delle descrizioni estensive che le statistiche ci offrono per cercare di dare una rappresentazione della situazione in cui si trova la dimensione della pratica cattolica oggi in Italia, con questa ricerca si vogliono approfondire e comprendere più da vicino – mediante l’utilizzo di metodi d’indagine di tipo qualitativo (come l’osservazione dell’ethnos e la raccolta di interviste in profondità) – alcune delle principali pratiche rituali che si svolgono all’interno di due movimenti laicali di risveglio-rinnovamento religioso: il Cammino Neocatecumenale, nato in Spagna nel 1964 e il Rinnovamento nello Spirito, sorto invece in America nel 1967. Entrambe poi naturalizzati in Italia, a seguito di specifici e articolati percorsi di riconoscimento che ne legittimassero l’origine e la natura cattolica, questi movimenti sono arrivati oggi a diffondersi nel tessuto connettivo del cattolicesimo post-conciliare italiano, fino a raccogliere tra le loro fila già diverse migliaia di persone. La scelta è ricaduta su queste due realtà poiché, più di altre, si caratterizzano proprio per la particolarità dei loro stili liturgico-rituali. Ma in cosa consistono le differenze di cui sono portatrici? E che diversi effetti producono nella costruzione dei sistemi simbolici di riferimento di chi vi partecipa? Gli studi sociologici, soprattutto empirici, compiuti su tali contesti e con particolare riferimento alla dimensione rituale, sono ad oggi ancora molto pochi. Pertanto, a partire da una ricostruzione – su base comparativa – del senso che gli attori sociali coinvolti attribuiscono alla loro esperienza, si è voluto indagare su quali aspetti si apre concretamente la forbice della differenziazione tra modelli rituali diversi e, quindi, tra diversi modelli di chiesa, all’interno della chiesa stessa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

Full text
Abstract:
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

Full text
Abstract:
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

CAMPIGLI, FRANCESCA. "IL CAMMINO NEOCATECUMENALE. GENESI DI UNA REALTA' ECCLESIALEATTRAVERSO LO STUDIO DELLE FONTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19696.

Full text
Abstract:
Il lavoro si propone come studio sul Cammino Neocatecumenale dalle sue origini ai giorni d’oggi attraverso l’analisi degli elementi caratteristici del movimento (la sua struttura, le pratiche liturgiche e i seminari Redemptoris Mater). Basata su fonti archivistiche conservate negli archivi diocesani di Madrid e Firenze, la ricerca ricostruisce la vicenda storica del movimento fin dalle sue primissime fasi, tanto nell’opera del fondatore Francisco “Kiko” Argüello, quanto nell’intervento di altre figure ecclesiali (l’arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, e don Dino Torreggiani, fondatore dei Servi della Chiesa). La ricerca è stata poi ampliata dall’utilizzo di fonti inedite interne al Cammino Neocatecumenale (Direttorio catechetico) e dai documenti curiali e pontifici che hanno regolato l’inserimento dell’esperienza Neocatecumenale nel contesto più ampio dell’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti delle associazioni, movimenti e gruppi laicali nei decenni che fecero seguito al Concilio Vaticano II. In questo contesto la ricerca evidenzia inoltre alcune analogie tra l’intuizione originaria dell’Argüello e le espressioni del dissenso cattolico degli anni Sessanta e Settanta all’interno delle quali ha avuto luogo la ripresa di certi aspetti della teologia di Dietrich Bonhoeffer nel messaggio proprio del Cammino Neocatecumenale.
The research aims to study the Neocatechumenal Way from its foundation right up to nowadays through the movement’s peculiar aspects (its structure, liturgical practices and the Redemptoris Mater seminaries). Based on documents preserved in the diocesan archives of Madrid and Firenze, the survey reconstructs the movement’s history from its beginnings, so much in its founder’s (Francisco “Kiko” Argüello) work, as in the intervention of other ecclesial figures (the archbishop of Madrid, Casimiro Morcillo, and don Dino Torreggiani, founder of the Servi della Chiesa). The survey has been expanded using unpublished sources within the Neocatechumenal Way (Direttorio catechetico) and the curial and papal documents that set the insertion of the Neocatechumenal’s experience into the wider context of the Catholic Church’s attitude towards associations, movements and lay groups in the decades that followed the Second Vatican Council. In this context, the research also highlights some similarities between the Argüello’s original intuition and the expressions of Catholic dissent of the Sixties and Seventies in which the resumption of certain aspects of Dietrich Bonhoeffer’s theology took place in the message of the Neocatechumenal Way.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

CAMPIGLI, FRANCESCA. "IL CAMMINO NEOCATECUMENALE. GENESI DI UNA REALTA' ECCLESIALEATTRAVERSO LO STUDIO DELLE FONTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19696.

Full text
Abstract:
Il lavoro si propone come studio sul Cammino Neocatecumenale dalle sue origini ai giorni d’oggi attraverso l’analisi degli elementi caratteristici del movimento (la sua struttura, le pratiche liturgiche e i seminari Redemptoris Mater). Basata su fonti archivistiche conservate negli archivi diocesani di Madrid e Firenze, la ricerca ricostruisce la vicenda storica del movimento fin dalle sue primissime fasi, tanto nell’opera del fondatore Francisco “Kiko” Argüello, quanto nell’intervento di altre figure ecclesiali (l’arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, e don Dino Torreggiani, fondatore dei Servi della Chiesa). La ricerca è stata poi ampliata dall’utilizzo di fonti inedite interne al Cammino Neocatecumenale (Direttorio catechetico) e dai documenti curiali e pontifici che hanno regolato l’inserimento dell’esperienza Neocatecumenale nel contesto più ampio dell’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti delle associazioni, movimenti e gruppi laicali nei decenni che fecero seguito al Concilio Vaticano II. In questo contesto la ricerca evidenzia inoltre alcune analogie tra l’intuizione originaria dell’Argüello e le espressioni del dissenso cattolico degli anni Sessanta e Settanta all’interno delle quali ha avuto luogo la ripresa di certi aspetti della teologia di Dietrich Bonhoeffer nel messaggio proprio del Cammino Neocatecumenale.
The research aims to study the Neocatechumenal Way from its foundation right up to nowadays through the movement’s peculiar aspects (its structure, liturgical practices and the Redemptoris Mater seminaries). Based on documents preserved in the diocesan archives of Madrid and Firenze, the survey reconstructs the movement’s history from its beginnings, so much in its founder’s (Francisco “Kiko” Argüello) work, as in the intervention of other ecclesial figures (the archbishop of Madrid, Casimiro Morcillo, and don Dino Torreggiani, founder of the Servi della Chiesa). The survey has been expanded using unpublished sources within the Neocatechumenal Way (Direttorio catechetico) and the curial and papal documents that set the insertion of the Neocatechumenal’s experience into the wider context of the Catholic Church’s attitude towards associations, movements and lay groups in the decades that followed the Second Vatican Council. In this context, the research also highlights some similarities between the Argüello’s original intuition and the expressions of Catholic dissent of the Sixties and Seventies in which the resumption of certain aspects of Dietrich Bonhoeffer’s theology took place in the message of the Neocatechumenal Way.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

LUCIANI, PATRIZIA. "ALBINO LUCIANI PATRIARCA DI VENEZIA (1970-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11130.

Full text
Abstract:
L’obiettivo della tesi è di indagare gli anni trascorsi a Venezia da Albino Luciani, anni non esaurientemente approfonditi dalla storiografia e sui quali la memoria storica è ancora divisa. L’evidenza principale che ne scaturisce è la difficoltà non solo di Luciani, ma di tutte le personalità che avevano ruoli di guida e di responsabilità all’interno della Chiesa, nel misurarsi con l’attuazione del Concilio Vaticano II. L’ipotesi interpretativa proposta è che il filo conduttore di tutta l’opera pastorale del presule bellunese sia stato uno sforzo di fedeltà alla tradizione romana e all’autorità papale seppur attraverso l’ammodernamento dei metodi pastorali utilizzati. Il patriarca di Venezia è risultato particolarmente rappresentativo di tutto un episcopato nazionale montiniano che ha attuato in Italia le ricezione conciliare secondo l’ermeneutica di Paolo VI. L’indagine, avendo cura di confrontare sempre il piano dell’omiletica e il piano delle reali scelte pastorali attuate, analizza a tutto campo l’operato di Luciani, dalle attività diocesane al suo apporto alla vita ecclesiale a livello regionale, nazionale e internazionale; ha inoltre il pregio di aver utilizzato come fonte importante materiale inedito reperito nei nove archivi storici utilizzati e in vari archivi personali. Infine, è corredato di un’ampia e interessante appendice che racchiude le testimonianze orali di venti testimoni scelti.
The aim of the thesis is to investigate the years passed in Venice by Albino Luciani, years not exhaustively studied by historiography and on which historical memory is still divided. The main evidence is the difficulty not only of Luciani, but also of all personalities who had leadership roles and responsibilities within the Church, in measuring itself with the realization of the Second Vatican Council. The interpretative hypothesis is that the main theme of all the pastoral work of the patriarch of Venice was an effort of fidelity to the Roman tradition and papal authority even through the modernization of the pastoral methods. The patriarch of Venice was particularly representative of a whole national Montinian episcopate which carried out in Italy the Council reception according to the hermeneutic proposed by Paul VI. The survey, comparing the plan of homiletics and the plan of the real pastoral options implemented, examines entirely Luciani’s work, from the diocesan activities to his contribution to regional, national and international Catholic Church. The thesis uses as sources important unpublished material retrieved in nine historical archives and in various personal archives. Finally, the thesis is accompanied with a wide and interesting appendix that contains the interviews with twenty chosen witnesses.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Movimento cattolico"

1

Marangon, Vittorio. Il movimento cattolico padovano. Padova: Centro studi Ettore Luccini, 1997.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cinema, chiesa e Movimento cattolico italiano. Roma: Aracne, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Fantoni, Silvio. Breve storia del movimento cattolico italiano. [Treviso]: Santi quaranta, 1991.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Naro, Cataldo. Dizionario biografico del movimento cattolico nisseno. Caltanissetta: Edizioni del Seminario, 1986.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Biase, Paola Gaiotti de. Le origini del movimento cattolico femminile. Brescia: Morcelliana, 2002.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Gios, Pierantonio. Nicolò Rezzara e il movimento cattolico in Italia. Roma: Edizioni Cinque lune, 1990.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Il gioco dell'oca: Rapporto sul movimento cattolico italiano. Reggio Emilia, Italia: Diabasis, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Fabrizio, Felice. Alle origini del movimento sportivo cattolico in Italia. Milano: Sedizioni, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Luigi Gedda e il movimento cattolico in Italia. Milano, Italia: Sugarco, 2012.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Alle origini del movimento sportivo cattolico in Italia. Milano: Sedizioni, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography