Academic literature on the topic 'Modello di predizione del rischio'

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Journal articles on the topic "Modello di predizione del rischio"

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Ferrandes, Giovanna, and Paola Mandich. "Riflessioni sulla medicina predittiva e sulla necessitŕ di integrazione delle discipline: proposta di un modello di consulenza genetica integrata." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003002.

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Abstract:
"Chi sono?". E questa la domanda da sempre oggetto di riflessioni filosofiche nel corso dei secoli. Con l'avvento dell'analisi del DNA vi e stata una crescente attesa che la risposta si possa trovare nei nostri geni. Le nuove tecnologie hanno migliorato la diagnosi, la predizione e il trattamento di numerose malattie ereditarie. D'altra parte, l'entusiasmo per i possibili vantaggi derivanti dall'avanzamento della tecnologia deve essere bilanciato dalla valutazione rigorosa dell'utilita clinica, dal rapporto rischio-beneficio e dalle implicazioni etiche di tutti i test. Gli autori presentano il protocollo di consulenza genetica multidisciplinare per le malattie neurologiche ad insorgenza tardiva, sviluppato a Genova per i test pre-sintomatici, con lo scopo di aiutare le persone a rischio a decidere in base alle personali caratteristiche e scelte di vita e di prepararle a confrontarsi in modo costruttivo con il risultato del test. Il protocollo e caratterizzato dalla presenza contemporanea, durante l'intero iter di consulenza, del genetista e dello psicologo. Per le persone a rischio la decisione di effettuare il test genetico e complessa ed emotivamente impegnativa. Gli autori presentano due casi esemplificativi di questi percorsi.
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Mattia, Sergio, Alessandra Oppio, Francesca Torrieri, and Marco Mancini. "Un modello spaziale di valutazione economica del rischio alluvioni." TERRITORIO, no. 79 (January 2017): 118–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079018.

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Re, Alessandra, Gianna Carta, and Tiziana C. Callari. "Sicurezza e gestione del rischio nel porto di Genova: un approccio ergonomico all'analisi del servizio di pilotaggio." RISORSA UOMO, no. 1 (May 2011): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001008.

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Abstract:
La ricerca affronta il tema della sicurezza e della gestione dei fattori di rischio insiti nel servizio di pilotaggio svolto dalla Corporazione Piloti del porto di Genova. Č stato condotto uno studio di caso, attraverso la raccolta di tre fonti di prova: analisi di documenti tecnici e procedurali, interviste strutturate sulla traccia della; osservazione. Sono stati descritti 53 eventi critici, successivamente analizzati e categorizzati, secondo il modello SHELL, in rischi ambientali, procedurali, strumentali e relazionali. I risultati mettono in evidenza le piů rilevanti situazioni critiche presenti nell'attivitŕ di pilotaggio e le strategie, formali e informali, di gestione dei fattori di rischio, insieme a possibili interventi migliorativi di immediata applicazione o a piů ampio respiro.
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Moylan, Carrie A., Todd I. Herrenkohl, Cindy Sousa, Emiko A. Tajima, Roy C. Herrenkohl, and M. Jean Russo. "Gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica sui problemi comportamentali internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 11–32. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003002.

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Abstract:
Questo studio esamina gli effetti del maltrattamento infantile e dell'esposizione alla violenza domestica in infanzia sui comportamenti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. I dati per queste analisi provengono dal Lehigh Longitudinal Study, uno studio prospettico su 457 giovani volto a valutare gli esiti della violenza familiare e la resilienza negli individui e nelle famiglie. I risultati mostrano che il maltrattamento infantile, la violenza domestica ed entrambi in combinazione (ossia doppia esposizione) aumentano il rischio per il bambino di esiti internalizzanti ed esternalizzanti in adolescenza. Una volta tenuto conto dei fattori di rischio associati con fattori stressanti aggiuntivi nella famiglia o nell'ambiente circostante, solo quei bambini con una doppia esposizione riportavano un rischio elevato di incorrere negli esiti studiati rispetto ai giovani non esposti. Tuttavia, sebbene vi fossero delle differenze osservabili nella predizione degli esiti per i bambini con una doppia esposizione rispetto a quelli con una singola esposizione (ossia, solo maltrattamento o solo esposizione alla violenza domestica) queste differenze non sono risultate statisticamente significative. Le analisi hanno mostrato che gli effetti dell'esposizione per i maschi e le femmine sono statisticamente comparabili.
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Santinello, Massimo, Giada Tomelleri, Marisa Bergamin, and Claudia Marino. "UNA MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL SERVICE LEARNING: IL PROGRAMMA MENTOR-UP." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 114. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8804.

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Abstract:
Nell’articolo, dopo una breve introduzione sul modello del mentoring con i minori a rischio, viene presentata una sintetica rassegna della letteratura sulle connessioni tra mentoring e service learning e successivamente su quali processi attiva una relazione di mentoring.
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Appiotti, Federica, Vanessa Assumma, Marta Bottero, Pierpaolo Campostrini, Giulia Datola, and Enrico Rinaldi. "Un modello di valutazione del rischio per il Patrimonio Culturale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 71 (December 2019): 121–48. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071007.

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D'Onza, Giuseppe, and Rita Lamboglia. "Un modello di gestione del rischio reputazionale. Dall'identificazione al fronteggiamento." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (February 2014): 7–34. http://dx.doi.org/10.3280/maco2013-003002.

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Verrocchio, Maria Cristina, Sarah Miragoli, and Sonia Ruggieri. "L'intervento psicologico-clinico integrato nei casi di violenza all'infanzia." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2010): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003006.

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Abstract:
Il contributo presenta un'analisi degli interventi attuati in otto anni di attivitŕ di un servizio specializzato nel trattamento di casi segnalati ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio nei confronti di minori. Scopo del monitoraggio effettuato č stato verificare l'efficacia di un modello psicologico-clinico di presa in carico integrata. I risultati favoriscono alcune riflessioni teoriche ed operative riguardanti la validitŕ del modello utilizzato nel trattamento di casi di violenza all'infanzia. Si č confermata l'importanza della valutazione della recuperabilitŕ delle competenze genitoriali quale strumento che orienta l'attuazione del provvedimento piů opportuno per il minore, determinando un esito familiare sostanzialmente positivo, pur differenziandosi in funzione della gravitŕ della condizione iniziale di rischio.
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Ardino, Vittoria, Paola Di Blasio, and Luca Milani. "Disturbo post-traumatico e comportamento criminale: rischio di recidiva e costrutti personali." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001004.

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Abstract:
Gli eventi traumatici causano esiti psicopatologici di natura diversa e con diverse configurazioni di sintomi. Il presente studio analizza le cognizioni post-traumatiche nei contesti forensi per verificare le connessioni tra esperienze di traumatizzazione precoce, sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress e rischio di recidiva di reato in una popolazione carceraria. L'ipotesi principale sostiene che cognizioni disfunzionali (worry, percezione negativa del supporto degli altri) mediano la relazione tra i sintomi DPTS ed il rischio di recidiva. Lo studio, inoltre, esplora il modello della Psicologia dei Costrutti Personali basato sulla teoria di Kelly (1995) per comprendere in che modo un sistema di credenze post-traumatico possa frammentare la visione del mondo e del Sé del campione. I risultati hanno mostrato che la percezione negativa del supporto degli altri media tra sintomi DPTS e rischio di recidiva e che i partecipanti con i sintomi DPTS hanno maggiori difficoltŕ ad integrare eventi traumatici e il reato stesso all'interno del loro sistema di costrutti e credenze.
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Carlo, Alfredo Clerici, de' Micheli Angelo, Veneroni Laura, Cavallotti Gaia, and Albasi Cesare. "Fondamenti empirici delle procedure di prevenzione del rischio di abuso di armi da fuoco legali." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (January 2012): 209–33. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-002003.

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Abstract:
Suicidi e omicidi commessi con armi da fuoco legalmente detenute sono spesso attribuiti genericamente all'effetto di disturbi psichici. I fattori psichici legati all'abuso di armi sono ancora scarsamente indagati dalla letteratura scientifica e non vi č consenso circa i metodi diagnostici da impiegare per le valutazioni dell'idoneitŕ psichica a licenze in materia di armi. Nell'articolo sono illustrate le principali prospettive cliniche e diagnostiche relative alla prevenzione del rischio di abuso di armi ed č presentato il modello denominato WAR ("Weapons Risk Assessment"), attualmente corso di sviluppo.
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Dissertations / Theses on the topic "Modello di predizione del rischio"

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GERMINI, FEDERICO. "COPD EXACERBATIONS IN THE EMERGENCY DEPARTMENT: EPIDEMIOLOGY, RELATED COSTS, AND VALIDATION OF THE RISK ASSESSMENT MODEL BAP-65." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/699516.

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Abstract:
Sintesi in lingua italiana – Parte prima Nei pazienti con BPCO, le riacutizzazioni sono una frequente causa di accesso in pronto soccorso e possono condizionarne negativamente la prognosi. Obiettivi dello studio erano: 1) descrivere le caratteristiche socio-demografiche e cliniche, nonché la gestione in pronto soccorso dei pazienti con riacutizzazione di bronco-pneumopatia ostruttiva cronica (BPCO); 2) stimarne i costi. Abbiamo condotto uno studio di coorte retrospettivo in Italia, raccogliendo dati su 4,396 pazienti da 34 centri. I pazienti avevano un’età media (deviazione standard [DS]) di 77 (11) anni, ed erano femmine nel 39% dei casi. Oltre il 70% dei pazienti presentava un indice di comorbidità moderato o severo, e nel 26% dei casi era presenta anche una diagnosi di scompenso cardiaco. Il 65% dei pazienti è stato ospedalizzato, per una durata media (DS) di 11 (10) giorni. Il costo stimato per paziente è 2.617 €. In conclusione, I pazienti che afferiscono in pronto soccorso con una riacutizzazione di BPCO sono anziani e gravate da importanti comorbidità. Il tasso di ricovero in questi pazienti è alto, e i costi onerosi. Sintesi in lingua italiana – Parte seconda Le riacutizzazioni di BPCO esitano frequentemente in ospedalizzazione, possono richiedere il trattamento con ventilazione invasiva e sono associate a elevata mortalità intraospedaliera. Il BAP-65 è modello di predizione del rischio di eventi avversi per pazienti con riacutizzazione di BPCO. Il BAP-65 è semplice da utilizzare e, se la sua accuratezza prognostica fosse confermata, potrebbe essere utilizzato per guidare la gestione dei pazienti. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo, multicentrico in pazienti che afferivano in pronto soccorso per una riacutizzazione di BPCO durante il 2014. Lo scopo dello studio era validare il modello BAP-65 per la predizione dell’outcome combinato mortalità intraospedaliera e ricorso alla ventilazione invasiva. Abbiamo arruolato 2.908 pazienti da 20 centri Italiani. L’età media (DS) era 76 (11) anni, e il 38% dei pazienti era femmina. L’outcome combinato si è verificato nel 5% dei pazienti. L’area sotto la curva (AUROC) stimata per l’outcome combinato è risultata pari a 0,64 (95%CI 0,59-0,68). Un punteggio BAP-65 ≥ 4 ha mostrato una sensibilità pari a 44% (95% CI 34%-55%) nel predire la mortalità intraospedaliera, con specificità 84% (95% CI 82%-85%), valore predittivo positivo 9% (95% CI 6%-12%) e valore predittivo negativo 98% (95% CI 97%-98%). In conclusione, il modello BAP-65 non ha dimostrato accuratezza sufficiente per un’efficacie stratificazione del rischio di prognosi infausta nella popolazione studiata. DOI del primo articolo: https://doi.org/10.1016/j.ejim.2018.01.010 DOI del secondo articolo: https://doi.org/10.1016/j.ejim.2018.10.018.
Abstract part 1 Acute exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease (AECOPDs) frequently cause patients with COPD to access the emergency department and have a negative impact on the course of the disease. The objectives of our study were: 1) describing the socio-demographic and clinical characteristics, and the clinical management, of patients with AECOPD, when they present to the emergency department; and 2) estimating the costs related to the management of these patients. We conducted a retrospective cohort study in Italy, collecting data on 4,396 patients, from 34 centres. Patients had a mean (SD) age of 76,6 (10.6) years, and 61.2 % of them where males. More than 70 % of the patients had a moderate to very high comorbidity burden, and heart failure was present in 26.4 % of the cohort. The 64.6 % of patients were admitted to hospital wards, with a mean (SD) length of stay of 10.8 (9.8) days. The estimated cost per patient was 2617 €. Conclusions: Patients attending the ED for an AECOPD are old and present important comorbidities. The rate of admission is high, and costs are remarkable. Abstract part 2 Exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease (AECOPD) frequently require hospitalizations, may necessitate of invasive mechanical ventilation (IMV), and are associated with a remarkable in-hospital mortality. The BAP-65 score is a risk assessment model (RAM) based on simple variables, that has been proposed for the prediction of these adverse outcomes in patients with AECOPD. If showed to be accurate, the BAP-65 RAM might be used to guide the patients management, in terms of destination and treatment. We conducted a retrospective, multicentre, chart-review study, on patients attending the ED for an AECOPD during 2014. The aim of the study was the validation of the BAP-65 RAM for the prediction of in-hospital death or use of IMV (composite primary outcome). We assessed the discrimination and the prognostic performance of the BAP-65 RAM. We enrolled 2908 patients from 20 centres across Italy. The mean (standard deviation) age was 76 (11) years, and 38% of patients were female. The composite outcome occurred in 5.3% of patients. The AUROC of BAP-65 for the composite outcome was 0.64 (95%CI 0.59-0.68). The sensitivity of BAP-65 score ≥ 4 to predict in-hospital mortality was 44% (95% CI 34%-55%), the specificity was 84% (95% CI 82%-85%), the positive predictive value was 9% (95% CI 6%-12%), and the negative predictive value was 98% (95% CI 97%-98%). Conclusions: In patients attending Italian EDs with an AECOPD, we found that the BAP-65 score did not have sufficient accuracy to stratify patients upon their risk of severe in-hospital outcomes. DOI of published article # 1: https://doi.org/10.1016/j.ejim.2018.01.010 DOI of published article # 2: https://doi.org/10.1016/j.ejim.2018.10.018.
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ROVELLA, VALENTINA. "Ruolo del Polimorfismo Genetico della MTHFR nella predizione del rischio di patologie non trasmissibili." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/214459.

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De, Castri Andrea. "Sistemi di supporto alle decisioni in ambito clinico: predizione del rischio "as a service"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14733/.

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Abstract:
L'evoluzione tecnologica e l'ampliamento dei canali di comunicazione stanno giocando un ruolo fondamentale nelle aziende che hanno intenzione di evolvere la propria infrastruttura IT in un modello as a service. Il cloud sta svolgendo una funzione principale nel business aziendale portandone il mercato ad una crescita che oscilla tra il 18% e il 21%, nel solo 2017, e spingendo migliaia di aziende a integrare la vecchia IT con la nuova. Si deve inoltre tener conto dell'enorme volume di dati prodotto dai processi aziendali nell'ultimo ventennio, in quanto la richiesta di utilizzo di tali dati, per scopi aziendali, ha reso necessaria la creazione di tecniche avanzate per l'analisi degli stessi; ne sono un esempio la ricerca clinica e alcune pratiche mediche. Queste, infatti, stanno subendo un cambiamento radicale attraverso l'introduzione di algoritmi di apprendimento che facilitano l'analisi di una enorme mole di dati relativa alle informazioni dei pazienti. Una delle tecniche utilizzate per la costruzione di algoritmi in grado di imparare da eventi passati e di predire eventi sconosciuti è il machine learning. La sfida che ci si pone e di cui si tratterà in questo documento è la creazione di un sistema di supporto alle decisioni as a service che utilizzi una base di conoscenza elaborata da tecniche di machine learning. Nel mondo sanitario queste tecnologie trovano applicazioni sia nella formulazione di diagnosi, sia nella predizione del rischio di un paziente affetto da determinate malattie. La predizione del rischio può essere intesa come: probabilità di un paziente di entrare in ricovero nei successivi 30 giorni, probabilità di peggioramento oppure possibilità di morire. Lo scopo che ci si prefigge di raggiungere con questo lavoro è quello di fornire un primo prototipo funzionante di un Clinical Decision Support System, focalizzandosi sulla costruzione di un'architettura di sistema che guidi l'analisi delle migliori tecnologie da utilizzare.
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Solda', Nicola <1992&gt. "Misurazione del rischio di credito: applicazione del modello LOGIT a controparti non quotate." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15373.

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Abstract:
Per gli intermediari creditizi, il rischio di credito rappresenta la principale fonte di incertezza a cui dover far fronte. Sin dal primo accordo di Basilea, ci si è resi conto dell’importanza di tale aspetto. Si iniziò così a delineare un impianto normativo atto alla prevenzione di situazioni di critiche come singole crisi bancarie o addirittura intere crisi sistemiche. Con il passare degli anni, il legislatore internazionale ha dato sempre più rilevanza a tale fattore, tanto da incentivare gli intermediari a dotarsi di una struttura organizzativo-gestionale in grado di pianificare e gestire il rischio con riguardo ai propri obiettivi, ovvero al profilo di rischio. Di qui l’introduzione dei rating interni con la possibilità per ogni banca di stimare in autonomia ogni componente elementare del rischio. Sulla base di tali stime, l’operatore sarà in grado di effettuare gli accantonamenti richiesti e, di conseguenza, il corretto pricing delle esposizioni. Questo rende perfettamente sostenibile e redditizia l’attività di lending. Dopo aver analizzato nella loro complessità tutti gli aspetti teorici del rischio di credito, nella seconda parte del presente elaborato, è svolto in maniera sperimentale un test empirico. Verranno assegnati dei rating ad un campione di controparti “private firms” secondo gli standard previsti dagli Internal Rating Based. Infine, mediante il modello LOGIT, verranno ordinate le controparti per rischiosità.
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Giolli, Lorenzo <1968&gt. "Un modello VaR per la misura del rischio di credito nelle banche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/212/1/Tesi_Giolli_07.pdf.

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Giolli, Lorenzo <1968&gt. "Un modello VaR per la misura del rischio di credito nelle banche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/212/.

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CASTELLANO, SARA. "Sviluppo di un modello computazionale di analisi di espressione genica per la stratificazione del rischio in pazienti con mielofibrosi." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278340.

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Abstract:
La mielofibrosi primaria (PMF), la policitemia vera (PV) e la trombocitemia essenziale (ET), appartengono al gruppo di tumori ematologici correlati denominati neoplasie mieloproliferative classiche Philadelphia negative (MPNs). PV e ET possono evolvere in mielofibrosi (MF), dando origine a MF post-PV (PPV-MF) e post-ET (PET-MF), che sono entrambe definite come MF secondarie (SMF). Nonostante le differenze, i pazienti con PMF e SMF sono gestiti nello stesso modo e la stratificazione del rischio si basa perlopiù su caratteristiche cliniche e mutazioni driver. Nessuno dei modelli esistenti per MF (es. DIPSS e MIPSS70) integra dati trascrittomici. D'altra parte, negli ultimi anni l’interesse verso la capacità dei profili di espressione genica (GEP) di fornire informazioni prognostiche è aumentato. Diversi studi hanno dimostrato che i GEP possono migliorare la classificazione del rischio in altre neoplasie ematologiche. Pertanto, si evidenzia la necessità di migliorare la caratterizzazione trascrittomica della MF al fine di aggiungere robustezza ai sistemi di scoring attualmente usati. Lo scopo principale di questo progetto era quello di identificare una firma molecolare e di costruire un modello di classificazione robusto per distinguere pazienti con MF ad alto rischio, con una sopravvivenza globale inferiore, da pazienti a basso rischio. Abbiamo analizzato i GEP di granulociti isolati da 114 pazienti con MF. La regressione di Cox ha portato all'identificazione di 832 trascritti correlati con la sopravvivenza, caratterizzanti i pazienti ad alto rischio di morte. Nearest shrunken centroids, iterazioni successive e k-fold cross-validation sono stati utilizzati per costruire, ottimizzare e convalidare un modello di classificazione, ottenendo un modello finale basato su 273 trascritti. La classificazione dei 114 campioni ha prodotto 54 campioni ad alto rischio (HR) e 60 campioni a basso rischio (LR). I pazienti HR hanno mostrato sopravvivenza globale e libera da leucemia inferiore. È stato osservato un arricchimento, nel gruppo HR, di caratteristiche cliniche e molecolari dannose incluse nei modelli prognostici attuali. Diversi pazienti low e intermediate-1 secondo gli score prognostici attuali, ma HR secondo il nostro modello, sono deceduti o hanno subito una trasformazione leucemica in un tempo inferiore rispetto alla sopravvivenza mediana di riferimento. Inoltre, il nostro modello ha mostrato buone prestazioni nel distinguere pazienti HR e LR nelle categorie intermedie di DIPSS e MIPSS70. È interessante notare che le classi di rischio intermedio rappresentano le categorie di pazienti più complesse, per le quali è più difficile determinare la strategia terapeutica ottimale. In aggiunta, per valutare se il nostro modello è in grado di migliorare il potere prognostico dei sistemi di scoring attuali, abbiamo progettato due nuovi modelli combinati, integrando le informazioni provenienti dalla nostra classificazione basata su GEP all'interno di due score esistenti (DIPSS e MIPSS70). Per confrontare i modelli è stato usato il criterio d'informazione di Akaike (AIC). È risultato che entrambi i nuovi modelli hanno mostrato valori di AIC migliori rispetto a DIPSS e MIPSS70 da soli. Nel complesso questi risultati dimostrano che i GEP nei pazienti con MF correlano con le loro caratteristiche molecolari e cliniche, in particolare con la loro sopravvivenza. Suggerendo, così, che la valutazione dei GEP dei granulociti può migliorare l'inquadramento prognostico attraverso l’identificazione di sottogruppi di pazienti caratterizzati da prognosi sfavorevole, che possono essere indirizzati verso l’opzione terapeutica più appropriata. Questi risultati dovrebbero essere validati in un dataset indipendente per confermarne il potere predittivo.
Primary myelofibrosis (PMF), together with polycythemia vera (PV) and essential thrombocythemia (ET), belongs to the group of related hematologic cancers named classic Philadelphia-negative myeloproliferative neoplasms (MPNs). PV and ET can evolve to myelofibrosis giving rise to post-PV (PPV-MF) and post-ET (PET-MF) myelofibrosis, which are both defined as secondary myelofibrosis (SMF). Despite the differences, PMF and SMF patients are currently managed in the same way, and risk stratification is based mainly on clinical features and the presence of driver mutations. None of the existing models for MF (e.g. DIPSS, MIPSS70) integrates transcriptomic data. On the other hand, interest has grown in the last few years concerning the ability of gene expression profiles (GEPs) to provide valuable prognostic information. Several studies demonstrated that GEP can improve risk classification in other hematologic malignancies. Therefore, there is a need to better characterize the transcriptomic profile of myelofibrosis in order to add more robustness to the current scoring systems. The main scope of this project was to identify a molecular signature and to build a robust classification model able to distinguish “high risk” MF patients with inferior overall survival from “low risk” ones. We analyzed the gene expression profiles of granulocytes isolated from 114 patients with MF. Cox regression analysis led to the identification of a list of 832 survival-related transcripts characterizing patients who are at high risk for death. Nearest shrunken centroids, subsequent iterations, and k-fold cross-validation were used to build, optimize and validate a classification model, obtaining a final model based on 273 transcripts. Classification of the 114 samples of our dataset with this model resulted in 54 high-risk and 60 low-risk samples. High-risk patients displayed an inferior overall survival and leukemia-free survival. In addition, we observed significant enrichment, within the high-risk group, of clinical and molecular detrimental features included in contemporary prognostic models. Strikingly, several patients belonging to the low and intermediate-1 categories of existing prognostic scores were classified as high-risk with our model. These patients were deceased or leukemia transformed earlier than the prognostic class reference median survival. Moreover, our model showed good performance particularly in distinguishing high-risk and low-risk patients within DIPSS and MIPSS70 intermediate categories. It is noteworthy that intermediate-risk classes represent the most challenging patients’ categories, for whom determining the optimal therapeutic strategy is more difficult. Additionally, to assess if our model was able to improve the prognostic power of current scoring systems, we designed two new combined models by integrating information from our gene expression-based classification within two existing scores (DIPSS and MIPSS70). The Akaike information criterion (AIC) score was used to compare models for prediction of survival. It turned out that both our new combined models showed better AIC values than DIPSS and MIPSS70 alone. Overall, these results demonstrate that GEPs in MF patients correlate with their molecular and clinical features, particularly their survival. Thus suggesting that the evaluation of granulocytes’ gene expression profiles can improve prognostication, particularly with the identification of MF patients’ subgroups characterized by poor prognosis, allowing these patients to be directed towards the most appropriate therapeutic option. These results should be validated in an independent dataset to confirm their predictive power.
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Dolcini, Carlotta. "Valutazione e gestione del rischio nelle filiere idro-potabili secondo il modello dei Water Safety Plan." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il Water Safety Plan (WSP) è un metodo che permette di effettuare una valutazione dei rischi presenti in un sistema idro-potabile, dalla captazione dell’acqua al punto di consegna all’utilizzatore finale. Qui possono esserci rischi che vanno a ridurre la qualità dell’acqua distribuita, in termini di parametri chimico-fisici, o a creare problemi nella sua erogazione e, una volta identificati, il WSP permette di gestirli attraverso misure di controllo o eventuali azioni di miglioramento. Sviluppare un Water Safety Plan è un’attività molto impegnativa e onerosa, ma comporta numerosi vantaggi. In particolare, permette di ottenere un miglioramento nella gestione del sistema idro-potabile, aumentando la garanzia di qualità del prodotto distribuito e la sicurezza per il consumatore finale. Inoltre, rappresenta uno strumento di supporto nella decisione e nella programmazione strategica degli investimenti da fare nel sistema idrico. Nell’elaborato verranno descritte le fasi che compongono lo sviluppo del WSP per un determinato sistema idrico. Queste sono principalmente: identificazione dei pericoli e degli eventi pericolosi (tramite check-lists); valutazione del rischio di ogni evento pericoloso attraverso matrici di rischio; individuazione delle misure di controllo in atto nel sistema e conseguente rivalutazione del rischio; identificazione di azioni di miglioramento da implementare per ridurre i rischi elevati a un livello accettabile. Si tratta di un processo iterativo, nel quale la ricerca del risultato di ciascuna fase può richiedere una modifica di quanto definito nella fase precedente. In seguito, verranno riportati due esempi applicativi di sviluppo di WSP, realizzati nel corso di un tirocinio presso NIER Ingegneria, per due specifici sistemi acquedottistici. Infine, questi verranno analizzati e confrontati, mettendo in risalto i problemi incontrati nella loro redazione e possibili elementi di sviluppo futuro.
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Di, Battista Marco <1979&gt. "Un modello per la gestione integrata del rischio operativo nel contesto universitario con un'applicazione del metodo di misurazione avanzato." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2531.

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Baldassarre, Benedetta. "La prevenzione del rischio sismico nella pianificazione urbanistica. Un modello di valutazione della vulnerabilità per il Comune di Castelfranco Emilia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’obiettivo del presente lavoro di tesi è definire una nuova strategia per affrontare il problema del rischio sismico e della sua riduzione in un sistema urbano, integrando aspetti trattati a scala edilizia all’interno di un approccio sistemico a scala urbana. La prevenzione del rischio sismico va intesa come atto culturale che la collettività deve compiere nelle fasi ordinarie di pianificazione urbanistica, coniugando esigenze di sviluppo del territorio e valorizzazione delle sue risorse con quelle di sicurezza. Ciò diviene fondamentale se si considerano le condizioni di vulnerabilità sismica del patrimonio costruito in Italia, che richiedono interventi sistematici per garantire maggiore sicurezza agli edifici e agli insediamenti. Su queste basi la nuova legge urbanistica dell’Emilia-Romagna richiede al piano comunale di prefigurare strategie di rigenerazione anche profonda del territorio urbanizzato che vadano a favorire il miglioramento delle prestazioni di sicurezza sismica. Ciò comporta la necessità di operare un quadro conoscitivo diagnostico del territorio che faccia emergere le criticità che il piano dovrà intercettare. Partendo da questi presupposti la tesi propone una metodologia speditiva di valutazione della vulnerabilità sismica urbana allo scopo di stimare il rischio sismico a scala di areale urbano, necessaria per orientare scelte di pianificazione finalizzate al miglioramento delle performance sismiche del costruito. La metodologia è stata sviluppata e testata sul territorio di Castelfranco Emilia (MO). Il carattere di novità è dato dall’utilizzo di analisi di vulnerabilità sperimentali, proprie della scala edilizia, applicate a edifici campione, i cui risultati vengono scalati per ottenere classi di vulnerabilità a scala di areale. Questo dato, insieme alla pericolosità sismica locale e all’esposizione, definisce un livello di rischio complessivo per ogni unità territoriale, da considerare per elaborare strategie di piano mirate alla sua riduzione.
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Books on the topic "Modello di predizione del rischio"

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Curi, Francesca. Profili penali dello stress lavoro-correlato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg270.

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La storia del lavoro è sin dalle sue origini intrecciata con la storia della sua liberazione dalla fatica. Il modello tayloristico dell’operaio come “gorilla ammaestrato” ha ceduto il posto, a seguito di un lento processo evolutivo, a un’organizzazione produttiva nella quale, oltre alla salute, viene assicurato anche il “benessere” psico-fisico del lavoratore. In base al d.lgs. n. 81/2008, tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro, rientra la previsione del rischio stress lavoro-correlato. Dilatare la posizione di garanzia fino a farvi rientrare forme di “malessere” che non assurgono al rango di malattia, arrestandosi al livello di un più generico disagio, può alterare la proporzione tra offesa al bene giuridico e mezzi di difesa, con conseguente violazione di alcuni fondamentali principi di ordine costituzionale. A ciò va aggiunto il costo di una intrinseca inefficacia della formulazione punitiva applicata. In una prospettiva necessariamente de iure condendo si può quindi pensare di valorizzare la “novità” del sistema introdotta dal d.lgs. n. 231/2001. Dotata di un più penetrante effetto dissuasivo, la previsione di una responsabilità diretta della societas – secondo quanto già sperimentato nei paesi di common law – potrebbe favorire la realizzazione dei necessari adeguamenti organizzativi, volti a garantire un livello quantomeno standardizzato di benessere, salute e sicurezza sul posto di lavoro
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Book chapters on the topic "Modello di predizione del rischio"

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Albanese, Carlina V., and Chiara Cepollaro. "BMD e predizione del rischio di frattura." In Osteoporosi e malattie metaboliche dell’osso, 425–27. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1357-5_38.

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Elena Eramo. "Sul rapporto semantico tra dati grafici e numerici in un modello di valutazione del Rischio archeologico." In DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c150.

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