Academic literature on the topic 'Morire'

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Journal articles on the topic "Morire"

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Lupi, Claudia. "Paura di morire." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 143–50. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003007.

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Abstract:
In questo articolo si tratta il caso di un paziente che sviluppa un disturbo post-traumatico da stress a seguito di un serio rischio di affogamento corso dal paziente stesso, con una sintomatologia ansiosa (con forte preoccupazione per lo stato di salute). Il paziente presentava, ad inizio terapia, anche marcati deficit metacognitivi che hanno richiesto una impostazione della terapia su due piani paralleli, uno di elaborazione dell'evento traumatico, l'altro di incremento delle capacitŕ di differenziazione delle emozioni e di contestualizzazione. Il tutto all'interno di una situazione di attaccamento disorganizzato.
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2

Scannabue, Aristarco. "Morire di selfie." HISTORIA MAGISTRA, no. 27 (December 2018): 166–69. http://dx.doi.org/10.3280/hm2018-027016.

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3

Motta, Giuseppe. "Morire in monastero." Hortus Artium Medievalium 23, no. 2 (July 2017): 538–44. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.113744.

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4

Marin, Francesca. "Il fine vita e l’attribuzione di responsabilità morale / The end of life and the ascription of responsibility." Medicina e Morale 66, no. 5 (December 20, 2017): 617–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.510.

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Abstract:
L’odierno dibattito bioetico sulle questioni del fine vita sembra ancora caratterizzato da alcuni nodi problematici in merito alla responsabilità morale. Per esempio, certi approcci di stampo utilitaristico conferiscono a un medico che pratica l’eutanasia la medesima responsabilità morale attribuibile a chi non avvia o sospende dei trattamenti di sostegno vitale. Chiamiamo questo come l’argomento della “sempre uguale responsabilità”. La prospettiva opposta alla precedente riguardo all’attribuzione di responsabilità ritiene invece che vi sia una differenza morale assoluta tra uccidere e lasciar morire. Si definisca tale tesi nei seguenti termini: “mai la medesima responsabilità”. Dopo aver sottolineato come l’argomento della “sempre uguale responsabilità” equipari erroneamente all’eutanasia il non avvio o la sospensione dei trattamenti, l’articolo evidenzia le implicazioni sull’attribuzione di responsabilità derivanti sia dal rifiuto sia dalla difesa incondizionata della distinzione uccidere/lasciar morire. Nello specifico, mentre la tesi della “sempre uguale responsabilità” conduce a un’iper-responsabilizzazione del medico, l’altro argomento (“mai la medesima responsabilità”) ottiene l’effetto opposto, cioè de-responsabilizza l’agente morale. Richiamando altre distinzioni morali, il paper suggerisce quindi un approccio intermedio che distingue da un lato la causa dalle condizioni, dall’altro i doveri negativi da quelli positivi. Infine, attraverso la distinzione tra lasciar morire colpevole e lasciar morire per il bene del paziente, si rileva come in alcuni casi il lasciar morire sia moralmente equiparabile all’uccidere. Di conseguenza, affrontare le questioni del fine vita per attribuire la responsabilità significa confrontarsi con la complessità dell’agire morale, ma, per evitare approcci riduttivi, è necessario mantenere tutte le distinzioni appena menzionate. ---------- Nowadays the bioethical debate on end-of-life issues seems to still be characterized by some problematic interpretations of moral responsibility. For example, within certain utilitarian approaches, the same moral responsibility is ascribed to a physician who practices euthanasia and to another who withholds or withdraws life-sustaining treatments. Let’s call this point of view “the always equal argument”. An opposite approach to the ascription of responsibility emerges from the thesis that there is an absolute moral distinction between killing and letting die. Let’s call this thesis “the never equal argument”. After showing that the always equal argument erroneously describes the act of withholding or withdrawing treatments such as euthanasia, the paper addresses the implications that both a rejection and an unconditional defense of the killing/letting distinction could have in the ascription of responsibility. To specify, it is argued that while the always equal argument calls for an over-responsibility of the physician, the never equal argument leads the agent to take less responsibility for his actions. By referring to other moral distinctions, the paper then suggests an intermediate position that addresses the relevance of the distinctions between cause and conditions and between negative and positive duties. Finally, by the distinction between morally culpable letting die and letting die for the patient’s good, it is argued that in some cases letting die is morally equivalent to killing. Ascribing responsibility at the end of life thus means struggling with the complexity of moral acting, but maintaining all these distinctions is necessary to avoid reductive approaches.
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5

Brantly, Susan, and Lars Norén. "Skuggpojkarna: Morire di classe." World Literature Today 74, no. 4 (2000): 868. http://dx.doi.org/10.2307/40156237.

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6

Perugini, Carla. ""Porque tiene hambre canina, que nunca se harta". Narraciones de la muerte en Cervantes." Monteagudo, no. 26 (March 12, 2021): 247–66. http://dx.doi.org/10.6018/monteagudo.472821.

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Abstract:
A pesar de ser destino común para todos los hombres, las modalidades del morir son infinitas. Las fórmulas estereotipadas de los testamentos, incluidos los de los familiares de Cervantes, ponen de manifiesto una actitud cristianamente resignada de los moribundos, sin aspavientos ni temores. La manera de morir de Alonso Quijano, ya no Don Quijote, es buena prueba de ello. Pero los personajes cervantinos no mueren todos de buena gana: hay quien cae bajo la mano de otro, quien se quita la vida por su propia voluntad, quien pone en escena una muerte de ficción, quien muere heroicamente en la batalla o para salvar vidas ajenas. A veces es la consecuencia mortal de una metáfora: morir de amor, de dolor, de vergüenza… Este trabajo intentará dar cuenta de todo eso. Nonostante sia destino comune a tutti gli uomini, le modalità del morire sono infinite. Le formule stereotipate dei testamenti, compresi quelli dei parenti di Cervantes, mettono in evidenza un atteggiamento cristianamente rassegnato dei moribondi, senza manifestazioni di paura scomposte. La maniera di morire di Alonso Quijano, non più Don Quijote, ne è buona prova. Ma non tutti i personaggi cervantini muoiono di buon grado: c’è chi cade per mano altrui, chi si toglie la vita di sua volontà, chi mette in scena una morte teatrale, chi muore eroicamente in battaglia o per salvare altre vite. A volte è la conseguenza mortale di una metafora: morir d’amore, di dolore, di vergogna… Di tutto questo cercherà di dar conto questo lavoro.
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Ventura, Alessandro. "La pagina gialla." Medico e Bambino 41, no. 4 (May 20, 2022): 281–82. http://dx.doi.org/10.53126/meb41281.

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Abstract:
A volte ritornano. E questa volta ne siamo felici - Morti di un botto - Morire di autismo, morire di ADHD - Vaccinazione anti-Covid 19 e prevenzione MIS-C: è cosa certa - Streptococco (SBEA): ancora lui - Meglio il chirurgo dell’antibiotico? - Pediatria senza Pediatria
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Verga, Aron. "Giovanni Catelli, Camus deve morire." Studi Francesi, no. 174 (LVIII | III) (November 1, 2014): 634. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.1617.

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Miccinesi, Guido, and Joseph Raho. "Morire senza coscienza. La giustificazione morale della sedazione palliativa profonda continua." Medicina e Morale 68, no. 4 (December 20, 2019): 397–410. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.595.

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Abstract:
Un recente disegno di legge sulle cure alla fine della vita ha proposto di estendere l’opzione della sedazione palliativa profonda continua anche a pazienti che non siano in fase terminale di malattia. Questo sviluppo del dibattito sulle cure alla fine della vita richiede un nuovo sforzo per chiarire i termini della questione e risolvere alcune persistenti ambiguità. Il presente articolo sottolinea come la sedazione palliativa profonda continua sia eticamente lecita, e in effetti parte integrante delle cure palliative, solo quando eseguita in modo conforme alle principali linee guida. Daremo argomenti per mostrare come ‘l’imminenza di morte’, generalmente intesa come morte attesa entro poche ore/giorni, sia un importante criterio clinico per decidere della liceità etica di questa pratica medica. Nella nostra argomentazione (1) spiegheremo come la Dottrina del Duplice effetto, cui frequentemente si fa ricorso nei dibattiti etici su questa pratica, non sia invece necessariamente applicabile al caso della sedazione palliativa; (2) identificheremo una giustificazione alternativa, etica e clinica, per il ricorso alla sedazione in situazioni di fine vita; infine (3) discuteremo l’eventuale liceità del ricorso alla sedazione palliativa in casi di sofferenza esistenziale. Contiamo in tal modo di contribuire allo sviluppo del dibattito bioetico in corso su questi temi.
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Barbieri, Alvaro. "Vivere per morire o morire per vivere: l’archetipo della morte precoce nelle tradizioni eroiche." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 2, no. II (December 30, 2021): 75–91. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/17258.

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Abstract:
Ponendo in triangolazione le pratiche militari del mondo premoderno, le ideologie delle “società di vergogna” (shame societies) e i plessi simbolici della poesia eroica universale, il presente articolo riattraversa il tema cruciale della morte precoce – subitanea rossa violenta –, momento di densità rivelativa mediante il quale il guerriero d’élite compie sé stesso e modella il finale della propria vita. Onnipresente e pervasiva nell’epica internazionale, l’ossessione della “bella morte” è un portato delle culture marziali fondate sul senso dell’onore e sul faccia a faccia. Morire anzitempo sul campo di battaglia è il modo con cui il combattente sconfigge la mortalità ordinaria, sottraendosi una volta per tutte all’avvizzimento della carne. Il trapasso glorioso e prematuro non soltanto costruisce la fama postuma del campione entro il quadro della memoria tribale, ma fissa perennemente il suo corpo nello splendore della bellezza giovanile, impedendone il decadimento. Vista in tale prospettiva, la morte precoce si pone come una delle prestazioni tramite le quali l’eroe milita contro le forze del preformale e del caos indifferenziato. Nelle società tradizionali il prode è sempre dalla parte dell’or-dine e della luce: le sue imprese personali, eseguite nel punto di massima visibilità, profilano la singol-arità del gesto individuale entro l’anonimo brulichio della mischia amorfa; il suo decesso – unico e grandioso – preserva il fulgore del corpo virile dall’usura dell’età e dall’ombra del disfacimento, agenti della corruzione che consumano gli uomini e li avviano, un giorno dopo l’altro, verso l’abisso del non-essere.
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Dissertations / Theses on the topic "Morire"

1

Bracci, Elisa. "Dalla bella morte alla vergogna di morire." Diss., lmu, 2009. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:19-111963.

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2

Gigliello, Paola. "I volti di Medea : Medea non deve morire." Thesis, Université de Lorraine, 2015. http://www.theses.fr/2015LORR0320.

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Abstract:
Le mythe de Médée est un des mythes les plus anciens que la tradition nous a transmis, mais, paradoxalement, c'est peut-être le plus “moderne” et scabreux entre les mythes connus. La thèse s'occupera d'abord de l'œuvre de Christine de Pizan, “La Cité des Dames” et l'image de Médée qui émerge: la terrible reine devient dans les pages de Christine un symbole du savoir et de la loyauté féminine par rapport à l'autre, qui n'est pas seulement fidélité amoureuse mais c'est l'abandon total du corps et de l'âme. On mettra en relation la “Cité” de Christine avec le “De mulieribus claris” de Boccace et on cherchera à démontrer que l'œuvre de Christine n'est pas une traduction, un plagiat de la plus célèbre œuvre de notre écrivain et poète. Dans la deuxième partie de la thèse, je vais analyser la version d'une autre femme spéciale; démontrant que les visages de Médée sont nombreux et variés: la Midea de Irina Possamai. Irina, est, en effet, une des premières librettistes italiennes et a choisi – comme Christine - de raconter dans un opéra lyrique sa Médée qui, ce n’est pas par hasard , qu’elle l’a appelé Midea
The Medea myth is one of the most ancient that tradition has handed to us, but paradoxically, is perhaps the most 'modern' and scabrous among those ever known.For her mysterious character and, in some aspects, demonic, Medea has enjoyed vast fortune in ancient times as well as in modern and contemporary art.We will focus the dissertation on Christine de Pizan’s text, La Cité des Dames and the figure of Medea that emerges: the terrible Medea becomes, in the writing of Christine, the symbol of knowledge and female loyalty towards others, which is not only faithfulness in love, but total availability of body and soul. We will link the Christine’s Cité with Boccaccio’s De mulieribus claris and we will argue that Christine’s work is not a translation, a plagiarism, of the most famous work of our writer and poet. In the second part of the thesis, I will analyze the version of another special woman; showing that the faces of Medea are numerous and diverse: the Midea of Irina Possamai. Irina is, in fact, one of the first Italian librettiste and chose - as Christine did - to narrate her Medea in an opera that, not surprisingly, she called Midea.The Medea myth is one of the most ancient that tradition has handed to us, but paradoxically, is perhaps the most 'modern' and scabrous among those ever known.For her mysterious character and, in some aspects, demonic, Medea has enjoyed vast fortune in ancient times as well as in modern and contemporary art.We will focus the dissertation on Christine de Pizan’s text, La Cité des Dames and the figure of Medea that emerges: the terrible Medea becomes, in the writing of Christine, the symbol of knowledge and female loyalty towards others, which is not only faithfulness in love, but total availability of body and soul. We will link the Christine’s Cité with Boccaccio’s De mulieribus claris and we will argue that Christine’s work is not a translation, a plagiarism, of the most famous work of our writer and poet. In the second part of the thesis, I will analyze the version of another special woman; showing that the faces of Medea are numerous and diverse: the Midea of Irina Possamai. Irina is, in fact, one of the first Italian librettiste and chose - as Christine did - to narrate her Medea in an opera that, not surprisingly, she called Midea
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CRIPPA, MATTEO ILIS. "Organizzare cure palliative. Una ricerca etnografica sul morire." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29397.

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Abstract:
La tesi è frutto di una ricerca di tipo etnografico, guidata da alcuni interrogativi in merito alle modalità attraverso cui vengono organizzate le Cure Palliative in contesti di azione. Impiegando dati statistici secondari, traccia un profilo generale di questo fenomeno in Italia e in Europa. Il costrutto concettuale di “dolore totale” è stato identificato come uno degli elementi alla base delle successive elaborazioni teoriche fatte proprie dal mondo delle Cure Palliative. Il lavoro si concentra sullo studio etnografico dei principali contesti che compongono una Rete Locale di Cure Palliative: il processo di cura, che coinvolge operatori, familiari e malati, è stato compreso nei termini di una ri-organizzazione del morire e di produzione di “nuovi modi corretti” per stare accanto al malato, una produzione e riproduzione dei legami sociali nel contesto di una marginal situation, in una fase di crisi delle routine quotidiane. Le Cure Palliative, considerate come disciplina, sviluppano dispositivi di controllo delle azioni e delle relazioni tra esseri umani e gruppi sociali. Considerando il morire alla stregua di un’istituzione e le strutture studiate come parte di campo organizzativo, la ricerca ha richiesto la partecipazione ad alcune delle attività della società scientifica di riferimento (Società Italiana di Cure Palliative), lo studio di una parte della letteratura prodotta in questo campo, nonché il coinvolgimento in tre ampi progetti di ricerca in ambito organizzativo.
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Barbin, Marta <1990&gt. "Il morire e le cure palliative nel servizio sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7033.

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Abstract:
Il lavoro si propone di analizzare il fine vita e l'universo delle cure palliative al fine di delineare un quadro realistico e attuale riguardo la situazione italiana in materia. Questo tema, di recente sviluppo, ha stimolato l'incognita riguardo la presenza dell'assistente sociale all'interno dell'équipe multidisciplinare di cure palliative. La medicina palliativa mira a trattare il "dolore totale", ovvero quella condizione non solo fisica bensì psico-sociale che assale il malato nel corso della malattia, al fine di garantire una migliore qualità della vita. L'interesse mostrato in queste circostanze viene riservato anche ai familiari rivelando un ambito che comprende un importante aspetto sanitario ma riserva anche delle necessità puramente "sociali". La prima parte del lavoro verrà dedicata all'analisi del fine vita e all'esplorazione del significato che ha assunto all'interno delle società contemporanee con alcuni riferimenti storici. Successivamente si concentrerà l’attenzione sulle implicazioni che la malattia terminale comporta per il malato e i familiari, esaminando inoltre il tema della comunicazione nel fine vita al giorno d'oggi. In seguito, verranno affrontate le cure palliative, descrivendone origini, funzionalità, setting di cura, lavoro integrato e d'équipe, ripercorrendo anche le tappe della legislazione italiana a riguardo. Infine verrà dedicata una parte al servizio sociale, alla figura dell'assistente sociale, al suo ruolo come operatore e al contributo che potrebbe dare nell'ambito delle cure palliative.
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Bastelli, Laura. "Tradurre, tradire e morire: la vera storia degli harkis e dei tarjuman." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
In questo elaborato, dopo aver presentato in un primo momento i principali elementi storico-politici della guerra in Algeria e in Afghanistan, mi soffermerò sulla funzione degli harkis algerini e dei tarjuman afghani. In particolare, mi attarderò sulle difficoltà incontrate da queste figure al termine del loro servizio, e dell’indifferenza dello Stato francese di fronte alle richieste di protezione e di asilo. I pochi fortunati dovranno infatti aspettare anni prima di poter iniziare una nuova vita in Francia, mentre la maggior parte dei loro colleghi rimarrà bloccata in un vortice di violenza, nella totale incomprensione e delusione, profondamente rammaricata di aver servito la bandiera francese. Infine, analizzerò l’importante ruolo dell’interprete militare, figura spesso nell’ombra, che tuttavia svolge un lavoro arduo e rischioso, con molte complessità e altrettante difficoltà, sia dal punto di vista umano che linguistico. Concluderò, in seguito, con un approfondimento sullo status giuridico dell’interprete di guerra e delle leggi, ancora vaghe, che lo tutelano.
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Cuzzolin, Clelia. "Abituàti a morire: Uno sguardo sulla scena punk-rock siberiana degli anni '80." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9217/.

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Abstract:
Il presente elaborato ha lo scopo di fornire una panoramica sul movimento punk siberiano, nato e sviluppatosi a cavallo fra il 1984 e il 1991. L'analisi della poetica di alcuni fra i musicisti principali del cosiddetto "sibpunk" e la traduzione delle loro canzoni più significative costituiscono una prospettiva inusuale e interessante per osservare la Siberia negli anni della Perestrojka.
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7

Pica, Mattia <1994&gt. "Morire di troppo lavoro in Giappone: cause ed evoluzione dei fenomeni Karōshi e Karōjisatsu." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15996.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato consiste nell'analizzare i fenomeni karōshi e karōjisatsu (rispettivamente morte e suicidio da troppo lavoro), riconosciute ad oggi come due delle piaghe sociali più logoranti della società giapponese. Verranno innanzitutto argomentate alcune delle principali cause scatenanti dei fenomeni, nonché il loro sviluppo a partire dal dopoguerra fino agli anni correnti attraverso la valutazione di dati rilasciati dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese. Successivamente verrà analizzata e valutata l’evoluzione delle normative a tutela dei lavoratori attualmente vigenti in Giappone, in particolar modo in relazione agli standard internazionali. Per concludere, verranno riportati alcuni casi giudiziari esemplari per determinare l’approccio della magistratura al problema karōshi.
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Menditto, Pasquale <1993&gt. "Far muovere, lasciar morire. Analisi delle politiche di confinamento e mobilita dei profughi siriani in Libano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10410/1/Tesi%20di%20dottorato%20-%20Pasquale%20Menditto.pdf.

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Abstract:
L’obiettivo di questa analisi è di coniugare la ricostruzione dei processi di assoggettamento che producono i copioni entro cui prende forma la soggettività dei profughi siriani, con la ricostruzione delle problematizzazioni alla base dei sistemi di controllo e gestione della circolazione regolare. Secondo l’UNHCR, tra il 2012 e il 2016 quasi un milione e mezzo di profughi siriani si è stabilita in Libano nel tentativo di sottrarsi all’intensificarsi del conflitto tra il regime di Assad e il fronte variegato di milizie ribelli. Questa popolazione in esilio si è confrontata con le politiche di amministrazione e controllo della loro presenza dispiegate dall’assemblaggio tra istituzioni locali e internazionali: in particolare, i governi libanesi che si sono avvicendati dal 2013 hanno progressivamente implementato interventi di inclusione differenziale della popolazione di profughi, relegandone la maggioranza in uno stato di marginalità e precarietà esistenziale. Di conseguenza, per molti di loro provare ad accedere a forme di mobilità regolare si impone come uno dei pochi percorsi possibili per ottenere il riconoscimento di un livello minimo di esistenza legittima. L’analisi sviluppata in questo elaborato si basa su una ricerca etnografica condotta in Libano nella regione dell’Akkar tra il 2019 e il 2020, a cui è stata associato uno studio dell’infrastruttura tecnico-politica dei Corridoi Umanitari, un programma per la mobilità dei profughi avviato nel biennio 2016-2017, grazie alla collaborazione tra autorità italiane e una serie di associazioni religiose attive in Italia.
The aim of this analysis is to combine the reconstruction of the subjugation processes that produce the scripts within which the subjectivity of Syrian refugees takes shape, with the reconstruction of the problems underlying the control and management systems of regular circulation. According to the UNHCR, between 2012 and 2016 nearly 1.5 million Syrian refugees settled in Lebanon to escape the escalating conflict between the Assad regime and the varied front of rebel militias. This population in exile has been confronted with the policies of administration and control of their presence deployed by the assemblage of local and international institutions: in particular, since 2013 the Lebanese governments have progressively implemented interventions for the differential inclusion of the refugee population, relegating the majority to a state of marginality and existential precariousness. Consequently, for many of them, trying to access regular forms of mobility is one of the few possible paths to obtain recognition of a minimum level of legitimate existence. The analysis is based on ethnographic research conducted in Lebanon in the Akkar region between 2019 and 2020, associated with a study of the technical-political infrastructure of the Humanitarian Corridors, a program for refugee mobility launched in 2016-2017, by the collaboration of Italian authorities and a series of religious associations active in Italy.
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Tigrino, Andrea. "Diritto penale e scelte di fine vita." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/316511.

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Abstract:
Compiuta un'ampia digressione di carattere interdisciplinare in tema di suicidio tale da abbracciare considerazioni di natura sociologica, letteraria, filosofica, storica e giuridica, si è proceduto ad una valutazione delle forme di repressione concepite in passato per rispondere a condotte agevolatrici di tale gesto, giungendosi da ultimo a ponderare il dibattito sorto in seno alle scuole penalistiche dell'epoca, le soluzioni adottate dai Codici Zanardelli e Rocco nonché i rilievi dottrinali da esse immediatamente stimolati. Tale premessa si è rivelata imprescindibile per un'approfondita analisi del procedimento a carico di Marco Cappato, attingendo da esso interessanti spunti di riflessione riguardanti, prima ancora che le disposizioni penali in materia di fine vita, i principi costituzionali e i valori tatti da simili scelte terminali. La riflessione sulla dignità, così come quella inerente i confini dell'autodeterminazione in materia sanitaria, ha condotto a soppesare la possibilità di disciplinare trattamenti di eutanasia attiva diretta, confrontandosi con i numerosi ostacoli opposti e chiamando in causa la nozione di “diritto a morire”. Il terzo capitolo, riservando alcune considerazioni preliminari al rapporto fra Diritto e morale e alle funzioni tradizionalmente assolte dalla sanzione penale, propone l'elaborazione di una scriminante procedurale tale da riconoscere il carattere di liceità di pratiche di “aiuto medico a morire”. L'analisi dei suoi requisiti operativi è affiancata ad alcune riflessioni in tema di omicidio pietatis causa, seguite dall'annosa questione relativa all'esercizio dell'obiezione di coscienza da parte del personale sanitario e da alcuni profili di responsabilità del medico coinvolto in procedure di nuova concezione. Infine, l'esigenza di un'indagine attenta al metodo comparatistico ha reso ineludibile il riferimento a due recenti stimoli legislativo e giurisprudenziale, rispettivamente rappresentati dalla proposta di Ley Orgánica presentata al Congreso spagnolo (approvata in via definitiva il 18 marzo 2021) e dalla sentenza con cui il Bundesverfassungsgericht ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del § 217 StGB in materia di agevolazione al suicidio prestata in forma commerciale.
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10

Bracci, Elisa. "Dalla bella morte alla vergogna di morire : la deromantizzazione della morte al femminile nella letteratura francese del XIX ̊secolo." kostenfrei, 2008. http://d-nb.info/1001239083/34.

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Books on the topic "Morire"

1

Sandro, Provvisionato, ed. Doveva morire. Milano: Chiarelettere, 2008.

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2

Welby, Piergiorgio. Lasciatemi morire. Milano: Rizzoli, 2006.

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3

Colombi. Prima morire. Roma: Lucarini, 1988.

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4

Newman, Lesléa. Bella da morire. Milano: b Fabbri Editori, 2000.

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5

Belli da morire. Torino: Spoon river, 2009.

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6

Catelli, Giovanni. Camus deve morire. Roma: Nutrimenti, 2013.

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7

Ferruccio, Sansa, ed. Milano da morire. Milano: BUR, 2007.

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8

Giudice, Piero Del. Morire per Sarajevo. Trieste: E, 1994.

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9

Italiani dovete morire. Milano: Longanesi, 2000.

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10

Gregorio, Sergio De. Tortora, morire d'ingiustizia. Napoli: N. De Dominicis, 1988.

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Book chapters on the topic "Morire"

1

Milli Konewko, Simonetta. "Women, Compassion, and the Resistance Movement in L’Agnese va a morire." In Neorealism and the "New" Italy, 159–77. New York: Palgrave Macmillan US, 2016. http://dx.doi.org/10.1057/978-1-137-52416-4_13.

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2

Tahoun, Riham. "Das Unfreisein des Erinnerns oder Die Macht des Augenblicks in Marlene Streeruwitz’ Morire in levitate." In Frei-Zeit in der Gegenwartsliteratur, 125–42. Göttingen: V&R unipress, 2021. http://dx.doi.org/10.14220/9783737012706.125.

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3

Schomacker, Anders. "Moraine." In Encyclopedia of Marine Geosciences, 1–6. Dordrecht: Springer Netherlands, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-007-6644-0_191-1.

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4

Duncan, Christopher. "Morale." In Unite the Tribes, 249–70. Berkeley, CA: Apress, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4302-5111-8_13.

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5

Duncan, Christopher. "Morale." In UNITE THE TRIBES, 199–216. Berkeley, CA: Apress, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4302-5873-5_12.

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6

Schomacker, Anders. "Moraine." In Encyclopedia of Earth Sciences Series, 747–56. Dordrecht: Springer Netherlands, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-90-481-2642-2_360.

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7

The, Anne-Mei, and Cilia Linssen. "Morfine." In In gesprek met de palliatieve patiënt, 32–35. Houten: Bohn Stafleu van Loghum, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-90-313-6309-4_13.

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8

Evans, David. "Morale." In War: A Matter of Principles, 20–30. London: Palgrave Macmillan UK, 1997. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-25956-4_4.

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9

Duncan, Christopher. "Morale." In Unite the Tribes, 249–70. Berkeley, CA: Apress, 2004. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4302-0794-8_13.

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10

Furnham, Adrian. "Morale." In People Management in Turbulent Times, 101–3. London: Palgrave Macmillan UK, 2009. http://dx.doi.org/10.1057/9780230239616_34.

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Conference papers on the topic "Morire"

1

De Gennaro, Tiziana, and Davide De Leo. "Il restauro del castello di Massafra (TA)." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11445.

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Abstract:
The restoration of Massafra’ Castle (TA)Massafra Castle’s restoration project aims to preserve and enhance the monument, redeeming it from the current state of partial abandonment, with the scope to return it to the community. First, an in-depth study of an historical research was carried out together with the analysis of the monument’ superficial and structural degradation to identify the adequate remedies. It was clear that “restoring only the stones” would have not been efficient and therefore finding a new purpose was necessary and essential. Finding a new scope for those kinds of architectures is a matter of great interest, because more than any other type of monuments, those are completely out of their historical context that gave them political, military and economic reason to be built. Therefore, following a sociological investigation, it emerged that the best solution would be create a connection between Massafra and cinematography: there are many cultural organizations in this area and most of them need more dedicated space. Massafra has already been chosen several times as a movie set by famous authors: Il Vangelo secondo Matteo by Pier Paolo Pasolini, Il Paese delle spose infelici by Pippo Mezzapesa and Amiche da morire by Giorgia Farina. This is how the MOVIE (Massafra Omni Vision between Innovation and Cultural Heritage) idea was born, a 360° cinema setting which is unique at a national level and that it would become part of larger cinematographic circuit already flourishing in the Apulia region. The project’s feasibility was then evaluated from a logistic-economic point of view. Furthermore, given the Castle’s location, the project proposes the reopening of ancient paths that connect the monument to the historical town centre and to the Ravine. The project also supports the restoration of rock settlements with its cave houses (currently completely collapsed) that surround the castle’s foundation to divulge hospitality.
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2

Yasu, Kentaro. "MOR4R." In TEI '16: Tenth International Conference on Tangible, Embedded, and Embodied Interaction. New York, NY, USA: ACM, 2016. http://dx.doi.org/10.1145/2839462.2839507.

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3

Yasu, Kentaro. "MOR4R." In SIGGRAPH '15: Special Interest Group on Computer Graphics and Interactive Techniques Conference. New York, NY, USA: ACM, 2015. http://dx.doi.org/10.1145/2785585.2792692.

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4

Morino, Kazuma. "Kazuma Morino works." In ACM SIGGRAPH ASIA 2008 artgallery: emerging technologies. New York, New York, USA: ACM Press, 2008. http://dx.doi.org/10.1145/1504229.1504267.

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5

Behdad, Rachid, Stephane Binczak, Vladimir I. Nekorkin, Alexey S. Dmitrichev, and Jean-Marie Bilbault. "Electrical Morris-Lecar neuron." In 2013 35th Annual International Conference of the IEEE Engineering in Medicine and Biology Society (EMBC). IEEE, 2013. http://dx.doi.org/10.1109/embc.2013.6610671.

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6

Rabenstein, Helga. "Littérature-monde et morale." In Les moralistes modernes. Fabula, 2010. http://dx.doi.org/10.58282/colloques.1343.

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7

Mayowan, Yuniadi. "Tax Morale and Tax Compliance." In Proceedings of the Annual International Conference of Business and Public Administration (AICoBPA 2018). Paris, France: Atlantis Press, 2019. http://dx.doi.org/10.2991/aicobpa-18.2019.60.

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8

KOIKE, KAZUTOSHI. "Morita duality and recent development." In 5th China–Japan–Korea International Ring Theory Conference. WORLD SCIENTIFIC, 2008. http://dx.doi.org/10.1142/9789812818331_0009.

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9

Hasanah, Dahliatul, Hendra Gunawan, and Johan Matheus Tuwankotta. "Functions in vanishing morrey spaces." In THE 7TH INTERNATIONAL CONFERENCE ON BASIC SCIENCES 2021 (ICBS 2021). AIP Publishing, 2023. http://dx.doi.org/10.1063/5.0111736.

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10

Millet (Paris 7), Claude. "Hernani. La morale de l’histoire." In Victor Hugo, Hernani, Ruy Blas. Fabula, 2009. http://dx.doi.org/10.58282/colloques.1151.

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Reports on the topic "Morire"

1

Luttmer, Erzo F. P., and Monica Singhal. Tax Morale. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, September 2014. http://dx.doi.org/10.3386/w20458.

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2

Shaw, Jason, and Daniel Stayton. Morale and Productivity. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, June 2015. http://dx.doi.org/10.21236/ada632425.

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3

Bonanni, John. Morris County Improvement Authority, Morris County, New Jersey Renewable Energy Initiative. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), May 2013. http://dx.doi.org/10.2172/1081328.

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4

Taggart, F. William Morris: esthetic for community. Portland State University Library, January 2000. http://dx.doi.org/10.15760/etd.15.

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5

Duggan, Mark. More Guns, More Crime. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, October 2000. http://dx.doi.org/10.3386/w7967.

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6

Fenoll, Carmen. Cómo ser una planta y no morir en el intento. Sociedad Española de Bioquímica y Biología Molecular (SEBBM), August 2017. http://dx.doi.org/10.18567/sebbmdiv_rpc.2017.08.1.

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7

Breza, Emily, Supreet Kaur, and Yogita Shamdasani. The Morale Effects of Pay Inequality. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, August 2016. http://dx.doi.org/10.3386/w22491.

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8

Sturges, Mark A. Morale: The Tenth Principle of War. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, February 2000. http://dx.doi.org/10.21236/ada378596.

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9

Cahill, Maureen M. Morale: The Missing Principle of War. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, May 2000. http://dx.doi.org/10.21236/ada382117.

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10

Roots, C. F., J. L. Nelson, and R. A. Stevens. Bedrock geology, Morris Lake, Yukon Territory. Natural Resources Canada/ESS/Scientific and Technical Publishing Services, 2004. http://dx.doi.org/10.4095/215642.

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