Journal articles on the topic 'Minori e famiglia'

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1

Battisti, A., C. Di Priamo, and L. Martinez. "I minori ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 48–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001005.

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Abstract:
Il luogo più consono alla crescita dei bambini è senza dubbio la famiglia d'origine. Vi sono situazioni di particolare vulnerabilità che, per garantire al minore una crescita serena, richiedono l'attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa da quella di origine o da una struttura residenziale. In Italia nel 2017 le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie destinate all'accoglienza dei minori sono oltre 2 mila e contano un'offerta di circa 23 mila posti letto. Gli ospiti minori sono complessivamente poco più di 20 mila, lo 0,2% dell'intera popolazione minorenne. Tra le motivazioni che hanno determinato l'inserimento del minore in comunità svolgono un ruolo preponderante le problematiche afferenti il nucleo familiare: un terzo degli ospiti sono accolti per problemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici dei genitori. Rilevante anche la quota di ragazzi stranieri non accompagnati. Gli ospiti minori che invece sono stati dimessi ammontano complessivamente a quasi 15mila. Il 32% è stato reinserito in una famiglia mentre, per il 35% dei ragazzi dimessi il percorso di accoglienza prosegue in un'altra struttura residenziale.
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2

Sicurella, Sandra. "Violenza in famiglia: dalla violenza assistita al parent abuse." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002006.

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Abstract:
Partendo da una riflessione sul concetto di vittima-criminale, il presente contri-buto intende approfondire la relazione esistente tra violenza assistita e violenza agita dai minori nei confronti di genitori o tutori. Entrambe le forme di violenza pongono al centro il minore, che vive una condizione di estrema fragilità, dettata anche dall'incapacità di gestire adeguatamente le proprie emozioni. Tra i possibili effetti da annoverare vi sono sicuramente l'apprendimento di modelli relazionali disfunzionali e la trasmissione intergenerazionale della violenza, conseguenze che, in alcuni casi, possono trasformare i minori in maltrattanti. È necessario, pertanto, valutare precocemente i fattori di rischio e individuare le traiettorie volte alla pre-venzione e alla riduzione di tali fenomeni, che sembrano strettamente correlati.
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3

Mazza, Roberto. "Come coniugare la protezione dei minori ed il trattamento dei genitori tossicomani." TERAPIA FAMILIARE, no. 95 (April 2011): 21–45. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095003.

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Abstract:
L'autore raccoglie le riflessioni maturate in oltre dieci anni di esperienze cliniche e di supervisione agli operatori dei servizi pubblici che si occupano di protezione, valutazione psicodiagnostica, terapia di minori figli di tossicodipendenti e dei loro genitori. Gli operatori sono posti di fronte al difficile compito della collaborazione interdisciplinare oltreché interistituzionale, nell'intento di coniugare il trattamento degli adulti (i processi d'aiuto) con la cura e protezione dei minori (gli interventi di controllo). L'obiettivo del lavoro č quello di offrire schemi di lettura e modelli teorici derivati dalle piů recenti acquisizioni della ricerca clinica sulla tossicodipendenza rispetto al ruolo della famiglia. In particolare la riflessione sui genitori tossicodipendenti e il necessario lavoro di protezione dei loro figli non puň prescindere da una prospettiva intergenerazionale dell'ottica familiare che dovrŕ coinvolgere sempre anche le famiglie d'origine.
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4

Cattani, Martina. "Fattori di rischio e di protezione nella valutazione di famiglie in carico ai Servizi Sociali: uno studio retrospettivo intergenerazionale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2022): 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002005.

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Abstract:
L'interesse preminente della presente ricerca è la comprensione degli aspetti connessi al trauma relazionale (maltrattamenti e abusi, trascuratezza e violenza domestica), nella valuta-zione delle competenze genitoriali in famiglie in carico ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio dei minori. A tale scopo, sono state analizzate le cartelle psicosociali di 65 nu-clei familiari. Dopo le analisi descrittive, sono state indagate eventuali differenze nella di-stribuzione (presenza vs assenza) dei fattori del Protocollo Fattori di Rischio e di Protezione (Di Blasio, 2005) fra famiglie valutate ad alto vs basso rischio. Si è, quindi, indagato l'impatto della presenza di alcuni fattori significativi in rapporto al livello di recuperabilità delle competenze parentali di madri e padri. I risultati mostrano che l'applicazione del Pro-tocollo in sede di valutazione permette di discriminare famiglie ad alto vs basso rischio e la sua applicazione evidenzia l'impatto, sulla recuperabilità genitoriale, di esperienze infantili avverse del genitore, di relazioni difficili o conflittuali con la propria famiglia d'origine - e/o con quella del partner - e di una relazione significativa con un membro della famiglia d'origine, in modo differenziato per madri e padri.
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5

Peris Cancio, Lluis F. "Minori fuori famiglia in Europa: Italia a confronto." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001008.

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Abstract:
A fronte delle difficoltà di basarsi su dati certi relativi all'andamento delle attività di prevenzione dell'allontanamento dei figli minori dalle famiglie di origine e alla riduzione del cosiddetto processo di istituzionalizzazione, in questo articolo viene presentata una sintesi del fenomeno su scala europea nelle more del problema dei dati affidabili. Constatata la complessità della comparabilità di dati tra paesi europei, conseguenza di definizioni e categorie non univoche rispetto alle modalità di protezione dei minori, nell'articolo si delinea un graduale percorso che ha avuto inizio nel vecchio continente. Infine, si presenta un'interpretazione descrittiva dei contesti di alcuni paesi vicini all'Italia, grazie alla quale è possibile delineare, seppure in maniera provvisoria, alcune delle caratteristiche del sistema italiano.
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6

Cerullo, Francesco. "Crisi nelle adozioni e tutela dei minori." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 142–47. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002012.

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Abstract:
Nell'affrontare il tema della tutela dei minori nella crisi della famiglia adottiva, l'autore prende le mosse esaminando l'identità particolare di questo nucleo, ricostruendo la crisi delle relazioni come l'espressione di una violazione del tratto identitario autentico della famiglia adottiva. Esamina la crisi, intesa come espressione di dinamiche comportamentali irregolari poste in essere dal minore adottato; il tempo dell'adolescenza, come momento tipico per l'espressione dei comportamenti trasgressivi che mettono in crisi le relazioni adottive; la lettura emotiva della trasgressione, intesa come strumento per mettere alla prova gli adulti di riferimento, nel momento in cui ritorna, in questa fase di crescita, il dolore dell'abbandono e quindi del tradimento delle relazioni originarie. Illustra gli interventi dell'autorità: il primo vaglio, la comprensione della gravità della problematica, quindi la distinzione delle crisi dai fallimenti, gli interventi di recupero e ristrutturazione adeguati, rivolti all'intero nucleo, se gli adulti dello stesso sono ancora dotati di risorse idonee; o ai soli minori adottati, nel caso di genitori adottivi privi delle risorse e chiusi rispetto a proposte di lavoro che richiedano cambiamenti. In ordine al minore, il modello di sostegno e rieducazione non deve essere di tipo frontale e punitivo ma di tipo terapeutico evolutivo prendendo le mosse proprio dal bisogno emotivo espresso con la condotta irregolare.
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Rossato, Alessia. "Quale famiglia per i bambini con disabilità?" MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 32–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004004.

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Abstract:
Come riconosciuto nel Preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, la famiglia è l'unità fondamentale della società e l'ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Tutti i minori hanno diritto a vivere in una famiglia, prioritariamente nella propria. Qualora questa non sia in grado di provvedere alla loro crescita, cura ed educazione si applicano gli istituti dell'affidamento familiare e, in caso di abbandono morale e materiale, dell'adozione. Nel godimento del diritto a una famiglia non sono ammesse distinzioni secondo le condizioni sanitarie in cui i bambini si trovano: il diritto ri-guarda dunque anche coloro che hanno malattie gravi o disabilità fisiche o cognitive e disturbi dello sviluppo. Anche con riferimento alla propria esperienza personale di madre affidataria di due bambine disabili e, più in generale, alle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII, l'Autrice esamina in questo contributo le grandi potenzialità dell'accoglienza familiare per bambini con disa-bilità che non possano crescere con la famiglia di origine. Perché l'accoglienza dei minori con disabilità è possibile, attuabile e praticabile.
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8

Di Pentima, Lorenza, Alessandro Toni, and Grazia Attili. "L'impatto della violenza assistita sui minori: attaccamento, locus of control ed esiti psicopatologici." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2021): 83–107. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002006.

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Abstract:
Obiettivo del presente studio è stato esplorare l'impatto della violenza assistita in famiglia da parte di minori sull'emergere di eventuali quadri sintomatologici, sulla costruzione dei loro legami di attaccamento e sulla strutturazione del locus of control. I partecipanti allo stu-dio sono stati minori (n = 30), vittime di violenza assistita in famiglia (età media: 11.57 an-ni, DS = 2.01), confrontati con un gruppo di controllo (n = 60; età media: 11.03 anni, DS = 1.96). Le ipotesi verificate sono state le seguenti: 1) le vittime di violenza assistita nel con-fronto con il gruppo di controllo hanno più frequentemente un attaccamento insicuro, valu-tato mediante il Separation Anxiety Test (Attili, 2001); 2) le vittime di violenza assistita rive-lano un assetto psicopatologico più severo, valutato mediante le Scale Psichiatriche di Au-tosomministrazione per Fanciulli e Adolescenti (Cianchetti & Sannio Fancello, 2001); 3) le vittime di violenza assistita hanno un locus of control più esterno, valutato mediante la Sca-la di Nowicki-Strickland (1973). Dai risultati emerge che i minori, testimoni di violenza in famiglia, rispetto al gruppo di controllo, hanno più di frequente un legame di attaccamento insicuro, in particolare di tipo evitante e, a seguire, di tipo ambivalente. Mostrano un assetto sintomatologico che comprende le dimensioni di ansia, depressione, disturbi alimentari psi-cogeni e sintomi somatici. Rivelano, infine, la presenza di più elevati livelli di locus of con-trol esterno.
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Chiappetta, Giovanna. "Allontanamento del minore dalla famiglia d'origine alla luce dell'art. 8 della CEDU." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002003.

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Abstract:
La materia dell'allontanamento del minore dalla famiglia di origine è complessa e delicata anche perché disciplinata da fonti eterogenee frutto della integrazione di almeno tre sistemi giuridici: nazionale, dell'Unione Europea e del più largo Consiglio d'Europa. La riflessione mira a cogliere l'evoluzione dell'istituto dell'adozione dei minori mediante l'interpretazione del diritto alla vita familiare ex art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali.
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Frau, Tiziana, Milena Milani, Amanda Jones, and Dafna Lender. "Verso la costruzione di un legame affettivo. Il trattamento integrato della Theraplay e della psicoterapia Diadica evolutiva in caso di affido e adozione." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14081.

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Abstract:
I minori che entrano nel percorso di affido e adozione si trovano a dover affrontare la rottura del primo legame affettivo con la loro famiglia d'origine e l'inizio di un nuovo legame con quello dei genitori adottivi. In molti casi i minori prima di essere adottati, hanno inoltre transitato in diverse case famiglie, e/o sono passati da una o più esperienze di affido. In generale a una iniziale fase di "buon adattamento" del bambino seguono momenti di forte crisi (Brodzinsky et al., 1990). Alla luce di questo, i percorsi e i programmi rivolti alla tutela del minore e delle famiglie devono assumere dei metodi per la valutazione delle competenze genitoriali e la scelta di programmi di supporto e trattamento che siano rivolti alla relazione (Steele et al., 2003), alla costruzione dei legami affettivi (Hill & Schore, 2015), e informati sugli esiti del trauma (Porges, 2004), per evitare il ripetersi di esperienze dalla valenza abbandonica e traumatica per il minore stesso. L'obiettivo del presente articolo è quello di introdurre la Theraplay (Booth & Jernberg, 2010) e la Terapia diadica dello sviluppo, DDP (Huges, 2007; Huges et al., 2019) come piani di trattamento integrabili fra di loro, nelle diverse fasi del processo adottivo, che promuovono la connessione e il suo recupero a fronte di rotture nella relazione genitore bambino, attraverso sedute alternate di gioco strutturate, di dialogo, in un clima comunicativo di tipo affettivo e riflessivo basato sulla giocosità, amorevolezza, accettazione ed empatia e curiosità fra le parti (Lender, et al., 2005).
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Elia, Anna, and Valentina Fedele. "Transnational child-ship: il minore non accompagnato nella famiglia transnazionale." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 119–39. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002006.

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Abstract:
L'articolo si concentra sui minori accompagnati in quanto soggetti transnazionali, protagonisti del proprio progetto migratorio e agenti delle relazioni con le famiglie di origine. L'ipotesi del lavoro è che tale soggettività si eserciti da un lato attraverso il protagonismo dei minori stessi nell'esercizio di alcune forme principali di riproduzione dei legami familiari di tipo morale, emotivo e materiale; d'altro, attraverso forme di figlità (child-ship), mediate, integrate e declinate nell'esperienza migratoria con riferimento anche all'impatto con il sistema di protezione e agli incontri con gli e le professioniste del sociale. Tale ipotesi è sostenuta dai dati secondari di una ricerca più ampia sulla religiosità dei giovani migranti e il rischio di radicalizzazione, che, nel 2018, ha portato alla raccolta attraverso interviste qualitative delle testimonianze di undici minori e ventisette operatori di centri di accoglienza operanti in Calabria.
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Loddo, Paola, Silvia Veronesi, Ofelia Valentino, Anna Lucchelli, and Anna Michilli. "Il sistema della Giustizia Minorile alla prova dell'emergenza sanitaria." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004013.

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Abstract:
L'emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulla giustizia minorile, che ha dovuto rispondere, con tempestività, per cercare di dare piena tutela ai minori coinvolti. Il ricorso alla tecnologia ha costituito uno strumento efficace che ha in qualche modo garantito il funzionamento del sistema, ma ha mostrato i suoi limiti nella gestione dei progetti di intervento e di supporto del minore e della sua famiglia, dove la presenza fisica e la ricchezza dello scambio relazionale non possono essere sostituiti dall'interrelazione virtuale.
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Cerrocchi, Laura. "I minori stranieri: tra famiglia e scuola in prospettiva pedagogica." Miscellanea Historico-Iuridica 19, no. 1 (2020): 317–53. http://dx.doi.org/10.15290/mhi.2020.19.01.14.

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Abstract:
The present paper focuses on foreign minors: between family and school in a pedagogical perspective. Themes and problems are presented in four main areas: the foundational framework of interculture in a pedagogical perspective; the family as the main observatory and migration project, characterized by development and education tasks involving all its members, with particular attention to their roles and functions, and the role of family and parenting support services; the processes of education / literacy and socialization / education as practices that affect the school curriculum (in its different orders and degrees), addressing also the issues of language and work as the main means of cultural and social integration and inclusion; the professional figures (in initial training and in-service), with specific reference to the educational care provided by teachers, socio-pedagogical professional educators and pedagogists. The paper adopts the perspective of general and social pedagogy, considering also intercultural factors and Adult Education. Moreover, it incorporates the contributions of educational sciences. In terms of sources, it is based on the studies, research and projects in the field, while, at a methodological level, it stems from an investigative approach centered on the dialogue between theory and praxis. Its aim is to offer possible lines of evolution and unchartered bases for educational planning.
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Bompiani, Adriano. "Diritti del minore e solidarietà fra le famiglie nell'affidamento eterofamiliare." Medicina e Morale 43, no. 4 (August 31, 1994): 691–722. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1008.

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Abstract:
L'Autore, dopo aver brevemente richiamato i contenuti della Convenzione lntemazionale dei diritti dell'Infanzia (New York 1989, ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991 n. 176) riguardanti la promozione dell'affidamento temporaneo minorile a famiglia diversa da quella originaria allorché quest'ultima si trovi in condizione di difficoltà altrimenti non superabile e tale da compromettere l'allevamento e l'educazione del minore, si sofferma a considerare le varie condizioni di inadeguatezza, o anche di patologia, della famiglia che determinano la condizione di rischio sopra indicata a danno del minore. Rileva altresì come sempre più frequenti nella società moderna siano anche i fenomeni di devianza e di trasgressione giovanili. In questo contesto, valuta l'apporto che ha dato l'istituto dell'affidamento eterofamiliare nell'esperienza italiana di questi ultimi anni, a partire dall'entrata in vigore della legge "Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori" (4 maggio l 983, n.184). Descrive gli aspetti positivi e le difficoltà della corretta applicazione dell'istituto dell'affidamento eterofamiliare, le distorsioni cui ha dato luogo considerando sia le caratteristiche degli affidanti e degli affidatari che la durata dell'affidamento, le caratteristiche dell'attuale mentalità del giudice minorile e dell'operatore sociale (spesso conflittuali nella formazione e nella prassi), le competenze del servizio sociale e del Tribunale dei minori. Auspicando la chiarificazione volenterosa dei problemi sollevati ed una migliore conoscenza generalizzata, nella società, delle potenzialità che offre tale istituto, si sofferrna sugli aspetti etici dell'affidamento eterofamiliare, cui va riconosciuta ispirazione solidaristica ed alto contenuto morale se correttamente impiegato.
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Pala, Carlo. "La sopravvivenza prima di tutto: voti ed eletti di due partiti etnoregionalisti in Sardegna e in Bretagna." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 60, no. 2 (December 30, 2008): 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10195.

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Abstract:
I partiti etnoregionalisti: una famiglia variegata La Sardegna e la Bretagna come etnoregioni , il PSdAZ e l'UDB attori del cleavage centro-periferia L'andamento elettorale del PSdAZ e dell'UDB: l'altenanza delle (s)fortune Il panorama degli eletti Selezione delle candidature e caratteristiche degli eletti Due partiti etnoregionalisti minori con capacità di sopravvivenza
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Pizzi, Elisabetta, Giovanna Attinà, and Benedetta Russo. "Le mille guerre di Iryna. Commento al caso clinico in una prospettiva cognitivo-comportamentale." PSICOBIETTIVO, no. 3 (December 2022): 110–15. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-003010.

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Abstract:
L'articolo Le mille guerra di Iryna racconta la storia personale e clinica di un'adolescente ucraina che viveva in un orfanotrofio coi suoi fratel- li minori, prima che una tutor li portasse in Italia a causa dell'invasione russa dell'Ucraina. La sofferenza di Iryna si palesa nella famiglia ospitante attraverso il sintomo del mutismo. Iryna e la famiglia ospitante vengono prese in carico da una terapeuta di orientamento sistemico-relazionale. In questo articolo si ipotizza che la paziente possa presentare più traumatizzazioni, conseguenti a eventi sia re- lazionali, che ambientali. A partire da questa ipotesi, si confrontano gli interventi terapeutici attuati nell'ottica sistemico-relazionale con quelli che avrebbe potuto realizzare un terapeuta di orientamento cognitivo-comportamentale.
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Bramini, Maria. "Abuso, presunto abuso e veritŕ familiari." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 32 (November 2010): 47–61. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032003.

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Abstract:
In questo articolo si intendono analizzare alcune peculiaritŕ di un caso clinico di presunto abuso sessuale e maltrattamento a danno di minori seguito presso le strutture del servizio pubblico. Nel momento in cui il sistema famiglia incontra il sistema dei servizi all'intreccio fra comportamenti, relazioni e costruzione della realtŕ presenti nella famiglia in cui si presume sia avvenuto l'abuso si aggiunge quello del servizio deputato alla sua valutazione. L'intensitŕ delle motivazioni familiari e quelle della responsabilitŕ degli operatori creano spesso contesti significativi per cambiamenti anche se sempre esposti al rischio di collusioni o deaffetizzazioni. In questo articolo ci dilungheremo su un caso clinico per mostrare come si costruiscano le realtŕ, attraverso l'intreccio dei punti di vista dei familiari e degli operatori dei servizi e quanto intorno a queste "veritŕ" si possano dipanare momenti di cambiamento.
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Ortolan, Paola. "Il ruolo del giudice della famiglia: la diversa esperienza al tribunale ordinario e al tribunale per i minorenni." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 115–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001012.

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Abstract:
L'articolo si propone di offrire qualche riflessione sulla specificità della funzione del giudice che si occupa dei minori presso il tribunale ordinario, nei giudizi in cui i genitori sono in conflitto (separazioni, divorzi, affidamento dei figli delle coppie non coniugate), rispetto a quella del giudice che si occupa di minori segnalati per la condizione di pregiudizio, presso il tribunale per i minorenni, partendo dall'esperienza concreta nei diversi ruoli. Intende valorizzare la specializzazione dell'autorità giudiziaria che, a qualsiasi titolo, presidia la tutela dei minori e la necessità dell'integrazione delle sue competenze con quelle dei professionisti di altre discipline (psicologi, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, ecc.) chiamati come consulenti tecnici d'ufficio o presenti già nell'organo decidente come giudici onorari. Infine, vuole mettere in evidenza alcune criticità processuali.
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Xella, Carla Maria, and Francesca Mosiello. "Chi ha paura dell'orco cattivo? Lo stigma nella percezione sociale e nel lavoro trattamentale con l'autore di reato sessuale." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2021): 21–33. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001003.

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Abstract:
Chi compie reati contro i minori è visto dall'opinione pubblica come un mostro, un "orco", nel migliore dei casi un malato incurabile che non ha niente a che fare con le persone "normali". L'odio per l'orco ha conseguenze molto gravi: impedisce di prendere atto della diffusione degli abusi sessuali nei circoli della fiducia (famiglia, scuola, associazionismo, sport, ecc.) contribuendo al negazionismo dell'abuso; ostacola l'attivazione di interventi efficaci, favorisce il diniego e la minimizzazione o l'adesione passiva allo stigma nei trattamenti.
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Cottatellucci, Claudio, and Francesco Vitrano. "Minori fuori famiglia: fonti di conoscenza, regole processuali, istanze di tutela e di cura." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 5–17. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001001.

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Piga, Maria Lucia, and Daniela Pisu. "Le parole per dirlo. La progettazione dei percorsi pre e post adozione al disvelamento della violenza subita dai minori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 102–15. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002007.

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Abstract:
La correlazione tra l'essere vittima di un abuso sessuale intrafamiliare e il fal-limento di un progetto adottivo può emergere quando nel nuovo nucleo, il passato del minore, soprattutto se maschio, resta latente. Il case study sulla "risorsa famiglia", dove l'assessment guida la rete dei servizi sociali, indica la narrazione come strada da percorre per tessere le trame di un nuovo romanzo familiare e promuovere la cultura dell'accoglienza.
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Matucci, Giuditta. "Le agenzie educative e i diritti dei singoli fra unità, identità e autonomia." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (June 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002004.

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Abstract:
Famiglia e scuola vantano una storia affine, segnata dalla loro primazia in quanto istituzioni, nei confronti dei loro stessi componenti. L'evoluzione dell'ordinamento ha, poi, seguito una strada diversa, volta a favorire i diritti dei singoli, esigenza imposta dal maturare della coscienza sociale in ordine, soprattutto, alla posizione dei soggetti più deboli: i figli, gli allievi. L'affermarsi dei minori come personalità dotate di soggettività giuridica rimette in discussione gli schemi del passato, favorendo la valorizzazione della loro posizione. Permangano, tuttavia, rischi di conflitto all'interno della formazione nucleare. Lo scritto valuta la possibilità di risolvere tali conflitti alla luce del dovere di solidarietà.
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Castellani, Cesare. "Ancora sulla "giurisdizione mite": qualche riflessione sulla specificitŕ del giudice dei minori e della famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2012): 364–72. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-003047.

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Caso, Letizia, Francesca Vitale, and Michela Boni. "La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2011): 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Abstract:
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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Olivetti Manoukian, Franca. "Adozioni sostenibili: il contributo dei Servizi tra conoscenza e azione." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 16–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002002.

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Abstract:
L'articolo si propone di mettere in luce come le crisi nelle adozioni siano collegate a conoscenze preliminari delle situazioni dei minori e delle coppie, prevalentemente attente agli aspetti giuridico-formali e meno orientate a valorizzare le qualità delle relazioni su cui regge il progetto di vita familiare. I Servizi possono essere attivamente presenti per fornire e sviluppare, in collaborazione con i giudici, riconoscimenti sottili e perspicaci di motivazioni e investimenti affettivi, possono rilevare aspetti meno evidenti e tuttavia condizionanti per il benessere dei singoli e della famiglia. In un contesto generale attraversato da cambiamenti culturali stravolgenti e disorientanti le realtà familiari sono continuamente esposte a complessità di valutazioni e di scelte tendenzialmente più adeguate e pertinenti se sono condivise.
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Laera, Laura. "Infanzia e diritti al tempo della crisi: verso una nuova giustizia per i minori e la famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (November 2013): 103–7. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-004013.

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Camussi, Elisabetta, Lidia Giuditta Visintini, Maria L. Sbarra, and Cinzia Sassi. "Disuguaglianze e violenza di genere ai tempi del Covid-19: attualità delle proposte dal Piano Colao." TERAPIA FAMILIARE, no. 129 (October 2022): 29–50. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129003.

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Abstract:
La crisi pandemica ha avuto gravi conseguenze a livello individuale, sociale e globale e, inoltre, ha aggravato le disuguaglianze socio-economiche pre-esistenti: la crisi ha colpito più duramente le persone con minori risorse e in condizioni svantaggiose. Tale situazione ha avuto, infatti, una forte ricaduta sulla vita delle donne per diverse ragioni che riguardano, da un lato aspetti occupazionali ed economici, dall'altro il ruolo sociale delle donne all'interno della famiglia e della società, fino a giungere al tragico aumento di casi di violenza domestica. La risoluzione di tali problematiche è stato uno degli aspetti affrontati nella stesura del Piano Colao che, seguendo le linee guida dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ha presentato alcune proposte concrete per raggiungere la parità di genere. In questo testo vengono presentati e analizzati, da un punto di vista psicosociale, i temi fondamentali da tenere in considerazione per mettere a punto strategie di cambiamento efficaci.
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Lenti, Leonardo, Piercarlo Pazé, and Gustavo Zagrebelsky. "La mitezza del diritto e delle istituzioni negli interventi e nei procedimenti per le persone, la famiglia e i minori." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2015): 237–45. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-001028.

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Taurino, Alessandro, and Paola Bastianoni. "L'accoglienza del bambino fuori famiglia e i contesti di cura di tipo residenziale. Le comunitŕ per minori come ambienti terapeutici globali." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2012): 253–62. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-001023.

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Civinini, Maria Giuliana. "Il Tribunale ordinario e le nuove competenze in materia di famiglia e minori. La collaborazione coi Servizi nell'esperienza del Tribunale di Livorno." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (January 2016): 147–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-004020.

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Sellaroli, Valentina. "L'allontanamento dei minori dalla famiglia: emergenza, distorsioni e buone prassi in un esame comparato delle prassi nei paesi membri del Consiglio d'Euro." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (January 2016): 176–81. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-004024.

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McEvoy, Meaghan. "Rome and the transformation of the imperial office in the late fourth–mid-fifth centuries AD." Papers of the British School at Rome 78 (November 2010): 151–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000854.

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Abstract:
Sommarii:Questo articolo identifica una ragione finora non riconosciuta circa la crescente presenza imperiale a Roma dall'ascesa di Onorio nel 395 d.C. fino all'assassinio di Valentiniano III nel 455, nella forma della trasformazione dell'ufficio imperiale stesso, che stava prendendo piede in questo periodo, come risultato della ripetuta ascesa degli imperatori-bambini nel Occidente tardo-romano. Questi prolungati governi dei minori, che si verificano a un certo punto nella storia tardo-romana quando la crescita della cerimonializzazione e owiamente della cristianizzazione andarono a costituire un importante parte del ruolo delrimperatore, portarono con loro anche una piu grande necessita che la citta di Roma agisse come stage politico chiave per l'esposizione del cerimoniale imperiale, in particolare tanto il supporto della ricchezza deH'aristocrazia senatoria fondata a Roma, divenne ancora piu cruciale quanta le fonti delle entrate imperiali andarono perdute all'impero d'Occidente per via delle invasioni barbariche. In aggiunta, la fondazione del mausoleo di Onorio, adiacente alia basilica di San Pietro, e l'estesa costruzione delle chiese e gli sforzi decorativi della famiglia imperiale durante il regno di Valentiniano III, illuminarono le credenziali cristiane dell'imperatore d'Occidente, e contestano la vecchia visione che i vescovi di Roma avevano gia preso il soprawento sul ruolo delrimperatore' all'interno della citta a partire dal V secolo d.C.
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Camedda, Manuela, Monica Piccapietra, and Roberto Berrini. "La terapia familiare con gli adolescenti con comportamenti autolesionisti. Presa in carico e protocollo sperimentale all'interno della NPI." TERAPIA FAMILIARE, no. 128 (May 2022): 55–73. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128004.

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Abstract:
La letteratura scientifica internazionale dimostra come sia estremamente difficile ingaggiare in psicoterapia adolescenti con gravi comportamenti autolesionisti; per tale motivo l'équipe multidisciplinare della UONPIA ASST Santi Paolo e Carlo di Milano ha implementato all'interno del proprio ambulatorio un servizio specifico di psicoterapia familiare, con l'obiettivo primario di creare un protocollo di intervento integrato al lavoro di presa in carico e valutazione dei pazienti afferenti all'équipe con comportamenti autolesionisti. Lo scopo è quello di offrire al minore e alla sua famiglia un percorso di sostegno e cura dell'intero sistema familiare. L'applicazione di tale intervento con più di 50 famiglie ha favorito la creazione di un protocollo di psicoterapia familiare nel trattamento delle psicopatologie adolescenziali, promuovendo l'elaborazione di una nuova ipotesi clinica sul funzionamento familiare in presenza di un adolescente problematico.
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Bini, Emanuela. "Accogliere famiglie con bambini disabili in contesti migratori. Scenari inclusivi a Bologna." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no. 52 (April 2018): 209–22. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005212.

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Abstract:
Riassunto Il numero crescente di famiglie migranti con minori disabili invita a riflettere sul tema dell’accoglienza e delle politiche sociali. Come evidenziato dalla ricerca “Alunni con disabilità, figli di migranti” condotta a Bologna, risulta necessario che i servizi alla persona e le istituzioni scolastiche - Enti che collaborano nella presa in carico del minore disabile - rinnovino le pratiche di accoglienza e di accompagnamento delle famiglie e dei minori disabili per rispondere in maniera adeguata ai bisogni emergenti. Considerato il numero esiguo di studi sul tema e la mancanza di linee guida ministeriali per definire interventi incentrati sulla “doppia diversità”, le criticità e le buone prassi individuate dalla ricerca assumono un valore paradigmatico e forniscono utili indicazioni estendibili anche ad altri contesti.
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Borlini, Barbara, and Francesco Memo. "L'insediamento degli immigrati nello spazio urbano. Un'analisi esplorativa sulla concentrazione degli alunni di origine straniera a Milano." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090006.

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Abstract:
Il saggio indaga le dinamiche di segregazione scolastica emergenti nel contesto urbano di Milano. A una bassa segregazione etnica a livello residenziale non corrisponde necessariamente un basso rischio di segregazione a livello scolastico, poiché le dinamiche di segregazione scolastica emergono dall'interazione di diversi processi: la crescita del numero di minori di origine straniera in etŕ scolare; l'esistenza di microconcentrazioni di immigrati in alcuni quartieri della cittŕ; le differenze nelle dinamiche demografiche tra popolazione italiana e straniera; il delinearsi di strategie attive delle famiglie italiane volte ad evitare scuole ritenute socialmente inadatte, alla ricerca di ambienti che offrono migliori opportunitŕ di riproduzione del capitale sociale famigliare.
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Spadaro, Carmela Maria. "Rivolte tra i gelsomini. Raccoglitrici di fiori in Calabria e diritti sociali nella seconda metà del Novecento (primi risultati di una ricerca)." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 451–84. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16895.

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Abstract:
Una vicenda poco nota, relativa ad una stagione di battaglie sindacali è quella di cui si resero protagoniste le raccoglitrici di fiori di gelsomino della Calabria jonica. Il loro lavoro rappresentò, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del ‘900, un elemento importante nella storia economica e sociale del territorio calabrese, favorendo la creazione di un’interessante rete di collegamento tra le numerose imprese agricole di piccole e medie dimensioni operanti nel territorio ed alcuni tra i più noti marchi dell’industriaprofumiera francese.L’acquisita consapevolezza del profilo “internazionale” e, dunque, dell’importanza del proprio lavoro nella promozione industriale e sociale del territorio, fu all’origine di una stagione di rivendicazioni, che sancirono un netto miglioramento delle condizioni lavorativeed una maggiore considerazione sociale per queste donne trovatesi improvvisamente, anche per effetto della disoccupazione maschile e dell’emigrazione, a ricoprire il ruolo di capo-famiglia; altresì posero all’attenzione del Parlamento la necessità di darericonoscimento normativo alle istanze delle lavoratrici. Nella lotta sindacale condotta da queste pioniere dei diritti delle lavoratrici si intrecciarono, ad un certo punto, interessi che rischiarono di snaturane il significato, ma esse seppero tenere testa alle strumentalizzazioni che provenivano da varie parti, battendosi solo per i loro diritti.La crisi del settore, determinata da un eccesso di produzione rispetto alla domanda e dalla concorrenza di alcuni paesi esteri (Egitto, Israele, Spagna, Algeria, Tunisia), che poterono giovarsi anche dei minori costi della manodopera, provocò un crollo verticale dellevendite di gelsomino, conducendo nel giro di pochi anni alla totale sparizione della coltura dalle coste calabresi.Il legislatore intervenne tardivamente per disciplinare molti di quei diritti che le raccoglitrici di gelsomino erano riuscite a conquistare, ottenendo una contrattazione collettiva provinciale che rispettava e richiamava il diritto consuetudinario. L’intervento dello Stato fu tardivo perché alla fine degli anni Settanta quasi più nessuno in Calabria coltivava il gelsomino e le mutate condizioni del mercato internazionale dirottarono le commesse dell’industria francese verso Paesi più competitivi. Tuttavia, il ruolo pionieristico di queste donne, il cui lavoro tracciava di per sé un’identità di genere, segnò sicuramente un passo decisivo verso il cambiamento sociale e l’emancipazione femminile, che sembra doveroso ricordare.
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Pascali, Michelangelo. "Minori tra famiglie camorristiche e istituzioni socio-giudiziarie: analisi di un caso controverso." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 32–54. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002003.

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Abstract:
È possibile che la tutela dei minori appartenenti a famiglie della criminalità or-ganizzata vada a passare per l'allontanamento dalle stesse? Condizioni ambienta-li delinquenziali costituiscono necessariamente un impedimento rispetto al sano sviluppo psicofisico di un minore? Qual è il quadro giuridico e quello giurispruden-ziale entro cui la questione si inscrive? Quali sono stati i provvedimenti giudizial-mente posti in essere e quali risultati hanno conseguito?
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Cerbara, Loredana, and Maria Girolama Caruso. "Fragilità e rischio di povertà educativa negli adolescenti in Italia. I dati delle indagini del CNR-IRPPS." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 119–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001011.

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Abstract:
Se attraverso i dati ufficiali (ISTAT, MIUR e altre Istituzioni) si può analizzare dal punto di vista statistico il fenomeno della povertà educativa, costruendo graduatorie territoriali, na-zionali e internazionali, sono le indagini direttamente rivolte ai ragazzi, o anche agli educa-tori, a dare completezza al quadro complessivo del rischio di marginalizzazione a cui sono esposti i minori. Dal 2014 il CNR-IRPPS ha svolto una serie di indagini rivolte ai giovani delle scuole secondarie, sia inferiori che superiori, per approfondire la conoscenza sulla condizione giovanile. Si tratta di esperienze pratiche derivanti dalle attività di ricerca di due progetti del CNR-IRPPS, uno dedicato alla pratica dello sport come veicolo di integrazione sociale (IRPPS WPs n. 106 e 108), che è stato realizzato attraverso quattro survey distinte, e l'altro più specificamente dedicato allo studio della condizione giovanile (IRPPS WPs n. 107; Tintori e Cerbara, 2016) sia in contesti territoriali limitati che a livello nazionale. In entram-bi i progetti un team di ricercatori si è recato nelle scuole per effettuare, durante l'indagine, l'osservazione diretta del comportamento degli studenti ammessi nel campione, rivelando una serie di elementi importanti, in primo luogo per la scuola che è chiamata ad intervenire anche sulla povertà educativa, ma anche a livello di ricerca sociale più allargata. Partendo dal presupposto che la povertà educativa solo in parte coincide con la povertà eco-nomica, i dati raccolti dimostrano che, anche quando le condizioni economiche sono accetta-bili, può verificarsi la presenza di fattori di rischio di esclusione sociale che spesso si so-vrappongono, fino a determinare una vera e propria barriera che impedisce ai ragazzi di vedersi nello stesso modo dei propri pari. Vivere in una famiglia con background migratorio oppure con uno status culturale non elevato, ma anche essere donna, costituiscono elementi sufficienti perché i giovani rimangano vittime di condizionamenti sociali che impediscono lo-ro di scegliere il proprio futuro. E anche i comportamenti devianti (uso di sostanze pericolo-se, atti di violenza verbale o fisica, ecc.) possono essere determinati da situazioni di disagio correlabili con una povertà culturale che è più difficile da determinare ma che è altrettanto importante delle altre declinazioni di povertà. Alla voce degli studenti si aggiunge poi quella dei docenti che, attraverso le due indagini con-dotte dal CNR-IRPPS, hanno potuto esprimere il proprio parere sulla situazione dei giovani da un punto di osservazione particolare ed hanno dato alcune indicazioni su come la scuola potrebbe intervenire per limitare le situazioni di difficoltà nell'integrazione tra i giovani.
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Casonato, Marta, Anna Ghioni, Chiara Avataneo, and Antonella Caprioglio. "I complessi percorsi delle crisi adottive: dalla ricerca di una definizione alla prima indagine sul fenomeno in Piemonte." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 170–82. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002015.

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Abstract:
Il tema delle "crisi adottive" è stato affrontato in Piemonte attraverso un gruppo di lavoro interistituzionale composto da assistenti sociali, psicologi, magistrati che si è interrogato sulla definizione del fenomeno e sulle modalità di presa in carico. Il monitoraggio sui dati del 2018 ha evidenziato 30 casi di minori adottati andati incontro a inserimento extra-familiare. Attraverso un'intervista agli operatori, sono state raccolte informazioni su questi nuclei familiari e sugli interventi messi in atto dai Servizi. I dati raccolti informano sulle caratteristiche della crisi che ha portato all'allontanamento e sui possibili fattori di rischio (ascrivibili al minore, ai genitori adottivi e all'intervento professionale). Nel campione troviamo minori adottati a differenti età, dall'Italia e dall'estero, da coppie descritte positivamente in fase istruttoria. La crisi si manifesta con gravi disturbi comportamentali comparsi o aggravati principalmente in età adolescenziale e sovente anticipati da segnali di difficoltà. Minori e famiglie sono stati oggetto di numerosi interventi prima dell'inserimento in comunità. Fra i fattori di rischio primari spiccano quelli legati alla corrispondenza fra caratteristiche del minore e della coppia e quelli relativi alla storia pre-adottiva del minore. I dati confermano la delicatezza dell'abbinamento e l'importanza del monitoraggio post-adottivo al fine di intervenire in maniera precoce sulle situazioni critiche.
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Giordano, Carlo. "Il riconoscimento del progetto migratorio del minore e la valorizzazione della rete parentale nell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: l'evoluzione della presa in carico nel comune di Cremona (2005 - 2011)." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 42 (June 2014): 97–112. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100007.

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Abstract:
Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati fu gestito a Cremona, fino all'anno 2007, unicamente tramite l'accoglienza in strutture residenziali. Tale pratica dovette però confrontarsi con la criticità (anche di tipo economico) rappresentata dalla massiccia crescita degli arrivi di minorenni stranieri dichiaranti essere "non accompagnati", verificatasi negli anni 2006 e 2007. La frequente presenza di reti parentali dei minori nelle provincie limitrofe, indusse a ritenere che il percorso migratorio dei MSNA giunti a Cremona fosse il risultato di una strategia messa a punto da adulti di riferimento, i quali indirizzavano il giovane verso quei territori dove le pratiche d'accoglienza apparivano più efficaci riguardo all'acquisizione del titolo di soggiorno. Ciò che emerge è la correlazione intercorrente tra modalità di accoglienza e strategia migratoria. A partire dall'anno 2008, il riconoscimento del carattere "famigliare" del progetto migratorio del minore, e della sua rete parentale come risorsa per una più efficace e sostenibile presa in carico, portò all'identificazione di una strategia di accoglienza incentrata sull'affidamento famigliare.
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Montaruli, Valeria. "L'istituzione del tribunale unico per le persone le famiglie e i minori, l'unificazione dei riti e la considerazione dell'interesse del minore." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (April 2022): 26–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003003.

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Abstract:
L'articolo analizza i principali aspetti della delega contenuta nella legge 26 novembre 2021, n. 206 sulla riforma del processo civile, analizzando i principali profili ordinamentali relativi all'istituendo "Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie" ed evidenziando come l'estesa monocraticità e la marginalizzazione della multidisciplinarietà rischino di porre al centro il conflitto familiare e di depotenziare la tutela del minore in situazioni di pregiudizio. In questa chiave, si esaminano alcuni aspetti relativi alla delega sul rito unico, concludendo che l'imponente sforzo di unificazione e razionalizzazione di una materia così frammentata potrà produrre i risultati sperati, solo attraverso una piena valorizzazione del patrimonio esperienziale e culturale della giustizia minorile.
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Guarcello, Emanuela. "Il senso e i compiti dell'educare nel dialogo con la giustizia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 32–41. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001004.

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Abstract:
La componente pedagogica della magistratura minorile ha fin da subito operato per promuovere una concreta possibilità di emancipazione per i minori e per le loro famiglie rispetto a condizioni di grave difficoltà, disagio e violenza. È un operato, quello della componente pedagogica, che trova le proprie radici entro la costituzione stessa del tribunale per i minorenni e che si offre come contributo alla magistratura nel pensare e nell'attuare un percorso giudiziario a "misura" del minore e in vista del suo pieno compimento. Sebbene vanti radici lontane e autorevoli, è un operato che - proprio per mantenere la propria significatività - deve ripensarsi in relazione al senso che deve assumere oggi e ai modi entro i quali può essere declinato al fine di rispondere alla vocazione interdisciplinare che da sempre contraddistingue l'intima essenza della magistratura minorile. Entro questa cornice, il contributo si offre come spazio di riflessione sul ruolo della componente pedagogica della magistratura minorile con particolare attenzione alla dimensione del giudizio, che anima tanto il compito della magistratura stessa quanto la possibilità per le persone minorenni e per le loro famiglie di accedere a un percorso di reale emancipazione.
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Gardon, Michela. "La valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-001006.

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Abstract:
Il presente articolo offre una riflessione sulla presa in carico delle famiglie, nei servizi di tutela minori, all'interno del processo di intervento. Più specificatamente, intende approfondire la fase della valutazione della recuperabilità delle competenze genitoriali, con l'intento di offrire indicazioni e stimolare un confronto circa l'intervento psicologico più appropriato. L'intervento di natura valutativa costituisce, infatti, una fase che segue la protezione del mi-nore e anticipa il progetto per il minore. L'articolo, attraverso la descrizione di esperienze cliniche concrete, offre indicazioni circa la gestione dei possibili percorsi valutativi e evidenzia l'importanza di: considerare il contesto in cui si opera; focalizzare l'attenzione sulla specifica richiesta inerente la fase valutativa dell'intervento che ha la funzione di orientare il lavoro; individuare gli strumenti appropriati per il lavoro psicologico.
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Balenzano, Caterina, and Amelia Manuti. "La riorganizzazione del lavoro e il benessere di minori e famiglie in pandemia: riflessioni interdisciplinari e lezioni per la ripartenza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 107–23. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002008.

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Abstract:
Le restrizioni connesse alla gestione dell'emergenza sanitaria hanno inciso profondamente sulle opportunità di crescita dei minori, colpendo maggiormente i gruppi sociali più vulnerabili, come le famiglie a basso reddito e i bambini. Se i genitori home-workers hanno dovuto fronteggiare maggiori difficoltà di conciliazione, i caregiver che hanno perso il lavoro o subito una netta riduzione del reddito hanno vissuto un disagio economico e psicologico, che continua ad impattare sulla qualità delle relazioni familiari. L'analisi psico-sociologica delineata dal presente contributo cerca di mettere in luce gli effetti diretti e indiretti dell'emergenza sull'organizzazione del lavoro e sulla vita di minori e famiglie e pone l'attenzione sull'esigenza di promuovere il benessere individuale e professionale, attraverso la sperimentazione di misure e interventi innovativi nella fase di ripartenza.
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Conti, Caterina. "Affidamento del minore al servizio sociale. Indagine in sei comuni toscani." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 200–209. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004020.

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Abstract:
L'affidamento del minore al servizio sociale è una misura soggetta a diverse interpretazioni rispetto al suo utilizzo, in quanto ha come unico riferimento la legge n. 888/56 "Minore irregolare per condotta o per carattere". Tale situazione genera non poche difficoltà nella costruzione dei progetti a favore dei minori e delle famiglie nel lavoro di servizio sociale territoriale. Per poter instaurare un confronto con la magistratura, è prima necessario che la comunità professionale organizzi spazi dedicati al dialogo allo scopo di confrontare le esperienze da cui costruire modalità operative condivise. I risultati della ricerca attuata nei sei comuni toscani conducono a una maggiore consapevolezza della presenza dell'affidamento e delle diverse modalità di gestione di esso. Il collocamento del minore, l'utilità e l'efficacia dell'utilizzo dell'affidamento a favore del minore rappresentano alcuni degli elementi di discussione tra gli assistenti sociali e non solo. Rimane di fondamentale importanza la richiesta di ricevere provvedimenti con prescrizioni specifiche e in linea con la mission della professione in un tempo definito entro cui attuarle, sottolineando l'importanza di legittimare il servizio sociale nella sua veste istituzionale in un dialogo costruttivo con la magistratura che consenta di definire protocolli operativi di riferimento.
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Gambaro, Ludovica. "Le misure di sostegno al reddito delle famiglie con minori." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2019): 36–44. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-003004.

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Baldelli, Anna Maria. "Il genitore disabile e la procedura di adottabilità." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 115–19. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004013.

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Abstract:
La disabilità non è mai, di per sé, causa di accertamento dello stato di abbandono, salvo che si rifletta in una incapacità genitoriale non emendabile e non vi siano risorse parentali vicarianti. In ambito minorile non esitino "categorie" e neppure "automatismi", ma valutazioni caso per caso, che permettano di cogliere le pecu-liarità della singola situazione, al fine di realizzare l'interesse del minore, alla pro-pria famiglia o ad una famiglia adottiva, come un "vestito ritagliato su misura". Vi sono diverse disabilità e quelle psichiche sono più critiche perché solitamente si ac-compagnano alla negazione della patologia ed al rifiuto degli aiuti, vissuti come atti persecutori, oltre che ad altri fattori di rischio ambientali-familiari
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Valtolina, Giovanni Giulio, and Nicoletta Pavesi. "Famiglie migranti e minori con disabilità. Problematiche e prospettive della presa in carico." MONDI MIGRANTI, no. 3 (November 2022): 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003004.

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Abstract:
Analizzare le condizioni di vita delle famiglie migranti in cui è presente un figlio disabile risponde a una esigenza quanto mai attuale. Le reti familiari in cui è presente un minore disabile possono essere considerate potenzialmente multiproblematiche: la loro vulnerabilità, infatti, è legata tanto alla diagnosi, alla cura e alla gestione della disabilità, quanto all'essere stranieri, talvolta privi di un adeguato sostegno sociale, o in condizioni di particolare disagio economico e/o sociale, o ancora non a proprio agio nel complesso mondo dei servizi sanitari, sociali, educativi offerti dal nostro sistema di welfare. L'articolo intende offrire una rassegna della letteratura internazionale sul tema del rapporto tra famiglie immigrate in cui è presente un minore disabile e i servizi di welfare, rassegna necessaria in quanto nel contesto italiano questo tema non è ancora stato affrontato. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare un primo frame teorico entro il quale poter collocare future ricerche empiriche, anche con lo scopo di sostenere la progettazione sociale in questo specifico campo. In particolare, emergono come rilevanti le prospettive teoriche dell'empowerment, della reticolazione degli attori, dell'incontro tra saperi professionali ed esperienziali e della comunicazione interculturali quali bussole per la progettazione di servizi/interventi efficaci.
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Ferrigni, Nicola, and Marica Spalletta. "I confini materiali e immateriali delle nuove povertà nel territorio di Roma Capitale e gli effetti sui minori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 258–76. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002017.

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Abstract:
L'articolo analizza l'impatto multidimensionale della pandemia sul territorio di Roma Capitale, focalizzando in particolare l'attenzione su quei "nuovi poveri", in cima alla cui lista svettano le famiglie con minori. I risultati confermano la crescente esposizione al rischio povertà di questi nuclei familiari, riconoscendo ai minori lo status di "poveri tra i poveri la cui preesistente condizione di fragilità risulta ulteriormente compromessa da una deprivazione tanto economica, quanto immateriale, che investe contemporaneamente la sfera educativa, culturale e relazionale.
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