Journal articles on the topic 'Modelli di genere'

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Petrillo, Giovanna. "Modelli di successo e deferenze di genere." Revista de Psicología Social 8, no. 2 (January 1993): 217–33. http://dx.doi.org/10.1080/02134748.1993.10821681.

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2

Chaves Dias, Elizangela. "MODELLI DI OSPITALITÀ E THEOXENIA NELLA BIBBIA." Perspectiva Teológica 51, no. 2 (August 31, 2019): 207. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v51n2p207/2019.

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Abstract:
Questo saggio propone un approccio alla tematica dell’ospitalità in prospettiva biblico-teologica. L’ospitalità e la theoxenia sono generi letterari presenti anche nella letteratura extra-biblica, per cui, si cerca prima di individuare gli ele­menti specifici di questi generi letterari ad extra della Bibbia. Seguendo, poi, con lo studio di Gn 18,1-15 si cerca di identificare una grammatica simbolica e una struttura propria dei generi letterari dell’ospitalità e della theoxenia. Dai risultati ottenuti, si fa una analisi comparativa tra Gn 18,1-15 e Gn 19,1-29, per finalmente verificare l’intenzionalità teologica di Luca nell’utilizzare i sopraindicati generi lette­rari in Lc 7,36-50. Non si tratta soltanto di applicare il metodo di analisi del genere letterario, ma di identificare nei racconti biblici le tracce del genere di theoxenia e di ospitalità e la loro intenzionalità nelle pericopi prescelte per questo studio.
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Seveso, Gabriella. "Differenze di genere e libri per l’infanzia: riflessioni sugli stereotipi di genere nei libri scolastici italiani [Diferenças de gênero e livros para a infância: reflexões sobre os estereótipos de gênero nos livros escolares italianos] (Gender differences and books for children: reflections on gender stereotypes in italian Schoolbooks)." Crítica Educativa 2, no. 2 (February 13, 2017): 107. http://dx.doi.org/10.22476/revcted.v2i2.100.

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Abstract:
A partire dagli anni Settanta, in Italia si è avviata una riflessione sull’importanza dei modelli di genere presenti nella letteratura per l’infanzia.Contemporaneamente, si è verificato un interessante cambiamento nella produzione editoriale di testi di narrativa rivolta a bambini/e e ragazzi/e, perché molte case editrici hanno proposto storie e personaggi che introducevano stereotipi non tradizionali riguardo al genere. Un settore particolare di questa produzione è quello dei libri scolastici. In questo ambito, c’è stata, negli ultimidecenni, qualche riflessione che ha sottolineato l’importanza dei modelli di identità e dei codici di comportamento veicolati nei testi scolastici. Inoltre,a livello europeo, è stato redatto un regolamento che invita le case editrici a diventare sensibili al problema delle differenze di genere (Progetto POLITE). Nonostante questo, la produzione sembra essere rimasta legata a immagini e modelli molto stereotipati in senso tradizionale. Il contributo ricostruisce la storia del dibattito italiano negli ultimi decenni e propone i risultati di una micro ricerca svolta in Lombardia su testi scolastici rivolti alla scuola primaria.
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Clavijo, Milagro Martín. "L’umorismo sovversivo di Eva in paradiso." Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, no. 13 (2020): 3–18. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.9.

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Abstract:
Franca Rame e Dario Fo hanno creato numerosi spettacoli imperniati sulla donna del mito, del passato e del presente, rimaneggiando in continuazione i tradizionali modelli femminili tramandati nel corso del tempo. Eva, classico modello che incorpora il l ruolo della donna nella società, appare di frequnte nel repertorio dei due autori-attori. Quest’articolo si basa sull’analisi di due spettacoli che vedono Eva protagonista assoluta di un’altra versione della creazione del mondo: Il diario di Eva e Adamo ed Eva e si sofferma in particolare sul momento della nominatio rerum. Con questi due testi Rame e Fo propongono un’altra Genesi che rompe una tradizione narrativa che per secoli ha condizionato il rapporto tra i generi. La storia della creazione viene raccontata da due punti di vista: da quello dell’essere umano in genere e da quello femminile in specifico, quest’ultimo, caratterizzato da umanità, comprensione e un’alta dose di umorismo. Sarà infatti proprio Eva, che ha il dono della parola, a dare vita al creato attraverso il linguaggio.
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Mannarini, Terri. "Il genere della sfera pubblica. Asimmetria o dialogo?" PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002006.

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Abstract:
Lo studio mira ad acquisire elementi di conoscenza empirici utili a comprendere se i contesti della deliberazione pubblica rappresentano uno spazio di voce non penalizzante per le donne, oppure se, al contrario, riproducono meccanismi di esclusione e discriminazione, come sostenuto da alcune studiose femministe (Young, 1996; Benhabib, 1996). Attraverso l'analisi di dodici interviste a partecipanti (metà uomini e metà donne) a tre esperienze di deliberazione, l'autrice giunge alla conclusione che i modelli di partecipazione sono qualitativamente diversi per uomini e donne, e che i setting deliberativi, pur configurandosi come contesti tendenzialmente favorevoli alla partecipazione femminile, non possono aprioristicamente essere considerati immuni ai processi di discriminazione. In prospettiva di un approfondimento, l'autrice sottolinea come questo aspetto possa essere meglio indagato attraverso l'analisi dell'interazione tra i soggetti deliberanti.
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Demurtas, Pietro, Adele Menniti, and Loredana Cerbara. "Modelli di genere e attività domestiche: genitori e figli a confronto." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 110 (October 2016): 84–114. http://dx.doi.org/10.3280/sr2016-110006.

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Romano, Alessandra, and Rubina Petruccioli. "Gender diversity management, culture inclusive e sfide dell'attualità. Una review sistematica della letteratura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 213–40. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9477.

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Abstract:
L'articolo esplora i dispositivi di gender equity e le azioni per il sostegno alle carriere femminili a partire dalla review sistematica degli studi empirici sul tema dell'ultimo ventennio (2000-2020). Sono stati analizzati centodieci contributi nazionali e internazionali. Le finalità della review sono contribuire a ricostruire lo stato dell'arte degli studi nazionali e internazionali su gender equity nei workplace, segregazioni di genere e work-life balance e offrire un quadro di sintesi rispetto alle proposte di intervento e ai dispositivi di supporto alle carriere femminili. L'obiettivo è individuare traiettorie di intervento utili a sviluppare modelli culturali ed educativi validi per coltivare processi di inclusione di genere nelle organizzazioni e nei contesti di lavoro
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Saturno, Jacopo. "INTERFERENZA INTERLINGUISTICA NELL’ACQUISIZIONE DELL’ACCORDO DI GENERE IN ITALIANO L2." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 13–34. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17127.

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Abstract:
Questo lavoro è dedicato agli errori di accordo di genere nell’italiano L2 parlato da studenti la cui L1 è il polacco. L’articolo si concentra sui sostantivi il cui genere differisce tra la L1 e la L2 (es. It. casa[F] vs. Pol. dom[M] ‘casa’). L’ipotesi della ricerca è che in tali condizioni, l’accordo può verificarsi nella forma di genere richiesta non dalla lingua di destinazione, ma dalla L1. La configurazione linguistica scelta è particolarmente appropriata per rispondere alla domanda di ricerca perché le due lingue presentano sistemi di genere parzialmente sovrapposti (It. M/F, Pol. M/F/N) e modelli di accordo simili (aggettivi, pronomi, alcune forme verbali). Diciassette studenti universitari polacchi appendenti l’italiano L2 hanno tradotto oralmente nella lingua di arrivo una serie di frasi in lingua polacca contenenti modelli di accordo di genere. Metà dei sostantivi target differivano per genere tra la L1 e la L2, mentre l’altra metà presentava un genere identico. Le frasi target sono state progettate per indagare ulteriormente il potenziale effetto del POS (aggettivo vs. articolo definito vs. verbo) e del genere del nome nella L2. I dati confermano l’ipotesi iniziale ed evidenziano un ruolo significativo per tutte le variabili considerate, anche se di diversa entità. Interlingual interference in the acquisition of gender agreement in Italian L2 This work is devoted to gender agreement errors in L2 Italian as spoken by L1 Polish learners. The paper focusses on nouns whose gender differs between the L1 and the L2 (e.g. It. casa[f] vs. Pol. dom[m] ‘house’). The research hypothesis is that in such conditions, agreeing elements may occur in the gender form required not by the target language, but by the L1. The chosen language configuration is particularly appropriate for investigating the research question because the two languages exhibit partially overlapping gender systems (It. m/f, Pol. m/f/n) and similar agreement patterns (adjectives, pronouns, some verb forms). Seventeen L1 Polish university students of L2 Italian orally translated into the target language a set of Polish sentences containing gender agreement patterns. Half of the target nouns differed in gender between the L1 and the L2, while the other half exhibited identical gender. Target sentences were designed to further investigate the potential effect of POS (adjective vs. definite article vs. verb) and noun gender in the L2. The data confirm the initial hypothesis and highlight a significant role for all the variables considered, although of varying magnitude.
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Spaziani, Cecilia. "Modelli di genere nella sfera politica del secondo dopoguerra: uno sguardo internazionale." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 84 (February 2022): 167–70. http://dx.doi.org/10.3280/spc2020084009.

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Toffanin, Angela Maria. "Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Abstract:
Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Facchini, Carla, and Magali Fia. "Direttrici e i Direttori di Dipartimento in un'università in transizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 168–94. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002007.

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Abstract:
L'università pubblica italiana è stata coinvolta nel 2010, con la legge n. 240, in un processo di riforma ispirato al New Public Management che, tra i suoi aspetti rilevanti, ha visto un mutamento della governance, ovvero degli assetti decisionali di Ateneo e di Dipartimento. Obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare le percezioni dei Direttori di dipartimento sugli assetti decisionali nei Dipartimenti nel post-riforma e le valutazioni che dei Direttori sul proprio ruolo, prestando inoltre attenzione alla presenza di eventuali differenze di genere. Come suggerito dalla letteratura, le percezioni dei soggetti coinvolti sono meglio in grado di dare conto, rispetto alle regole formali scritte, delle relazioni di potere che caratterizzano gli as-setti di governance. In particolare, oltre alle percezioni complessive sui mutati as-setti decisionali, ci interessa verificare se vi siano anche differenze di genere per quanto riguarda la percezione della governance nei Dipartimenti e la percezione del proprio ruolo a seconda che a dirigere i il Dipartimento sia un uomo o una don-na. A tal fine si utilizzeranno i dati di una ricerca nazionale effettuata nel 2015 in-viando un questionario a tutti i Direttori di dipartimento delle università italiane. In generale gli assetti decisionali nel post-riforma non sembrano implementare, alme-no per i Dipartimenti, un modello puro di New Public Management, dato che la verticalizzazione appare contenuta e che consistenti sono i bilanciamenti al potere del Direttore negli assetti decisionali. Per quanto riguarda le differenze di genere, esse risultano contenute per quanto riguarda le percezioni di Direttori e Direttrici sull'influenza delle diverse figure accademiche nella governance. Questo apre ad un'interpretazione più in linea con l'esistenza di una pluralità di modelli di gover-nance sia tra gli uomini che tra le donne rispetto ad un'idea di stili di governo ‘ma-schili' e ‘femminili'. Infine, contrariamente a quanto rilevato per i modelli di go-vernance, vi sono differenze di genere abbastanza significative nelle valutazioni dei Direttori e delle Direttrici sul proprio ruolo e sulla rappresentanza del Diparti-mento negli organi di Ateneo. Rispetto ai loro colleghi, infatti, le donne tendono ad essere più autocritiche su entrambi gli aspetti. Questa risultanza appare in linea con il c.d. self-assessment bias, ovvero alla minor propensione femminile a riconoscere - e quindi valorizzare- il proprio ruolo -e conseguentemente, le proprie capacità e competenze. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente sul proprio contesto la-vorativo e, in particolare, sulla capacità non solo di contrattare migliori condizioni retributive, ma anche di accedere alle posizioni apicali, accentuando, così, lo spe-cifico svantaggio femminile determinato in primo luogo dalla necessità di concilia-re ruoli professionali e ruoli familiari, ma anche, in non pochi casi, dallo stesso as-setto decisionale in cui si trovano ad operare.
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Matarrese, Paola, and Giuseppe Marano. "Modulazione dei recettori β-adrenergici e differenze di genere." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 20–24. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-5.

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Abstract:
Lo scompenso cardiaco (SC), processo evolutivo comune di più malattie cardiovascolari a differente eziologia (ad es. infarto del miocardio, ipertensione, cardiomiopatie, disturbi valvolari e altre), è diventato sempre più comune nella popolazione anziana, influenzando drasticamente il tasso di sopravvivenza e la qualità della vita. L’iperattività del sistema nervoso simpatico (SNS) che si associa allo SC determina un aumento delle catecolamine circolanti epinefrina e norepinefrina che, attraverso l’attivazione dei recettori beta-adrenergici (β-AR), svolgono un ruolo critico nella regolazione della funzione del sistema cardiovascolare. Una caratteristica distintiva dello SC è la diminuzione o la desensibilizzazione dei recettori β1-adrenergici (β1-AR) sulla membrana delle cellule cardiache. Le catecolamine e lo stress ossidativo sono coinvolti nella regolazione della densità dei β-AR. Lo stress ossidativo associato alla disfunzione mitocondriale sembra giocare un ruolo importante nella fisiopatologia dello SC. Infatti, una condizione di stress ossidativo è stata osservata sia in pazienti con SC che in modelli animali, e un’eccessiva esposizione a specie reattive dell’ossigeno (ROS) diminuisce l’espressione di β1-AR in cardiomiociti murini, sebbene i meccanismi sottostanti rimangano ancora non chiari. Recentemente, è stato scoperto che il recettore periferico delle benzodiazepine (PBR) svolge un ruolo chiave oltre che nell’energetica cellulare, nella regolazione della fisiologia mitocondriale e dell’equilibrio redox nei cardiomiociti. Nel presente studio, abbiamo valutato gli effetti delle catecolamine e dei ligandi del PBR sulla densità dei β1- e β2-AR nei monociti umani isolati da sangue periferico, che sono noti per esprimere entrambi i β-AR. La densità dei β-AR è stata misurata mediante citometria a flusso utilizzando anticorpi selettivi diretti contro un epitopo extracellulare di β1-AR o β2-AR. Il trattamento dei monociti con benzodiazepine induceva una riduzione della densità del β1-AR, ma non del β2-AR, sulla membrana dei monociti che veniva ripristinata utilizzando [1-(2-chlorophenyl)-N-methyl-(1-meth-ylpropyl)-3 isoquinolinecarboxamide] (PK11195), un antagonista del PBR. Questi risultati suggeriscono un possibile ruolo del PBR nella regolazione della densità del β1-AR proponendo i monociti isolati dal sangue periferico sia come modello in vitro utile per lo studio del sistema recettoriale β-adrenergico che come potenziali biomarcatori di progressione della malattia e risposta alla terapia.
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Rivaro, Rossella. "La rappresentanza di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società: modelli giuridici a confronto." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 148 (November 2017): 134–49. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-148008.

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Falcao Casaca, Sara, and Joao Peixoto. "Flessibilitŕ e segmentazione del mercato del lavoro in Portogallo: genere e immigrazione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 116–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117009.

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Abstract:
L'articolo offre una panoramica generale del mercato del lavoro portoghese, utilizzando il genere e l'immigrazione come prospettiva di analisi. In uno scenariodi flessibilizzazione crescente del lavoro, la maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e l'aumento dell'immigrazione hanno svolto un ruolo decisivo. Sia le donne sia gli immigrati sono piů presenti nei segmenti piů precari dell'occupazione, il che significa che essi hanno contribuito a sostenere alcune delle dinamiche occupazionali piů recenti. L'articolo presenta alcuni dei principali indicatori della situazione delle donne nel mercato del lavoro (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, accordi contrattuali, lavoro part-time e disoccupazione), insieme ai dati relativi agli immigrati stranieri (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, fenomeni di discriminazione, accordi contrattuali e disoccupazione). Si conclude evidenziando come i modelli di incorporazione delle donne e degli immigrati nel mercato del lavoro continuano a subire forti ostacoli strutturali che impediscono l'uguaglianza e l'integrazione.
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Cella, Roberta. "Qualche osservazione sulla lingua della "Secchia rapita"." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. 2 (December 31, 2022): 93–106. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19503.

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Abstract:
Il contributo tratteggia quanto e come la componente linguistica contribuisca alla miscela di «grave e burlesco» nella Secchia rapita di Alessandro Tassoni, testo fondatore del genere eroicomico. La componente seria – condivisa con la coeva produzione ispirata ai modelli lin-guistici di Petrarca, Boccaccio e Tasso – è ottenuta con l’ordine artificiale delle parole nella frase e con l’alternanza di tratti fonomorfologici concorrenti ma tutti legittimati dalla codificazione di Bembo e dall’uso letterario del tempo; la componente burlesca è ottenuta, oltre che con la spro-porzione tra la sostanza della vicenda narrata e l’impianto metrico-sintattico epico, con l’uso di lessico quotidiano o parodico.
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De Vita, Luisa. "Le politiche di genere come scelta strategica per lo sviluppo territoriale. Un confronto tra sei regioni italiane." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118008.

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Abstract:
Il lavoro si propone di riflettere sui temi dello sviluppo locale a partire dalle studio delle politiche di genere. Lo studio di queste policy č infatti particolarmente utile per leggere le nuove sfide poste ai contesti locali chiamati a sviluppare nuovi interventi, pensati, sia per sostenere lo sviluppo economico dei territori, sia per promuovere una maggiore inclusione e giustizia sociale. Attraverso l'analisi delle linee programmatiche contenute nei Por e di alcune interviste a testimoni privilegiati, il paper si concentra sulle logiche e i significati delle politiche predisposte analizzando gli ambiti di intervento privilegiati. I risultati, a partire dai cinque modelli di intervento individuati avviano un confronto tra le diverse concezioni di sviluppo sottese ai diversi interventi con una riflessione sui meccanismi di regolazione e i sistemi di relazione tra i diversi stakeholder.
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Monacelli, Nadia, and Luca Caricati. "L'auspicata disparità o la costanza di Cenerentola: quando il mondo ideale non contempla l'equità." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 43–54. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002005.

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Abstract:
Con questo lavoro si č inteso verificare la persistenza di modelli relazionali improntati a una divisione tradizionale dei ruoli di genere nell'ambito del lavoro riproduttivo. Un questionario volto a rilevare la suddivisione dei lavori domestici sia nella descrizione dei vissuti quotidiani sia in quella relativa ad una convivenza ideale č stato sottoposto a 947 persone (53,5% donne) appartenenti a diverse classi di età. I risultati rivelano, sia sul piano concreto sia su quello ideale, una sostanziale tipizzazione dei compiti domestici. La stabilità del dato attraverso i sottocampioni, indica una consistente condivisione delle aspettative di ruolo, concepite come profondamente asimmetriche, fra tutti i partecipanti: uomini e donne, giovani e adulti.
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Scarsella, Elena. "Dove osano le Aquile: Strategie di occupazione territoriale nei Vestini Cismontani (Abruzzo) tra l’Età del Ferro e la Romanizzazione." Cuadernos de Prehistoria y Arqueología de la Universidad de Granada 31 (December 17, 2021): 233–52. http://dx.doi.org/10.30827/cpag.v31i0.21111.

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Abstract:
L'Archeologia del mediterraneo ha spostato solo di recente la propria attenzione sull'entroterra e l'Archeologia delle montagne mediterranee è ancora un terreno ampiamente inesplorato. Nonostante l'apparente mitezza, infatti, questo tipo di paesaggio pone delle sfide che hanno contribuito a creare, nei secoli, fenomeni culturali unici nel loro genere e difficilmente inquadrabili in modelli culturali concepiti sulla base di territori meno frammentari e morfologicamente complessi. In questo articolo, attraverso il caso studio dell'Abruzzo settentrionale, ci si propone di osservare da vicino la risposta dei popoli pre-romani dell'Appennino centrale alle sfide poste da un paesaggio povero di risorse e spesso inospitale. L'attitudine a cambiamenti lenti e spesso solo apparenti sarà contestualizzata alla luce di un'interpretazione teorica che combini Archeologia e Antropologia.
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Rinaldi, Cirus. "Maschilità "sacrificate", maschilità "esibite" e maschilità "revansciste" nel sex work di strada." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (February 2022): 100–113. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-003006.

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Abstract:
Il presente articolo, approfondendo dei dati etnografici sul sex work maschile di strada raccolti dall'autore tra il 2011 e il 2018, intende evidenziare i significati attribuiti allo scambio sessuo-economico e delineare le relazioni gerarchiche che si definiscono per via della costruzione egemonica di genere e sessuale ma anche, inevitabilmente, per la corresponsione di una paga a seguito di una prestazione con l'obiettivo di identificare le modalità attraverso le quali si costruiscono modelli di maschilità situazionali e negoziate. L'analisi prova che la reputazione maschile deve essere costantemente preservata e dal momento che determina una sorta di rendita da posizionamento, essa è costantemente monitorata e «valorizzata» sia dal sex worker che dai «clienti», in quanto sotto minaccia perenne in contesti in cui in cui appaiono identità "inquinanti" gay.
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Cigoli, Vittorio, Marialuisa Gennari, Caterina Gozzoli, and Davide Margola. "Curare la relazione di coppia. L'incontro tra pratica clinica e ricerca empirica." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 55 (July 2022): 7–38. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-055002.

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Abstract:
È sempre più diffusa la richiesta di cura avanzata da coppie, siano esse coniugali, di fatto o ricostituite. Ciò è dovuto anche alla trasformazione dello scenario culturale relativamente al rapporto tra relazione di coppia e relazione familiare. La clinica di coppia è così diventata un vero e proprio genere terapeutico con sue specificità, in cui il cliente è la relazione tra i partner e il destino di tale relazione. Il contributo focalizza poi l'attenzione sulle differenti concezioni epistemologiche ed etiche che guidano il lavoro clinico con la coppia. La prima concezione, quella supportata empiricamente (Empirically Supported Treatments), propone un'etica basata sull'efficacia-utilità della cura; la seconda, quella supportata qualitativamente, si fonda su un'etica relazionalmente orientata e tende verso la ricerca di senso sia in merito alla relazione di coppia sia alla relazione coppia-terapeuta. Affronta poi, entro tale cornice, la questione della differenza, cruciale nel fare ricerca sulla psicoterapia, tra teoria e modello per un verso e tra metodo e tecniche per l'altro. Evidenzia infine come sia possibile un reale ed efficace incontro tra pratica clinica e ricerca empirica a proposito della relazione di coppia aldilà delle differenze tra modelli terapeutici. A tale proposito vengono offerte indicazioni metodologiche in grado di tener conto sia della variabile personale (i partner, ma anche il terapeuta), sia del legame in quanto tale (la relazione di coppia, ma anche la relazione terapeutica).
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Musi, Elisabetta. "A scuola di pari opportunità. Il sistema scolastico: un circuito decisivo -ma trascurato- per educare al rispetto dell’identità e della differenza di genere." RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 3 (May 23, 2017): 205. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v3i0.628.

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Abstract:
Riassunto: La scuola può promuovere un profondo rinnovamento culturale, rivolgendosi a intere generazioni di bambini e bambine, ragazzi e ragazze e alle loro famiglie. E tuttavia, a fronte di un diffuso bisogno di superamento di modelli dominanti nell’ordine simbolico e nell’organizzazione sociale, evidenziati dalle disarmonie in famiglia, dalle tensioni che sfociano in violenze, dalle vessazioni e dalle iniquità sul lavoro, le politiche di un’istruzione attenta ai generi e di promozione di una cultura non discriminante non ricevono l’attenzione che meritano. Nell’argomentare queste posizioni, l’intervento riepiloga per sommi capi l’orientamento delle politiche italiane e del nord Europa in relazione al binomio educazione scolastica e differenza di genere. Al contempo tenta di problematizzare alcune condizioni imprescindibili perché l’attenzione al genere possa promuovere un percorso di civiltà, di maturità e responsabilizzazione di un Paese. An Equal Opportunities School. The School System: A Decisive Circuit –But Neglected– to Educate to Respect the Difference and Gender Identity Abstract: School can foster a deep cultural renewal by addressing whole generations of children and teenagers, along with their families. However, despite a widespread need to overcome prevailing patterns in symbolic order and social organization, revealed by lack of harmony at home, tensions resulting in violence, harassment and iniquities in the workplace… education policies and objectives aimed at teaching about gender citizenship and fostering nondiscrimination culture do not get the deserved attention. By sustaining these positions, the present paper summarizes the stance of Italian and northern European policies with regard to the binomial school education and gender difference. Meanwhile, the article tries to problematize some unavoidable conditions for attention on gender to foster a path of civilization, maturity and assumption of responsibilities on the part of a country.
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Butollo, Willi, and Regina Karl. "La psicoterapia del trauma ad orientamento gestaltico: l'esposizione dialogica." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (October 2011): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001007.

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Abstract:
Le esperienze traumatiche non solo provocano i noti sintomi legati al trauma, ma modificano altresě il sé ed i processi del sé della persona. Per il trattamento dei disturbi post traumatici abbiamo a disposizione molteplici concetti terapeutici alternativi, che si basano su diversi modelli patogenetici. L'importanza della capacitŕ dialogica intrapsichica, necessaria all'elaborazione del disturbo relazionale e delle interruzioni di contatto conseguenti al trauma, viene in genere trascurata. La psicoterapia del trauma ad orientamento processuale, qui presentata, inserisce alcuni elementi della psicoterapia comportamentale all'interno della cornice della psicoterapia della Gestalt e si fonda su un concetto relazionale, con l'obiettivo di identificare e di sciogliere le interruzioni di contatto del soggetto. In questo modo si rendono nuovamente possibili il vissuto di continuitŕ del soggetto e la capacitŕ di risposta del sé. Utilizzando l'"esposizione dialogica" si fa riferimento alla natura dialogica dei processi del sé in ogni fase della terapia e si permette in questo modo alla persona di entrare in contatto e di confrontarsi con diverse parti di sé (traumatiche, non-traumatiche, pre-traumatiche).
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Addabbo, Tindara, Chiara Ghislieri, Rosy Musumeci, and Ilenia Picardi. "Lavoro da remoto e benessere: un'analisi della conciliazione tra lavoro accademico e cura familiare durante la pandemia Covid-19." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 41–61. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001005.

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Abstract:
Report informali e contributi di ricerca hanno riferito il quadro complesso di pratiche lavorative determinato dalla repentina adozione del lavoro da remoto come strumento di contrasto alla diffusione del Covid-19. Il presente contributo mette a fuoco il tema della conciliazione tra domini di vita, elemento ampiamente associato al benessere, nella popolazione specifica del personale accademico docente-ricercatore. Attraverso uno studio realizzato nei primi mesi del 2021, 2365 docenti-ricercatori/trici da circa venti Atenei italiani hanno partecipato a una survey online promossa dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Pari-tà delle Università Italiane in collaborazione con il gruppo di ricerca nazionale Saph2@work. La ricerca evidenzia un aumento del conflitto fra tempi di vita e di lavoro percepito particolarmente dalle donne, che rischia di amplificare le dise-guaglianze di genere che ancora persistono nell'accademia. I risultati dell'indagine suggeriscono una discussione critica di modelli di lavoro accade-mico volta a tematizzare adeguatamente le recenti trasformazioni. Le evidenze empiriche fornite dallo studio possono contribuire all'elaborazione di azioni e misure che gli organi decisionali della governance accademica sono chiamati ad adottare in tema di politiche di equità e inclusione attraverso l'attuazione di Gender Equality Plan.
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Biondi, Teresa. "Donne in rivalsa e nuove “simboliche dei corpi femminili” tra antropomorfismo filmico, moda e idealismo di genere nel primo periodo del cinema viscontiano." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 35 (July 29, 2022): 55–82. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i35.1414.

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Abstract:
Il verismo filmico viscontiano riguarda il racconto delle trasformazioni identitarie degli italiani dal dopoguerra al boom economico, e si basa sulla rappresentazione del contesto psico-socio-antropologico in cui “modelli di donne della contemporaneità” appaiono per tratti erotizzati, e sempre emblematici di tentativi di una rivalsa femminile ancora in germe. Nei primi film di Visconti questo particolare aspetto prende dunque forma in toni solo idealmente progressisti e non concreti, rappresentati in personaggi interpretati da dive del tempo quali Giovanna-Calamai in Ossessione (1943), Maddalena-Magnani in Bellissima (1951) e Pupe-Schneider ne Il lavoro (1962). Alla base dei potenziali espressivi di queste opere vi è il valore antropomorfico del cinema, descritto in un suo saggio famoso che sembra più una “dichiarazione di intenti”, un preambolo ai suoi film atto a evidenziare la capacità, tutta da costruire, di riprodurre il valore dell’autenticità umana nella recitazione attoriale e nella scena, o a partire dagli aspetti materiali di cui è composta. Proprio la teoria filmica alla base dei suoi film e la correlata rappresentazione scenica, sia nelle forme simboliche costruite dalla regia, sia in quelle materialistiche dell’insieme di scenografie, costumi e fabbisogno scena, inizialmente assumono i tratti del neorealismo, o come egli precisava del “verismo umano” del quale manterrà sempre il carattere, anche nei film del secondo periodo definito dalla critica barocco e decadentista. Questo cambiamento sarà determinato dalla comprensione che il boom economico e il correlato avvento di una nuova società capitalista hanno cambiato radicalmente la vita e la cultura degli italiani, e non sempre verso il meglio. Per narrare tale cambiamento Visconti definirà nuove forme del racconto “realisticamente pre-strutturate” che mostrano, nella ricchezza della materialità degli ambienti e dei costumi, gli aspetti simbolici di un nuovo verismo umano degenerato dal denaro e spesso celato dietro la maschera dell’apparente crescita sociale. A partire da questo discorso si analizzano i tre personaggi femminili citati sopra, con particolare attenzione a Pupe-Schneider, caso di studio scelto per le particolari connotazioni drammaturgiche costruite tramite elementi barocchi della scena e costumi/abiti del marchio Chanel.
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Domenici, Valentina, and Antonietta Buonauro. "Il linguaggio audiovisivo, gli studi di genere e la critica dei modelli culturali occidentali: il caso della serie televisiva «Top of the Lake» (2013)." ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies, no. 12 (December 2015): 219–34. http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2015-012-dome.

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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio." SETTING, no. 28 (May 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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Abstract:
L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Cagnolati, Antonella. "Le frontiere del corpo. Il velo e l’identità femminile nella società multiculturale." El Futuro del Pasado 3 (June 1, 2012): 223–35. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24721.

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Abstract:
La categoria di genere ed il concetto di multiculturalismo possono convivere? Se lo chiedeva già a metà degli anni Novanta Susan Moller Okin, dando origine ad un dibattito che oggi appare di scottante attualità in conseguenza delle polemiche sul velo. In Francia la discussione procede con toni aspri che rivelano la difficoltà di far coincidere teorie libertarie con modelli comportamentali che suscitano ostilità, rancore, diffidenza. Nella realtà la diatriba sul velo nasconde altri significati che rivelano la volontà di marcare con confini precisi l’identità, sia da un parte che dall’altra del confine socio-antropologico. La relazione vuole indagare dietro le prese di posizione per comprendere quali siano i nodi del contendere e per quale motivo le distinzioni e la xenofobia passino ancora una volta sul corpo delle donne, intesi come una trincea per la difesa di valori in opposizione. ¿La categoría de género y el concepto de multiculturalismo pueden vivir uno al lado del otro? se preguntaba a mediados de los años noventa Susan Moller Okin, dando lugar a un debate de gran actualidad como resultado de la controversia sobre el velo. En Francia la discusión se desarrolla con tonos ásperos que revelan la dificultad que existe para conciliar las teorías libertarias con los patrones de conducta que despiertan la hostilidad, el resentimiento, la desconfianza. De hecho, la controversia sobre el velo, esconde otros significados que revelan la voluntad de marcar la identidad con límites claros de un lado y del otro de la frontera socio-antropológica. El artículo tiene como objetivo investigar acerca de las posiciones adoptadas en Europa sobre el velo con el fin de comprender cuáles son los nudos de la controversia y por qué las diferencias y la xenofobia pasan una vez más por el cuerpo de la mujer, entendido como una trinchera para la defensa de valores en oposición.
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Binetti, Paola. "Etica della relazione terapeutica in psichiatria." Medicina e Morale 49, no. 1 (February 28, 2000): 85–102. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.751.

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Abstract:
L’etica pone alla psichiatria una serie di interrogativi molto precisi, che possono essere sintetizzati in una triade così strutturata definizione del quadro antropologico di riferimento: identificazione dei criteri di qualità della relazione terapeutica; consapevolezza che il contesto in cui il paziente inserito è contestualmente fattore di sofferenza e risorsa irrinunciabile. Le tre domande rispondono ad un’ottica multifocale che assume di volta in volta come punto di vista privilegiato Chi è il paziente; il Chi siamo del rapporto medico paziente; il Chi sono del contesto socio-familiare. Dalla conoscenza e dal rispetto reciproco scaturiscono modelli decisionali eticamente accettabili perché centrati su di una comune tensione verso il bene reciproco. Il rischio della manipolazione nella relazione terapeutica in psichiatria è però costantemente in agguato e scaturisce dalla sostanziale diffidenza nelle capacità dell’altro, sia sul piano della comprensione degli eventi che su quello della loro corretta gestione. Verità ed errore in psichiatria vanno analizzati nella concretezza delle situazioni individuali e vanno collocati nell’ottica della gradualità e della progressività con cui l’uomo si accosta alla conoscenza, sempre attraverso tentativi ed errori. Un aspetto etico irrinunciabile nella relazione in psichiatria è quello che permette al soggetto malato di potersi esprimere con piena autenticità, evitando sostituzioni indebite si da parte dei familiari che del personale sanitario. L’autenticità come espressione singolare della propria identità, accettata da sé stesso e sa chi prede incarico la sua sofferenza è un fattore terapeutico dei più importanti ed efficaci. Una decisione per essere eticamente valida deve essere presa in piena libertà e nel pieno rispetto della coscienza soggettiva, per questo è essenziale l’aiuto offerto al paziente perché esprima le sue scelte e gradatamente ne comprenda la rilevanza attraverso le conseguenze operative. La libertà nella relazione con il paziente psichiatrico va sempre intesa come una conquista continua, che lo psichiatra presidia senza manipolazioni falsificazionistiche. Il problema del rapporto tra eticità come responsabilità personale ed oggettività come referente normativo universale si chiarisce solo se ci si pone nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la verità, diritto a formulare scelte coerenti, diritto a ricevere l’aiuto necessario a riscattare la propria libertà da condizionamenti di vario tipo e genere. Ossia assumendo il principio della autonomia personale come fondamento della relazione di aiuto psico-terapeutico, anche quando l’autonomia presente come diritto va sostenuta fino al punto di acquisizione come altro nome quello della responsabilità verso sé stesso e verso gli altri.
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Ghelli, Samuel. "LA FAVOLA DI MACHIAVELLI: BELFAGOR ARCIDIAVOLO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 285–96. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100201.

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Abstract:
L'articolo prende in esame la Favola (meglio conosciuta come Belfagor Arcidiavolo) di Machiavelli e cerca di dimostrare, partendo proprio dalla scelta significativa del titolo, come nelle intenzioni dello scrittore fiorentino fosse la riformulazione di un genere narrativo, quello della favola appunto, venuto meno nella sua specificità dopo l'azione “unificatrice” di Boccaccio. Machiavelli sembra riflettere sulla varietà e eterogeneità del Decameron e voler riaffermare, rispetto a quella confusione di generi narrativi, la specificità del genere favolistico. Avvalendosi del comico del fabliau e dell'inverosimiglianza della fabula, dando alla propria invenzione l'impostazione dimostrativa dell‘ exemplum, Machiavelli formula così un racconto-modello e, attraverso il racconto, ridefinisce le coordinate specifiche di un genere.
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Montanari, Mirca, and Giorgia Ruzzante. "Un curricolo scolastico senza barriere: la prospettiva inclusiva dell'Universal Design for Learning." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 70–80. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12915.

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Abstract:
La drammatica pandemia mondiale, nel far emergere debolezze e fragilità riguardo le metodologie, le pratiche, le strategie didattiche e educative tradizionali, ha contribuito alla creazione di innovative modalità di apprendimento che possono segnare la strada per un ripensamento dell'intero sistema formativo ispirato a modelli inclusivi come quello dell'Universal Design for Learning. L'articolo presenta la prospettiva dell'UDL, intesa come didattica capace di essere, fin dalla progettazione, inclusiva per tutti gli studenti della classe. Tale approccio viene poi messo in relazione dialettica con il modello bio-psico-sociale dell'ICF e i suoi costrutti di contesto, barriera e facilitatore, oltre che con i recenti modelli nazionali di PEI.
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Vigorelli, Pietro. "Un modello familiare per le RSA dopo la pandemia. Il Manifesto dell'ApproccioCapacitante." TERAPIA FAMILIARE, no. 129 (October 2022): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129006.

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Abstract:
Il modello familiare per le RSA (residenze sanitarie assistenziali) che viene presentato in questo articolo ha come riferimento teorico l'ApproccioCapacitante®. Si tratta di un approccio alla cura degli anziani fragili, in particolare quelli con demenza, che ha per obiettivo di promuovere l'espressione verbale dell'interlocutore e di favorire una convivenza sufficientemente felice tra i parlanti nel momento dell'incontro. Cominciamo la presentazione citando gli altri modelli di riferimento attualmente in uso, poi accenniamo alle nuove consapevolezze emerse in questi ultimi due anni di pandemia, riportiamo il testo della conversazione di un'anziana residente in RSA e proponiamo infine il modello familiare, riportando il Manifesto elaborato dal Gruppo Anchise.
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Pellai, Alberto. "Prevenzione e psicoterapia. Potenzialitŕ e strategie di intervento in base al modello cognitivista." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 48–65. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001004.

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Abstract:
L'articolo presenta teorie e modelli di intervento finalizzati alle strategie di prevenzione primaria e secondaria rivolte alla promozione della salute in etŕ evolutiva. In particolare vengono analizzate azioni preventive che sono l'applicazione pratica degli assunti teorici presenti nella teoria dell'attaccamento di J. Bowlby, oltre ad interventi promossi in ambito scolastico e rivolti sia ai bambini, che agli adolescenti. Una particolare attenzione č dedicata al modello della Life Skills Based Education ed all'educazione tra pari, metodi privilegiati per la promozione del benessere in etŕ evolutiva. Il contributo del modello cognitivista e il ruolo dello psicoterapeuta vengono messi in evidenza, pur sottolineando l'importanza di un approccio multidisciplinare e transteorico.
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Raparelli, Valeria, Andrea Sansone, Laura Napoleone, Giulio F. Romiti, Claudia Tucci, Giulia Tosti, Annarita Vernile, Mariateresa Santoliquido, Francesco Romanelli, and Stefania Basili. "La sindrome metabolica: un modello clinico-terapeutico di endocrinologia di genere." L'Endocrinologo 19, no. 3 (June 2018): 123–27. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0448-x.

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Garofoli, Gioacchino. "Il processo di trasformazione dell'economia in provincia di Pavia: un quadro generale." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (April 2022): 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001002.

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Abstract:
L'articolo tratta le trasformazioni economiche in provincia di Pavia nel secondo Novecento, dai cambiamenti di struttura produttiva e dei livelli occupazionali ai diversi modelli di sviluppo perseguiti. Dopo il dopoguerra emerge un rapido processo di industrializzazione, specie nei due comuni più grandi, che si inseriscono nel processo di trasformazione del "triangolo industriale" e del "miracolo economico" italiano. In questa fase l'economia pavese, e la città di Pavia, è caratterizzata dalla presenza di grandi imprese, che la fanno rientrare nell'ambito di un modello à la Perroux. Successivamente soprattutto Pavia, ma anche Vigevano, entrano nella fase della crisi della grande impresa dei primi anni Settanta. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia a innescarsi un modello di sviluppo periferico, basato sulla piccola impresa e sul coinvolgimento di aree esterne alle città principali, seguendo il modello della Terza Italia. Segue la fase di progressiva deindustrializzazione che determina una crescente dipendenza dal mercato del lavoro dell'area milanese, con aumento del pendolarismo. Il territorio pavese non riesce più a realizzare la valorizzazione delle risorse locali, a partire dal lavoro ma anche delle risorse finanziarie che non vengono più utilizzate per lo sviluppo territoriale. L'articolo si conclude con la discussione delle occasioni mancate e dei problemi lasciati alle future generazioni.
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Schnotz, Wolfgang, Mark Ullrich, Ulrike Hochpochler, Holger Horz, Nele McElvany, Sascha Schroeder, and Jürgen Baumert. "What makes text-picture-integration difficult? A structural and procedural analysis of textbook requirements." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 103–35. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001006.

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Abstract:
La lettura finalizzata all'apprendimento richiede di integrare in strutture di conoscenza coerenti informazioni provenienti dal testo e dalle figure. Per studiare come si sviluppano le competenze di integrazione testo-figura negli studenti, è stato selezionato dai testi scolatici un campione rappresentativo di compiti di integrazione e questo è stato usato per la costruzione di item, che sono stati mostrati a 1060 studenti tedeschi di 4 livelli scolastici differenti (dalla 5^ alla 8^ classe). Sulla base della item-response-theory, 240 item che richiedono un'integrazione a differenti livelli gerarchici sono stati selezionati secondo un modello logistico a 1 parametro. L'analisi cognitiva degli item suggerisce che l'integrazione testo-figura richiede combinazioni flessibili di un insieme limitato di procedure cognitive che operano su modelli mentali specifici per compito. Le difficoltà degli item di integrazione testo-figura nei termini del modello di Rasch possono essere predette sulla base dell'analisi del compito cognitivo includendo le caratteristiche strutturali delle unità di testo e le richieste procedurali degli item.
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Pérez-Sánchez, Antonio. "La funzione analitica: dimensione femminile e dimensione maschile." PSICOANALISI, no. 1 (July 2022): 91–107. http://dx.doi.org/10.3280/psi2022-001007.

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Abstract:
Dopo un esame del concetto di funzione analitica secondo vari autori, viene proposta una definizione che rinvia al modello di Bion ??? (contenitore/contenuto). Tale modello presup-pone che la funzione analitica comprenda una dimensione femminile in continua interazione con una dimensione maschile. Ciascuna dimensione possiede una caratteristica specifica, schematicamente rappresentabile come segue: per il femminile: ?-ricettività; per il maschile: ?-penetrabilità. Per svolgere la funzione analitica, l'analista deve integrare entrambe. Inoltre, l'interazione tra contenitore e contenuto (ricettività-penetrabilità) si sviluppa a diversi livelli evolutivi, dei quali vengono evidenziati due modelli: "bocca-capezzolo" e "vagina-pene". Il primo legato alla funzione di nutrimento e di sostegno psichico, il secondo riconducibile alle funzioni generative: comprensione e intuizione. Pur essendo entrambi presenti nel processo analitico, le rispettive proporzioni variano: all'inizio del processo predominerebbe il primo, nelle fasi successive il secondo. Per illustrare questo secondo aspetto, l'autore analizza cinque sedute di una settimana.
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Caffi, Claudia. "La mitigazione: tappe di un itinerario di ricerca." Normas 7, no. 1 (June 23, 2017): 4. http://dx.doi.org/10.7203/normas.7.10421.

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Abstract:
In questo articolo richiamerò i punti salienti del modello linguistico pragmatico integrato che ruota intorno al concetto multilivellare e multidimensionale di «mitigazione» (Caffi 2001, 2007) focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che sono stati lasciati in ombra o che, pur ribaditi in diverse sedi, non sono stati sufficientemente intesi, e aggiornandoli alla luce delle mie ricerche più recenti. Di un lungo percorso, con diverse digressioni e ritorni, riassumerò in forma distillata alcune tappe fondamentali per accennare infine ad alcune prossime tappe. Più specificatamente, il presente contributo si articola in tre parti che hanno i seguenti scopi: richiamare alcune definizioni, punti chiave e sfondi teorici alla base del mio modello. Con un’operazione selettiva molto drastica, metterò in risalto i concetti che ritengo fondamentali;richiamare il criterio euristico alla base delle tipologie formali e funzionali proposte in Caffi (2001, 2007); accennare all’estensione delle applicazioni del modello, in diamesia e diafasia, a un genere particolare di testo scritto, il testo scientifico di ricerca biomedica.
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Scarano, Lorenzo. "Poteri, interessi e tecniche nella regolazione del mercato: preliminari sulla giustizia nel contratto di lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 107–52. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137004.

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Abstract:
Il diritto dei contratti č oggi interessato da una radicale metamorfosi. Le piů recenti prospettive regolative attribuiscono rilevanza giuridica alle situazioni di potere che coinvolgono i soggetti nel mercato e nel rapporto, spesso al fine di intervenire sull'equilibrio dell'affare e tutelare la parte debole della relazione. A tal proposito si parla di giustizia contrattuale. Il saggio si propone di analizzare con metodo comparato queste tendenze, confrontandole con il modello di riferimento - il diritto del lavoro - nella prospettiva di cogliere profili affini e tratti differenziali. Oltre alle contaminazioni fra i modelli, l'indagine pare rivelare persistenti distanze, sia sul versante delle tecniche di tutela che sotto l'aspetto delle finalitŕ normative.
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Artico, Tancredi. "Lo scudo di Artemidora. Genere e formazione nell’“Amor di Marfisa” di Danese Cataneo." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. I (July 15, 2022): 169–91. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/18440.

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Abstract:
Concentrandosi sul poema epico-cavalleresco Amor di Marfisa (1562) di Danese Cataneo, il presente articolo mira a sottolineare gli aspetti della ricezione e dell’aggiornamento del modello ariostesco per quello che riguarda la questione di genere e la formazione dell’eroina. Cataneo recupera selettivamente l’eredità ariostesca, raccogliendo dal capolavoro gli spunti narrativi e tematici utili alla definizione di un canone della “virtù donnesca” e integrandoli con il repertorio della classicità, in particolare con il mito di Lucrezia. Marfisa e il personaggio di nuovo conio di Artemidora, regina d’Islanda e nuova Bradamante, sono due eroine in formazione, destinate a rappresentare – una volta compiuto il loro percorso – i gradi più alti della virtù femminile: la regina-vergine e la regina-sposata.
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Ferrara, Antonio. "Dalla Gestalt al SAT. Un programma per l'autoconoscenza e la trasformazione." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (September 2012): 31–36. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001004.

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Abstract:
Il programma SAT nasce agli inizi degli anni '70, fondato da Claudio Naranjo. Offre un modello di terapia che dŕ attenzione all'individuo e al gruppo nel suo insieme. Propone una cultura dell'essere. Si ispira alla Quarta via, per la quale la pienezza dello sviluppo e della crescita avviene integrando cervello istintivo, affettivo e razionale. Č importante il lavoro di recupero dell'amore verso i genitori e verso la vita, nonché il percorso spirituale che viene praticato attraverso la conoscenza del carattere, secondo la via dell'Enneagramma, e di differenti scuole di tradizione buddista. Si utilizzano: lavoro con il corpo, forme di "rinascita", Teatro Trasformatore, altri modelli di teatro terapeutico e, come base, la terapia della Gestalt.
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Anna Donati, Maria, Jessica Boncompagni, Adriana Iozzi, and Caterina Primi. "Il gioco d'azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling Behavior Scale-For Adolescents (GBS-A)." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 97–119. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002005.

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Abstract:
Sebbene sia documentata una maggiore prevalenza del gioco d'azzardo nei ragazzi, tale comportamento sembra interessare sempre più le ragazze. Tuttavia sono relativamente pochi gli studi sulla specificità del gambling nelle adolescenti e mancano lavori di ricerca che abbiano utilizzato strumenti per il comportamento di gioco d'azzardo invarianti per genere. Scopo di questo lavoro era analizzare le caratteristiche del comportamento in adolescenti italiane (Studio 1) e testare un modello in cui sensation seeking e pensiero superstizioso, attraverso la media-zione delle distorsioni cognitive sul gioco d'azzardo, influenzano il comportamento problema-tico di gioco d'azzardo (Studio 2). Per realizzare tale scopo, è stata utilizzata la Gambling Be-havior Scale-For Adolescents, uno strumento che è risultato invariante per genere negli adole-scenti italiani e che permette di rilevare sia le caratteristiche comportamentali che i sintomi di comportamento problematico secondo il DSM-5. Al primo studio hanno partecipato 1527 ado-lescenti femmine (età: M = 15.86; DS = 1.81) ed al secondo 552 adolescenti femmine (età: M = 15.99; DS = 1.34). I risultati hanno confermato che le ragazze prediligono giochi di tipo non strategico, giocano prevalentemente con i familiari, ed intorno agli 11 anni conoscono il gioco d'azzardo. Il 7% delle giocatrici è a rischio di sviluppare problematiche e il 3% ha problemi di gioco. Il modello di mediazione ipotizzato è stato inoltre confermato. Tale modello può quindi essere considerato per la messa a punto di interventi di prevenzione genere-specifici.
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Tagliagambe, Silvano. "Il Metaverso come ambiente e risorsa." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 28–42. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037003.

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Abstract:
Il concetto di Metaverso è introdotto come antidoto a un pensare per modelli. Una definizione accettabile di Metaverso è la seguente: "una rete massicciamente scalata e interoperabile di mondi virtuali 3D renderizzati in tempo reale, che possono essere sperimentati in modo sincrono e persistente da un numero effettivamente illimitato di utenti, e con continuità di dati, come identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti". La definizione proposta sottolinea il Metaverso come uno spazio di interazione, capace di far convergere e la dimensione fisica e quella virtuale: parlare nel caso del Metaverso di "gemelli" ha il significato non di una semplice rappresentazione/simulazione, come nel caso dei modelli, ma di un flusso bidirezionale di dati, capace di generare una relazione non trascurabile tra le due dimensioni. Nel Metaverso, differentemente da ciò che avviene in qualunque modello, non solo si vive, ma si è posti di fronte a un "gemello digitale", capace di condensare tutti gli aspetti e tutte le pieghe della personalità. Se è vero che la vita non ha bisogno di perfezione, secondo l'insegnamento di Jung, ma di completezza, completezza significa sapersi osservare e vedere anche il proprio lato oscuro, la propria ombra. Nel Metaverso l'Io è nudo: questa circostanza può indurre più facilmente a riflettere sulla realtà della propria ombra e del rapporto con essa.
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Carinci, Maria Teresa. "Il rapporto di lavoro al tempo della crisi: modelli europei e flexicurity "all'italiana" a confronto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 527–72. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136002.

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Abstract:
Nel saggio, scritto ancora in fase di gestazione della riforma del mercato del lavoro, l'A., dopo una breve panoramica sulla situazione occupazionale italiana e sui diversi modelli di flexicurity adottati in altri Paesi europei, analizza la c.d. flexicurity "all'italiana" come declinata dalla riforma Fornero (ora l. 92/2012). L'A. prende in considerazione, dapprima, alcuni istituti della flessibilitŕ in entrata rivisti dalla riforma per poi affrontare il tema del licenziamento discriminatorio o determinato da motivo illecito e del licenziamento ingiustificato, proponendo una lettura ampia del primo e restrittiva del secondo, funzionale al mantenimento di una vasta area di applicazione della tutela reintegratoria piena. Infine l'A. mette in luce gli elementi di criticitŕ della riforma: non č l'abbassamento delle tutele in fase di uscita dal rapporto ma la valorizzazione della flessibilitŕ nel rapporto l'unico modello che puň risultare vincente nello scenario globale.
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Fariello, Sara. "Work-life balance: la conciliazione resta un problema femminile?" SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (November 2022): 27–50. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003003.

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Abstract:
Il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro è un oggi obiettivo fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori che vogliano coniugare carriera e vita privata. Il rag-giungimento di buon equilibrio dipende in gran parte dal grado di condivisione del lavoro familiare tra uomini e donne: una più equa distribuzione delle attività do-mestiche e delle responsabilità genitoriali all'interno della famiglia consente alle donne una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e, allo stesso tempo, promuove l'assunzione da parte degli uomini dei compiti di cura. Il modello "dual earner dual carer" - ossia un modello di gender arrangement che prevede il riequilibrio del tempo di lavoro retribuito e non retribuito nella coppia - sembra essere il più adatto a realizzare la parità di genere. L'analisi dei dati statistici sull'uso del tempo mostra però che - al di là di qualche eccezione - esiste ancora un forte gap di genere rispetto alla redistribuzione del carico di lavoro domestico e familiare poiché i sistemi nazionali di welfare non sembrano ancora in grado di offrire adeguate risposte ai mutamenti che hanno investito le identità femminili e i rapporti tra i sessi.
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Ballarino, Gabriele, and Hans Schadee. "Genere, origine sociale e disuguaglianza di istruzione nell'Italia contemporanea." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 170–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120009.

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Abstract:
Il lavoro studia l'andamento della disuguaglianza di opportunitŕ educative (Doe) di genere nell'Italia del secondo dopoguerra, e l'interazione tra questo e quello della Doe dipendente dalle origini sociali, intese sia come classe di origine che come livello d'istruzione dei genitori. Lo studio č condotto sui dati dell'Indagine nazionale sulla mobilitŕ sociale (1985) e dell'Indagine longitudinale sulle famiglie italiane (1997), e comprende 5 coorti di nascita decennali, dal 1920 al 1969. Si utilizza il modello logit cumulativo (logit ordinale) che consente di modellare insieme sia la disuguaglianza scolastica che l'espansione del sistema educativo. I risultati confermano in generale quanto giŕ noto in merito: la Doe di genere č diminuita, cosě come - in misura inferiore - quella legata all'origine sociale. Inoltre, le analisi mostrano che: a) la diminuzione della Doe di genere ha luogo ai livelli d'istruzione superiori, mentre nella scuola dell'obbligo persiste un vantaggio maschile; b) la diminuzione della Doe di genere č piů forte nelle classi agricole, dove le donne erano piů svantaggiate; c) a parte questo, la diminuzione č la stessa per tutte le classi di origine e per tutti i livelli d'istruzione delle famiglie di origine.
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Grudina, Valeria, Roberto Burro, and Ugo Savardi. "L'organizzazione cognitiva delle conoscenze: verifica sperimentale di un modello basato sulle mappe concettuali." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 51–74. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026005.

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Abstract:
L'articolo si colloca all'interno del dibattito sulla definizione della conoscenza: "che cos'č la conoscenza", "come viene acquisita, rappresentata, utilizzata". L'ipotesi principale del presente lavoro coincide con la verifica sperimentale di un modello cognitivo di organizzazione delle conoscenze, secondo un processo di elaborazione di materiale conoscitivo (sul tema della psicologia generale) nella forma di mappa concettuale che si assume generalizzabile ai saperi (in genere).
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Benetton, Mirca. "LA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CORPOREA FEMMINILE NELLE PRATICHE SPORTIVO-MOTORIE OGGI: PER UNA PARITÀ DI GENERE." Revista Tempos e Espaços em Educação 12, no. 28 (January 1, 2019): 77–94. http://dx.doi.org/10.20952/revtee.v12i28.10158.

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Abstract:
Il contributo intende analizzare l’influenza dell’attività motoria e sportiva, quale modello culturale, sulla costruzione dell’identità corporea della persona, in particolare della donna. Tale problematizzazione va letta in relazione all’agire pedagogico che intende indagare e chiarire a quali condizioni lo sport femminile possa definirsi educativo-formativo, in ordine ad un processo di emancipazione e di espressione libera e originale della donna d’oggi.
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Aresi, Laura. "PER UNA STORIA DELLA ‘LEPIDITAS’: IL CASO PERIPLECTOMENO NEL MILES GLORIOSUS E LE SUE RISONANZE DA TERENZIO A APULEIO." Argos 2, no. 39 (May 13, 2020): 61–90. http://dx.doi.org/10.14409/argos.v2i39.9218.

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Abstract:
L’articolo si propone di investigare l’uso dell’aggettivo lepidus nel Miles gloriosus, a partire dalla figura del senex lepidus Periplectomeno e della sua aristia in 3.1. L’indagine farà emergere due accezioni del termine: da una parte, lepidus è laparola chiave per indicare il meccanismo del comico su cui si regge la commedia; dall’altra, esso definisce uno stile di vita –e, implicitamente, un modello educativo– fondato sulla ‘lepiditas’. A partire da Plauto, tale modello verrà ripreso attivamente in età repubblicana, per poi venire meno, invece, in età imperiale, dove lepidus va incontro ad un impoverimento semantico e viene usato solo come marcatore di un genere comico minore e disimpegnato
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Bucchetti, Valeria. "Crescere con gli stereotipi." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 9 (April 7, 2014): 106–28. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2014.v9i.12584.

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Abstract:
Stereotipi di genere determina una questione cruciale, delicata e urgente, che trova nella sintesi espressiva dell’immagine il proprio fulcro. In questa prospettiva il tema della rappresentazione della donna, così come i media la impongono, con le implicazioni che questo modello rappresentato porta con sé. Il Design della comunicazione non può dunque sottrarsi alle proprie responsabilità di mediatore in grado di agire sulla realtà sociale.
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Marone, Francesca. "Smart cities, pari opportunità e tecnologie informatiche. Un approccio pedagogico di genere." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 442–63. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9498.

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Abstract:
L'obiettivo del presente contributo è quello di analizzare il rapporto tra genere e tecnologie, nel contesto delle smart cities. La letteratura sul rapporto tra donne e ICT evidenzia un consistente gap tra i sessi. Ciò suggerisce la necessità di superare le persitenti dicotomie alla base delle discriminazioni sessuali che storicamente condizionano la percezione che le donne hanno di se stesse. In Italia, il digital divide è emerso come una nuova espressione del tradizionale modello socioculturale refrattario ai cambiamenti e capace di relegare le donne ai margini della vita del Paese. I dati italiani più recenti concordano con la letteratura internazionale nel mettere in evidenza un approccio femminile poco friendly al mondo digitale; ad esempio, la presenza femminile all'interno dei percorsi educativi e professionali dell'area STEM risulta significativamente inferiore a quella maschile. Pertanto, il contributo presenta i primi risultati di una ricerca condotta con metodi misti e basata sui principi della pedagogia critica femminista, con l'obiettivo di identificare quali significati le donne della città di Napoli attribuiscono a un "approccio orientato al genere" relativamente allo sviluppo tecnologico e sociale all'interno dei contesti urbani
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