Academic literature on the topic 'Modelli grafici a catena'

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Journal articles on the topic "Modelli grafici a catena"

1

Linney, A. D., A. C. Tan, R. Richards, J. Gardener, and W. R. Lees. "Visualizzazione tridimensionale del corpo umano per diagnosi e per programmazione chirurgica." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 483–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500412.

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Abstract:
Viene descritto un sistema che produce rappresentazioni di superfici anatomiche basandosi su immagini ottenute mediante tomografia assiale computerizzata a raggi X, risonanza magnetica ed ecografia. Le rappresentazioni vengono create per mostrare il carattere tridimensionale (3D) dell'anatomia interna ed esterna. Le immagini possono essere sezionate e manipolate sullo schermo come se fossere l'oggetto tridimensionale che rappresentano. Con questo sistema è possibile pianificare interventi chirurgici per simulazione. È inoltre possibile esporre ed isolare strutture sottostanti di un oggetto anatomico, aumentando così il valore diagnostico dei dati di partenza. Tale sistema di rappresentazione fornisce anche dati per l'azionamento di una fresatrice a controllo numerico per la produzione di modelli anatomici, protesi e impianti. Le esigenze di pianificazione nella chirurgia maxillofacciale sono particolarmente marcate. Va considerata sia la funzione, sia l'estetica facciale1. I sistemi di pianificazione ricorrono ad una combinazione di fotografie, modelli e radiografie planari nel tentativo di tenere conto della natura tridimensionale dell'anatomia. Quindici anni fa i progressi nella tecnologia informatica e della rappresentazione, insieme alla disponibilità della tomografia assiale computerizzata a raggi X (TC), permisero di avviare la creazione di una unità di lavoro per clinici facente uso di grafici al computer per simulare, pianificare e prevedere il risultato della chirurgia maxillofacciale. Benchè inizialmente le applicazioni cliniche fossero alquanto limitate, esse sono notevolmente aumentate con il costante miglioramento dei computer e degli algoritmi. Oltre alle applicazioni originarie, esse comprendono ora: la cranioplastica, la diagnosi radiologica complessa, l'analisi di fratture, l'osservazione del feto e la produzione di impianti scheletrici adattati. Sono allo stato esplorativo le applicazioni in campo neurologico.
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Colonnese, Fabio. "L’Objet Trouvé come modello tra approcci analogici e digitali." EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, no. 40 (November 17, 2020): 156. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.12934.

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Abstract:
<span>Sebbene questa stagione di tecnologie digitali e tecniche di produzione semiautomatica ha condizionato la maggior parte della tradizionale catena di montaggio e gli strumenti del processo di progettazione e rappresentazione, l'uso di found-objects nella modellistica è ancora praticato, rivelato e promosso da architetti e docenti contemporanei. Questo potrebbe essere interpretato come il sintomo di una sorta di resistenza analogica o un modo per introdurre incidenti pianificati e incertezza in un processo di progettazione deterministico e omologante, ma lo scenario è sfaccettato. Questo contributo discute l'uso di found-objects come modelli nella progettazione dell'architettura e nella pratica della comunicazione. In particolare, descrive le loro radici storiche e la loro funzione critica nella ricerca delle avanguardie artistiche, classifica il loro ruolo nelle diverse fasi del processo di progettazione tradizionale e contemporaneo e si concentra su interazioni e differenze degli approcci analogici e digitali, in relazione alle opportunità semantiche della rappresentazione architettonica.</span>
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Berto, D., M. Peroni, S. Milleri, and A. G. Spagnolo. "Valutazione della comprensibilità dei fogli informativi ai fini del consenso negli studi con volontari sani." Medicina e Morale 47, no. 4 (August 31, 1998): 709–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.826.

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Abstract:
La “comprensibilità” di un testo scritto dipende da una serie di condizioni “fisse” od oggettive e da una serie di condizioni “variabili” o soggettive. Le condizioni fisse sono strettamente legate al testo scritto e da esso dipendono direttamente: elementi di grammatica, consecutio temporum, ecc. Le condizioni variabili sono invece legate alle condizioni della persona che legge: il livello di istruzione, l’attenzione, il tono dell’umore, l’interesse per l’argomento letto, ecc. Abbiamo voluto verificare il livello di comprensibilità e di leggibilità dei fogli informativi/consensi informati attraverso l’analisi delle componenti “fisse” sottoposto ai volontari sani presso l’Unità di Farmacologia Clinica della Glaxo-Wellcome. Poiché il volontario decide di partecipare o meno ad uno studio clinico sulla base del foglio informativo, appare di fondamentale importanza sapere se il documento è in grado di trasmettere le informazioni rilevanti sullo studio stesso. È noto che vi sia una maggiore aderenza da parte del volontario alle procedure richieste se ne sono state comprese pienamente le ragioni. Sono stati usati quattro indici che quantificano il grado di complessità di un testo: Flesh-Vacca, Kincaid, Gunning’s Fog e Gulpease. Il livello medio di leggibilità è stato poi confrontato con il livello medio di scolarizzazione dei volontari sani. I testi oggetto di analisi sono stati i fogli informativi presentati ai volontari nel periodo Gennaio ’96-Settembre ’97. Il livello di scolarizzazione della popolazione che ha preso parte ad almeno uno studio nel periodo citato era di diploma di scuola media superiore (61.7%) e di laurea o diploma universitario (22,6%). Fino a Marzo ’97, quando lo studio è iniziato, i fogli informativi erano “comprensibili” da tutti i volontari in possesso almeno del diploma di scuola media superiore. Dopo aver adottato alcuni accorgimenti linguistici e grafici, la comprensibilità e la leggibilità sono migliorate in modo tale da rendere i fogli informativi comprensibili anche ai soggetti con scolarizzazione inferiore. Sono infine proposti alcuni suggerimenti pratici al fine di costruire modelli di consenso informato che possano avere indici di comprensibilità e leggibilità sempre migliori.
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QUARANTA, N., S. TALIENTE, F. COPPOLA, and I. SALONNA. "Risultati uditivi e fattori prognostici nell’ossiculoplastica con cartilagine in pazienti affetti da otite cronica colesteatomatosa." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 338–42. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-590.

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Abstract:
La cartilagine è comunemente utilizzata per la ricostruzione della membrana timpanica e dell’attico in corso di timpanoplastica. Nella nostra esperienza la cartilagine costale omologa è stata utilizzata per molti anni per la creazione di protesi ossiculari. Scopo di questo studio è stato quello di valutare i risultati funzionali dell’ossiculoplastica con condroprotesi e di identificare fattori prognostici. Abbiamo valutato pazienti affetti da otite media cronica colesteatomatosa la cui catena ossiculare è stata ricostruita mediante condroprotesi. 67 soggetti sono stati sottoposti a ossiculoplastica totale (TORP) o parziale (PORP) tra gennaio 2011 e dicembre 2013. Per la valutazione dei risultati uditivi sono state utilizzate le Linee Guida della “Committee on Hearing and Equilibrium” dell’American Academy of Otolaryngology Head and Neck. L’analisi statistica dei risultati è stata eseguita con test ANOVA e modelli di regressione lineare. Il gap via aerea-via ossea (ABG) migliorava significativamente dopo ossiculoplastica da 39,2 dB HL (DS 9,1 dB HL) a 25,4 dB HL (DS 11 dB HL) (p < 0,001). L’analisi statistica ha dimostrato che l’unico fattore prognostico è stato il tipo di tecnica chirurgica utilizzata. Infatti, i pazienti sottoposti a timpanoplastica chiusa hanno presentato miglior ABG postoperatorio rispetto alla timpanoplastica aperta (p = 0,02). Tutte le altre variabili analizzate non hanno influenzato i risultati uditivi. La cartilagine costale è il nostro materiale scelta per la creazione di protesi ossiculari quando gli ossicini autologhi non sono disponibili. La tecnica chirurgica (timpanoplastica chiusa) si è dimostrata quale unico fattore prognostico positivo.
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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi, and Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Bonavita, Paolo, and Augusto Vigna Taglianti. "Ocydromus subg. Nepha Motschulsky, 1864: revisione tassonomica, filogenesi e biogeografia (Coleoptera Carabidae)." Memorie della Società Entomologica Italiana 89, no. 1 (June 30, 2010): 7. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2010.7.

Full text
Abstract:
La revisione del subg. <em>Nepha</em> Motschulsky, 1864 (Carabidae, Bembidiina, gen. <em>Ocydromus</em> Clairville, 1806), basata sullo studio di un ricco materiale (oltre 7000 esemplari delle collezioni di 29 istituzioni pubbliche e di 37 privati) ha implicato numerosi cambiamenti nomenclatoriali e tassonomici. Dei 64 nomi di taxa presi in considerazione, riferiti a <em>Nepha</em>, 23 sono validi a livello specifico (di essi 2 sono ridenominazioni per omonimia), e 12 a livello sottospecifico (di essi 3 sono ridenominazioni per omonimia), mentre i rimanenti 24 sono semplici sinonimi. Nel presente lavoro vengono inoltre descritte 3 nuove specie e 3 nuove sottospecie. Sulla base di questa revisione, <em>Ocydromus</em> (<em>Nepha</em>) comprende 26 specie, di cui 22 monotipiche e 4 politipiche (una con 8 sottospecie, una con tre e due con quattro sottospecie). Vengono forniti sia il catalogo delle specie che una chiave dicotomica di identificazione. Ai fini della ricostruzione filogenetica sono stati studiati numerosi caratteri morfologici e la loro possibile evoluzione: 31 caratteri sono stati presi in considerazione per l’analisi cladistica, utilizzando il software Paup 4.0. Come sister group è stato inviduato il subg. <em>Testediolum</em> Ganglbauer, 1891, rappresentato esclusivamente da specie europee. Le specie asiatiche ad esso attribuite da altri autori, vengono considerate appartenenti al subg. <em>Peryphidium</em> Tschitschérine, 1895, che qui viene rivalutato. Dal punto di vista dell’analisi cladistica, <em>Nepha</em> non risulterebbe monofiletico, in quanto il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> viene a porsi come sister group sia di Testediolum che delle altre specie di <em>Nepha</em>, che presentano come unica sinapomorfia l’assenza della stria apicale, con conseguente isolamento della setola apicale. La variabilità di questo carattere e l’analisi dei dati di distribuzione di <em>Nepha</em> e di <em>Testediolum</em> ci permette però di includere anche il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> nel sottogenere <em>Nepha</em>. Il gruppo caucasicus è formato dalle specie basali di <em>Nepha</em>, mentre i gruppi <em>callosus</em>, <em>ibericus</em> e <em>tetragrammus</em> risultano essere quelli di origine più recente. L’elaborazione dei modelli di distribuzione di <em>Nepha</em> ci fa ritenere che l’area di origine di questo sottogenere sia rappresentata dal Ponto orientale. Quest’area presenta infatti il maggior numero di specie, con maggiore diversità morfologica ed ecologica, appartenenti sia ai gruppi basali (gr. <em>caucasicus</em>) sia a quelli più specializzati (gr. <em>menetriesii</em> e gr. <em>tetragrammus</em>). È possibile ipotizzare la presenza del progenitore del clado <em>Testediolum</em> + <em>Nepha</em> nell’Egeide (Balcani + Anatolia), tra i 13 ed i 14 Myr, quando l’Egeide non era in contatto con il Caucaso e il suo lembo N-occidentale si prolungava nelle Alpi. La presenza di un maggior numero di taxa nel Ponto orientale, e non nel Caucaso, potrebbe essere un indizio dell’origine e presenza di Nepha nella zolla egeica prima della sua connessione con la catena caucasica, avvenuta soltanto 6-5.5 Myr, nel Miocene superiore. In base alle attuali conoscenze non si può risalire agli eventi causali dell’origine delle specie del gr. caucasicus e di rufimacula e retipennis. I due gruppi composti da <em>Ocydromus menetriesii</em>,<em> O. hauserianus, O. syropalaestinus</em> e <em>O. delia</em>e il primo, ed <em>O. ibericus</em>, <em>O. grisvardi </em>e <em>O. fortunatus </em>il secondo, sarebbero invece il risultato di eventi cladogenetici pleistocenici, verificatisi durante uno o più periodi glaciali, a partire da un comune antenato presente in Anatolia per il primo gruppo e in Europa occidentale per il secondo. I progenitori del gruppo callosus sarebbero stati i primi a colonizzare l’Europa, ed i loro attuali discendenti (<em>O. callosus </em>e <em>O. schmidti</em>) presentano un’ampia distribuzione nell’area mediterranea, comunque fortemente rimodellata dagli eventi pleistocenici. Infine, il gruppo <em>tetragrammus</em> si sarebbe insediato in Europa più recentemente, colonizzandola attraverso due differenti strade; a N del mar Nero con <em>O. genei</em> e lungo le coste del Mediterraneo orientale con <em>O. vseteckai.</em>
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Dissertations / Theses on the topic "Modelli grafici a catena"

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PENNONI, FULVIA. "Metodi statistici multivariati applicati all'analisi del comportamento dei titolari di carta di credito di tipo revolving." Bachelor's thesis, Universita' degli studi di Perugia, 2000. http://hdl.handle.net/10281/50024.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro di tesi illustra un'applicazione dei modelli grafici per il l’analisi del credit scoring comportamentale o behavioural scoring. Quest'ultimo e' definito come: ‘the systems and models that allow lenders to make better decisions in managing existing clients by forcasting their future performance’, secondo Thomas (1999). La classe di modelli grafici presa in considerazione e’ quella dei modelli garfici a catena. Sono dei modelli statistici multivariati che consetono di modellizzare in modo appropriato le relazioni tra le variabili che descrivono il comporatemento dei titoloari della carta. Dato che sono basati su un'espansione log-lineare della funzione di densità delle variabili consentono di rappresentare anche graficamente associazioni orientate, inerenti sottoinsiemi di variabili. Consentono, inoltre, di individuare la struttura che rappresenti in modo più parsimonioso possibile tali relazioni e modellare simultaneamente più di una variabile risposta. Sono utili quando esiste un ordinamento anche parziale tra le variabili che permette di suddividerle in meramente esogene, gruppi d’intermedie tra loro concatenate e di risposta. Nei modelli grafici la struttura d’indipendenza delle variabili viene rappresentata visivamente attraverso un grafo. Nel grafo le variabili sono rappresentate da nodi legati da archi i quali mostrano le dipendenze in probabilità tra le variabili. La mancanza di un arco implica che due nodi sono indipendenti dati gli altri nodi. Tali modelli risultano particolarmente utili per la teoria che li accomuna con i sistemi esperti, per cui una volta selezionato il modello è possibile interrogare il sistema esperto per modellare la distribuzione di probabilità congiunta e marginale delle variabili. Nel primo capitolo vengono presentati i principali modelli statistici adottati nel credit scoring. Il secondo capitolo prende in considerazione le variabili categoriche. Le informazioni sui titolari di carta di credito sono, infatti, compendiate in tabelle di contingenza. Si introducono le nozioni d’indipendenza tra due variabili e di indipendenza condizionata tra più di due variabili. Si elencano alcune misure d’associazione tra variabili, in particolare, si introducono i rapporti di odds che costituiscono la base per la costruzione dei modelli multivariati utilizzati. Nel terzo capitolo vengono illustrati i modelli log-lineari e logistici che appartengono alla famiglia dei modelli lineari generalizzati. Essendo metodi multivariati consentono di studiare l’associazione tra le variabili considerandole simultaneamente. In particolare viene descritta una speciale parametrizzazione log-lineare che permette di tener conto della scala ordinale con cui sono misurate alcune delle variabili categoriche utilizzate. Questa è anche utile per trovare la migliore categorizzazione delle variabili continue. Si richiamano, inoltre, i risultati relativi alla stima di massima verosimiglianza dei parametri dei modelli, accennando anche agli algoritmi numerici iterativi necessari per la risoluzione delle equazioni di verosimiglianza rispetto ai parametri incogniti. Si fa riferimento al test del rapporto di verosimiglianza per valutare la bontà di adattamento del modello ai dati. Il capitolo quarto introduce alla teoria dei grafi, esponendone i concetti principali ed evidenziando alcune proprietà che consentono la rappresentazione visiva del modello mediante il grafo, mettendone in luce i vantaggi interpretativi. In tale capitolo si accenna anche al problema derivante dalla sparsità della tabella di contingenza, quando le dimensioni sono elevate. Vengono pertanto descritti alcuni metodi adottati per far fronte a tale problema ponendo l’accento sulle definizioni di collassabilità. Il quinto capitolo illustra un’applicazione dei metodi descritti su un campione composto da circa sessantamila titolari di carta di credito revolving, rilasciata da una delle maggiori società finanziarie italiane operanti nel settore. Le variabili prese in esame sono quelle descriventi le caratteristiche socioeconomiche del titolare della carta, desumibili dal modulo che il cliente compila alla richiesta di finanziamento e lo stato del conto del cliente in due periodi successivi. Ogni mese, infatti, i clienti vengono classificati dalla società in: ‘attivi’, ‘inattivi’ o ‘dormienti’ a seconda di come si presenta il saldo del conto. Lo scopo del lavoro è stato quello di ricercare indipendenze condizionate tra le variabili in particolare rispetto alle due variabili obbiettivo e definire il profilo di coloro che utilizzano maggiormente la carta. Le conclusioni riguardanti le analisi effettuate al capitolo quinto sono riportate nell’ultima sezione. L’appendice descrive alcuni dei principali programmi relativi ai software statistici utilizzati per le elaborazioni.
In this thesis work the use of graphical models is proposed to the analysis of credit scoring. In particular the applied application is related to the behavioural scoring which is defined by Thomas (1999) as ‘the systems and models that allow lenders to make better decisions in managing existing clients by forecasting their future performance’. The multivariate statistical models, named chain graph models, proposed for the application allow us to model in a proper way the relation between the variables describing the behaviour of the holders of the credit card. The proposed models are named chain graph models. They are based on a log-linear expansion of the density function of the variables. They allow to: depict oriented association between subset of variables; to detect the structure which accounts for a parsimonious description of the relations between variables; to model simultaneously more than one response variable. They are useful in particular when there is a partial ordering between variables such that they can be divided into exogenous, intermediate and responses. In the graphical models the independence structure is represented by a graph. The variables are represented by nodes, joint by edges showing the dependence in probability among variables. The missing edge means that two nodes are independent given the other nodes. Such class of models is very useful for the theory which combines them with the expert systems. In fact, once the model has been selected, it is possible to link it to the expert system to model the joint and marginal probability of the variables. The first chapter introduces the most used statistical models for the credit scoring analysis. The second chapter introduces the categorical variables. The information related to the credit card holder are stored in a contingency table. It illustrates also the notion of independence between two variables and conditional independence among more than two variables. The odds ratio is introduced as a measure of association between two variables. It is the base of the model formulation. The third chapter introduces the log-linear and logistic models belonging to the family of generalized linear models. They are multivariate methods allowing to study the association between variables considering them simultaneously. A log-linear parameterization is described in details. Its advantage is also that it allow us to take into account of the ordinal scale on which the categorical variables are measured. This is also useful to find the better categorization of the continuous variables. The results related to the maximum likelihood estimation of the model parameters are mentioned as well as the numerical iterative algorithm which are used to solve the likelihood equations with respect to the unknown parameters. The score test is illustrated to evaluate the goodness of fit of the model to the data. Chapter 4 introduces some main concepts of the graph theory in connection with their properties which allow us to depict the model through the graph, showing the interpretative advantages. The sparsity of the contingency table is also mentioned, when there are many cells. The collapsibility conditions are considered as well. Finally, Chapter 5 illustrates the application of the proposed methodology on a sample composed by 70000 revolving credit card holders. The data are released by a one of biggest Italian financial society working in this sector. The variables are the socioeconomic characteristics of the credit card holder, taken form the form filled by the customer when asking for the credit. Every months the society refines the classification of the customers in active, inactive or asleep according to the balance. The application of the proposed method was devoted to find the existing conditional independences between variables related to the two responses which are the balance of the account at two subsequent dates and therefore to define the profiles of most frequently users of the revolving credit card. The chapter ends with some conclusive remarks. The appendix of the chapter reports the code of the used statistical softwares.
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NGUYEN, NGOC DUNG. "SELEZIONE DEL MODELLO NEI MODELLI GRAFICI COLORATI PER DATI APPAIATI." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3449043.

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Abstract:
Un modello grafico gaussiano (GGM) è una famiglia di distribuzioni normali multivariate la cui struttura di indipendenza condizionale viene rappresentata mediante un grafo non orientato. I vertici del grafo corrispondono alle variabili ed ogni arco assente dal grafo implica che il corrispondente elemento della matrice di concentrazione, ossia l'inversa della matrice di varianze e covarianze, è uguale a zero; si veda Lauritzen (1996). I modelli grafici colorati, introdotti da Hojsgaard and Lauritzen (2008), sono una famiglia di modelli grafici gaussiani con ulteriori vincoli di simmetria implementati come vincoli di uguaglianza negli elementi della matrice di concentrazione. L'utilizzo dei modelli grafici colorati fu motivato inizialmente dalla necessità di ridurre il numero di parametri nell'apprendimento di grafi con elevato numero di vertici in presenza di una limitata numerosità campionaria. Vi sono però contesti applicativi nei quali i vincoli di simmetria emergono naturalmente come quesiti scientifici di interesse. Un esempio rilevante è dato dall'apprendimento congiunto di network multipli nel caso di dati appaiati e oggetto di questa tesi è l'applicazione di modelli grafici colorati in questo ambito. Sebbene i vincoli di simmetria implichino naturalmente una riduzione della dimensionalità del modello, il problema dell'apprendimento del modello dai dati è estremamente complesso dato che la dimensione dello spazio di ricerca è molto maggiore rispetto a quella dei tradizionali modelli grafici non colorati. La costruzione di procedure di ricerca che siano efficienti è fondamentale comprendere la struttura dello spazio di ricerca. In questo lavoro noi consideriamo i modelli grafici colorati per dati appaiati (PDCGM) e mostriamo che se si utilizza il tradizionale ordinamento basato sulla relazione di sottomodello (ordinamento model-inclusion), questa famiglia forma un reticolo non-distributivo. Introduciamo quindi una nuova relazione d'ordine, che chiamiamo ordinamento twin. Mostriamo quindi che la famiglia di PDCGM forma un reticolo distributivo rispetto all'ordinamento twin e quindi utilizziamo questa struttura per introdurre una procedura di apprendimento di tipo stepwise. Gabriel (1969) ha introdotto il seguente principio detto principio di coerenza ``in una procedura in cui vengono verificate ipotesi multiple, una qualunque ipotesi non dovrebbe essere accettata quando, al contempo, un'ipotesi implicata da questa viene rifiutata''. Si noti che, per brevità, in questa formulazione utilizziamo il termine ``accettata'' invece del termine più rigoroso ``non-rifiutata''. Si consideri un test di livello $\alpha$ che può essere applicato al confronto di modelli in una procedura di apprendimento. In questo contesto, il principio di coerenza viene solitamente applicato richiedendo che non si deve accettare un qualunque modello quando un modello più generale è rifiutato; si veda, ad esempio, Edwards e Havranek (1987). Quindi, nell'implementazione di una procedura stepwise backward elimination coerente se un modello è rifiutato allora tutti i suoi sottomodelli sono automaticamente rifiutati. Tuttavia, noi mostriamo che per la famiglia di modelli grafici colorati per dati appaiati l'applicazione del principio di coerenza richiede ragionamenti più sofisticati e che l'applicazione automatica di questo principio sulla base del reticolo model inclusion porta ad effettuare dei passi che violano il principio di coerenza. Invece, il reticolo basato sulla relazione twin permette di identificare tali passi non coerenti e sostituirli con dei passi che rispettano il principio di coerenza. Questa variazione conferisce inoltre efficienza alla procedura. La procedura è implementata nel linguaggio R, le sue proprietà sono illustrate mediante una serie di applicazioni a dati simulati ed, infine, utilizzata per l'identificazione di un brain network sulla base di dati fMRI.
Gaussian graphical models (GGM) are a family of multivariate normal distributions whose conditional independence structure is represented by an undirected graph, where the vertices represent variables and every missing edge implies that the corresponding entry of the concentration matrix, which is the inverse of the covariance matrix, equals zero; see Lauritzen (1996). Hojsgaard and Lauritzen (2008) introduced colored GGMs which are GGMs with additional symmetry restrictions on the concentration matrix in the form of equality constraints on the parameters, which are depicted on the dependence graph by colorings of edges and vertices. The application of colored GGMs was motivated by the need of reducing the number of parameters when estimating covariance matrices of large dimensions with relatively few observations. On the other hand, there exist applied contexts where symmetry restrictions naturally follow from substantive research hypotheses of interest. A relevant instance is provided by the problem of joint learning of multiple graphical models, where observations come from two or more groups sharing the same variables. The association structure of each group is represented by a network and it is expected that there are similarities between groups. In paired data, the two groups are not independent because two sets of homologous variables are observed on every statistical unit. In this thesis, we focus on the application of colored GGMs to the joint learning of graphical models for paired data that, in the following, we call colored graphical models for paired data (PDCGMs). Although the symmetric restrictions implied by a colored GGM may usefully reduce the model dimensionality, the problem of model identification is much more challenging than in GGMs because both the dimensionality and complexity of the search spaces highly increase. For the construction of efficient model selection methods, it is imperative to understand the structure of model classes. In this work, we consider PDCGMs and show that this class of models forms a non-distributive lattice under the model inclusion order $\preceq_{\mathcal{C}}$. We then introduce a novel partial order $\preceq_{\tau}$ for this class of models and call it the twin order. Such order coincides with the model inclusion if two models are $\preceq_{\mathcal{C}}$ comparable but that also includes a relationship between certain models which are $\preceq_{\mathcal{C}}$ incomparable. We show that the class of PDCGMs forms a distributive lattice under the twin order and then we use this lattice to implement a coherent backward elimination stepwise procedure. Gabriel (1969) introduced the principle of coherence ``in any procedure involving multiple comparisons no hypothesis should be accepted if any hypothesis implied by it is rejected". We remark that we say ``accepted" instead of ``non-rejected". Consider a goodness-of-fit test for testing models at a level $\alpha$ so that for every model we can determine whether the model is rejected or accepted. In this context, the coherence is typically implemented by requiring that we should not accept a model while rejecting a more general model; see Edwards and Havranek (1987). Hence, under this formulation of the coherence, in a greedy search if a model is rejected then all its submodels are considered rejected without further testing. However, we show that the lattice of PDCGMs under model inclusion does not provide a proper implementation of the coherence principle. On the other hand, the coherence can be properly implemented on the distributive lattice under the twin order. We, therefore, introduce a backward elimination stepwise procedure with local moves on our distributive lattice which satisfies the coherence principle. This procedure is implemented in the programming language R and its behavior is investigated on the simulated data. Finally, this procedure is applied to the identification of the brain network from fMRI data.
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Protti, Valentina. "Modelli predittivi per l’analisi e la gestione della “catena del freddo”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il lavoro di tesi si concentra sullo studio e la realizzazione di possibili modelli predittivi che abbiano come fine ultimo il miglioramento dell'efficienza in un settore particolarmente delicato come quello della cold chain ("catena del freddo"). Il progetto è stato sviluppato nell'ambito di un tirocinio presso Wenda Srl, startup del bolognese che si occupa di visibilità, tracciabilità e sicurezza nel settore food-tech in collaborazione con partner italiani e mondiali, player dei diversi passaggi della catena distributiva di cibo e bevande. Il lavoro presentato è stato sviluppato secondo il modello CRISP-DM, tipico dei progetti di Data Science, che prevede le seguenti sei fasi, opportunamente approfondite: Business Understanding, Data Understanding, Data Preparation, Modeling, Evaluation, Deployment. I modelli predittivi realizzati rappresentano, a questo stadio, dei casi di studio a livello esplorativo rispetto al potenziale dei dati collezionati. Benché non si sia affrontata la fase di deployment degli stessi, per ragioni che saranno illustrate all'interno dell'elaborato, i modelli sono predisposti per una successiva implementazione come prodotti accessori offerti da Wenda ai propri clienti. Infine, è presente una disamina sulle eventuali evoluzioni e gli spunti inesplorati che l'elaborazione dei dati ha messo in evidenza, potenziali sviluppi interessanti da perseguire sia in collegamento con i modelli prodotti che nell'ambito di progetti separati.
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Liparesi, Andrea. "Sviluppo di modelli multiregressivi per la stima della percentuale annuale di giorni a deflusso nullo in corsi d’acqua a regime intermittente." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’obiettivo della Tesi è la costruzione di modelli multiregressivi che, attraverso le caratteristiche geomorfoclimatiche del bacino considerato, possano stimare i giorni a deflusso nullo per corsi a regime idrometrico intermittente in assenza di osservazioni idrometriche. Il lavoro è stato svolto in diverse fasi: una prima analisi degli studi precedenti per trarre informazioni utili alla costruzione dei modelli multiregressivi e la seconda di costruzione dei modelli stessi attraverso una regressione logistica implementata in ambiente R. L’area di studio è il Lower Colorado (USA). La costruzione dei modelli si è servita di due metodologie di verifica: un metodo grafico dove si sono comparati con grafici a dispersione i valori sperimentali della percentuale di giorni a deflusso pari a zero (PDN), e i valori di PDN stimati dal modello, cioè quelli ricavato utilizzando la regressione regionale logistica considerando le caratteristiche geormofoclimatiche; una serie di indici numerici di prestazione che sintetizzano gli scarti tra i valoro sperimentali e quelli stimati di PDN (ad es. NSE, cioè l’indice di Efficienza di Nash-Sutcliffe; SSR, cioè lo scarto quadratico medio). Analizzare i modelli identificati si può concludere che: 1) I migliori descrittori dei regimi idrometrici intermittenti sono la Temperatura, l’Area di deflusso del bacino e la Pendenza del bacino; 2) i valori di NSE e SSR ottenuti per i modelli caratterizzati dalle migliori prestazioni non sono pienamente soddisfacenti per poter utilizzare tali modelli nella pratica progettuale allo scopo predittivo in bacini non dotati di dati idrometrici, ma possono fornire una indicazione preliminare per condurre successivi approfondimenti.
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Bonantini, Andrea. "Analisi di dati e sviluppo di modelli predittivi per sistemi di saldatura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24664/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo quello di predire la lunghezza dell'arco elettrico che si forma nel processo di saldatura MIG/MAG, quando un elettrodo fusibile (filo) si porta a una distanza opportuna dal componente che deve essere saldato. In questo caso specifico, la lega di materiale che forma il filo è fatta di Alluminio-Magnesio. In particolare, in questo elaborato sarà presentato l'impatto che avranno alcune grandezze fisiche, come tensione, corrente e velocità di trascinamento del filo che viene fuso, durante il procedimento della saldatura, e come queste influenzeranno la dimensione dell'arco. Più precisamente, sono stati creati dei modelli previsionali capaci di prevedere la lunghezza d'arco sulla base di tali grandezze, secondo due criteri distinti: black-box e knowledge-driven. Nello specifico, il capitolo uno prevede una panoramica sullo stato dell'arte della saldatura MIG/MAG, introducendo concretamente il Gruppo Cebora, le modalità di acquisizione dei dati e il modello fisico con cui al momento si calcola la lunghezza dell'arco elettrico. Il secondo capitolo mostra l'analisi dei dati e spiega le decisioni sperimentali che sono state prese per gestirli e comprenderli al meglio; inoltre, in questo capitolo si capirà l'accuratezza del modello di Cebora, confrontando le sue predizioni con i dati reali. Il terzo capitolo è più operativo e vengono presentate le prime rete neurali costruite, che possiedono un approccio black-box ed alcune manipolazioni sulla corrente. Il quarto capitolo sposta l'attenzione sul ruolo della tensione, e sono realizzate nuove reti con un approccio differente, ovvero knowledge-driven. Il quinto capitolo trae le conclusioni di questo elaborato, esaminando gli aspetti positivi e negativi dei migliori modelli ottenuti.
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Books on the topic "Modelli grafici a catena"

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Salvatore, Barba, ed. Modelli grafici dell'architettura e del territorio. [Salerno, Italy]: CUES, 2013.

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Epigrafia a Roma nel primo Medioevo (secoli IV-X): Modelli grafici e tipologie d'uso. Roma: Jouvence, 2008.

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Boethiana aetas: Modelli grafici e fortuna manoscritta della "Consolatio philosophiae" tra IX e XII secolo. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1987.

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Book chapters on the topic "Modelli grafici a catena"

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"Modelli grafici tra Demetrio Scarano e Ambrogio Traversari." In Griechisch-byzantinische Handschriftenforschung, 249–64. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110366358-016.

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