Academic literature on the topic 'Mitochondrial adaptation'
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Journal articles on the topic "Mitochondrial adaptation"
Hadjivasiliou, Zena, Andrew Pomiankowski, Robert M. Seymour, and Nick Lane. "Selection for mitonuclear co-adaptation could favour the evolution of two sexes." Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences 279, no. 1734 (December 7, 2011): 1865–72. http://dx.doi.org/10.1098/rspb.2011.1871.
Full textLevitskii, Baleva, Chicherin, Krasheninnikov, and Kamenski. "S. cerevisiae Strain Lacking Mitochondrial IF3 Shows Increased Levels of Tma19p during Adaptation to Respiratory Growth." Cells 8, no. 7 (June 26, 2019): 645. http://dx.doi.org/10.3390/cells8070645.
Full textBraun, Ralf J., and Benedikt Westermann. "Mitochondrial dynamics in yeast cell death and aging." Biochemical Society Transactions 39, no. 5 (September 21, 2011): 1520–26. http://dx.doi.org/10.1042/bst0391520.
Full textBallantyne, J. S., and M. E. Chamberlin. "Adaptation and evolution of mitochondria: osmotic and ionic considerations." Canadian Journal of Zoology 66, no. 5 (May 1, 1988): 1028–35. http://dx.doi.org/10.1139/z88-152.
Full textJohnston, I. A., H. Guderley, C. E. Franklin, T. Crockford, and C. Kamunde. "ARE MITOCHONDRIA SUBJECT TO EVOLUTIONARY TEMPERATURE ADAPTATION?" Journal of Experimental Biology 195, no. 1 (October 1, 1994): 293–306. http://dx.doi.org/10.1242/jeb.195.1.293.
Full textJohnson, Gyasi, Damien Roussel, Jean-François Dumas, Olivier Douay, Yves Malthièry, Gilles Simard, and Patrick Ritz. "Influence of intensity of food restriction on skeletal muscle mitochondrial energy metabolism in rats." American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism 291, no. 3 (September 2006): E460—E467. http://dx.doi.org/10.1152/ajpendo.00258.2005.
Full textBarreto, Pedro, Alessandra Koltun, Juliana Nonato, Juliana Yassitepe, Ivan de Godoy Maia, and Paulo Arruda. "Metabolism and Signaling of Plant Mitochondria in Adaptation to Environmental Stresses." International Journal of Molecular Sciences 23, no. 19 (September 23, 2022): 11176. http://dx.doi.org/10.3390/ijms231911176.
Full textTobler, M., N. Barts, and R. Greenway. "Mitochondria and the Origin of Species: Bridging Genetic and Ecological Perspectives on Speciation Processes." Integrative and Comparative Biology 59, no. 4 (April 20, 2019): 900–911. http://dx.doi.org/10.1093/icb/icz025.
Full textAssayag, Miri, Ann Saada, Gary Gerstenblith, Haifa Canaana, Rivka Shlomai, and Michal Horowitz. "Mitochondrial performance in heat acclimation—a lesson from ischemia/reperfusion and calcium overload insults in the heart." American Journal of Physiology-Regulatory, Integrative and Comparative Physiology 303, no. 8 (October 15, 2012): R870—R881. http://dx.doi.org/10.1152/ajpregu.00155.2012.
Full textZhao, Ruzhou, Yixin Xu, Xiaobo Wang, Xiang Zhou, Yanqi Liu, Shuai Jiang, Lin Zhang, and Zhibin Yu. "Withaferin A Enhances Mitochondrial Biogenesis and BNIP3-Mediated Mitophagy to Promote Rapid Adaptation to Extreme Hypoxia." Cells 12, no. 1 (December 25, 2022): 85. http://dx.doi.org/10.3390/cells12010085.
Full textDissertations / Theses on the topic "Mitochondrial adaptation"
Butera, Gaia. "Mitochondrial adaptation in parvalbumin knockout muscle fibres." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3422345.
Full textBigger, Brian William. "Adaptation of the mitochondrial genome as a vehicle for gene delivery." Thesis, Imperial College London, 2000. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.325568.
Full textMcCullagh, Bonnie. "Sequence evolution among divergent mitochondrial haplotypes within species of Junonia butterflies." Journal of Asia-Pacific Entomology, 2015. http://hdl.handle.net/1993/31105.
Full textFebruary 2016
Campo, Antonio. "Role and regulation of the mitochondrial calcium uniporter (MCU) in cardiac adaptation to stresses." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3427141.
Full textDal momento della nascita, per tutta la durata della vita, il miocardio è costituito da un numero pressoché fisso di cardiomiociti (CM). Infatti, la crescita postnatale del cuore è di tipo ipertrofico, per cui lo sviluppo del cardiomiocita, anch’esso di tipo ipertrofico, avviene attraverso un profondo rimodellamento strutturale, funzionale e metabolico. Una volta raggiunto un completo sviluppo, il cuore adatta continuamente la sua contrattilità e struttura in base alle richieste perfusionali dell’organismo, che variano in base a fattori intrinseci ed ambientali. Stimoli acuti determinano la modulazione della contrattilità, mentre stimoli cronici, che richiedono una performance elevata nel tempo, fanno sì che i cardiomiociti rimodellino la loro struttura, crescendo ulteriormente per sostenere l’aumentato carico meccanico. In base a tipo, intensità e durata dello stimolo ipertrofico, il rimodellamento cardiaco può portare ad ipertrofia fisiologica (come nel caso del “cuore d’atleta”) o patologica (ad esempio nel sovraccarico pressorio): in quest’ultimo caso, la crescita ipertrofica risulterà nel tempo in scompenso cardiaco, insufficienza cardiaca e morte. Nonostante i fenotipi cellulare e clinico siano distinti, il comune denominatore di queste condizioni è che, nelle fasi iniziali, i processi sono di tipo adattativo e comprendono la deposizione di nuovi sarcomeri nei cardiomiociti, per garantire una contrattilità migliorata o quanto meno preservata. Queste proprietà richiedono entrambe una maggiore produzione di ATP. Non sorprende quindi il fatto che la regolazione della funzione mitocondriale sia un processo critico per la produzione di ATP, per soddisfare il fabbisogno energetico durante la crescita ipertrofica. I mitocondri sono la “centrale energetica” della cellula e la concentrazione di Ca2+ opera come un regolatore dinamico primario della produzione di ATP. Nei cardiomiociti, l’influsso di Ca2+ nella matrice mitocondriale avviene durante l’aumento di Ca2+ sistolico ed è mediato dal complesso dell’uniporto mitocondriale per il calcio (MCUC), recentemente identificato. L’uptake di Ca2+ mitocondriale è un processo fondamentale nella modulazione acuta della contrattilità durante la risposta “fight-or-flight” attivata dall’attivazione dei recettori ß-adrenergici. A prova di ciò, la delezione di MCU nel modello murino diminuisce la capacità d’esercizio7, mentre la riduzione di MCU nelle cellule del nodo senoatriale o dei ventricoli riduce le risposte cronotropiche o contrattili, rispettivamente, indotte dalla stimolazione ß-adrenergica. Al momento non è noto se avvengano cambi nell’espressione delle proteine formanti MCUC in diverse situazioni fisiopatologiche, così come non è noto l’effetto della modulazione dell’uptake di Ca2+ mitocondriale durante il rimodellamento cardiaco. Su queste basi, gli obiettivi del mio progetto di dottorato sono: 1) Identificare i meccanismi molecolari coinvolti nella regolazione endogena di MCU; 2) Determinare se MCU ha un ruolo nel rimodellamento fisiologico e patologico del cuore; 3) Sviluppare un modello sperimentale di cardiomiociti isolati da cuori neonati per la caratterizzazione in vitro delle dinamiche del Ca2+mitocondriale su tempi prolungati. Risultati. 1. Il contenuto dell’uniporto mitocondriale per il calcio (MCU) nei cardiomiociti è dinamicamente regolato da miR-1 nell’ipertrofia fisiologica e patologica. In esperimenti preliminari condotti nel nostro laboratorio, abbiamo confrontato i livelli proteici di MCU in cuori normali ed ipertrofici, ed abbiamo osservato che le variazioni nel contenuto proteico di MCU non erano accompagnate da variazioni in parallelo del suo trascritto. Ciò ci ha portato ad investigare se, nel rimodellamento cardiaco, potesse avvenire una regolazione post-trascrizionale di MCU. Ci siamo così focalizzati sui microRNA (miR), piccole sequenze non codificanti di RNA (18-25 nucleotidi) capaci di modulare finemente l’espressione di svariati geni, grazie all’interferenza con la stabilità o la traduzione dell’mRNA target. Un numero crescente di evidenze rivela il ruolo fondamentale dei miRs nell’ipertrofia cardiaca e, in altri tessuti, è stato dimostrato come certi miR regolino il contenuto di MCU. Tramite ricerca bioinformatica, abbiamo identificato diversi microRNA che potrebbero appaiarsi alla regione 3’UTR di MCU. Tra questi, ci siamo focalizzati su miR-1 per la sua espressione muscolo-specifica, il suo ruolo critico nell’ipertrofia cardiaca, la sua omologia conservata tra diverse specie e la specificità per MCU tra i membri del complesso MCUC. Il saggio di luciferasi ha confermato quanto predetto dalla bioinformatica ed ha permesso di identificare specifiche sequenze complementari sul gene di MCU. Consistentemente, cardiomiociti over-esprimenti miR-1 hanno mostrato un diminuito contenuto proteico di MCU senza alterazioni nel suo mRNA, risultando in una riduzione significativa nella capacità di importare Ca2+ nella matrice mitocondriale. Quindi, abbiamo testato l’ipotesi che il contenuto di MCU fosse modulato in condizioni di ipertrofia associate a variazioni nell’espressione di miR-1, quali: i) lo sviluppo postnatale, ii) l’esercizio moderato, iii) il sovraccarico pressorio. Confrontando cuori neonati ed adulti abbiamo osservato che l’espressione di miR-1 aumenta, in linea col suo ruolo di repressore del programma genico fetale. Questo calo di miR-1 è accompagnato da un aumento nel contenuto proteico di MCU senza che ne aumentasse il trascritto. Inoltre, abbiamo osservato come solo il contenuto di MCU vari, tra i vari membri del complesso, eccezion fatta per l’mRNA di MCUb, che aumenta. Quindi, abbiamo analizzato l’asse miR-1/MCU in cuori ipertrofici murini e umani, con rimodellamenti sia fisiologici che patologici. Nei topi, l’ipertrofia fisiologica è stata indotta tramite protocollo di esercizio cronico, efficace nel determinare ingrandimento cardiaco, dei singoli cardiomiociti ed un aumento della contrattilità35. Il confronto coi cuori di topi sedentari ho dimostrato come il livello di miR-1 scenda nell’esercizio e, consistentemente, quello proteico di MCU salga. L’analisi del complesso in cuori sottoposti a costrizione aortica ha dimostrato come, durante l’iniziale fase compensata, caratterizzata da crescita dei cardiomiociti senza scompenso, le variazioni di miR-1 e MCU rispecchino quelle osservate nei topi esercitati. Inoltre, le reciproche variazioni di miR-1 e MCU accadono anche in un modello di ipertrofia di rilevanza clinica, come dimostrato dalle analisi di biopsie cardiache umane provenienti da donatori sani e pazienti con ipertrofia causata da stenosi aortica. Questi risultati indicano che, indipendentemente dalla natura dello stimolo ipertrofico (fisiologico o ipertrofico), l’iniziale adattamento cardiaco all’aumentata richiesta contrattile è caratterizzato da analoghi aumenti nella disponibilità cellulare di MCU. Viste le variazioni analoghe dell’asse miR-1/MCU riscontrate sia in ipertrofia indotta da esercizio che in quella compensata patologica, abbiamo ipotizzato che ci sia un meccanismo regolatorio comune. Ci siamo così focalizzati sul sistema ß-adrenergico, il primo meccanismo fisiologico coinvolto nella risposta all’aumentato carico di lavoro, condizione che accomuna sia ipertrofia da esercizio che da costrizione aortica. L’attivazione del signalling ß-adrenergico, infatti, determina aumento delle oscillazioni di Ca2+ citosolico e conseguentemente dell’uptake mitocondriale. In parallelo, l’attivazione di queste cascate di segnale è coinvolta nell’attivazione di vie di segnale di ipertrofia come Akt-FOXO. È interessante notare che l’espressione di miR-1, come è stato dimostrato, dipende da FOXO3a, indicando che, in condizioni di attivazione cronica dei recettori ß-adrenergici, il blocco della traslocazione nucleare di FOXO3a potrebbe inibire l’aumento di miR-1. Per supportare questa ipotesi, abbiamo trattato topi sottoposti a costrizione aortica col ß-bloccante metoprololo che, in linea con quanto ipotizzato, è stato in grado di abolire la repressione di miR-1 e di conseguenza l’aumento di MCU. Conclusioni e prospettive future. Complessivamente, i nostri dati identificano miR-1 come un nuovo regolatore post-trascrizionale di MCU e supportano l’idea che l’asse miR-1/MCU sia coinvolto nel rimodellamento ipertrofico fisiologico e patologico. Esperimenti futuri mireranno ad approfondire il ruolo causale di miR-1 nella modulazione di MCU, ed a identificare la via molecolare coinvolta nel processo. Attualmente esistono tools farmacologici (quali miR-mimics o antagomiRs) in grado di interagire coi miR endogeni, antagonizzandoli o sostituendoli, modulando con efficacia e selettività l’espressione degli mRNA target. Su queste basi, il nostro studio sull’asse miR-1/MCU può aprire a nuove prospettive terapeutiche per trattare l’ipertrofia cardiaca. 2. MCU partecipa all’adattamento cardiaco a stimoli ipertrofici. L’osservazione di come il contenuto di MCU cali durante la fase maladattativa dell’ipertrofia patologica, suggerisce che esso fluttui nelle varie fasi dell’ipertrofia. Questa osservazione ci ha indotto a cercare di determinare se MCU potesse avere un ruolo attivo nel rimodellamento cardiaco. Per testare quest’ipotesi, abbiamo modulato il livello di MCU in topi successivamente sottoposti a sovraccarico pressorio. Inoltre, per avere dettagli meccanicistici sul signalling cellulare, abbiamo modulato l’espressione di MCU in vitro, e abbiamo studiato l’effetto della sua overespressione o silenziamento nella risposta ad incubazione cronica con agonisti adrenergici. Per studiare il ruolo di MCU nell’adattamento cardiaco in vivo, abbiamo overespresso o silenziato l’uniporto mediante l’uso di vettori virali (AAV9). La modulazione di MCU, per sé, non ha alterato la struttura e la performance cardiaca. Tuttavia, quando abbiamo sottoposto gli animali a TAC, abbiamo osservato come l’overespressione di MCU comporti aumentata crescita ipertrofica, confrontando con animali WT allo stesso tempo dopo l’inizio della costrizione aortica. Inoltre, il rimodellamento nei topi overesprimenti ha caratteristiche simili a quello dell’ipertrofia fisiologica, quali aumentata densità capillare, scarsa fibrosi, funzionalità cardiaca preservata anche dopo 8 settimane di sovraccarico pressorio. Al contrario, il silenziamento di MCU ostacola l’adattamento cardiaco all’aumentata pressione, determinando un maladattamento prematuro, con caratteristiche tipiche della cardiomiopatia dilatativa, quali ridotta densità capillare, fibrosi diffusa ed inadeguata contrattilità. Queste caratteristiche hanno portato i topi MCU silenziati a sviluppare scompenso ed insufficienza cardiaca, ed a morire dopo solo 4 settimane dalla TAC. Per approfondire i meccanismi molecolari mediante i quali MCU impatta nella crescita ipertrofica dei cardiomiociti, abbiamo overespresso o silenziato MCU in cardiomiociti neonatali di ratto. Eseguendo esperimenti di live imaging delle dinamiche di Ca2+ mitocondriali con la sonda “mito-CaMeleon”, abbiamo appurato come la modulazione di MCU risulti in aumentato o diminuito uptake di Ca2+ mitocondriale. Se da un lato l’over-espressione di MCU non determina alterazioni morfologiche in condizioni basali, cellule silenziate dimostrano dimensioni maggiori rispetto a cellule di controllo, con evidente alterazioni nella struttura sarcomerica. Per mimare l’iperattivazione del sistema nervoso simpatico che si riscontra nell’ipertrofia sia fisiologica che patologica, abbiamo incubato le cellule con norepinefrina. Anche in questo caso, l’overespressione di MCU aumenta la crescita ipertrofica, mentre il suo silenziamento ha un effetto opposto, contraddistinto da compromissione dei sarcomeri ad attivazione di apoptosi, in evidente analogia ai dati ottenuti in vivo. Le successive analisi sono state mirate per approfondire lo stato di attivazione di divere vie di segnale medianti ipertrofia. Abbiamo rilevato come l’overespressione di MCU, in cardiomiociti sottoposti a stimolazione adrenergica, acceleri l’attivazione dell’asse calcineurina/NFAT. Inoltre, i nostri dati suggeriscono la partecipazione dell’asse Akt/ GSK3ß all’aumentata attivazione di NFAT, in una cascata presumibilmente a valle di CaMKII che fosforila Akt. Infatti, l’inibizione di CaMKII in cardiomiociti MCU overesprimenti determina una crescita ipertrofica comparabile a cellule di controllo. Per concludere, i nostri risultati dimostrano come l’aumento del carico cardiaco, indotto in vivo da TAC ed in vitro da trattamento con noradrenalina, sia ben tollerato quando i livelli di MCU sono aumentati dall’overespressione. Al contrario, il silenziamento di MCU induce, nelle stesse condizioni, morte cellulare e prematuro rimodellamento maladattativo. Questi dati sono in accordo con le nostre osservazioni preliminari che indicano come il contenuto proteico di MCU, che aumenta nell’ipertrofia compensata, diminuisca nel successivo rimodellamento patologico che determina scompenso cardiaco. Inoltre, abbiamo identificato l’asse ß-AR/CaMKII/Akt come cruciale nell’ipertrofia cardiaca e dipendente dalla modulazione di MCU. 3. Sviluppo di un protocollo di coltura che induca la maturazione di cardiomiociti neonatali in vitro Le colture primarie di cardiomiociti neonatali sono un modello cellulare ampiamente utilizzato nella cardiologia molecolare, in quanto possono esser mantenuti in coltura per più giorni e sono facilmente manipolabili geneticamente28. Tuttavia, questo tipo cellulare ha importanti differenze funzionali e strutturali rispetto ai cardiomiociti adulti. Queste differenze vanno dall’espressione di diverse isoforme di miosina (nel topo, dalla ß alla α), necessario per ottimizzare la performance contrattile, a cambi nel metabolismo (che passa da glucidico ad ossidativo), in modo da garantire maggior apporto di ATP in vista di un maggior consumo29. Inoltre, il processo di maturazione postnatale delle cellule comprende alterazioni nelle strutture coinvolte nelle dinamiche di Ca2+ 30. In particolare, nelle cellule neonatali, la contrazione avviene principalmente grazie al Ca2+ che entra dai canali del Ca2+ di tipo L situati nella membrana citoplasmatica. Il Ca2+ che entra attiva direttamente i sarcomeri, con un minimo contributo del Ca2+ contenuto nelle vescicole che costituiscono un immaturo reticolo sarcoplasmatico. Al contrario, nelle cellule adulte la membrana plasmatica ha sviluppato una serie di invaginazioni note come tubuli T che penetrano nella cellula e giungono all’estremità del reticolo sarcoplasmatico, ora costituito dal tipico sistema di cisterne, cosicché i canali del Ca2+ di tipo L siano a stretto contatto coi RyR2, formando cosi le Unità deputate al Rilascio del Ca2+ (CRUs). Questa sofisticata struttura fa sì che le poche molecole di Ca2+ che entrano dai canali nei tubuli T possano scatenare il Rilascio di Ca2+ indotto dal Ca2+ (CICR), determinando l’uscita di un’ingente quantità di ione dal reticolo sarcoplasmatico. Un altro importante cambiamento interessa i mitocondri che, se nel cardiomiocita neonatale occupano principalmente la zona perinucleare, in quello adulto si dispongono anche negli spazi sub-sarcolemmali ed inter-miofibrillari. In questi distretti, i mitocondri sono in prossimità del reticolo sarcoplasmatico, al quale possono ancorarsi fisicamente, trovandosi così in distretti cellulari caratterizzati da elevate concentrazioni di Ca2+. Tenendo a mente questi fattori, il nostro obiettivo è stato quello di sviluppare un protocollo che promuovesse la maturazione di cardiomiociti neonatali verso un fenotipo adulto, ottenendo così un modello sperimentale ottimale per lo studio delle dinamiche del Ca2+ cellulare, ed identificare così i meccanismi che connettono il Ca2+ mitocondriale al rimodellamento ipertrofico. Per indurre la maturazione dei cardiomiociti neonatali abbiamo modificato la composizione dei terreni di coltura tradizionalmente usati. Per mantenere le cellule ad una concentrazione di glucosio simile a quella fisiologica, abbiamo cambiato il costituente principale del terreno, passando da DMEM (Dulbecco’s modified eagle medium) a MEM (minimum essential medium) e riducendo così la concentrazione da 25 mM a 5 mM, valore, quest’ultimo, paragonabile alla concentrazione fisiologica in vivo. Per ridurre la proliferazione dei fibroblasti, che tramite secrezione di fattori di crescita e componenti della matrice extracellulare determinerebbero de-differenziamento dei cardiomiociti, abbiamo fortemente ridotto il quantitativo di siero ed aggiunto un agente proliferativo (BrdU). Per compensare la rimozione del siero, abbiamo aggiunto co-fattori vitaminici ed ormoni trofici, come l’insulina. In tal modo abbiamo ottenuto una popolazione pura di cardiomiociti che può essere tenuta in coltura per più settimane, e che già dopo pochi giorni mostrano una morfologia diversa dalle cellule ottenute col protocollo tradizionale. Analisi alla microscopia hanno evidenziato come queste cellule siano più grandi, rettangolari con un asse maggiore ben distinto da un asse minore, ed un perimetro regolare senza le tipiche ramificazioni dei cardiomiociti immaturi neonatali. A livello subcellulare, abbiamo osservato una maggiore estensione dell’apparato contrattile, rivelatosi disposto in maniera più regolare. I mitocondri appaiono disposti longitudinalmente accanto e tra i sarcomeri, come nelle cellule adulte. Inoltre, l’immunofluorescenza per il recettore rianodinico ne ha evidenziato la presenza in clusters, distribuiti in maniera regolare, in analogia alla loro distribuzione in cellule mature, suggerendo così la presenza di un reticolo sarcoplasmatico maggiorente formato. Consistentemente con ciò, abbiamo osservato minori e più rapidi Ca2+ sparks, eventi elementari di dinamiche di calcio, determinati dall’apertura transiente di RyR. La minore frequenza ed entità di questi sparks suggerisce che i RyR disposti in maniera regolare in clusters determini la formazione di vere e proprie unità deputate al rilascio di calcio (Calcium Release Units, CRUs), strutture fondamentali nei cardiomiociti adulti. Infine, queste cellule han risposto maggiormente al trattamento con agonisti adrenergici, riportando una crescita ipertrofica maggiore rispetto a cellule neonatali tradizionali sottoposte allo stesso trattamento. Tutte queste caratteristiche sopracitate indicano come queste cellule possano rappresentare un modello in vitro adatto allo studio delle dinamiche di Ca2+ intracellulare, specialmente nel rimodellamento ipertrofico. È importante sottolineare come questo maggior grado di maturazione dei cardiomiociti neonatali non sia a discapito della capacità di manipolarli geneticamente, con tecniche di trasfezione od infezione. Esperimenti futuri cercheranno di caratterizzare a fondo le strutture coinvolte nelle dinamiche di calcio intracellulari, come ad esempio la formazione di Tubuli T ed il rapporto di questi con il reticolo sarcoplasmatico ed i mitocondri.
Liukkonen-Anttila, T. (Tuija). "Nutritional and genetic adaptation of galliform birds: implications for hand-rearing and restocking." Doctoral thesis, University of Oulu, 2001. http://urn.fi/urn:isbn:9514259904.
Full textNait, Eldjoudi Amina. "Unraveling escape and metastasis mechanisms in triple negative breast cancer following chemotherapy treatment." Electronic Thesis or Diss., Université de Lille (2022-....), 2023. http://www.theses.fr/2023ULILS119.
Full textTriple negative breast cancer (TNBC) is a highly aggressive breast cancer subtype, primarily treated with chemotherapy. However, approximately 50% of patients experience relapse with metastasis within 3 to 5 years post-treatment. To gain insight into the post-chemotherapy escape and metastasis formation of TNBC cancer cells, we established TNBC cell models by treating SUM159-PT and MDA-MB-231 cells with epirubicin, cyclophosphamide, and paclitaxel. simulating clinical protocols. We initially focused on the mitochondrial adaptation of these chemo-persistent cells. MDA-MB-231 cells showed reduced chemosensitivity, associated with increased oxidative phosphorylation and altered tricarboxylic acid cycle intermediates. In contrast, SUM159-PT cells retained sensitivity. Targeting mitochondrial pyruvate metabolism with UK-5099 re-sensitized persistent cells to therapeutic agents, suggesting a potential strategy to overcome mitochondrial adaptation. Persistent cells exhibited increased migration, invasion, survival in suspension culture, with SUM159-PT cells displaying increased adhesion to endothelial cells. In vivo xenograft studies confirmed these observations, emphasizing increased cell growth and metastatic colonization in vital organs, particularly the brain. The enhanced trophism for brain could be explained by the fact that persistent TNBC cells exhibited increased abilities to transmigrate through BBB, to invade the brain parenchyma and to grow in a brain-like 3D matrix. In a second phase of our study, we investigated the molecular mechanisms facilitating brain metastasis of these persistent cells. proteomic analysis identified upregulated proteins, notably COL1A1, frequently elevated in TNBC patients. Increased COL1A1 correlated with poor prognosis and enhanced metastasis. Inhibition of COL1A1 reduced metastatic potential both in vitro and in vivo, highlighting its potential as a therapeutic target in preventing brain metastasis post chemotherapy treatment.Collectively, these findings provide insight into the adaptive mechanisms employed by cancer cells in response to chemotherapy, and suggest that targeting mitochondrial pyruvate metabolism may help to overcome the mitochondrial adaptations in TNBC cells. Furthermore, our data illuminate how combined and sequential chemotherapy may increase the metastatic potential of TNBC cells, particularly towards the brain. We have pinpointed COL1A1 as a key factor promoting various stages of brain metastasis formation in chemotherapy-resistant TNBC cells. Additional research is required to elucidate the detailed mechanisms behind COL1A1 overexpression.Using the identical drug regimen, we implemented a short, combined, and sequential treatment to replicate initial proteomic alterations in extracellular vesicles released by persistent TNBC cells. This approach also explored the impact of chemotherapy on angiocrine factors from endothelial cells, suggesting the role of the chemo-induced secretome in evading treatment and facilitating metastasis post-chemotherapy. Although this aspect of our study is currently in its early phases, the findings underscore the necessity for further experimental validation
Leo, Chiara. "Molecular tools applied to study the evolution and adaptation of springtails to the extreme Antarctic terrestrial ecosystem." Doctoral thesis, Università di Siena, 2020. http://hdl.handle.net/11365/1105154.
Full textNobis, Séverine. "Étude du métabolisme protéique au niveau hypothalamique, colique et gastrique dans un modèle murin d'anorexie par une approche protéomique." Thesis, Normandie, 2017. http://www.theses.fr/2017NORMR071/document.
Full textAnorexia nervosa, a multifactorial eating disorder, is a major public health problem and results in a severe body weight loss. The severe malnutrition observed in anorectic patients is associated with metabolic alterations inducing disturbance of the gut-brain axis. However, involved mechanisms remained poorly understood. The aim of the present thesis was to better understand the alterations of the gut-brain axis in the activity-based anorexia (ABA) model by evaluating the protein metabolism of various tissues (hypothalamus, colon and stomach) by proteomic approach. Firstly, we have better characterized the response to ABA model according to sex. Then, different proteomic analyses were performed using female C57BL/6 mice. Our results revealed a tissue-dependent adaptation of protein and energy metabolism with an increased hypothalamic activity and a decrease in the gastrointestinal tract. Indeed, ABA mice exhibited an increased expression of proteins involved in mitochondrial metabolism at the level of the hypothalamus, and conversely a decrease of proteins involved in protein and energy metabolism in colonic mucosa with a key role of the mTOR signaling pathway. Both in hypothalamus and colon, autophagy was increased. We were also able to show that gastric emptying was delayed in ABA mice that is mainly due to malnutrition. In addition, proteomic analysis revealed an increase in gastric oxidative stress in female ABA mice. These alterations may contribute to the gastrointestinal functional disorders frequently described in anorexia nervosa. In conclusions, our study underlined tissue-dependent adaptive metabolic process during anorexia that should be further explored
Singh, François. "Skeletal muscle toxicity and statins : role of mitochondrial adaptations." Thesis, Strasbourg, 2016. http://www.theses.fr/2016STRAJ050/document.
Full textAlthough statins are the most prescribed class of lipid-lowering agents, adverse muscular toxicity has been reported, which can lead to the appearance of a myopathy. In the first part, we showed in Humans and animals that statins inhibit directly the mitochondrial respiratory chain, and induce the production of reactive oxygen species (ROS), that trigger apoptotic pathways in glycolytic skeletal muscles, whereas oxidative muscles are not impaired. We then showed in vitro that reductive stress can provoke mitochondrial oxidation, that could lead to an activation of mitochondrial biogenesis pathways. Moreover, the consequent increase in mitochondrial content enabled to protect cells against statin-induced apoptosis. Finally, we showed in vivo that the induction of mitochondrial biogenesis is necessary for statin tolerance in oxidative skeletal muscles. In conclusion, mitochondrial phenotype, both quantitatively and qualitatively, seems to be a key factor in the appearance of statin myopathy
Kastally, Cheldy. "Genome-wide genetic variation in two sister species of cold-resistant leaf beetle: migration and population adaptation." Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 2018. http://hdl.handle.net/2013/ULB-DIPOT:oai:dipot.ulb.ac.be:2013/262911.
Full textDoctorat en Sciences
info:eu-repo/semantics/nonPublished
Books on the topic "Mitochondrial adaptation"
MacPherson, Laura Lynn. Adaptations of skeletal muscle pyruvate dehydrogenase kinase in response to food-restriction in mitochondrial subpopulations. St. Catharines, Ont: Brock University, Faculty of Applied Health Sciences, 2007.
Find full textSukhamay, Lahiri, Cherniack Neil S, Fitzgerald Robert S. 1931-, American Physiological Society (1887- ), and Federation of American Societies for Experimental Biology., eds. Response and adaptation to hypoxia: Organ to organelle. New York: Published for the American Physiological Society by Oxford University Press, 1991.
Find full textHill, Geoffrey E. Mitonuclear Ecology. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198818250.001.0001.
Full textDodds, Chris, Chandra M. Kumar, and Frédérique Servin. Pathophysiological changes of ageing and their relevance to anaesthesia. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780198735571.003.0002.
Full textFitzgerald, Robert S., Neil S. Cherniak, and Sukhamay Lahiri. Response and Adaptation to Hypoxia: Organ to Organelle. Springer, 2013.
Find full text(Editor), Sukhamay Lahiri, Neil S. Cherniak (Editor), and Robert S. Fitzgerald (Editor), eds. Response and Adaptation to Hypoxia: Organ to Organelle (Clinical Physiology Series). An American Physiological Society Book, 1991.
Find full textBook chapters on the topic "Mitochondrial adaptation"
Grip, Jonathan, Nicolas Tardif, and Olav Rooyackers. "Mitochondrial Adaptation and Hibernation." In The Stress Response of Critical Illness: Metabolic and Hormonal Aspects, 27–43. Cham: Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-27687-8_4.
Full textLombard, David B., Daniel X. Tishkoff, and Jianjun Bao. "Mitochondrial Sirtuins in the Regulation of Mitochondrial Activity and Metabolic Adaptation." In Histone Deacetylases: the Biology and Clinical Implication, 163–88. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-21631-2_8.
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