Journal articles on the topic 'Modelli in vivo'

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Slade, Arietta, and Jeremy Holmes. "Attaccamento e psicoterapia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 13–24. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8985.

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Abstract:
La teoria dell'attaccamento fornisce un modello per comprendere: 1) lo sviluppo nel contesto delle relazioni primarie e formative del bambino; 2) l'orientamento di un adulto verso legami intimi instaurati nel corso della vita, relazioni sociali ed esplorazione autonoma. I ricercatori in psicoterapia hanno messo in relazione le modalità di attaccamento dei pazienti con l'alleanza terapeutica, il processo clinico e i risultati. Gli studi di rotture e analisi del discorso distinguono i comportamenti in seduta associati a diversi modelli di attaccamento insicuro e identificano vari modi di lavorare con essi. Anche l'organizzazione dell'attaccamento e la capacità di mentalizzazione del terapeuta svolgono un ruolo significativo nel successo terapeutico. I principi chiave della psicoterapia connessa all'attaccamento sono: 1) la relazione di attaccamento terapeuta-paziente è fondamentale per promuovere il cambiamento; 2) il riconoscimento in vivo delle dinamiche di attaccamento durante la terapia guida la formulazione e l'intervento; 3) la terapia può rimodellare le dinamiche di attaccamento.
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Casarosa, Federica, and Marco Gobbato. "Forma e funzioni delle reti di imprese: evidenze da una ricerca nel settore vitivinicolo." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (March 2011): 61–91. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-003009.

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Abstract:
Il tema delle reti di imprese, giÀ da tempo studiato, si presenta ora in tutta la sua rilevanza. La rete, infatti, costituisce uno strumento per incrementare la competitivitÀ delle imprese e per decretare il successo delle strategie da queste adottate. Il recente intervento che ha introdotto il contratto di rete testimonia anche il vivo interesse del legislatore. L'attuazione dello strumento introdotto, tuttavia, richiede l'adozione di modelli che ne consentano un impiego concreto, il quale tenga in considerazione le esigenze espresse dalle imprese come pure le caratteristiche settoriali. Il contributo illustra i principali risultati di una ricerca condotta nel settore vitivinicolo che consentono di comprendere piů a fondo le finalitÀ con cui vengono impiegate le reti e le forme giuridiche adottate dalle parti. L'indagine, pure focalizzata in un singolo settore, consente di tracciare, laddove possibile, parallelismi con altri ambiti e di trarre considerazioni di portata generale.
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Tagliagambe, Silvano. "Il Metaverso come ambiente e risorsa." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 28–42. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037003.

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Abstract:
Il concetto di Metaverso è introdotto come antidoto a un pensare per modelli. Una definizione accettabile di Metaverso è la seguente: "una rete massicciamente scalata e interoperabile di mondi virtuali 3D renderizzati in tempo reale, che possono essere sperimentati in modo sincrono e persistente da un numero effettivamente illimitato di utenti, e con continuità di dati, come identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti". La definizione proposta sottolinea il Metaverso come uno spazio di interazione, capace di far convergere e la dimensione fisica e quella virtuale: parlare nel caso del Metaverso di "gemelli" ha il significato non di una semplice rappresentazione/simulazione, come nel caso dei modelli, ma di un flusso bidirezionale di dati, capace di generare una relazione non trascurabile tra le due dimensioni. Nel Metaverso, differentemente da ciò che avviene in qualunque modello, non solo si vive, ma si è posti di fronte a un "gemello digitale", capace di condensare tutti gli aspetti e tutte le pieghe della personalità. Se è vero che la vita non ha bisogno di perfezione, secondo l'insegnamento di Jung, ma di completezza, completezza significa sapersi osservare e vedere anche il proprio lato oscuro, la propria ombra. Nel Metaverso l'Io è nudo: questa circostanza può indurre più facilmente a riflettere sulla realtà della propria ombra e del rapporto con essa.
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Klein, Silvan, Thiha Aung, Robert Michael Haas, Fabian Medved, Stefan M. Schiller, Oliver Felthaus, and Jürgen H. Dolderer. "Tissue Engineering von Fettgewebe mittels bioabbaubaren Biomaterialien zur Weichteildefektdeckung." Handchirurgie · Mikrochirurgie · Plastische Chirurgie 50, no. 02 (April 2018): 83–92. http://dx.doi.org/10.1055/s-0043-115117.

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Abstract:
ZusammenfassungBestehende Weichteildefekte nach Unfallverletzungen, onkologischen Tumorresektionen, kongenitalen Anomalien oder chronischen Wunden stellen eine zentrale Herausforderung in der rekonstruktiven Chirurgie dar. Der derzeitige Goldstandard in der Therapie von Gewebedefekten besteht in der Gewebetrans plantation in Form von freien oder lokalen Lappenplastiken. Limitierend ist jedoch die unumgängliche Morbidität an der Spenderstelle nach dem Gewebetransfer. Vor diesem Hintergrund wurden in den letzten Jahren aufgrund der günstigen Gewebetextur und hohen Plastizität große Anstrengungen im Bereich des Tissue Engineerings von vaskularisierten, langzeitstabilen autologen Fettgewebskonstrukten unternommen. Dabei stellt der enge Zusammenhang von Adipogenese und Angiogenese eine entscheidende Hürde in der de novo Erzeugung von Fettgewebe dar. Eine besondere Rolle kommt hierbei bioabbaubaren Biomaterialien (Scaffolds) als Trägereinheiten für Zellen und der damit verbundenen Zell-Matrix-Interaktion zu. Ein ideales Biomaterial sollte die Zellproliferation, -adhäsion und -differenzierung unterstützen, und gleichzeitig unbedenklich in seiner Biokompatibilität sein. Die vorliegende Übersichtsarbeit gewährt einen Überblick über derzeitige Ansätze des Tissue Engineerings von Fettgewebe vor dem Hintergrund der aktuell verfügbaren Evidenz.Die Problematiken bisheriger Modelle sind einerseits hohe Resorptionsraten der gezüchteten Gewebekonstrukte und andererseits der fehlende Nachweis von klinisch relevanten Gewebevolumina. Das Tissue Engineering von Fettgewebe in einem Wachtumskammermodell in Kombination mit Scaffolds bietet eine weitere Möglichkeit zur in vivo Gewebezüchtung. Hier zeigen aktuelle Ergebnisse, dass eine de novo Fettgewebezüchtung mit klinisch relevanten und langzeitstabilen Volumina in vivo möglich ist. Dieses Modell besitzt, unserer Auffassung nach, das Potential die Therapie großer Weichteildefekte signifikant zu verbessern.
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ZORBOZAN, Orçun, Mehmet HARMAN, Vedat EVREN, Mümin Alper ERDOĞAN, Aslı KILAVUZ, Varol TUNALI, İbrahim ÇAVUŞ, Özlem YILMAZ, Ahmet ÖZBİLGİN, and Nevin TURGAY. "Glia Hücrelerinin Antimona Dirençli Leishmania tropica ile Enfekte Edilmesi: Yeni Bir ex-vivo Modeli." Mikrobiyoloji Bulteni 52, no. 1 (January 15, 2018): 49–55. http://dx.doi.org/10.5578/mb.66350.

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Weigand, Annika, Kereshmeh Tasbihi, Pamela Strissel, Reiner Strick, Raymund Horch, and Anja Boos. "Entwicklung eines neuen Zellisolationsverfahrens zur Erforschung der Mammakarzinompathogenese und -angiogenese für experimentelle in vitro und in vivo Assays." Handchirurgie · Mikrochirurgie · Plastische Chirurgie 49, no. 02 (April 2017): 111–22. http://dx.doi.org/10.1055/s-0042-123706.

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Abstract:
Zusammenfassung Hintergrund Brustkrebs gilt als die weltweit häufigste Krebserkrankung bei Frauen. Zunehmend wird autologer Lipotransfer zum Wiederaufbau der Brust nach Tumorresektion angewandt. Im zellunterstützenden Lipotransfer wird das Transplantat mit Stammzellen aus dem Fettgewebe (ADSC) angereichert. Trotz der positiven klinischen Ergebnisse gibt es aufgrund des Stammzellanteils Bedenken hinsichtlich der onkologischen Sicherheit. Bislang gibt es nur wenige Studien mit primären Zellen aus derselben Patientin, durch die es möglich werden könnte die Komplexität der Zell-Zell-Interaktionen im Mamma(karzinom)gewebe besser in experimentellen Settings darzustellen. Material und Methoden Es wurde eine Literaturrecherche zum Thema autologer Lipotransfer durchgeführt. Aus Mamma(karzinom)gewebe, bzw. Blut wurden 5 unterschiedliche Zelltypen (epitheliale, mesenchymale Zellen, ADSC, Endothelzellen, endotheliale Progenitorzellen) isoliert und nachfolgend hinsichtlich ihrer Gen- und Proteinexpression sowie funktioneller Eigenschaften charakterisiert. Das arteriovenöse (AV) loop Modell in der Ratte wurde als mögliches in vivo Modell für die Mammakarzinompathogenese und -angiogenese im Rahmen dieser Studie evaluiert. Ergebnisse In der Literatur konnten Hinweise auf eine in vitro Interaktion zwischen ADSC und Zellen des Mamma(karzinom)gewebes gefunden werden. In einigen klinischen Studien erschienen bestimmte Patientensubgruppen einem erhöhten Tumorrezidivrisiko nach Lipotransfer ausgesetzt zu sein, jedoch konnte in der Mehrzahl der Studien kein Zusammenhang zwischen Lipotransfer und Rezidivrate festgestellt werden. Aus Gewebe derselben Patientin konnten unterschiedliche Zellpopulationen isoliert werden, die sich hinsichtlich ihrer Oberflächenmarker, der Genexpression sowie funktioneller Eigenschaften deutlich voneinander differenzieren lassen. Im AV loop Modell konnte erfolgreich axial vaskularisiertes Gewebe gezüchtet werden. Schlussfolgerung Anhand dieser Studie können wir erstmalig zeigen, dass aus derselben Gewebeprobe unterschiedliche Zellpopulationen isoliert werden können, die die Heterogenität im Tumorgewebe widerspiegeln. Dadurch werden exakte Analysen der Zell-Zell-Interaktionen und ihre Auswirkungen auf die Tumorangiogenese und -pathogenese im Mammakarzinom möglich. In Kombination mit dem AV loop Modell könnten neue Wege eröffnet werden vaskularisiertes Mammakarzinom- sowie gesundes Mammagewebe in vivo als optimales Modell für das klinische Setting zu generieren.
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Ginoux, Jean-Marc. "Il paradosso del modello PREDATORE-PREDA di Vito Volterra." Lettera Matematica Pristem 102, no. 1 (October 2017): 54–62. http://dx.doi.org/10.1007/s10031-017-0043-5.

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Köhrmann, K., J. Bensemann, F. Kahmann, A. Weber, J. Florian, Ch Bührle, J. Teubner, J. Rassweiler, and P. Alken. "Die stoßwellen-induzierte Gefäßläsion am Ex-vivo-Modell der isolierten, perfundierten Schweineniere." Aktuelle Urologie 25, no. 05 (September 1994): 298–304. http://dx.doi.org/10.1055/s-2008-1058243.

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Michel, R. Th, G. Bastert, H. P. Fortmeyer, D. Isner, and H. Schmidt-Matthiesen. "Die Interpretation von Hormonrezeptorbefunden. Untersuchungen mit dem in vivo-Modell der Nacktmaus." Archives of Gynecology 238, no. 1-4 (September 1985): 572–73. http://dx.doi.org/10.1007/bf02430105.

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Gunter, T., B. Merz, R. Merieske-Stern, J. Schmitt, R. Leppek, and M. Lengesfeld. "Zahnimplantattestung am In-vivo-Finite-Elemente-Modell - Testing of Dental Implants Using an in vivo Finite Element Model." Biomedizinische Technik/Biomedical Engineering 45, no. 10 (2000): 272–76. http://dx.doi.org/10.1515/bmte.2000.45.10.272.

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Stadlbauer, C., S. Golovchenko, L. Englert, M. Spaeth, M. Hoenicka, H. S. Hofmann, and M. Ried. "Organbadversuche an humanen Pulmonalgefäßen: Beurteilung der Medikamentenwirkung zur Behandlung der pulmonalarteriellen Hypertonie." Pneumologie 75, no. 05 (January 20, 2021): 369–76. http://dx.doi.org/10.1055/a-1332-6892.

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Abstract:
ZusammenfassungIn der Therapie der pulmonalarteriellen Hypertonie (PAH) kommen zahlreiche Medikamentenklassen zum Einsatz, u. a. Endothelinrezeptorantagonisten (ERA) und Phosphodiesterase-5-(PDE-5-)Inhibitoren. In einem humanen Ex-vivo-Modell sollte überprüft werden, ob durch die Kombination zweier Substanzklassen ein höherer Effekt erzielt werden kann oder – bei gleichem Effekt – eine niedrigere Dosierung der Einzelsubstanzen ausreicht. Wir etablierten ein Organbadmodell, welches uns die In-vitro-Untersuchung der dosisabhängigen Effekte von ERA und PDE-5-Inhibitoren auf die durch Norepinephrin und Endothelin-1 induzierte Kontraktilität humaner Pulmonalgefäße sowie den Vergleich von Mono- und Dualtherapie ermöglichte. Auch wenn die Übertragung der Ex-vivo-Daten auf die Situation im Patienten mit Vorsicht erfolgen muss, so hat sich das Organbad dennoch als hilfreiches Instrument zur Evaluation der dosisabhängigen Effekte von ERA, PDE-5-Inhibitoren und deren Kombination erwiesen. Die Wirksamkeit der Kombinationstherapie und das Potenzial zur Dosisreduktion waren in diesem Modell abhängig von den verwendeten Konzentrationen und vom Einfluss der Vorerkrankungen auf die Blutgefäßfunktion. Diese Arbeit beschreibt die bisherigen und wichtigsten Ergebnisse unserer experimentellen Untersuchungen und gibt einen Ausblick auf zukünftige Projekte.
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Guder, E., S. Hill, F. Kandziora, and K. Schnake. "Die partielle Nukleotomie der ovinen Bandscheibe als In-vivo-Modell für die Bandscheibendegeneration." Zeitschrift für Orthopädie und Unfallchirurgie 147, no. 01 (March 4, 2009): 52–58. http://dx.doi.org/10.1055/s-2008-1039139.

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KUSHWAH, MAHENDRA SINGH. "NANOPARTICLE FOR SUSTAIN RELEASE OF ACYCLOVIR INVITRO AND INVIVO DRUG COMPARTMENT MODELLING." International Journal Of Multidisciplinary Research And Studies 04, no. 11 (October 1, 2018): 01–11. http://dx.doi.org/10.33826/ijmras/v04i11.2.

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Abstract:
The main objective of this study was to organize the In-Vitro and In-Vivo correlation of immediate release Acyclovir tablets of 800 mg. In vitro and in vivo studies are done on the test product as Acyclovir Tablet USP 800 mg (containing Acyclovir 800 mg) of Cadila Medicinals Ltd., India versus Zovirax Tablet 800 mg (containing Acyclovir 800 mg) of GlaxoSmithKline, USA. In vivo studies are done in 36 healthy, adult, mortal subjects under fasting conditions. In vitro dissolution study was done using USP outfit II at 50 rpm in0.1 N HCL for 45 twinkles. The in vitro – in vivo interdependence of Acyclovir shows an R- squared value of0.9794 in the excel worksheet, which depicts a successful correlation between in vitro and in vivo characteristics of the medicine. In addition, PE AUC and PE Cmax were planted to be –4.604 and-11.19 independently for each expression. The present study shows a good correlation between in vivo and in vitro PK biographies of the expression used as the test medicine in the study. (12)
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Michelacci, Lara. "modello per Pirandello: Capuana e gli spiriti." Revista de Italianística, no. 37 (December 30, 2018): 66–77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i37p66-77.

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Abstract:
Il saggio analizza l’influenza di Capuana sull’opera di Luigi Pirandello. Dalle riflessioni sullo spiritismo, e dalle esperienze mediatiche: di scrittura automatica, Capuana elabora la teoria dell’allucinazione artistica e proclama il principio di un’arte che crea personaggi vivi, capaci di agire nella realtà come esseri autonomi. Tra il 1904 e il 1915, il giovane Pirandello raccoglierà alcuni spunti di quelle riflessioni, com’è evidente ne Il Fu Mattia Pascal, per la scena della seduta spiritica, e soprattutto nel racconto Personaggi e poi in Sei personaggi in cerca d’autore. Il mistero della perce- zione sensibile è il nodo comune dei due scrittori siciliani che, alle soglie del Novecen- to, sembrano passarsi il testimone sulle domande relative al principio della duplicità dell’essere.
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Zokai, K., L. Piazolo, T. Fenyvesy, U. Hoffmann, G. Huhle, and J. Harenberg. "Wirkung von Thrombininhibitoren auf ein humanes, experimentelles Thrombosemodell zur Vermeidung von Tierversuchen." Hämostaseologie 20, no. 04 (2000): 201–4. http://dx.doi.org/10.1055/s-0037-1619493.

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Abstract:
ZusammenfassungDie Entwicklungen neuer Antithrombotika mit Wirkung auf das Gerinnungssystem oder die Rezeptoren der Thrombozyten stellen einen wichtigen Schwerpunkt in der medizinischen Forschung dar. Im Rahmen dieser Entwicklungsprojekte sind die Ergebnisse zur Wirksamkeit in Thrombosemodellen am Tier von entscheidender Bedeutung. Ihre Übertragbarkeit auf den Menschen wird jedoch kritisch beurteilt. In einem Ex-vivo-Thrombosemodell mit humanem Vollblut wurden daher zunächst die Dosisabhängigkeit von Thrombininhibitoren geprüft, um die Aussagefähigkeit des Modells zu belegen.
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Cristiani, Eloisa. "Modelli di agricoltura “sostenibile” con particolare attenzione al settore vitivinicolo." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(22) (June 1, 2018): 133–41. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.22.1.9.

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Abstract:
Il 25 settembre 2015, le Nazioni unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile indicando 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030 tra i quali compare la promozione di un’agricoltura sostenibile. Questo nuovo modello di crescita mette in luce il ruolo chiave dell’agricoltura nell’attenuazione dei cambiamenti climatici e nell’adattamento ad essi. Alla Conferenza di Marrakech (novembre 2016) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP22), è emersa la necessità di “mettere l’agricoltura al centro degli interventi sul clima”: se è vero infatti che l’agricoltura contribuisce per quasi il 20% alle emissioni di gas serra, è essa stessa una parte fondamentale della soluzione in termini di mitigazione degli impatti, di esternalità positive per aumentare la resistenza e combattere l’impatto del cambiamento climatico. Ma a quale tipo di agricoltura ci riferiamo? Esiste una definizione condivisa e univoca di agricoltura “sostenibile”, la sola che sembra capace di migliorare la gestione di risorse naturali come l’acqua, di conservare la biodiversità e i servizi eco-sistemici? La scelta del case study dedicato al vino deriva dalla circostanza che in tale settore è possibile individuare oltre 15 forme di disciplinari, protocolli o certificazioni che in qualche modo si richiamano al concetto di “sostenibilità” e intendono comunicarlo al consumatore.
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Kirschbaum, A., T. Sasse, and E. Palade. "Berstdrücke an der zentralen Pulmonalarterie nach bipolarer Gefäßversiegelung – Untersuchungen an einem Ex-vivo-Modell." Zentralblatt für Chirurgie - Zeitschrift für Allgemeine, Viszeral-, Thorax- und Gefäßchirurgie 139, no. 03 (January 7, 2014): 342–45. http://dx.doi.org/10.1055/s-0033-1350858.

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Ahmadli, G., R. Schnabel, A. Jokuszies, P. Vogt, U. Zier, and U. Mirastschijski. "Einfluss von Mars- und Mondstaubanaloga auf die Wundheilung humaner Haut im ex-vivo Modell." Handchirurgie · Mikrochirurgie · Plastische Chirurgie 46, no. 06 (November 20, 2014): 361–68. http://dx.doi.org/10.1055/s-0034-1394419.

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Fait, Monica. "Brand-land equity nei territori del vino." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (September 2010): 119–40. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003009.

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Abstract:
I presupposti teorici alla base del lavoro sono rappresentati dagli studi sulla brand equity i quali sono stati qui adattati al settore vinicolo al fine di approfondire il valore che viene assegnato dai consumatori ai concetti di tipicitÀ ed origine dei prodotti. La verifica empirica cerca quindi di individuare le componenti essenziali dell'immagine del territorio d'origine per la definizione delle preferenze dei consumatori graduando gli elementi della brand-land equity delle imprese e dei loro territori d'origine. La ricerca, adottando il modello di Keller, basato sulle due dimensioni della brand awareness e della brand image, mira quindi a verificare: il livello di notorietÀ e l'immagine di alcuni territori vinicoli italiani.
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Berardi, Anna C., Antonina Parafioriti, Ginfranco Bottazzo, and Elisa Ciraci. "MUTZ-3, a Human Cell Line Modell for Osteoclast Differenziation." Blood 104, no. 11 (November 16, 2004): 4133. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v104.11.4133.4133.

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Abstract:
Abstract No human myeloid leukemia-derived cell lines possess the ability to acquire a osteoclstic cell phenotype. In contrast, the CD34+ human acute myeloid leukemia cell line MUTZ-3 responds to macrophage-colony-stimulating-factor (M-CSF), receptor activator NF-kB ligand (RANK-L) and tumor necrosis factor-a (TNF-a), cytokines known to be pivotal both in vivo and in vitro for osteoclasts generation from monocytes and CD34+ stem cells. In all respects, MUTZ-3 cells behave as the immortalized equivalent of CD34+ osteoclasts precursors. Upon stimulation with specific cytokine cocktails, they formed numerous multinucleated osteoclasts expressing tartrate resistent acid phosphatase (TRAP) and calcitonin receptors (CTR) within 12 days of culture. MUTZ-3-osteoclasts formed extensive lacunae mineral resorption when cultured on mineralized surface after 21 day of cultures. These findings demonstrate the unique suitability of MUTZ-3 cells as an unlimited source of human CD34+ osteoclasts progenitors for the study of cytokine-induced osteoclast differentiation.
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Fracassetti, D., S. Limbo, and A. Tirelli. "Impiego di antiossidanti per limitare la comparsa del difetto di luce durante la shelf-life." BIO Web of Conferences 12 (2019): 02016. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191202016.

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Abstract:
Il difetto di luce è un'alterazione che può avvenire nel vino bianco dovuto alla formazione di composti solforati, quali metantiolo (MeSH) e dimetildisolfuro (DMDS). Tali composti derivano dalle reazioni foto-ossidative che coinvolgono la riboflavina (RF), un composto fotosensibile, e la metionina (MET). È stato recentemente osservato che l'aggiunta di tannini di legno limita la comparsa del difetto in soluzione modello. Non è stata ancora chiarita l'evoluzione del difetto di luce nel corso della shelf-life. In questo studio sono stati valutati i fenomeni foto-ossidativi in soluzione modello dopo 24 mesi di conservazione. La soluzione modello è stata addizionata di RF e MET, e di antiossidanti, quali anidride solforosa, glutatione e tannino di castagno, singolarmente ed in combinazione, ed esposta alla luce. Come atteso, RF è stata degradata con la luce in tutte le condizioni saggiate. Al contrario, la diminuzione di MET è dipendente dalla tipologia di antiossidante aggiunto, anche nei campioni conservati al buio. L'aggiunta degli antiossidanti limita la formazione del difetto di luce come dimostra il minore livello dei composti solforati, MeSH, DMDS and dimetil trisolfuro ed il minor punteggio ottenuto dall'analisi sensoriale. Gli antiossidanti testati possono svolgere un'azione protettiva contro la comparsa del difetto di luce.
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SULUKAN, Ekrem, and Mine KÖKTÜRK. "Karışım Herbisitlerin (Halauxifen methyl+Pyroxsulam+Cloquintocet asit) In Vivo Toksisitesi: Zebra Balığı Embriyo ve Larva Modeli." Journal of the Institute of Science and Technology 13, no. 1 (March 1, 2023): 617–27. http://dx.doi.org/10.21597/jist.1224065.

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Abstract:
Herbisitler suda yaşayan organizmalar ve insan sağlığı için ciddi tehlike oluşturabilir. Karışım formülasyonu olarak hazırlanan herbisitler ise çok daha fazla toksik etkilere sahip olabilir ancak literatürde bu herbisitlerin toksisitelerini gösteren az sayıda çalışma vardır. Çalışmamızda, piyasada son yıllarda yoğun kullanılan karışım herbisitlerin (Halauxifen methyl+Pyroxsulam+Cloquintocet asit) farklı konsantrasyonlarının (0.25, 0.5 ve 1 ppm) zebra balığı embriyo ve larvalarındaki toksik etkileri gelişimsel parametreler ve davranış testleri ile değerlendirilmiştir. Karışım herbisitlere 96 saat maruz kalan embriyo ve larvalarda özellikle en yüksek uygulama konsantrasyonunda (1 ppm) hayatta kalma oranı azalmış ve larvaların koryondan çıkışı gecikmiştir. Embriyo ve larvalarda karışım herbisitlerin etkisi ile çeşitli malformasyonlar gözlemlenmiştir. Ayrıca karışım herbisit 1 ppm konsantrasyonda zebra balığı larvalarında 96. saatte kat ettikleri toplam mesafede artış olmuş ve hiperaktivite meydana geldiği belirlenmiştir. Çalışmamız karışım kimyasalların sucul organizmalardaki toksik etkilerinin anlaşılması açısından önemli veri sağlamaktadır. Sonuç olarak sucul ekosistemde karışım olarak bulunan kimyasalların (herbisit, insektisit, fungusit veya ağır metaller) sucul canlılar için bir tehdit olduğu düşüldüğünden daha fazla ve detaylı çalışmaların yapılması gerekmektedir.
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Romanowska, Kamila, Julia Ostapowicz, and Wojciech Golusiński. "Zastosowanie technologii CRISPR/Cas9 w leczeniu nowotworów." Letters in Oncology Science 18, no. 4 (January 21, 2022): 92–98. http://dx.doi.org/10.21641/los.2021.18.4.212.

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Abstract:
Wprowadzenie technik edycji genomu jako podstawowego narzędzia w badaniach naukowych wywołało znaczny postęp w naukach biologicznych, medycznych oraz pozwoliło zrozumieć patofizjologię wielu chorób. Jedną z najnowocześniejszych metod wprowadzania specyficznych zmian w genomie jest obecnie technologia CRISPR/Cas9, która poprzez insercję, delecję lub zamianę nukleotydów w sekwencji DNA prowadzi do inaktywacji genów docelowych, nabycia nowych cech genetycznych lub korekty niepożądanych mutacji. Ponadto, technologia CRISPR/Cas9 pozwala na tworzenie modeli in vitro i in vivo wielu chorób, a następnie dokładne badanie mechanizmów ich powstawania. Obecnie prowadzonych jest wiele badań w dziedzinie onkologii wykorzystujących technikę CRISPR/Cas9, a niniejsza praca jest ich zwięzłym podsumowaniem.
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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo, and M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract:
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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Nakama, Shinji, Kazumi Tamaki, Chie Ishikawa, Masayuki Tadano, and Naoki Mori. "Efficacy ofBidens pilosaExtract against Herpes Simplex Virus InfectionIn VitroandIn Vivo." Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine 2012 (2012): 1–10. http://dx.doi.org/10.1155/2012/413453.

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Abstract:
The development of strains of herpes simplex virus (HSV) resistant to drugs has been reported among the immunocompromised patients. Thus, there is a need to develop new therapeutic agents for HSV infections. We evaluated the anti-HSV activity ofBidens pilosa(B. pilosa), a tropical weed, in tissue culture cells and a mouse model.B. pilosaextract showed potent virucidal activity. It inhibited plaque formation and suppressed virus yield in Vero and RAW 264.7 cells infected with HSV-1 and HSV-2. Both the binding of virus to host cells and penetration of virus into cells were also blocked byB. pilosa. Furthermore,B. pilosawas effective against thymidine kinase-deficient and phosphonoacetate-resistant HSV-1 strains.B. pilosatreatment increased the survival rate of HSV-infected mice and limited the development of skin lesions. Our results indicate thatB. pilosahas anti-HSV activity and is thus a potentially useful medical plant for treatment of HSV infection.
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Sicurella, Sandra. "Violenza in famiglia: dalla violenza assistita al parent abuse." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002006.

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Abstract:
Partendo da una riflessione sul concetto di vittima-criminale, il presente contri-buto intende approfondire la relazione esistente tra violenza assistita e violenza agita dai minori nei confronti di genitori o tutori. Entrambe le forme di violenza pongono al centro il minore, che vive una condizione di estrema fragilità, dettata anche dall'incapacità di gestire adeguatamente le proprie emozioni. Tra i possibili effetti da annoverare vi sono sicuramente l'apprendimento di modelli relazionali disfunzionali e la trasmissione intergenerazionale della violenza, conseguenze che, in alcuni casi, possono trasformare i minori in maltrattanti. È necessario, pertanto, valutare precocemente i fattori di rischio e individuare le traiettorie volte alla pre-venzione e alla riduzione di tali fenomeni, che sembrano strettamente correlati.
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Krebs, T., I. J. Banke, and A. Krüger. "Antimetastatische Effizienz synthetischer Serinproteaseinhibitoren." Hämostaseologie 27, no. 01 (2007): 64–70. http://dx.doi.org/10.1055/s-0037-1616902.

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Abstract:
ZusammenfassungEs gibt kein wirksames adjuvantes Therapeutikum, das die aggressive Ausbreitung von Tumorzellen in fortgeschrittenen Tumorstadien oder bei chirurgischer Entfernung des Primärtumors verhindert. Obwohl Proteasen einschließlich der Serinproteasen als vielversprechende Zielstrukturen für eine antimetastatische Krebstherapie ausgewiesen wurden, schlug die klinische Einführung synthetischer Proteaseinhibitoren (SPIs) fehl. Zusätzlich zu Überlegungen zu klassischen Herangehensweisen bei der Prüfung von SPIs als Krebstherapeutika in vivo, beleuchten wir hier unsere Ergebnisse mit einem einfach handhabbaren, hochsensitiven und schnellen In-vivo-Metastasierungsmodell und seine Bedeutung für die Entwicklung effizienter, antimetastatisch wirksamer SPIs. Die lacZ-Markierung sehr aggressiver T-Zell-Lymphomzellen ermöglicht die hochsensitive und reproduzierbare Detektion von Metastasen innerhalb von sieben Tagen nach Tumorzellinokulation, durch X-Gal-Färbung ganzer Organe. Dieses Modell erlaubt ein kostengünstiges und materialsparendes paralleles Screening einer Serie von SPIs mit unterschiedlichen Spezifitäten für verschiedene Serinproteasen. Durch Korrelationen zwischen Spezifität und antimetastatischer Effizienz identifizierten wir den Gerinnungsfaktor Xa als wichtige Zielstruktur antimetastatischer SPIs und konnten diese Information für das weitere Design und die Optimierung von Faktor-Xaspezifischen Leitstrukturen verwenden. Schlussfolgerung: Wir können exemplarisch zeigen, dass In-vivo-Analysen mit hohem Durchsatz die Optimierung von Leitstrukturen dirigieren können und darüber hinaus zu unerwarteten, neuen Einblicken in die Molekularbiologie der Metastasierung führen.
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Cantelmi, Tonino, and Emiliano Lambiase. "Riflessioni e approfondimenti cognitivo-interpersonali sulla SASB ai fini della concettualizzazione del caso." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (September 2021): 7–49. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2021oa12638.

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Abstract:
In quanto psicoterapeuti cognitivo-interpersonali, uno dei nostri interessi principali è quello di descrivere i cicli interpersonali disfunzionali del paziente: quelli che vive nel presente e come si sono sviluppati a partire dalle prime dinamiche disfunzionali vissute nell'infanzia. Inoltre, colleghiamo queste dinamiche interpersonali al funzio-namento interiore della persona, ai suoi schemi mentali, alle strategie di coping, al funzionamento metacognitivo, allo stile di attaccamento e al modo più generale con il quale il paziente conosce la realtà e, ricorsivamente, organizza la conoscenza che pro-duce. In questo processo, ormai da quasi vent'anni, integriamo il modello SASB di Lorna Benjamin, in quanto ci fornisce uno strumento che ci permette, in modo coerente e chiaro, di costruire una mappa del territorio interpersonale del paziente. Su questa mappa, poi, riusciamo a disegnare il resto dei dettagli del suo mondo interiore. In questi anni di lavoro e approfondimento, teorico e clinico, abbiamo svolto alcu-ne riflessioni e integrazioni che abbiamo deciso di formalizzare e di condividere, al fine di contribuire a espandere la possibilità di utilizzo del modello SASB all'interno del panorama degli approcci cognitivi a orientamento interpersonale, aiutando i clinici a comprenderne non solo la complessità ma, soprattutto, le potenzialità. Le nostre rifles-sioni riguardano tutti gli ambiti del modello: la suddivisione in cluster delle tre super-fici, i principi che collegano i comportamenti prototipici evidenziandone i rapporti, il modo con il quale collegare le relazioni del passato con quelle del presente.
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Vranić, Marina, Krešimir Bošnjak, Siniša Glavanović, Nataša Pukec Pintić, and Ivica Vranić. "Procjena ad libitum konzumacije i in vivo probavljivosti voluminozne krme NIR spektroskopijom." Krmiva 61, no. 2 (August 20, 2020): 65–74. http://dx.doi.org/10.33128/k.61.2.3.

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Abstract:
Cilj ovog rada je prikazati stanje spektroskopije u bliskom infracrvenom području (NIR spektroskopije) kao tehnologije za procjenu ad libitum konzumacije suhe tvari (ST) i organske tvari (OT) te in vivo probavljivosti ST, OT i OT u ST (Dvrijednosti) voluminozne krme. U usporedbi s provedbom skupih, radno zahtjevnih i dugotrajnih bioloških istraživanja radi utvrđivanja ad libitum konzumacije i in vivo probavljivosti voluminozne krme, NIR spektroskopija je brza, fizikalna, nedestruktivna, multianalitička i eklološki prihvatljiva metoda koja može dati precizne i točne rezultate uz minimalnu ili nikakvu pripremu uzoraka. Biološki se parametri teže procjenjuju NIR spektroskopijom u odnosu na kemijske parametre voluminozne krme radi varijacija između životinja, a posljedično pogrešaka u procjeni reakcija životinja na određenu hranidbu i hranu te činjenice da se niti jedan biološki parametar ne može utvrditi u kemijskom laboratoriju s visokom razinom točnosti. Prikazani kalibracijski modeli su prihvatljive razine pouzdanosti procjene ad libitum konzumacije i in vivo probavljivosti voluminozne krme prema utvrđenim koeficijentima determinacije (R2) (0,7-0,9 i 0,47-0,98 slijedom), standardnim greškama kalibracije (SEC) (4,28-6,89 i 0,01-1,69 slijedom), standardnim greškama unakrsne validacije (SECV) (4,53-7,92 i 0,02-2,15 slijedom) te standardnim greškama procjene (SEP) (5,42-9,59 i 0,026-5,7 slijedom). Ovo istraživanje potvrđuje potencijal NIR spektroskopije za procjenu ad libitum konzumacije ST i OT voluminozne krme i in vivo probavljivosti ST, OT i D-vrijednosti voluminozne krme.
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LOU, JIE, TOMMASO RUGGERI, and ZHIEN MA. "CYCLES AND CHAOTIC BEHAVIOR IN AN AIDS-RELATED CANCER DYNAMIC MODELIN VIVO." Journal of Biological Systems 15, no. 02 (June 2007): 149–68. http://dx.doi.org/10.1142/s0218339007002131.

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Abstract:
Cancer remains a significant burden in HIV-infected individuals. We present an HIV-1 dynamical model which incorporates the AIDS-related cancer cells in vivo. The model consists of four components: cancer cells, healthy CD4+ T-lymphocytes, infected CD4+ T-lymphocytes and free HIV-1 virus. We discuss the existence, the stability properties and the biological meanings of the model's steady states, in particular the positive cancer-HIV steady state. We find that Hopf bifurcation of the positive steady state can exist, which lead to periodic solutions, sequences of period doubling bifurcations and the appearance of chaos. We also prove theoretically that HIV-1 is of help in the growth of cancer. The result fits very well with the clinical observations that several different types of cancer are observed at an increased frequency in HIV-1 infection individuals.
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Ridder, T. D., S. P. Hendee, and C. D. Brown. "Noninvasive Alcohol Testing Using Diffuse Reflectance Near-Infrared Spectroscopy." Applied Spectroscopy 59, no. 2 (February 2005): 181–89. http://dx.doi.org/10.1366/0003702053085098.

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Abstract:
A diffuse reflectance near-infrared (NIR) spectrometer was evaluated as a noninvasive alternative to breath and blood measurements for in vivo alcohol testing. A hybrid partial least squares (PLS) calibration was constructed using a combination of in vivo and in vitro spectral data. This model was subsequently evaluated for its performance in quantifying alcohol concentrations in vivo using a prospective validation study involving subjects who did not participate in the calibration. The validation study entailed induction of alcohol excursions in ten human subjects and comparison of the noninvasive NIR alcohol measurements to blood and breath alcohol measurements. Blood and breath alcohol measurements were performed at the time of each noninvasive NIR measurement ( N = 372), establishing the noninvasive NIR measurement standard error relative to blood alcohol at 4.9 mg/dL (0.0049%). Assessment of the hybrid calibration model's sensitivity and selectivity provided strong evidence that the hybrid calibration yielded measurements that were both sensitive to alcohol and independent of other absorbing analytes in human tissue.
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Cai, Chengzhong, Dmitry A. Nedosekin, Yulian A. Menyaev, Mustafa Sarimollaoglu, Mikhail A. Proskurnin, and Vladimir P. Zharov. "Photoacoustic Flow Cytometry for Single Sickle Cell DetectionIn VitroandIn Vivo." Analytical Cellular Pathology 2016 (2016): 1–11. http://dx.doi.org/10.1155/2016/2642361.

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Abstract:
Control of sickle cell disease (SCD) stage and treatment efficiency are still time-consuming which makes well-timed prevention of SCD crisis difficult. We show here thatin vivophotoacoustic (PA) flow cytometry (PAFC) has a potential for real-time monitoring of circulating sickled cells in mouse model.In vivodata were verified byin vitroPAFC and photothermal (PT) and PA spectral imaging of sickle red blood cells (sRBCs) expressing SCD-associated hemoglobin (HbS) compared to normal red blood cells (nRBCs). We discovered that PT and PA signal amplitudes from sRBCs in linear mode were 2–4-fold lower than those from nRBCs. PT and PA imaging revealed more profound spatial hemoglobin heterogeneity in sRBCs than in nRBCs, which can be associated with the presence of HbS clusters with high local absorption. This hypothesis was confirmed in nonlinear mode through nanobubble formation around overheated HbS clusters accompanied by spatially selective signal amplification. More profound differences in absorption of sRBCs than in nRBCs led to notable increase in PA signal fluctuation (fluctuation PAFC mode) as an indicator of SCD. The obtained data suggest that noninvasive label-free fluctuation PAFC has a potential for real-time enumeration of sRBCs bothin vitroandin vivo.
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Brockhaus, Katrin, Harutyun Melkonyan, Verena Prokosch, and Solon Thanos. "Erhöhter Intraokulardruck induziert primär zelluläre Reaktionen in den retinalen Kapillaren." Klinische Monatsblätter für Augenheilkunde 234, no. 10 (May 3, 2017): 1266–75. http://dx.doi.org/10.1055/s-0043-105270.

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Abstract:
Zusammenfassung Hintergründe In der Frühdiagnostik des klinischen Glaukoms sind peripapilläre Blutungen fast pathognomonisch für eine Schädigung von Kapillaren. Auch in der Perfusionsdiagnostik herrscht überwiegend die Meinung, dass Perfusionsstörungen und Gefäßveränderungen vorliegen, die im Circulus vitiosus der IOD-Erhöhung (IOD: Intraokulardruck) eine wesentliche Rolle spielen. Damit sind wahrscheinlich die biomechanischen Besonderheiten der Papille sowie die zellulären Reaktionen von Astrozyten, Müller-Zellen, Endothelzellen, Mikroglialzellen und Perizyten assoziiert. Material und Methoden Wir stellen In-vivo- und Ex-vivo-Modelle für IOD-Erhöhungen vor, um die Auflösung unserer Betrachtungsweise bis hin zur zellulären und gar molekularen Reaktion zu erhöhen und Mechanismen der Kapillarzellveränderungen als Folge von IOD-Erhöhung zu verifizieren. Ergebnisse Als Tiermodell diente die kauterisationsbedingte Erhöhung des IOD im Rattenauge. Es wurden 2–3 Episkleralvenen kauterisiert, um den Abflusswiderstand zu erhöhen. Nach Analyse der Netzhäute einige Wochen danach fanden wir eine anormale Expression des ansonsten neuronalspezifischen Moleküls Beta-III-Tubulin in den Kapillarendothelzellen und in den Gefäß- und Kapillarperizyten. Kombinierte immunhistochemische Anfärbungen mit verschiedenen Markern für unterschiedliche Zelltypen bestätigten die Befunde. Die Isolierung von kapillären Endothelzellen und Perizyten aus Rattengehirnen (BMECs) und Retinae (RMECs) und deren In-vitro-Kultivierung unter erhöhten Druckbedingungen in einer eigens konstruierten Druckkammer bestätigten den In-vivo-Befund. Schlussfolgerung Die unerwartete kapilläre Reaktion auf die Erhöhung des IOD in vivo bzw. des Kultivierungsdrucks in vitro kann gegenwärtig als eine frühe Reaktion der Zellen mit Expression anormaler Proteine gedeutet werden. Dieser Befund mag bisherige klinische Beobachtungen erklären, die als peripapilläre Blutungen oder Mikroinfarkte imponieren und wahrscheinlich mit der Optikopathie einhergehen.
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Gamerra, M., E. Cantone, G. Sorrentino, R. De Luca, M. B. Russo, E. De Corso, F. Bossa, A. De Vivo, and M. Iengo. "Mathematical model for preoperative identification of obstructed nasal subsites." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 05 (October 2017): 410–15. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1385.

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Abstract:
La realizzazione di studi sperimentali per la valutazione dei flussi aerei nasali è particolarmente indaginosa, data la difficoltà di ottenere in vivo un’accurata misurazione degli stessi. Inoltre, sebbene la rinomanometria standard e la rinometria acustica rappresentino i metodi più utilizzati nella pratica clinica, esse forniscono solo una misura globale ed approssimativa dei flussi aerei nasali, senza definirne i particolari temporali o spaziali. Allo stesso modo gli studi sulla fluidodinamica computazionale rappresentano solo una simulazione numerica, ben lontana da quelle che sono le variabili anatomiche e fisiologiche delle cavità nasali. Pertanto, ad oggi, non esistono ancora strumenti diagnostici in grado di misurare oggettivamente la geometria delle cavità nasali, le resistenze ed il grado di ostruzione nei diversi sotto-siti nasali, elemento quest’ultimo fondamentale per una corretta programmazione chirurgica. Allo scopo di superare i limiti della diagnostica standard abbiamo elaborato un modello matematico basato sull’equazione di Bernoulli applicata alle cavità nasali di soggetti sani per lo studio dei gradienti pressori di vari sotto-siti nasali, che sono stati misurati grazie ad un particolare manometro digitale. Il nostro studio, unico in letteratura, ha identificato due curve limite che racchiudono un’area rappresentativa entro cui cadono i livelli “normali” di flusso in corrispondenza del vestibolo nasale. Il modello descritto potrebbe essere utile per studiare tutti i sotto-siti nasali sede di ostruzione ai fini di una corretta programmazione chirurgica e di un valido follow-up postoperatorio.
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Jian Zhang. "Potential molecular mechanism of radiation-induced cytotoxicity of Cetrimonium bromide to head and neck cancer cells." GSC Biological and Pharmaceutical Sciences 16, no. 3 (September 30, 2021): 241–44. http://dx.doi.org/10.30574/gscbps.2021.16.3.0291.

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Abstract:
A previous study has shown that Cetrimonium bromide has a slight cytotoxicity to head and neck cancer cells due to the presence of the cationic quaternary amine group in this molecule that affects the function of mitochondria.The same study also found that the cytotoxicity of Cetrimonium bromide increased when combined with gamma radiation and this could be used to treat head and neck cancer in a mice in vivo tumor model.In the current study, an in vitro photochemical reaction between Cetrimonium chloride and tyrosine was investigated in order to understand the molecular mechanism of the in vivo observations and data. I found that Cetrimonium chloride could react with tyrosine upon simulated solar irradiation to produce an imine Schiff base which turned into cyano-tyrosine and a melanin polymer.It is possible that in the in vivo study mentioned earlier, the gamma radiation and Cetrimonium bromide together destroyed the tyrosine residues in some cellular proteins chemically, and as a result, tyrosine phosphorylation was inhibited in the cancer cells which slowed the growth of the tumor.
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Kirschbaum, A., C. Rössler, P. Rexin, T. Steinfeldt, D. Bartsch, and N. Mirow. "Bipolare Versiegelung von Lungenvenen mit einem 5- und -10-mm-Instrument – Bestimmung der Berstdrücke an einem Ex-vivo-Modell." Zentralblatt für Chirurgie - Zeitschrift für Allgemeine, Viszeral-, Thorax- und Gefäßchirurgie 141, no. 03 (March 30, 2016): 330–34. http://dx.doi.org/10.1055/s-0042-100815.

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Scotti Jurić, Rita, and Lorena Lazarić. "TRADUZIONE E TRADIZIONE. ALCUNE RIFLESSIONI SULLA POESIA DI DANIEL NAČINOVIĆ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 175–93. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.11.

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Abstract:
C’è una differenza sostanziale tra chi si esprime con la lingua standard e chi lo fa in dialetto. Gli studi sulla traduzione della poesia dialettale sono pochi e le prospettive teoriche denunciano per lo più difficoltà implicite in una tale operazione, ma non forniscono modelli operativi soddisfacenti. La domanda che ci si pone è se sia corretto tradurre la poesia ciacava nel dialetto istroveneto o lo si debba fare in italiano standard. Nel saggio si discuteranno le peculiarità della scrittura poetica dialettale di Daniel Načinović: l'espressività della lingua orale legata alla concretezza e all’immediatezza, l'uso frequente di immagini e paragoni, di suoni onomatopeici, di forme allocutive e di modi di dire. In particolare si analizzeranno le tecniche traduttive che permetteranno di recuperare quell'orizzonte antropologico che può essere testimoniato non solo dal ciacavo che lo esprime, ma anche dall'istroveneto che questo mondo lo conosce e lo vive.
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Ursino, M., L. Colì, G. La Manna, M. Grilli Cicilioni, V. Dalmastri, A. Giudicissi, P. Masotti, G. Avanzolini, S. Stefoni, and V. Bonomini. "A Simple Mathematical Model of Intradialytic Sodium Kinetics: “in vivo” Validation During Hemodialysis with Constant or Variable Sodium." International Journal of Artificial Organs 19, no. 7 (July 1996): 393–403. http://dx.doi.org/10.1177/039139889601900704.

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Abstract:
A simple mathematical model of the intradialytic relationship between natraemia and dialysate sodium concentration is presented. The model includes a bicompartmental description of sodium, urea and fluid kinetics and an algebraic characterization of diffusive/convective mass-transfer across the dialysis membrane. Its ability to provide realistic responses has been validated comparing model predictions by a priori parameter tuning against quantities measured during in vivo sessions with both constant and variable dialysate sodium concentration. A quantitative analysis of model predictions indicates that the mean deviation between data calculated by the model and those measured in vivo is 1.32 mEq/l for sodium and 0.76 mmol/l for urea, values which do not greatly exceed the measurement errors of current instruments. The model's predictive capacity thus proves reliable. The ability of the model to calculate the amount of sodium removed and the time course of intra-extracellular volumes during the dialysis session makes it possible to forecast the patient's clinical tolerance to a given sodium dialysate concentration.
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Vázquez Bandín, Carmen. "Solo i vivi possono assistere al passaggio della morte: il lutto al tempo della pandemia." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (June 2021): 91–99. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001010.

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Abstract:
Questo contributo descrive quali sono gli aspetti peculiari del processo psicoterapeutico con pazienti che stanno soffrendo per la perdita di una persona amata. A causa delle particolari condizioni di sfondo in cui si sono verificate queste perdite - la pandemia COVID-19 e il con-seguente isolamento della durata di tre mesi - ho definito questi lutti "sospesi". Nell'articolo propongo una lettura delle condizioni del ground sociale, descrivo le condizioni personali della perdita e la specificità dell'intervento terapeutico, sia per ciò che riguarda il terapeuta che per il setting terapeutico. Infine, offro alcuni strumenti specifici per lavorare con questo tipo di lutto. Tutte queste considerazioni trovano origine nel paradigma della psicoterapia della Gestalt as-sieme al modello di lavoro proposto dalla dottoressa Elisabeth Kübler-Ross, congiunti alla mia esperienza di oltre vent'anni nel lavoro psicoterapeutico con persone che stanno vivendo un processo di lutto.
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Wehr, Claudia, Julia Schüler, Claudia Nitschke, Kerstin Klingner, Fabian Müller, Heinz-Herbert Fiebig, Roland H. Mertelsmann, and Martin Trepel. "In Vivo Efficacy of Peptide-Derived B Cell Receptor (BCR) Targeted Therapy In a Disseminated Burkitt′s Lymphoma Xenograft Modell." Blood 116, no. 21 (November 19, 2010): 3924. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v116.21.3924.3924.

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Abstract:
Abstract Abstract 3924 Targeted therapies in terms of monoclonal antibodies have become standard in the treatment of various lymphomas. Albeit being more specific than conventional therapy, the used antibodies target surface receptors both present on polyclonal and monoclonal hematopoietic cells. Due to its specificity for the malignant B-cell clone the B-cell receptor (BCR) is an ideal therapeutic target in lymphoma therapy. Moreover, using peptides has several advantages over whole antibodies: reduced immunogenicity, better epitope mimicry and tissue penetration, easier synthesis and more favourable pharmacokinetics (no uptake into the reticulo-endothelial system). Peptides mimicking the epitope recognized by lymphoma BCRs have therefore been praised as promising therapeutic tools for years (Lam, West J Med., 1993) but a proof-of-concept has only been published recently in mice bearing subcutaneous A20 lymphoma (Palmieri et al., Blood, 2010). In the current study, we have established a human cell line-derived disseminated Burkitt′s lymphoma model (SUP-B8) in NOD/SCID mice by intravenous injection. Our active principle was the tetramerized BCR binding peptide YSFEDLYRRGGK-biotin (termed T-peptide, Renschler et al., PNAS, 1994) which was applied intravenously on day (d) 12, 14, 16 and 19 after injection of the tumor cells, respectively. The therapeutic efficacy was evaluated in comparison to several control groups (tetramerized control peptide (termed C-peptide, RDYSYERLFGGK-biotin), vehicle (0.8% ACN in water, 200μl/d) and untreated animals). Tumor cell engraftment was monitored via daily surveillance of disease symptoms, FACS (anti-human lambda, CD19, anti-murine CD45) and fluorescence-based in vivo imaging system (FI, Kodak FX, Alexa750 labeled anti-human CD45) on days 12 and 21. SUP-B8 engrafted predominantly in the bone marrow (BM, take rate = 100%) and marrow infiltration increased in untreated mice between start and end of therapy from 1 ± 0.4% (d 12) to 39.8 ± 9.4% (d 21). Other sites of engraftment were subcutis (38%) and spleen (8%). The examined compounds were well tolerated in tumor-bearing mice, no acute toxicity could be observed and maximal body weight loss was below 15%. Treatment of xenograft mice with the tetramerized BCR-binding peptide significantly reduced bone marrow infiltration compared to controls (T-peptide 8.1 ± 4.6%, C-peptide: 32.8 ± 8%, p=0.037, vehicle: 30.5 ± 7.9%, p=0.029). Considering the short half-life of uncoupled peptides and the injection schedule every second day, this is a remarkable reduction. For further optimization of this promising therapeutic approach we plan to couple peptides to effector molecules via acid labile linkers; this is based on the evidence that confocal imaging of Burkitt lymphoma cell lines showed the processing of specific BCR binding peptides in acidic organelles of the cell. In summary, we conclude that BCR targeted peptide-based therapy is a feasible method with remarkable therapeutic results in vivo and future studies will focus on coupling specific peptides to appropriate effector molecules or combinational therapeutic approaches using conventional chemotherapeutics. Disclosures: No relevant conflicts of interest to declare.
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Begemann, P., A. Mahnken, T. Ries, D. Briem, C. Nolte-Ernsting, G. Adam, and A. Koops. "16-Zeilen-Spiral-CT des knöchernen Beckens nach Schraubenosteosynthese der iliosakralen Gelenke - Untersuchungen zur Dosisanpassung in einem Ex-vivo-Modell." RöFo - Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen und der bildgebenden Verfahren 178, no. 10 (September 2006): 1022–27. http://dx.doi.org/10.1055/s-2006-926953.

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Jayachandran, Priya, Maria Garcia-Cremades, Katarina Vučićević, Namandjé N. Bumpus, Peter Anton, Craig Hendrix, and Radojka Savić. "A Mechanistic In Vivo / Ex Vivo Pharmacokinetic‐Pharmacodynamic Model of Tenofovir for HIV Prevention." CPT: Pharmacometrics & Systems Pharmacology 10, no. 3 (February 6, 2021): 179–87. http://dx.doi.org/10.1002/psp4.12583.

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Fracassetti, D., S. Limbo, L. Pellegrino, and A. Tirelli. "Il difetto di luce nel vino bianco: Effetto ed evoluzione nel corso della conservazione." BIO Web of Conferences 15 (2019): 02028. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191502028.

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Abstract:
L'esposizione del vino bianco ad una radiazione luminosa impatta negativamente sulle caratteristiche sensoriali. Tale condizione può causare la comparsa di un'alterazione, nota come difetto di luce, causata dalla formazione di composti solforati, quali metantiolo (MeSH) e dimetildisolfuro (DMDS). Le reazioni indotte dalla luce originano dalla riboflavina (RF), un composto fotosensibile, e dalla metionina (MET). I trattamenti del vino bianco con bentonite o carbone attivo sono efficaci per rimuovere parte della RF e l'aggiunta al vino di tannini idrolizzabili limita la comparsa del difetto di luce in soluzione modello. Non è stata ancora chiarita l'evoluzione del difetto di luce nel vino bianco durante la shelf-life. In questo studio sono stati valutati gli effetti dei fenomeni foto-indotti in vino bianco dopo 24 mesi di conservazione. Il vino è stato addizionato di RF, MET e antiossidanti, quali glutatione, anidride solforosa e tannino di castagno, singolarmente ed in combinazione, esposto alla luce e conservato al buio. Come atteso, la RF è degradata in seguito all'esposizione alla fonte luminosa in tutte le condizioni saggiate. La diminuzione di MET è compresa nel range 21–38% in funzione degli antiossidanti aggiunti che, quando aggiunti singolarmente, limitano la formazione del difetto di luce come dimostra il minore livello di MeSH e DMDS presenti. I dati ottenuti suggeriscono che l'impiego di tannini da legno può essere un efficace strumento per limitare la comparsa del difetto di luce anche nel vino bianco.
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Krause, B. J. "Grundlagen der funktionellen Bildgebung des Gehirns mit der Positronen-Emissions-Tomographie." Nervenheilkunde 24, no. 02 (2005): 73–80. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1629945.

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Abstract:
ZusammenfassungFunktionell bildgebende Verfahren – insbesondere die Positronen-Emissions-Tomographie (PET) – haben unsere Kenntnis über die Funktionsweise des Gehirns auf molekularer und systemischer Ebene erweitert. Die PET basiert auf der Aufzeichnung und computergestützten Auswertung des Zerfalls kleinster Mengen mit Positronenstrahlern radioaktiv markierter Substanzen (Radiotracer). Mit spezifischen Radiotracern können z.B. regionaler Blutfluss, Stoffwechselvorgänge oder Neurotransmitter-Rezeptorsysteme sichtbar gemacht werden. Neben einer qualitativen Darstellung ist unter bestimmten Voraussetzungen mittels mathematischer Modelle eine Quantifizierung der o.g. Vorgänge möglich. PET-Untersuchungen des regionalen zerebralen Blutflusses eröffnen Einblicke in die Abläufe höherer Gehirnfunktionen (z.B. Gedächtnis, Sprache, Aufmerksamkeit) bei Gesunden oder hirnerkrankten Patienten. Klinisch etabliert ist die PET-Untersuchung des Gehirns mit Fluor-18-markierter Deoxyglukose (FDG) bei neurodegenerativen Erkrankungen, Epilepsien oder Erkrankungen des psychiatrischen Formenkreises. Bei diesen Erkrankungen lassen sich typischerweise Frühveränderungen mit der PET nachweisen. Aktuelle Bestrebungen der PET-Forschung zielen u.a. auf die In-vivo-Darstellung und Quantifizierung der Plaques (β-Amyloid) im Gehirn von Alzheimer-Erkrankten ab, mit wichtigen Implikationen für die Früherkennung oder die Entwicklung und Testung neuer Medikamente.
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Baumann and Köchli. "Primary Systemic Treatment of Invasive Breast Cancer." Swiss Surgery 6, no. 3 (June 1, 2000): 137–41. http://dx.doi.org/10.1024/1023-9332.6.3.137.

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Abstract:
Die präoperative oder neoadjuvante Chemo- oder Hormontherapie stellt in der Behandlung des lokal fortgeschrittenen Mammakarzinoms eine neue Therapieoption dar. Klinische Studien konnten keinen Unterschied bezüglich des Gesamtüberlebens für Patientinnen zeigen, die mit der konventionellen postoperativen, adjuvanten Therapie und den Patientinnen, die neoadjuvant behandelt wurden. Jedoch wurde durch die präoperative Chemo- und Hormontherapie in vielen Fällen eine deutliche Tumorverkleinerung und damit eine brusterhaltende Therapie erreicht. Die neoadjuvante Chemotherapie ist somit auch ein gutes in-vivo-Modell zur Chemosensitivitätstestung. Für hochbetagte Patientinnen mit Komorbiditäten kann eine primäre Hormontherapie mit Tamoxifen oder Aromatasehemmern möglicherweise sogar eine Operation vermeiden. Die effektivsten Chemotherapeutika in der neoadjuvanten Therapie des Mammakarzinoms scheinen Anthrazykline und Taxane zu sein. Zusätzlich können prädiktive Faktoren wie S-Phase, Ki67, Ploidie, c-erb-B-2, Chemosensitivitätstestung und andere helfen, diejenigen Patientinnen zu differenzieren, die von einer präoperativen Therapie profitieren. Weitere Studienergebnisse mit einem langen follow-up müssen abgewartet werden, bevor die primär systemische Chemo- oder Hormontherapie zu einer Standardtherapie beim lokal fortgeschrittenen Mammakarzinom erhoben werden kann.
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Minola, Valeria, and Anna Paschetta. "L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento: un protocollo terapeutico con la famiglia." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.

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Abstract:
In questo articolo presentiamo come la terapia sistemico familiare-individuale sia effi cace nella presa in carico di un nucleo familiare che vive dinamiche relazionali complesse, altrimenti messe in ombra da una diagnosi di disturbo dell'apprendimento a carico del fi glio e dalle ricadute del disagio prettamente in ambito scolastico. Presso il nostro studio, per i ragazzi e per le loro famiglie che ci consultano, lavoriamo adattando il modello proposto dalla scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Dopo un'iniziale spiegazione sulle caratteristiche del disturbo specifi co dell'apprendimento, presenteremo la teoria della multifattorialità all'origine del DSA di Simonetta, che assumiamo come cornice teorica. Questo modello si basa sugli studi delle neuroscienze, delle teorie dell'attaccamento e della psicotraumatologia che permettono la lettura dell'eziopatogenesi del sintomo analizzando diversi livelli di complessità. Nel nostro metodo di intervento, rileviamo con particolare attenzione il signifi cato che il sintomo assume quando si esprime in un particolare contesto relazionale. Per questo dove compare un disturbo dell'apprendimento riteniamo utile indagare gli attaccamenti e lo sviluppo delle personalità dei componenti della famiglia. Inoltre aiutiamo il nucleo a rileggere le proprie dinamiche relazionali in un'ottica sistemica e approfondiamo le dinamiche passate secon do la prospettiva trigenerazionale che le sottende, stando attente a rilevare l'eventuale presenza di traumi non elaborati nelle storie di sviluppo dei componenti della famiglia. Inoltre evidenziamo l'importanza dello stile di conduzione che prevede l'utilizzo delle tecniche verbali, non verbali e i diversi formati di convocazione. Presentiamo il nostro metodo di lavoro attraverso la descrizione della presa in carico psicoterapeutica di un nucleo familiare.
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Trubrich, A., R. Kocijan, Ch Muschitz, and H. Resch. "Der RANK-Ligand-Antikörper Denosumab als Beispiel der biotechnologischen Medikamentenentwicklung." Osteologie 20, no. 03 (2011): 203–10. http://dx.doi.org/10.1055/s-0037-1619994.

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Abstract:
ZusammenfassungRANK-Ligand ist der wichtigste Faktor für die Bildung, Funktion und das Überleben von Osteoklasten, die für den kontinuierlichen Knochenumbau verantwortlich sind. Indem RANKL an RANK auf unreifen und reifen Osteoklasten bindet, fördert er die Osteoklastogenese und die Aktivität der reifen Zellen. In vivo wird RANKL durch Osteoprotegerin (OPG) negativ reguliert. OPG bindet an RANK-Ligand, neutralisiert ihn und hemmt so die Knochenresorption. Diese Faktoren liegen im gesunden Knochen in einem Gleichgewicht vor und ein Ungleichgewicht ist meist die Ursache für Knochenerkrankungen wie Osteoporose. Untersuchungen an Knockout- und transgenen Mäusen belegen die zentrale Rolle des RANKL/OPG-Systems beim Knochenstoffwechsel. Ovariektomierte Ratten dienen als Modell für die postmenopausale Osteoporose, die sich bei diesen Tieren durch Gabe von OPG wirksam behandeln lässt. Diese präklinischen Versuche mündeten in der klinischen Entwicklung von Denosumab. Denosumab ist ein zugelassener, vollhumaner, monoklonaler Antikörper, der mit hoher Affinität an den humanen RANK-Liganden bindet und dessen Aktivität reversibel hemmt. Klinische Studien der Phase III belegen die Wirksamkeit dieses neuartigen Wirkstoffs bei Patientinnen mit postmenopausaler Osteoporose.
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Lukes, D., B. Madhou, N. Arvidsson, M. Gustavsson, L. Mjömstedt, B. Soussi, and M. Olausson. "In vivo 31P MRS evaluation of the rejection process and differences in anesthetic procedures in a concordant xenotransplantation: Mouse heart to rat modell." Transplantation Proceedings 29, no. 7 (November 1997): 3159–60. http://dx.doi.org/10.1016/s0041-1345(97)00824-5.

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Cho, Hongsik, Andrew Walker, Jeb Williams, and Karen A. Hasty. "Study of Osteoarthritis Treatment with Anti-Inflammatory Drugs: Cyclooxygenase-2 Inhibitor and Steroids." BioMed Research International 2015 (2015): 1–10. http://dx.doi.org/10.1155/2015/595273.

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Abstract:
Patients with osteoarthritis (OA), a condition characterized by cartilage degradation, are often treated with steroids, nonsteroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs), and cyclooxygenase-2 (COX-2) selective NSAIDs. Due to their inhibition of the inflammatory cascade, the drugs affect the balance of matrix metalloproteinases (MMPs) and inflammatory cytokines, resulting in preservation of extracellular matrix (ECM). To compare the effects of these treatments on chondrocyte metabolism, TNF-αwas incubated with cultured chondrocytes to mimic a proinflammatory environment with increasing production of MMP-1 and prostaglandin E2 (PGE2). The chondrocytes were then treated with either a steroid (prednisone), a nonspecific COX inhibitor NSAID (piroxicam), or a COX-2 selective NSAID (celecoxib). Both prednisone and celecoxib decreased MMP-1 and PGE-2 production while the nonspecific piroxicam decreased only the latter. Both prednisone and celecoxib decreased gene expression of MMP-1 and increased expression of aggrecan. Increased gene expression of type II collagen was also noted with celecoxib. The nonspecific piroxicam did not show these effects. The efficacy of celecoxibin vivowas investigated using a posttraumatic OA (PTOA) mouse model.In vivo, celecoxib increases aggrecan synthesis and suppresses MMP-1. In conclusion, this study demonstrates that celecoxib and steroids exert similar effects on MMP-1 and PGE2 productionin vitroand that celecoxib may demonstrate beneficial effects on anabolic metabolismin vivo.
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Brackman, Gilles, Paul Cos, Louis Maes, Hans J. Nelis, and Tom Coenye. "Quorum Sensing Inhibitors Increase the Susceptibility of Bacterial Biofilms to Antibiotics In Vitro and In Vivo." Antimicrobial Agents and Chemotherapy 55, no. 6 (March 21, 2011): 2655–61. http://dx.doi.org/10.1128/aac.00045-11.

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Abstract:
ABSTRACTAlthough the exact role of quorum sensing (QS) in various stages of biofilm formation, maturation, and dispersal and in biofilm resistance is not entirely clear, the use of QS inhibitors (QSI) has been proposed as a potential antibiofilm strategy. We have investigated whether QSI enhance the susceptibility of bacterial biofilms to treatment with conventional antimicrobial agents. The QSI used in our study target the acyl-homoserine lactone-based QS system present inPseudomonas aeruginosaandBurkholderia cepaciacomplex organisms (baicalin hydrate, cinnamaldehyde) or the peptide-based system present inStaphylococcus aureus(hamamelitannin). The effect of tobramycin (P. aeruginosa,B. cepaciacomplex) and clindamycin or vancomycin (S. aureus), alone or in combination with QSI, was evaluated in variousin vitroandin vivobiofilm model systems, including two invertebrate models and one mouse pulmonary infection model.In vitrothe combined use of an antibiotic and a QSI generally resulted in increased killing compared to killing by an antibiotic alone, although reductions were strain and model dependent. A significantly higher fraction of infectedGalleria mellonellalarvae andCaenorhabditis eleganssurvived infection following combined treatment, compared to treatment with an antibiotic alone. Finally, the combined use of tobramycin and baicalin hydrate reduced the microbial load in the lungs of BALB/c mice infected withBurkholderia cenocepaciamore than tobramycin treatment alone. Our data suggest that QSI may increase the success of antibiotic treatment by increasing the susceptibility of bacterial biofilms and/or by increasing host survival following infection.
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