Journal articles on the topic 'Modelli insediativi'

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Bergamaschi, Maurizio. "Distribuzione territoriale e modelli insediativi della popolazione straniera a Bologna." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 117–34. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099010.

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Abstract:
Il contributo intende proporre un quadro sintetico sulla distribuzione territoriale della popolazione straniera nella cittŕ di Bologna negli ultimi venti anni. Si pone particolare attenzione, alla forma che il fenomeno migratorio assume nello spazio urbano al fine di verificare se siamo in presenza di una forte concentrazione territoriale e di forme di segregazione degli stranieri.
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Romano, Bernardino, Maura Vaccarelli, and Francesco Zullo. "Modelli insediativi ed economia di suolo nella cultura post rurale." TERRITORIO, no. 52 (April 2010): 35–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052004.

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Benassi, Federico, and Raffaele Ferrara. "Modelli insediativi delle principali collettività immigrate in Italia: recenti tendenze." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2013): 66–85. http://dx.doi.org/10.3280/rest2013-002004.

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Cremaschi, Marco, Carlo Salone, and Angelo Besana. "Densità urbana e Covid-19: la diffusione territoriale del virus nell'area di Bergamo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131001.

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Abstract:
L'articolo studia l'impatto della prima ondata di Covid-19 su forme urbane e densita topologica nella Valseriana, Bergamo. Dopo un'analisi della letteratura, si affronta il tasso di mortalita in rapporto alla struttura territoriale locale. Ne risulta un'elevata variabilita locale per l'incrocio tra modelli insediativi, aspetti culturali e forme di mobilita; elementi di cui le istituzioni dovrebbero tenere conto per affrontare il necessario processo di adeguamento.
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Bergamaschi, Maurizio, Luca Daconto, and Maria Grazia Montesano. "Diffusione periferica e concentrazioni. La dinamica insediativa dei residenti stranieri a Bologna e Milano." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002009.

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Abstract:
L'articolo analizza la dinamica localizzativa di medio-periodo (2001-2018) della popolazione residente straniera a Bologna e Milano. L'obiettivo è comprendere gli elementi in comune, le specificità e le trasformazioni dei modelli residenziali dei cittadini stranieri nei due contesti urbani Sud-europei. L'analisi statistica e spaziale dei più recenti dati amministrativi conferma l'assenza di fenomeni di segregazione urbana ed evidenzia la tendenza alla diffusione territoriale della presenza straniera e la crescente configurazione periferica delle aree con concentrazione. Le specifici-tà dei due casi suggeriscono inoltre la rilevanza dei fattori locali per comprendere i processi di insediamento degli stranieri. Dopo una sintetica rassegna della letteratura, sono presentati i risultati dell'analisi diacronica e, infine, viene messo in eviden-za il contributo che lo studio fornisce al dibattito sui modelli insediativi delle popolazioni straniere nei contesti urbani Sud-europei.
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De Filippi, Francesca. "Le città-oasi a sud del Mediterraneo. Nuovi modelli insediativi, tra permanenza e innovazione." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 50–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081011.

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Cerasoli, Mario, and Gianluca Mattarocci. "Rigenerazione urbana e finanza immobiliare: strategie di riuso intelligente delle città nell'era post-covid." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003004.

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Abstract:
La crisi pandemica ha stravolto il modo di vivere dei cittadini modificando l'ordine di priorità degli individui nelle loro scelte di investimento immobiliare e ha messo in evidenza i problemi dello sviluppo immobiliare degli ultimi decenni, che ha privilegiato la location rispetto alla qualità dell'immobile, spesso inseguendo modelli insediativi insostenibili, diffusi se non di-spersi. Il lockdown e lo smart working hanno evidenziato l'esigenza di ripensare l'abitare e di conseguenza il patrimonio immobiliare, privilegiando dimensione e qualità piuttosto che sol-tanto la location. In questo scenario, la rigenerazione urbana rappresenta uno strumento privi-legiato di intervento, anche se quasi sempre demandato all'iniziativa degli operatori privati. Sulla base di un'analisi combinata economico-urbanistica, l'articolo evidenzia le opportunità che la rigenerazione urbana può (e deve) avere sul mercato immobiliare e sulla società e quali devono essere allora i meccanismi di (buon) governo del territorio da parte delle istituzioni pubbliche per raggiungere un ragionevole equilibrio tra interesse collettivo e interesse privato (senza demonizzare la rendita).
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De Angelis, Franco. "Estimating the agricultural base of Greek Sicily." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 111–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003895.

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Abstract:
UNA STIMA DELLA BASE AGRICOLA DELLA SICILIA GRECALo studio dell'agricoltura dell'antica Grecia si è sviluppato notevolmente in questi ultimi decenni; tuttavia in Sicilia, un'isola nota in antichità per la sua capacità e prodotti agricoli, l'interesse sembra essere stato alquanto limitato. Una delle ragioni per questa mancanza di interesse va ricercata nella struttura delle discipline accademiche, che tradizionalmente prevedono la divisione degli studiosi in due gruppi distinti: gli storici, che concentrano la loro attenzione primariamente sulle incomplete fonti scritte, e gli archeologi, che si occupano principalmente di storia dell'arte e della conferma della veracità delle fonti scritte. Numerosi problemi di studio e potenziali aree di interesse, quali ad esempio quelle relative all'ambiente naturale, all'uso del territorio ed ai modelli insediativi (le quali rientrano nell'ambito della geografia umana o storica), non sono toccati da questi due approcci. Questo articolo vuole rappresentare un primo passo nello studio di questi problemi, in risposta al recente appello di Nenci per un'indagine di quella che lui chiama la ‘Sicilia frumentaria’. Loscopo di questo studio è di proporre una stima delle dimensioni della base agricola della Sicilia greca. La prima parte discute le fonti e la metodologia. La seconda prende in considerazione il clima e tenta di stabilire le approssimative dimensioni e la natura dei territori utilizzati dalle undici principali città-stato dell'isola. Inoltre, una quantificazione della terra agricola disponibile e dei limiti superiori della popolazione che poteva essere sostenuta da tali risorse nel momento in cui queste venissero adoperate al loro massimo potenziale viene anche discussa. I risultati supportano l'idea che la Sicilia greca possedesse una grande potenziale agricolo, e che l'isola potesse sostenere una popolazione due volte superiore a quella creduta da Beloch, come anche Holm aveva in precedenza concluso.
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Tadi, Massimo, and Angela Colucci. "Terredoltreadda: un caso campione per un nuovo modello insediativo responsabile." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 138–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058013.

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Abstract:
Č in corso la redazione del Piano strategico e di alcuni progetti pilota all'interno della pianifi cazione concertata di tre comunitŕ del Parco Regionale Adda Sud, unite sotto la denominazione di Terreoltreadda, che condividono l'orientamento verso uno sviluppo territoriale sostenibile, la riduzione di emissioni in atmosfera e l'innovazione nei sistemi produttivi, insediativi e dei servizi. Apripista nel 2006 č stato il comune di Boffalora d'Adda, che ha cominciato a integrare la pianifi cazione urbanistica, approvando un Pgt sperimentale, e le singole azioni di progetto. Gli asset sui quali si gioca questa scommessa sono quelli dell'energia, con la sperimentazione di tecniche ambientali e di produzione di energie rinnovabili, della biodiversitŕ e delle acque, per la stretta correlazione non solo con il fi ume, ma con una rete storica di canali e fontanili, e quello della cultura, con la presenza dell'abbazia di Cerreto, dei nuclei storici e delle cascine.
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Gasperini, Massimo. "Pisae Forma Urbis. Digital drawing and ‘reading’ of the city." ZARCH, no. 8 (October 2, 2017): 200. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.201782156.

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Abstract:
Se il territorio costituisce il supporto materiale sul quale si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo attraverso i secoli, la città può essere a ragione considerata la massima manifestazione dell’intervento dell’uomo su di esso. I processi urbani che determinano un impianto con tutte le sue modificazioni dinamiche sono interconnessi senza soluzione di continuità storica tanto da essere riassunti e rinvenuti nella trama stessa della città. Possedere gli strumenti per cercare di comprenderne i contenuti costituisce un primo atto cognitivo di fondamentale importanza qualora si intenda partecipare consapevolmente all’accumulazione di nuove proposte all’interno del tessuto storicizzato.La fase analitica della lettura conduce alla comprensione di questi processi dinamici che hanno determinato storicamente gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. In analogia con la letteratura possiamo asserire che il palinsesto territoriale corrisponde al testo della storia dell’uomo e per essere compreso deve essere letto con la logica del progetto, lo strumento eletto della disciplina dell’architettura. Il documento principale per la lettura è il rilievo. Sottoporre la forma urbana di Pisa all’indagine sperimentale della lettura mediante l’adozione di nuovi strumenti digitali costituisce un momento di approfondimento e di sintesi delle conoscenze acquisite oltre ad esperire nuove metodologie analitiche sia nel campo degli studi storico-archeologici che in quelli dell’urbanistica e dell’architettura. I modelli tridimensionali digitali di Pisa e del suo territorio entrano per la prima volta a far parte di tale apparato strumentale, potenzialmente aperto verso nuovi possibili modi di utilizzazione. In particolare la Pianta della città si pone come supporto tecnico per molteplici e multiformi applicazioni.If the territory is the material support on where the marks left by man through the centuries are impressed and superimposed, the city could be rightly considerated as the greatest manifestation of the human intervention on it. The process that determine an urban system with all its dynamic changes are interconnected in a historical continuum so as to be summarized and found in the same interlaced city. To have the means in such a way as to try to understand its contents is primary importance if one intends to participate with good knowledge of a case in proposing new plans within the historical tissue. The analytical phase of reading leads to understand these dynamic process that have historically caused the settling down order and the territorial structure. On the analogy of the literature we can assert that the territorial palimpsest accords with the man history text and to be understood should be read with the logic of the plan, the elect instrument of the architectonic discipline. The main document for reading is the survey. To submit the urban form of Pisa to the experimental research of the reading by using new digital instruments is an opportunity of search and synthesis of the acquired knowledges besides to test new analithical methodologies both in the field of historical and archaeologic studies and in those of the town-planning and architecture. For the first time the digital threedimensional models of Pisa and its territory take part of this instrumental system, potentially open to new modes of use. Particularly the 3D representation of the town is a technical support for many and multiform applications. However, these new instruments of representation need to be connected with new methods of ‘reading’ and interpretation.KEYWORDS: 3D city model, G.I.S., territory and town, reading and typological interpretation
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Castrignanň, Marco, and Giovanni Pieretti. "Consumo di suolo e urban sprawl: alcune considerazioni sulla specificitŕ del caso italiano." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 59–69. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092005.

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Abstract:
Il contributo presenta alcune riflessioni sul rapporto tra il modello insediativo dello urban sprawl e il consumo di territorio in Italia. L'accrescimento di aree urbane a bassa densitŕ nel nostro paese risulta sganciato dai trends demografici e viene letto come il principale responsabile del consumo della risorsa suolo. Dal punto di vista sociologico, il fenomeno della cittŕ diffusa sembra inoltre allontanarsi dai tratti peculiari della forma urbana che non puň prescindere da un certo grado di densitŕ e compattezza.
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Dattomo, Nicla. "Il Piano Tekne per l'Area di sviluppo industriale di Taranto." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 137–67. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130006.

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Abstract:
La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto č l'avvio, all'inizio degli anni '60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l'Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l'Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell'Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla societŕ Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuŕ. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un'esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dŕ luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall'altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltŕ e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L'analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima č la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciň che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto č all'origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda č la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
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Guidarini, Stefano. "Il tradimento delle immagini: il piano Milano Verde del 1938." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 112–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057015.

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Abstract:
Il piano Milano Verde rappresenta un singolare caso di scollamento tra immagine e realtŕ. Questo piano č stato assunto dalla storiografi a architettonica come un vero e proprio modello di riferimento di un razionalismo di maniera ma, ad un'attenta analisi, rivela invece una natura ben diversa. Dietro la sua immagine, nasconde infatti meccanismi attuativi e insediativi molto piů legati alla logica di costruzione della cittŕ ottocentesca e al mercato immobiliare che non alle ricerche sulla casa e i quartieri popolari. La vera natura, sfuggente e contraddittoria, di questo progetto contribuisce a mettere in crisi, con la sua ambiguitŕ tra idealismo e realismo, quel quadro semplicistico dell'architettura moderna fatto di fragili catalogazioni e di rassicuranti luoghi comuni. In questa esperienza ritroviamo inoltre la conferma dell'importanza dello studio delle opere e dei documenti per ricostruire la realtŕ dei fatti e la storia delle idee.
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Pucci, Paola. "Per un cambiamento di paradigma: politiche e strumenti per una post car mobility." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 13–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099002.

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Abstract:
In questo contributo d'apertura alcune considerazioni sulle misure avviate per ripensare il ruolo e lo spazio dato all'auto nelle nostre pratiche di mobilità quotidiana, introducono i temi trattati nel servizio. Gli articoli che seguono sono finalizzati a restituire un quadro di sperimentazioni e di politiche pensate per traguardare un nuovo modello di mobilità meno dipendente dall'uso dell'auto. Confrontandosi con la fattibilità e la scalabilità delle politiche e delle sperimentazioni proposte sia in contesti urbani, sia in ambiti a bassa densità insediativa, si offrono anche alcuni spunti di riflessione intorno a come creare valore aggiunto rispetto agli investimenti attivati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (pnrr) in tema di mobilità urbana sostenibile ed equa.
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Chiodelli, Francesco. "Residential private enclaves: falsi miti e vere sfide delle associazioni residenziali." SCIENZE REGIONALI, no. 1 (March 2010): 91–144. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-001005.

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Abstract:
Il testo si interroga sul fenomeno dell'associazionismo comunitario a carattere residenziale negli Stati Uniti, di quelle aree residenziali (nel saggio indicate con Residential Private Enclaves) che, nel linguaggio comune, vengono prevalentemente definite con il termine di Gated Communities. E sono i ‘falsi miti', le generalizzazioni errate che, nella percezione comune, proprio attorno alle Gated Communities si sono nel tempo stratificate (riducendo ai caratteri di queste un fenomeno invece ampiamente diversificato), che la prima parte del testo vuole cercare di mettere in discussione, dimostrando invece l'estrema varietŕ e complessitŕ del fenomeno. Solo in questo modo, infatti, pare possibile cogliere appieno le sfide che questo modello insediativo pone alle tradizionali concezioni di cittŕ e di governo del territorio fondate sull'iniziativa pubblica, sfide sulle quali la seconda parte del saggio comincia tentativamente ad interrogarsi.
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Barnish, S. J. B. "Taxation, Land and Barbarian Settlement in the Western Empire." Papers of the British School at Rome 54 (November 1986): 170–95. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008886.

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Abstract:
TASSAZIONE, TERRA E INSEDIAMENTO DI BARBARI NELL'IMPERO OCCIDENTALEIn questo articolo viene esaminata la tesi recentemente sostenuta da W. Goffart che i patti di ‘hospitalitas’, per mezzo dei quali molte tribù federate e gruppi di barbari vennero insediati nel territorio Romano, non riguardavano porzioni di reali possedimenti, come in genere viene asserito, ma porzioni di unità fiscali in base alle quali venivano tassati. Viene dimostrato che per le autorità Romane erano possibili tutte e due i tipi di divisione; ma che il primo era del tutto coerente sia con le pratiche Romane tradizionali sia con i problemi politici ed economici dell'Impero occidentale del V secolo. Studiati attentamente, si può constatare che i testi relativi all'insediamento italiano, che Goffart porta a modello, contraddicono la sua interpretazione. Vengono discussi i processi relativi alia suddivisione fisica della proprietà terriera e le sue più ampie implicazioni per l'impero e per gli stati che succedettero, nonchè l'mportante problema della tassazione dei lotti dei barbari.
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Coccia, S., and D. J. Mattingly. "Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines: the Rieti survey 1988–1991, part I." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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Abstract:
STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Мингазов, Шамиль Рафхатович. "БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА." Археология Евразийских степей, no. 6 (December 20, 2020): 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Abstract:
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. Безуглов С.И., Ильюков Л.С. Памятник позднегуннской эпохи в устье Дона // Средневековые древности Дона / Ред. Ю.К. Гугуев. М.–Иерусалим: Мосты и культуры, 2007. C. 25–48. Бешевлиев В. Пръвобългарите. История, бит и култура. Пловдив: Фондация «Българско историческо наследство», 2008. 505 с. Гавритухин И.О., Иванов А.Г. Погребение 552 Варнинского могильника и некоторые вопросы изучения раннесредневековых культур Поволжья // Пермский мир в раннем средневековье / Отв. ред. А.Г. Иванов. Ижевск: УИИЯЛ УрО РАН, 1999. С. 99–159. Добиаш–Рождественская О.А. Ранний фриульский минускул и одна из проблем жизни и творчества лангобардского историка VIII в. // Вспомогательные исторические дисциплины / Под ред. А. С. Орлова. М.; Л.: Изд–во АН СССР, 1937. С. 109–140. Засецкая И.П. Культура кочевников южнорусских степей в гуннскую эпоху (конец IV–V вв.). СПб.: АО "Эллипс", 1994. 221 с. Казанский М.М. Оногуры в постгуннское время на Дону // Дивногорский сборник / Труды музея-заповедника «Дивногорье». 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Cuscito, Giuseppe, and Pietro Riavez. "Torre di Parenzo. Risultati delle analisi architettonico/stratigrafiche." Archaeologia Adriatica 2, no. 2 (January 1, 2008). http://dx.doi.org/10.15291/archeo.1101.

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Abstract:
Le ricerche effettuate in Istria, nel sito di Torre di Parenzo, hanno permesso -attraverso le operazioni di rilievo e le analisi stratigrafiche delle murature, unitamente alle ricognizioni nel territorio dipendente- di proporre un localizzato modello di sviluppo insediativo strutturato attorno al passaggio dalla villa al castrum, con l’evoluzione -nel corso del V-VI secolo- di una fabbrica rustica romana connessa al sistema curtense, in un nucleo fortificato altomedievale, probabilmente legato alla sintesi di nuove morfologie dell’abitato rurale.
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Rapi, Marta. "Note sul popolamento celtico della seconda età del Ferro in Cisalpina: dinamiche insediative, traiettorie storiche e caratteri culturali." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, December 21, 2022, 207–21. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/19461.

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Abstract:
L’occupazione celtica dei territori a sud delle Alpi si realizza a partire dal IV secolo a.C. come un fenomeno composito, poco riconducibile ad un modello unitario: si tratta di gruppi di varia provenienza che si insediano in aree differenziate e caratterizzate a loro volta da peculiari vicende insediative pregresse, non ininfluenti nell’avvicendamento con l’elemento gallico e negli esiti che ne conseguono. Il tema è reso ulteriormente complesso dalla situazione delle fonti archeologiche, spesso carenti e in particolare per quanto riguarda gli abitati.
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"Le politiche di localizzazione industriale in Italia tra anni Trenta e Sessanta. Intervista a Rolf Petri." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 193–220. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130008.

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Abstract:
Facendo riferimento agli scritti pubblicati da Rolf Petri (in particolare:, Milano, FrancoAngeli, 1990;, in «Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali», 11 (1991), pp. 73-112;, Bologna, il Mulino, 2002), l'intervista ruota attorno alle questioni della continuitŕ e delle innovazioni che č possibile riconoscere nelle politiche per l'industria e l'industrializzazione attuate in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Nella prima parte dell'intervista si discute dei modelli e delle principali ipotesi teoriche che sostanziano il dibattito del secondo dopoguerra. Ricostruendo la genesi dei provvedimenti operati dalla Cassa per il Mezzogiorno, viene, in particolare, messa a fuoco la specificitŕ di una tradizione italiana dell'intervento pubblico in campo economico e si osserva come essa rielabori spunti e sollecitazioni che vengono dal dibattito internazionale. La seconda parte propone una riflessione piů specifica sulle relazioni tra politiche industriali e politiche insediative e di sviluppo territoriale, in rapporto alla questione urbana e all'emergente dibattito attorno alla pianificazione regionale. Infine, gli argomenti trattati nella parte conclusiva riguardano gli attori del processo d'industrializzazione in Italia e le loro culture.
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TRUSIANI, Elio. "Dal Centro Storico alla Città Storica: la dimensione progettuale della conservazione − Il caso di Roma." Desenvolvimento e Meio Ambiente 9 (June 17, 2004). http://dx.doi.org/10.5380/dma.v9i0.3084.

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Abstract:
Com a adoção do Plano Regulador, Roma finalmente adquiriu uma nova perspectiva para construir o seu desenvolvimento, partir de um sistema histórico-ambiental tutelado e valorizado (base concreta da sustentabilidade), valorizando a reorganização funcional e espacial das suas estruturas subterrâneas. Uma cidade projetada em uma dimensão metropolitana e organizada segundo um modelo policêntrico – no qual se chama atenção aos trabalhos regulares e superamentos do velho conceito de centro “histórico”, conjugado à parte mais antiga do centro urbano, e a assunção do conceito de “cidade histórica” – compreende um universo mais vasto e difuso no território (do medieval ao Renascimento ao Novecentos). Um método inovador de leitura da cidade, não mais por zonas homogêneas mas por tecidos − isso permite superar o modo de tratamento unitário por zonas inteiras e lê-las ao invés de diferenciá-las, sobretudo em uma cidade como Roma, e para tanto ler as atuais exigências de transformação, procurando conferir, ou restituir, ao final cidade histórica a difícil tarefa de regular a valorização, orientar as estratégias de requalificação, construir as condições do projeto, recuperando, em tal sentido, a dimensão projetual da conservação. Resumo Con l’adozione del Piano Regolatore, Roma ha finalmente una nuova prospettiva per costruire il suo sviluppo all’interno di un sistema storico-ambientale tutelato e valorizzato, base concreta della sostenibilità, finalizzato alla riorganizzazione funzionale e spaziale delle sue strutture insediative. Una città proiettata in una dimensione metropolitana e organizzata secondo un modello policentrico, in cui si pone all’attenzione degli addetti ai lavori il superamento del vecchio concetto di centro “storico”, legato alla parte più antica del centro urbano, e l’assunzione del concetto di “città storica”, comprendente un universo più vasto e diffuso nel territorio (dal medioevo al Rinascimento al Novecento). Un metodo innovativo di lettura della città: non più per zone omogenee ma per tessuti − questo permette si superare il modo di trattamento unitario per intere zone e leggerne invece le differenze, soprattutto in una città come Roma, e pertanto leggerne le attuali esigenze di trasformazione, cercando di conferire, o restituire, al termine città storica il difficile compito di regolare la valorizzazione, orientare le strategie di riqualificazione, costruire le condizioni del progetto, recuperando, in tal senso, la dimensione progettuale della conservazione.
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