Academic literature on the topic 'Modello di malattia'

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Journal articles on the topic "Modello di malattia"

1

Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Abstract:
Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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2

Buzzetti, Roberto, Laura Brusadin, Maddalena Marchesi, Laura Martelli, Costantino Panza, Laura Reali, Patrizia Rogari, Luca Ronfani, and Giacomo Toffol. "Covid-19: quale modello di malattia?" QUADERNI ACP 28, no. 3 (2021): 114–18. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.114-118.

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3

Marelli, Federica, and Luca Persani. "Zebrafish come modello per lo studio di malattie della tiroide." L'Endocrinologo 22, no. 1 (February 2021): 42–49. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00833-4.

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Abstract:
SommarioLe tecniche di sequenziamento di nuova generazione hanno rivoluzionato l’identificazione dei geni-malattia, accelerando la scoperta di nuove mutazioni e nuovi geni candidati per le malattie della tiroide. Per far fronte a questo flusso di nuove informazioni genetiche è importante disporre di modelli animali adeguati per studiare i meccanismi che regolano lo sviluppo della tiroide, la biodisponibilità e l’azione degli ormoni tiroidei. Zebrafish (Danio rerio), con il suo rapido sviluppo embrionale esterno, è stato ampiamente utilizzato in biologia dello sviluppo. Ad oggi, quasi tutti i componenti dell’asse tiroideo zebrafish sono stati caratterizzati e sono strutturalmente e funzionalmente paragonabili a quelli dei vertebrati superiori. La disponibilità di linee transgeniche di zebrafish fluorescenti consente l’analisi in tempo reale dell’organogenesi tiroidea e delle sue alterazioni. Il knockdown transitorio ottenuto con l’uso del morfolino permette di silenziare l’espressione di un gene di interesse e ottenere prontamente informazioni sul suo contributo durante lo sviluppo dell’asse tiroideo in zebrafish. Gli strumenti recentemente disponibili per il knockout genico stabile (es. CRISPR/Cas9) hanno ulteriormente aumentato il valore di zebrafish nello studio della patologia tiroidea. Entrambi i modelli di malattia possono essere inoltre utili per lo screening di nuovi farmaci e molecole che potranno essere utili per pianificare i successivi studi clinici.
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Terzi, Anna. "Dopo Pomigliano e Mirafiori. Quale modello di relazioni industriali?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-001002.

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Abstract:
1. I referendum di Pomigliano e Torino e la reale natura degli accordi sottoposti ai lavoratori / 2. Contratti normativi o contratti di scambio? / 3. La ritenuta inapplicabilitŕ della disciplina del trasferimento d'azienda / 4. L'ineffettivitŕ del nuovo sistema sanzionatorio / 5. La disciplina del diritto di sciopero, della retribuzione e del trattamento di malattia: profili di illegittimitŕ / 6. La riorganizzazione del lavoro: alcuni interrogativi di fondo / 7. Un inedito modello di relazioni sindacali / 8. I veri obiettivi dell'accordo di Mirafiori.
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Dinapoli, N., T. Tartaglione, F. Bussu, R. Autorino, F. Miccichè, M. Sciandra, E. Visconti, C. Colosimo, G. Paludetti, and V. Valentini. "Modelling tumour volume variations in head and neck cancer: contribution of magnetic resonance imaging for patients undergoing induction chemotherapy." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 9–16. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-906.

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Abstract:
La valutazione del volume del tumore primitivo ha mostrato un valore predittivo per la stima dei risultati della sopravvivenza. Usando i dati volumetrici acquisiti con la Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione (CI), tali risultati sono stati stimati nei pazienti con tumore del testa e collo, prima del trattamento radiante. Le immagini RM acquisite prima e dopo CI in 36 pazienti con tumore avanzato della testa e del collo sono state analizzate per valutarne il volume del tumore primitivo. I due volumi sono stati correlati utilizzando la regressione lineare locale tra i volume valutati nelle immagini della prima e quelli della seconda RM. Sono stati definiti i modelli di rischio proporzionale di COX per la valutazione del controllo locoregionale, la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale. La regressione lineare locale ha mostrato un buon valore predittivo per tutti i risultati di sopravvivenza nei modelli di rischio proporzionale di COX. I modelli predittivi per il controllo locoregionale di malattia e la sopravvivenza libera da malattia a 24 mesi ha mostrato una ottima discriminazione e capacità di previsione. La valutazione delle variazioni dei volumi dei tumori primitivi della testa e del collo dopo CI fornisce un esempio di modello che può essere facilmente utilizzato per altri approcci terapeutici. Una valutazione completa delle variabili nelle covariate è un prerequisito necessario per la creazione di modelli clinicamente attendibili.
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Burgio, Alberto. "Il nazismo come malattia dell'"anima tedesca"." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2012): 187–208. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002002.

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Abstract:
Per comprendere quanto avvenne nella Germania e nell'Europa dominate dal nazismo (in particolare lo sterminio pianificato di malati, ebrei, "zingari" e slavi) č indispensabile «capire i tedeschi» (Primo Levi), poiché il regime nazista si avvalse della costante partecipazione attiva della maggioranza della popolazione. Come osservň Thomas Mann, un fattorechiave del consenso plebiscitario ottenuto dal regime fu - insieme a una forte domanda di ordine e sicurezza e alla propensione ad affidarsi alle decisioni di un capo carismatico - il bisogno diffuso di appartenere a una comunitŕ omogenea, coesa e chiusa, il che generň un clima psicologico e morale favorevole alla deumanizzazione degli "estranei" e dei nemici interni ed esterni. Di questi tratti dell'«anima tedesca» (Mann), verosimilmente alimentati da un modello educativo autoritario mutuato dal mondo militare, occorre tenere conto ai fini di una pertinente ricostruzione degli eventi storici.
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Osorio, Guzman Maricela, and Santa Parrello. "Malattia e bisogno di relazioni significative: studio per l'ampliamento dell'IPQ-R in un gruppo di operatori sanitari della regione Campania." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003005.

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Abstract:
Partendo dall'ipotesi che l'esperienza di malattia acuisca, sia nei pazienti che negli operatori che si trovano temporaneamente "dall'altra parte", il bisogno di relazioni significative e che questa dimensione - non completamente sovrapponibile al supporto sociale tradizionalmente inteso - sia una componente importante che merita di essere valutata quando si esplora la rappresentazione di malattia, questo studio intende modificare l'Illness perception questionnaire-revised (IPQ-R) di Moss-Morris e colleghi, nato sulla base del modello di senso comune e autoregolazione di Leventhal. L'obiettivo e ampliare lo strumento per renderlo piu esaustivo e valutarne le caratteristiche psicometriche attraverso analisi fattoriali esplorative e confermative. Alla versione dell'IPQ-R validata in Italia da Giardini e colleghi, composta da 70 item che indagano 3 aree della malattia (Identita, Opinioni e Cause), sono stati aggiunti 14 item relativi ad una dimensione definita Relazione significativa con l'altro. Lo strumento cosi ampliato e stato proposto a 269 operatori sanitari della regione Campania (134 medici, 135 infermieri). Dopo le analisi sono stati mantenuti 9 dei nuovi item, accorpatisi in un terzo fattore, mentre 1 item si e accorpato al primo fattore. L'Analisi Fattoriale Confermativa ha mostrato valori di fit molto soddisfacenti. I risultati mostrano come anche la rappresentazione di malattia degli operatori sanitari sia intrisa di elementi di senso comune oltre che di ovvi rimandi alle teorie scientifiche e contenga significativi riferimenti al bisogno di relazioni significative con gli altri (esplorato dai nuovi item), colleghi compresi, dai quali ci si attende autenticita e profondita.
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Pasetti, Carlo, and Giovanna Zanini. "La presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica: questioni etiche nelle varie fasi della malattia." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 939–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.626.

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Abstract:
Molti sono stati i cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni nella prassi clinica e nella presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica, nonostante la perdurante assenza di terapie farmacologiche efficaci. Tali cambiamenti possono essere così riassunti: a) sul piano clinico: l’istituzione di unità interdisciplinari di trattamento alla SLA; la possibilità di impiego di nuove procedure terapeutiche in grado non di modificare la prognosi della malattia ma di prolungarne la sopravvivenza; una sempre maggiore attenzione per la riabilitazione e le malattie croniche progressive; b) sul piano etico: il progressivo affermarsi del principio di autonomia; l’evoluzione di nuovi modelli di relazione medico-paziente. Questi fattori hanno comportato per gli operatori coinvolti nella presa in carico la irrinunciabile necessità di confrontarsi con nuove questioni etiche, solo pochi anni or sono ritenute del tutto impensabili: 1. la comunicazione della diagnosi e della prognosi; 2. i processi decisionali nelle fasi più avanzate della malattia; 3. l’accompagnamento alla morte e al morente. Vengono discusse in dettaglio le singoli questioni etiche, arrivando alle seguenti considerazioni conclusive: 1. in tutti i punti nodali della presa in carico del paziente con SLA una corretta informazione e una buona capacità di comunicazione dei terapeuti sono considerati elementi chiave per una gestione clinica che eviti nel paziente rischi di comportamenti autolesivi o di fughe nella medicina alternativa e nel medico rischi di disimpegno terapeutico, angoscia decisionale, burn out; 2. è indispensabile fare evolvere nuovi modelli di relazione medico-paziente, diversi da quelli di tipo paternalistico ma anche da quelli di tipo contrattualistico o utilitaristico, ritenuti più adeguati in questo contesto, come il modello dell’alleanza terapeutica; 3. il rispetto del principio di autonomia e degli strumenti che ne derivano (consenso informato e direttive anticipate in particolare) vengono ritenuti certo un punto forte, ma non l’unico télos etico dell’azione, che deve comunque sempre tendere ad ispirarsi anche, e soprattutto, al principio di beneficenza; 4. un accompagnamento farmaco-protetto alla morte e al morente, calato in un’attenta presenza e in un elevato livello relazionale, secondo un’etica delle virtù che valorizzi le buone intenzioni, può configurarsi come una terza via tra i due opposti errori etici costituiti dall’eutanasia e dall’accanimento terapeutico, terza via che consente di superare annose diatribe tra differenti orientamenti e appare più in linea con paradigmi universalmente accettati e accettabili.
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Toraldo, D. M., D. Passali, A. Sanna, F. De Nuccio, L. Conte, and M. De Benedetto. "Cost-effectiveness strategies in OSAS management: a short review." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 447–53. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1520.

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Abstract:
L’apnea ostruttiva del sonno (OSAS) è una malattia cronica eccessivamente sotto-diagnosticata con un’alta prevalenza negli adulti. L’OSAS sta diventando un problema sociale significativo perché associata ad un peggioramento della qualità della vita ed un aumento della mortalità. Il rapporto costo-efficacia nella gestione diagnostica e terapeutica dell’OSAS è un problema strategico per contrastare la crescente domanda di test oggettivi. I pazienti OSAS che non presentano comorbilità clinicamente evidenti devono essere studiati utilizzando un sistema semplificato e poco costoso, come l’Home Sleep Testing (HST). Al contrario, la Sleep Laboratory Polisomnography (PSG) rimane il gold standard per la gestione dei pazienti con OSAS in presenza di comorbidità. Occorre sottolineare che l’uso di HST potrebbe portare ad una diagnosi errata in soggetti OSAS non ben selezionati. Questa breve rassegna si propone di offrire argomenti di riflessione sulla corretta diagnosi e trattamento dell’OSAS, in rapporto ai dati di prevalenza e alle ricadute sui costi/benefici sociali della malattia. Attualmente non può essere solo il rapporto costo/efficacia a definire il modello organizzativo adottato per la gestione dell’OSAS, in quanto si rendono necessari ulteriori studi prospettici a lungo termine, volti a validare in maniera definitiva tale rapporto nonché il confronto tra il trattamento con modelli di gestione ospedaliera versus l’assistenza domiciliare.
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Giordano, L., D. Di Santo, E. Crosetti, A. Bertolin, G. Rizzotto, G. Succo, and M. Bussi. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 5 (October 2016): 403–7. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-769.

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Abstract:
Al giorno d’oggi le laringectomie parziali orizzontali (OPHLs) rappresentano un’alternativa ben consolidata per il trattamento dei tumori della laringe. La particolarità di questa chirurgia è rappresentata dalla possibilità di modulare, anche intraoperatoriamente, l’intervento sulla base di una eventuale estensione della malattia. Tuttavia una OPHL è una procedura non semplice da comprendere: esistono diversi tipi di intervento e la possibilità di modulazione di quest’ultimo può provocare confusione e perdita di aderenza al piano terapeutico da parte del paziente. Allo stesso tempo, sebbene il tipo di intervento e le possibili estensioni, compresa la laringectomia totale, dipendano strettamente dalla specifica estensione della lesione di ogni paziente, si sente la necessità di poter disporre di un unico modulo di consenso informato, che racchiuda al suo interno ogni possibilità. Dopo una revisione della letteratura riguardo il Consenso Informato, proponiamo una Brochure Informativa ed un unico Modello di Consenso per le OPHLs. La brochure informativa risulta di facile lettura per il paziente, e ha lo scopo di rispondere a qualsiasi dubbio egli abbia sulla procedura. Al suo interno ci sono capitoli riguardanti il sistema delle OPHL con una speciale attenzione sulla modularità dell’intervento, l’anatomia e la fisiologia della laringe, lo scopo, le indicazioni e le alternative alla chirurgia, infine le complicanze e la fisiologia della laringe operata. Il Modello di Consenso è scritto in forma modulare: il chirurgo è chiamato a definire la specifica estensione della malattia, ad indicare il tipo di OPHL prescelto e ha la possibilità di mettere in evidenza le possibili estensioni chirurgiche tipiche di ogni paziente. Il nostro scopo, fornendo questi moduli sia in Italiano che in Inglese, è quello di ottimizzare l’alleanza medico-paziente, raggiungendo il massimo accordo riguardo la procedura e cercando di limitare ogni possibile incomprensione e contenzioso medico-legale.
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Dissertations / Theses on the topic "Modello di malattia"

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CRISTALDI, Laura. "I centenari, modello di invecchiamento di successo e la malattia di Alzheimer, modello di invecchiamento senza successo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/395450.

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Plescia, Elia. "Analisi di sensitività di un modello neurocomputazionale per lo studio delle fluttuazioni motorie nella malattia di Parkinson." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21001/.

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Abstract:
Il morbo di Parkinson (PD) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un progressivo declino delle funzionalità motorie. Esso è causato dalla degenerazione patologica dei neuroni dopaminergici nigrostriatali all’interno dei gangli della base (BG), un gruppo di nuclei sottocorticali coinvolti principalmente nel controllo del movimento. Il lavoro dei BG è fortemente influenzato dal livello di dopamina (DA), importante neurotrasmettitore che condiziona, inoltre, la plasticità sinaptica dei BG. La perdita di dopamina nel Parkinson è tipicamente compensata dalla somministrazione di levodopa. Questa indicazione terapeutica è inizialmente efficace nel mitigare i deficit motori, tuttavia la sua somministrazione a lungo termine può comportare complicazioni motorie come discinesie e fluttuazioni motorie. In questo elaborato, è stato utilizzato un modello neurocomputazionale biologicamente ispirato ai gangli della base per simularne il comportamento in condizioni sane e patologiche. Il modello include i tre principali percorsi del circuito BG: via diretta (Go), via indiretta (NoGo), via iperdiretta. Inoltre, usa la regola di Hebb per addestrare le sinapsi nello striato, sulla base della storia passata di ricompense e punizioni. Mediante la simulazione di un semplice task clinico, l’“alternate finger tapping”, è stata condotta un’analisi di sensitività sul ruolo di alcuni parametri coinvolti nello sviluppo di discinesie: il livello di dopamina, l’azione del nucleo sub-talamico, le connessioni sinaptiche corteccia-talamo, la forza delle sinapsi nelle vie Go e NoGo, i meccanismi competitivi nella corteccia. A seconda dei parametri assegnati, il modello riproduce una varietà di pattern motori clinicamente rilevanti, tra cui la normocinesia, la bradicinesia, diversi tentativi prima del movimento, il freezing, la ripetizione di uno stesso movimento, e anche fluttuazioni irregolari (discinesie).
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FANNI, SILVIA. "EFFETTO DELL’INIBIZIONE DELLA 5-ALFA REDUTTASI SULLE DISCINESIE IN UN MODELLO ANIMALE DI MALATTIA DI PARKINSON." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249589.

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Abstract:
Levodopa-induced dyskinesia (LID) is a disabling motor complication occurring in Parkinson's disease patients (PD) after long-term l-DOPA treatment. Although its etiology remains unclear, there is accumulating evidence that LID relies on an excessive dopamine receptor transmission, particularly at the downstream signaling of D1 receptors. We previously reported that the inhibition of 5-alpha reductase (5AR), the rate limiting enzyme in neurosteroids synthesis, rescued a number of behavioral aberrations induced by D1 receptor-selective and non-selective agonists, without inducing extrapyramidal symptoms. Thus, this study was aimed at investigating whether the pharmacological blockade of 5AR by the two prototypical irreversible inhibitors finasteride (FIN) and dutasteride (DUTA), might elicit antidyskinetic properties in a rodent model of Parkinson's disease. Specifically, we tested the effects of FIN and DUTA on dyskinesias induced by dopaminergic agonists in 6-hydroxydopamine (6-OHDA)-lesioned rats. Acute and chronic effect of different doses of FIN (30-60mg/kg) and DUTA (15-30 mg/Kg), was assessed on LID in male 6-OHDA-lesioned dyskinetic rats. Thereafter, to fully characterize the therapeutic potential of these inhibitors on LID and their impact on l-DOPA efficacy, we tested abnormal involuntary movements and forelimb use in hemiparkinsonian male rats chronically injected with FIN (30-60mg/kg/24days) and DUTA (30-60mg/kg/24days) either prior to- or concomitant with l-DOPA administration. In addition, to investigate whether the antidyskinetic properties on LID may be ascribed to a modulation of the D1- or D2/D3-receptor function, dyskinesias were assessed in l-DOPA-primed 6-OHDA-lesioned rats that received FIN in combination with selective direct dopaminergic agonists. Finally, we set to investigate whether FIN may produce similar effect in female hemiparkinsonian rats, as seen in males. The results indicated that both FIN and DUTA administrations significantly dampened LID in all tested treatment regimens, without interfering with the ability of l-DOPA to ameliorate forelimb use in the stepping test. The antidyskinetic effect appears to be due to modulation of both D1- and D2/D3-receptor function, as FIN also reduced abnormal involuntary movements induced by the selective D1 receptor agonist SKF-82958 and the D2/D3 receptor agonist ropinirole. Significant dampening of LID was also observed in female rats, although only at the higher tested dose. To our knowledge, these findings for the first time highlight 5AR enzyme as a new therapeutic target for the treatment of dyskinesia in PD. Clinical investigations are warranted to assess whether similar protection from dyskinesia might be reproduced also in PD patients.
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Rizzo, F. "GENERAZIONE DI IPSC COME MODELLO IN VITRO E SVILUPPO DI UN POSSIBILE APPROCCIO TERAPEUTICO PER LA MALATTIA DI CHARCHOT-MARIE-TOOTH DI TIPO 2A(CMT2A)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/249995.

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Abstract:
Charcot-Marie-Tooth disease type 2A (CMT2A) is a sensory-motor polyneuropathy, characterized by the involvement of motor and sensitive neurons, resulting in progressive weakness, limb muscle atrophy and loss of sensitivity. Mitofusin2 (MFN2) gene has been identified as causative of the disease. The MFN2 protein, located in the outer mitochondrial membrane, is involved in the mitochondrial network. Defects in this network are features of several neurodegenerative diseases. A treatment for CMT2A is not currently available. The development of an effective therapy needs a better understanding of the molecular mechanisms of the disease, not only to identify new therapeutic targets, but also to define biomarkers of the disease phenotype. The first aim of this study was the generation of an in vitro disease model, not currently available. The reprogramming of mature somatic cells into induced pluripotent stem cells (iPSCs) provides the derivation of disease-specific cell types, such as motor and sensitive neurons, affected in the disease. Based on this method, we successfully generated human iPSCs from a CMT2A patient and demonstrated their differentiation into motor neurons. We analyzed mitochondrial phenotypes (i.e mitochondrial localization, content and stability of mitochondrial DNA, and respiratory capacity) associated with the disease in CMT2A motor neurons as well as in fibroblasts. In particular, we observed an alteration in mitochondria localization, a reduction in the amount of mitochondrial DNA and a dysfunction of the mitochondrial respiratory chain, identifying specific hallmarks of the disease phenotype. These defects are more evident in neuronal cells compared to fibroblasts, in agreement with neuronal specificity of the disease. In addition in vitro models, the analysis of these aspects has been conducted in the only currently available murine model of CMT2A (MitoCharc 1) to extend its characterization, searching for biomarkers of disease phenotype. The second aim of this work was the development of a therapeutic approach for this disorder. We silenced endogenous MFN2 gene by short harpin RNA (shRNA) in CMT2A fibroblasts. At the same time, in order to restore correct MFN2 protein levels, we transfected a MFN2 c-DNA modified to be resistant to shRNA-mediated silencing. The results of this strategy were very promising in CMT2A fibroblasts, and preliminary data were also obtained in the CMT2A mouse model. In conclusion, this study contributed to deepen the knowledge about disease molecular mechanisms, generating an in vitro model of CMT2A by patient-specific iPSCs, and to identify a possible therapeutic strategy for CMT2A.
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GIAGNORIO, ELEONORA. "Revealing the involvement of MALAT1, NEAT1, HOTTIP lncRNAs in Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS) via an induced pluripotent stem cell (iPSC)-derived muscle cell model." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/385034.

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Abstract:
La SLA è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da una progressiva degenerazione dei MN, con conseguente atrofia muscolare, paralisi e morte del paziente. Esistono due forme di SLA, la forma sporadica, nel 90% dei pazienti, e la forma familiare, nel restante 10% dei casi. Diversi geni sono associati alla SLA, come C9ORF72 che è il gene più comunemente associato alla forma familiare di SLA, seguito da TARDBP, SOD1 e FUS. Questi geni influiscono su diverse funzioni cellulari, tra cui lo stress ossidativo, il metabolismo dell’RNA, l’organizzazione del citoscheletro e l’autofagia. I geni associati alla SLA sono espressi in modo ubiquitario e quindi diversi tipi cellulari possono subire alterazioni nella struttura e metabolismo e insieme contribuiscono ai pathways degenerativi della SLA. Oltre ai MN, studi recenti dimostrano che il muscolo scheletrico è coinvolto precocemente durante la patogenesi della SLA. Ad oggi non esistono cure e uno degli obiettivi della ricerca è lo sviluppo di terapie, ottenute tramite una conoscenza specifica degli eventi molecolari che portano alla degenerazione dei MN e del tessuto muscolare. La deregolazione dell’RNA ha un contributo chiave nella patogenesi della SLA. Nel campo dell’RNA non coding, i long non coding RNA (lncRNA) emergono come contribuenti alla patofisiologia della SLA. I lncRNA, lunghi dalle 300 alle centinaia di nucleotidi, sono regolatori dell’espressione di geni muscolari e neuronali, ma il loro contributo alla patogenesi della SLA è ancora ignoto. In questo lavoro abbiamo analizzato i livelli di espressione di MALAT1, NEAT1 e HOTTIP lncRNA coinvolti nello sviluppo e omeostasi del muscolo scheletrico, nel modello di cellule pluripotente indotte umane (iPSC) derivate da pazienti SLA e controlli sani, e differenziate verso un destino miogenico tramite un protocollo basato sulle small molecules. Abbiamo analizzato l’espressione di marcatori dello sviluppo del muscolo scheletrico tramite qPCR. Inoltre, abbiamo predetto in silico e poi validato gli mRNA target dei lncRNA. Abbiamo riportato un diverso pattern di espressione dei lncRNA e target mRNA nelle colture cellulari SLA, rispetto ai controlli, in particolare allo stadio di progenitore mesodermico, miociti e miotubi. Tramite un’analisi di clustering gerarchico abbiamo identificato cluster specifici di lncRNA/geni target che caratterizzano le linee SLA, il che suggerisce che un’alterata espressione di queste molecole può contribuire alla patogenesi della malattia. Le nostre scoperte sulla deregolazione di MALAT1, NEAT1 e HOTTIP e dei loro geni target offre nuovi spunti riguardo le basi molecolari della SLA, suggerendo la possibilità che un alterato sviluppo del muscolo scheletrico, dipendente da queste molecole, possa portare a un’alterazione della massa e funzionalità muscolare durante malattia. Ulteriori studi sono necessari per indagare maggiormente l’effetto sinergico di MALAT1, NEAT1 e HOTTIP sull’insorgenza e/o progressione della malattia, con lo scopo di sviluppare strategie terapeutiche contro la SLA o altre malattie del motoneurone che siano paziente specifiche, basate sui lncRNA
Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS) is a neurodegenerative and fatal disease characterized by progressive cortical, bulbar and spinal motor neuron (MN) degeneration, leading to progressive muscle weakness, atrophy, paralysis and, ultimately, death. ALS can occur in two different forms: sporadic ALS (sALS) in ∼90% of individuals and familial ALS (fALS). Different genes have been associated with fALS and/or sALS; C9ORF72–SMCR8 complex subunit (C9ORF72) is the gene most commonly linked to inherited ALS, followed by TAR DNA-binding protein 43 (TARDBP), superoxide dismutase 1 (SOD1) and FUS RNA-binding protein (FUS). Such genes affect several cellular functions, including oxidative stress (SOD1), RNA metabolism (C9ORF72, TARBDP and FUS), cytoskeletal organization [e.g. tubulin alpha-4a (TUBA4A) and profilin 1 (PFN1)] and autophagy [e.g. TANK-binding kinase 1 (TBK1) and optineurin (OPTN). ALS-associated mutant genes are ubiquitously expressed, thus alterations in structure, metabolism and physiology occur in different cell types, synergistically contributing to ALS degenerative pathways. It is generally accepted that ALS is primarily caused by MN death. However, growing evidence has shown that muscle is active and plays a crucial role in the disease onset and progression. Currently, there are no effective treatments for ALS. Indeed, one of the major aims in ALS research is the development of successful therapies, by deepening the knowledge of the molecular events leading to the degeneration of both MNs and muscle tissue. It has become increasingly clear that RNA dysregulation is a key contributor to ALS pathogenesis. Among non-coding RNAs, long non-coding RNA (lncRNAs) are emerging as molecular contributors to ALS pathophysiology because of their role in regulating gene expression. LncRNAs, that are 300 to thousands nucleotides long, being more similar to mRNA than microRNAs, are key MN and muscle gene expression regulators. However, the exact contribution to ALS pathogenesis is still unknown. Here, we analysed the expression levels of MALAT1, NEAT1 and HOTTIP lncRNAs, known to be involved in the development and homeostasis of the skeletal muscle, in a human induced pluripotent stem cell (hiPSC) model differentiated towards a myogenic destiny through a small molecule-based protocol, obtained from ALS patients and healthy controls. The expression of key markers of skeletal muscle development was assessed by qPCR. Further, mRNA targets of the lncRNAs were predicted in silico, and validated by qPCR. We reported a differential lncRNA and mRNA target expression pattern in ALS-mutant cultures compared to controls, particularly at the mesodermal progenitor, early myocyte and myotube stages. Specifically, through hierarchical clustering analysis we identified specific clusters of lncRNA/target gene defining ALS cell lines, suggesting that an altered expression of these molecules might contribute to the disease pathogenesis. Our findings on dysregulation of MALAT1, NEAT1, HOTTIP and their target genes in the iPSC-based ALS in vitro model provide new insights into ALS molecular basis, pointing out the possibility that altered muscle differentiation processes, depending on these lncRNAs, could eventually lead to an altered availability of muscle mass and function in the disease. Further studies in genetically defined, or not defined, ALS patients, and in other motor neuron diseases (MNDs), could help to deeply understand the synergistic effect of MALAT1, NEAT1 and HOTTIP in disease onset and/or progression, towards future development of patient-specific lncRNA-based therapeutic strategies for ALS and other MNDs.
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MARINO, ROSANNA. "La paratubercolosi bovina causata dal Mycobacterium avium subsp paratuberculosis: un modello in vitro per studiare la risposta precoce all'infezione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2052.

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Abstract:
La malattia di Johne o paratubercolosi è un’enterite cronica granulomatosa provocata dal Mycobacterium avium subsp paratubercolosis (MAP), che colpisce i ruminanti ed in particolare i bovini da latte ed ha un grande impatto economico a livello mondiale. Il MAP sembra anche avere un ruolo nella malattia umana di Crohn. Tale patogeno è capace di sopravvivere molto bene all’interno dei macrofagi dell’ospite dove previene la loro attivazione, blocca l’acidificazione e la maturazione del fagosoma, e interferisce con la presentazione degli antigeni al sistema immunitario. Al fine di analizzare la complessa interazione tra l’ospite e il patogeno, è stata valutata la risposta dopo 2h, 6h, e 24h di macrofagi derivati da monociti bovini (MDM), coltivati in vitro e infettati con il ceppo L1 di MAP utilizzando un approccio di RNA-Seq. L’analisi statistica dei dati di sequenza ha mostrato un aumento del numero di geni differenzialmente espressi durante l’esperimento in risposta all’infezione. Inoltre i geni sottoespressi negli MDM infettati sono stati individuati solo a 24h post-infezione. L’analisi dei pathway ha evidenziato tre network che sono associati alla risposta immunitaria e al processo infiammatorio. Inoltre lo studio dei geni sottoespressi a 24h ha mostrato il ruolo centrale del complemento e del complesso maggiore di istocompatibilità nella patogenesi della malattia.
Johne’s disease (paratuberculosis) is a chronic granulomatous enteritis caused by Mycobacterium avium subsp paratubercolosis (MAP), affecting ruminants worldwide with a significant economic impact. MAP has also been speculated as a cause of human Crohn’s disease. MAP is a pathogen highly adapted for survival within host macrophages due to the organism's capacity to prevent macrophage activation, block phagosome acidification and maturation, and attenuate presentation of antigens to the immune system. The consequence is a very long silent infection and subclinical phases. To decipher the complex interaction between host and MAP, the response of in vitro bovine monocyte-derived macrophages (MDM) after 2h, 6h and 24h of infection with L1 strain of MAP was explored using RNA-Seq approach. Statistical analysis of sequence data revealed an increasing number of differentially expressed genes in MDM following infection through the three time points analysed. Furthermore down-regulated genes were only found at 24 h post-infection. Ingenuity Pathways Analysis of differentially expressed genes showed that “cell-mediated immune response” was the most significant network related to 2hpi dataset, “immune cell trafficking” for 6hpi, and “inflammatory response” for 24hpi. Finally the analysis of down-regulated genes at 24hpi confirmed the role of complement and major histocompatibility complex (MHC) in the pathogenesis of MAP in cattle.
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Lorenzini, Luca <1978&gt. "Modelli animali di malattia neurologica per lo sviluppo di terapie innovative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1568/1/Lorenzini_Luca_tesi.pdf.

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Lorenzini, Luca <1978&gt. "Modelli animali di malattia neurologica per lo sviluppo di terapie innovative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1568/.

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Giostra, Sara. "Su alcuni modelli matematici per la malattia di Alzheimer." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16406/.

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Abstract:
In questa tesi sono stati studiati in dettaglio due modelli matematici per la malattia di Alzheimer. Il primo modello, incentrato sull'esordio della patologia, riguarda l'aggregazione e la diffusione della beta-amiloide, il peptide che costituisce le placche senili e la cui forma oligomerica è strettamente connessa alle disfunzioni cognitive tipiche della malattia. L'aggregazione è stata modellizzata mediante l'equazione di Smoluchowski. Sono stati utilizzati tre problemi di Cauchy-Neumann per descrivere il comportamento di monomeri, oligomeri solubili e placche. Per il problema costituito da questi tre sistemi è stata dimostrata l'esistenza di una soluzione per tutti i tempi positivi, la sua unicità e positività, utilizzando in particolare il principio di massimo parabolico e il teorema del confronto che ne deriva. Si è così garantito che il modello è ben posto. Tramite strumenti classici, come il teorema della divergenza e il lemma di Gronwall, sono state provate stime asintotiche per la massa totale di monomeri, oligomeri e placche. Il secondo modello studia l'evoluzione della malattia, concentrandosi sull'interazione tra beta-amiloide e proteina prionica, che da numerosi studi sembra essere un recettore del peptide. Con tecniche classiche di teoria delle equazioni differenziali ordinarie è stato provato che il sistema costituito dalle equazioni di evoluzione per le quattro quantità d'interesse (densità delle placche e concentrazioni di oligomeri, di proteina prionica e del complesso formato da un oligomero che si lega alla proteina prionica) ha un'unica soluzione globale non negativa. È stato poi dimostrato che il sistema ha un unico stato stazionario e, mediante il criterio di Routh-Hurwitz, ne è stata dedotta la stabilità asintotica locale. Sotto una determinata condizione sui parametri e considerando la velocità di nucleazione nulla, si è infine ottenuto un risultato di stabilità asintotica globale, desunto da criteri di stabilità di Liapunov e Lasalle.
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Montesu, Angela. "Simulazione di pazienti con Malattia di Parkinson attraverso modelli farmacodinamici e neurocomputazionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
I Gangli della Base svolgono un importante ruolo nel controllo del movimento volontario. I malfunzionamenti legati ad essi e le alterazioni nel sistema dopaminergico sono responsabili di una serie di disturbi cognitivi e disturbi motori nella malattia del Parkinson(PD). Nel presente lavoro di tesi si riproduce su Matlab il modello matematico neurocomputazionale presentato negli ultimi anni da Baston e Ursino (2016)[15] Nel modello sono rappresentati i principali percorsi dei BG includendo sia il sistema dopaminergico che il colinergico. Parallelamente a questo viene interfacciato un modello farmacodinamico della levodopa, in modo da simulare il trattamento farmacologico dei pazienti Parkinsoniani. In particolare, l’effetto della levodopa nello striato è simulato attraverso un modello compartimentale di farmacocinetica nel plasma, unito a un modello ad un solo compartimento che rappresenta l’effetto sui gangli alla base. Il fine di questa tesi è quello di riuscire a relazionare le performance motorie di pazienti PD con diversi livelli di concentrazione di Levodopa nel sangue attraverso modelli computazionali. A tale scopo , attraverso il modello è stato simulato il risultato del finger tapping, in un arco temporale in cui i pazienti sono sotto somministrazione del farmaco. Il modello analizzato può essere utile per pervenire ad una più profonda comprensione della farmacocinetica e della farmacodinamica della levodopa, e del modo in cui il farmaco viene sfruttato nei circuiti neurali dei gangli della base, in pazienti durante fasi diverse della malattia. In particolare, si è dimostrato che il modello è in grado di riprodurre diversi pattern di tapping nel tempo, distinguendo fra pazienti affetti da PD senza fluttuazioni motorie e che mostrano però fluttuazioni motorie. Inoltre, i risultati della stima di parametri hanno permesso di individuare alcune differenze statisticamente significative fra i parametri farmaco-dinamici nelle due classi.
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Books on the topic "Modello di malattia"

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La sofferenza del corpo: Interpretazioni del vissuto di malattia nei diversi modelli della relazione terapeutica. Milano: Guerini studio, 2006.

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Garrino, Lorenza, ed. Strumenti per una medicina del nostro tempo. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-837-8.

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Abstract:
Il contributo fornito da questa pubblicazione rappresenta una iniziativa innovativa nell’ambito della formazione per i progetti di miglioramento della qualità delle cure. Nei contesti sempre più si delinea la necessità di modelli teorici, di strumenti e metodologie che favoriscano la compartecipazione della persona e della sua famiglia alle cure. La sinergia tra Medicina narrativa, Metodologia Pedagogia dei Genitori e ICF permette di dare valore alle storie ed alle esperienze dei pazienti, alle competenze educative genitoriali all’interno del patto educativo scuola, sanità e famiglia con un focus sul grado di funzionamento della persona sia essa in condizione di salute o di malattia. In questa nuova prospettiva le azioni di cura mirano a stabilire un rapporto di fiducia che non è più basato su un’adesione acritica a saperi o interventi dati per acquisiti e indiscussi, ma su una concertazione che tiene conto delle competenze situate, concrete e quotidiane del cittadino e delle competenze formalizzate, generali e specifiche dei curanti.
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Curi, Francesca. Profili penali dello stress lavoro-correlato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg270.

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Abstract:
La storia del lavoro è sin dalle sue origini intrecciata con la storia della sua liberazione dalla fatica. Il modello tayloristico dell’operaio come “gorilla ammaestrato” ha ceduto il posto, a seguito di un lento processo evolutivo, a un’organizzazione produttiva nella quale, oltre alla salute, viene assicurato anche il “benessere” psico-fisico del lavoratore. In base al d.lgs. n. 81/2008, tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro, rientra la previsione del rischio stress lavoro-correlato. Dilatare la posizione di garanzia fino a farvi rientrare forme di “malessere” che non assurgono al rango di malattia, arrestandosi al livello di un più generico disagio, può alterare la proporzione tra offesa al bene giuridico e mezzi di difesa, con conseguente violazione di alcuni fondamentali principi di ordine costituzionale. A ciò va aggiunto il costo di una intrinseca inefficacia della formulazione punitiva applicata. In una prospettiva necessariamente de iure condendo si può quindi pensare di valorizzare la “novità” del sistema introdotta dal d.lgs. n. 231/2001. Dotata di un più penetrante effetto dissuasivo, la previsione di una responsabilità diretta della societas – secondo quanto già sperimentato nei paesi di common law – potrebbe favorire la realizzazione dei necessari adeguamenti organizzativi, volti a garantire un livello quantomeno standardizzato di benessere, salute e sicurezza sul posto di lavoro
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Vitale, Giulia. Modelli Marocchino Libro Da Colorare per Adulti 200 Pagine - la Linea Di Demarcazione Fra Malattia Mentale e Genio è Molto Sottile. Independently Published, 2019.

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Book chapters on the topic "Modello di malattia"

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Compare, Angelo. "L’azione moderatrice della relazione di coppia sul rapporto tra depressione e rischio cardiovascolare: un modello evidence-based." In Relazione di coppia e malattia cardiaca, 93–123. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2303-1_6.

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"Modelli espositivi relativi alla prognosi nel Corpus Hippocraticum (Prorrhetico 2, Malattie 1–3, Affezioni, Affezioni Interne, Prognosi di Cos)." In Hippocrates in Context, 101–17. BRILL, 2005. http://dx.doi.org/10.1163/9789004377271_007.

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