Academic literature on the topic 'Misura armoniosa'

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Journal articles on the topic "Misura armoniosa"

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Frey, Marco, and Silvia Loré. "Smart working nell'era della digitalizzazione post-Covid: da soluzione d'emergenza a strategia per la sostenibilità." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 111 (February 2021): 153–201. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111008.

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Abstract:
Lo Smart Working è un approccio al lavoro flessibile adottato in massa duran-te la pandemia da Covid-19 per consentire distanziamento sociale e prosecuzione delle attività. Il lockdown ha promosso un cambiamento radicale del concetto di spazio e tempo di lavoro. Ma quali sono gli impatti e quali le potenzialità delle soluzioni di lavoro a distanza? Il presente studio dimostra che lo smart working può configurarsi come una misura vincente per rendere le città più sostenibili e in armonia con l'ambiente, conciliare esigenze di vita e di lavoro, tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, per sopravvivere a crisi di portata globale; riflettere sull'esperienza emergenziale può orientare le imprese verso l'adozione di pratiche più sostenibili proponendosi come promotori della creazione di smart cities.
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Carrasco de Paula, Ignazio. "Dignità e vita umana: due concetti fondamentali dell'etica medica." Medicina e Morale 44, no. 2 (April 30, 1995): 213–22. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.984.

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Abstract:
L'articolo, muovendo dalla constatazione della attuale difficoltà di costruire un progetto etico comune per l'uomo anche a causa degli equivoci insorgenti già a partire dal significato attribuito alle parole, si propone di analizzare il senso ed il significato dei termini vita e dignità umane. Dopo avere esaminato storicamente l'attribuzione di significato alla parola vita in epoca pre-cristiana, cristiana e post-cartesiana, l'Autore argomenta che essa è qualcosa di più di quel che appare e ci è possibile grazie ad altre due proprietà costitutive dell'essere persona umana: l'integrità e l'identità. Il primo termine viene definito come ciò che si riferisce ad una interezza naturale, armonica e sinergica, mantre il secondo comporta la pertinacia nell'essere se stesso lungo il divenire nel tempo. Se integrità e identità sono costitutivi della persona, allora ogni tentativo ordinato alla loro distruzione si pone come una demolizione delI'uomo stesso. Vengono così a definirsi i primi principi della Bioetica: 1. il rispetto dell'inviolabilità della vita umana; 2. il rispetto della sua integrità; 3. il rispetto della sua identità. Riguardo, alla parola dignità, questa va riferita a qualcosa o qualcuno che per natura possiede pregio, nobiltà, eccellenza. Riferito all'uomo, il termine indica un bene che non può essere commisurato con altri beni. L'uomo, cioè, non ha prezzo essendo lui stesso la misura di valore per tutte le cose. Egli è un soggetto individuale, unico ed irripetibile. Asserire la dignità della vita umana, infine, significa riconoscere il valore unico dell'uomo in quanto singola e concreta persona vivente.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Dissertations / Theses on the topic "Misura armoniosa"

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ARTALE, Giovanni. "Sviluppo di dispositivi elettronici di misura innovativi per la gestione delle Smart Grid attraverso un'opportuna infrastruttura di comunicazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90856.

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ZOCCO, SALVATORE. "Giovanni Michelucci Architetture pisane." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1000010.

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Abstract:
All'ombra della famosa torre pendente, la ricerca parte dall'analisi di alcuni progetti conosciuti ed incompiuti ma abbandonati ad uno sconcertante oblio come, “Il Centro Galileiano nella Cittadella Vecchia” e “Il progetto per un centro di telecomunicazioni” appena fuori Pisa e approfondita quindi, nell'unica architettura compiuta, ma relegata ai margini della vasta produzione architettonica del Maestro pistoiese, ovvero la Cappella votiva per i caduti di Kindu. La ricerca inoltre porterà alla luce, analizzandone i principali aspetti di interesse scientifico, due architetture inedite. Il primo progetto inedito riguarda il completamento del palazzo Larderello sul Lungarno Pacinotti nei pressi del ponte Solferino del 1956, il secondo è il progetto per la ricostruzione della parte mancante del grande complesso dei Tre Palazzi, parte del grande complesso della Cittadella Nuova sul lungarno Galileo Galiliei. Ambedue i progetti furono con ogni probabilità considerati da Michelucci quali esiti minori, o semplicemente sfortunati, ma che oggi possiamo finalmente studiare essendo passati i cinquant'anni canonici che ne impedivano la riproduzione fotografica e la conseguente pubblicazione. I disegni inediti rinvenuti presso l'Archivio della Soprintendenza PSAE-BAP di Pisa e l'Archivio generale della Società Enel a Napoli hanno permesso di tracciare una possibile linea di continuità fra i progetti editi ed inediti pisani. Una continuità rintracciabile inoltre in alcuni contemporanei progetti fiorentini ben documentati dal vasto repertorio critico sul'opera michelucciana. Progetti quelli di Michelucci che a Pisa come a Firenze, trovano nella misura armoniosa la necessaria sostanza poetica per tradursi in architettura e quindi città.
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LIPARI, Alessandro. "STUDIO E SVILUPPO DI NUOVE STRATEGIE PER LA REALIZZAZIONE DI CAMPIONI DI POTENZA ED ENERGIA SIA IN REGIME SINUSOIDALE CHE IN PRESENZA DI DISTORSIONE ARMONICA." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95395.

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Books on the topic "Misura armoniosa"

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Gargano, Monica. La ricerca della misura: Essere, armonia e tragico nel pensiero di Hölderlin. Pisa: ETS, 1996.

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Dei, Luigi. Revealing Ravel: la scienza racconta Boléro. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-657-2.

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Abstract:
Raccontare la musica con la scienza. È la scommessa alla base di Revealing Ravel: la scienza racconta Bolero, pièce musicale per voce recitante, multimedia e orchestra sulle note del compositore francese. L’autore e protagonista è Luigi Dei, docente di Chimica al Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff”. Dei si misura attraverso un approccio insolito con la composizione di Maurice Ravel, a fianco dell’Orchestra sinfonica del Conservatorio “Luigi Cherubini”, diretta dal Maestro Paolo Ponziano Ciardi: per la scienza, infatti, la musica è energia che si propaga attraverso la materia grazie a vibrazioni generate dagli strumenti che, con opportune risonanze, generano timbri, ritmo, melodia e armonia. Il Bolero, brano musicale particolarmente adatto a comprendere la meraviglia che sta dietro alla produzione dei suoni, viene letto come una favola fantastica. La pièce musicale, che consolida la collaborazione fra due importanti istituzioni culturali del territorio fiorentino, l’Ateneo e il Conservatorio, unisce alla recitazione e all’ascolto dal vivo, la comunicazione per immagini grazie a un apparato multimediale a cura del Servizio Produzione Contenuti Multimediali dell’Ateneo.
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Sepúlveda, Jovanny, ed. Interdisciplinariedad, pedagogía y proyectos formativos. CUA - Medellin, 2020. http://dx.doi.org/10.52441/edu202003.

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Abstract:
La comunicación de la ciencia, en sí misma no es ciencia, pero sí contribuye a ella y a la difusión del conocimiento. ¿Por qué publicamos? Primero porque la investigación científica hoy es epistemología + metodología + tecnología+ comunicación del conocimiento, lo que también plantea la importancia de la gestión del conocimiento. La ciencia hoy no se hace para que se quede en informes o anaqueles, sino para que pueda ser difundida, utilizada y apropiada por otros. La publicación es un paso de puesta en validación en el medio, entre pares o entre beneficiarios finales de los resultados del proceso de investigación, y por tanto, de la gestión del conocimiento iniciada con un proyecto en su momento. La publicación hace visibles los hallazgos, pero también los nuevos saberes, las nuevas ideas, las nuevas explicaciones, los nuevos objetos dentro de la cultura de lo humano. La ciencia, la tecnología y la innovación, como prácticas sociales -tal como lo expresa el prólogo- son además actividades culturales que buscan ser visibles, hacerse públicas para dar pie a una función social y cognitiva más profunda: generar trascendencia del saber humano en la historia. Las publicaciones son solo piezas retóricas de un quehacer mucho más comprometedor: motivar nuevos procesos de búsqueda, nuevos procesos cognitivos en otros. Y es que como dice Bruno Latour (2017), hacer ciencia tiene mucho de ejercicio político y de ejercicio cultural en nuestras sociedades contemporáneas. Los científicos contemporáneos desde su función social, plantean -no todos, pero sí los más conscientes- la batalla contra la dictadura del beneficio (la rentabilidad económica de la ciencia que se inculcó durante el siglo XX), a partir de la libertad y la gratuidad del conocimiento y la investigación. Publicar, y mucho más volver al libro como dispositivo de comunicación, motiva un conocer diferente, un conocer desde el deseo de entregar como acto generoso lo aprendido. La ciencia en la antigüedad, como lo plantea Ordine (2013), nace de la curiosidad y de la admiración. Son los fenómenos de lo cotidiano, de lo común, los que mueven a los primeros filósofos a generar saber. El estudio, como dice Ordine es en primer lugar adquisición de conocimientos que “sin vínculo utilitarista alguno, nos hacen crecer y nos vuelven autónomos” (p. 45). Así pues, el estudio y la investigación están motivados por la gratuidad de la admiración del mundo y de la realización del ser humano en su proceso de búsqueda de sabiduría. Aquí cabe retomar a Poincaré (1904 citado por Ordine, 2013): El hombre de ciencia no estudia la naturaleza porque sea útil; la estudia porque encuentra placer, y encuentra placer porque es bella. Si la naturaleza no fuera bella, no valdría la pena conocerla, ni valdría la pena vivir la vida. No hablo aquí, entendámoslo bien, de esta belleza que impresiona los sentidos, de la belleza de las cualidades y de las apariencias; no es que la desdeñe, lejos de ahí, pero no tiene nada que ver con la ciencia. Quiero hablar de esa belleza, más íntima, que proviene del orden armonioso de las partes y que solo una inteligencia pura puede comprender. Por así decirlo es ella la que da un cuerpo, un esqueleto a las halagadoras apariencias que embellecen nuestros sentidos, y sin este soporte, la belleza de estos sueños fugitivos sería imperfecta, porque sería indecisa y huiría siempre (p. 61). Y finaliza Ordine: Hay que saber poner la mira en “la belleza intelectual” que “se basta a sí misma”. Por ella sola, “más quizá que por el bien futuro de la humanidad”, “el hombre de ciencia se condena a largos y penosos trabajos” (p. 21). Sin este laborioso y desinteresado esfuerzo, sería realmente difícil pensar en hacerse mejores (p. 61). Los autores de la presente compilación han comprendido esta belleza intelectual desde los saberes y disciplinas más diversos: la antropología pedagógica, la educación, la psicología, la comunicación. Si bien el eje central es la educación y este libro se enmarca en una visión de educación desde diferentes intereses, el origen de nuestros autores es variado y multidisciplinar, como podrá evidenciar el lector en las siguientes páginas. La educación, es una práctica cultural propia de nuestras sociedades occidentales que debe hacer visibles sus reflexiones desde la perspectiva científica. La capacidad de sistematización de lo aprendido en el aula, del proceso de conocimiento desde los niveles más básicos hasta los más avanzados, es la clave de una producción científica desde el campo formativo. Hoy encontramos esa evidencia de las búsquedas, de las comprensiones, de las iniciativas de realización del ser humano en muchos de los apartados de estos textos que los autores comparten con nosotros.
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