Journal articles on the topic 'Modello nazionale'

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1

Casano, Lilli. "Modelli ed esperienze di formazione continua per i lavoratori interinali: una comparazione tra Italia e Francia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 182–94. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126012.

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Abstract:
Questo contributo riguarda l'analisi comparativa dei modelli di regolazione della formazione continua per i lavoratori in somministrazione, concentrandosi in particolare sui sistemi bilaterali adottati in Italia ed in Francia. La specificitŕ del quadro legislativo nazionale ed il modello di governance nei due paesi sono analizzati con una particolare attenzione alle caratteristiche dei mercati del lavoro di riferimento ed ai modelli nazionali di disoccupazione, ai sistemi generali di formazione continua, ma anche al profilo dei lavoratori coinvolti ed ai meccanismi micro-sociali che influenzano il funzionamento dei sistemi.
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2

Betti, Gianni, Maria Luisa Maitino, and Nicola Sciclone. "A che cosa servono i modelli di microsimulazione? Tre applicazioni usando microReg." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2012): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002006.

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Abstract:
MicroReg č un classico modello di microsimulazione, tax-benefit, costruito per la Regione Toscana dall'Irpet. L'obiettivo č quello di garantire al policy maker regionale un adeguato strumento di valutazione e programmazione delle politiche fiscali e di welfare, siano esse attuate a livello nazionale e/o regionale. Diversamente da tutti gli altri modelli di microsimulazione sviluppati nel nostro paese, microReg ha un campo di applicazione multiregionale. Esso fornisce una adeguata base di calcolo, a seguito di un qualche intervento di natura pubblica, dei seguenti aspetti: i) distribuzione dei guadagni e delle perdite fra individui e famiglie; ii) impatto sulle misure di povertŕ e disuguaglianza; iii) differenze nei costi e nei benefici tra le regioni; variazioni di gettito nazionali e regionali. Il lavoro presenta la struttura del modello e tre applicazioni empiriche.
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3

Rusconi, Gian Enrico. "RAZIONALITÀ POLITICA, VIRTÙ CIVICA E IDENTITÀ NAZIONALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no. 1 (April 1994): 3–25. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002267x.

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Abstract:
IntroduzioneLa democrazia ideale è quella che combina funzionalità istituzionale, efficienza economico-amministrativa con il consenso e il lealismo dei cittadini. Quando un sistema democratico realizza queste condizioni ottimali, può dirsi un modello di razionalità politica. Naturalmente le democrazie realmente esistenti sono lontane da questo modello. Molte sono inefficienti nei loro apparati istituzionali, hanno cattive prestazioni amministrative, con pesanti conseguenze economiche e sociali e contraccolpi negativi in termini di consenso. È il caso della democrazia italiana da anni viziata da inefficienze e disfunzionalità che, aggravate da sistematici meccanismi di corruzione, hanno dato luogo a fenomeni di disaffezione civico-politica senza precedenti.
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4

Pegoraro, Marisa, Maria Pia Zito, Patrizia Galeotti, Alessia Delalio, Francesco Rossi, and Vincenza Guadagno. "Infermieristica Nefrologica: Competenze Assistenziali Generali e Specifiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (March 4, 2014): 42–49. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.860.

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Abstract:
L’articolo esprime la posizione attuale dell’associazione EDTNA/ERCA Filiale Italiana rispetto al dibattito sulle competenze infermieristiche avanzate – o specialistiche - in atto nella comunità medico-sanitaria nazionale. Facendo riferimento al modello ISFOL, come strumento della definizione delle competenze nel mondo del lavoro, nel territorio europeo ed oltre, il modello viene declinato per il mondo sanitario ed ulteriomente capillarizzato per le aree di assistenza infermieristica nefrologica. Il modello riconosce competenze di base, competenze di settore, trasversali e specifiche. Attraverso questo percorso, da generico e a specifico, vengono riconosciute 6 aree specifiche di assistenza nefrologica (ambulatorio, degenza, dialisi peritoneale, emodialisi, area critica, trapianti) ed in ognuna di esse vengono elencate le competenze di pertinenza infermieristica (sapere e saper fare, saper essere). L’elaborato si propone come strumento di riferimento, di confronto e di stimolo per le varie realtà operative nazionale dell’assistenza nefrologica.
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5

Terese Sanci. "Analisi progettuale di politiche nazionali concorrenti dal punto di vista del federalismo." International Journal of Science and Society 4, no. 4 (November 18, 2022): 337–45. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.579.

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Abstract:
Il documento propone un approccio per analizzare la congruenza del disegno di una politica nazionale concorrente con il federalismo. Oltre alla teoria federale, due elementi fondamentali per questa analisi sono la struttura e le categorie di funzionamento. Il primo si riferisce alla struttura formale di un sistema federale e il secondo al suo previsto funzionamento come federalismo. Tale comprensione consente di identificare i tratti distintivi del disegno di politiche nazionali concorrenti in un sistema federale e di costruire un modello di analisi chiamato prospettiva federalista. La tesi argomentata è che in un sistema federale gli enti federati, in quanto parti riconosciute di esso, possono partecipare di diritto al disegno di politiche nazionali concorrenti. Questa partecipazione è fondamentale per definirli federali.
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6

Santuccio, Maria Elena. "La dimensione regionale del teatro italiano: la sicilianità nazionale e l’alternativa pirandelliana." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 101–26. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22354.

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Abstract:
Il discorso nazionale sulla meridionalità diffonde attraverso il teatro verista un modello di sicilianità passionale e tradizionalista. Questo modello integra la sicilianità all’italianità ed è presentato come ‘essenziale’ attraverso la drammaturgia del vero. Utilizzando la ripetizione straniante di elementi strutturali del teatro verista Pirandello contesta l’immagine della Sicilia come luogo di passione e baluardo della tradizione.
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7

Bordogna, Lorenzo. "Auspicata ma poco praticata. L'insufficiente sviluppo della contrattazione di secondo livello in Italia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 172 (February 2022): 665–83. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172011.

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Abstract:
Oggetto dell'articolo è la contrattazione di secondo livello in Italia. Due sono gli aspetti considerati: il rapporto tra contrattazione nazionale di categoria e contrattazione decentrata; la copertura della contrattazione di secondo livello. Circa il primo aspetto, viene sottolineato come, sin dal Protocollo Intersind-Asap del luglio 1962, ad eccezione del periodo tra fine anni '60 e primi '70, abbia sempre prevalso in Italia un modello di "decentramento organizzato", con un ruolo di coordinamento del contratto nazionale di categoria e degli attori nazionali. Questo mo-dello è però minacciato, dopo la riforma del 2009, dalla riduzione delle competenze del contrat-to nazionale in materia retributiva, massimamente depotenziate nel ccnl dei metalmeccanici del 2016, dove ogni possibilità di incremento delle retribuzioni reali è affidata solo ed esclusivamente alla contrattazione decentrata. La seconda parte dell'articolo analizza quindi la persisten-te, limitata diffusione della contrattazione di secondo livello, nonostante generose politiche di incentivazione fiscale dal 2015-2016 e, nel settore metalmeccanico, specifiche clausole del ccnl del 2016, confermate nel 2021. Anche in questo settore la contrattazione aziendale resta l'eccezione e non la norma, in forte contrasto con l'obiettivo dichiarato in un recente documento di Federmeccanica. L'articolo si domanda infine quanto sia realistico un significativo supe-ramento di tali limiti, e se, nel caso, ciò non richieda ulteriori misure rispetto a quelle sperimentate, inclusa una rinnovata riflessione in tema di contrattazione territoriale per le imprese di pic-cole e piccolissime dimensioni, che sono la larghissima maggioranza delle imprese italiane.
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8

Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Abstract:
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Abstract:
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Fanchi, Mariagrazia. "Andare al cinema a Milano. Fra trasformazioni nazionali e specificità locali." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 99–108. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095011.

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Abstract:
Il saggio tratteggia la storia del rapporto fra cinema e pubblici a Milano attraverso quattro affondi che colgono altrettante svolte nell'esperienza degli spettatori del capoluogo lombardo: la costruzione di un modello ‘rilocato' di fruizione del film, durante gli anni '50; l'emergere di un'esperienza crepuscolare del cinema, nella seconda metà degli anni '60; l'affermarsi, alle soglie del nuovo millennio, di un modello di intrattenimento esteso legato alla diffusione dei multiplex; la recente emersione di un'esperienza diffusa del film, sostenuta dalle piattaforme digitali come Netflix e dalla metamorfosi dello spettatore. Quattro momenti che anticipano e contribuiscono a innescare analoghi cambiamenti su scala nazionale.
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Luciano, Adriana, and Roberto Di Monaco. "Prevedere la domanda di lavoro e di formazione. Il caso delle professioni sociali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 105–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120006.

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Abstract:
L'analisi dei fabbisogni di competenze degli occupati ha attratto grandi investimenti per realizzare ad hoc ricerche professionali a livello e professionale, cosě come sono carenti modelli condivisi a livello nazionale. Al fine di contribuire a definire modelli standardizzati, gli autori suggeriscono l'uso di dati amministrativi, per quanto possibile in modo da rendere le analisi piů affidabili e meno costose. Inoltre, essi forniscono un modello di analisi per misurare il divario di competenze professionali sulla base del quadro europeo delle qualifiche. Il modello č stato sperimentato sui lavoratori sociali della regione Piemonte, sottoponendo un questionario ad un campione di circa 500 professionisti e manager impiegati nel settore dei servizi sociali locali. Č emersa una rappresentazione delle professioni e delle esigenze di formazione che mette in evidenza la divergenza tra l'attuale orientamento delle politiche sociali verso una maggiore integrazione e cooperazione locale e le competenze professionali principalmente focalizzate sul rapporto con gli utenti. I predetti risultati sottolineano la necessitŕ di realizzare processi di training on the job di concerto con le modifiche organizzative che risultano piů coerenti con le attuali politiche.
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Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero, and Enrico Miatto. "Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
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Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

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Abstract:
L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
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Fasanella, Giuseppe, and Elio Sgreccia. "Indagine sui cappellani ospedalieri." Medicina e Morale 40, no. 5 (December 31, 1991): 841–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1124.

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Abstract:
Il contributo costituisce il rapporto finale di una ricerca sui cappellani ospedalieri condotta in Italia nel 1990 per iniziativa della Consulta Nazionale per la Pastorale della Sanità della Conferenza Episcopale Italiana. Dopo la descrizione dei risultati (corredati con numerose tabelle esplicative), gli autori, nelle considerazioni conclusive, discutono della validità dell'inchiesta; presentano inoltre la tipologia dei cappellani e il modello di pastorale che scaturisce dall'analisi dei questionari utilizzati.
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Barzaghi, Ilaria M. P. "Milano 1881: l'Esposizione industriale nazionale, la cittŕ, la vita moderna." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (September 2012): 49–68. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-003004.

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Abstract:
L'Esposizione industriale nazionale di Milano del 1881 venne realizzata a vent'anni dall'Unitŕ d'Italia, per affermare un modello di sviluppo in grado di trasformare l'Italia in un paese industriale moderno. Milano č la sede elettiva di questo evento in quanto autentico laboratorio della modernitŕ del paese. In Italia la modernitŕ, che viene prevalentemente testimoniata nell'Esposizione milanese del 1881 e rappresentata soprattutto sui mezzi di comunicazione non specialistici, ha eminentemente a che fare con le "immagini della vita moderna" (ovvero urbana) di matrice baudelairiana, piů che con l'esaltazione del progresso scientifico e tecnico, segnatamente industriale e meccanico.
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Costumato, Lorenzo, Fabiana Scalabrini, and Andrea Bonomi Savignon. "Ideal-tipi di performance management nella pianificazione delle Aziende Sanitarie. Una prima rilevazione empirica a livello nazionale." MECOSAN, no. 117 (April 2021): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-117002.

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Abstract:
I quattro ideal-tipi di performance management (Bouckaert e Halligan, 2008) rappresentano altrettante fasi di un'evoluzione da un approccio non organico e prevalentemente focalizzato sulla rilevazione degli input (performance administration), a uno in cui il ciclo di gestione della performance e completamente integrato nei processi gestionali dell'organizzazione e interagisce con l'ambiente esterno (performance governance). Questi modelli hanno esercitato una decisa influenza sulla letteratura successiva in materia di performance management in ambito pubblico, ma sono stati solo sporadicamente indagati a livello empirico nel contesto sanitario (Halligan et al., 2012; Tenbensel e Burau, 2017). Il presente articolo fornisce un'analisi empirica dei piani della performance 2020-2022 pubblicati dalle ASL italiane, fornendo una risposta alla seguente domanda di ricerca: dopo oltre un decennio dall'adozione del D.Lgs. n. 150 del 2009, verso quale ideal-tipo di performance management sono orientate le Aziende Sanitarie Locali in Italia? Per rispondere a questa domanda, e stato definito un modello di valutazione qualitativa che consente di posizionare ogni ASL sul continuum descritto da Bouckaert e Halligan rispetto a sei ambiti di interesse specifici, frutto dell'incrocio tra quanto definito in letteratura e la normativa vigente sulla gestione del ciclo della performance, al fine di verificare se esiste una traiettoria di avanzamento delle ASL verso il modello performance governance.
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Calafà, Laura. "Le azioni positive di inclusione sociale degli stranieri e il modello regolativo nazionale." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (March 2009): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-001003.

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Sara Mori, Elettra Morini, and Francesca Storai. "Cambiare la scuola: l’innovazione dal punto di vista degli studenti." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 37–60. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.24.

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Abstract:
Il ripensamento del modello di insegnamento-apprendimento è uno dei temi al centro del dibattito sull’innovazione della scuola. Il Movimento Avanguardie Educative raccoglie scuole da tutto il territorio nazionale che condividono sperimentazioni basate su un modello in cui lo studente è al centro del proprio percorso formativo, un modello capace di promuovere un apprendimento significativo. La ricerca intende indagare come queste scuole abbiano interpretato il concetto di innovazione scolastica e, in particolare, il presente contributo si focalizza sui risultati del questionario e dei test psicometrici somministrati a 1880 studenti di 52 scuole che partecipano al Movimento da almeno due anni. I risultati evidenziano un’associazione positiva tra il livello di innovazione percepita dagli studenti e la soddisfazione per il funzionamento della scuola. Gli studenti che ottengono alti punteggi su queste dimensioni hanno risultati elevati anche nei test che indagano la soddisfazione per la propria esperienza di studente e l’organizzazione dello studio.
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Cortiana, Paola. "Il Video nella Formazione Iniziale, Continua e Permanente dei Docenti: cinque Esperienze Significative per Immaginare un Nuovo Modello Formativo." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2022): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13936.

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Abstract:
Numerosi percorsi di formazione a livello internazionale e nazionale annoverano l'utilizzo del video, che si pone come strumento privilegiato per rilevare i processi che avvengono in classe: negli ultimi quindici anni si è assistito a un intensificarsi di tali esperienze in ambiti e aree geografiche differenti. Alla luce della cornice teorica della visione professionale, l'articolo propone una rassegna ragionata di cinque esperienze internazionali e nazionali di formazione dei docenti che, nella diversità di impostazione e postura epistemologica, concorrono a delineare un percorso di formazione iniziale, permanente e continua che si avvalga dello strumento video in modalità on line. La ricognizione, che non ha pretese di esaustività, vuole avviare un'analisi su un possibile modello formativo che ponga attenzione al referente della formazione e ai criteri osservativi adottati. Lo studio si colloca all'interno del progetto di eccellenza 2019-2020 Insegnamento di qualità e pratiche didattiche. Studio di fattibilità per lo sviluppo di un dispositivo per lo studio di pratiche di formazione dei docenti del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino.
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De Vivo, Paola, and Ornella Fasano. "Diseguaglianza sociale e povertà educativa: un modello di intervento." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001008.

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Abstract:
L'articolo analizza il tema delle diseguaglianze sociali concentrandosi sul fenomeno della povertà educativa. La prima parte si pone come obiettivo di approfondire l'argomento dal punto di vista concettuale, indagandone prima la sfera definitoria, poi le misure d'intervento sul piano nazionale e sociale, soffermandosi inoltre sull'attivazione delle reti comunitarie nel-la lotta alla povertà educativa a partire dall'istituzione di un Fondo governativo rivolto al suo contrasto. Nella seconda parte si indaga su uno studio di caso che riguarda, nello specifico, l'analisi delle attività e i risultati ottenuti nell'ambito del progetto «Le 4C: Connessione, Cre-scita inclusiva, Cura, Capitale umano», che si sta realizzando in un comune dell'hinterland napoletano. Ciò che emerge è che la rete che si è costruita tra i partner e territorialmente ha innalzato i livelli di coordinamento tra tutti gli agenti educativi, facilitando i processi di inclusione, favorendo una cultura del benessere del minore e rafforzando allo stesso tempo il ruo-lo genitoriale.
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Marini, Luigi. "Sicurezza sul lavoro, intervento giudiziario e organizzazione degli uffici. Considerazioni minime per una quotidianitŕ diffusa." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2012): 193–202. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002007.

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Abstract:
Le vicende che si sono concluse con le sentenze del Tribunale di Torino nei processi Thyssen e Eternit trovano una loro genesi nel modello di organizzazione e di funzionamento della Procura della Repubblica e dei servizi territoriali e di polizia giudiziaria, nonché nel coordinamento fra ufficio requirente e ufficio giudicante in un contesto distrettuale caratterizzato da linee guida elaborate dalla Procura generale. Se questo č vero, occorre chiedersi quale sia il grado di cultura diffusa a livello nazionale, quali le soluzioni in vigore e quale la consapevolezza della importanza di protocolli, prassi e formazione rispetto all'efficacia del controllo penale in tema di sicurezza, infortuni e malattie legate al lavoro. La ricognizione effettuata dal Csm negli anni 2007-2009 non condusse a risultati confortanti e a tre anni di distanza il panorama nazionale non sembra migliorato; la sensibilitŕ individuale dei magistrati, soprattutto requirenti, costituisce ancora oggi un fattore decisivo e, purtroppo, non particolarmente diffuso.
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Treglia, Nicolò. "La fiscalità della sharing economy nel settore turistico nella duplice dimensione nazionale e internazionale." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 34 (November 2021): 83–126. http://dx.doi.org/10.3280/dt2021-034004.

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Abstract:
Il presente saggio analizza, nel dominio del diritto tributario, gli impatti della sharing economy sul settore turistico. In particolare, la crescente diffusione di tale nuovo modello di business offre lo spunto per proporre una serie di riflessioni che riguardano, da un lato, l'imposizione dei profitti conseguiti dalle piattaforme online e, dall'altro, le modalità di tassazione dei redditi prodotti dai soggetti titolari degli immobili oggetto delle locazioni brevi. L'analisi, in una prospettiva sia nazionale che internazionale, non trascura, poi, il ruolo di assoluta rilevanza svolto nell'attuale contesto dalla pandemia da Covid-19.
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De Lucia, Caterina, and Mark Bartlett. "Environmental Taxation in an Enlarged Europe: A Regional Perspective." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2012): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002004.

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Abstract:
Questo articolo esamina gli effetti di determinate misure di policy per anticipare e prevenire un aumento di inquinamento attraverso l'introduzione di una tassa, armonizzata a livello Comunitario, sull'NOx ed SO2. Con l'uso di un modello CGE, questo studio esamina gli effetti che vari livelli di tassazione ambientale comportano sulle industrie dei paesi studiati. I nostri risultati suggeriscono implicazioni di welfare diverse tra politiche ambientali e commerciali. Il caso di studio considera inoltre i possibili effetti a livello regionale (Puglia) delle medesime politiche. Una diminuzione della produzione e dell'occupazione nel contesto nazionale aggraverebbero ulteriormente l'industria pugliese.
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Ruffa, Brunella, and Massimo Miglioretti. "Progettare la promozione della salute all'interno del Servizio Sanitario Nazionale: criticitŕ e punti di forza di un'esperienza ispirata al Modello Precede-Proceed." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001009.

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Abstract:
Obiettivo di questo lavoro č illustrare la progettazione di piani di promozione della salute, all'interno di un Dipartimento per le dipendenze, utilizzando e ispirandosi al Modello teorico. Dalla dialettica tra prassi operativa e riferimenti teorici č scaturita una riflessione circa i limiti e le potenzialitŕ dell'applicazione del modello e le criticitŕ del lavoro nei servizi. Rigiditŕ, autoreferenzialitŕ, divergenze sono alcuni dei nodi critici che emergeranno da questo confronto. L'esperienza mostra comunque aspetti di innovazione e sviluppo per la progettazione di interventi di promozione della salute in direzione di una maggiore coerenza, efficacia e confrontabilitŕ.
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Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Pricoco, Maria Francesca. "Il Giudice delle relazioni tra disagio, devianza e nuove fragilità. Le ragioni della specializzazione nei percorsi della giustizia minorile e familiare." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 18–28. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001002.

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Abstract:
L'articolo riprende, con qualche aggiornamento, la relazione introduttiva al XXXVIII Convegno nazionale dell'Aimmf svoltosi a Lecce dal 5 al 7 ottobre 2019, richiamando prima di tutto i motivi ispiratori del Convegno e le ragioni della scelta del tema. Dopo alcuni riferimenti alla cd. "vicenda di Bibbiano", prende in esame le risoluzioni del Csm sul tema della specializzazione minorile e le implicazioni sul modello professionale del giudice, anche con riferimento ai giudici onorari. Riferisce infine su alcuni risultati, ancora parziali, raccolti dalla "Squadra speciale di giustizia" istituita in ambito ministeriale e sulle possibili evoluzioni di questo lavoro.
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Guggenberger, Rainer. "Sul saggio sulla filosofia delle lingue di Melchior Cesarotti." Alea: Estudos Neolatinos 21, no. 1 (April 2019): 343–59. http://dx.doi.org/10.1590/1517-106x/211343359.

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Abstract:
Riassunto Melchior Cesarotti è stato uno dei protagonisti illustri che si sono occupati della Questione della Lingua nel tempo dell’Illuminismo Italiano. Facendo una lettura attenta di tipo close reading utilizzando il metodo dell’analisi del discorso, questo articolo ricalca le tesi centrali e le motivazioni di Cesarotti e dimostra la loro importanza nel processo dello sviluppo di una lingua nazionale italiana. Il merito del Cesarotti non è di avere superato il linguaggio delle tre corone fiorentine come modello di lingua scritta, ma di avere introdotto la libertà di arricchirlo con termini nuovi, derivanti dalla parte nobile di tutti gli idiomi italiani e stranieri.
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Tylusińska-Kowalska, Anna. "La figura di ribelle, ‘un ribelle-modello’ in base alle autobiografie e memorie risorgimentali." Mnemosyne, no. 5 (October 15, 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13553.

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Abstract:
Nel primo Ottocento si nasceva ribelli, come afferma Giuseppe Ricciardi nella sua autobiografia Memorie di un ribelle, si ovunque, e la conseguenza di essere ribelli era carcere o esilio per chi era più fortunato. Il saggio mette a fuoco le figure di giovani ribelli, alcuni carbonari, altri affiliati alla ‘Giovine Italia’, altri ancora ‘cospiratori indipendenti’, che nel ‘primo Risorgimento’ diedero l’importante contributo alla lotta per l’indipendenza e per l’identità nazionale. Saranno tra di essi figure meno note, eppure senza di loro non si sarebbe compiuta la grande opera risorgimentale. Si sottopone ad un’analisi il loro atteggiamento verso la realtà in cui vissero, i loro ideali, le loro speranze per dipingere un ritratto del ‘ribelle-modello’ dando uno sguardo ai modi espressivi che adoperarono. Grazie alle autobiografie e memorie lasciate ai posteri, oggi possiamo ricostruire e commemorare al contempo le varie fasi del faticoso eppur vincente cammino italiano verso la libertà.
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Tarantino, Chiara. "Plinio, Pausania e un modello di Marsia : riflessioni da una kylix del Museo Archeologico Nazionale Tarquiniese." Agoghè, no. 12 (2022): 7–45. http://dx.doi.org/10.12871/97888333951111.

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Liuzzi, Michele. "Per un progetto nazionale di psicologia di cure primarie." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 158–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002008.

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Abstract:
L'articolo riporta un'esperienza di intervento di psicologia di cure primarie a Torino, nel quale vengono affrontati i temi più rilevanti, le caratteristiche, i punti di forza e le criticità di tali progetti. L'intento è quello di fornire informazioni e dati al fine di dare un ulteriore contributo al dibattito all'interno della comunità scientifica che porti alla creazione di servizi di psicologia di cure primarie a livello nazionale. Vengono presentati gli aspetti cruciali che caratterizzano il modello, accessibilità, gradualità, efficacia clinica e costo–efficacia. Accessibilità poiché tali servizi devono essere posizionati sul territorio, vicini ai luoghi di vita dei cittadini, flessibili e inclusivi. Gradualità poiché gli in-terventi debbono essere appropriati come intensità rispetto alle esigenze di salute. Efficacia cli-nica poiché è fondamentale dare il giusto trattamento al determinato disturbo del paziente. Co-sto-efficacia poiché gli interventi debbono essere appropriati al problema del paziente, tempe-stivi in modo da anticipare patologizzazione e cronicità, e inoltre devono svolgere una funzione di filtro per i servizi secondari e i dipartimenti di emergenza. Vengono altresì presentati alcuni risultati rispetto al medical cost offset di tali interventi, in particolare sugli effetti pre-post che l'intervento ha generato su prescrizioni farmacologiche, numero di invii ai servizi specialistici, e numero di visite dal medico di famiglia. Questi progetti nelle realtà internazionali più avanzate sono da tempo operanti, e le recenti vicende (Decreto Calabria) sono una testimonianza di quanto sia necessario realizzare tali ser-vizi. L'autore porta quindi alcune proposte in tal senso.
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Sciumbata, Floriana Carlotta. "Il Museo della Letteratura di Trieste in linguaggio facile da leggere e da capire." Babylonia Journal of Language Education 3 (December 23, 2022): 14–18. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.208.

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Abstract:
La proposta illustra un tentativo di rendere accessibile il Museo della Letteratura di Trieste con pannelli informativi in linguaggio facile, modello di scrittura semplificata per lettori con disabilità intellettive. Il contributo si concentra sulle modalità di creazione di quattro pannelli sul legame tra Trieste e letteratura, facendo riferimento in particolare quello su La coscienza di Zeno, usato a titolo esemplificativo. Il tema rappresenta una delle chiavi di lettura per comprendere l’importanza della città di Trieste nel panorama letterario nazionale e internazionale, quindi per far capire anche la ragion d’essere del museo. Si tratta inoltre di un esperimento innovativo in Italia, dove l’approfondimento della letteratura in linguaggio facile è ancora inesplorato.
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Zanfrini, Laura. "I "confini" della cittadinanza: perché l'immigrazione disturba." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 40–56. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117004.

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Abstract:
Il modello europeo di regolazione dei flussi migratori, tradizionalmente fondato sulla figura del lavoratore ospite, ha consentito di posporre nel tempo la questione dell'inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti di cittadinanza, cioč a dire la questione dei "confini" del welfare. L'evoluzione del fenomeno migratorio, la sua trasformazione in una presenza stabile ed eterogenea, a maggiore ragione la com- parsa di una seconda generazione hanno costretto i paesi europei ad arricchire il paniere dei diritti offerti agli immigrati e alle loro famiglie, senza perň risolvere in modo definitivo il paradosso storico della vicenda europea: il tentativo di tenere insieme la logica economicista alla base del modello europeo di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che afferma il primato dei diritti della persona sulla stessa prerogativa degli Stati di "scegliersi" i propri cittadini e decidere il trattamento da riservare agli stranieri. Un tentativo che, oggi come ieri, esita in soluzioni compromissorie che rivelano, a un tempo, il carattere di artefatto politico e culturale del concetto di cittadinanza nazionale e gli esiti paradossali cui puň condurre l'applicazione di una logica di condizionalitŕ nell'accesso ai diritti.
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Felicita Sabatella, Rosaria, Paolo Accadia, Maria Cozzolino, Dario Pinello, Monica Gambino, Loretta Malvarosa, and Evelina Carmen Sabatella. "Impatto socioeconomico sulla piccola pesca dell'emergenza Covid-19." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 111 (February 2021): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111007.

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Abstract:
Il settore ittico ha risentito in maniera rilevante della crisi sanitaria del Covid-19 sebbene le attività del comparto alieutico fossero incluse tra quelle strategiche per l'economia nazionale e, dunque, non sottoposte a vincoli o chiusure. Il presente articolo valuta l'entità e le cause degli impatti sul reddito e sulla profittabilità della piccola pesca artigianale che, nel contesto del settore ittico italiano, assume un ruolo rilevante in termini sociali ed economici sia a livello nazionale che locale nel-le numerose piccole marinerie presenti lungo la costa. L'impatto socioeconomico del periodo di lockdown legato alla diffusione del Covid-19 sulla piccola pesca italiana viene valutato mediante l'analisi di tre indi-catori socioeconomici: il costo del lavoro, il valore aggiunto ed il profitto lordo. L'analisi si basa sull'utilizzo di un modello economico e sulle risposte a un que-stionario sottoposto al 5% dei battelli della piccola pesca. I risultati dimostrano che la pandemia ha impattato su un settore già sottopo-sto a recessione e ridimensionamento produttivo ed occupazionale. Sulla base dei dati raccolti, in Italia per il segmento della piccola pesca si osserva una rilevante riduzione del livello di attività rispetto allo stesso periodo del 2019, con un conse-guente andamento negativo del valore aggiunto e del profitto lordo. L'articolo inoltre discute le misure di intervento pubblico previste in ambito nazionale e re-gionale a supporto dei pescatori e delle imprese da pesca e le misure di mitigazione, a volte anche di carattere innovativo, messe a punto dagli operatori per superare il periodo di crisi.
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Federici, Antonio, and Marco Zappa. "Sistema informativo screening: la genesi della conoscenza come elemento di sistema." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050005.

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Abstract:
L'articolo descrive le principali caratteristiche del Sistema Informativo (SIS) dei programmi di screening oncologico in Italia(PS). Il SIS č organizzato per rispondere al bisogno conoscitivo di valutare la qualitŕ dei PS e la loro effectiveness. Tale bisogno si declina differentemente a seconda dell'interlocutore che, in effetti, puň esprimere un interesse informativo con prioritŕ diverse. Sono state nel tempo studiate e selezionate diverse variabili, sulla base delle loro caratteristiche di qualitŕ informativa, che vengono raccolte annualmente in survey nazionali. La fonte dei dati sono i sistemi gestionali dei PS Il SIS permette di produrre numerosi indicatori che derivano dalle Linee Guida Europee e che rispondono alle seguenti necessitŕ di monitoraggio e valutazione: - un PS č un percorso e non l'esecuzione di un test e dunque bisogna misurare la qualitŕ del percorso oltre che la singola prestazione; - un PS č rivolto a una popolazione asintomatica e quindi deve tenere conto della sensibilitŕ (capacitŕ di individuare i portatori della lesione di interesse) ma anche della specificitŕ (capacitŕ di individuare e dunque non esaminare ulteriormente e soprattutto non trattare chi non č portatore della lesione di interesse). Per queste ragioni viene misurato (per esempio) sia il tasso di identificazione, sia la percentuale di richiamo ad approfondimento o il VPP; - descrivere la qualitŕ organizzativa del programma. La valutazione č compiuta mediante standard di riferimento, nella massima parte dei casi adottati dalle Linee guida Europee, secondo un'ottica di benchmark inter- e intraregionale. I risultati della valutazione sono utilizzati, mediante specifiche forme di reporting, in modo sistematico ai livelli: regionale/aziendale; di governancenazionale; internazionale (evidence generation); di societŕ civile. La survey non č un sistema statico di raccolta e viene revisionato sulla base dello sviluppo delle conoscenze. Sulla base del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-12, il SIS entrerŕ a far parte del nuovo sistema sanitario nazionale basato su un datawarehouse nazionale di dati individuali. L'intera esperienza dei PS in Italia si candida ad essere un prototipo di una governance innovativa nel panorama di devoluzione del sistema sanitario, contribuendo a identificare strumenti nuovi e a costruire una conoscenza piů approfondita del modello di governance. In questo quadro il sistema informativo/di valutazione č un esempio di sistema costruito in modo partecipato da esperti ed operatori, orientato alla valutazione della distanza osservato-atteso del beneficio di salute ottenibile con la prevenzione secondaria in oncologia.
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Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Pucci, Paola. "Per un cambiamento di paradigma: politiche e strumenti per una post car mobility." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 13–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099002.

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Abstract:
In questo contributo d'apertura alcune considerazioni sulle misure avviate per ripensare il ruolo e lo spazio dato all'auto nelle nostre pratiche di mobilità quotidiana, introducono i temi trattati nel servizio. Gli articoli che seguono sono finalizzati a restituire un quadro di sperimentazioni e di politiche pensate per traguardare un nuovo modello di mobilità meno dipendente dall'uso dell'auto. Confrontandosi con la fattibilità e la scalabilità delle politiche e delle sperimentazioni proposte sia in contesti urbani, sia in ambiti a bassa densità insediativa, si offrono anche alcuni spunti di riflessione intorno a come creare valore aggiunto rispetto agli investimenti attivati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (pnrr) in tema di mobilità urbana sostenibile ed equa.
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Bozzao, Paola. "Reddito minimo e welfare multilivello: percorsi normativi e giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 589–629. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132003.

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Abstract:
Il saggio, muovendo dalla assenza di misure di reddito minimo per le persone in difficoltŕ economica nel sistema diitaliano, ricostruisce ed analizza criticamente ilin materia a livello europeo, nazionale e locale. Nell'esaminare tale complesso assetto giuridico istituzionale l'A. si sofferma, in particolare, sugli spazi di intervento regolativo delle misure di reddito minimo nell'ordinamento statale e sub-statale. L'indagine conduce l'A. alla prospettazione di un modello di inclusione sociale attiva che - sulla base di una lettura attualizzata dei principi costituzionali sottesi agli artt. 4 e 38 Cost. - consenta di estendere tale fondamentale misura di lotta all'esclusione sociale ai soggetti abili involontariamente privi di lavoro che si mostrino disponibili a partecipare attivamente al progresso materiale o spirituale della societŕ.
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D'Agnelli, Francesca Maria, Claudia Guerrieri, Maria Teresa Rizzo, and Silvia Tichetti. "L'authority work nel sistema dei beni culturali ecclesiastici." DigItalia 16, no. 2 (December 2021): 91–107. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00038.

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Abstract:
L'approccio metodologico dei censimenti del patrimonio culturale degli enti ecclesiastici (diocesi e istituti culturali), coordinati dall'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, avviene nel rispetto degli standard di settore (beni storico artistici, architettonici, archivistici, librari, fotografici). Anche l'authority work, connaturato all'attività catalografica, rispetta questa scelta. Tuttavia, per garantire l'integrazione e consultazione cross domain delle banche dati sul portale BeWeB, il modello di authority work adottato gestisce tutto il ciclo di vita dei record di autorità, dalla produzione nei gestionali di catalogazione usati dai singoli enti schedatori fino a BeWeB, passando attraverso processi di riconciliazione che identificano univocamente l'entità e le risorse ad essa collegate.
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Roić, Sergej. "Incontrare l’italicità oltre i confini." SPONDE 1, no. 1 (July 27, 2022): 43–54. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3890.

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Abstract:
Il contributo si incentra sul concetto di italicità, o italofonia culturale in un mondo, quello odierno, di continui intrecci, di identità plurime e non esclusive - l’uomo che ne è stato preso a modello, il mediatore culturale Grytzko Mascioni (1936-2003), è stato pienamente sia svizzero che italiano, grigionese e alla fine ''adriatico''- croato. L’italicità-italofonia culturale non statuale né nazionale ha, secondo le conclusioni del contributo, la facoltà di partecipare, ad esempio, in territorio svizzero all’identità locale fondendosi e dialogando con la ''svizzerità'' presente. D’altra parte, l’italicità-italofonia culturale può, incarnando i propri valori peculiari, essere definita come un’appartenenza o identità ulteriore oltre a quella di tipo strettamente nazionale e politico. In questo modo è in grado di rappresentare efficacemente un portato culturale non invasivo ma arricchente che è, in definitiva, lo stesso portato della cultura italiana, manifestata fuori dall’Italia. Poeta, autore di importanti saggi sulla Grecia antica, e, infine, di un romanzo scritto interamente in (e in parte sulla) Croazia, il ruolo che Mascioni svolse, anche in qualità di direttore dell’Istituo italiano di cultura di Zagabria, e sotto il segno dell’italofonia culturale in Croazia, fu fondamentale e fece parte del riavvicinamento dell’allora nuovo stato croato alla cultura e alla civiltà occidentale europea.
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Agliata, Francesco, and Danilo Tuccillo. "L'evoluzione del Progetto Insurance dello IASB e i possibili riflessi nel bilancio delle imprese assicuratrici." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (October 2011): 75–105. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003004.

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Abstract:
Il presente lavoro esamina le tendenze evolutive in atto nel procedimento di rendicontazione economico-finanziaria delle imprese di assicurazione conseguenti all'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. L'obiettivo della ricerca, condotta con taglio prevalentemente deduttivo, è verificare/dimostrare come alcuni postulati del modello di bilancio promossi dalpossano ritenersi applicati o disattesi - a seguito della disciplina dettata daldello IASB - nello specifico ambito pertinente l'industria assicurativa. L'indagine, pertanto, si rivolge inizialmente e brevemente ad esaminare da un punto di vista economico-aziendale gli aspetti caratteristici dell'attività assicurativa e l'impostazione della prassi contabile nazionale riguardante le componenti economiche/ patrimoniali tipiche delle imprese di assicurazione. Dopo di che, è posta attenzione alle problematiche ed agli aspetti evolutivi dell', anche alla luce dei contenuti dellericevute dallo IASB a seguito della emanazione dell'ED/2010/8; infine, nell'ultimo paragrafo, in relazione a quanto discusso in precedenza, si compie un'analisi su come e se possano reputarsi applicati quei postulati del modello IASB anzidetti; si tenta altresì una comparazione, unicamente ove possibile, tra i probabili riflessi desumibili a seguito dell'adozione di un sistema di(previsto nella Fase I) o di(prescelto nella Fase II).
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Oliva, Federico. "L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma." Ciudades, no. 18 (November 8, 2017): 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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Abstract:
In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Dattomo, Nicla. "La legge 634/57 ed il progetto di sviluppo industriale per il Mezzogiorno." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 45–78. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130003.

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Abstract:
La legge 634/57, che proroga fino al 1965 l'attivitŕ della Cassa per il Mezzogiorno, dispone una serie di strumenti specifici atti a sostenere lo sviluppo industriale delle regioni meridionali, introducendo, in particolare, misure finalizzate a consentire la realizzazione di "zone di concentrazione" delle iniziative industriali. Negli anni successivi al 1957, queste misure si specificheranno in un dispositivo normativo per l'istituzione di Aree di sviluppo industriale (Asi) e Nuclei di industrializzazione (Ni) del Mezzogiorno. Esso č espressione di scelte che riguardano due importanti ordini di problemi: da un lato, la scelta di un modello di sviluppo per il paese, con l'affermazione definitiva di un principio di economia mista, o di capitalismo guidato; dall'altro, la scelta di un modello geografico di distribuzione dell'industria nazionale, rispetto al quale temi cruciali appaiono quello di una piů equanime ripartizione del tra nord e sud e, all'interno del Mezzogiorno, quello di un bilanciamento tra "concentrazione" e "diffusione" dell'industria. Il saggio, ripercorsa brevemente la genealogia del disegno di legge ed evidenziato il ruolo svolto, nella sua definizione, dalle ipotesi elaborate dalla Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno (Svimez), osserva il dispositivo normativo ricercando i contenuti territoriali sottesi ai provvedimenti.
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Margara, Alessandro. "Il lungo processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 53–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001005.

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Abstract:
Il sistema degli OPG per accogliere gli autori di reato, prosciolti per vizio totale di mente, č contenuto nel Codice penale, ma č stato fortemente modificato da sentenze costituzionali e da interventi legislativi, che lo hanno adattato alla nuova concezione dell'assistenza psichiatrica: gli OPG esistenti sono perň rimasti eguali al modello carcerario del passato sia per i luoghi, sia per il personale prevalente, rappresentato dalla Polizia penitenziaria. La pericolositŕ sociale č la condizione per la applicazione della misura di sicurezza dell'OPG, che si esegue negli stessi OPG. Il concetto di pericolositŕ sociale, assoluto nel Codice penale, si č relativizzato e va accertato nel concreto del singolo caso e delle sue risorse socio-familiari. Il DPCM 1/4/2008 che ha stabilito il passaggio della sanitŕ penitenziaria al Servizio sanitario nazionale ha un progetto di distribuzione degli internati nelle regioni di appartenenza, cosě che le stesse seguano i malati residenti nei loro territori e tendano a riportarli all'assistenza psichiatrica generale degli stessi. L'allegato C al DPCM descrive le fasi di questo passaggio e della presa in carico del Servizio sanitario di ogni regione, cosě che sia superato e abbandonato il vecchio modello degli OPG.
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Avataneo, Chiara, Giuseppina Ballardini, Caterina Bartolone, Andrea Guala, Caterina Montali, Aida Pironti, Alessandra Simonetto, and Federico Signorile. "Accompagnare le coppie all'accoglienza: incontri informativi sui bisogni sanitari dei bambini adottabili in adozione nazionale e internazionale. L'esperienza della Regione Piemonte." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 134–43. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004015.

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Abstract:
L'articolo riferisce di un'esperienza informativa e formativa sperimentata dal 2016 in Piemonte, sotto l'egida della Regione e con la partecipazione di vari attori istituzionali: le équipe adozioni, i Centri regionali di accoglienza sanitaria per i bambini adottati all'estero, il Tribunale per i minorenni. Gli incontri vertono sulle problematiche sanitarie dei bambini adottabili con special needs. La valutazione delle coppie aspiranti all'adozione è positiva e si propone l'esperienza come possibile modello formativo.
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Ferlini, Flavio. "Atlanti ornitologici, tra successi e fatiche di Sisifo." Rivista Italiana di Ornitologia 92, no. 2 (December 15, 2022): 3–6. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2022.596.

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Abstract:
Gli atlanti ornitologici sono strumenti importanti sia per acquisire informazioni preziose sulla qualità ambientale, sia per una corretta pianificazione del territorio. Di particolare rilevanza sono poi le indicazioni dei cambiamenti nelle distribuzioni che possono emergere da indagini condotte sullo stesso territorio a distanza di tempo. Prendendo spunto dalla pubblicazione a partire dal 2020 del secondo Atlante degli uccelli nidificanti in Europa (EBBA2) e di alcuni altre analoghe indagini sia a scala nazionale sia regionale, viene brevemente ricordata la storia di questa tipologia di opere e confrontata la situazione italiana con quella di altre nazioni sia europee che extra-europee. Per superare le difficoltà rilevate nel pubblicare i risultati del primo atlante degli uccelli svernanti in Italia, una possibile soluzione è l’adozione del modello semplificato già utilizzato dal Giappone in aderenza ai principi minimalisti della Shibusa.
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Pappalardo, Adriano. "DAL PLURALISMO POLARIZZATO AL PLURALISMO MODERATO. IL MODELLO DI SARTORI E LA TRANSIZIONE ITALIANA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 1 (April 1996): 103–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024059.

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Abstract:
IntroduzioneNegli anni novanta, l'Italia è entrata in un processo di transizione che è ormai divenuto oggetto di un'abbondante letteratura nazionale e straniera. Piuttosto ovviamente, la natura di tale transizione è ben diversa da quelle dei paesi postcomunisti e, come ha opportunamente sottolineato Pasquino (1994; 1995), poco comparabile con altri precedenti storici. Anche la Francia, che questo autore considera il miglior termine di confronto, lo è in realtà assai relativamente sotto una varietà di punti di vista. Mentre infatti la Quarta e, per lungo tempo, anche la Quinta Repubblica sono rimasti classici casi di pluralismo polarizzato (Sartori 1982, 256–262), l'Italia degli anni novanta non può più essere definita tale, e proprio per questo (o, almeno, anche per questo) si è avviata alla presente transizione. Come è noto, inoltre, le riforme golliste investirono essenzialmente le principali istituzioni politiche della repubblica, ma lasciarono inalterati il subsistema burocratico e la struttura (centralizzata) dello Stato, che sono, invece, componenti tutt'altro che secondarie per comprendere il decorso e gli eventuali sbocchi della crisi italiana. Ma, infine, tale crisi si intreccia anche al declino dello Stato sociale e interventista, coinvolgendo la ridefinizione dei confini fra politica ed economia e il ruolo delle grandi organizzazioni degli interessi, sindacati in testa. Come dire che, oltre al sistema politico-istituzionale ed alla pubblica amministrazione, le relazioni industriali e i loro attori pubblici e privati rappresentano una terza dimensione di cambiamento, che altrove è stata poco importante (Francia), ovvero incomparabilmente diversa (regimi postcomunisti).
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Morganti, Adolfo. "I Piccoli e i Grossi. La dimensione internazionale della Repubblica di San Marino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003003.

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Abstract:
Le recenti difficoltŕ nelle relazioni bilaterali fra la Repubblica di San Marino e l'Italia, giunte ad innescare alcuni prodromi di un diffuso conflitto sociale, obbligano e riprendere in mano ildelle relazioni internazionali della Repubblica di San Marino nell'attuale contesto di crisi dello Stato nazionale e diffusa globalizzazione politico-finanziaria. Partendo dall'analisi di alcuni dati storici l'articolo inquadra l'ampiezza delle relazioni internazionali della RSM sia rimandando a quelle propriamente istituzionali che datano dal 1862 fino all'opera delle reti parallele, nello specifico dell'. Assistendo quindi ad una diffusione in Europa del modello del Piccolo Stato, si affronta il tema delle prospettive che i Piccoli Stati Europei in generale, e la Repubblica di San Marino in particolare, possono aprirsi sia nella relazione con le grandi aggregazioni sovranazionali - prima fra le quali l'Unione Europea - sia con il vicino Stato Italiano.
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Pilia, Michele. "L’adeguatezza dei modelli 231 in relazione alla <i>safety</i> nelle società del settore <i>aviation</i> alla luce della recente interpretazione dell’art. 2638 c.c." Fascicolo 1 | luglio-dicembre 2022, no. 1 (December 8, 2022): 1–21. http://dx.doi.org/10.35948/rdpi/2022.11.

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Abstract:
L’attenzione alla sicurezza, connessa anche ai recenti sinistri relativi agli eventi del caso “Boeing 737 max”, il recente protocollo d’intesa raggiunto tra l’ENAC e la Scuola Superiore della Magistratura, finalizzato ad una maggiore consapevolezza reciproca per portare l’amministrazione della giustizia più vicina possibile alla realtà aviation in cui la stessa si troverà ad operare, e infine il crack Alitalia, hanno imposto un’ulteriore riflessione sulla natura dei problemi afferenti la safety degli aeromobili sia sotto il profilo tecnico (di progettazione, realizzazione o impiego), sia sotto il profilo normativo-giuridico. Questo ha condotto le società operanti nel settore a domandarsi se i loro modelli di raccolta delle segnalazioni e di comunicazione con l’ENAC dovessero essere ripensati, specie in considerazione dell’astratta configurabilità dell’art. 2638 c.c. e del conseguente illecito connesso con l’art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Parole chiave: comunicazioni obbligatorie, enti di vigilanza, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231 &nbsp; The recent attention about the safety related to the aviation incident, expecially the "Boeing 737 max" case, the new memorandum of understanding reached between Ente Nazionale Aviazione Civile (“ENAC”) and the Italian Scuola Superiore della Magistratura aimed at greater mutual awareness to bring the justice’s administration as close as possible to the aviation reality, and eventually the Alitalia’s crack, require further reflection on the aircraft safety from a technical standpoint (design, construction or use) and legal point of view. This has led the aviation’s companies to a rethinking of their reporting policy and their interactions with ENAC, especially in view of the potential configurability of art. 2638 civil code and the consequent offense connected with art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Keywords: mandatory communication, surveillance Authority, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231
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Cassata, Francesco. "Campo gamma. Energia nucleare, Guerra fredda e circolazione transnazionale dei saperi scientifici in Italia (1955-1960)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 235–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa2.

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Abstract:
L'articolo prende in esame il programma di mutagenesi in agricoltura, realizzato dal Comitato nazionale per le ricerche nucleari, a partire dal 1955, attraverso la costituzione di uno specifico sistema tecnologico e sperimentale: il cosiddetto "campo gamma", un campo circolare con al centro un radioisotopo di Cobalto-60. Emettendo raggi gamma, il Cobalto-60 produceva mutazioni genetiche nelle piante collocate in cerchi concentrici attorno alla sorgente. Il campo gamma venne inaugurato nel gennaio 1960 all'interno del Centro studi nucleari della Casaccia, grazie a una fonte radioattiva resa disponibile dal governo statunitense nell'ambito del programma Atoms for Peace. L'articolo analizza, in primo luogo, come la circolazione transnazionale del modello statunitense di mutation breeding sia stata fondamentale nel processo di istituzionalizzazione della genetica agraria in Italia; in secondo luogo, l'articolo dimostra come la costruzione di un immaginario sociotecnologico incentrato sul campo gamma sia stata parte integrante di tale processo di demarcazione scientifico-disciplinare.
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Melis, Guido. "LA CONTINUITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 308–30. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.250.

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Abstract:
"Continuità" e "pausa", sono le parole chiave dell'amministrazione italiana, la prima generalmente prevalente sulla seconda. Ma in più di 150 anni, nonostante la continuità, ci sono state numerose interruzioni. Il modello della Legge Cavour (1853) è stato subito frammentato dalla creazione di uffici speciali, nuove funzioni e servizi collaterali. Il ridotto numero di dipendenti crebbe notevolmente nel tempo. La conoscenza tecnica a volte accompagnava la cultura burocratica dominante. Nacquero le amministrazioni "di guerra"; poi, con il fascismo, il parastato, le corporazioni, la burocrazia del Partito crebbe. Le principali caratteristiche della pubblica amministrazione furono le seguenti: la continuità degli uomini nel passaggio dal regime alla democrazia, ma anche le rotture, come quelle della Cassa per il Mezzogiorno e dell'Ente nazionale idrocarburi (ENI); le innovazioni del centro-sinistra (rottura) contro la tradizione (continuità); i successivi tentativi di riforma contro la resistenza dell'apparato. La continuità vince? Tuttavia, l'Europa, la digitalizzazione e le trasformazioni strutturali degli Stati agiscono come nuove fratture.
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