Academic literature on the topic 'Modelli insediativi'

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Journal articles on the topic "Modelli insediativi"

1

Bergamaschi, Maurizio. "Distribuzione territoriale e modelli insediativi della popolazione straniera a Bologna." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 117–34. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099010.

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Abstract:
Il contributo intende proporre un quadro sintetico sulla distribuzione territoriale della popolazione straniera nella cittŕ di Bologna negli ultimi venti anni. Si pone particolare attenzione, alla forma che il fenomeno migratorio assume nello spazio urbano al fine di verificare se siamo in presenza di una forte concentrazione territoriale e di forme di segregazione degli stranieri.
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2

Romano, Bernardino, Maura Vaccarelli, and Francesco Zullo. "Modelli insediativi ed economia di suolo nella cultura post rurale." TERRITORIO, no. 52 (April 2010): 35–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052004.

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3

Benassi, Federico, and Raffaele Ferrara. "Modelli insediativi delle principali collettività immigrate in Italia: recenti tendenze." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (September 2013): 66–85. http://dx.doi.org/10.3280/rest2013-002004.

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4

Cremaschi, Marco, Carlo Salone, and Angelo Besana. "Densità urbana e Covid-19: la diffusione territoriale del virus nell'area di Bergamo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131001.

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Abstract:
L'articolo studia l'impatto della prima ondata di Covid-19 su forme urbane e densita topologica nella Valseriana, Bergamo. Dopo un'analisi della letteratura, si affronta il tasso di mortalita in rapporto alla struttura territoriale locale. Ne risulta un'elevata variabilita locale per l'incrocio tra modelli insediativi, aspetti culturali e forme di mobilita; elementi di cui le istituzioni dovrebbero tenere conto per affrontare il necessario processo di adeguamento.
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Bergamaschi, Maurizio, Luca Daconto, and Maria Grazia Montesano. "Diffusione periferica e concentrazioni. La dinamica insediativa dei residenti stranieri a Bologna e Milano." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002009.

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Abstract:
L'articolo analizza la dinamica localizzativa di medio-periodo (2001-2018) della popolazione residente straniera a Bologna e Milano. L'obiettivo è comprendere gli elementi in comune, le specificità e le trasformazioni dei modelli residenziali dei cittadini stranieri nei due contesti urbani Sud-europei. L'analisi statistica e spaziale dei più recenti dati amministrativi conferma l'assenza di fenomeni di segregazione urbana ed evidenzia la tendenza alla diffusione territoriale della presenza straniera e la crescente configurazione periferica delle aree con concentrazione. Le specifici-tà dei due casi suggeriscono inoltre la rilevanza dei fattori locali per comprendere i processi di insediamento degli stranieri. Dopo una sintetica rassegna della letteratura, sono presentati i risultati dell'analisi diacronica e, infine, viene messo in eviden-za il contributo che lo studio fornisce al dibattito sui modelli insediativi delle popolazioni straniere nei contesti urbani Sud-europei.
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6

De Filippi, Francesca. "Le città-oasi a sud del Mediterraneo. Nuovi modelli insediativi, tra permanenza e innovazione." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 50–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081011.

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Cerasoli, Mario, and Gianluca Mattarocci. "Rigenerazione urbana e finanza immobiliare: strategie di riuso intelligente delle città nell'era post-covid." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003004.

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Abstract:
La crisi pandemica ha stravolto il modo di vivere dei cittadini modificando l'ordine di priorità degli individui nelle loro scelte di investimento immobiliare e ha messo in evidenza i problemi dello sviluppo immobiliare degli ultimi decenni, che ha privilegiato la location rispetto alla qualità dell'immobile, spesso inseguendo modelli insediativi insostenibili, diffusi se non di-spersi. Il lockdown e lo smart working hanno evidenziato l'esigenza di ripensare l'abitare e di conseguenza il patrimonio immobiliare, privilegiando dimensione e qualità piuttosto che sol-tanto la location. In questo scenario, la rigenerazione urbana rappresenta uno strumento privi-legiato di intervento, anche se quasi sempre demandato all'iniziativa degli operatori privati. Sulla base di un'analisi combinata economico-urbanistica, l'articolo evidenzia le opportunità che la rigenerazione urbana può (e deve) avere sul mercato immobiliare e sulla società e quali devono essere allora i meccanismi di (buon) governo del territorio da parte delle istituzioni pubbliche per raggiungere un ragionevole equilibrio tra interesse collettivo e interesse privato (senza demonizzare la rendita).
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De Angelis, Franco. "Estimating the agricultural base of Greek Sicily." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 111–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003895.

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Abstract:
UNA STIMA DELLA BASE AGRICOLA DELLA SICILIA GRECALo studio dell'agricoltura dell'antica Grecia si è sviluppato notevolmente in questi ultimi decenni; tuttavia in Sicilia, un'isola nota in antichità per la sua capacità e prodotti agricoli, l'interesse sembra essere stato alquanto limitato. Una delle ragioni per questa mancanza di interesse va ricercata nella struttura delle discipline accademiche, che tradizionalmente prevedono la divisione degli studiosi in due gruppi distinti: gli storici, che concentrano la loro attenzione primariamente sulle incomplete fonti scritte, e gli archeologi, che si occupano principalmente di storia dell'arte e della conferma della veracità delle fonti scritte. Numerosi problemi di studio e potenziali aree di interesse, quali ad esempio quelle relative all'ambiente naturale, all'uso del territorio ed ai modelli insediativi (le quali rientrano nell'ambito della geografia umana o storica), non sono toccati da questi due approcci. Questo articolo vuole rappresentare un primo passo nello studio di questi problemi, in risposta al recente appello di Nenci per un'indagine di quella che lui chiama la ‘Sicilia frumentaria’. Loscopo di questo studio è di proporre una stima delle dimensioni della base agricola della Sicilia greca. La prima parte discute le fonti e la metodologia. La seconda prende in considerazione il clima e tenta di stabilire le approssimative dimensioni e la natura dei territori utilizzati dalle undici principali città-stato dell'isola. Inoltre, una quantificazione della terra agricola disponibile e dei limiti superiori della popolazione che poteva essere sostenuta da tali risorse nel momento in cui queste venissero adoperate al loro massimo potenziale viene anche discussa. I risultati supportano l'idea che la Sicilia greca possedesse una grande potenziale agricolo, e che l'isola potesse sostenere una popolazione due volte superiore a quella creduta da Beloch, come anche Holm aveva in precedenza concluso.
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9

Tadi, Massimo, and Angela Colucci. "Terredoltreadda: un caso campione per un nuovo modello insediativo responsabile." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 138–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058013.

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Abstract:
Č in corso la redazione del Piano strategico e di alcuni progetti pilota all'interno della pianifi cazione concertata di tre comunitŕ del Parco Regionale Adda Sud, unite sotto la denominazione di Terreoltreadda, che condividono l'orientamento verso uno sviluppo territoriale sostenibile, la riduzione di emissioni in atmosfera e l'innovazione nei sistemi produttivi, insediativi e dei servizi. Apripista nel 2006 č stato il comune di Boffalora d'Adda, che ha cominciato a integrare la pianifi cazione urbanistica, approvando un Pgt sperimentale, e le singole azioni di progetto. Gli asset sui quali si gioca questa scommessa sono quelli dell'energia, con la sperimentazione di tecniche ambientali e di produzione di energie rinnovabili, della biodiversitŕ e delle acque, per la stretta correlazione non solo con il fi ume, ma con una rete storica di canali e fontanili, e quello della cultura, con la presenza dell'abbazia di Cerreto, dei nuclei storici e delle cascine.
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Gasperini, Massimo. "Pisae Forma Urbis. Digital drawing and ‘reading’ of the city." ZARCH, no. 8 (October 2, 2017): 200. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.201782156.

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Abstract:
Se il territorio costituisce il supporto materiale sul quale si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo attraverso i secoli, la città può essere a ragione considerata la massima manifestazione dell’intervento dell’uomo su di esso. I processi urbani che determinano un impianto con tutte le sue modificazioni dinamiche sono interconnessi senza soluzione di continuità storica tanto da essere riassunti e rinvenuti nella trama stessa della città. Possedere gli strumenti per cercare di comprenderne i contenuti costituisce un primo atto cognitivo di fondamentale importanza qualora si intenda partecipare consapevolmente all’accumulazione di nuove proposte all’interno del tessuto storicizzato.La fase analitica della lettura conduce alla comprensione di questi processi dinamici che hanno determinato storicamente gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. In analogia con la letteratura possiamo asserire che il palinsesto territoriale corrisponde al testo della storia dell’uomo e per essere compreso deve essere letto con la logica del progetto, lo strumento eletto della disciplina dell’architettura. Il documento principale per la lettura è il rilievo. Sottoporre la forma urbana di Pisa all’indagine sperimentale della lettura mediante l’adozione di nuovi strumenti digitali costituisce un momento di approfondimento e di sintesi delle conoscenze acquisite oltre ad esperire nuove metodologie analitiche sia nel campo degli studi storico-archeologici che in quelli dell’urbanistica e dell’architettura. I modelli tridimensionali digitali di Pisa e del suo territorio entrano per la prima volta a far parte di tale apparato strumentale, potenzialmente aperto verso nuovi possibili modi di utilizzazione. In particolare la Pianta della città si pone come supporto tecnico per molteplici e multiformi applicazioni.If the territory is the material support on where the marks left by man through the centuries are impressed and superimposed, the city could be rightly considerated as the greatest manifestation of the human intervention on it. The process that determine an urban system with all its dynamic changes are interconnected in a historical continuum so as to be summarized and found in the same interlaced city. To have the means in such a way as to try to understand its contents is primary importance if one intends to participate with good knowledge of a case in proposing new plans within the historical tissue. The analytical phase of reading leads to understand these dynamic process that have historically caused the settling down order and the territorial structure. On the analogy of the literature we can assert that the territorial palimpsest accords with the man history text and to be understood should be read with the logic of the plan, the elect instrument of the architectonic discipline. The main document for reading is the survey. To submit the urban form of Pisa to the experimental research of the reading by using new digital instruments is an opportunity of search and synthesis of the acquired knowledges besides to test new analithical methodologies both in the field of historical and archaeologic studies and in those of the town-planning and architecture. For the first time the digital threedimensional models of Pisa and its territory take part of this instrumental system, potentially open to new modes of use. Particularly the 3D representation of the town is a technical support for many and multiform applications. However, these new instruments of representation need to be connected with new methods of ‘reading’ and interpretation.KEYWORDS: 3D city model, G.I.S., territory and town, reading and typological interpretation
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Dissertations / Theses on the topic "Modelli insediativi"

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Simone, Andrea. "Abitare il rio bogota. Modelli insediativi per la megalopoli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6151/.

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Abstract:
Il progetto di tesi si sviluppa a partire dalla proposta di espansione lineare della città di Bogotá, lungo un asse infrastrutturale che attraversa diversi comuni vicini alla città. Il tema principale del lavoro di tesi è relativo al confronto con uno dei limiti principali di questa espansione: il Rio Bogotà. L'obiettivo è quello di risolvere a livello urbano il rapporto di tale elemento naturale con l'edificato, in particolare il grande edificio pubblico e le abitazioni. Questo sarà reso possibile attraverso lo studio di valide soluzioni strutturali che tengano conto dei problemi derivanti da una zona fortemente sismica e soggetta ad inondazioni.
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Quirino, T. "SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL'ETRURIA PADANA: CREAZIONE DI UN ARCHIVIO TOPOGRAFICO E ANALISI DEI MODELLI INSEDIATIVI DELLA PIANURA PADANA FRA VI E IV SECOLO A.C." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/254113.

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Abstract:
Il territorio padano è stato interessato dalla presenza di gruppi etruschi fin dal IX sec. a.C. Tale presenza registra un notevole mutamento a partire dalla metà del VI sec. a.C., quando questo territorio sarà oggetto di una vera e propria colonizzazione, le cui cause sono state ricercate non solo in ambito etrusco, ma nel più ampio quadro di rapporti culturali e commerciali che intercorrevano fra le popolazioni del bacino mediterraneo e quelle centroeuropee. La pianura, dapprima maggiormente sfruttata per le potenzialità agricole dei suoi territori, modifica radicalmente il suo ruolo e diventa una nuova e privilegiata via di traffico aperta anche sull’Adriatico, che, con la fondazione di Adria, si sta già affermando come importante direttrice commerciale. Dopo il 540 a.C. si assiste al sorgere di nuovi centri etruschi a sud del Po, in direzione dell’Emilia occidentale, e a nord del Po, lungo l’asse del Mincio. Alla nascita di nuove città corrisponde poi una nuova organizzazione delle campagne. Attraverso la strutturazione e lo sfruttamento delle potenzialità analitiche di un progetto GIS (Geographic Information System) dedicato, questa ricerca propone nuove prospettive di ricostruzione del territorio antico, che, oltre agli aspetti culturali più strettamente connessi alla società etrusca, tengano conto del ruolo rivestito dalle risorse del territorio stesso, sia dal punto di vista economico che itinerario.
The Po Valley was occupied by the Etruscans from ninth century BC. This presence had a significant transformation from middle-sixth century BC, when this territory underwent a mere colonization, whose causes were sought not only due to the Etruscan sphere, but in a broad context of cultural and commercial relations connecting Mediterranean populations with those of central Europe. The plain, at first most exploited for agricultural purposes, radically changed its role and became a new and privileged way of traffic open also toward the Adriatic sea, which, with the founding of Adria, become soon an important commercial line. After 540 BC, the rise of new Etruscan settlements is well documented, both south of the Po river, in the direction of western Emilia Romagna, and north of the Po, along the axis of the Mincio river. The emergence of new cities faces then a new organization of countryside. Through the structuring and exploitation of analytical potential of a GIS project (Geographic Information System), this research shows new perspectives for reconstructing the ancient landscape, which, in addition to the cultural aspects, more closely related to the Etruscan society, takes into consideration the role played by resources of the territory itself, both from the economic and itinerary point of view.
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GEROGIANNIS, GIAN MICHELE. "Modelli insediativi e di difesa del territorio in Epiro." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3187752.

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Abstract:
L’Epiro, come noto, è costituito da un territorio difficile, montagnoso, con le pianure situate principalmente nelle aree costiere o in alcune valli fluviali oppure nei bacini, come quello di Ioannina. Si tratta di un vasto territorio in cui vivevano più componenti etniche, raggruppabili nei tre maggiori gruppi dei Caoni, Molossi e Tesprozi, ma che comprendevano all’interno altre e numerose realtà locali. In questo quadro complesso, spesso, risulta difficile la semplice definizione di un sito, poiché gli unici dati disponibili sono costituiti dai circuiti murari e da poche altre testimonianze archeologiche, quasi sempre nascoste dalla fitta vegetazione. Risulta arduo persino definire, in molti casi, il concetto stesso di città, che soprattutto in Molossia, ma anche in Caonia e in Tesprozia, sembra confondersi e perdersi in molteplici sfumature, in base al periodo cronologico preso in esame. Il minimo comune denominatore di questo vasto territorio, comunque, è la presenza capillare delle fortificazioni, che sono il frutto di un processo di militarizzazione territoriale avvenuto per decisione sia di un’amministrazione centrale, riferibile alla dinastia degli Eacidi, sia locale. È verosimile che questi due livelli, tra la fine del IV e l’inizio del III secolo, abbiano finito per convergere e dirimersi in un paesaggio omogeneo, fortificato. Obiettivo della ricerca condotta, dunque, è stato quello di eseguire uno studio sviluppato su due piani: uno generale, che riguarda gli aspetti storico-archeologici e insediativi dell’Epiro e uno più particolare, pertinente all’analisi del territorio attribuito alla Molossia. Per il primo aspetto ci si è basati principalmente sul materiale bibliografico edito, mentre per quanto riguarda il secondo, grazie a diverse ricognizioni effettuate in Molossia, è stato possibile individuare e documentare oltre sessanta siti fortificati. L’analisi di questi ultimi e della loro distribuzione all’interno del territorio ha consentito di stabilire una gerarchia tra queste fortificazioni e, conseguentemente, dare un’interpretazione sulla loro collocazione e diffusione, attraverso l’elaborazione di carte archeologiche con la rispettiva visibilità di ciascun sito. I risultati ottenuti hanno portato all’elaborazione di un modello insediativo, pertinente all’età ellenistica, basato sul controllo del territorio mediante l’istallazione di una rete capillare di fortificazioni che seguiva la viabilità antica e che superava i confini infra-regionali.
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GAROTTI, CRISTINA. "La costruzione del sistema urbano della “Romandìola”. Analisi dei modelli insediativi, morfotipologici e delle relazioni strutturali tra i centri." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592719.

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5

ROMEI, PATRIZIA. "Mutamenti dei modelli delle strutture insediative urbane. Il caso di Firenze nel quadro dello sviluppo post-industriale." Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/595254.

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Books on the topic "Modelli insediativi"

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Restituiamo la storia: Dal Lazio all'Oltremare : modelli insediativi della Piana pontina. Roma: Gangemi, 2009.

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Gardini, Alice. Abitare ai margini della città: Trasformazione dei modelli insediativi residenziali moderni. Trento: Tangram edizioni scientifiche, 2012.

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3

Urbanistica in Terra di Lavoro: Dai segni del passato ai modelli insediativi del presente. Napoli: Giannini editore, 2016.

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4

Alessandra, Aspes, ed. Settlement patterns between the Alps and the Black Sea 5th to 2nd millennium B.C.: Symposium = Modelli insediativi tra Alpi e Mar nero dal 5o al 2o millennio A.C. : atti del simposio internazionale, Verona-Lazise 1992. Verona: Museo civico di storia naturale di Verona, 1995.

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5

Gabriele, Paolinelli, ed. L'interferenza insediativa nelle strutture ecosistemiche: Modelli per la rete ecologica del Veneto. Roma: Gangemi, 2007.

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Book chapters on the topic "Modelli insediativi"

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Panizza, Mario. "Università e modello insediativo." In Spazi per l’università nell’architettura contemporanea, 41–46. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvdf0k1d.8.

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2

Ballan, Eleonora. "Dinamiche insediative delle élites nell’Antico Elladico II." In Antichistica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-328-1/002.

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Abstract:
To describe relationships between elites in Prehistory is a difficult task, for the available data are scanty. Without written sources, what we know about the growth of elite groups and their settlement choices depends exclusively on archaeological evidences. As for the Early Helladic period, it is possible to identify a gradually increasing social complexity, which resembles the ‘chiefdom-type’ model. At the same time some archaeological clues allow us to recognise the presence of distinct élite groups: e.g. the monumental elements displayed by the Building BG and the House of Tiles in Lerna, the Rundbau at Tiryns, the Weisses Haus at Kolonna, the Fortified Building at Thebes, two megara at Akovitika, and the House of Pithoi at Zygouries. The growth as well as the discontinuity of these protopalatial sites can easily be followed through the archaeological evidence: not only in Lerna and the Argolid, but also in the surrounding area.
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Gualtieri, Maurizio, and Helena Fracchia. "Capitolo 2. L’abitato agglomerato nel suo insieme: raffronti, ipotesi ricostruttive, modello insediativo." In Roccagloriosa II, 61–77. Publications du Centre Jean Bérard, 2001. http://dx.doi.org/10.4000/books.pcjb.2526.

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Corrò, Elisa, Silvia Piovan, Sandra Primon, and Paolo Mozzi. "Dinamiche fluviali e condizionamenti insediativi nel paesaggio di pianura tra la Laguna di Venezia e il fiume Po." In Palinsesti programmati nell’Alto Adriatico? Decifrare, conservare, pianificare e comunicare il paesaggio. Atti della giornata di Studi (Venezia, 18 aprile 2019). Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-480-6/004.

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Abstract:
The study area focuses on three cases of study in the Veneto Region: the city of Adria, the village of Pettorazza Grimani, both located in the Rovigo Area, and the Sant’Ilario community in the Mira District on the southern border of the Venice Lagoon. The multidisciplinary approach (archaeological, geological, geographical and historical) used in the geoarchaeological research discussed in this paper is based on the study of written sources, historical cartography, aerial photographs, digital terrain model, archaeological and geological data. The analysis highlights the interaction between anthropic and environmental changes realised during centuries and the key role of the hydrography in constraining land use dynamics in the landscapes of plain.
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Conference papers on the topic "Modelli insediativi"

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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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Zucchi, Giovanni. "Nuovi dispositivi spaziali per la rigenerazione urbana: il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello di Secondigliano a Napoli." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7909.

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Abstract:
Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea. Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti posizionali. Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città. Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della rigenerazione urbana. In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università Federico II di Napoli. In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di Napoli.
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