Journal articles on the topic 'Modello di predizione del rischio'

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1

Ferrandes, Giovanna, and Paola Mandich. "Riflessioni sulla medicina predittiva e sulla necessitŕ di integrazione delle discipline: proposta di un modello di consulenza genetica integrata." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003002.

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Abstract:
"Chi sono?". E questa la domanda da sempre oggetto di riflessioni filosofiche nel corso dei secoli. Con l'avvento dell'analisi del DNA vi e stata una crescente attesa che la risposta si possa trovare nei nostri geni. Le nuove tecnologie hanno migliorato la diagnosi, la predizione e il trattamento di numerose malattie ereditarie. D'altra parte, l'entusiasmo per i possibili vantaggi derivanti dall'avanzamento della tecnologia deve essere bilanciato dalla valutazione rigorosa dell'utilita clinica, dal rapporto rischio-beneficio e dalle implicazioni etiche di tutti i test. Gli autori presentano il protocollo di consulenza genetica multidisciplinare per le malattie neurologiche ad insorgenza tardiva, sviluppato a Genova per i test pre-sintomatici, con lo scopo di aiutare le persone a rischio a decidere in base alle personali caratteristiche e scelte di vita e di prepararle a confrontarsi in modo costruttivo con il risultato del test. Il protocollo e caratterizzato dalla presenza contemporanea, durante l'intero iter di consulenza, del genetista e dello psicologo. Per le persone a rischio la decisione di effettuare il test genetico e complessa ed emotivamente impegnativa. Gli autori presentano due casi esemplificativi di questi percorsi.
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2

Mattia, Sergio, Alessandra Oppio, Francesca Torrieri, and Marco Mancini. "Un modello spaziale di valutazione economica del rischio alluvioni." TERRITORIO, no. 79 (January 2017): 118–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079018.

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3

Re, Alessandra, Gianna Carta, and Tiziana C. Callari. "Sicurezza e gestione del rischio nel porto di Genova: un approccio ergonomico all'analisi del servizio di pilotaggio." RISORSA UOMO, no. 1 (May 2011): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001008.

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Abstract:
La ricerca affronta il tema della sicurezza e della gestione dei fattori di rischio insiti nel servizio di pilotaggio svolto dalla Corporazione Piloti del porto di Genova. Č stato condotto uno studio di caso, attraverso la raccolta di tre fonti di prova: analisi di documenti tecnici e procedurali, interviste strutturate sulla traccia della; osservazione. Sono stati descritti 53 eventi critici, successivamente analizzati e categorizzati, secondo il modello SHELL, in rischi ambientali, procedurali, strumentali e relazionali. I risultati mettono in evidenza le piů rilevanti situazioni critiche presenti nell'attivitŕ di pilotaggio e le strategie, formali e informali, di gestione dei fattori di rischio, insieme a possibili interventi migliorativi di immediata applicazione o a piů ampio respiro.
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4

Moylan, Carrie A., Todd I. Herrenkohl, Cindy Sousa, Emiko A. Tajima, Roy C. Herrenkohl, and M. Jean Russo. "Gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica sui problemi comportamentali internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 11–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003002.

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Abstract:
Questo studio esamina gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica in infanzia sui comportamenti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. I dati per queste analisi provengono dal Lehigh Longitudinal Study, uno studio prospettico su 457 giovani volto a valutare gli esiti della violenza familiare e la resilienza negli individui e nelle famiglie. I risultati mostrano che il maltrattamento infantile, la violenza domestica ed entrambi in combinazione (ossia doppia esposizione) aumentano il rischio per il bambino di esiti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. Una volta tenuto conto dei fattori di rischio associati con fattori stressanti aggiuntivi nella famiglia o nell'ambiente circostante, solo quei bambini con una doppia esposizione riportavano un rischio elevato di incorrere negli esiti studiati rispetto ai giovani non esposti. Tuttavia, sebbene vi fossero delle differenze osservabili nella predizione degli esiti per i bambini con una doppia esposizione rispetto a quelli con una singola esposizione (ossia, solo maltrattamento o solo esposizione alla violenza domestica) queste differenze non sono risultate statisticamente significative. Le analisi hanno mostrato che gli effetti dell'esposizione per i maschi e le femmine sono statisticamente comparabili.
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5

Santinello, Massimo, Giada Tomelleri, Marisa Bergamin, and Claudia Marino. "UNA MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL SERVICE LEARNING: IL PROGRAMMA MENTOR-UP." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 114. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8804.

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Abstract:
Nell’articolo, dopo una breve introduzione sul modello del mentoring con i minori a rischio, viene presentata una sintetica rassegna della letteratura sulle connessioni tra mentoring e service learning e successivamente su quali processi attiva una relazione di mentoring.
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Appiotti, Federica, Vanessa Assumma, Marta Bottero, Pierpaolo Campostrini, Giulia Datola, and Enrico Rinaldi. "Un modello di valutazione del rischio per il Patrimonio Culturale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 71 (December 2019): 121–48. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071007.

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7

D'Onza, Giuseppe, and Rita Lamboglia. "Un modello di gestione del rischio reputazionale. Dall'identificazione al fronteggiamento." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (February 2014): 7–34. http://dx.doi.org/10.3280/maco2013-003002.

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Verrocchio, Maria Cristina, Sarah Miragoli, and Sonia Ruggieri. "L'intervento psicologico-clinico integrato nei casi di violenza all'infanzia." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2010): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003006.

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Abstract:
Il contributo presenta un'analisi degli interventi attuati in otto anni di attivitŕ di un servizio specializzato nel trattamento di casi segnalati ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio nei confronti di minori. Scopo del monitoraggio effettuato č stato verificare l'efficacia di un modello psicologico-clinico di presa in carico integrata. I risultati favoriscono alcune riflessioni teoriche ed operative riguardanti la validitŕ del modello utilizzato nel trattamento di casi di violenza all'infanzia. Si č confermata l'importanza della valutazione della recuperabilitŕ delle competenze genitoriali quale strumento che orienta l'attuazione del provvedimento piů opportuno per il minore, determinando un esito familiare sostanzialmente positivo, pur differenziandosi in funzione della gravitŕ della condizione iniziale di rischio.
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Ardino, Vittoria, Paola Di Blasio, and Luca Milani. "Disturbo post-traumatico e comportamento criminale: rischio di recidiva e costrutti personali." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001004.

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Abstract:
Gli eventi traumatici causano esiti psicopatologici di natura diversa e con diverse configurazioni di sintomi. Il presente studio analizza le cognizioni post-traumatiche nei contesti forensi per verificare le connessioni tra esperienze di traumatizzazione precoce, sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress e rischio di recidiva di reato in una popolazione carceraria. L'ipotesi principale sostiene che cognizioni disfunzionali (worry, percezione negativa del supporto degli altri) mediano la relazione tra i sintomi DPTS ed il rischio di recidiva. Lo studio, inoltre, esplora il modello della Psicologia dei Costrutti Personali basato sulla teoria di Kelly (1995) per comprendere in che modo un sistema di credenze post-traumatico possa frammentare la visione del mondo e del Sé del campione. I risultati hanno mostrato che la percezione negativa del supporto degli altri media tra sintomi DPTS e rischio di recidiva e che i partecipanti con i sintomi DPTS hanno maggiori difficoltŕ ad integrare eventi traumatici e il reato stesso all'interno del loro sistema di costrutti e credenze.
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Carlo, Alfredo Clerici, de' Micheli Angelo, Veneroni Laura, Cavallotti Gaia, and Albasi Cesare. "Fondamenti empirici delle procedure di prevenzione del rischio di abuso di armi da fuoco legali." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (January 2012): 209–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-002003.

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Abstract:
Suicidi e omicidi commessi con armi da fuoco legalmente detenute sono spesso attribuiti genericamente all'effetto di disturbi psichici. I fattori psichici legati all'abuso di armi sono ancora scarsamente indagati dalla letteratura scientifica e non vi č consenso circa i metodi diagnostici da impiegare per le valutazioni dell'idoneitŕ psichica a licenze in materia di armi. Nell'articolo sono illustrate le principali prospettive cliniche e diagnostiche relative alla prevenzione del rischio di abuso di armi ed č presentato il modello denominato WAR ("Weapons Risk Assessment"), attualmente corso di sviluppo.
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Cheli, Mariagnese, Michela Campieri, Andrea Fini, Maria Elena Montenegro, Alessandra Piccioni, Francesca Pincanelli, and Cosimo Ricciutello. "Esperienze traumatiche in etŕ evolutiva e fattori di rischio familiari: un'indagine sugli esiti nello sviluppo." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (February 2013): 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003006.

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Abstract:
Il contributo esamina le conseguenze pervasive del maltrattamento precoce alla luce della prospettiva teorica del Trauma Complesso come Disturbo dello Sviluppo (Courtois & Ford, 2009) e del Modello Process Oriented (Di Blasio, 2005) sui fattori di rischio familiari. L'indagine qualitativa, condotta tramite una revisione socio-anamnestica delle cartelle e un'intervista strutturata al clinico referente del minore, riguarda un campione di 87 soggetti in etŕ evolutiva tra i 3 e i 18 anni, in carico al centro specialistico contro i maltrattamenti all'infanzia "Il Faro" di Bologna. I dati indicano una generale compromissione delle principali funzioni psichiche esplorate, associata a specifici fattori di rischio distali e prossimali nell'ambiente familiare. I risultati sollecitano un'attenta valutazione multidimensionale (psicosociale e clinica) delle variabili cruciali per la futura salute mentale.
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M. Crittenden, Patricia, Susan J. Spieker, Andrea Landini, and Giuliana Florit. "L'attaccamento adulto nella valutazione del rischio per il minore. Teoria e dati sull'uso della DMM-Adult Attachment Interview in contesti forensi." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 98–114. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14083.

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Abstract:
Al fine di valutare il rischio per il minore è fondamentale comprendere le strategie d'attaccamento dei genitori. L'articolo approfondisce i motivi per i quali la comprensione dell'attaccamento dei genitori che mettono a rischio i propri figli può chiarire i processi psicologici sottesi ai comportamenti pregiudizievoli e migliorare la valutazione del rischio per il minore e l'individuazione degli interventi necessari. Viene proposta la valutazione dell'attaccamento dei genitori tramite l'Adult Attachment Interview (AAI) classificata con il metodo del Modello Dinamico Maturativo dell'Attaccamento e Adattamento (DMM). Le DMM-AAI, classificate da professionisti formati e certificati e integrate con i dati provenienti da altre fonti in modo da elaborare delle formulazioni familiari individualizzate, soddisfano i requisiti di attendibilità e guidano l'individuazione degli interventi più efficaci. Viene presentata una meta-analisi relativa al metodo Berkeley che mette in discussione l'uso di tale metodo nel contesto forense. Ulteriori dati descritti nell'articolo riguardano il funzionamento psicologico di un gruppo di genitori a rischio valutati attraverso le DMM-AAI.
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Santinello, Massimo, Francesca Cristini, Maria Luisa Girardi, and Giacomo Di Nola. "Orientare le attivitŕ di prevenzione verso programmi di prevenzione selettiva: l'esperienza del Veneto." S & P SALUTE E PREVENZIONE, no. 51 (February 2009): 77–92. http://dx.doi.org/10.3280/sap2008-051004.

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Abstract:
- Finalitŕ del presente studio č stata quella di analizzare le caratteristiche dei progetti di prevenzione del consumo di sostanze psicoattive presentati alla Regione Veneto in risposta alla Deliberazione della Giunta n. 456 relativa al Fondo Regionale di Intervento per la Lotta alla Droga. In particolare ci sě č posti l'obiettivo di indagare come le Agenzie del territorio hanno risposto alla richiesta di prevenzione selettiva e di confrontare i progetti presentati con i criteri stabiliti dalla ricerca scientifica circa gli interventi di prevenzione efficaci. Sono state analizzate le schede progettuali dei 70 progetti presentati alla Regione. I risultati evidenziano che i progetti sono coerenti con alcuni dei criteri di efficacia stabiliti dalla letteratura scientifica, soprattutto per quanto riguarda l'azione su diversi contesti e l'adozione di molteplici strategie. Le maggiori criticitŕ sono emerse rispetto all'adozione di uno specifico modello teorico su cui costruire il progetto ed alla identificazione del target a rischio utilizzando specifici fattori di rischio e di protezione.
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Alpa, Guido. "Quale modello di governo dell'economia in Italia?" ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (October 2011): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Abstract:
Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Menesini, Ersilia, Elisa Corbo, and Annalaura Nocentini. "LA PREVENZIONE DEL CYBERBULLISMO A SCUOLA. UN APPROCCIO A MOLTEPLICI LIVELLI." Media Education 10, no. 2 (December 15, 2019): 160–80. http://dx.doi.org/10.36253/me-8841.

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Abstract:
Il contributo propone la definizione di un modello a molteplici livelli per la prevenzione e l’intervento sul cyberbullismo, che include il piano della promozione della salute, della prevenzione di comportamenti a rischio (universale, selettiva e indicata), del trattamento dei potenziali disturbi conseguenti, fino alla riabilitazione. Dopo l’approfondimento della definizione del fenomeno del cyberbullismo e del quadro teorico attuale volto alla spiegazione del fenomeno, il contributo analizza la letteratura internazionale e nazionale sugli interventi evidence-based di prevenzione del fenomeno. In accordo al modello a molteplici livelli, il contributo mostrerà come interventi di prevenzione universale siano efficaci solo in alcuni casi e solo per alcuni bambini e adolescenti, mentre per altre situazioni di maggior rischio necessitino interventi più consistenti e continuativi nel tempo e con componenti specifiche. In the current article the definition of a multi-tired model for the prevention of cyberbullying is proposed. This model includes the level of health promotion, the level of prevention differentiated in universal, selective and indicated prevention, the level of treatment of possible consequent problem behaviors or symptoms, and finally the level of rehabilitation. Starting with an updated review of the literature about the definition of cyberbullying and about the theoretical models of explanation, the article will focus on the issue of evidence-based interventions at an international and national level. According to a multi-tired approach, the moderators of the efficacy of the main universal intervention will be analysed, stressing the need to integrate more intensive and individualized interventions.
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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi, and Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Prilleltensky, Isaac, and Caterina Arcidiacono. "Modello ecologico e migranti: benessere, giustizia e potere nella vita degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001002.

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Abstract:
Il contributo descrive anzitutto il modello ecologico multidimensionale di Prilleltensky e come esso si declina a livello individuale, relazionale,organizzativo, comunitario e ambientale in relazione all'oppressione, al benessere e al processo di liberazione. Vengono in particolare esaminati gli elementi che agiscono nella trasformazione e che permettono il potenziamento delle risorse e dei punti di forza. Attenzione č data infine alla definizione ed esplicitazione dei valori e dei diritti del singolo e della comunitŕ al fine di definire quale sia la validitŕ epistemica e trasformativa della ricerca e dell'intervento in psicologia di comunitŕ alla luce di tale modello. Lo scopo precipuo dell'articolo consiste nell'esplicitare le variabili in gioco nella condizioni di vita dei migranti, enucleando i fattori di protezione e di rischio da considerare per valutarne il benessere e le modalitŕ d'inserimento nei contesti di accoglienza.
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Cannella, Giuseppe. "La tortura nell'inferno libico. L'incontro terapeutico con Ebrima." QUADERNI DI GESTALT 35, no. 2 (December 2022): 33–51. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002003.

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Abstract:
L'autore, psichiatra e psicoterapeuta all'interno di un ambulatorio di salute mentale di Ra-gusa promosso da MEDU-Medici per i Diritti umani, descrive il percorso terapeutico di un giovane migrante senegalese rinchiuso a lungo nelle carceri libiche e vittima di trattamenti inu-mani, degradanti e tortura. I sintomi del giovane paziente richiamano uno stile percettivo post-traumatico legato ad esperienze insopportabili che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza. Gran parte del lavoro terapeutico, raccontato attraverso il modello della "danza della reciprocità", è stato finalizzato alla ricostruzione della percezione di un ground sicuro e solido che per-mettesse di superare la dissociazione e di contattare l'altro.
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Anna Donati, Maria, Jessica Boncompagni, Adriana Iozzi, and Caterina Primi. "Il gioco d'azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling Behavior Scale-For Adolescents (GBS-A)." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 97–119. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002005.

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Abstract:
Sebbene sia documentata una maggiore prevalenza del gioco d'azzardo nei ragazzi, tale comportamento sembra interessare sempre più le ragazze. Tuttavia sono relativamente pochi gli studi sulla specificità del gambling nelle adolescenti e mancano lavori di ricerca che abbiano utilizzato strumenti per il comportamento di gioco d'azzardo invarianti per genere. Scopo di questo lavoro era analizzare le caratteristiche del comportamento in adolescenti italiane (Studio 1) e testare un modello in cui sensation seeking e pensiero superstizioso, attraverso la media-zione delle distorsioni cognitive sul gioco d'azzardo, influenzano il comportamento problema-tico di gioco d'azzardo (Studio 2). Per realizzare tale scopo, è stata utilizzata la Gambling Be-havior Scale-For Adolescents, uno strumento che è risultato invariante per genere negli adole-scenti italiani e che permette di rilevare sia le caratteristiche comportamentali che i sintomi di comportamento problematico secondo il DSM-5. Al primo studio hanno partecipato 1527 ado-lescenti femmine (età: M = 15.86; DS = 1.81) ed al secondo 552 adolescenti femmine (età: M = 15.99; DS = 1.34). I risultati hanno confermato che le ragazze prediligono giochi di tipo non strategico, giocano prevalentemente con i familiari, ed intorno agli 11 anni conoscono il gioco d'azzardo. Il 7% delle giocatrici è a rischio di sviluppare problematiche e il 3% ha problemi di gioco. Il modello di mediazione ipotizzato è stato inoltre confermato. Tale modello può quindi essere considerato per la messa a punto di interventi di prevenzione genere-specifici.
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Teresa Cuomo, Maria, Oscar De Franciscis, and Alex Giordano. "La rimodulazione strategica del modello di business. L'integrazione tra agri-food e turismo." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002004.

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Abstract:
L'ampliamento dell'offerta produttiva con attività non appartenenti alle tradizionali aree di mercato delle imprese sta avanzando in specie nel segmento alimentare. Questa nuova impostazione travalica così il tradizionale approccio di tipo "core business", immaginando una logica di "non-core business", di contagio fecondo tra filiere produttive contigue in grado spesso di potenziare imprese e aree geografiche. Lo scenario che emerge dalla nuova alternativa strategica quindi parte dal presupposto che il non-core stimola il core, modificando completamente i tratti di una specifica organizzazione imprenditoriale. Le novità sperimentali fornite da questi business, laddove si manifestano con successo, riescono a produrre alcuni vantaggi fondamentali che vanno dalla diversificazione del rischio d'impresa allo sviluppo del fatturato e delle quote di mercato fino all'innovazione di prodotto in chiave di maggiore sostenibilità. In altri termini, il non-core - che nel caso di un'azienda produttiva a vocazione agricola può configurarsi nell'attività ricettiva, ristorativa e del commercio di produzioni tipiche legate al terroir - può fungere da traino rispetto al business tradizionale diventandone così il nuovo core in una virtuosa spirale di sviluppo.
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Carta, Mauro Giovanni, Piero Coppo, Mario Antonio Reda, Maria Carolina Hardoy, and Bernardo Carpiniello. "Depression and social change. From transcultural psychiatry to a constructivist model." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 46–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008538.

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Abstract:
RIASSUNTOSulla base di precedenti studi del nostro gruppo i cui risultati verranno sintetizzati, il lavoro avanza alcune ipotesi sull'evoluzione della sintomatologia depressiva e sul possibile incremento del rischio depressivo legato alle modificazioni sociali. Vengono esaminati i disturbi dell'umore in emigrati senegalesi ed i fattori protettivi quali uno stretto supporto sociale che sembrano determinare un basso rischio in queste popolazioni. Verrà analizzata l'ipotesi che l'“occidentalizzazione”, intesa come la perdita a livello individuale dello stile di vita tradizionale, delle abitudini lavorative, dei valori culturalmente determinati, della lingua, a favore delle attitudini influenzate dalla cultura occidentale, possa rappresentare un fattore di rischio per i disturbi depressivi, almeno nelle espressioni cliniche comuni nei contesti occidentali. Precedenti ricerche del nostro gruppo, sembrano infatti indicare la presenza di quadri depressivi in popolazioni scarsamente occidentalizzate quali i nomadi Peul o i contadini Dogon del Sub-Sahara, ma, in questo contesto, tuttavia, i sintomi depressivi, peraltro rari, appaiono secondari a disturbi somatici gravi, tranne che in individui scolarizzati. Le ricerche rilevano due distinte e contrapposte modalità di espressione clinica che vengono definite rispettivamente “occidentale” o della “colpa” e “tradizionale” o della “dislocazione dal gruppo”. Ulteriori indagini condotte in aree in rapida trasformazione sembrano indicare che i fattori ambientali possano influenzare l'evoluzione dei sintomi depressivi dall'una all'altra forma e modificare la soglia di scatenamento di schemi emotivo comportamentali depressivi. E' supposto che le perturbazioni dell'assetto sociale rendano adattive attitudini alia “iperesponsabilizzazione compulsiva”, una serie di convinzioni profonde che possono essere considerate allo stesso tempo come un prodotto dell'“occidentalizzazione” e come fattore di rischio depressivo. Gli individui dotati di tali caratteristiche di base, attraverso opportunità di vita offerte dal cambiamento sociale maturerebbero sistemi complessi e innovativi di interpretazione della realtà, di attribuzione della causalità e del controllo degli eventi, di vivere le emozioni. A partire da tale modello viene proposta una ridiscussione del concetto di soglia e una chiave di lettura della trasformazione della fenomenologia depressiva, se si ipotizza che i nuovi sistemi organizzativi della conoscenza, pur capaci di rispondere alle esigenze emergenti, espongano ad una maggiore vulnerability depressiva.
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Dinapoli, N., T. Tartaglione, F. Bussu, R. Autorino, F. Miccichè, M. Sciandra, E. Visconti, C. Colosimo, G. Paludetti, and V. Valentini. "Modelling tumour volume variations in head and neck cancer: contribution of magnetic resonance imaging for patients undergoing induction chemotherapy." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 9–16. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-906.

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Abstract:
La valutazione del volume del tumore primitivo ha mostrato un valore predittivo per la stima dei risultati della sopravvivenza. Usando i dati volumetrici acquisiti con la Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione (CI), tali risultati sono stati stimati nei pazienti con tumore del testa e collo, prima del trattamento radiante. Le immagini RM acquisite prima e dopo CI in 36 pazienti con tumore avanzato della testa e del collo sono state analizzate per valutarne il volume del tumore primitivo. I due volumi sono stati correlati utilizzando la regressione lineare locale tra i volume valutati nelle immagini della prima e quelli della seconda RM. Sono stati definiti i modelli di rischio proporzionale di COX per la valutazione del controllo locoregionale, la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale. La regressione lineare locale ha mostrato un buon valore predittivo per tutti i risultati di sopravvivenza nei modelli di rischio proporzionale di COX. I modelli predittivi per il controllo locoregionale di malattia e la sopravvivenza libera da malattia a 24 mesi ha mostrato una ottima discriminazione e capacità di previsione. La valutazione delle variazioni dei volumi dei tumori primitivi della testa e del collo dopo CI fornisce un esempio di modello che può essere facilmente utilizzato per altri approcci terapeutici. Una valutazione completa delle variabili nelle covariate è un prerequisito necessario per la creazione di modelli clinicamente attendibili.
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Angelozzi, Andrea. "La necessità del cambiamento." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2022): 545–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004002.

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Abstract:
La introduzione al dibattito sull'attuale crisi della assistenza psichiatrica in Italia è l'occasione per sintetizzare come questa crisi, le sue cause e le sue prospettive sono descritte da chi indica solo ritardi e incompletezze nell'attuazione della Riforma nata dalla Legge 180/1978 e chi invece individua deficit strutturali proprio nella legge di riforma. Vengono passate in rassegna le varie criticità: dal rischio di nuovi manicomi al fragile inserimento dei reparti nell'ospedale generale; dai limiti del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) al riproporsi della pericolosità; dalle rigidità dei Dipartimento di Salute Mentale all'aspetto immutato dello stigma; dalla ambiguità circa l'evidence-based medicine (EBM) alle trasformazioni prodotte dai mutamenti legislativi in Italia. Il tutto in una logica dove la carenza di risorse e di proposte innovative si intrecciano. La proposta è quella di un cambiamento che restituisca alla salute mentale una sua specificità lontana dalle banalizzazioni della psichiatria popolare, definisca l'ambito di riferimento della salute mentale, disegni un nuovo progetto e un modello chiaro, fortemente ancorato ai modelli scientifici, chiarisca le risorse necessarie e lo vincoli limitando la discrezionalità locale.
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Buseti, Simone, and Bruno Dente. "L'introduzione del performance management nelle Universitŕ italiane." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 121–41. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002005.

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Abstract:
L'ipotesi centrale del saggio č che gli strumenti di misurazione della performance possono essere un modo efficace per promuovere la professionalizzazione del management delle universitŕ, ma soltanto nel rispetto di due condizioni, entrambe necessarie: che l'introduzione di nuovi sistemi sia parte di una piů ampia azione di sviluppo, e che le strategie di cambiamento rispettino l'eterogeneitŕ delle amministrazioni e siano quindi incrementali e differenziate. Si tratta di due condizioni che il decreto 150/2009 sembra sottovalutare, implicando una semplicitŕ doppiamente erronea: l'omogeneitŕ delle amministrazioni target e la sufficienza di valutazione e misurazione ai fini del miglioramento delle performance. Il saggio presenta una ricerca sui sistemi di management e valutazione, attraverso l'analisi dei risultati di un questionario somministrato a circa un terzo degli atenei italiani. La ricerca ha sostanzialmente smentito tali premesse e ha restituito due risultati: un'analisi dello stato dei sistemi che fotografa il posizionamento degli atenei e un modello di relazione tra le diverse variabili oggetto d'indagine. Per quanto riguarda il primo risultato, il panorama complessivo mostra alcuni elementi generalmente solidi e diffusi (come il quadro organizzativo), elementi diffusi ma solo raramente considerati adeguati (ad esempio il controllo di gestione), elementi sostanzialmente assenti (tra tutti il sistema di gestione dei rischi). D'altra parte, il posizionamento degli atenei rivela uno scenario - oltre che generalmente poco soddisfacente - anche fortemente eterogeneo. Non solo quindi non č possibile immaginare una riforma basata sul principio "one size fits all", ma č necessario tutto al contrario sviluppare diversi approcci al cambiamento. Il saggio presenta tre possibili strategie di implementazione della riforma, che partendo dallo stato di sviluppo dell'amministrazione suggeriscono percorsi di cambiamento differenziato. Infine, l'ultima parte del saggio utilizza i dati della rilevazione per costruire un modello di relazione che conferma il rapporto ipotizzato tra i sistemi di valutazione e alcune precondizioni, individuate nel quadro organizzativo, nei sistemi di supporto e (in minor misura) nei sistemi di gestione del rischio e di presidio della qualitŕ. Il modello non propone un rapporto di stretta causalitŕ tra variabili (il che implicherebbe una sequenza cronologica stretta nei programmi di riforma), ma piuttosto di guardare al management come oggetto complesso, il cui miglioramento necessita di sviluppo armonico e forte integrazione tra le sue diverse parti.
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Saponaro, Fabio. "L’accertamento dei tributi doganali: nuovi criteri di selezione dei controlli, confronti e tendenze evolutive." Revista Brasileira de Direito 16, no. 2 (November 23, 2020): 1. http://dx.doi.org/10.18256/2238-0604.2020.v16i2.4292.

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Abstract:
Aprovado e publicado em 11 de novembro de 2020. L’Autore esamina il funzionamento del sistema doganale europeo nei suoi profili sia di diritto sostanziale sia di diritto formale, ponendo particolare attenzione all’attività di revisione ed accertamento dei tributi doganali, che continua ad essere disciplinata dai singoli Stati membri dell’Unione europea. L’esigenza di reprimere sul territorio dell’Unione europea le frodi in materia doganale - in considerazione del fatto che i dazi costituiscono risorse proprie dell’Unione - ha visto incrementare gli interventi legislativi sovranazionali, anche in questa materia, al fine di introdurre nuovi strumenti e regole comuni per agevolare e migliorare le attività di verifica e controllo: scambio di informazioni fiscali e banche date informatiche per la condivisione delle informazioni tributarie disponibili presso ciascuno Stato. La ricerca di più efficaci criteri di selezione del rischio di elusione ed evasione fiscale sembra sempre più essere il risultato di una sterile e discutibile elaborazione informatica, scaturita dell’esame incrociato di una sempre maggiore mole di informazioni fiscali scambiate e/o condivise, quasi mai preceduta da un’adeguata analisi qualitativa e preventiva in grado di tenere conto e di garantire le esigenze di tutela del contribuente. Il modello europeo viene posto a confronto con quello brasiliano, che con l’adozione del “SISAM”, particolarmente evoluto sul piano tecnico-informatico, giunge perfino all’utilizzo di forme di “intelligenza artificiale” per garantire una efficiente selezione dei controlli e delle operazioni a rischio. Sullo sfondo emerge la contrapposizione tra il prevalente interesse fiscale rispetto al diritto di tutela del contribuente, spesso pregiudicato o impossibilitato nell’esercizio del suo diritto di difesa.
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Palazzani, Laura, Paolo Marchionni, Vincenza Mele, and Antonio G. Spagnolo. "La fondazione dell'obbligo morale al trattamento dei pazienti con infezione da HIV." Medicina e Morale 40, no. 3 (August 31, 1991): 445–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1136.

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Abstract:
L'articolo esamina la questione etica, sorta in ambito medico con la comparsa della infezione da HIV, del rifiuto da parte di alcuni medici a curare i pazienti con tale infezione a causa del rischio personale. Ci si è chiesti se esiste una fondazione dell'obbligo da parte del medico a curare e a quale livello essa si situi: a tale scopo sono stati esaminati testi giuridici, deontologici e la letteratura etica. In conclusione gli autori evidenziano l'insufficienza della legislazione e della deontologia a fondare tale obbligo. Sul versante etico l'esame dei diversi modelli desumibili dalla letteratura consente di individuare nel modello etico delle virtù e ancor più nel personalismo ontologico il riferimento essenziale per fondare il dovere del medico a curare in vista della tutela del bene integrale del paziente.
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Fida, Roberta, Elena Natali, Claudio Barbaranelli, and Francesco Avallone. "La relazione tra il bullismo al lavoro e il benessere organizzativo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001004.

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Abstract:
Il bullismo al lavoro viene riconosciuto come un importante fattore di rischio psicosociale che ha un effetto sia sulla salute psico-fisica che sulla soddisfazione eorganizzativo. In linea con queste ricerche, l'obiettivo del presente studio č quello di indagare gli effetti del bullismo al lavoro sul, soddisfazione, burnout e salute del lavoratore. Ad un campione di circa 500 lavoratori italiani (70% donne) di etŕ compresa tra i 21 e i 68 anni (Media = 40.6 anni; DS = 10.05) č stato somministrato un questionario self-report. Al fine di indagare se l'essere vittima di atti negativi abbia un effetto sulla soddisfazione,, burnout e sintomi psicosomatici č stato testato un modello di equazioni strutturali. I risultati confermano che il bullismo al lavoro ha un effetto sulle dimensioni indagate e che le vittime di bullismo al lavoro sono meno soddisfatte, meno attaccate all'organizzazione, e soffrono maggiormente di burnout e disturbi psicosomatici.
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Quaranta, Roberto, Francesco Trentini, and Claudia Villosio. "Gli effetti del COVID-19 sulla popolazione in età da lavoro straniera in Italia." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 61–83. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001004.

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Abstract:
In questo lavoro si propone un'analisi delle caratteristiche occupazionali della po-polazione straniera in Italia rispetto ai cittadini nazionali, confrontando i mesi di epidemia COVID-19 con i precedenti. L'analisi si avvale dei microdati della Forze di Lavoro ISTAT fino al secondo trimestre 2020. La banca dati è arricchita dalla Indagine Campionaria sulle Professioni INAPP che permette di includere nell'analisi le caratteristiche professionali, tra cui la prossimità con i colleghi, il con-tatto con il pubblico, l'importanza di mansioni di cura e l'esposizione a malattie con le quali è costruito un indicatore sintetico di rischio di contagio da SARS-Cov-2 sul posto di lavoro. Con un modello di probabilità lineare si stimano gli effetti del COVID-19 sulla perdita dell'occupazione e sulla sospensione dell'attività lavorati-va. I risultati mostrano per gli stranieri una maggiore incidenza della perdita di oc-cupazione e una minore sospensione dell'attività nei mesi della pandemia, con ef-fetti maggiori per le donne.
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Arcidiacono, Caterina, Fortuna Procentese, Agostino Carbone, Maria Grazia Cerasuolo, and Alfredo Natale. "Il modello ecologico come strumento di analisi di una comunitŕ di migranti in una realtŕ locale." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 41–52. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001004.

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Abstract:
La ricerca ha voluto applicare il modello ecologico di Prilleltensky allo studio di una realtŕ locale. Lo scopo č stato individuare i fattori che caratterizzano la vita della comunitŕ di immigrati dell'agro aversano. La realtŕ presa in esame č San Marcellino, piccolo paese della periferia Casertana, terra di criminalitŕ, ingiustizia e immigrazione. Č in questo territorio che a trovare la propria dimora č la comunitŕ di musulmani maghrebini, che da anni risiede stabilmente in questi luoghi. Lo studio ha considerato molteplici livelli d'analisi, a partire da quello individuale a quello socio-ambientale, rintracciando i fattori promotori di benessere e all'opposto quelli di rischio. A tal fine, abbiamo utilizzato la Grounded Theory grazie alla quale siamo giunti a costruire teorie di riferimento a partire dalle interviste fornite dai partecipanti. Abbiamo poi considerato il ruolo del potere e della politica nell'informare il benessere di questa comunitŕ, rintracciando i fattori che ci permettono di analizzare questioni solitamente non indagate, come ad esempio, l'inaccessibilitŕ alle infrastrutture, una burocrazia rigida, assenza di tutele legislative. A fungere da supporto sociale č la presenza di associazioni di volontariato, e soprattutto, della moschea locale, luogo d'incontro, supporto e condivisione per eccellenza.
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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Tajani, Francesco, Pierluigi Morano, Marco Locurcio, and Paola Amoruso. "A logical operating model for the assessment of the forced sale value in the judicial procedures." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 23–40. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212904.

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Abstract:
With reference to real estate auctions activated in the context of judicial procedures (bankruptcy and/or executive), this work develops and tests a logical operating model for the assessment of the forced sale value. This is determined from the market value of the asset by applying an appropriate discount (or premium) coefficient based on the potential risks of the urban and market context in which the property is located. The estimated coefficient allows for determination of the auction value of the property to be sold which, due to yields obtainable and transaction risk, is admissible in terms of buyer convenience. The model proposed and tested here borrows Ellwood's logic as applied to the real estate sector, integrated through the investment risk assessment approach of Real Options Analysis. Applied in the one hundred and forty cities where the Italian courts are based, the model allowed for the construction of an abacus of discount (or premium) coefficients, differentiated in terms of the cities analyzed, the various areas of each city and the intended residential or commercial use. Putting in practice the application highlighted the validity of the model, capable of contextualizing the discount (or premium) coefficient needed to determine forced sale value based on the risk factors of the market areas considered. Practical implications of the abacus include the possibility of limiting the times of auctioning procedures, as well as generating a map of the areas of greatest interest for potential investors, where the uncertainty, typical of this specific real estate sub-market, is overcome by the knowledge of the limit values of investment convenience for the area under analysis. Con riferimento alle aste immobiliari attivate nell'ambito di procedure giudiziarie (concorsuali e/o esecutive), nel presente lavoro è sviluppato e testato un modello logico-operativo per la stima del valore di vendita forzata. Questo valore è determinato a partire dal valore di mercato del cespite applicando, a seconda dei casi, in ragione dei rischi o delle potenzialità del contesto urbano e di mercato in cui l’immobile è ubicato, un congruo coefficiente di sconto o di premio. Il coefficiente stimato permette di determinare il valore a base d’asta dell'immobile da aggiudicare che, in ragione dei rendimenti ottenibili e del rischio dell'operazione, risulti ammissibile in termini di convenienza per l’acquirente. Il modello, qui proposto e testato, mutua la logica di Ellwood applicata al settore immobiliare, integrata mediante l’approccio valutativo della rischiosità degli investimenti proprio dell’Analisi delle Opzioni Reali. Implementato sulle centoquaranta città in cui hanno sede i tribunali italiani, il modello ha consentito di costruire un abaco dei coefficienti di sconto (o di premio), differenziati per le città analizzate, per le diverse zone di ciascuna città e per le destinazioni d’uso "residenziale" e "commerciale". L'applicazione condotta ha posto in risalto la validità del modello, in grado di contestualizzare il coefficiente di sconto (o di premio) per la determinazione del valore di vendita forzata in ragione dei fattori di rischio degli ambiti di mercato considerati. Le implicazioni pratiche dell'abaco concernono la possibilità di contenere i tempi delle procedure di vendita all’asta, come pure di generare per i potenziali investitori una mappa delle aree di maggiore interesse, dove l'aleatorietà tipica di questo particolare sub-mercato immobiliare è superata dalla conoscenza dei valori limite di convenienza dell’investimento per l'ambito in analisi.
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Staiano, Maria, and Pietro Grimaldi. "Un caso clinico di ansia sociale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15184.

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Abstract:
In questo articolo viene presentato il caso clinico di Monica, una donna di 32 anni che richiede una psicoterapia per un Disturbo di ansia sociale che sta mettendo a rischio il suo nuovo lavoro. L'ansia sociale è definita come una sindrome cognitivo-affettiva contraddistinta da apprensione e intensa paura che si manifesta in situazioni sociali in cui la persona è sottoposta alla valutazione oppure allo sguardo degli altri (Grimaldi, 2008; Leary & Kowalski, 1995). Gli approcci cognitivisti hanno studiato e approfondito le tematiche dell'ansia sociale, con la formulazione di diverse teorie e modelli (Beck & Emery, 1985; Clark & Wells, 1995; Hofmann, 2007; Moscovitch, 2009; Orazi & Mancini, 2011; Rapee & Heimberg, 1997; Rapee, 2010; Schlenker & Leary, 1982b; Stopa, 2009). A partire da questi modelli, sono stati implementati trattamenti efficaci per l'ansia sociale, tra cui i protocolli di trattamento della terapia cognitivo-comportamentale che sono ad oggi i più validati e statisticamente più efficaci. Tuttavia, questi modelli si focalizzano sui meccanismi di mantenimento, senza indicare come essi potrebbero svilupparsi, né specificare una base eziologica del disturbo (Wong et al., 2017), con ripercussioni sull'impostazione del trattamento. Il caso di Monica viene di seguito formulato facendo riferimento al Modello Cognitivo Integrato (Grimaldi, 2019) basato appunto sull'integrazione di modelli e ricerche provenienti da diversi ambiti al fine di costruire un modello psicopatologico che spieghi lo sviluppo e il mantenimento dei vari disturbi d'ansia sociale, e sulla base del quale mettere a punto un intervento terapeutico maggiormente efficace.
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Aversano, Francesco. "Regole sul cibo e sviluppo turistico dell'impresa agricola. Il caso dei food events." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 19 (February 2018): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019001.

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Abstract:
La crescita del business nel settore alimentare non è solo legata alle tradizionali attività di distribuzione commerciale, ma anche al settore dell'ospitalità e del tempo libero. La frequente organizzazione di eventi gastronomici è, infatti, un fenomeno che è sicuramente in evoluzione, attraverso la vendita diretta dei prodotti, degustazioni o banchetti. Inoltre, anche le attività produttive e amministrative legate a determinati luoghi sono fattori che guidano lo sviluppo turistico. In questo contributo verranno analizzate tali opportunità, per aziende e territori, attraverso la legislazione del settore alimentare che è un modello di riferimento unitario, perché ha lo scopo di tutelare la sicurezza degli alimenti e salvaguardare il consumatore. In proposito, la legislazione del settore alimentare prevede norme volte a tutelare il consumatore sotto il profilo informativo e a promuovere i prodotti con un valore particolare. Inoltre, la genuinità dei prodotti e la loro origine hanno assunto un'importanza crescente non solo nella scelta del prodotto, ma anche riguardo l'origine del prodotto stesso. Analizzare la legislazione europea del settore alimentare significa, quindi, verificare anche la possibile afferenza alle attuali regole del mercato turistico, il clamore inevitabile sull'assenza di rischio alimentare, quale fattore importante per l'affidabilità della somministrazione del cibo.
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Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Monge, Luca. "All you can eat (and drink)." Journal of AMD 22, no. 4 (November 2019): 176. http://dx.doi.org/10.36171/jamd19.22.4.01.

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Abstract:
La crociera all inclusive nel mio immaginario (diabetologico) è paradigmatica di alcune pratiche “sconvenienti”: accesso al cibo quantitativamente e temporalmente illimitato, con modello distributivo a buffet e comfort/servizi per una relativa sedentarietà, nonostante la prossimità di piscine, palestre o campi da tennis. Situazioni che mi paiono efficacemente interpretate nelle nostre due copertine oscillanti tra bulimica frenesia e plastica staticità. Ho trovato on-line una rubrica dal titolo “Cinque modi per non prendere peso in crociera” ma, al di là della consapevolezza del rischio e degli accorgimenti per aumentare l’attività fisica, rimane l’eccesso di disponibilità di cibo che inevitabilmente diviene anche sinonimo di spreco. E proprio lo spreco declinato nelle sue principali aree: l’alimentazione, i consumi e la sanità, è tema centrale in questo numero di JAMD nel simposio “Dissipandum non est: avanzi, scarti, sprechi”. Aprono il confronto, dall’Università di Scienze Gastronomiche (UNISG) di Pollenzo, Silvio Barbero e Cinzia Scaffidi che ci propongono, con differenti chiavi di lettura (storica, economica, culturale), alcune riflessioni sul nostro contraddittorio approccio quotidiano al cibo, ai consumi e all’ambiente. In tema di cibo segue il report di Andrea Segrè, Presidente della Fondazione FICO con cui AMD ha stipulato recentemente un accordo di collaborazione, che ci porta ai numeri del food waste e del food losses.
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Orzan, E., and E. Ciciriello. "Pianificare su base regionale un programma di intervento audiologico precoce dell’ipoacusia infantile: introduzione a uno studio italiano." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 3–9. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1070.

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Abstract:
Una presa in carico non uniforme, tardiva o inappropriata dei bambini con deficit uditivo aumenta il rischio di sviluppare difficoltà comunicative-comportamentali e psicosociali che possono persistere fino all’adolescenza o all’età adulta. Nel Marzo 2014 il Centro di Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute Italiano ha finanziato il progetto “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit di udito”. Il progetto coinvolge 5 centri di III livello in cui il programma di screening uditivo neonatale è stato approvato dalla regione di appartenenza. Lo scopo principale del progetto è quello di definire e proporre un modello di salute pubblica su base regionale per l’identificazione delle ipoacusie infantili permanenti, la diagnosi e l’intervento. La prima fase del progetto prevede di indagare lo stato dell’arte e di produrre raccomandazioni che possano portare a cambiamenti positivi nell’identificazione, nella diagnosi, nella terapia e nella presa in carico dei bambini con deficit uditivo, tenendo presenti le innovazioni diagnostiche-riabilitative, il sostegno e l’alleanza terapeutica con la famiglia, un approccio interdisciplinare. Le raccomandazioni emerse da questa prima fase rappresenteranno le basi per un sistema regionale di intervento precoce che sia valido, integrato e condiviso da tutte le cinque regioni coinvolte.
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Iannazzo, Sergio, Lorenzo Pradelli, and Mario Eandi. "Sviluppo e implementazione di un modello farmacoeconomico per valutare la costo efficacia di un ACE-inibitore nella prevenzione del rischio cardiovascolare." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 4, no. 3 (September 15, 2003): 169–79. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v4i3.777.

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Abstract:
Cardiovascular disease (CVD) remains one of the leading causes of mortality and morbidity worldwide. Since several pharmacological approaches are available for the reduction of incidence and severity of cardiovascular events and health resources in modern managed care systems are limited, the evaluation of the clinical and economical consequences of any treatment is very valuable for decison-makers and physicians. In this article we present a flexible pharmacoeconomic model that permits the calculation of the marginal costeffectiveness of cardiovascular prevention with ramipril, a drug of the class of ACE-inhibitors. The clinical data used for the modelization are derived from the HOPE (Heart Outcomes Prevention Evaluation) study, a landmark cardiovascular prevention study that showed how the benefits of ACE-inhibition with ramipril go beyond the effects on blood pressure, while Italian epidemiological, demographic and economical data make the results appliable to the Italian population. The model, structured as a decision tree comparing the alternatives “to treat” or “not to treat” with Markow chains at the terminal nodes, calculates the marginal cost-effectiveness of the preventive treatment in terms of cost/year of live saved. The model is characterized by high flexibility, as it allows health decision-makers to set epidemiological and economical data in order to reflect the local population at high risk for developing cardiovascular diseas. The model was tested on a high risk population, formed by all acute myocardial infarction survivors in Italy, and indicated that life-long treatment of this patients would yield significant clinical benefits, with a cost/ effectiveness of 3,932 euro/year of life saved. This value is well below the standards that are considered acceptable, and offsprings from the partial offset of pharmaceutical costs caused by the reduction in the expenses for diagnosis and treatment of the cardiovascular events avoided with the preventive therapy.
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Cusin, Ambra. "Misure antisismiche per la mente: strumenti per tollerare l'insicurezza in situazioni di emergenza." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003004.

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Abstract:
Nel lavoro si raccontano le impressioni e le osservazioni fatte durante l'esperienza in Abruzzo (terremoto 2009) allo scopo di stimolare la riflessione e costruire degli interventi di emergenza chiedendosi se č pensabile una psicoanalisi dell'emergenza e se esiste qualche modalitŕ della psicoanalisi che operi per aiutare a tollerare l'insicurezza in situazioni di emergenza. Sono pensabili infatti degli interventi che non si limitino a tranquillizzare le persone accogliendo il loro trauma, ma in cui si cerchi dei modi piů articolati per: 1) sviluppare modalitŕ con cui dare senso al trauma (a livello personale e gruppale); 2) imparare a costruire la cultura del rischio da abbinare a quella della sicurezza cosě da attrezzarsi ai rischi inevitabili che il vivere comporta pur restando vigili nell'impegno civile a garantire il massimo della sicurezza possibile; 3) evidenziare un modello psicoanalitico adeguato ad avviare nella popolazione azioni di cittadinanza attiva per proteggerla dalla passivizzazione, dando spazio alla componente adulta e responsabile che non deve bidimensionalizzarsi in una ossequiente dipendenza (assunto di base di dipendenza) o in una ribellione paranoica e autodistruttiva (assunto di base di attacco e fuga).
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Bonucchi, Decenzio, Francesca Facchini, Gianni Cappelli, Monica Spina, Antonio Granata, Andrea Bandera, and Marcello Napoli. "Per una gestione Lean degli Accessi Vascolari." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (June 14, 2013): 197–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1036.

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Abstract:
L'accesso vascolare per dialisi continua a sfuggire a una precisa organizzazione, capace di dare risposte al complesso problema demografico e clinico di pazienti comorbidi e sempre più anziani. Descriviamo l'intero processo gestionale alla luce dei principi del Lean Management (LM), filosofia gestionale divenuta un metodo di produzione industriale. I concetti cardine sono quelli di valore aggiunto per il paziente, di scarto (inteso come esposizione a un rischio) e di partecipazione del paziente e dell’ operatore alla revisione continua del prodotto (servizio) fornito. Si parte dalla materia prima (patrimonio vascolare), passando per la progettazione (riferimento tempestivo e controllo del territorio), la realizzazione chirurgica e il controllo del prodotto funzionante (monitoraggio). Per esempio, in termini consoni al LM, i CVC sono un magazzino troppo grande di parti di ricambio con un'elevata percentuale di difetti di produzione. La loro manutenzione (antibiotici, ricoveri, sostituzioni, trombolisi e stenting dei vasi centrali) costa molto e causa un elevato tasso di incidenti sul lavoro (per pazienti e operatori). Si tratta di un contratto non conveniente, perché serve a finanziare un'attività di scarso valore aggiunto e con un interesse passivo troppo elevato. Questo approccio richiede una crescita culturale che parte dalla creazione di un gruppo coordinato: gli attori sono stati più volte individuati (nefrologo, chirurgo vascolare, radiologo e infermiere di dialisi), ma spesso non esiste il coordinatore, che proponiamo di individuare secondo il modello organizzativo dei trapianti. Anche le Direzioni Sanitarie dovrebbero essere coinvolte in un cambiamento organizzativo cruciale per il contenimento prospettico dei costi.
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Locurcio, Marco, Francesco Paolo Del Giudice, Debora Anelli, Francesco Tajani, and Debora Anelli. "An asset allocation model for defining optimal property portfolios in terms of risk/return." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 41–56. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212905.

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Abstract:
The widespread uncertainty that characterizes the current world economic situation has also influenced the real estate market, leading investors towards generally lower risk profiles and more stable returns. However, in the absence of adequate skills, it is difficult to carefully manage the main risks factors which occur during the decision-making process. The aim of the research is to define and implement an asset allocation evaluation model able to support public and private investors for the identification of the most suitable allocation of limited financial resources for core/core plus real estate investments. The computational logic of goal programming is applied for detecting the optimal composition of property portfolios in terms of risk/return. The proposed model has been implemented to an Italian case study, proving to be a valid support tool in the definition of efficient real estate investment strategies. L’instabile congiuntura economica ha determinato un atteggiamento prudente degli investitori immobiliari pubblici e privati, indirizzandoli verso strategie di allocazione delle risorse caratterizzate da rischi contenuti e da rendimenti costanti. Nonostante ciò, i fattori di rischio che possono influenzare la performance di un portafoglio immobiliare sono molteplici e spesso difficilmente gestibili senza le competenze adeguate. L’obiettivo della presente ricerca riguarda la definizione e la sperimentazione di un asset allocation model che, attraverso la logica e gli algoritmi del Goal Programming, possa supportare il generico investitore – dotato di budget finanziario prestabilito e interessato ad investimenti di tipo core e core-plus - nel complesso processo decisionale finalizzato alla costruzione di portafogli immobiliari “ottimali” in termini di rischio/rendimento. I risultati ottenuti dall’applicazione a un ipotetico caso studio inerente a immobili ubicati nel contesto territoriale italiano, evidenziano le potenzialità del modello proposto, quale valido strumento di supporto alle decisioni nella definizione di strategie d’investimento immobiliare efficienti.
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Gallo, Eugenio, and Paola Rucci. "Supply, demand and predictive factors of psychotherapies in 10 community mental health services in Emilia Romagna." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 103–12. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008290.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - La ricerca si propone di determinare la domanda e l'offerta di psicoterapia in 10 Centri di Salute Mentale della Regione Emilia Romagna e di identificare i fattori che predicono l'inizio della psicoterapia, impiegando i dati raccolti di routine con il Sistema Informativo Psichiatrico della Emilia Romagna (SIPER). Disegno - Studio prospettico longitudinale su tutti i «nuovi» utenti del 1995 seguiti per un anno dal primo contatto. Analisi univariata (rischio relativo) e multivariata (regressione logistica) di 18 variabili cliniche ed extracliniche. Setting - 10 Centri di Salute Mentale della Emilia Romagna. Risultati - La percentuale dei nuovi utenti che intraprende una psicoterapia è stata del 11.5%, corrispondente ad una incidenza annuale di 5./10000 abitanti ≥18 anni (range 0.9-14.8 tra i Centri). La domanda di psicoterapia è stata del 16.1% (range tra 0.6-33%) includendo le richieste dei pazienti e dei committenti. I fattori predittivi dell'inizio di una psicoterapia sono stati: la presenza dello psicologo nel primo incontro, la richiesta del paziente di psicoterapia, l'età < di 48 anni, una scolarità elevata, essere studenti, vivere con la famiglia d'origine, il Centro a cui ci si rivolti, una diagnosi del raggruppamento diagnostico delle «nevrosi». Ma l'analisi multivariata non ha permesso d'individuare un modello predittivo sufficientemente sensibile. Conclusioni - L'imprevedibilità dell'impiego della psicoterapia sembra dovuta alia mancanza di una chiara scelta sull'uso della psicoterapia nei CSM, come testimonia, in particolare, l'estrema variabilità dell'offerta, e alia mancanza di definite indicazioni.
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Toraldo, Domenico Maurizio. "La ventilazione meccanica non-invasiva a domicilio: aspetti medico-legali, deontologici e bioetici." Medicina e Morale 48, no. 3 (June 30, 1999): 517–33. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.802.

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Abstract:
L’autore prende in esame gli aspetti normativi, organizzativi, deontologici e bioetici che riguardano i pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica severa in ventilazione meccanica assistita. In tali situazioni sono analizzati i problemi etico-deontologici e tecnici-organizzativi della assistenza domiciliare (home care) mettendo in evidenza la complessità della macchina organizzativa sanitaria domiciliare che richiede la presenza di una equipe tecnicoinfermieristica appositamente addestrata a tale scopo. Sono illustrati gli aspetti normativi e legislativi dell’assistenza domiciliare respiratoria con particolare riferimento al ruolo dello specialista pneumologo come Centro Prescrittore e del Medico di Medicina Generale a cui è affidata la responsabilità operativa domiciliare. Figure emergenti nell’assistenza domiciliare sono rappresentate dal terapista della riabilitazione respiratoria e dal pneumologo Intensivista, a cui sarà affidata la responsabilità di gestire il paziente a domicilio. Sono illustrate anche le possibili complicanze mediche della Ventilazione Meccanica Domiciliare e la manutenzione dei circuiti dei ventilatori. Sono presentati i vantaggi ed i limiti di tale modello organizzativo, che richiede la partecipazione attiva del paziente e dei familiari che sono coinvolti in prima persona nell’assistenza domiciliare. È presentato anche un ritratto psicologico dell’ammalato con tutte le possibili scelte conflittuali derivanti dall’interazione uomo-macchina. Viene anche discusso il modello organizzativo telematico (a distanza) computerizzato dell’assistenza domiciliare ancora in fase di sperimentazione in Italia mettendo in evidenza i possibili problemi medico- legali. Sono elaborate alcune considerazioni riguardanti il principio di autonomia e di beneficialità, cercando di chiarire che i suddetti principi non sono criteri a sé stanti ma vanno inquadrati, secondo la visione personalista, nella consapevolezza del valore della persona umana evitando i possibili rischi dell’eutanasia e/o dell’accanimento terapeutico. L’Autore conclude che quando si decide di comune accordo (medico-paziente- familiari) di intraprendere l’assistenza domiciliare respiratoria, ove sia tecnicamente possibile, il rischio della cronicizzazione della ventilazione meccanica domiciliare deve sempre essere controbilanciato dalla reale possibilità di un nuovo equilibrio di salute per il paziente.
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Delcorno, Pietro. "La molteplice funzione politica di un episodio agiografico: il servizio di Bernardino da Siena all’Ospedale della Scala durante la peste." HORIZONTE 15, no. 48 (December 31, 2017): 1354. http://dx.doi.org/10.5752/p.2175-5841.2017v15n48p1354.

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Abstract:
Questo contributo mette in luce la molteplice funzione politica di uno schema agiografico centrale nella rappresentazione della giovinezza di Bernardino da Siena: il suo servizio durante la peste del 1400 presso l’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. La memoria di questo episodio si prestava ad essere utilizzata tanto dall’Osservanza minoritica quanto in diversi contesti locali. In questo racconto Bernardino è presentato come capace di rispondere ai bisogni della città non solo attraverso le proprie virtù, ma radunando altre persone e convincendole a impegnarsi per il bene comune, anche a rischio della propria vita. L’episodio, così come è raccontato dagli agiografi, incorpora la prima predica fatta dal giovane Bernardino (ancora laico) ai membri della confraternita dell’Ospedale. Il testo indica programmaticamente la necessità per i laici di anteporre il <em>bonum commune </em>al <em>bonum proprium</em> e delinea un ruolo di leadership dei frati dell’Osservanza nel cuore delle città. Inoltre, se a Siena la memoria della peste del 1400 serviva a sottolineare il rapporto tra il santo e le istituzioni della città, la raffigurazione di tale episodio in alcuni affreschi dipinti a Lodi nel 1476 non soltanto veicolava un modello di spiritualità laicale ma serviva a promuovere e legittimare la riforma ospedaliera in corso a Lodi.
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Mbaku, John M. "Does Fiscal Expansion Contribute to Political Instability in Africa? Some Empirical Evidence*." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 3 (October 1, 1989): 159–71. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344794.

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Abstract:
Abstract Scopo dell’articolo è quello di sottoporre a verifica empirica la relazione esistente, per i paesi africani, tra l’espansione fiscale e l’instabilità politica.Studi condotti precedentemente da Cuzàn e altri, applicati ai paesi ispano-latini, avevano dimostrato la forte presenza nei tessuto sociale di forze politiche destabilizzanti a seguito di manovre fiscali espansionistiche. Ciò perché la stabilità politica di un governo dipende, in grandi linee, dal consenso popolare di cui godono i policy-makers e da come, in ultima analisi, le risorse sono allocate nel paese.L’ipotesi in questione è stata stimata attraverso un modello econometrico in cui l’instabilità politica, misurata dalla frequenza di scioperi, proteste, rivolte e attacchi armati, è messa in relazione con le seguenti variabili indipendenti: la spesa pubblica, come proxy dell’espansione fiscale, la popolazione, la ricchezza del paese e la quota di spesa pubblica destinata ad armi e settore militare.Contrariamente alle attese, i risultati a cui tale ricerca perviene contraddicono quelli ottenuti da Cuzàn riguardo ai paesi ispano-latini, e mostrano come una politica fiscale espansionistica o un incremento nel PIL procapite diminuisce il rischio di una instabilità politica, cosi come contrariamente la crescita demografica o l’aumento delle spese militari favorisce il crearsi di conflitti socio-economici che spesso sfociano in manifestazioni di rivolta contro la leadership di governo.
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Grippaudo, C., E. G. Paolantonio, G. Antonini, R. Saulle, G. La Torre, and R. Deli. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 5 (October 2016): 386–94. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-770.

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Abstract:
Il rapporto fra abitudini viziate, respirazione orale e malocclusione è fondamentale in tema di prevenzione e trattamento precoce dei disturbi della crescita cranio-facciale. Infatti così come le abitudini viziate possono interferire negativamente con la posizione dei denti e con il normale pattern di crescita scheletrica cranio-facciale, così l’ostruzione delle vie aeree superiori, con conseguente respirazione orale, cambia il modello di crescita craniofacciale con sviluppo di malocclusioni da moderate a severe. Questo studio trasversale, effettuato su 3.017 bambini applicando il ROMA index, vuole verificare l’esistenza di una correlazione significativa tra abitudini viziate/respirazione orale e malocclusione. Dai risultati emerge che all’aumentare del grado dell’indice aumenta anche la prevalenza di abitudini viziate e respirazione orale, significando che questi fattori sono associati alle malocclusioni più gravi. Inoltre abbiamo riscontrato un’associazione statisticamente significativa fra abitudini viziate e overjet e openbite aumentati, ma non con il morso inverso. Dal lavoro è emerso che la respirazione orale è strettamente correlata ad overjet aumentato, overjet inverso, morso crociato, openbite e displacement. Riteniamo quindi che abitudini viziate e respirazione orale, rientrando fra i fattori di rischio di malocclusione, vadano intercettati e corretti precocemente per prevenire lo sviluppo di malocclusioni o il peggioramento di quelle preesistenti.
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Daneluzzo, Enrico, Silvia Di Tommaso, Daniela Tempesta, Gianluigi Cerroni, Paolo Stratta, and Alessandro Rossi. "The Community Assessment Psychic Experience (CAPE): evaluation study of the Italian version." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 17, no. 3 (September 2008): 242–47. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001342.

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Abstract:
AbstractNegli ultimi anni il modello categoriale della psicosi e della schizofrenia in particolare, è stato riconsiderato a favore di una visione dimensionale. Questa assume che I sintomi psicotici differiscono in modo quantitativo dalle normali esperienze psichiche distribuendosi lungo un continuum che va dalla popolazione clinica affetta da schizofrenia ad individui con disturbo di personalità, fino alla popolazione generale che può mostrare esperienze simil psicotiche (Hanssen et al., 2003; Johns & Phil, 2005). Tale continuità fenomenologica è suggerita da studi che mostrano che le dimensioni del fenotipo della psicosi subclinica sono molto simili a quelle identificate nei disturbi clinici (Van Os et al. 2000; Van Os & Tamminga, 2007; Rossler et al., 2007). Sono state infatti riportate dimensioni positive e negative sia in ambito clinico che subclinico, mentre più incerta appare la presenza della dimensione disorganizzazione (Vollema & Hoijtink, 2000; van Os et al., 2002). Vari studi hanno riportato che i fenotipi clinico e non clinico condividono fattori di rischio, meccanismi psicologici ed i pattern epidemiologici (Sharpley & Peters,1999; Johns & van Os, 2001; van Os et al., 2001), fornendo un'ulteriore prova che l'espressione clinica e subclinica delle psicosi fanno parte dello stesso continuum.
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Lannutti, Vittorio. "BeFriend: un'occasione per scoprire il valore della relazione e del contatto con l'altro." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001009.

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Abstract:
L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.
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Firouzi Tabar, Omid. "Inclusione sociale delle/dei richiedenti asilo, forza e ambivalenze delle "buone pratiche" autorganizzate." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 31–49. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002004.

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Abstract:
Una lunga ricerca etnografica svoltasi tra il 2015 ed il 2018 a Padova e Provincia, ha porta-to a galla numerose criticità legate all'organizzazione dell'accoglienza dei richiedenti asilo. È stato osservato che la violazione dei diritti emerge nettamente su quelle pratiche di "buona accoglienza" orientate all'implementazione dell'autonomia dei beneficiari e a una loro inclu-sione sociale improntata alla valorizzazione della loro agency e autodeterminazione. In que-sto quadro emergenziale, i richiedenti asilo si trovano ora esposti a forme di violenta segre-gazione e marginalizzazione ora alle prese con la fruizione delle rare risorse "inclusive", spesso subordinata alla completa osservanza delle linee di condotta e disciplinamento stabili-te dalle strutture ospitanti e dalla disponibilità allo svolgimento di lavori bassamente qualifi-cati e sottopagati. In questo contesto paradigma sicuritario e umanitario tendono spesso a intrecciarsi. I confini e le pareti dell'accoglienza però, sia quelle materiali che quelle simboliche, sono spesso flessibili e porose. Negli ultimi anni abbiamo infatti assistito a crescenti processi di "fuoriuscita", volontaria e forzata, dal circuito, un fenomeno recentemente acuito dall'abrogazione della protezione umanitaria e dalla impossibilità del rinnovo della stessa (Legge 132/2018), provvedimenti che espongono i migranti a nuove forme di irregolarizza-zione e allo stesso tempo a dinamiche di invisibilizzazione e stigmatizzazione sociale. Questa progressiva permeabilità delle pareti dell'accoglienza ci pone sempre più l'urgenza di inda-gare a fondo le relazioni tra questi soggetti, le istituzioni e gli attori sociali che abitano il territorio. A partire da questo proviamo a guardare al ruolo rappresentato da alcune "buone pratiche" autorganizzate dal basso, cercando di capire come esse si misurino con il rischio di ripro-durre a loro volta paternalismo e infantilizzazione, tipici ingredienti del modello "assimila-zionista" e quanto riescano invece a mettere al centro l'autonomia dei soggetti intercettati.
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Acampa, Giovanna, and Mariolina Grasso. "Integrated evaluation methods to hbim for the management of cultural heritage: the case study of the colonnade of patio de Los Leones, Alhambra-Granada." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 133–53. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212910.

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Abstract:
Historical heritage plays a fundamental role in society. One of the primary targets for European countries is to ensure its safeguarding so that it can be enjoyed by future generations. This paper defines a procedure for the safeguarding of cultural heritage which is often in an advanced state of degradation and threatened by climate change and the increasing number of tourists. The methodology consists of three basic steps: the identification of the technical elements on which intervention is necessary, the assessment of the vulnerability level of these elements considering exogenous factors and the hierarchization of the most vulnerable elements through the application of the Analytic Hierarchy Process. The case study is the “Patio de los Leones” a world-famous site within the Alhambra and Generalife which every year attracts over 2 million tourists to Granada, Spain. The aim is to set priorities for intervention on the 124 “Macael” marble columns according to the need for restoration. The validation of the methodology and management of the data to achieve the hierarchy among the columns was done using an HBIM model. Il patrimonio storico culturale ha un ruolo fondamentale dal punto di vista sociale. Uno degli obiettivi primari per i paesi europei è quello di garantirne la salvaguardia per consentirne la fruizione alle generazioni future. In questo articolo si definisce una procedura utile alla conservazione di tale patrimonio che spesso verte in condizioni di degrado molto avanzate e che i cambiamenti climatici ed il crescente numero di turisti mettono ulteriormente a rischio. Nello specifico, la metodologia consta di tre passaggi fondamentali: l’individuazione degli elementi tecnici sui quali è necessario un intervento, la valutazione del livello di vulnerabilità di tali elementi tenendo conto dei fattori esogeni e delle caratteristiche morfologiche e di localizzazione, e la gerarchizzazione degli elementi maggiormente vulnerabili attraverso l’applicazione dell’Analytic Hierarchy Process. Il caso applicativo, è il “Patio de los Leones”, sito di fama mondiale all’interno dell’Alhambra e del Generalife, che attira a Granada, in Spagna, oltre 2 milioni di turisti ogni anno. Il fine, nel caso studio, è quello di definire le priorità d’intervento sulle 124 colonne in marmo di “Macael” che necessitano di delicati interventi di restauro. La verifica della metodologia, l’archiviazione e gestione dei dati per giungere alla gerarchizzazione degli interventi di restauro è stata fatta attraverso un modello HBIM
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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna, and R. Nardi. "Problematiche di fine vita: il ruolo della medicina interna ospedaliera." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (April 10, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.4.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/PREFAZIONE.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Etica cristiana e malattia</strong><br /><em>E. Bianchi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Le problematiche di fine vita: quale consapevolezza da parte degli internisti?</strong><br /><em>M. Gambacorta, M. Campanini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Il concetto di terminalità: certezze e incertezze</strong><br /><em>L. Lusiani, C. Bullo</em></p><p class="titolo"><strong>Traiettorie di malattia: non sempre i pazienti e le famiglie sono informati</strong><br /><em>L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>La dignità come fattore di cura: pratica clinica nel fine vita nella medicina <em>patient centered</em></strong><br /><em>M. Felici, A. Pulerà, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>L’assistenza nel fine vita: quali responsabilità? Un approccio medico-legale al tema</strong><br /><em>A. Aprile, M. Bolcato, D. Rodriguez</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente terminale: aspetti di tipo etico</strong><br /><em>R. Cavaliere</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative, assistenza domiciliare e <em>caregiver burden</em>: il modello dell’efficienza terapeutica</strong><br /><em>L. Occhini, A. Pulerà, M. Felici</em></p><p class="titolo"><strong>Nutrizione ed idratazione nei malati terminali</strong><br /><em>R. Risicato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore nel paziente terminale</strong><br /><em>G. Civardi, M. Bosco, R. Bertè</em></p><p class="titolo"><strong>Sedazione di fine vita: aspetti decisionali clinici ed etici</strong><br /><em>M. Carassiti, A. De Benedictis, M. Del Prete, B. Vincenzi, V. Tambone</em></p><p class="titolo"><strong>La rimodulazione della terapia negli anziani in fase terminale</strong><br /><em>A. Cester, F. Busonera</em></p><p class="titolo"><strong>Ruolo dell’infermiere nel <em>comfort care</em> del paziente a fine vita in Medicina Interna</strong><br /><em>D. Simonazzi, M. Lince, S. Tanzi, G. Bordin</em></p><p class="titolo"><strong>Percorso di fine vita e diagnosi di terminalità: l’esperienza dell’Ausl di Modena e Reggio Emilia</strong><br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, P. Vacondio, G. Pinelli, G. Carrieri, G. Cioni</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE I<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, L. Lusiani, M. Gambacorta, G. Pinna, M. Campanini, A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>APPENDICE II<br />RECENSIONE - Riflessioni sul dolore </strong>di Umberto Eco<br /><em>R. Nardi</em></p>
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