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Journal articles on the topic 'Modelli gerarchici'

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Schnotz, Wolfgang, Mark Ullrich, Ulrike Hochpochler, Holger Horz, Nele McElvany, Sascha Schroeder, and Jürgen Baumert. "What makes text-picture-integration difficult? A structural and procedural analysis of textbook requirements." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 103–35. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001006.

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Abstract:
La lettura finalizzata all'apprendimento richiede di integrare in strutture di conoscenza coerenti informazioni provenienti dal testo e dalle figure. Per studiare come si sviluppano le competenze di integrazione testo-figura negli studenti, è stato selezionato dai testi scolatici un campione rappresentativo di compiti di integrazione e questo è stato usato per la costruzione di item, che sono stati mostrati a 1060 studenti tedeschi di 4 livelli scolastici differenti (dalla 5^ alla 8^ classe). Sulla base della item-response-theory, 240 item che richiedono un'integrazione a differenti livelli gerarchici sono stati selezionati secondo un modello logistico a 1 parametro. L'analisi cognitiva degli item suggerisce che l'integrazione testo-figura richiede combinazioni flessibili di un insieme limitato di procedure cognitive che operano su modelli mentali specifici per compito. Le difficoltà degli item di integrazione testo-figura nei termini del modello di Rasch possono essere predette sulla base dell'analisi del compito cognitivo includendo le caratteristiche strutturali delle unità di testo e le richieste procedurali degli item.
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2

Salvatori, Sara, and Teresa Terrón Caro. "L’approccio intersezionale e quello transnazioanle nello studio dei flussi migratori: elementi per una proposta analitica." Collectivus, Revista de Ciencias Sociales 6, no. 1 (March 12, 2019): 35–46. http://dx.doi.org/10.15648/coll.1.2019.3.

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Abstract:
In una società in cui i flussi migratori stanno acquisendo sempre maggiore complessità, consideriamo l’approccio intersezionale e l’analisi transnazionale i modelli teorici maggiormente adatti a svolgere uno studio approfondito di tali fenomeni. Malgrado ciò, la loro struttura richiede una revisione critica affinché, da una parte, si realizzi la piena applicabilità di questi sistemi alla ampia varietà dei contesti culturali dei quali sono portatori i migranti, e dall’altra si crei un sistema analitico integrato per articolare lo studio dei sistemi gerarchici che regolano l’accesso dei migranti nelle società d’arrivo, allo spazio transnazionale nel quale si muovono.
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3

Ferla, Alcindo Antônio, Maria Augusta Nicoli, Mirian Ribeiro Conceição, Vanessa Vivoli, Brigida Lilia Marta, Francesco Sintoni, Gabriel Calazans Baptista, Ardigò Martino, and Ricardo Burg Ceccim. "Un laboratorio come il rizoma: conoscenza della salute e del fare in connessioni italo-brasiliane." Saúde em Redes 5, no. 1Suplem (July 15, 2020): 12–22. http://dx.doi.org/10.18310/2446-4813.2019v5n1suplemp12-22.

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Abstract:
La cooperazione internazionale è spesso presentata come un'area di conoscenza in cui alcuni approcci metodologici misurano i flussi e le relazioni di potere per classificarli in tipologie che li descrivono e generano modelli di analisi. Diventa così parte di un'istituzionalità dove la conoscenza e le pratiche delle relazioni internazionali sono predominanti e ad esse subordinate. Si lasciano attraversare da interessi che fissano i confini dei paesi e assegnano valori gerarchici ai cittadini, secondo il loro inserimento nei sistemi produttivi di ogni paese e nella gerarchia dei paesi. In questa pubblicazione e nell'esperienza che ne deriva, questo approccio non è efficace. Al centro della riflessione non vi è assolutamente la divergenza con le conoscenze accumulate nel campo delle relazioni internazionali. Il focus è piuttosto di tipo metodologico. Invece di flussi geografici ed emisferici (nord-sud, sud-sud), abbiamo qui flussi mossi dalla solidarietà, dal lavoro collaborativo e da un concetto di globalità dove le persone (il popolo, ci ha detto Paulo Freire) sono centraliii. I flussi di cooperazione, in questa modalità di esperienze, hanno molteplici direzioni e si muovono continuamente. Non c'è uno schema di direzione fisso. Quando parliamo di questo lavoro e della collaborazione stessa, parliamo del Laboratorio italo-brasiliano di formazione, ricerca e pratiche in materia di salute collettiva. Il nome inizia con "laboratorio" per evidenziare il modo di produrre, che è alchemico, mescolando i componenti di qui, di là e “tra”. I nostri incontri devono essere inventati ogni anno, in quanto ciò che è stato fatto l'anno precedente non risponde più nello stesso modo e si perseguono altre modalità. Così, incorporiamo l’altro in noi.
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Elisabetta Mughini. "Il Movimento di Avanguardie Educative: un modello per la governance dell’innovazione della scuola." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 24–36. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.36.

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Abstract:
Nel presentare l’impianto teorico alla base del Movimento di Avanguardie educative, il progetto di ricerca avviato da Indire insieme a 22 Scuole italiane fondatrici, si ripercorrono le principali fasi di strutturazione ed evoluzione del sistema di governance della Rete, evidenziandone i punti di forza e quelli di debolezza nel percorso di messa a sistema dell’innovazione educativa tra gli aderenti. Il sistema a rete non gerarchico e flessibile adottato dal Movimento consente agli attori di acquisire conoscenze ed esperienze condivise aumentando la loro capacità d’implementazione di soluzioni innovative per la trasformazione del modello trasmissivo di scuola.
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Osti, Giorgio. "Abitare in periferia: alla ricerca di un modello." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 15–34. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097003.

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Abstract:
Nel paper si cerca di verificare se e come sia possibile parlare ancora di periferia in contesti abitativi segnati da diffusivitŕ dei manufatti e alta mobilitŕ delle persone. A lungo abbiamo utilizzato uno schema duale "centro-periferia" che sembrava riassumere bene tratti distinti e contrapposti della qualitŕ della vita. Quello schema non č piů sufficiente. Non per questo si debbono adottare schemi completamente basati su visioni soggettive della periferia. Vi sono ancora criteri generali con cui individuare gerarchie spaziali con particolare attenzione all'abitare. Nel testo vengono individuati quattro criteri: la morfologia spaziale, le istituzioni, la motilitŕ e le aggregazioni sociali. Questi variamente combinati identificano spazi nuovi, ancora in buona misura da denominare e studiare.
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Rosciglione, Claudia. "La flessibilità dell’organizzazione biologica. Strutture e funzioni alla luce di un modello gerarchico e pluralista dell’omologia." Rivista di estetica, no. 62 (September 1, 2016): 56–68. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1185.

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Cervia, Silvia. "Governare la salute. Una riflessione sul modello di network toscano." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 101–20. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004007.

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Abstract:
Le trasformazioni dell'epoca post-moderna hanno inciso tanto profondamente sui sistemi sanitari da metterne in discussione il meccanismo stesso di legittimazione. Guardare alla salute come al risultato di un complesso sistema di variabili biologiche, fisiologiche, economiche, culturali e sociali implica infatti un ripensamento del tradizionale assetto di, fondato sulle gerarchie burocratiche e sui saperi esperti. Emergono cosě nuove forme di regolazionein grado di agire sulle diverse variabili intervenienti attraverso percorsi e processi di cooperazione tra i diversi attori pubblici e privati (). A partire dai diversi assetti di potere che un sistema a rete puň descrivere, l'articolo esplora i cambiamenti intervenuti sull'assetto dei poteri regolativi in ambito sanitario per individuare i principi ispiratori del modello didefinito dalla Regione Toscana attraverso le "Societŕ della Salute".
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Rinaldi, Cirus. "Maschilità "sacrificate", maschilità "esibite" e maschilità "revansciste" nel sex work di strada." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (February 2022): 100–113. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-003006.

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Abstract:
Il presente articolo, approfondendo dei dati etnografici sul sex work maschile di strada raccolti dall'autore tra il 2011 e il 2018, intende evidenziare i significati attribuiti allo scambio sessuo-economico e delineare le relazioni gerarchiche che si definiscono per via della costruzione egemonica di genere e sessuale ma anche, inevitabilmente, per la corresponsione di una paga a seguito di una prestazione con l'obiettivo di identificare le modalità attraverso le quali si costruiscono modelli di maschilità situazionali e negoziate. L'analisi prova che la reputazione maschile deve essere costantemente preservata e dal momento che determina una sorta di rendita da posizionamento, essa è costantemente monitorata e «valorizzata» sia dal sex worker che dai «clienti», in quanto sotto minaccia perenne in contesti in cui in cui appaiono identità "inquinanti" gay.
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Zanfrini, Laura. "E' tempo di un nuovo paradigma: un modello di sostenibilità economico-sociale per il governo delle migrazioni." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 25, no. 49 (April 2017): 59–77. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004904.

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Abstract:
Riassunto Nell'esperienza europea, le migrazioni economiche sono state tradizionalmente regolate in base a un principio di complementarietà tra manodopera autoctona e immigrata. Funzionale ad assecondare i fabbisogni contingenti del mercato del lavoro, questo approccio ha però provocato la "naturale" concentrazione dei lavoratori stranieri nei gradini più bassi della gerarchia professionale e, nel tempo, una condizione di svantaggio strutturale per gli immigrati e i loro discendenti. Oltre che confliggere con i principi antidiscriminatori sui quali si fondano le civiltà europee, questi fenomeni rappresentano, nell'attuale scenario demografico, una posta in gioco decisiva per la competitività dell'economia e la sostenibilità del modello sociale europeo.
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Ungaro, Lucrezia. "Traiano e la costruzione della sua immagine nel Foro." Veleia, no. 35 (July 12, 2018): 151. http://dx.doi.org/10.1387/veleia.19668.

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Abstract:
Riassunto: La scoperta di un nuovo ritratto colossale di Traiano avvenuta durante la preparazione della mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, produce una rinnovata lettura del complesso programma figurativo voluto dall’imperatore nel suo Foro. Nel quadro della sua azione politica, militare e sociale, il Foro è infatti la massima rappresentazione della sua virtus imperatoria e della maiestas populi romani. In particolare, vengono riconsiderati i ritratti del Traianus Pater e della cosiddetta Agrippina/Marcia, alla luce di una possibile galleria dedicata alla famiglia genetica di Traiano e ai suoi modelli, come Giulio Cesare. Pari attenzione si dedica alla distribuzione delle sculture e dei rilievi noti negli spazi forensi, al loro rapporto gerarchico nello spazio sovradimensionato della piazza. Da ultimo, viene ripresa la proposta di riconoscere nell’aula trisegmentata la porticus porphiretica, riesaminando in via preliminare le sculture note in porfido attribuibili al Foro, e alcuni frammenti conservati nei depositi del Museo dei Fori Imperiali che acquisiscono così nuovo interesse.Parole chiave: nuovo ritratto colossale di Traiano, Agrippina/Marcia, Traianus Pater, programma figurativo del Foro, virtus imperatoria, la famiglia imperiale.
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Ciasullo, Maria Vincenza, Raffaella Montera, and Alex Douglas. "Sostenibilità ambientale e indipendenza del Consiglio di Amministrazione: Quali effetti sull'innovazione ambidestra?" CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10134.

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Abstract:
Lo studio si ripropone di esaminare la relazione tra i concetti di sostenibilità ambientale (SA) e innovazione ambidestra (IA), analizzando contestualmente il ruolo che l'indipendenza del Consiglio di Amministrazione (ICdA) svolge nel moderare la relazione stessa. A tal fine, un modello di ricerca viene sviluppato alla luce della teoria dell'impresa basata sulle risorse naturali e della teoria dell'agenzia. Un'inchiesta campionaria viene condotta su 111 imprese italiane quotate alla Borsa di Milano. Una regressione gerarchica moderata ha rivelato che la SA influenza positivamente l'innovazione sfruttativa ed esplorativa. Inoltre, l'ICdA rafforza l'effetto esercitato dalla SA sulla IA. Tali risultati contribuiscono alla letteratura sull'IA sia perché identificano la SA quale chiave strategica per risolvere le tensioni tra sfruttamento ed esplorazione nelle innovazioni delle imprese sia perché suggeriscono che la crescente presenza di direttori indipendenti nel CdA favorisce il perseguimento congiunto delle due opposte attività.
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Perini, Edoardo. "La consulenza nel contesto scolastico: una proposta di intervento sistemico con l'uso del sociogramma." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126003.

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Abstract:
L'autore propone un modello di intervento nell'ambito della psicologia scolastica, che si ispira all'approccio sistemico-relazionale. Attraverso l'esemplifi cazione di casi clinici, viene sottolineata l'importanza di lavorare a scuola in un'ottica preventiva. Tenendo conto delle gerarchie presenti nella scuola in cui si trova ad operare ed evitando di contrastarle, lo psicologo scolastico può utilizzare lo strumento della convocazione in un modo nuovo per la tradizione sistemico-relazionale, estendendo l'invito agli incontri a docenti e dirigente. L'autore sottolinea altresì l'importanza di utilizzare il sociogramma, un'ecomappa che integra i classici strumenti sistemici e permette di comprendere le interazioni orizzontali tra i compagni di classe, offrendo una visione "globale" sulle preferenze soggettive di ciascun alunno. Lo psicologo scolastico ha così la possibilità di individuare vincoli e risorse nel gruppo dei pari ed effettuare una diagnosi della situazione di un alunno raffrontando la storia vissuta a scuola con le narrazioni che gli vengono riferite nel corso della consultazione.
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Martini, Angela, and Roberto Ricci. "Un esperimento di misurazione del valore aggiunto delle scuole sulla base dei dati PISA 2006 del Veneto." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (November 2010): 80–107. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-003004.

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Abstract:
Il principale obiettivo di questo lavoro č di misurare il valore aggiunto della scuola utilizzando i dati del campione PISA 2006 del Veneto. Le graduatorie di 45 istituti superiori basate sui punteggi grezzi sulla scala di scienze e su indicatori di valore aggiunto sono state poste a confronto per valutare in che misura esse differiscano e per identificare le scuole che si collocano significativamente al di sopra o al di sotto della media in base all'uno e all'altro criterio. Per realizzare l'obiettivo della ricerca si č fatto ricorso a un modello di regressione lineare gerarchica a due livelli. Le variabili considerate per giungere a una stima del valore aggiunto sono le caratteristiche di sfondo degli studenti e il loro livello cognitivo iniziale, valutato sintetizzando in un unico indicatore i voti conseguiti dagli alunni al termine del primo quadrimestre del primo anno di scuola secondaria superiore e il giudizio finale ottenuto all'esame di licenza media. Il confronto tra i punteggi grezzi delle scuole e i punteggi di valore aggiunto mostra l'esistenza di una notevole differenza tra di essi e che i migliori risultati in termini di valore aggiunto sono nel Veneto ottenuti non dai licei ma dagli istituti tecnici. Questo lavoro indica che una valutazione dei risultati delle scuole che si limiti ai soli risultati grezzi porta a conclusioni fuorvianti. L'articolo mostra che il livello cognitivo iniziale degli studenti che frequentano una scuola č particolarmente importante e che di esso si deve tener conto nel valutare i risultati degli istituti.
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Antonini, Erica. "Percorsi di riforma nella Pubblica Amministrazione: un'analisi comparata." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003010.

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Abstract:
A partire dagli anni '80 del XX secolo le burocrazie delle democrazie occidentali sono state oggetto di profondi mutamenti, con la sostituzione, in primo luogo, dei principi della gerarchia e dell'accentramento con quelli della delega e del trasferimento di competenze, anche se in misura variabile nei diversi contesti. Tra le innovazioni piů rilevanti figurano: l'istituzione delle agenzie esecutive, come unitŕ funzionalmente autonome e separate rispetto ai Ministeri, che ha permesso di ridisegnare gli organismi ministeriali secondo criteri di tipo reticolare; il considerevole incremento dell'autonomia organizzativa e finanziaria dei dirigenti; l'estensione, in materia di gestione del personale, dei margini di applicazione della contrattazione collettiva e l'introduzione di numerose deroghe al principio della stabilitŕ del posto di lavoro; il potenziamento degli strumenti per il controllo dell'efficacia e dell'economicitŕ della prestazione amministrativa, per la valutazione dei risultati e per il miglioramento della qualitŕ dei servizi erogati. Dall'analisi di queste ed altre innovazioni emerge il tentativo di ridurre le distanze fra settore pubblico e settore privato, sulla base della convinzione secondo cui da quest'ultimo si possano trarre insegnamenti validi per incrementare l'efficienza del primo. In ogni caso, seppur in presenza di obiettivi e finalitŕ convergenti, il processo di modernizzazione č stato declinato nei vari paesi in forme differenziate, che dipendono in larga misura dai contesti politico-istituzionali nazionali e dalle caratteristiche organizzative consolidatesi nel corso del tempo. In queste note verranno messe a confronto le esperienze di riforma di quattro paesi dell'Europa Occidentale (Francia, Spagna, Germania e Regno Unito) e degli Stati Uniti, avviatesi a partire dalla prima metŕ degli anni '80. Per ciascuno dei paesi considerati si analizzeranno modelli di organizzazione, politiche del personale, processi di riforma, avviati e tuttora in corso. Alcune osservazioni conclusive tenteranno di evidenziare linee di continuitŕ e di differenziazione tra le diverse esperienze.
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Colombetti, Elena. "Tecnologia, medicina e società: un gioco di alleanze e di tensioni." Medicina e Morale 50, no. 3 (June 30, 2001): 491–508. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.727.

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Abstract:
All’interno dell’orizzonte delineato dal rapido progresso medico accompagnato dalla massiccia presenza della tecnologia nasce la necessità di ripensare la collocazione della medicina in relazione al più ampio contesto della società in cui essa è inserita. Esistono tensioni tra il bisogno di una copertura universale della medicina di base e il crescente costo delle prestazioni, tra i risultati teoricamente raggiungibili e la limitazione delle risorse, tra l’aspettativa individuale e l’impossibilità di sconfiggere definitivamente ogni malattia. Callahan, uno dei padri della bioetica nordamericana, pone l’accento sulla necessità di promuovere una medicina socialmente ed economicamente sostenibile e per far questo indica come categoria principale il concetto di limite. Si tratta di ripensare le priorità della società nel suo complesso, tenendo presente che in un contesto di risorse limitate la maggior spesa nel settore medico va comunque a scapito degli investimenti in un altro, e che il divario tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione (rinvenibile sia all’interno dei singoli Paesi che tra nord e sud del mondo) richiedono una concreta attenzione che si traduce anche in una maggior sforzo per ampliare la copertura di base più che ad ulteriori sforzi nella linea di costosi interventi specialistici per patologie acute. La proposta è quella di elaborare un diverso modello di progresso medico che valuti i passi non esclusivamente in termini di benefici individuali, ma anche di effetti sulla salute della popolazione, che riconosca in questo campo l’importanza delle condizioni sociali, economiche e culturali, che sappia anche accontentarsi dei livelli raggiunti nello sforzo di migliorare la salute di persone che hanno già la più alta aspettativa di vita mai raggiunta nella storia. Tutto questo deve poi fare i conti con una duplice dimensione: da una parte non può dimenticare l’intreccio esistente con le strategie e la logica di mercato che si presenta come il naturale alleato del progresso tecnologico e della sempre più esigente domanda di prestazioni, ma che non può essere assunto come unica guida delle scelte di ambito pubblico, dall’altra deve tener presente che la visione liberale o comunitaria da cui si parte per la pianificazione dell’organizzazione sociale e politica porta ad esiti molto diversi. In ultima analisi l’accettazione della finitezza, che la proposta di Callahan richiede, porta a strutturare una gerarchia di valori, ma questo comporta a sua volta una solida fondazione ontologica capace di sollevarsi al di sopra di una visione biologico-meccanicistica del problema in oggetto.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Huss, Bernhard. "Das Problem der Schönheit in Dantes Commedia." Deutsches Dante-Jahrbuch 87-88, no. 1 (January 11, 2014). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2013-0005.

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Abstract:
RiassuntoIl presente contributo discute il concetto di ›bellezza‹ dantesco nei termini di una problematica del rapporto che intercorre tra ›cielo‹ e ›terra‹ nella Commedia. Dante concepisce la bellezza sullo sfondo di due discorsi contrastanti, uno platonico-emanatistico e l’altro biblico-escatologico. Il primo modello è strutturato secondo una gerarchia verticale, mentre il secondo rappresenta un modello storico che si basa sulla narrazione lineare del peccato originale, della redenzione e della promessa di salvazione. Entrambi determinano differenti classificazioni e concezioni della ›bellezza‹. Tramite una lettura di vari passi della Commedia, e in particolare del VII. canto del Paradiso, verrà analizzato il rapporto intricato dei due modelli, rapporto che è passato più volte inosservato solamente grazie all’intenso lavoro poetico-testuale di Dante
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Scano, Gian Paolo. "Vincolo e significato." Ricerca Psicoanalitica 33, s1 (December 30, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2022.672.

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Abstract:
Al venir meno del modello economico-dinamico la psicoanalisi non ha saputo rispondere con una profonda riformulazione della teoria generale e ha preferito promuovere a teoria le generalizzazioni psico-evolutive, psicodinamiche e cliniche, rinunciando a una teoria processuale che, giustificando la pratica clinica e il metodo, ne promuovesse la ricerca e lo sviluppo. In controtendenza e in vista di una tale necessaria teoria generale, l’Autore introduce il concetto di vincolo a indicare un nesso fisso, stabile e persistente nel tempo tra un elemento somatico-valoriale e un elemento simbolico-rappresentazionale che, in forza della marcatura emozionale, limita, indirizza o prescrive le azioni possibili del soggetto. Caratteristica cruciale del vincolo è la sua continua attività attrattiva, che tende a modellare secondo lo schema fissato e marcato, gli elementi del flusso del vissuto, che in modo logico, analogico o metaforico si lasciano ricondurre allo schema. La marcatura emozionale attiva un’anticipazione dell’emozione e avvia la risposta di avvicinamento, allontanamento o cautela in qualunque ambito motivazionale, ponendosi come il meccanismo elementare di formazione delle motivazioni e, dunque, delle intenzioni. Il concetto di vincolo consente anche di fare chiarezza nella problematica del significato, indicando nel significato vincolato all’emozione, l’unico ‘significato’ che possa essere considerato causativo dal punto di vista degli effettivi processi. La congettura sottostante la definizione del concetto di vincolo è che ciò che la psicoanalisi ha sempre inteso come l’‘inconscio’ debba e possa essere tradotto nell’azione continua, sistematica e generalizzata della rete gerarchica dei vincoli. Tale rete guida silenziosamente il comportamento non attraverso insondabili intenzionalità mentalistiche, ma con il semplice esercizio di regole (relativamente o radicalmente) vincolanti, che costruiscono significati, intenzioni e moventi, secondo una grammatica e una sintassi, che istruiscono significati e contesti sulla spinta dei nessi marcati piuttosto che tramite l’intervento causativo di un contenuto mentale o la proiezione di un’immagine riesumata da un lontano, non verificabile passato.
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Palermo, Massimo. "TESTUALITÀ DIGITALE E MULTIMODALE: OSSERVAZIONI SULLA STRUTTURA DEI REEL." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19628.

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Abstract:
Il contributo è dedicato all’analisi della struttura testuale dei reel, video brevi realizzati dagli utenti e diffusi sulla piattaforma TikTok. La metodologia utilizzata cerca di far dialogare le categorie concettuali della linguistica del testo con gli studi sulla multimodalità sviluppatisi nell’ambito della socio-semiotica. Anche se i reel condividono alcune caratteristiche generali degli ipertesti, emergono delle specificità. Per esempio, i reel sono caratterizzati da una disposizione dei contenuti più simile a quella della pagina che al modello a scorrimento continuo degli ipertesti concepiti per gli schermi dei computer. Una disposizione dei contenuti sulla pagina altamente codificata garantisce che le diverse risorse semiotiche utilizzate acquistino significati aggiuntivi di tipo posizionale. Appare rilevante inoltre la ridefinizione delle gerarchie tra componente grafica, acustica e visuale. Gesti, espressioni, posture non si limitano a svolgere una funzione integrativa della comunicazione verbale ma si affiancano ad essa, imponendosi come livello di significazione primaria. La convivenza tra parola detta e parola scritta determina una nuova centralità della scrittura. Tuttavia la parola scritta non raggiunge quasi mai la dimensione frasale. Si tratta piuttosto di brandelli di testo, key-words perfettamente inserite nel modello della scrittura digitale concepita come database, come tali esonerate dai vincoli di coesione della testualità tradizionale. Digital and multimodal textuality: observations on reel structure The aim of this paper is to analyze the textual structure of reels, short videos disseminated on the TikTok platform. The methodology used attempts to bring into dialogue the conceptual categories of text linguistics with the studies on multimodality developed in the field of socio-semiotics. Although reels share the general characteristics of hypertexts, some specificities emerge. For example, reels are characterized by a content arrangement more similar to that of the page than to the continuous scrolling pattern of “traditional” hypertexts designed for computer screens. A highly coded arrangement of contents on the page ensures that the various semiotic resources used acquire additional positional meanings. Also relevant appears to be the redefinition of hierarchies between graphic, acoustic and visual components. Gestures, expressions, and postures do not merely perform an integrative function to verbal communication but stand alongside it, imposing themselves as the primary level of signification. The coexistence of spoken and written word determines a new centrality of writing. However, the written word almost never reaches the phrasal dimension. Rather, it consists of scraps of text, key-words that fit perfectly into the model of digital writing conceived as a database, and as such exempt from the cohesive constraints of traditional textuality.
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