Journal articles on the topic 'Modelli decisionali'

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1

Zincone, Giovanna. "DUE VIE ALLA CITTADINANZA: IL MODELLO SOCIETARIO E IL MODELLO STATALISTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 2 (August 1989): 223–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012922.

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Abstract:
IntroduzioneQuando vogliamo classificare i sistemi politici democratici e li osserviamo in un ottica comparata, tendiamo spesso a sottovalutare quei tratti che più specificamente determinano condizioni di vita diverse per i loro cittadini. Guardiamo, ad esempio, più spesso alla configurazione degli organi decisionali, ai modelli di competizione e di alleanza tra le élites; mentre ci capita meno spesso di utilizzare come criterio di classificazione la possibilità, che può avere un individuo qualunque, di influenzare le decisioni pubbliche. Anche le ricerche sulla partecipazione, che dovrebbero studiare la politica dal punto di vista dei governati, osservano di solito i comportamenti di fatto e le variabili socioeconomiche di tali comportamenti, mentre trascurano i caratteri del sistema. E anche quando se ne occupano, individuano le condizioni giuridiche che permettono o incentivano gli atti di partecipazione (quali ad esempio l'estensione del suffragio, da una parte, o il voto obbligatorio dall'altra), ma non si preoccupano di quei profili delle istituzioni che rendono tali atti di partecipazione efficaci (ad esempio, il ruolo più o meno cruciale degli organismi elettivi rispetto ad altre arene decisionali).
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2

Facchini, Carla, and Magali Fia. "Direttrici e i Direttori di Dipartimento in un'università in transizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 168–94. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002007.

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Abstract:
L'università pubblica italiana è stata coinvolta nel 2010, con la legge n. 240, in un processo di riforma ispirato al New Public Management che, tra i suoi aspetti rilevanti, ha visto un mutamento della governance, ovvero degli assetti decisionali di Ateneo e di Dipartimento. Obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare le percezioni dei Direttori di dipartimento sugli assetti decisionali nei Dipartimenti nel post-riforma e le valutazioni che dei Direttori sul proprio ruolo, prestando inoltre attenzione alla presenza di eventuali differenze di genere. Come suggerito dalla letteratura, le percezioni dei soggetti coinvolti sono meglio in grado di dare conto, rispetto alle regole formali scritte, delle relazioni di potere che caratterizzano gli as-setti di governance. In particolare, oltre alle percezioni complessive sui mutati as-setti decisionali, ci interessa verificare se vi siano anche differenze di genere per quanto riguarda la percezione della governance nei Dipartimenti e la percezione del proprio ruolo a seconda che a dirigere i il Dipartimento sia un uomo o una don-na. A tal fine si utilizzeranno i dati di una ricerca nazionale effettuata nel 2015 in-viando un questionario a tutti i Direttori di dipartimento delle università italiane. In generale gli assetti decisionali nel post-riforma non sembrano implementare, alme-no per i Dipartimenti, un modello puro di New Public Management, dato che la verticalizzazione appare contenuta e che consistenti sono i bilanciamenti al potere del Direttore negli assetti decisionali. Per quanto riguarda le differenze di genere, esse risultano contenute per quanto riguarda le percezioni di Direttori e Direttrici sull'influenza delle diverse figure accademiche nella governance. Questo apre ad un'interpretazione più in linea con l'esistenza di una pluralità di modelli di gover-nance sia tra gli uomini che tra le donne rispetto ad un'idea di stili di governo ‘ma-schili' e ‘femminili'. Infine, contrariamente a quanto rilevato per i modelli di go-vernance, vi sono differenze di genere abbastanza significative nelle valutazioni dei Direttori e delle Direttrici sul proprio ruolo e sulla rappresentanza del Diparti-mento negli organi di Ateneo. Rispetto ai loro colleghi, infatti, le donne tendono ad essere più autocritiche su entrambi gli aspetti. Questa risultanza appare in linea con il c.d. self-assessment bias, ovvero alla minor propensione femminile a riconoscere - e quindi valorizzare- il proprio ruolo -e conseguentemente, le proprie capacità e competenze. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente sul proprio contesto la-vorativo e, in particolare, sulla capacità non solo di contrattare migliori condizioni retributive, ma anche di accedere alle posizioni apicali, accentuando, così, lo spe-cifico svantaggio femminile determinato in primo luogo dalla necessità di concilia-re ruoli professionali e ruoli familiari, ma anche, in non pochi casi, dallo stesso as-setto decisionale in cui si trovano ad operare.
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3

Zambianchi, Manuela. "Promuovere l'invecchiamento attivo attraverso il modello life skills education. Un progetto di ricerca-intervento per potenziare il pensiero critico ed il decision making." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 651–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002009.

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Abstract:
L'invecchiamento positivo è definito dal modello sistemico di Rowe & Khan (1997) come la presenza di elevate risorse a livello fisico e cognitivo, le quali consentono di mantenere una partecipazione attiva alla società. Il modello Life Skills Education, proposto dall'OMS (1994) come insieme di competenze tra-sversali utili allo sviluppo positivo dei giovani, è stato qui ipotizzato poter contri-buire anche in età anziana alla salute bio-psico-sociale, con adattamenti nei contenuti e nella metodologia di approccio, per il quale è stato adottato il modello della ricercaazione partecipata di ispirazione lewiniana (Lewin, 1946; Kagan, 2012). Un progetto di ricerca-azione partecipata che ha avuto come riferimento teorico-metodologico i programmi Life Skills Education in età anziana (Zam-bianchi, 2015) centrato su due Life Skills, il pensiero critico ed il decision making si è svolto a Bagnacavallo (RA) con il supporto delle Istituzioni politiche e sanitarie territoriali. Hanno partecipato 16 iscritti (età media = 71.13 a. 13 femmine e 3 maschi) che hanno compilato in ingresso ed in uscita il questionario sulle rappresentazioni sociali della salute, due item sulle credenze della dieta mediterranea e dell'attività fisica per la salute ed il questionario sugli stili decisionali. Dopo il per-corso formativo, i modelli Manova a misure ripetute hanno mostrato modificazioni positive sulle credenze sui comportamenti salutari, sulla rappresentazione della salute e sullo stile decisionale di pianificazione razionale.
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Philips, Zoe, Laura Bojke, Mark Sculpher, Karl Claxton, and Su Golder. "Linee guida di buona pratica per creare modelli analitico-decisionali nella valutazione delle tecnologie sanitarie." Giornale Italiano di Health Technology Assessment 1, no. 1 (January 2008): 1–14. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320708.

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Elster, Jon. "La democrazia deliberativa." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036004.

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Abstract:
- L'articolo esamina le qualitÀ della democrazia deliberativa a partire dal riferimento a espressioni storiche di questa: nelle istituzioni ateniesi del quinto-quarto secolo a. C., nella Convenzione Federale statunitense del 1788, negli Stati Generali della Rivoluzione francese, in varie esperienze locali odierne. Stabiliti tre modelli di democrazia (diretta, rappresentativa, del sorteggio) e tre criteri per la deliberazione (moralitÀ, causalitÀ, probabilitÀ), la questione da affrontare č se la forma deliberativa di democrazia sia un buon sistema politico. La risposta č sě, purché si verifichino tre condizioni: intensitÀ della motivazione nei partecipanti, orientamento al bene pubblico della motivazione stessa, corretta informazione dei partecipanti. Ma si tratta di una conclusione ipotetica, che tiene conto della complessitÀ e molteplicitÀ dei fattori in gioco, e dunque del fatto che nessuna proprietÀ dei processi decisionali collettivi č desiderabile incondizionatamente.
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6

Pastore, Gerardo. "Elementi per una Governance del lifelong learning: il modello dei Circoli di studio." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004008.

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Abstract:
Da oltre un decennio studiosi, politici ed esperti discutono di democrazia partecipativa e si impegnano nella teorizzazione di modelli diin grado di aumentare le possibilitŕ decisionali dei cittadini. Da qui la diffusione delle cosiddette "best practices" politiche, amministrative, sociali volte a superare quel deficit democratico che sembra caratterizzare le societŕ contemporanee e a contrastare i dilaganti atteggiamenti antipolitici, oltre che antisociali. Nell'articolo si individua una comunione di intenti fra pratiche partecipative, cittadinanza attiva e il piů ampio processo di costruzione della societŕ della conoscenza. A partire dalla considerazione del ruolo strategico delsi propone un approfondimento monografico sui circoli di studio, in quanto pratica formativa chiamata a giocare funzioni chiave nella costruzione della cittadinanza attiva e nella realizzazione di spazi per la promozione della partecipazione e della cultura democratica.
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Pasetti, Carlo, and Giovanna Zanini. "La presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica: questioni etiche nelle varie fasi della malattia." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 939–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.626.

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Abstract:
Molti sono stati i cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni nella prassi clinica e nella presa in carico del paziente con sclerosi laterale amiotrofica, nonostante la perdurante assenza di terapie farmacologiche efficaci. Tali cambiamenti possono essere così riassunti: a) sul piano clinico: l’istituzione di unità interdisciplinari di trattamento alla SLA; la possibilità di impiego di nuove procedure terapeutiche in grado non di modificare la prognosi della malattia ma di prolungarne la sopravvivenza; una sempre maggiore attenzione per la riabilitazione e le malattie croniche progressive; b) sul piano etico: il progressivo affermarsi del principio di autonomia; l’evoluzione di nuovi modelli di relazione medico-paziente. Questi fattori hanno comportato per gli operatori coinvolti nella presa in carico la irrinunciabile necessità di confrontarsi con nuove questioni etiche, solo pochi anni or sono ritenute del tutto impensabili: 1. la comunicazione della diagnosi e della prognosi; 2. i processi decisionali nelle fasi più avanzate della malattia; 3. l’accompagnamento alla morte e al morente. Vengono discusse in dettaglio le singoli questioni etiche, arrivando alle seguenti considerazioni conclusive: 1. in tutti i punti nodali della presa in carico del paziente con SLA una corretta informazione e una buona capacità di comunicazione dei terapeuti sono considerati elementi chiave per una gestione clinica che eviti nel paziente rischi di comportamenti autolesivi o di fughe nella medicina alternativa e nel medico rischi di disimpegno terapeutico, angoscia decisionale, burn out; 2. è indispensabile fare evolvere nuovi modelli di relazione medico-paziente, diversi da quelli di tipo paternalistico ma anche da quelli di tipo contrattualistico o utilitaristico, ritenuti più adeguati in questo contesto, come il modello dell’alleanza terapeutica; 3. il rispetto del principio di autonomia e degli strumenti che ne derivano (consenso informato e direttive anticipate in particolare) vengono ritenuti certo un punto forte, ma non l’unico télos etico dell’azione, che deve comunque sempre tendere ad ispirarsi anche, e soprattutto, al principio di beneficenza; 4. un accompagnamento farmaco-protetto alla morte e al morente, calato in un’attenta presenza e in un elevato livello relazionale, secondo un’etica delle virtù che valorizzi le buone intenzioni, può configurarsi come una terza via tra i due opposti errori etici costituiti dall’eutanasia e dall’accanimento terapeutico, terza via che consente di superare annose diatribe tra differenti orientamenti e appare più in linea con paradigmi universalmente accettati e accettabili.
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Cicchetti, A., A. Manca, and M. Ruggeri. "L’utilizzo di modelli decisionali per le valutazioni economiche dei farmaci in Italia: stato dell’arte e prospettive future." PharmacoEconomics Italian Research Articles 9, no. 2 (July 2007): 59–73. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320701.

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Colombo, Sabrina, and Silvia Gilardi. "Modelli decisionali nella selezione del personale. I criteri di scelta dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126008.

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Abstract:
L'articolo prende in considerazione i criteri di selezione utilizzati per l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani neo-laureati. Attraverso un esperimento di simulazione del processo di selezione si č osservato quali aspetti determinano la scelta dei candidati in base alle loro caratteristiche ascritte e acquisite.
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Addabbo, Tindara, Chiara Ghislieri, Rosy Musumeci, and Ilenia Picardi. "Lavoro da remoto e benessere: un'analisi della conciliazione tra lavoro accademico e cura familiare durante la pandemia Covid-19." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 41–61. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001005.

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Abstract:
Report informali e contributi di ricerca hanno riferito il quadro complesso di pratiche lavorative determinato dalla repentina adozione del lavoro da remoto come strumento di contrasto alla diffusione del Covid-19. Il presente contributo mette a fuoco il tema della conciliazione tra domini di vita, elemento ampiamente associato al benessere, nella popolazione specifica del personale accademico docente-ricercatore. Attraverso uno studio realizzato nei primi mesi del 2021, 2365 docenti-ricercatori/trici da circa venti Atenei italiani hanno partecipato a una survey online promossa dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Pari-tà delle Università Italiane in collaborazione con il gruppo di ricerca nazionale Saph2@work. La ricerca evidenzia un aumento del conflitto fra tempi di vita e di lavoro percepito particolarmente dalle donne, che rischia di amplificare le dise-guaglianze di genere che ancora persistono nell'accademia. I risultati dell'indagine suggeriscono una discussione critica di modelli di lavoro accade-mico volta a tematizzare adeguatamente le recenti trasformazioni. Le evidenze empiriche fornite dallo studio possono contribuire all'elaborazione di azioni e misure che gli organi decisionali della governance accademica sono chiamati ad adottare in tema di politiche di equità e inclusione attraverso l'attuazione di Gender Equality Plan.
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Marchetti, Maria Cristina. "La partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei: verso una democrazia partecipativa in Europa?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002004.

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Abstract:
I gruppi di pressione hanno sempre ricoperto un ruolo cruciale nel processo decisionale europeo. Tale ruolo da una parte č stato analizzato con le categorie proprie del lobbying tradizionale, dall'altra ci si č resi conto che il livello di coinvolgimento dei gruppi di pressione č tale da assumere le caratteristiche di una partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei, capace di chiamare in causa il modello della democrazia partecipativa, al quale per altro si fa sovente riferimento nei documenti della Commissione e del Comitato economico e sociale. Č a partire da tali considerazioni che sorgono spontanei alcuni interrogativi: dove passa il confine tra il lobbying in senso stretto e la partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei? L'Unione europea sta aprendo la strada a nuove forme di democrazia partecipativa?
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Viafora, Corrado. "La dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie: i comitati di etica clinica." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 903–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.625.

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Abstract:
Il saggio propone una ricognizione del processo di istituzionalizzazione dei Comitati etici per la pratica clinica prendendo in considerazione la prospettiva nord-americana, segnata dall’evoluzione dal paradigma orientato alla difesa dei diritti al paradigma orientato all’etica dell’organizzazione; la prospettiva europea, orientata verso una duplice direzione: Comitati come forum per il dibattito sulle questioni etiche all’interno dell’ospedale o Comitati etici come strutture direttamente di supporto al processo decisionale; la prospettiva italiana, marcata ancora da una situazione di incertezza e fragilità. Partendo dalla convinzione che l’istituzione di Comitati etici per la pratica clinica comporta importanti potenzialità per ravvivare la dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie, il saggio individua e discute tre modelli attraverso cui potrebbero prendere corpo queste potenzialità. Un primo modello di Comitato si sviluppa in una prospettiva professionale, con la prevalenza delle seguenti funzioni: a. fornire un aiuto alle decisioni per gli operatori sanitari alle prese con problemi etici sempre più complessi; b. istituire uno spazio dedicato all’integrazione delle diverse istanze etico-professionali. Un secondo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva organizzativa, ed ha le seguenti funzioni: a. fornire all’Amministrazione una consulenza che dia credibilità pubblica a indirizzi e direttive istituzionali che abbiano implicanze etiche; b. sensibilizzare alla dimensione etica, con la speranza di coinvolgere maggiormente la responsabilità diretta di ogni operatore sanitario. Un terzo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva pubblica, con le funzioni di: a. contribuire a dare pubblicità e profondità al dibattito relativo alle questioni bioetiche e istituire procedure e occasioni di una reale comunicazione tra la società in generale e i gruppi di professionisti coinvolti nella produzione e nell’utilizzazione del nuovo sapere biomedico.
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Moccia, Luigi. "Cittadinanza e democrazia nell'Europa in crisi: quale via all'Unione politica." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 35–78. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002002.

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Abstract:
Prendendo spunto dalle vicende relative alla crisi economico-finanziaria dell'eurozona e dalle connesse misure di modifica dei trattati, il saggio, attraverso un esame del sistema di potere e decisionale al livello di Unione, assume una posizione di critica nei confronti di un metodo e modello di governo europeo a sempre piů forte impronta intergovernativa, cercando di dimostrare l'esistenza di principi normativo-istituzionali di rilievo costituzionale che consentono invece di dare significato al principio di democrazia rappresentativa posto dal trattato a base del funzionamento dell'Unione, definendone pertanto un modello di governo democraticamente fondato sulla sovranitŕ dei cittadini dell'Unione. Cosě da ricondurre il dibattito in tema di ‘piů Europa' al suo cuore federale e insieme democratico costituito dal problema di un maggiore e piů consapevole consenso popolare a base delle istituzioni e decisioni comuni.
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Binetti, Paola. "Etica della relazione terapeutica in psichiatria." Medicina e Morale 49, no. 1 (February 28, 2000): 85–102. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.751.

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Abstract:
L’etica pone alla psichiatria una serie di interrogativi molto precisi, che possono essere sintetizzati in una triade così strutturata definizione del quadro antropologico di riferimento: identificazione dei criteri di qualità della relazione terapeutica; consapevolezza che il contesto in cui il paziente inserito è contestualmente fattore di sofferenza e risorsa irrinunciabile. Le tre domande rispondono ad un’ottica multifocale che assume di volta in volta come punto di vista privilegiato Chi è il paziente; il Chi siamo del rapporto medico paziente; il Chi sono del contesto socio-familiare. Dalla conoscenza e dal rispetto reciproco scaturiscono modelli decisionali eticamente accettabili perché centrati su di una comune tensione verso il bene reciproco. Il rischio della manipolazione nella relazione terapeutica in psichiatria è però costantemente in agguato e scaturisce dalla sostanziale diffidenza nelle capacità dell’altro, sia sul piano della comprensione degli eventi che su quello della loro corretta gestione. Verità ed errore in psichiatria vanno analizzati nella concretezza delle situazioni individuali e vanno collocati nell’ottica della gradualità e della progressività con cui l’uomo si accosta alla conoscenza, sempre attraverso tentativi ed errori. Un aspetto etico irrinunciabile nella relazione in psichiatria è quello che permette al soggetto malato di potersi esprimere con piena autenticità, evitando sostituzioni indebite si da parte dei familiari che del personale sanitario. L’autenticità come espressione singolare della propria identità, accettata da sé stesso e sa chi prede incarico la sua sofferenza è un fattore terapeutico dei più importanti ed efficaci. Una decisione per essere eticamente valida deve essere presa in piena libertà e nel pieno rispetto della coscienza soggettiva, per questo è essenziale l’aiuto offerto al paziente perché esprima le sue scelte e gradatamente ne comprenda la rilevanza attraverso le conseguenze operative. La libertà nella relazione con il paziente psichiatrico va sempre intesa come una conquista continua, che lo psichiatra presidia senza manipolazioni falsificazionistiche. Il problema del rapporto tra eticità come responsabilità personale ed oggettività come referente normativo universale si chiarisce solo se ci si pone nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la verità, diritto a formulare scelte coerenti, diritto a ricevere l’aiuto necessario a riscattare la propria libertà da condizionamenti di vario tipo e genere. Ossia assumendo il principio della autonomia personale come fondamento della relazione di aiuto psico-terapeutico, anche quando l’autonomia presente come diritto va sostenuta fino al punto di acquisizione come altro nome quello della responsabilità verso sé stesso e verso gli altri.
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D’Avanzo, Ernesto, Paola Adinolfi, and Ambrosina Michelotti. "Decision-making odontoiatrico: un modello basato su alberi decisionali." MECOSAN, no. 105 (April 2019): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2018-105002.

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Finoia, Massimo. "Alessandro Monti, La politica pubblica per lo sviluppo delle reti di trasporto rapido delle città. Modello decisionale eprassi applicativa." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 2 (October 1, 1997): 189–90. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782914.

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Velasco, Veronica, and Luca Vecchio. "L'efficacia di un intervento educativo-promozionale per la prevenzione della guida in stato alterato." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 139–56. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002009.

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Abstract:
Viene qui illustrato un intervento educativo-promozionale volto a prevenire la guida in stato alterato tra i giovani adulti. L'intervento č stato sviluppato facendo riferimento a un modello teorico che integra i modelli socio-cognitivi della psicologia della salute con la teoria delle. Esso si propone di rendere le persone consapevoli dei propri comportamenti e di accrescere le loro risorse personali, al fine di aumentare il controllo che possono esercitare sulle proprie decisioni e condotte. L'intervento č articolato in 7 unitŕ di lavoro, da implementare in piccoli gruppi, e prevede l'utilizzo di metodologie attive. L'efficacia dell'intervento č stata verificata confrontando i cambiamenti nei comportamenti e negli orientamenti verso la guida in stato alterato dei partecipanti con quelli riscontrati in un gruppo di controllo coinvolto in un intervento solo informativo. Per la valutazione si č fatto ricorso a metodologie quantitative e qualitative. I risultati hanno messo in luce come l'intervento sia stato in grado di modificare sia i comportamenti legati alla guida in stato alterato sia diverse determinanti psico-sociali che possono essere considerate antecedenti del comportamento attuale e futuro.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Mengozzi, Alessandro. "Prove di democrazia partecipativa: la legge sulla partecipazione dell'Emilia-Romagna." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 33–38. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001003.

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Abstract:
L'articolo, dopo una breve premessa sulle fasi ascendenti e discendenti del ciclo politico, affronta gli aspetti critici del modello liberale di democrazia e propone lacome valido correttivo. Alla ricerca di un modello in grado di attuare le promesse della democrazia partecipativa č l'approccio accolto dalla legge n. 3/2010 della Regione Emilia-Romagna, in cui si propone un "modello misto", in cui i livelli territoriali di governo sono i soggetti "legittimatori dei processi decisionali partecipativi su determinate questioni", mentre gli attori organizzati sul territorio partecipano al fine di risolvere i nodi critici dei problemi sottoposti dalle amministrazioni. In questo processo nel corso della trattazione si chiarisce il ruolo di soggetti terzi che rivestono il ruolo di tecnici di garanzia e del "comitato di pilotaggio", indicando anche le possibili soluzioni a situazioni di stallo e di conflitto tra i diversi attori coinvolti.
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BADII, FRANCO, and Sarah Grossi. "Il modello degli snodi decisionali nella cura del tabagismo: uno studio osservazionale." Tabaccologia 19, no. 1 (June 8, 2021): 21–32. http://dx.doi.org/10.53127/tblg-2021-a006.

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Criscitiello, Annarita. "ALLA RICERCA DELLA COLLEGIALITÀ Dl GOVERNO: I VERTICI Dl MAGGIORANZA DAL 1970 AL 1994." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 2 (August 1996): 365–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024266.

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Abstract:
PremessaLe radici della debolezza del governo collegiale nell'Italia repubblicana sono state individuate nel modello costituzionale formale così come fu ideato dai padri fondatori. Ma anche nel fatto che i governi italiani, tranne qualche eccezione, sono sempre stati governi di coalizione, una condizione che necessariamente rende il processo decisionale collegiale molto più complicato e controverso (Pappalardo 1978; Bogdanor 1983; Pridham 1986; Budge e Keman 1990; Laver e Schofield 1990).
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Piana, Daniela. "Il modello italiano di governo autonomo della magistratura: un approccio sociologico." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 56–67. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005005.

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Abstract:
Se la letteratura di carattere giuridico sulle funzioni e i fondamenti costituzionali del Consiglio superiore della magistratura č assai ampia e articolata, molto meno sviluppata č l'analisi che dello stesso CSM hanno fatto le scienze sociali, in particolare la scienza politica e la teoria dell'organizzazione. Questa mancanza č ancor piů significativa nel momento in cui le dinamiche organizzative del CSM hanno un impatto non solo sull'esito dei processi decisionali e deliberativi che hanno luogo all'interno, ma anche sulla legittimazione del CSM e, di conseguenza, della magistratura italiana dinnanzi la cittadinanza e la opinione pubblica. Questo breve saggio intende dare un contributo a una lettura dell'attivitŕ consigliare di tipo sociologico, politologico e organizzativo.
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de Palo, Valeria, Lucia Monacis, Silvana Miceli, and Maria Sinatra. "Credenze metacognitive, strategie di apprendimento e procrastinazione decisionale: un modello di mediazione." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2017): 24–36. http://dx.doi.org/10.3280/psc2017-001003.

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Chinelli, Simona. "La bioetica e i media." PARADIGMI, no. 1 (April 2011): 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001010.

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Abstract:
Si propongono in questo articolo alcuni dei risultati dell'analisi retorica cui sono stati sottoposti tutti gli articoli dedicati nel 2008 a tematiche biomediche e bioetiche da cinque quotidiani (,,,,). Ne emerge il quadro di una divulgazione bioetica in cui dominano i para-argomenti (,,,, della china scivolosa), le confusioni tra piano descrittivo e piano valoriale del discorso, le fallacie fondate su termini generici, e nuovi immaginari scientifici e sociali. Nelladell'articolo si propone un modello di comunicazione bioetica, che mira ad attivare nel lettore processi decisionali autonomi, basati su competenti conoscenze scientifiche ed etiche.
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Mannarini, Terri. "Promuovere convivenza. Interazioni dialogiche e processi di conoscenza nelle esperienze di governo partecipato." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002002.

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Abstract:
Il saggio intende mettere in evidenza come le pratiche decisionali partecipate ispirate alla filosofia della governance costituiscano sfere pubbliche parziali in cui gli attori della comunità possono tematizzare e affrontare problemi collettivi, attuando processi di risignificazione e negoziando principi e norme. L'autrice suggerisce che la relazione con l'altro e i processi di costruzione collettiva della conoscenza - assunte quali dimensioni fondamentali della convivenza - possono essere letti attraverso la lente del modello dialogico della conoscenza sociale di Marková (2003), che enfatizza la natura tensiva della relazione e la sua proprietà di generare conoscenza condivisa.
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Sobel, Russell S. "Political Incentives and Legislative Voting*." Journal of Public Finance and Public Choice 10, no. 2 (October 1, 1992): 171–82. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539518.

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Abstract:
Abstract Questo lavoro si colloca nell’ambito della letteratura di Public Choice relativa al comportamento del potere legislative e alia sua tendenza a sottrarsi ai propri incarichi.In particolare, l’autore elabora un modello che analizza i trade-offs cui i legislatori si trovano di fronte quando votano su questioni che coinvolgono interessi conflittuali degli elettori, dei lobbisti e loro propri, per cui la decisione di presentarsi per la rielezione diventa il frutto di un calcolo razionale circa le opportunità di lavoro alternative e gli altri benefici personali attesi.Da questo modello del calcolo decisionale del legislatore sono emerse una serie di implicazioni per la tendenza alio «shirking» del potere legislative Tali implicazioni sono state sottoposte a verifica empirica mediante l’utilizzo di variabili che potrebbero essere alia base del turnover registrato negli anni 80 nelle elezioni statali negli Stati Uniti.
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Leon, Paolo. "Le istituzioni economiche del capitalismo." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (January 2013): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-004001.

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Abstract:
Le istituzioni economiche del capitalismo Dopo il crollo del 2008, le principali dottrine economiche - modelli di equilibrio, ciclo reale, modelli di squilibrio - non stanno in piedi. Il problema č in parte nel velo di ignoranza di Smith: gli individui, non sapendolo, fanno l'interesse della societŕ, e perciň ignorano gli effetti macro delle loro decisioni. Non possono apprezzare il moltiplicatore degli investimenti, quello di Leontief o quello dei depositi, non capiscono il senso del termine valore aggiunto, non possono anticipare né il progresso tecnico né la legge di Engel. Un buon modo per capire da dove ripartire č quello di paragonare le istituzioni economiche dopo la Grande Depressione con le politiche di Thatcher e Reagan: la deregolazione, la moneta endogena, lo shadow banking. Semplificando, mentre prima gli impieghi determinavano i depositi e le banche erano un servizio pubblico, dopo sono i depositi che determinano gli impieghi perché le banche sono imprese come tutte le altre: e i depositi creano solo debito, leverage, e le basi del crollo.
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Mennini, Francesco Saverio, Martina Paoletti, Chiara Bini, Andrea Marcellusi, Marco Falcone, and Massimo Andreoni. "Cost-utility analysis of ceftolozane/tazobactam vs meropenem in patients with hospital-acquired pneumonia (HABP) or ventilator-associated pneumonia (VABP)." Global & Regional Health Technology Assessment 9 (April 7, 2022): 45–57. http://dx.doi.org/10.33393/grhta.2022.2287.

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Abstract:
Obiettivo: Questo studio ha lo scopo di valutare il rapporto costo-efficacia di ceftolozano/tazobactam rispetto a meropenem per il trattamento di pazienti con polmonite acquisita in ospedale (HABP) o polmonite associata a ventilazione meccanica (VABP) sia secondo la prospettiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sia secondo la prospettiva sociale. Metodo: L’analisi è stata condotta mediante lo sviluppo di un albero decisionale e di un modello di Markov al fine di catturare rispettivamente gli effetti di breve e di lungo periodo. Una popolazione target ipotetica di 1.000 pazienti con vHABP/VABP è stata seguita per un orizzonte temporale lifetime (40 anni). In particolare, con riferimento all’albero decisionale di breve termine, sono stati sviluppati due diversi setting al fine di valutare il valore della terapia empirica rispetto all’avvio del trattamento dopo la conferma dell’antibiogramma. I pazienti trattati e guariti entrano nel modello di Markov di lungo termine seguendo la mortalità della popolazione generale. Risultati: L’analisi ha evidenziato come ceftozolano/tazobactam, in entrambi i setting di trattamento (empirico e confermato), possa risultare un’opzione costo-efficace rispetto a meropenem sia nella prospettiva del SSN sia nella prospettiva sociale (ICER per QALY rispettivamente pari a € 1.913 e pari a € 2.203 per il setting di trattamento empirico e rispettivamente pari a € 6.163 e pari a € 6.597 per il setting di trattamento confermato). Conclusioni: Alla luce dei risultati emersi dall’analisi, è possibile notare come l’introduzione di ceftolozano/tazobactam all’interno del contesto sanitario italiano possa rappresentare una soluzione terapeutica valida sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo di efficacia.
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Enelow, J. M., and M. J. Hinich. "Optimal Decision Making When the Shapes and Locations of Voter Preference Curves Are Unknown*." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 3 (October 1, 1987): 161–70. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344370.

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Abstract:
Abstract In questo scritto si esamina un semplice modello di decisione in condizioni di incertezza di tipo particolare. Si assume che un comitato debba proporre un’alternativa su cui decidere in concorrenza con un’altra alternativa basata sullo status quo. I membri del comitato, che hanno proprie preferenze al riguardo, non conoscono la forma e la posizione delle curve di preferenza dei votanti. Le loro opinioni circa l’alternativa da proporre sono descritte da una funzione di distribuzione dipendente dalla locazione dello status quo, contenuta in un intervallo tra lo status quo e l’alternativa per essi ideale.Pertanto, un comitato che prende le decisioni con la regola della maggioranza semplice proporrà l’alternativa associata con la preferenza mediana del comitato. Inoltre, anche nell’ipotesi di altre regole di votazione, si dimostra che il comitato prenderà decisioni razionali, rappresentabili con curve unimodali.
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Schumann, Anja, Hans-Jürgen Rumpf, Christian Meyer, Ulfert Hapke, and Ulrich John. "Skalen zu Kernkonstrukten des Transtheoretischen Modells (TTM) im Verhaltensbereich Tabakkonsum." Zeitschrift für Gesundheitspsychologie 11, no. 2 (April 2003): 57–66. http://dx.doi.org/10.1026//0943-8149.11.2.57.

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Abstract:
Zusammenfassung. Es werden deutsche Versionen von englischsprachigen Originalinstrumenten zur Erfassung von Kernkonstrukten des Transtheoretischen Modells (TTM) im Kontext des Tabakrauchens vorgestellt. Im Einzelnen werden der “Processes of Change“ - Fragebogen zur Erfassung von Veränderungsprozessen, der “Decisional Balance“ - Fragebogen zur Erfassung der wahrgenommenen Vor- und Nachteile des Rauchens und der “Self-Efficacy“ - Fragebogen zur Erfassung der wahrgenommenen Versuchung zu rauchen bzw. der wahrgenommenen Sicherheit, auf das Rauchen verzichten zu können, präsentiert. Die Erhebungsinstrumente sind Übersetzungen der Originalinstrumente, die auf ihre Adäquatheit für den deutschen Sprach- und Kulturraum geprüft werden. Daten wurden im Rahmen der Studien “Transitions in Alcohol Consumption and Smoking (TACOS)“ erhoben. Es liegt eine bevölkerungsrepräsentative Stichprobe von 898 AktualraucherInnen und ehemaligen RaucherInnen zugrunde. Die statistischen Analysen zu den Testgütekriterien der deutschsprachigen Instrumente umfassten konfirmatorische Faktorenanalysen, Skalen- und Itemkennwerte, sowie Berechnungen zur Reliabilität und Konstruktvalidität. Im Ergebnis können sehr gute Entsprechungen zwischen den Originalinstrumenten und den deutschsprachigen Versionen belegt werden. Die TTM-Erhebungsinstrumente weisen stabile faktorielle Strukturen auf, sind hoch reliabel und valide. Damit wird ein Beitrag zur internationalen Vergleichbarkeit von Studien zum TTM geleistet.
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Maria Sole Piccioli and Corinne Reier. "La partecipazione di studenti e studentesse: una sfida nell’ambito della governance scolastica." IUL Research 3, no. 5 (June 19, 2022): 181–97. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.299.

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Abstract:
A livello normativo, non mancano riferimenti e indicazioni sulla rilevanza del coinvolgimento attivo di studenti e studentesse ai processi e alle decisioni che li riguardano. Nonostante ciò, il legame trasformativo che si crea tra partecipazione attiva e contrasto delle diseguaglianze educative è poco oggetto di approfondimento. L'articolo contribuisce al tema con riflessioni, evidenze e con un approccio sistemico. Si approfondiscono i principali riferimenti normativi nazionali e internazionali e alcuni modelli pedagogici di partecipazione dei ragazzi e delle ragazze a scuola. Nella seconda parte, si propongono alcune evidenze e interventi metodologici in programmi di contrasto alle diseguaglianze educative e iniziative di potenziamento di leadership giovanile nell’ambito della governance scolastica.
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Locurcio, Marco, Francesco Paolo Del Giudice, Debora Anelli, Francesco Tajani, and Debora Anelli. "An asset allocation model for defining optimal property portfolios in terms of risk/return." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 41–56. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212905.

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Abstract:
The widespread uncertainty that characterizes the current world economic situation has also influenced the real estate market, leading investors towards generally lower risk profiles and more stable returns. However, in the absence of adequate skills, it is difficult to carefully manage the main risks factors which occur during the decision-making process. The aim of the research is to define and implement an asset allocation evaluation model able to support public and private investors for the identification of the most suitable allocation of limited financial resources for core/core plus real estate investments. The computational logic of goal programming is applied for detecting the optimal composition of property portfolios in terms of risk/return. The proposed model has been implemented to an Italian case study, proving to be a valid support tool in the definition of efficient real estate investment strategies. L’instabile congiuntura economica ha determinato un atteggiamento prudente degli investitori immobiliari pubblici e privati, indirizzandoli verso strategie di allocazione delle risorse caratterizzate da rischi contenuti e da rendimenti costanti. Nonostante ciò, i fattori di rischio che possono influenzare la performance di un portafoglio immobiliare sono molteplici e spesso difficilmente gestibili senza le competenze adeguate. L’obiettivo della presente ricerca riguarda la definizione e la sperimentazione di un asset allocation model che, attraverso la logica e gli algoritmi del Goal Programming, possa supportare il generico investitore – dotato di budget finanziario prestabilito e interessato ad investimenti di tipo core e core-plus - nel complesso processo decisionale finalizzato alla costruzione di portafogli immobiliari “ottimali” in termini di rischio/rendimento. I risultati ottenuti dall’applicazione a un ipotetico caso studio inerente a immobili ubicati nel contesto territoriale italiano, evidenziano le potenzialità del modello proposto, quale valido strumento di supporto alle decisioni nella definizione di strategie d’investimento immobiliare efficienti.
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Grunow, Daniela. "Flexicurity, insicurezza del lavoro e formazione di una famiglia: la condizione giovanile in Danimarca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 75–92. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124005.

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Abstract:
Questo articolo descrive come il processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro e l'attuale crisi economica abbiano modificato l'assetto occupazionale dei giovani in Danimarca dagli anni '80 del novecento al 2010. L'autrice si interroga se la flessibilizzazione abbia influenzato le decisioni di lungo termine dei giovani, quali l'unione di coppia, l'autonomizzazione dai genitori, la costruzione di una famiglia. Dai dati a disposizione sembra che il modello danese abbia successo, se paragonato alla maggior parte dei paesi che fanno parte dell'Oecd, in riferimento al basso incremento della disoccupazione giovanile. Non ci sono evidenze del fatto che i cambiamenti nell'economia danese abbiano condizionato decisioni relative alle unioni di coppia, alla formazione di una famiglia, alla fertilitŕ. Le politiche attive del lavoro unite a un mercato del lavoro flessibile sembrano distribuire i rischi occupazionali in modo più uniforme tra i giovani e le generazioni più anziane.
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Fedrizzi, Mario. "Decisioni di gruppo e consenso: Un modello nell'ambito della teoria degli insiemi sfocati." Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 9, no. 1 (March 1986): 53–61. http://dx.doi.org/10.1007/bf02093735.

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Alpa, Guido. "Quale modello di governo dell'economia in Italia?" ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (October 2011): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Abstract:
Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Donna, Giorgio, Salvatore Nieddu, and Daniele Allara. "Modello di analisi decisionale della gestione terapeutica della polmonite acquisita in comunità e creazione di valore." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 2, no. 2 (June 15, 2001): 109–14. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v2i2.722.

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Abstract:
The pharmacoeconomical analysis of the strategies in the disease management of the Community-Acquired Pneumonia (CAP) is a very good starting point for considering the value creation utility. The value creation represents a basic target for the health area, both in short term management and in strategic management: in fact, creating value means to satisfy people health interests and needs. The cost-benefit analysis (CBA) is the more functional economic valuation method, fitting the value creation model in the best possible way. In fact it examines the greatest number of variables that generates costs and benefits, having an influence on the value creation. In the CAP specific case, the question is if it’s possibile to reduce the average days of stay and/or to reduce the admissions to hospital, considering if this changes can generate a health value creation by causing more benefits than costs. This study presents data and values related to infectious disease hospitalization to analyse the resources economy from days of stay cutback and admission to hospital number.
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Lavalle, Tiziana, Assunta De Luca, Francesco Ripa di Meana, Gennaro Ciliberto, Aldo Morrone, and Branka Vujovic. "Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) ed emergenza sanitaria da Coronavirus: l'esperienza maturata durante la fase di lockdown e la fase 2 Covid-19." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 49–77. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115004.

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Abstract:
All'inizio del periodo pandemico, si e verificata una forte polarizzazione delle risorse sanitarie e dei professionisti verso la prevenzione della rapida diffusione del SARS-CoV-2, riducendo l'attenzione alle malattie croniche e alla cura oncologica, compromettendo cosi la continuita terapeutica e gli esiti dei trattamenti. In questo scenario avvincente e travolgente, gli IFO sono rimasti ancorati alla propria missione di fornire cure specialistiche ai pazienti oncologici, dermatologici e con malattie rare. Qui, si presenta una sintesi delle decisioni strategiche assunte e dei piani sviluppati per ridurre la diffusione del virus, mentre ci si sforzava di avvicinare l'ospedale ai pazienti. Si spera che questa esperienza possa servire da risorsa per informare i modelli di assistenza in caso di futuri focolai epidemiologici.
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Viscomi, Antonio. "Il pubblico impiego: evoluzione normativa e orientamenti giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137002.

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Abstract:
L'A. dimostra preliminarmente come la stratificazione delle fonti regolative e l'apporto alluvionale e multilivello di prassi amministrative, discipline contrattuali, decisioni giurisprudenziali abbia determinato la contestuale presenza di modelli regolativi riconducibili a paradigmi organizzativi e regolativi tra loro discontinui, con conseguente incremento dei livelli di incertezza ricostruttiva. Propone, quindi, un approccio metodologico idoneo a rappresentare la pluralitŕ differenziata degli interessi che caratterizza il lavoro pubblico, assicurando l'emersione nei singoli microsistemi dei caratteri di specificitŕ del contesto e di specialitŕ del testo normativo. Sottolinea infine l'urgenza di una pertinente valoriz- zazione della funzione nomofilattica della Cassazione evidenziando la necessitŕ di assicurare un adeguato grado di stabilitŕ delle aspettative e dei comportamenti degli attori sociali soprattutto in contesti segnati da elevata complessitŕ organizzativa, regolativa e gestionale.
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Curini, Luigi. "CAPITALE SOCIALE, AZIONE COLLETTIVA E RENDIMENTO ISTITUZIONALE: IL CASO DI UN PROGRAMMA DI MICROFINANZA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 1 (April 2003): 113–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026988.

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Abstract:
IntroduzioneL'importanza dei problemi legati all'azione collettiva — e più in generale alla cooperazione — per lo studio della politica non può essere trascurata. In effetti, è difficile trovare un'area della vita sociale in cui siano assenti. Alcuni di questi problemi trovano delle soluzioni; molti altri no. A questo riguardo, si è spesso fatto uso del dilemma del prigioniero, in cui la defezione domina indipendentemente dalle decisioni attese da parte dei singoli attori. Sebbene tuttavia tale modello fornisca importanti spunti per comprendere le complesse dinamiche legate a un'interazione tra più individui, tende a sottovalutare il ruolo delle aspettative, con conseguenze rilevanti sia da un punto di vista teorico che di policy making.
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Vanni, Fabio. "La consultazione psicologica in adolescenza." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 79–101. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001006.

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Abstract:
Il testo traccia le linee generali di un modello di consultazione psicologica con l'adolescente che si rifŕ alla teoria del soggetto relazionale elaborata all'interno della Societŕ Italiana di Psicoanalisi della Relazione. Una volta richiamati i punti principali del pensiero teorico sull'etŕ adolescenziale che fa da retroterra alla clinica, viene declinata l'impostazione della consultazione a partire dalla concezione sistemica degli attori in campo, sia per la parte clinica che per quella dell'adolescente, il contesto, gli obiettivi. La consultazione viene assunta come momento centrale della clinica psicologica dell'etŕ adolescenziale e descritta in tutta la sua complessitŕ conoscitiva, decisionale, interattiva e dinamica. Viene proposta come un processo diagnostico e terapeutico che puň concludersi in sé o fare da premessa a sviluppi terapeutici diversificati co-costruiti sulle esigenze specifiche di quel sistema che ha al centro l'adolescente. Numerose esemplificazioni cliniche aiutano a comprendere le proposte tecniche.
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Feresin, Mariachiara. "I consulenti tecnici d'ufficio nei casi di affidamento dei bambini in situazioni di violenza domestica in Italia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (April 2022): 116–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003011.

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Abstract:
In Italia, la legge 8 febbraio 2006, n. 54, Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli e il decreto legislativo 28 dicembre 2013, n. 154, Revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, hanno stabilito che l'affidamento congiunto e la bigenitorialità sono fondamentali per garantire il miglior interesse del bambino. Nel processo di determinazione dell'affidamento dei figli, i giudici possono nominare un esperto (consulente tecnico d'ufficio-Ctu) per valutare le competenze genitoriali. Scopo di questo studio qualitativo è di indagare le conoscenze, le opinioni e il modus operandi dei Ctu nei casi di affidamento dei figli in situazioni di violenza domestica (VD). Sono state condotte interviste semistrutturate con 15 Ctu, poi analizzate qualitativamente. I risultati suggeriscono che nella gestione dei casi di affidamento dei figli, la maggior parte dei Ctu presenta: forti pregiudizi contro le donne, spesso colpevolizzate e/o penalizzate; adesione a modelli controversi (ad es. l'alienazione parentale); scarsa conoscenza del fenomeno della VD e della legge. È necessario sviluppare e implementare linee guida sul processo decisionale per l'affidamento dei bambini nel contesto della VD.
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Barberis, Mauro. "Giustizia predittiva: ausiliare e sostitutiva. Un approccio evolutivo." Milan Law Review 3, no. 2 (December 30, 2022): 1–18. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/19506.

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Abstract:
Si parla della giustizia predittiva: l’applicazione alle decisioni giudiziali dell’intelligenza artificiale (IA), sia ristretta allo svolgimento di funzioni particolari dell’intelligenza umana, sia generale, tale da sostituirla nella sua interezza. Analizzare questi obiettivi, qui attribuiti alla giustizia predittiva rispettivamente ausiliare e sostitutiva, è rilevante ad almeno tre scopi. Il primo scopo, pratico, attribuibile alla giustizia ausiliare, è contribuire all’accelerazione dei processi. Il secondo scopo, teorico, attribuibile alla giustizia sostitutiva, è soprattutto fornire, per contrasto, un modello di come i giudici ragionano effettivamente, confrontando attività induttive, più tipiche del common law, e attività deduttive, piu tipiche del civil law. Il terzo scopo, normativo, è valutare la compatibilità della giustizia sostitutiva con i princìpi costituzionali e internazionali: valutazione che risulta decisamente negativa.
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Bottero, Marta, Caterina Caprioli, Giulia Datola, Alessandra Oppio, and Francesca Torrieri. "Regeneration of Rogoredo railway: a combined approach using multi-criteria and financial analysis [Un approccio integrato per la rigenerazione dello scalo ferroviario di Rogoredo]." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 89–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223107.

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Abstract:
Abandoned areas such as neglected railways and urban voids represent a suitable opportunity for the regeneration and requalification of cities, according to the paradigms of sustainability and resilience. Urban transformation and urban regeneration processes are characterized by a high level of complexity, a dynamic behavior over time and interactions between the various actors involved in the process. Within this context, the present paper proposes the application of a combined evaluation framework, based on the integration of Multi-Criteria Decision Analysis (MCDA) with a Financial Analysis (FA) to assess different strategic scenarios for the regeneration of the Rogoredo railways area (Milan, Italy). The purpose of this framework is to take into account the complexity of the decision- making process, considering both the qualitative (social and environmental) and quantitative (economic- financial) aspects. In detail, the railway yards in the Rogoredo area in Milan (Italy) represent an emblematic case. The city of Milan, within the Territory Governance Plan (PGT), has already proposed interventions in this site aimed at reconnecting the infrastructural node and making it an attractive and inclusive pole. The present paper demonstrates the usefulness of evaluation procedures in supporting the entire decision-making process and defining the most suitable scenario considering the initial objective and the stakeholders’ interests. The innovative value provided by this application is represented precisely by the possibility of considering both the developer point of view through FA and the broader public perspective through the support of MCDA. This approach allowed to build and evaluate transformation scenarios capable of both attracting potential investors and promoting sustainable mobility models, social inclusion, eco-sustainable development, improvement of environmental quality through the design of new public areas, green spaces, and services for citizens. I vuoti urbani, quali ex aree industriali ed ex scali ferro- viari, rappresentano oggi un’importante occasione di riconversione delle città, nell’ottica di uno sviluppo in chiave sostenibile, resiliente e circolare. Tuttavia, gli interventi di trasformazione e rigenerazione urbana sono caratterizzati da un elevato grado di complessità e dinamicità, così come da un’elevata interazione tra le diverse componenti urbane, quali gli aspetti economici, ambientali, sociali e tra i diversi attori coinvolti nel processo. In questo contesto, l’approccio metodologico proposto nel presente contributo combina le Analisi- Multicriteri (AMC) con l’analisi Analisi Finanziaria (AF). Questo modello permette di analizzare e supportare il processo decisionale nella sua complessità, considerando sia gli aspetti qualitativi (sociali e ambientali) sia quelli quantitativi (economico- finanziari). Il caso degli scali ferroviari dell’area di Rogoredo a Milano (Italia) rap- presenta un caso emblematico. La stessa città di Milano, già all’interno del Piano di Governo del Territorio (PGT), propone interventi volti alla riconnessione di questo nodo infrastrutturale per renderlo un polo attrattivo e inclusivo. L’obiettivo di questo contributo è quello di applicare le AMC con l’AF per la valutazione di scenari alternativi, volti alla riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Rogoredo. La valutazione diventa, quindi, parte integrante dell’intero processo decisionale, supportandone tutte le fasi, da quella iniziale fino alla definizione dello scenario più idoneo agli obiettivi prefissati e agli interessi degli stakeholder coinvolti. Il valore aggiunto fornito dalla presente applicazione è rappresentato proprio dalla possibilità di considerare sia il punto di vista degli investitori, attraverso l’AF, sia la più ampia prospettiva pubblica, attraverso il supporto delle AMC. In questo modo è stato possibile costruire e valutare scenari di trasformazione in grado di attrarre possibili investitori e al tempo stesso capaci di promuovere modelli di mobilita sostenibile, forme di inclusione sociale, sviluppo eco-sostenibile, miglioramento della qualità ambientale, attraverso la progettazione di nuove aree pubbliche, spazi verdi e servizi per i cittadini. In questo processo, la valutazione assume un ruolo essenziale in quanto consente di mettere in luce i diversi obiettivi perseguiti dall’intervento di rigenerazione e le loro eventuali conflittualità. Inoltre, la loro identificazione può supportare la definizione di scenari alternativi di sviluppo, rendendo partecipati sia il processo progettuale sia quello decisionale.
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Marino, Vittoria, and Giada Mainolfi. "Valutazione e analisi del processo di country branding. La percezione del capitale reputazionale dell'Italia nel mercato cinese." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (November 2010): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004005.

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Abstract:
Il lavoro esplora la relazione tra gli stereotipi legati al paese di origine e le valutazioni dei consumatori relative ai sistemi di offerta estera. La costante evoluzione del- l'impatto del country-of-origin (Coo) richiede un'analisi approfondita che valorizzi la sua natura di indicatore multidimensionale. La ricerca propone un'originale concettualizzazione riferibile alla prospettiva della country reputation al fine di ricostruire e comprendere le dinamiche effettive del fenomeno del Coo. La reputazione rappresenta un criterio interpretativo alla base delle influenze esercitate dal paese di origine sulle decisioni finali prese dai consumatori esteri. Un'indagine sul campo finalizzata alla verifica delle relazioni tra l'Italia, paese di origine, e la Cina, mercato obiettivo, ha testato il modello proposto. Nello studio sono state, inoltre, esaminate le strategie per la creazione di un country brand per il made in Italy.
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Eandi, Mario. "Costruzione di un modello decisionale per valutare la costo/efficacia delle strategie alternative nella terapia della polmonite acquisita in comunità." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 2, no. 1 (March 15, 2001): 37–61. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v2i1.720.

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Abstract:
Aim of this paper was to analyse the cost effectiveness of the main alternative (and complementary) strategies in the disease menagement of the Community-Acquired Pneumonia (CAP): hospital admission vs home-care, antibiotic parental vs oral therapy, switch vs no-switch therapy, and early discarge vs conventional hospitalization. The cost effectivenessanalysis (CEA) has been performed by implementing a general decision tree model wich describes all the main decisional and change nodes encountered in the clinical course from the firm sign and symptoms of CAP (root) to the final aoutcomes: full recovery or death (terminal nodes). We assumed the perspectives of three main institutional decision-makers: the society, the italian national healthcare system (NACS), and the hospital. In the perspective of society both the direct (health and non-health) costs and the indirect costs have been included, while in the perspective of the NACS only the health-direct costs were considered. In the perspective of the hospital we considered the overall mean expences sustained for each day of staying in the general and in the intensive care unit. Separately, the antibiotic treatement costs to hospital have been accounted. As effectiveness we considered the percentage of recovery for each class of mortality aqccording to fine. Most of the probability data used in the model were obtained or derived from the published literature. The cost were valued according to the Italian NACS charges and prices in use during the year 2000. According to the model structure, the main expenditure factor for the SSN is the hospitalization cost, while the home care is less expensive. The antibiotic parentenal therapy, during hospedalization or home care, is more expensive than the antibiotic oral therapy; but the cost difference between one therapy and the other is clearly lower than the cost difference between the hospitalization and the home care. The optimum expenditure situation for the SSN, the Society and also for the Hospital coul be obtained by decreasing the days of hospital stay in and by choosing to hospitalize the patients according to the death risk. The sensitivity analysies performed confirmed the robusteness of the results obtained with the model. However the model and its usefulness in decision-making will be definitely confirmed when clinical and epidemiological robust data on CAP in Italy will be available.
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Burgio, Alberto. "Il nazismo come malattia dell'"anima tedesca"." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2012): 187–208. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002002.

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Abstract:
Per comprendere quanto avvenne nella Germania e nell'Europa dominate dal nazismo (in particolare lo sterminio pianificato di malati, ebrei, "zingari" e slavi) č indispensabile «capire i tedeschi» (Primo Levi), poiché il regime nazista si avvalse della costante partecipazione attiva della maggioranza della popolazione. Come osservň Thomas Mann, un fattorechiave del consenso plebiscitario ottenuto dal regime fu - insieme a una forte domanda di ordine e sicurezza e alla propensione ad affidarsi alle decisioni di un capo carismatico - il bisogno diffuso di appartenere a una comunitŕ omogenea, coesa e chiusa, il che generň un clima psicologico e morale favorevole alla deumanizzazione degli "estranei" e dei nemici interni ed esterni. Di questi tratti dell'«anima tedesca» (Mann), verosimilmente alimentati da un modello educativo autoritario mutuato dal mondo militare, occorre tenere conto ai fini di una pertinente ricostruzione degli eventi storici.
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Fabrizi, Adele, Emanuela Napoli, and Gaetano Gambino. "Disordini della differenziazione sessuale e sviluppo dell'identitŕ di genere: linee guida per il management psico-medico." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (July 2011): 35–54. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-001003.

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Abstract:
La definizione di "Disordini della differenziazione sessuale" (DDS) indica una serie di condizioni cliniche congenite nelle quali lo sviluppo del sesso cromosomico, gonadico e/o fenotipico č atipico. L'attribuzione del sesso in neonati con genitali ambigui puň sollevare importanti problematiche bioetiche da parte di medici, chirurghi e genitori, condizionando, non di rado, la strutturazione dell'identitŕ sessuale e l'assunzione del genere. L'(ISNA), fautrice del rinvio in etŕ adulta degli interventi medici e chirurgici sui genitali, nel 2006 ha proposto delle linee guida per un nuovo modello di trattamento dei DDS. Il presente lavoro offre una review della letteratura scientifica di riferimento, con lo scopo di descrivere come si sono modificate nel tempo le decisioni circa l'attribuzione medica del sesso dei pazienti e analizzare lo sviluppo dell'identitŕ di genere in tali condizioni cliniche, evidenziando gli elementi principali di un adeguato management psico-medico.
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De Fiore, Luca. "Il ruolo formativo dell'editoria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 153–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001009.

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Abstract:
Durante il Novecento, numerose case editrici hanno svolto un ruolo importante per la crescita culturale dell'Italia, una funzione formativa molto simile a quella che ha caratterizzato l'attività di molti editori di paesi come Francia, Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Quasi sempre l'attività editoriale era legata al contributo di intellettuali che svolgevano un ruolo politico-culturale attraverso l'impegno professionale: narratori, giornalisti, poeti. Questa funzione esplicitamente pedagogica dell'editoria è stata messa in crisi verso la fine del secolo scorso dall'esaurirsi della stagione politicamente più coinvolgente e conflittuale e, allo stesso tempo, dall'emergere di nuovi modelli di gestione che affidavano la conduzione aziendale a dirigenti più attenti ai risultati economici che al prestigio culturale. Con l'inizio del nuovo millennio, l'editoria italiana e internazionale ha iniziato a essere dominata da multinazionali proprietarie dei marchi storici dell'editoria e spesso gestite in maniera impersonale. L'editoria scientifica è forse quella che meglio ha saputo adattarsi alla gestione manageriale e, forse non a caso, è la più attraversata dal cambiamento: una delle questioni più discusse riguarda la qualità dei contenuti e gli strumenti per la sua valutazione precedente (peer review) e successiva alla pubblicazione (gli indici bibliometrici hanno assunto un potere determinante per la progressione delle carriere dei professionisti sanitari). Anche i modelli di accesso alle riviste sono molto cambiati, nonostante l'open access in grande ascesa rischi di discriminare i ricercatori delle nazioni a basso reddito. In un contesto culturale, sociale e politico molto cambiato rispetto al secolo scorso, anche l'attività, le scelte e le decisioni delle case editrici meno esposte o schierate politicamente possono avere un valore culturale non trascurabile contribuendo così a formare punti di vista sul mondo. E non è detto che - proprio grazie al lavoro degli editori - queste prospettive sul futuro non possano tornare a ispirarsi ai valori che hanno orientato la cultura del Novecento.
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Toffanin, Angela Maria. "Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Abstract:
Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Si, Qi, Kehong Yu, Paul D. Loprinzi, Bradley J. Cardinal, Hyo Lee, Zi Yan, Fuzhong Li, and Haiqun Liu. "Promoting Exercise Behavior among Chinese Youth with Hearing Loss: A Randomized Controlled Trial Based on the Transtheoretical Model." Psychological Reports 109, no. 3 (December 2011): 896–906. http://dx.doi.org/10.2466/06.11.13.15.pr0.109.6.896-906.

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Abstract:
The transtheoretical model proposes that behavior change is experienced as a series of stages. Interventions tailored to these stages are most likely to be effective in progressing people through the model's hypothesized behavior change continuum. In this study, a stage-tailored, 12-week, exercise behavior intervention based on the transtheoretical model was conducted among a sample of 150 Chinese youth with hearing loss. Participants were randomized into an intervention or control group with all the core transtheoretical model constructs assessed pre-and post-intervention. Participants in the intervention group showed greater advances in their stage of exercise behavior change, decisional balance, and processes of change use compared to those in the control group. The intervention, however, was insufficient for increasing participants' self-efficacy for exercise behavior. The findings partially support the utility of the theory-based intervention for improving the exercise behavior of Chinese youth with hearing loss, while simultaneously helping to identify areas in need of improvement for future applications.
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