Academic literature on the topic 'Modello nazionale'

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Journal articles on the topic "Modello nazionale"

1

Casano, Lilli. "Modelli ed esperienze di formazione continua per i lavoratori interinali: una comparazione tra Italia e Francia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 182–94. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126012.

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Abstract:
Questo contributo riguarda l'analisi comparativa dei modelli di regolazione della formazione continua per i lavoratori in somministrazione, concentrandosi in particolare sui sistemi bilaterali adottati in Italia ed in Francia. La specificitŕ del quadro legislativo nazionale ed il modello di governance nei due paesi sono analizzati con una particolare attenzione alle caratteristiche dei mercati del lavoro di riferimento ed ai modelli nazionali di disoccupazione, ai sistemi generali di formazione continua, ma anche al profilo dei lavoratori coinvolti ed ai meccanismi micro-sociali che influenzano il funzionamento dei sistemi.
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2

Betti, Gianni, Maria Luisa Maitino, and Nicola Sciclone. "A che cosa servono i modelli di microsimulazione? Tre applicazioni usando microReg." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2012): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002006.

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Abstract:
MicroReg č un classico modello di microsimulazione, tax-benefit, costruito per la Regione Toscana dall'Irpet. L'obiettivo č quello di garantire al policy maker regionale un adeguato strumento di valutazione e programmazione delle politiche fiscali e di welfare, siano esse attuate a livello nazionale e/o regionale. Diversamente da tutti gli altri modelli di microsimulazione sviluppati nel nostro paese, microReg ha un campo di applicazione multiregionale. Esso fornisce una adeguata base di calcolo, a seguito di un qualche intervento di natura pubblica, dei seguenti aspetti: i) distribuzione dei guadagni e delle perdite fra individui e famiglie; ii) impatto sulle misure di povertŕ e disuguaglianza; iii) differenze nei costi e nei benefici tra le regioni; variazioni di gettito nazionali e regionali. Il lavoro presenta la struttura del modello e tre applicazioni empiriche.
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3

Rusconi, Gian Enrico. "RAZIONALITÀ POLITICA, VIRTÙ CIVICA E IDENTITÀ NAZIONALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no. 1 (April 1994): 3–25. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002267x.

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Abstract:
IntroduzioneLa democrazia ideale è quella che combina funzionalità istituzionale, efficienza economico-amministrativa con il consenso e il lealismo dei cittadini. Quando un sistema democratico realizza queste condizioni ottimali, può dirsi un modello di razionalità politica. Naturalmente le democrazie realmente esistenti sono lontane da questo modello. Molte sono inefficienti nei loro apparati istituzionali, hanno cattive prestazioni amministrative, con pesanti conseguenze economiche e sociali e contraccolpi negativi in termini di consenso. È il caso della democrazia italiana da anni viziata da inefficienze e disfunzionalità che, aggravate da sistematici meccanismi di corruzione, hanno dato luogo a fenomeni di disaffezione civico-politica senza precedenti.
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Pegoraro, Marisa, Maria Pia Zito, Patrizia Galeotti, Alessia Delalio, Francesco Rossi, and Vincenza Guadagno. "Infermieristica Nefrologica: Competenze Assistenziali Generali e Specifiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (March 4, 2014): 42–49. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.860.

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Abstract:
L’articolo esprime la posizione attuale dell’associazione EDTNA/ERCA Filiale Italiana rispetto al dibattito sulle competenze infermieristiche avanzate – o specialistiche - in atto nella comunità medico-sanitaria nazionale. Facendo riferimento al modello ISFOL, come strumento della definizione delle competenze nel mondo del lavoro, nel territorio europeo ed oltre, il modello viene declinato per il mondo sanitario ed ulteriomente capillarizzato per le aree di assistenza infermieristica nefrologica. Il modello riconosce competenze di base, competenze di settore, trasversali e specifiche. Attraverso questo percorso, da generico e a specifico, vengono riconosciute 6 aree specifiche di assistenza nefrologica (ambulatorio, degenza, dialisi peritoneale, emodialisi, area critica, trapianti) ed in ognuna di esse vengono elencate le competenze di pertinenza infermieristica (sapere e saper fare, saper essere). L’elaborato si propone come strumento di riferimento, di confronto e di stimolo per le varie realtà operative nazionale dell’assistenza nefrologica.
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5

Terese Sanci. "Analisi progettuale di politiche nazionali concorrenti dal punto di vista del federalismo." International Journal of Science and Society 4, no. 4 (November 18, 2022): 337–45. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.579.

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Abstract:
Il documento propone un approccio per analizzare la congruenza del disegno di una politica nazionale concorrente con il federalismo. Oltre alla teoria federale, due elementi fondamentali per questa analisi sono la struttura e le categorie di funzionamento. Il primo si riferisce alla struttura formale di un sistema federale e il secondo al suo previsto funzionamento come federalismo. Tale comprensione consente di identificare i tratti distintivi del disegno di politiche nazionali concorrenti in un sistema federale e di costruire un modello di analisi chiamato prospettiva federalista. La tesi argomentata è che in un sistema federale gli enti federati, in quanto parti riconosciute di esso, possono partecipare di diritto al disegno di politiche nazionali concorrenti. Questa partecipazione è fondamentale per definirli federali.
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6

Santuccio, Maria Elena. "La dimensione regionale del teatro italiano: la sicilianità nazionale e l’alternativa pirandelliana." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 101–26. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22354.

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Abstract:
Il discorso nazionale sulla meridionalità diffonde attraverso il teatro verista un modello di sicilianità passionale e tradizionalista. Questo modello integra la sicilianità all’italianità ed è presentato come ‘essenziale’ attraverso la drammaturgia del vero. Utilizzando la ripetizione straniante di elementi strutturali del teatro verista Pirandello contesta l’immagine della Sicilia come luogo di passione e baluardo della tradizione.
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7

Bordogna, Lorenzo. "Auspicata ma poco praticata. L'insufficiente sviluppo della contrattazione di secondo livello in Italia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 172 (February 2022): 665–83. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172011.

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Abstract:
Oggetto dell'articolo è la contrattazione di secondo livello in Italia. Due sono gli aspetti considerati: il rapporto tra contrattazione nazionale di categoria e contrattazione decentrata; la copertura della contrattazione di secondo livello. Circa il primo aspetto, viene sottolineato come, sin dal Protocollo Intersind-Asap del luglio 1962, ad eccezione del periodo tra fine anni '60 e primi '70, abbia sempre prevalso in Italia un modello di "decentramento organizzato", con un ruolo di coordinamento del contratto nazionale di categoria e degli attori nazionali. Questo mo-dello è però minacciato, dopo la riforma del 2009, dalla riduzione delle competenze del contrat-to nazionale in materia retributiva, massimamente depotenziate nel ccnl dei metalmeccanici del 2016, dove ogni possibilità di incremento delle retribuzioni reali è affidata solo ed esclusivamente alla contrattazione decentrata. La seconda parte dell'articolo analizza quindi la persisten-te, limitata diffusione della contrattazione di secondo livello, nonostante generose politiche di incentivazione fiscale dal 2015-2016 e, nel settore metalmeccanico, specifiche clausole del ccnl del 2016, confermate nel 2021. Anche in questo settore la contrattazione aziendale resta l'eccezione e non la norma, in forte contrasto con l'obiettivo dichiarato in un recente documento di Federmeccanica. L'articolo si domanda infine quanto sia realistico un significativo supe-ramento di tali limiti, e se, nel caso, ciò non richieda ulteriori misure rispetto a quelle sperimentate, inclusa una rinnovata riflessione in tema di contrattazione territoriale per le imprese di pic-cole e piccolissime dimensioni, che sono la larghissima maggioranza delle imprese italiane.
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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Abstract:
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Abstract:
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Fanchi, Mariagrazia. "Andare al cinema a Milano. Fra trasformazioni nazionali e specificità locali." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 99–108. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095011.

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Abstract:
Il saggio tratteggia la storia del rapporto fra cinema e pubblici a Milano attraverso quattro affondi che colgono altrettante svolte nell'esperienza degli spettatori del capoluogo lombardo: la costruzione di un modello ‘rilocato' di fruizione del film, durante gli anni '50; l'emergere di un'esperienza crepuscolare del cinema, nella seconda metà degli anni '60; l'affermarsi, alle soglie del nuovo millennio, di un modello di intrattenimento esteso legato alla diffusione dei multiplex; la recente emersione di un'esperienza diffusa del film, sostenuta dalle piattaforme digitali come Netflix e dalla metamorfosi dello spettatore. Quattro momenti che anticipano e contribuiscono a innescare analoghi cambiamenti su scala nazionale.
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Dissertations / Theses on the topic "Modello nazionale"

1

BONFANTI, SILVIA. "L'arbitrato nelle controversie di lavoro: analisi comparata dei modelli nazionale e statunitense." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/222180.

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Abstract:
Il legislatore, negli ultimi anni, ha operato diverse modifiche in materia di arbitrato; tuttavia, le iniziative atte a promuovere i sistemi alternativi di soluzione delle controversie, come strumenti per deflazionare la giustizia statuale e ottimizzare in tal modo l’efficienza del sistema giudiziario, non hanno ottenuto risultati incoraggianti. Nell’ordinamento nazionale si nota, infatti, una chiara prevalenza degli strumenti di composizione giudiziale delle controversie, condotti dal giudice, alla quale si contrappone un’apparente assenza di ADR. Negli Stati Uniti è chiara l’idea che “arbitration is a creature of contract, and the parties themselves, by their submission, define the power of arbitrators”; questo trova sostegno nel fatto che se l’accesso al sistema giudiziario è troppo costoso e insoddisfacente, chi è in grado di scegliere tenderà a sottrarsi al processo, sottoscrivendo clausole compromissorie o compromessi. La soluzione adottata dall’ordinamento statunitense prevede un “multi-door Courthouse”, dove il cittadino può scegliere la strada di risoluzione della lite più consona alle proprie esigenze. La situazione italiana è molto più problematica; certamente la frammentarietà delle disposizioni legislative ha creato una generale sfiducia nei confronti degli strumenti di risoluzione alternativa della lite, a partire dall’arbitrato sino ad arrivare alle ipotesi di mediazione. Le cause più profonde all’origine di tale atteggiamento negativo sono da ricercare innanzitutto nella diversità culturale dei due sistemi. La formazione giuridica dell’ordinamento italiano, civil law, riconosce la realizzazione dei diritti nella sentenza che decide la controversia e vede il ricorso al giudice solo in questa prospettiva. Occorre una trasformazione culturale per provare a concepire la risoluzione delle controversie in un’ottica diversa da quella tradizionale. Tuttavia, se si vuole che lo strumento alternativo contribuisca a realizzare una nuova cultura giuridica, occorre che ogni aspetto delle procedure di ADR avvenga nel contraddittorio tra le parti e nel rispetto dei fondamentali principi di giustizia. Le garanzie che queste forme alternative di soluzione della lite offrono dovrebbero essere le stesse che il processo ordinario garantisce alle parti, così da poter affermare che al diritto ad un equo processo corrisponde il diritto ad un “equo arbitrato”. In particolare, due sembrano essere le garanzie che, anche nel sistema americano, assumono un forte rilievo: esse sono quella del contraddittorio e quella dell’imparzialità dell’arbitro. Le ADR, nello specifico l’arbitrato, non rappresentano sicuramente la panacea per tutti i mali della giustizia italiana; costituiscono, però un passo verso la giusta direzione che potrebbe condurre ad una vera e propria riforma del sistema processuale nazionale. Il presente lavoro si prefigge, pertanto, l’obiettivo di affrontare lo studio dell’arbitrato nell’ordinamento nazionale e statunitense, focalizzando l’attenzione, nel primo capitolo, sull’evoluzione giuridica dell’istituto; si vedrà, come in passato, il ricorso all’arbitrato in materia di lavoro è sempre stato piuttosto teorico, in quanto, come ricordava Gino Giugni “intorno al sindacato si era formata, negli anni precedenti alla riforma (del processo del lavoro), una grande lobby forense, che ha sempre avversato l’arbitrato”. La sostanziale inutilizzazione dell’istituto è derivata essenzialmente, oltre che dal monopolio sindacale dei casi nei quali poteva espletarsi, anche dalla facoltà delle parti di rivolgersi in ogni caso al giudice e, soprattutto, dall’impugnabilità giudiziale del lodo per violazione delle disposizioni inderogabili di legge e di contratti collettivi (previsione questa, dettata dapprima dall’art. 5, co. 2 e 3, della l. 533 del 1973 e, dopo la sua abrogazione ad opera dell’art. 43, co. 7, d.lgs. 80/1988, dai contratti collettivi). La rivitalizzazione dell’istituto ha inizio con l’eliminazione del monopolio sindacale attraverso la previsione legale di varie forme arbitrali e della limitazione dell’impugnabilità del lodo ai soli casi di cui all’art. 808-ter cod. proc. civ. (che esclude la possibilità di denunziare al giudice la violazione delle regole legali e collettive relative al merito della controversia). Nel secondo capitolo, verranno trattate le principali tematiche e criticità del modello risolutivo nazionale, con particolare attenzione alle novità connesse alla clausola compromissoria, all’ipotesi di arbitrato obbligatorio ed alle problematiche correlate alla facoltà consentita alle parti di scegliere l’equità, come criterio di giudizio. Si vedrà, infatti, che alla luce delle modifiche introdotte dal Collegato Lavoro, in relazione alle materie di cui all’articolo 409 cod. proc. civ., le parti contrattuali (ove previsto da accordi interconfederali o contratti collettivi di lavoro stipulati dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, o, in assenza di essi, secondo quanto attuato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali con proprio decreto) possono pattuire clausole compromissorie di cui all’articolo 808 cod. proc. civ., che rinviano alle modalità di espletamento dell’arbitrato, di cui agli articoli 412 e 412-quater. Non mancherà l’analisi delle critiche, anche veementi, sollevate da parte della dottrina circa i dubbi di legittimità costituzionale delle nuove disposizioni (in relazione alle varie norme che tutelano il lavoro in modo inderogabile, artt. 3, 4, 41, 97 Cost., ed altre), risultando evidente il tentativo di comprimere lo spazio di esercizio della giurisdizione e di dirottare la tutela di quei diritti verso forme di giustizia privata, ignorando il disequilibrio, quanto a poteri giuridici e mezzi economici, tra datore di lavoro e lavoratore. La stessa Associazione nazionale magistrati, il 5 marzo 2010, espresse forti perplessità, ritenendo “preoccupante” l’intento che traspare dalla legge 183 del 2010 di mortificare il ruolo del giudice del lavoro. A sua volta l’Organismo unitario dell’avvocatura osservò che, con il provvedimento in esame, si confonde la necessità di rendere i tempi della giustizia più celeri con la riduzione degli spazi di tutela del cittadino. Alcuni commentatori si concentrarono anche sul tema dell’utilità effettiva dell’istituto, osservando che “l’arbitrato, nelle varie forme, dovrebbe “deflazionare” il ricorso al giudice del lavoro sul quale, è bene ricordarlo, gravano, in forte misura, le c.d. “cause previdenziali”, non toccate dalla attuale riforma. La materia dei licenziamenti resta fuori dalla procedura arbitrale che può riguardare soltanto altri aspetti del rapporto di lavoro. Tutto questo, seppur apprezzabile nello spirito, necessita della volontà delle parti: se questa non c’è (e ne è una dimostrazione l’art. 5 della legge n. 108/1990 che prevede, dopo il mancato accordo, la possibilità, di chiedere per il licenziamento nelle imprese sottodimensionate alle quindici unità, la costituzione di un collegio arbitrale), non c’è niente da fare. Diverso è, invece, il discorso relativo ai collegi arbitrali irrituali, ex art. 7 della legge n. 300/1970, che, in questi quaranta anni, hanno trovato piena agibilità presso le parti ed hanno contribuito a risolvere, in maniera equa e veloce, una serie di vertenze di natura disciplinare”. In quest’ultimo caso, però il successo dell’istituto si ricollega alla peculiarità delle regole procedurali che stabiliscono la sospensione dell’efficacia della sanzione disciplinare o la sua definitiva inefficacia, in relazione al comportamento ostativo alla procedura arbitrale del datore di lavoro. Si esaminerà, anche il dibattito dottrinale relativo all’istituto legale della nuova clausola compromissoria, a fronte dei rilievi pervenuti, come noto, dal Presidente della Repubblica, che aveva rinviato al Parlamento il disegno di legge, censurando, nello specifico, la disciplina dell’arbitrato e della clausola compromissoria. Tali rilievi mantengono la loro immutata attualità anche all’esito delle limitate modifiche governative successivamente apportate al provvedimento (quali il divieto di sottoscrizione della clausola compromissoria prima della conclusione del periodo di prova, ove previsto dal contratto, o prima del decorso di trenta giorni dalla data di stipulazione del contratto di lavoro, l’esclusione della possibilità che la clausola compromissoria riguardi le controversie relative alla risoluzione del rapporto di lavoro); “la introduzione nell’ordinamento di strumenti idonei a prevenire l’insorgere di controversie ed a semplificarne ed accelerarne le modalità di definizione può risultare certamente apprezzabile e merita di essere valutata con spirito aperto, ma occorre verificare attentamente che le relative disposizioni siano pienamente coerenti con i principi della volontarietà dell’arbitrato e della necessità di assicurare una adeguata tutela del contraente debole, (...) principi costantemente affermati in numerose pronunce dalla Corte Costituzionale” in relazione “al fondamentale principio di statualità ed esclusività della giurisdizione (art. 102, primo comma, della Costituzione) e al diritto di tutti i cittadini di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi (artt. 24 e 25 della Costituzione)”. Ci si focalizzerà, poi, sugli ulteriori motivi di perplessità rinvenuti nell’analisi della novella del 2010, che riguardano la possibilità che la clausola compromissoria possa comprendere anche la richiesta di decidere secondo equità (anche se oggi, all’esito delle modifiche al disegno di legge originario, il ricorso all’equità è consentito nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento e dei principi regolatori della materia, inclusi quelli derivanti da obblighi comunitari). Nel terzo ed ultimo capitolo si affronterà lo studio dell’arbitrato americano, riprendendo alcuni temi comuni all’arbitrato italiano, quali, a titolo esemplificativo, la nascita dell’employment arbitration che si lega alla sorte delle organizzazioni sindacali americane e dell’istituto del labor arbitration. Verrà, altresì, trattata la problematica relativa all’arbitrato obbligatorio ed alla vincolatività della clausola compromissoria con particolare attenzione a quanto fu stabilito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Gilmer. Nel prosieguo del capitolo verranno, poi, esaminate le problematiche relative alla complessità ed allo spazio attribuito al controllo giurisdizionale dei lodi arbitrali ed ai motivi di impugnazione previsti dal Federal Arbitration Act (FAA). Si evidenzierà quanto, nell’ordinamento americano, sia preferibile l’utilizzo di meccanismi di risoluzione delle controversie, perché più rapidi, concreti e meno costosi, rispetto alle procedure giudiziali. Lo studio, quindi, proverà a dimostrare che l’esigenza di una maggiore flessibilità rappresenta un’idea riformatrice certamente percorribile, la cui realizzazione, però non potrà essere affidata in modo prevalente a meccanismi di conciliazione e risoluzione equitativa delle controversie. Verranno, altresì, confermate le evidenti difficoltà di trasposizione dei rimedi americani nell’ordinamento italiano, a causa della frammentarietà della normativa italiana, della differente cultura giuridica, ma soprattutto dell’insuperabile diffidenza sviluppatasi nei confronti dell’uso “di strumenti alternativi” al processo.
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Moscheni, Caterina <1992&gt. "La Fondazione Teatro della Pergola. Verso un modello innovativo di gestione per un Teatro Nazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9333.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi tratta dell’evoluzione che ha portato il Teatro della Pergola ad acquisire il ruolo e lo status di Teatro Nazionale. Lo storico teatro fiorentino ha infatti subito nel tempo numerose trasformazioni. Da teatro melodrammatico fondato dall’Accademia degli Immobili, a punto di riferimento della prosa italiana dei grandi attori, da palcoscenico gestito dall’ETI e ambito da tutte le più importanti compagnie del Secondo dopoguerra a Fondazione di partecipazione pensata per rinnovare e dare nuova linfa a quella che a Firenze è sempre stata un’istituzione in campo culturale. Oggi il Teatro della Pergola è diventato (in seguito all’unione con il Teatro Era di Pontedera) Teatro della Toscana e punta a rappresentare un nuovo modello. In questa sede in particolare sono analizzati ed esaminati lo stile di gestione e il passaggio della Pergola da teatro di ospitalità a teatro di produzione. La direzione del Teatro ha scelto di attuare questo progetto in modo da garantire varietà e pluralità a livello artistico, puntando sulla tradizione, sull’innovazione ed in particolare sulla formazione, non solo delle maestranze tecniche e artistiche specializzate, ma dello stesso pubblico e della cittadinanza. La Pergola infatti si propone oggi come teatro di riferimento a livello territoriale e come punto di incontro culturale caratterizzato anche da un ruolo sociale.
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Angelini, Thomas. "Un sistema di reportistica per l’analisi delle gare d'acquisto dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25367/.

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Abstract:
Il lavoro di questa tesi si prefigge molteplici scopi. Il primo obiettivo è sicuramente la realizzazione per l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di un report in ambito gestione delle Gare di Acquisti. Un secondo obiettivo non meno importante per l'ente è quello di ripercorrere i passi progettuali che portano alla creazione di un modello multidimensionale a partire dallo studio di sorgenti dati pregresse e la loro conseguente reingegnerizzazione. Altro elemento fondamentale è costituito dalla documentazione di progetto della quale l'ente è carente, soprattutto in relazione a vecchi applicativi che sono ora in fase di refactoring. Fondamentali sono i passaggi di reverse engineering della struttura dati che hanno permesso di prendere in considerazione dipendenze e criticità che non erano emerse prima in altre sedi. Infine, si traggono conclusioni sul lavoro svolto e si delinea un percorso futuro. Nel primo capitolo vengono riproposti i principali concetti e le tematiche tipiche della progettazione multidimensionale e dell'ambito dei data warehouse utilizzati nel progetto. Nel secondo vengono presi in considerazione alcuni elementi del panorama tecnologico attuale dal punto di vista degli strumenti di Business Intelligence valutati in base ad alcuni criteri di preferenza dell'ente. Nel terzo si propone l'analisi dei requisiti approfondita sul dominio dei dati e su caratteristiche peculiari dell'ente che introducono vincoli tecnologici. Nel quarto e quinto capitolo viene affrontata la vera e propria progettazione multidimensionale partendo dall'estrapolazione di un modello E-R, passando per la modellazione dello schema DFM, fino ad arrivare alla generazione del report finale. Infine, vengono riportate alcune Conclusioni inerenti al lavoro svolto e l'impatto che lo stesso ha avuto nel processo di analisi, progettazione e sviluppo all'interno della Direzione dei Servizi Informativi dell'INFN.
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Antonucci, Francesco. "Il modello LANCA per la valutazione dell'impatto antropico sulla qualità del suolo: studio della variabilità a livello nazionale in Italia e Germania." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22083/.

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Abstract:
Il lavoro di laurea è inteso come una valutazione del modello LANCA, usato per valutare gli impatti dovuti al cambiamento di uso del suolo. Il modello fa uso di coefficienti di impatto, o meglio, di fattori di caratterizzazione (CF), che esprimono l’impatto specifico per tipo di uso del suolo e per superficie cambiata rispetto a una condizione di riferimento naturale. Il modello prevede dei CF di default calcolati a base nazionale. L’ipotesi è che l’uso di CF di default calcolati su base nazionale sia meno precisa di CF basati sulla classificazione FAO di Zone Globali Ecologiche (ecozona), oppure di altri fattori morfologici. Per testare l’ipotesi si è allestito un confronto tra i CF relativi alla categoria di impatto Land Use del modello LANCA per due nazioni, Italia e Germania, rappresentativi di diverse ecozone. Sono stati calcolati quindi i CF a livello nazionale e i CF sito specifici, nella misura di circa 30 per nazione in maniera random in maniera tale che i CF ricadano in ecozone comuni alle due nazioni. Quindi sono stati calcolati diversi parametri statistici quali Media, Moda, Varianza delle nazioni ed è stata colta la correlazione dei valori di CF in relazione alla ecozona e alla posizione precisa del punto di campionamento. È stata messa in risalto la varianza tra valore di CF nazionale e valori di CF precisi all’interno della stessa nazione e tra nazioni. Dal lavoro svolto, si è ottenuto che la popolazione dei dati di CF calcolata su base nazionale (attuale valore di default) sia rappresentativa solo nel CF Physicochemical filtration reduction potential, mentre nei restanti CF non lo è. Questi risultati avvalorano l’ipotesi di lavoro, ovvero che i fattori di caratterizzazione dovrebbero essere tabellati per ecozone, tenendo conto della pendenza dei versanti (LS), piuttosto che su base nazionale.
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5

Dambone, Sessa Sebastian. "Analisi dell'accumulo elettrochimico ad alta temperatura per l'integrazione delle fonti rinnovabili nella rete di trasmissione nazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422777.

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Abstract:
This PhD thesis analyses the compatibility of large scale installations of the Na-beta technology for electrochemical stationary storage of electrical energy in the high voltage network, in order to support the electrical system in the management of the renewable energy sources. The reliability, the safety and the environmental compatibility of the two Na-beta batteries, i.e. the sodium-nickel chloride and the sodium-sulphur ones, were deeply analysed by means of detailed risk analysis. Moreover, an innovative modelling approach based on matrixes is presented for sodium-nickel chloride technology, which could be easily extended to the sodium-sulphur batteries, considering the similarities of these two technologies. Furthermore the presented modelling approach was validated by comparing the electrical model results with experimental measurements carried out in collaboration with Terna (the Italian Transmission System Operator) in the ENEA laboratories in Rome. A 7.8 kW module was tested and the agreement between measurements and the model results was very good.
In questa tesi viene analizzata la compatibilità  della tecnologia di accumulo elettrochimico stazionario dell'€energia elettrica nota come Na-beta per installazioni su larga scala sulla rete elettrica di trasmissione allo scopo di supportare il sistema elettrico nella gestione delle problematiche relative alla sempre maggiore penetrazione di fonti di energia rinnovabile sulla rete. Dettagliate analisi di rischio sono state condotte in collaborazione con le aziende produttrici sulle due tipologie di batterie Na-beta, ovvero quella sodio-cloruro di nichel e quella sodio-zolfo per valutare l'€affidabilità nell'esercizio, la sicurezza per le persone e la compatibilità ambientale. Viene inoltre presentato un approccio di modellizzazione matriciale innovativo per la tecnologia sodio-cloruro di nichel, facilmente estendibile alle batterie sodio-zolfo date le caratteristiche molto simili delle due tecnologie. Il modello realizzato, di tipo elettrico, è stato validato mediante confronto dei risultati con misure sperimentali effettuate in collaborazione con Terna nei laboratori ENEA di Roma su di un modulo da 7,8 kW, dando un'€ottima concordanza sia in regime permanente che transitorio.
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Colla, Piero Simeone. "L'héritage impensable. Conscience historique et technologies de l'identité dans la réforme éducative en Suède (1946-1980)." Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0020/document.

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Abstract:
Les réformes qui affectent le système d’enseignement suédois de 1945 à 1980 ont abouti à unifier ses structures et son discours au nom de l’égalité et de l’utilité collective. Le réductionnisme instrumental propre à d’autres champs de la construction de l’État-providence investit alors la sphère de l’accès au savoir : légitimation des méthodes par la science, explication des objectifs, rationalisation des outils de programmation et de formation des agents... Le ralliement de l’école à un « modèle » suédois d’hygiène sociale est ici examiné à travers son impact sur les cadres sociaux de la mémoire culturelle. L’accent est mis sur la manière dont la codification du relativisme et la formalisation d’une approche non biaisée des sujets d’enseignement affectent l’autorité du canon pédagogique, en précipitant sa crise. À cette fin, l’évolution du cadre codifié de l’enseignement de l’histoire, l’évolution vers un programme interdisciplinaire pour les humanités et la structure des manuels scolaires d’histoire, font l’objet d’un suivi systématique.La seconde partie de l’étude est consacrée à la manière dont la subordination de la relation éducative à l’intérêt social qu’elle est censée servir se construit, paradoxalement, en tant que régime de vérité. Au nom de son statut émancipateur, l’institution scolaire est appelée à investir le terrain de la formation du sentiment individuel de responsabilité – de la vie de couple à l’éducation correcte des enfants. L’injonction de conformité et de discipline que cet enseignement véhicule, oriente la relation maître/élève vers un tiers symbolique immanent : l’actualisation de valeurs « suédoises », ou prétendues telles. Les enjeux imaginaires de l’introduction de méthodes participatives à l’école et de l’accueil des enfants d’immigrés, entre 1970 et 1980, et l’émergence ultérieure de deux impératifs sociaux – le « devoir » des adultes d’influencer les enfants, et le devoir social de « former » les parents – sont examinés dans cette optique
The reshaping of the Swedish education system from 1945 to 1980 led to a unification of its structures and discourse in the name of equality and the common good. The instrumental reductionism inherent in the construction of the welfare state was thus extended to the sphere of access to knowledge: scientific validation of the methods used, explanation of the objectives, rationalisation of planning and training tools, etc. The thesis examines the alignment of the school system with a Swedish “model” of social hygiene through its impact on the social frameworks of cultural memory. It focuses on how the codification of relativism and the formalisation of an unbiased approach to the subjects taught impact on the authority of the pedagogical canon, while accelerating its crisis. To this end, the formal framework of history teaching, the shift to a trans-disciplinary curriculum for humanities and the changing focus of history school-books are analysed systematically.The second part of the study focuses on how the subordination of the teaching relationship to the social purpose it was supposed to serve was imposed, paradoxically, as a truth regime. In the name of their emancipatory role, schools were now required to help foster an individual sense of responsibility – whether in the area of married life or with regard to the “correct” way of raising children. The requirement for conformity and discipline reflected in this teaching would shift the teacher/pupil relationship towards an immanent symbolic third: the implementation of “Swedish” (or supposedly Swedish) values. The imaginary challenges involved in introducing a participatory approach in schools and welcoming the children of immigrants between 1970 and 1980, and the subsequent emergence of two social imperatives – the “duty” of adults to influence their children, and the social duty to “train” the parents – are examined in this light
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Paganin, Alice. "Modelli di ottimizzazione per l'analisi dello sviluppo di un pallet network nazionale: il caso OneExpress." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Sono stati sviluppati dei modelli di ottimizzazione per la modellazione del pallet network dell'azienda di trasporti OneExpress, composta da affiliati sparsi in tutto il territorio nazionale e tre hub. Ogni affiliato quotidianamente consegna la merce ad un hub, dove viene smistata e caricata sul truck dell'affiliato che la porta a destino. I Location-Allocation Problem sviluppati minimizzano i costi totali di distribuzione, composti da due contributi: i costi di handling e i costi di trasporto. Essi permettono di supportare le decisioni strategiche allocando la domanda ai vari hub, bilanciando il network e valutando l'apertura di nuovi hub in posizioni strategiche considerando i vincoli sulla capacità massima degli hub, il soddisfacimento della domanda, i costi di movimentazione della merce e i costi di trasporto sostenuti dagli affiliati. Attraverso l'analisi multi-scenario del Strategic Flow Location Model che è stata condotta è stato possibile valutare la scalabilità del network al variare della domanda e la saturazione degli hub, valutando incrementi di capacità. L'allocazione effettuata dal modello permette di ottenere un risparmio del 9% rispetto all'as-is, che potrebbe aumentare se si incrementa la capacità degli hub attuali. Le analisi condotte attraverso lo Strategic Location-Allocation Model hanno permesso di valutare la convenienza ad aprire nuovi hub al variare della domanda, sia uniforme che localizzata e valutare la loro ubicazione. Infine, è stato sviluppato l'Operational Order Allocation Model a supporto della gestione operativa: permette di individuare l'hub di destinazione di ogni ordine tra due affiliati.
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Berterame, Fabio Gerardo. "Evoluzione spazio-temporale dell'impronta idrica delle principali colture per il territorio nazionale italiano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La maggior parte dell’utilizzo umano delle risorse idriche viene impiegato per sostenere la produzione agricola. Nell'era del cambiamento climatico, la nozione di contenuto d’acqua virtuale (VWC), ossia la quantità d’acqua dolce utilizzata per la produzione di una merce alimentare, è uno strumento efficace per studiare il legame tra cibo e risorse idriche in funzione del clima, del suolo e delle pratiche agricole. Questo studio propone di identificare il contenuto d’acqua virtuale di alcune delle principali colture (grano, mais e riso) per il territorio nazionale italiano, considerando un periodo temporale a breve-medio termine. Il calcolo del VWC è ottenuto utilizzando tre modelli di simulazione climatica con una risoluzione spaziale di 25 km. Per le stime dei rendimenti colturali, variabili a scala regionale, è stato considerato uno scenario emissivo RCP 4,5. In questo studio sono inoltre considerati modelli di resa basati sull’utilizzo di specifici fertilizzanti (produttori di CO2), tali da stimolare la produzione delle colture cercando di compensare le componenti sfavorevoli provocate dai cambiamenti climatici. I risultati mostrano una forte eterogeneità spaziale dei valori di VWC a scala subnazionale e sono fortemente influenzati dai modelli di resa. Questa informazione dimostra che il VWC è strettamente influenzato dalle pratiche agricole; fornendo quindi un utile riferimento per adottare strategie per ottimizzare la gestione della risorsa acqua. L’evoluzione temporale delle stime di VWC evidenzia il mais quale coltura per cui è previsto un incremento maggiore del contenuto d’acqua virtuale dal 2000 al 2050 (27,6%); la coltura per cui si registra un incremento minore è il riso (8,4%), mentre le stime future prevedono un incremento medio per il grano (10,6%). Considerando l’utilizzo di fertilizzanti emettitori di CO2 nei modelli di simulazione di resa, si osserva un generale decremento dei valori di VWC per grano e riso.
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Conti, Luisa. "Interazione dialogica interculturale on-line. Sviluppo di un modello riflessivo. Webbasierte interkutlurelle dialogische Interaktion. Entwicklung eines reflexiv-orientierten Modells." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421726.

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Abstract:
Goal of this dissertation is to discuss the possibility of using the web for projects of intercultural dialogue. But what is intercultural dialogue? This work tries to give a scientifical definition of it, through an intensive, multi- and interdisciplinary theoretical discussion which focus on following complex concepts: communication, dialogue, culture and intercultural dialogue as well as identity. Of particular interest is this work for scientists but also for practicioners, which deal with the conceptualization or facilitation of dialogical projects.
Questo lavoro nasce nell'ambito della comunicazione interculturale e assume nel suo percorso prospettive proprie della pedagogia interculturale, nutrendosi inoltre di ricerche originate in ulteriori settori disciplinari (in particolare: psicologia, sociologia, linguistica). La multidisciplinarità che caratterizza questa tesi e che in alcuni passaggi si trasforma in una vera e propria interdisciplinarità, permette un'analisi sfaccettata e il più possibile completa del suo oggetto. Al centro della ricerca si trova l'interazione dialogica, l'interazione cioè che ruota intorno allo sviluppo del sé tramite l'esperienza dell'altro. Di particolare interesse è per questo studio l'aspetto interculturale che può venire a caretterizzare tale interazione, aumentando la sua complessità a vari livelli. Imprescindibile si delinea dunque l'approfondimento degli ambiti teorici legati al concetto di comunicazione e a quello di cultura. Alla complessità del processo comunicativo viene dedicata la prima parte della tesi, il cui obiettivo è quello di discernere le diverse variabili che lo influenzano per poterle così analizzare. Il significato di cultura e interculturalità vengono invece discussi nella seconda parte del lavoro, permettendo così di specificare e delineare il significato di interazione dialogica interculturale. L'esplorazione di questo concetto svela la sua fragilità processuale, rendendo così evidente la necessità di creare un ambiente adatto al suo svolgimento, trasformando l'interazione dialogica, in maniera più o meno esplicita, in un percorso di apprendimento riflessivo. L'ideazione e lo svolgimento di progetti didattici orientati alla realizzazione di tali interazioni diventano dunque focus del lavoro di ricerca, il cui campo viene precisato ulteriormente scegliendo il web come campo d'azione. Nella terza e ultima parte della tesi vengono così discusse le variabili che lo rendono uno spazio potenzialmente adatto ad ospitare tali esperienze. Le peculiarità del gruppo di riferimento e i suoi possibili obiettivi dialogici specifici, la figura plurifunzionale del moderatore, la creazione di un'atmosfera di fiducia e l'offerta tecnologica attuale sono tra le dimensioni elaborate che si vengono a incrociare nelle diverse fasi del processo, dalla sua ideazione fino alla valutazione.
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Famoso, Daniele Antonino. "Sviluppo di un sistema GIS e Webgis a supporto delle attività di bonifica del sito di interesse nazionale di Biancavilla." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3861.

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Abstract:
In seguito al rilevamento di un cluster di casi di mesotelioma nella città siciliana di Biancavilla, che si trova alle pendici del vulcano Etna, sono stati effettuati studi epidemiologici ad hoc e monitoraggi ambientali per evidenziare il ruolo e l eziologia di una fibra asbestiforme presente in una cava di pietra. Una dettagliata analisi chimica di anfiboli contenuti in questo materiale ha permesso la scoperta e l'individuazione di una nuova fibra: la fluoroedenite (NaCa2Mg5 (Si7Al) O22F2). Si è potuto constatare che la fluoroedenite rappresenta un probabile agente cancerogeno, responsabile del mesotelioma pleurico maligno riscontrato a Biancavilla. Oltre al rischio di mesotelioma, nei residenti di Biancavilla si è mostrato un significativo aumento della mortalità da malattia polmonare cronica ostruttiva, che è stato particolarmente evidente tra le donne. Alla luce di questi risultati, Biancavilla è entrato nella lista dei siti di interesse nazionale (SIN). La prima azione di bonifica ha coinvolto preventivamente l attività della cava, la copertura con asfalto delle strade già realizzate con materiali locali e la rimozione delle fonti di polvere nella zona urbana. Obiettivo del presente lavoro è stato lo studio dei dati acquisiti nei monitoraggi ambientali svolti tra il 2004 ed il 2005 nel territorio pedemontano. A tal fine, si è reso necessario sia rappresentare e gestire in modo opportuno i dati ottenuti dai monitoraggi ambientali delle fibre asbestiformi mediante piattaforme GIS e Web GIS, che analizzare gli stessi dati mediante modellazione statistica in modo da evidenziare le variabili esplicative fondamentali le quali permettono di comprendere le eventuali relazioni tra le variabili indipendenti (dati meteoclimatici), con le variabili dipendenti quali le concentrazioni di fibre di fluoroedenite riscontrate nelle diverse stazioni di monitoraggio.
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Books on the topic "Modello nazionale"

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Italy) Convegno "Europa sociale. Problemi e prospettive" (2003 Rome. Europa sociale: Modello continentale e modello anglosassone a confronto : Convegno nazionale, Roma, 18-19 novembre 2003. Roma: Ediesse, 2004.

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Sturzo", Istituto "Luigi, ed. Fanfani e la casa: Gli anni Cinquanta e il modello italiano di welfare state : il piano INA-Casa. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2002.

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Lodetti, Romolo. Corpo umano ed etica: Un modello strutturale immanente e trasce[n]dente, apre l'armonia della coscienza ad una società trans-nazionale. Roma: Edizioni dehoniane, 1998.

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Cricchio, Salvatore. L'impresa come momento di origine e di diffusione di fenomeni macroeconomici: Un modello di programmazione aziendale in sintonia con la programmazione nazionale. Milano: Giuffrè editore, 1989.

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Bonora, Paola. Orfana e claudicante: L'Emilia "post-comunista" e l'eclissi del modello territoriale : progetto nazionale di ricerca I sistemi locali nei processi di sviluppo territoriale. Bologna, Italia: Baskerville, 2003.

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Convegno nazionale dell'Apostolato biblico (3rd 1994 Rome, Italy). Il popolo di Dio incontra la Bibbia: Un modello significativo, la "lectio divina" : atti dei III Convegno nazionale dell'Apostolato biblico, Roma 22-23 aprile 1994. Torino: Editrice Elle Di Ci, 1995.

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La società europea: Fonti comunitarie e modelli nazionali. Torino: G. Giappichelli, 2011.

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Stereotipi nazionali: Modelli di comportamento e relazioni in Europa. Napoli: Liguori, 2002.

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Montanari, Arianna. Stereotipi nazionali: Modelli di comportamento e relazioni in Europa. Napoli: Liguori, 2002.

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10

I confini dell'identità: Teorie e modelli di nazione in Italia. Roma [etc.]: GLF editori Laterza, 2005.

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Book chapters on the topic "Modello nazionale"

1

Mastronardi, Luigi. "Introduzione." In Studi e saggi, 9–14. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-168-6.01.

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Abstract:
The present chapter introduces the concepts and the issues about Italian inner areas, as defined by the Strategia nazionale per le Aree Interne (National Strategy for Inner Areas – SNAI). In particular, it focuses on a new enterprise model called Community-based cooperatives; they play a fundamental role in the regional development process, from economic, social and environmental points of view. Finally, the key elements of these new cooperatives are highlighted.
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2

Trombone, Antonella. "Analisi della struttura e del modello concettuale di RDA – Resource description and access." In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 287–91. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1611.

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3

Funari, Maura. "Archivi istituzionali ad accesso aperto. Un modello per il consiglio regionale della Regione Umbria." In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 195–96. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1409.

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4

Balboni, Paolo E. "13 • Modelli di formazione dei docenti." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/013.

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Abstract:
La funzione dell’insegnante è cambiata nel tempo: come fonte di lingua corretta è stato sostituito dai sussidi e dalle fonti multimediali, ha perso il ruolo di ipse dixit, è un giudice ma non è più monocratico e incontestabile: è diventato il regista di quello che Bruner chiama Language Acquisition Support System, non una persona ma un sistema complesso: manuali, supporti multimediali, scambi internazionali, esperienze tandem ecc. Ho contribuito a diffondere questa visione del docente, impegnandomi come formatore dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere, ma soprattutto, nel 2020-21, a seguito della pandemia, proponendo di capovolgere la formazione, cioè arrivare al flipped training dei docenti di educazione linguistica.
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5

Pitingaro, Serafino, and Silvia Corsini. "1 • I contratti di rete: un’analisi descrittiva attraverso i dati del Registro Imprese." In Osservatorio Nazionale sulle reti d’impresa 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-574-2/001.

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Abstract:
The recession caused by the COVID-19 pandemic has only partially limited the propensity of entrepreneurs to activate integration initiatives and collaboration strategies through network contracts. Since the beginning of the year, many companies have been able to gradually restart by networking, and to recover part of the losses accumulated during the lockdown. Now that the indicators show strong economic growth, it is necessary to improve the measures that can favor the transition of spontaneous mechanisms of collaboration towards stable and organized aggregation models between companies, especially in the context of production chains.
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La Rotonda, Carlo, Lupo Arianna, and Laura Pilone. "8 • Startup in rete." In Osservatorio Nazionale sulle reti d’impresa 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-574-2/008.

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Abstract:
Innovative startups represent a dynamic and growing phenomenon in Italy, with goals and characteristics consistent with business networks. In fact, the network contract is a flexible organizational model that supports business development and transformation and can be the natural dimension in which startups become more competitive and scale the market. The first part of the chapter presents the quantitative data on startups involved in business networks, while the second part highlights the results of the 2021 Survey. This survey includes a section of questions dedicated to startups, using the case study method.
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Proto, Antonio. "4 • L’evoluzione delle relazioni banche-reti." In Osservatorio Nazionale sulle reti d’impresa 2021. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-574-2/004.

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Abstract:
The firms network model is an important form of aggregation and cooperation for small and medium-sized enterprises which can improve their access to credit. Banks also are now considering networks as an opportunity, both in marketing terms and for risk control. The 2021 survey confirms the results of the 2019 survey: the number of networks that have improved their access to credit is increasing, but few are those that use dedicated loans and services, while the importance of a dedicated figure to manage banks relationships is confirmed.
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Orazi, Laura. "Identità nazionale e lingua: politica linguistica e pianificazione linguistica nell'Ucraina sovietica interbellica." In Eurasiatica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-382-3/008.

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Abstract:
The article highlights the importance of the interwar period for the development of the Ukrainian language in contemporary Ukraine. It briefly summarizes the main trends in language policy in the 1920s and 1930s, then focuses on the approach to the activity of language planning in the so-called Ukrainization period (1925-1932). It is stressed that the relationship between language and nation, and language and identity, influenced by the German model of nation, is crucial not only to understanding the normalization activity in the 1920s, but also for contemporary developments in the fields of language policy and language implementation.
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Conference papers on the topic "Modello nazionale"

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Ortolani, Chiara. "Morfologia urbana, trasporti, energia: indicatori di impatto." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7910.

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Abstract:
La mobilità svolge un ruolo vitale per il mercato interno, per l’occupazione e, più in generale per la qualità della vita dei cittadini. Rivolgendo l'attenzione al contesto mondiale, europeo e nazionale si vede come sia divenuta una necessità sempre crescente: la mobilità media per persona in Europa, misurata in passeggeri-chilometro per abitante, è aumentata del 7% tra il 2000 e il 2008 e si prevede che nel 2050 i passeggeri-km nell’Europa OECD saranno il doppio rispetto al 2000. Per ciò che riguarda il trasporto merci la domanda ha continuato a crescere oltre il PIL negli ultimi dieci anni (EC, 2011). L’attuale modello di trasporto è basato però sull'uso dei combustibili fossili e sul predominio del trasporto su strada, sia per le merci che per i passeggeri (EC, 2011) e inoltre una larga parte della mobilità oggi esistente potrebbe essere evitata (McLellan & Marshall, 1998). Di conseguenza, tale modello è responsabile del 23% dell’energia consumata in Europa. Circa i tre quarti dipendono dal trasporto su strada (IPCC, 2007) e il consumo energetico, in questo settore, si stima che aumenterà circa dell’80% entro il 2030. In conseguenza del fatto che l’energia consumata in questo settore proviene per il 96% dal petrolio e dai suoi derivati (IPCC, 2007; EC, 2011) questo stesso è responsabile di elevate emissioni di CO2 e altre sostanze clima-alteranti, dell'aumento della temperatura e di rilevanti problemi di salute nelle popolazioni esposte (U.S. EPA, 2010). La forte dipendenza dal petrolio potrebbe inoltre portare a conseguenze severe sulle possibilità di approvvigionamento di merci e spostamento dei cittadini, sulla sicurezza economica e la competitività globale ed europea nei decenni futuri (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). La maggior parte degli spostamenti sono interni alle aree urbane e, per il settore dei trasporti, queste sono le aree che influiscono di più sui cambiamenti climatici e sui consumi energetici globali. La città può essere assimilata ad un organismo (Samaniego & Moses, 2008) e gli spostamenti che si compiono in essa, affinché siano efficaci, devono avvenire attraverso una rete che rappresenti una configurazione ordinata di relazioni -o connettività- (Capra, 1996) che implica una certa forma, una struttura definita (con il rispettivo schema) e uno o più processi specifici (Samaniego & Moses, 2008). Le caratteristiche che osserviamo oggi negli organismi sono il risultato di milioni di anni di evoluzione verso l’ottimizzazione delle strutture: minimizzazione dell’energia spesa per la distribuzione delle risorse e massimizzazione del rendimento. Tendono quindi a minimizzare il loro grado di entropia. Per arrivare ad una configurazione del tessuto connettivo urbano che possa minimizzare il suo grado di entropia è necessario innanzi tutto individuare un insieme di indicatori sulla base dei quali sia possibile caratterizzare lo spazio stesso e che rendano possibili analisi dinamiche della morfologia urbana. In quest’ottica, questo contributo si pone quindi come obiettivo quello di individuare un primo set di indicatori significativi derivati dal confronto tra le caratteristiche delle reti vascolari di un organismo e il tessuto connettivo urbano. The mobility plays a very important role for the internal market, employment and, more generally, the citizens’s life quality that takes great advantages from an effective and sustainable transport system. In the last twenty years, mobility has become an ever increasing necessity: the average mobility per capita in Europe, measured in passenger-kilometres per capita, is increased by 7% between 2000 and 2008 and it is expected that in 2050 the passenger-km OECD Europe will double compared to 2000. Furthermore demand for resources and food is continued to grow well beyond the GDP over the past decade (EC, 2011), enhancing thus the freight. The current transport model that responds to this mobility demand, which also includes a large part of trips that could be avoided (McLellan & Marshall, 1998), is based on the dominance of road transport and use of fossil fuels (EC, 2011), both for freight and transport of passengers. As a conseguence this transport model is accountable for 23% of energy consumed in Europe, and about three quarters of which depends on road transport (IPCC, 2007) It is estimated that energy consumption in this sector will increase by around 80% for 2030. In this sector, the energy consumed originates of 96% from oil and its products (IPCC, 2007; EC, 2011; Lerch, 2011). Therefore, the transport sector is responsible for high emissions of CO2 and other climate-altering gases, for the temperature increase and for significant health problems in population directly exposed to oil-derived pollutants(U.S. EPA, 2010). The strong dependence on oil may also have important consequences on the resource supply and mobility of citizens for the next decades (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). The majority of trips are internal to the urban areas that are affected by this congestion, local air pollution, road accidents and social harms. Finally, urban trips have a major influence on climate change and energy consumption at the global level. Samaniego & Moses (2008) show the similarities existing between cities and organisms. Urban trips are effective if are done through a network representing an ordered configuration of relationships -connectivity-(Capra, 1996) which implies a particular shape, definite structure and one or more specific processes. The characteristics that are observed in organisms today are the result of millions of years of evolution that led to optimized structures that tend to minimize the energy cost for resource allocation thus maximizing their productivity. Therefore, the organisms tend to minimize their degree of entropy. To arrive at a configuration of urban connective tissue that can minimize its level of entropy is first necessary to identify a set of indicators on the basis of which it is possible to characterize the space and make possible dynamic analysis of urban morphology. In this context, the aim of this contribution is to identify a first set of meaningful indicators derived from a comparison of the characteristics of the vascular networks of an organism with the urban connective tissue.
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