Academic literature on the topic 'Morfosintassi'

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Journal articles on the topic "Morfosintassi"

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Press, J. Ian. "Problemi di morfosintassi delle linque slave." Russian Linguistics 16, no. 2-3 (June 1992): 312–14. http://dx.doi.org/10.1007/bf02527954.

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2

Heberlein, F. "LA FAUCI, NUNZIO e PIERONI, SILVIA: Morfosintassi latina." Kratylos 55, no. 1 (2010): 183–87. http://dx.doi.org/10.29091/kratylos/2010/1/28.

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3

Joseph, John E., and Nunzio La Fauci. "Oggetti e soggetti nella formazione della morfosintassi romanza." Language 66, no. 4 (December 1990): 874. http://dx.doi.org/10.2307/414759.

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4

Bažec, Helena. "La morfosintassi degli studenti sloveni a livello A2/B1." Italica Wratislaviensia 9, no. 1 (June 20, 2018): 11–33. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2018.09.01.

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5

Haverling, G. "GALDI, G.: Grammatica delle iscrizioni latine dell’impero (province orientali). Morfosintassi nominale." Kratylos 53, no. 1 (2008): 122–26. http://dx.doi.org/10.29091/kratylos/2008/1/18.

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Malagnini, Francesca, and Irene Fioravanti. "Tra testo, lessico e morfosintassi: analisi descrittiva di testi di italiano L2." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 181–204. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.79546.

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Abstract:
La competenza testuale, lessicale e morfosintattica rappresentano tre competenze importanti per lo sviluppo e l’apprendimento di una seconda lingua (L2). Se da un lato, la competenza testuale si sviluppa linearmente fin dalle prime fasi dell’apprendimento della L2, altrettanto non si può affermare per la competenza lessicale e morfosintattica. Gli apprendenti L2, infatti, sembrano non individuare gli errori lessicali e a violare le regole di restrizione lessicale. Inoltre, alcuni aspetti morfosintattici, come la selezione delle forme verbali e l’uso di ordini sintattici complessi, sembrano essere problematici per gli apprendenti. Tenendo a mente ciò, il presente contributo indaga il livello testuale, lessicale e morfo-sintattico in testi di apprendenti di italiano di due livelli di competenza linguistica diversi: intermedio e avanzato. Lo scopo dell’analisi è stato quello di delineare i tratti più salienti in ciascuno dei tre piani di analisi sia nel livello intermedio che avanzato, e quanto i due livelli differiscano fra di loro. I risultati hanno mostrato che sia i testi intermedi che avanzati mostrano una buona architettura testuale. Dal punto di vista grammaticale, i due livelli sono caratterizzati dagli stessi errori (p.e., la selezione non corretta delle preposizioni e l’uso dei clitici). Tuttavia, i testi del livello intermedio mostrano una maggior correttezza grammaticale dei testi di livello avanzato. Al contrario, la competenza lessicale risulta superiore nei testi di livello avanzato rispetto ai testi di livello intermedio, suggerendo che gli apprendenti di livello avanzato tendono a dirigersi verso una struttura del testo più comunicativa che corretta grammaticalmente.
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7

Kummel, M. J. "TRONCI, L.: Gli aoristi con -(θ)η-: uno studio sulla morfosintassi verbale del greco antico." Kratylos 53, no. 1 (2008): 185–89. http://dx.doi.org/10.29091/kratylos/2008/1/31.

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8

Sornicola, Rosanna. "‘Curiales, notarii, presbyteri’ nella Campania alto-medievale. Alcuni problemi di sociolinguistica storica, con particolare riguardo alla morfosintassi." Il segno e le lettere - Saggi 9788879167284 (May 2015): 237–81. http://dx.doi.org/10.7359/728-2015-sorn.

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9

Tekavčić, Pavao. "Heidi Siller-Runggaldier, Grödnerische Wortbildung, Romanica Aenipontana." Linguistica 30, no. 1 (December 1, 1990): 211–17. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.211-217.

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Abstract:
L'importante collana di studi retoromanzi Romanica Aenipontana, pubblicata dall'Università di Innsbruck, è giunta al suo quindicesimo volume con la mono­ grafia qui recensita, opera della studiosa di retoromanzo austriaca Heidi Siller­ -Runggaldier. L'autrice ha già pubblicato alcuni lavori sui retoromanzo (una biblio­grafia retoromanza, con Maria Iliescu, Roman. Aenip. XIII; un contributo presen­ tato al convegno su Th. Gartner, Roman. Aenip. XIV) e nel presente volume ci of­ fre Ia descrizione sistematica della formazione delle parole (FP) nel dialetto ladino della Val Gardena. L'interesse del volume è triplice: il dominio ladino, una metodo­logia moderna, il settore linguistico della FP (spesso trascurato) che partecipa alia morfosintassi, alia lessicologia e alia semantica. H.S.-R. inizia Ia monografia con­ statando che Ia FP è un importante indizio della vitalità di un idioma (p. 9); in con­ formità a questo, lo scopo dellavoro è lo studio della vitalità e delle tendenze evo­ lutive della FP del gardenese (p. 164). La presente monografia è destinata ad essere parte dello studio complessivo dellessico ladino (p. 176).
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Visočnik, Julijana. "Giovanbatista Galdi: Grammatica delle iscrizioni latine dell' impero (provinze orientali). Morfosintassi nominale. Herder edetrice, Roma 2004. 540 str. (recenzija)." Keria: Studia Latina et Graeca 8, no. 1 (July 30, 2006): 171. http://dx.doi.org/10.4312/keria.8.1.171-173.

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Abstract:
Pričujoča knjiga je po dolgem času prva, ki se spet ukvarja z jezikovnimi značilnostmi latinskih napisov. Preučiti slovnične posebnosti vseh latinskih napisov je zalogaj, ki si ga nekdo sam težko privošči, saj količina že obstoječih napisov in še z dodatkom tistih, ki jih na novo najdejo vsako leto, tega ne bi dopuščala. Avtor se je tega zavedal, zato se je odločil področje svojega preučevanja omejiti, kar je storil na dva načina.
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Dissertations / Theses on the topic "Morfosintassi"

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Cerruti, Massimo. "Strutture dell'italiano regionale morfosintassi di una varietà diatopica in prospettiva sociolinguistica." Frankfurt, M. Berlin Bern Bruxelles New York, NY Oxford Wien Lang, 2008. http://d-nb.info/996660615/04.

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BOSCH, JASMIJN. "Predictive processing in bilingual children: effects of language dominance, cross-linguistic influence and literacy." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/392353.

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Abstract:
Mentre processiamo il linguaggio sfruttiamo indizi linguistici per anticipare le parole; tuttavia, i parlanti bilingui possono essere più lenti dei parlanti nativi nella loro seconda lingua (L2) ed essere soggetti all'influenza della loro prima lingua (L1) (Kaan & Grüter, 2021; Pickering & Gambi, 2018). Sappiamo che i bambini monolingui utilizzano l'elaborazione predittiva fin dalla giovane età (Mani & Huettig, 2012), ma ad oggi pochissimi studi si sono concentrati sui bambini bilingui (Brouwer et al., 2017; Lemmerth & Hopp, 2019). In questa tesi vogliamo colmare questa lacuna, indagando come l’elaborazione linguistica predittiva in diversi gruppi di bambini bilingui sia influenzata dalla dominanza linguistica, dall'influenza cross-linguistica e dall'alfabetizzazione dei parlanti. Il lavoro presenta diversi studi sperimentali condotti mediante la registrazione dei movimenti oculari in contesto visivo per verificare se i bambini bilingui sono in grado di anticipare il nome in una frase sfruttando gli indizi di genere e numero sull’articolo che lo precede. Lo studio 1 ha testato l'elaborazione dell’indizio morfosintattico di genere e l'influenza cross-linguistica nei bilingui tedesco-italiano con diversi livelli di competenza linguistica nelle due lingue (N = 63, età 6-9); lo studio 2 ha testato l'elaborazione dell’indizio di numero in italiano e in inglese in bambini italiani frequentanti una scuola bilingue italo-inglese (N = 36 , età 7-8); lo studio 3 ha testato l'effetto delle differenze linguistiche sull'elaborazione degli indizi di genere e numero nei bilingui sequenziali arabo-italiano e mandarino-italiano rispetto ai controlli monolingui (N = 78, età 8-12); infine, lo studio 4 ha esplorato la relazione tra lettura e predizione nei bambini italiani multilingui e monolingui (N = 70, età 8-12). Nel complesso, i nostri risultati mostrano che i bambini bilingui anticipano i nomi sulla base di indizi morfosintattici, sebbene in alcuni casi risultino più lenti dei coetanei monolingui quando testati nella loro seconda lingua o nella lingua non dominante. Questo si riscontra in modo particolare nel caso in cui la L1 non abbia gli stessi tratti grammaticali della lingua testata, o nel caso in cui ci sia un’interferenza cross-linguistica fra le due lingue (per esempio, quando c’è un'incongruenza di genere fra L1 e L2). Per quanto riguarda l'alfabetizzazione, abbiamo trovato una relazione tra lettura e predizione per i bambini monolingui ma non per i bambini multilingui. Tuttavia, la grande variabilità individuale nella competenza linguistica e nell’uso delle due lingue nel gruppo dei bilingui può rendere meno evidente un possibile effetto dell’esperienza di alfabetizzazione sui processi predittivi. Studi futuri dovrebbero approfondire questo aspetto, considerando diversi tipi di capacità di predizione linguistica e non linguistica, tenendo conto della grande variabilità individuale che caratterizza il bilinguismo nell’età evolutiva.
Listeners use linguistic cues to anticipate upcoming words, but bilingual speakers may sometimes be slower when tested in a second language (L2), and they may experience cross-linguistic influence from their native language (L1) (Kaan & Grüter, 2021; Pickering & Gambi, 2018). We know that monolingual children use predictive processing from a young age (Mani & Huettig, 2012), but to date very few studies have focused on bilingual children (Brouwer et al., 2017; Lemmerth & Hopp, 2019). This dissertation aims to fill this gap, by investigating to what extent linguistic prediction in different groups of bilingual children is influenced by language dominance, cross-linguistic influence and literacy. We created different visual world eye-tracking experiments to test whether children would anticipate nouns on the basis of preceding gender and number cues. Study 1 tested gender processing and cross-linguistic influence in German-Italian bilinguals with varying dominance profiles (N = 63, age 6-9), Study 2 tested L1 and L2 processing of number in Italian early L2 learners of English (N = 36, age 7-8), Study 3 tested the effect of linguistic differences on gender and number processing in Arabic- and Mandarin-Italian sequential bilinguals compared to monolingual controls (N = 78, age 8-12), and Study 4 explored the relation between reading and prediction in multilingual and monolingual Italian children (N = 70, age 8-12). Overall, our results show that bilingual children anticipate nouns on the basis of morphosyntactic cues, although in some cases they were slower than monolingual peers when tested in a non-native or non-dominant language. This was the case especially when children had to rely on a grammatical feature was absent in their L1, or when they experienced cross-linguistic influence due to gender incongruency. With respect to literacy, we found a relation between reading and prediction for monolingual children but not for multilingual children. A possible reason for this is that the great individual differences in language proficiency and use among bilingual children may obscure any subtle effects of literacy experience. Future studies should investigate this further, by considering different types of linguistic as well as non-linguistic prediction abilities, whilst taking into account the great individual variation that characterizes child bilingualism.
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BETTELLI, GIULIA. "THE EFFECTIVENESS OF A MORPHOSYNTACTIC PRIMING-BASED TRAINING PROGRAM IN DIFFERENT POPULATIONS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404713.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, molte ricerche hanno investigato l’uso del priming sintattico come metodo per esplorare la produzione e la comprensione di specifiche strutture linguistiche. L’obiettivo di questo elaborato è fornire prove a supporto del fatto che diverse versioni di un training morfosintattico basato sul priming, da noi sviluppato, possono avere effetti di priming cumulativi e a lungo termine, considerando diverse strutture sintattiche complesse della lingua italiana, sia su bambini monolingui a sviluppo tipico, sia su bambini con Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) e su bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua. Anzitutto, i nostri risultati hanno confermato le nostre previsioni per cui la produzione delle strutture indagate, ossia i pronomi clitici oggetto di terza persona e le frasi passive, è ritardata nei bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua rispetto ai bambini monolingui di pari età (Capitolo 3 e 4), così come hanno confermato che la mancata produzione dei pronomi clitici oggetto è un marker clinico del DPL nei bambini di lingua italiana (Capitolo 2). Inoltre, abbiamo anche trovato che mentre i bambini con DPL producono significativamente più pronomi clitici oggetto quando il loro genere grammaticale corrisponde a quello del soggetto della frase rispetto a quando i due elementi sono marcati con un genere grammaticale diverso (un risultato trovato anche nei bambini a sviluppo tipico), i bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua producono significativamente più pronomi clitici oggetto quando tali pronomi sono espressi con il genere maschile, rispetto a quando sono di genere femminile. Dopodiché, ci siamo concentrati sul nostro obiettivo principale, ossia la verifica che il training da noi sviluppato sia in grado di migliorare la produzione di queste strutture nei bambini valutati. Abbiamo inoltre verificato se tali miglioramenti potessero persistere anche dopo diversi mesi, cosa che proverebbe che lo strumento può avere effetti di priming cumulativi e a lungo termine. Per di più, per le frasi passive analizzate nel Capitolo 4, abbiamo anche valutato se non solo la produzione ma anche la comprensione della struttura possa essere migliorata grazie al training nei bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua. Effettivamente, abbiamo trovato che la produzione dei pronomi clitici oggetto era significativamente più alta sia dopo circa una settimana che dopo circa 3.5 mesi dal training rispetto a prima dello stesso nei bambini monolingui italiano con DPL (Capitolo 2) e nei bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua (Capitolo 3). Allo stesso modo, abbiamo trovato che sia la produzione sia la comprensione delle frasi passive dei bambini più grandi che imparano l’Italiano come seconda lingua, da noi valutati nel Capitolo 4, erano significativamente più alte (circa una settimana e circa 2 mesi) dopo il training che prima dello stesso, il che depone a favore dell’esistenza di effetti di priming bidirezionale. In ultimo, abbiamo trovato che il training è stato efficace a prescindere dalla competenza linguistica in Italiano (in termini di comprensione del vocabolario e della grammatica) dei bambini con DPL e dei bambini che imparano l’Italiano come seconda lingua che hanno partecipato al training. Altri fattori legati alla seconda lingua sono stati esplorati nei Capitoli 3 e 4 e il solo fattore che è risultato avere un impatto sull’efficacia del training è stato trovato nel Capitolo 4: il contesto di primo apprendimento dell’Italiano dei bambini più grandi che lo imparano come seconda lingua ha impattato significativamente sull’efficacia a lungo termine del training nel migliorare la produzione di frasi passive. I risultati del presente elaborato, anche se sono solo preliminari, forniscono nuove informazioni sul possibile impatto del priming sull’acquisizione di una lingua, così come sul trattamento dei disturbi del linguaggio.
In the last decades, much research has been devoted to the investigation of syntactic priming as a method to explore the production and comprehension of specific linguistic structures. With this dissertation, we aimed at providing evidence that different versions of a morphosyntactic priming-based production-focused training program, which we developed, can have cumulative long-term priming effects, considering different Italian complex syntactic structures, not only on monolingual typically developing children but also, most importantly, on children with Developmental Language Disorders (DLD) and early second language learners of Italian. First, our results confirmed our assumption that the production of the investigated structures, namely third person direct object clitic pronouns and passive sentences, is indeed delayed in early second language children with respect to their monolingual aged-matched peers (Chapters 3 and 4), as well as the fact that the failure to produce object clitics is a clinical marked for DLD in Italian-speaking children (Chapter 2). Moreover, we also found that the children with DLD produced significantly more object clitics when their gender marking matched that of the sentence’s subject with respect to when the two elements were in gender mismatch (a result also found in the typically developing children). In comparison, the early second language children produced significantly more object clitics when they were masculine marked than when they were feminine marked. Then, we focused on our main aim, which was to assess if the training program we developed could enhance the production of the aforementioned structures in the investigated children. We also verified if those enhancements would persist over several months, which would prove that the instrument can have cumulative long-term priming effects. Moreover, for the passives investigated in Chapter 4, we also evaluated whether not only the production but also the comprehension of the structure can be enhanced thanks to the training in early second language children. Indeed, we found that the production of object clitics was significantly higher both around one week and 3.5 months after the training program than before it in monolingual Italian children with DLD (Chapter 2) and young early second language learners of Italian (Chapter 3). Similarly, we found that both the production and the comprehension of passive sentences of the older early second language children we assessed in Chapter 4 were significantly higher (around one week and 2 months) after the training than before it, which speaks in favor of the existence of bidirectional priming effects. Lastly, we found that the training program was overall effective independently of the linguistic competence in Italian (in terms of vocabulary and grammar comprehension) of the children with DLD and the early second language children who participated in the training program. Other second language related factors were explored in Chapters 3 and 4, and the only factor that resulted as impacting on the effectiveness of the training program was found in Chapter 4: The context in which the older early second language children started learning Italian impacted on the long-term effectiveness of training program in enhancing passives production. The results of this dissertation, even though they are only preliminary, provide novel insights about the possible impact of priming on the acquisition of a language, as well as on the treatment of language disorders. More investigation should be carried out, involving more children and with a more rigorous methodology, to provide the necessary experimental support for the distribution of the app version of our training program as a therapeutic and language learning device.
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Ardiles, García Ysabel Matilde, Briones Patricia Aymé Carrillo, and Hermoza Vanessa Sofía Raffael. "Validación de la guía educativa para el desarrollo de la conciencia morfosintáctica en los niños y niñas de primer grado de una institución educativa de San Isidro." Master's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2017. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/12350.

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Abstract:
El presente estudio tiene como principal propósito elaborar y validar una Guía educativa para brindar a profesores, fonoaudiólogos y especialistas en trastornos del lenguaje, estrategias para el desarrollo de la conciencia morfosintáctica en niños de primer grado de una institución educativa privada de San Isidro. Esta guía educativa desarrolla tres niveles: la formación de oraciones, la realización de descripciones y la narración, las cuales permiten a los niños, utilizar categorías gramaticales y tener un discurso adecuado con el uso de conectores. Los participantes de dicho estudio son 70 niños, 35 niños conforman el grupo experimental y 35, el grupo control, que cursan el primer grado en una institución educativa privada del distrito de San Isidro.
This study have as main purpose to develop and validate an educational Guide to provide teachers, speech therapist and language disorders specialists to develop strategies about morph syntactic awareness in first graders of a private educational institution in San Isidro. This educational Guide develop three dimensions: Making sentences, descriptions and the narration, which allowed children to use grammatical categories and they have an appropriate speech using connectors. Participants in that study were 70 children, 35 boys as an experimental group and 35, as an control group, they belong to first grade in a private school in San Isidro district.
Tesis
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Pabón, Triana Marta Lucía. "Morfosintaxis de las formas no finitas en Namt̮ik de Totoró : Cauca, Sur de Colombia." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCC039.

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Abstract:
La thèse comporte une introduction et six parties, chacune avec ses chapitres. La première partie est la Morphophonologie, qui se compose des chapitres Phonologie et Morphophonologie. La deuxième partie est consacrée aux Parties du discours en quatre chapitres : Morphologie, Verbe, Nom, Adjectif, Adverbe. La troisième partie porte sur la Nominalisation. La quatrième porte sur la Syntaxe, avec deux chapitres : Syntagme nominal, Syntagme verbal. La cinquième expose la Prédication avec les formes finies et non finies ; La sixième traite de la Subordination
The thesis is composed of an introduction and six parts, each one divided into chapters. The first part is morphophonology. The second part is dedicated to parts of speech with the following chapters: morphology, verbs, nouns, adjectives, adverbs. The third part speaks about nominalisation. The fourth part is dedicated to syntax, with two chapters: nominal phrase and verbal phrase. The fifth part presents predication with finite forms and non-finite forms. The sixth part refers to subordination
Esta tesis se componede una introducción y seis partes, cada una dividida en capítulos. La primera parte es la morfofonología. La segunda parte se dedica a las partes del discurso y contiene los siguientes capítulos: morfología del verbo, del nombre, del adjetivo, del adverbio. La tercera parte trata la nominalización. La cuarta parte se dedica a la sintaxis con dos capítulos, el sintagma nominal y el sintagma verbal. La quinta parte presenta la predicación con formas finitas y con formas no finitas. La sexta parte se refiere a la subordinación
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Rozas, Romero José Luis. "Relaciones morfosintácticas supraoracionales." Tesis, Universidad de Chile, 2004. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/108813.

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Abstract:
Tesis para optar al grado de Magíster en Lingüística mención Lengua Española.
En síntesis, nuestro estudio pretende una aproximación morfosintáctica al texto, el cual, según nuestra primera intuición, debe presentar una organización formal, tal como ocurre en niveles inferiores, como el oracional e infraoracional.
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Casanovas, Catalá Montserrat. "Análisis cualitativo y cuantitativo de la morfosintaxis de una segunda lengua: el caso del español en contacto con el catalán." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 1999. http://hdl.handle.net/10803/8179.

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Piquer, García Francisco José. "Entre la morfosintaxis y la filogenia e historia externa del español: el origen de las formas verbales soy, estoy, doy y voy." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/671709.

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Abstract:
El problema filològic en qüestió de la present tesi doctoral ha estat considerat un dels grans misteris de la gramàtica històrica espanyola: l’addició de -i final a “so”, “estó”, “do” i “vo”, les primitives formes de present d’indicatiu de primera persona dels verbs espanyols “ser”, “estar”, “dar” i “ir”, ja que l’actual terminació de “soy”, “estoy”, “doy” i “voy” és un cas excepcional i anòmal dins el paradigma verbal espanyol, sent “-o” (> “hablo”, “amo”, “digo”, etc.) la terminació normal de primera persona del singular del espanyol. Aquesta “-y” final no havia pogut explicar-se de manera completament satisfactòria, probablement perquè es va desatendre tant el context metacientífic, històric i extralingüístic o extern com els factors interlingüístics, sociolingüístics i geolingüísticos relacionats amb la gènesi i la difusió de les formes verbals amb iod final, el que s’ha intentat compensar en la investigació, especialment en el primer volum, on a més s’ha donat protagonisme a la documentació medieval original. En el segon volum s’ha examinat, en un primer moment, les principals hipòtesis que s’han proposat per explicar la iod final de “soy”, “estoy”, “doy” i “voy”: 1) l’expansió o influència analògica d’una altra forma verbal molt freqüent, principalment la derivada de HABEO en llatí; 2) l’aglutinació, ja sigui de l’antic pronom adverbial “(h)y” (present en “hay” i procedent d’HIC o IBI ’allà’ en llatí) o del pronom “yo”; 3) la iotització d’una “-e” paragógica; 4) el préstec, després de l’evolució en “-oi” del diftong “ou” en asturleonés occidental. Després d’exposar i refutar les principals hipòtesis explicatives s’ha formulat una nova hipòtesi, la hipòtesi de la iod francesca, amb la qual s’ha relacionat de manera rotunda, en un context historiogràfic i sociolingüístic suggerit per Rohlfs (1988), l’origen de les formes verbals “soy”, “estoy”, “doy” i “voy” amb l’existència d’un idèntic fenomen en gascó i friülà, partint de la hipòtesi morfonémica de Santano (2009) i examinant altres problemes lingüístics, directament o indirectament relacionats, principalment morfosintàctics, tant l’espanyol com d’altres llengües romàniques, en el context de l’aplicació a l’espanyol d’enfocaments innovadors com l’enfocament morfòmic de Maiden (2010), per desenvolupar un gran context de proves lingüístiques i extralingüístiques que contribuís a demostrar la validesa de la nova hipòtesi lingüística desenvolupada en aquesta tesi.
El problema filológico en cuestión de la presente tesis doctoral ha sido considerado uno de los grandes misterios de la gramática histórica española: la adición de -y final a “so”, “estó”, “do“ y “vo”, las primitivas formas de presente de indicativo de primera persona de los verbos “ser”, “estar”, “dar” e “ir”, pues la actual terminación de “soy”, “estoy”, “doy” y “voy” es un caso excepcional y anómalo dentro del paradigma verbal español, cuya terminación normal de primera persona del singular no es sino “-o“ (> “hablo”, “amo”, “digo”, etc.). Esta “-y” final no había podido explicarse de manera completamente satisfactoria, probablemente porque se desatendió tanto el contexto metacientífico, histórico y extralingüístico o externo como los factores interlingüísticos, sociolingüísticos y geolingüísticos relacionados con la génesis y la difusión de las formas verbales con yod final, lo que se ha intentado compensar en la investigación, especialmente en el primer volumen, donde además se ha dado protagonismo a la documentación medieval original. En el segundo volumen se ha examinado, en un primer momento, las principales hipótesis que se han propuesto para explicar la yod final de “soy”, “estoy”, “doy” y “voy”: 1) la expansión o influencia analógica de otra forma verbal muy frecuente, principalmente la derivada de HABEO en latín; 2) la aglutinación, ya sea del antiguo pronombre adverbial “(h)y” (presente en “hay” y procedente de HIC o IBI “allí” en latín) o del pronombre “yo”; 3) la yotización de una “-e” paragógica; 4) el préstamo, tras la evolución en “oi“ del diptongo “ou“ en asturleonés occidental. Tras exponer y refutar las principales hipótesis explicativas se ha formulado una nueva hipótesis, la hipótesis de la yod francisca, con la que se ha relacionado de manera rotunda, en un contexto historiográfico y sociolingüístico sugerido por Rohlfs (1988), el origen de las formas verbales “soy”, “estoy”, “doy” y “voy” con la existencia de un idéntico fenómeno en gascón y friulano, partiendo de la hipótesis morfonémica de Santano (2009) y examinando otros problemas lingüísticos, directa o indirectamente relacionados, principalmente morfosintácticos, tanto del español como de otras lenguas romances, en el contexto de la aplicación al español de enfoques innovadores como el enfoque morfómico de Maiden (2010), para desarrollar un gran contexto de pruebas lingüísticas y extralingüísticas que contribuyese a demostrar la validez de la nueva hipótesis lingüística desarrollada en esta tesis.
The research problem of this doctoral dissertation, titled “Between the Morphosyntax and the Philogeny and External History of Spanish: the Origin of the Verb Forms Soy, Estoy, Doy and Voy”, has been regarded as one of the greatest mysteries in Spanish historical linguistics: the addition of word-final “-y” to ”so”, estó”, “do” and “vo”, the original first person present tense singular indicative forms of the Spanish verbs ”ser”, ”estar”, “dar” and “ir”. The current ending in “soy”, “estoy”, “doy” and “voy” is an exceptional and anomalous case within the Spanish verb paradigm, whose normal ending of first person present tense is “-o” (> 2hablo”, “amo”, “digo”, etc.), and previous attempts to explain this ending in ”-y” have not been fully satisfactory. In particular, the available hypotheses have largely neglected the historical and extralinguistic or external context related to this addition, which this research has tried to compensate for, especially in the first volume, titled “External Contexts and Factors”, which explores the metascientific, interlinguistic, sociolinguistic and geolinguistic factors related to the genesis and the diffusion of the four anomalous Spanish verb forms with word-final offglide yod, where the original medieval documentation has also been given prominence. The second volume, titled “Internal Factors and Hypotheses”, initially examines the main hypotheses that have been proposed to explain the word-final offglide yod of “soy”, “estoy”, “doy” y “voy”: 1) The analogic spread or influence of the ending of another very usual verb form, mainly the derivative of HABEO in Latin; 2) The agglutination, either of the old Spanish adverbial pronoun ”(h)y” (present in ”hay” and derived from HIC or IBI in Latin) or of the Spanish pronoun “yo” (“I”); 3) The yotization of a paragogic “-e”; 4) The loan, after the evolution in ”oi” of the diphthong “ou” in Western Asturleonese. After presenting and refuting the main explanatory hypotheses, a new hypothesis is formulated: The hypothesis of the Frankish offglide yod, through which the origin of the verb forms “soy”, “estoy”, “doy” y “voy” is definitely related, within a historiograhic and sociolinguistic context suggested by Rohlfs (1988), to the existence of an identical phenomenon in Gascon and Friulan, on the basis of the morphophonemic hypothesis of Santano Moreno (2009). Other morphological problems relating to the Spanish language as well as other Romance languages were examined and innovative linguistic approaches, such as Maiden’s morphomic approach (2010), were applied to Spanish. This integration provided with a comprehensive context which was used to develop and support the new hypothesis.
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Dávila, Dávila Patricia Luzmila Elvira, and Rojas Ysabel Noelia Heredia. "Desarrollo morfosintáctico en niños de 5 y 6 años de edad de dos instituciones educativas de los distritos de San Borja y Jesús María." Master's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2017. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/9975.

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Abstract:
El objetivo de la investigación fue comparar el desarrollo morfosintáctico de niños y niñas de 5 y 6 años del nivel inicial de dos centros educativos de gestión paraestatal y privada de Lima metropolitana. El método que se utilizó fue descriptivo comparativo que da a conocer las cualidades y características del desarrollo morfosintáctico en estas edades, a través de la aplicación de dos instrumentos, el Test de Comprensión de estructuras gramaticales (CEG) para el proceso de comprensión y el Sub test de Formulación de Oraciones de la prueba Evaluación Clínica de Fundamentos del Lenguaje (CELF-4) para el proceso expresivo, y realizar la comparación de estos resultados según criterios escogidos. Los resultados señalaron que de la totalidad de la población, un 29,1 % corresponde al nivel bajo en el desarrollo morfosintáctico; un 43,7% al nivel promedio y el 27,2% alcanza un nivel alto en el desarrollo morfosintáctico en general. Además, el estudio muestra que no existen diferencias significativas en el desarrollo morfosintáctico en función al sexo, en cambio, en función al tipo de gestión educativa sí se hallaron diferencias, lo mismo se evidenció en relación a la edad. A través de la presente investigación, se concluye que es importante la estimulación y exposición a modelos lingüísticos adecuados ya que posibilitan emisiones más sofisticadas y bien organizadas en edades tempranas, siendo la familia y la escuela los referentes de imitación. De otro lado, se debe considerar posteriores estudios que aborden este componente a fin de tener más aportes para incluirlos en cualquier labor de intervención.
The objective of this research was to compare morphosyntactic development of children from 5 to 6 years old of initial level from two educational centers, one private and the other parastatal management of metropolitan Lima. The method used was descriptive comparative that shows the qualities and characteristics of morphosyntactic development in children from this ages, through the application of two instruments, the Test of understanding grammatical structures (CEG) to the process of understanding, and the subtest Formulation of sentences from Clinical Evaluation Language Fundamentals (CELF -4) for expressive to make a comparison between both results according to chosen criteria. The results showed that from the total population 29.1 % correspond to low level, 43.7% average, and 27.2 % reaches a high level in the morphosyntactic development in general. In addition, the study shows that there are no significant differences in morphosyntactic development in terms of sex, however according to the type of educational management was found differences, as was evidenced in function of age. Through this investigation, it is concluded on the importance of stimulation and exposure to appropriate language models enable to get more sophisticated and wellorganized emissions at an early age, being the family and the school referents of imitation. On the other hand, further studies should be considered to address this component in order to have more input to include in any work of intervention.
Tesis
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Švenčionienė, Dana. "Anglų ir lietuvių kalbų sintaksiniai predikatai ir jų morfosintaksinis realizavimas techniniuose tekstuose." Doctoral thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2009. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2009~D_20091112_134536-24717.

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Abstract:
Šiame darbe analizuojamas sakinio sandaros ir turinio pamatą sudarantys dviejų skirtingo tipo kalbų sintaksiniai predikatai ir jų struktūrinių tipų morfosintaksinis realizavimas daug tyrinėtas anglų kalbos gramatikos darbuose, tačiau ligi šiol mažai aptartas lietuvių kalbos moksliniuose techniniuose tekstuose. Sintaksinio predikato pamatas negali būti vertinamas tik funkciniu požiūriu. Labai svarbus veiksmažodžio (SP) struktūrinės sandaros vertinimas, lemiantis sintaksinės struktūros specifiką, kai veiksmažodis (SP) skaidomas iš vidaus (pvz., pagrindas [head] ir priklausomi rodikliai, linksniai). Veiksmažodžio sandara taip pat turi ir morfologinių, ir sintaksinių aspektų.
The predicate constitutes the basis of a sentence structure and content. The predicate has been researched at length and in depth in the works of English grammars, but is still little discussed in Lithuanian academic works, especially in those concerning scientific and technical texts. The structure of the predicate cannot be approached only functionally. The characterization of the internal division and morphosyntactic structure of the verb as the predicate is quite challenging (e.g. the verb as the head and affixes as dependent indicators in the VP). Accordingly, the morphosyntactic expression of a verb form and the structure inside the predicate is very complicated.
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Books on the topic "Morfosintassi"

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Maria, Savoia Leonardo, ed. I dialetti italiani e romanci: Morfosintassi generativa. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2005.

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(Pietro), Tamburini P., and Sistema Museale del Lago di Bolsena, eds. Il vernacolo di Bolsena: Fonetica - morfosintassi - glossario. Bolsena: Città di Bolsena Editrice, 2005.

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3

Fauci, Nunzio la. Oggetti e soggetti nella formazione della morfosintassi romanza. Pisa: Giardinie Editori e Stampatori, 1988.

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4

Rizzi, Elena. L' italiano parlato a Bologna: Fonologia e morfosintassi. Bologna: CLUEB, 1987.

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5

Fauci, Nunzio La. Oggetti e soggetti nella formazione della morfosintassi romanza. Pisa: Giardini editori, 1988.

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Paola, Cipriani, ed. L' acquisizione della morfosintassi in italiano: Fasi e processi. Padova: Unipress, 1993.

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Biagini, Francesca, and Svetlana Slavkova. Contributi italiani allo studio della morfosintassi delle lingue slave. Bologna: Bononia University Press, 2012.

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Galdi, Giovanbattista. Grammatica delle iscrizioni latine dell'impero: Province orientali : morfosintassi nominale. Roma: Herder, 2004.

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Strutture dell'italiano regionale: Morfosintassi di una varietà diatopica in prospettiva sociolinguistica. Frankfurt am Main: P. Lang, 2009.

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10

Il congiuntivo e l'ottativo: Problemi di morfosintassi tra indeuropeo e latino arcaico. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2004.

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Book chapters on the topic "Morfosintassi"

1

Azofra Sierra, María Elena. "4. Morfosintaxis diacrónica." In Manual de lingüística española, edited by Emilio Ridruejo, 96–132. Berlin, Boston: De Gruyter, 2019. http://dx.doi.org/10.1515/9783110362084-005.

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Shin, Naomi L., and Desirée Ramírez-Urbaneja. "La morfosintaxis del español como lengua de herencia durante la niñez." In Aproximaciones al estudio del español como lengua de herencia, 24–38. London: Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9780429443657-4.

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y Cabo, Diego Pascual, and Silvina Montrul. "Consideraciones sobre algunos aspectos de la morfosintaxis del español como lengua de herencia en adultos." In Aproximaciones al estudio del español como lengua de herencia, 39–52. London: Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9780429443657-5.

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"5.3 Morfosintassi: diacronia." In Manuale di linguistica sarda, 359–75. De Gruyter, 2017. http://dx.doi.org/10.1515/9783110274615-022.

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"5.4 Morfosintassi: sincronia." In Manuale di linguistica sarda, 376–96. De Gruyter, 2017. http://dx.doi.org/10.1515/9783110274615-023.

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"MORFOSINTAXIS." In Gramática descriptiva básica del nasa yuwe, 81–112. Programa Editorial Universidad del Valle, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1228jrv.10.

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"CAPÍTULO VI. MORFOSINTAXIS." In El mensaje en los medios, 105–44. Vervuert Verlagsgesellschaft, 2004. http://dx.doi.org/10.31819/9783865278562-007.

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"MORFOSINTAXIS DEL ESPAÑOL DE NICARAGUA." In El español hablado en América Central, 225–96. Vervuert Verlagsgesellschaft, 2013. http://dx.doi.org/10.31819/9783954870677-006.

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"MORFOSINTAXIS DEL ESPAÑOL DE EL SALVADOR." In El español hablado en América Central, 141–90. Vervuert Verlagsgesellschaft, 2013. http://dx.doi.org/10.31819/9783954870677-004.

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"XI. MORFOSINTAXIS E INTERPRETACIÓN TEMPORAL DE LOS VERBOS MODALES." In Tiempos compuestos y formas verbales complejas, 443–98. Vervuert Verlagsgesellschaft, 2008. http://dx.doi.org/10.31819/9783865278654-012.

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