Academic literature on the topic 'Minori e famiglia'

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Journal articles on the topic "Minori e famiglia"

1

Battisti, A., C. Di Priamo, and L. Martinez. "I minori ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 48–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001005.

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Abstract:
Il luogo più consono alla crescita dei bambini è senza dubbio la famiglia d'origine. Vi sono situazioni di particolare vulnerabilità che, per garantire al minore una crescita serena, richiedono l'attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa da quella di origine o da una struttura residenziale. In Italia nel 2017 le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie destinate all'accoglienza dei minori sono oltre 2 mila e contano un'offerta di circa 23 mila posti letto. Gli ospiti minori sono complessivamente poco più di 20 mila, lo 0,2% dell'intera popolazione minorenne. Tra le motivazioni che hanno determinato l'inserimento del minore in comunità svolgono un ruolo preponderante le problematiche afferenti il nucleo familiare: un terzo degli ospiti sono accolti per problemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici dei genitori. Rilevante anche la quota di ragazzi stranieri non accompagnati. Gli ospiti minori che invece sono stati dimessi ammontano complessivamente a quasi 15mila. Il 32% è stato reinserito in una famiglia mentre, per il 35% dei ragazzi dimessi il percorso di accoglienza prosegue in un'altra struttura residenziale.
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2

Sicurella, Sandra. "Violenza in famiglia: dalla violenza assistita al parent abuse." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002006.

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Abstract:
Partendo da una riflessione sul concetto di vittima-criminale, il presente contri-buto intende approfondire la relazione esistente tra violenza assistita e violenza agita dai minori nei confronti di genitori o tutori. Entrambe le forme di violenza pongono al centro il minore, che vive una condizione di estrema fragilità, dettata anche dall'incapacità di gestire adeguatamente le proprie emozioni. Tra i possibili effetti da annoverare vi sono sicuramente l'apprendimento di modelli relazionali disfunzionali e la trasmissione intergenerazionale della violenza, conseguenze che, in alcuni casi, possono trasformare i minori in maltrattanti. È necessario, pertanto, valutare precocemente i fattori di rischio e individuare le traiettorie volte alla pre-venzione e alla riduzione di tali fenomeni, che sembrano strettamente correlati.
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3

Mazza, Roberto. "Come coniugare la protezione dei minori ed il trattamento dei genitori tossicomani." TERAPIA FAMILIARE, no. 95 (April 2011): 21–45. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095003.

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Abstract:
L'autore raccoglie le riflessioni maturate in oltre dieci anni di esperienze cliniche e di supervisione agli operatori dei servizi pubblici che si occupano di protezione, valutazione psicodiagnostica, terapia di minori figli di tossicodipendenti e dei loro genitori. Gli operatori sono posti di fronte al difficile compito della collaborazione interdisciplinare oltreché interistituzionale, nell'intento di coniugare il trattamento degli adulti (i processi d'aiuto) con la cura e protezione dei minori (gli interventi di controllo). L'obiettivo del lavoro č quello di offrire schemi di lettura e modelli teorici derivati dalle piů recenti acquisizioni della ricerca clinica sulla tossicodipendenza rispetto al ruolo della famiglia. In particolare la riflessione sui genitori tossicodipendenti e il necessario lavoro di protezione dei loro figli non puň prescindere da una prospettiva intergenerazionale dell'ottica familiare che dovrŕ coinvolgere sempre anche le famiglie d'origine.
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4

Cattani, Martina. "Fattori di rischio e di protezione nella valutazione di famiglie in carico ai Servizi Sociali: uno studio retrospettivo intergenerazionale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2022): 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002005.

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Abstract:
L'interesse preminente della presente ricerca è la comprensione degli aspetti connessi al trauma relazionale (maltrattamenti e abusi, trascuratezza e violenza domestica), nella valuta-zione delle competenze genitoriali in famiglie in carico ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio dei minori. A tale scopo, sono state analizzate le cartelle psicosociali di 65 nu-clei familiari. Dopo le analisi descrittive, sono state indagate eventuali differenze nella di-stribuzione (presenza vs assenza) dei fattori del Protocollo Fattori di Rischio e di Protezione (Di Blasio, 2005) fra famiglie valutate ad alto vs basso rischio. Si è, quindi, indagato l'impatto della presenza di alcuni fattori significativi in rapporto al livello di recuperabilità delle competenze parentali di madri e padri. I risultati mostrano che l'applicazione del Pro-tocollo in sede di valutazione permette di discriminare famiglie ad alto vs basso rischio e la sua applicazione evidenzia l'impatto, sulla recuperabilità genitoriale, di esperienze infantili avverse del genitore, di relazioni difficili o conflittuali con la propria famiglia d'origine - e/o con quella del partner - e di una relazione significativa con un membro della famiglia d'origine, in modo differenziato per madri e padri.
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5

Peris Cancio, Lluis F. "Minori fuori famiglia in Europa: Italia a confronto." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001008.

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Abstract:
A fronte delle difficoltà di basarsi su dati certi relativi all'andamento delle attività di prevenzione dell'allontanamento dei figli minori dalle famiglie di origine e alla riduzione del cosiddetto processo di istituzionalizzazione, in questo articolo viene presentata una sintesi del fenomeno su scala europea nelle more del problema dei dati affidabili. Constatata la complessità della comparabilità di dati tra paesi europei, conseguenza di definizioni e categorie non univoche rispetto alle modalità di protezione dei minori, nell'articolo si delinea un graduale percorso che ha avuto inizio nel vecchio continente. Infine, si presenta un'interpretazione descrittiva dei contesti di alcuni paesi vicini all'Italia, grazie alla quale è possibile delineare, seppure in maniera provvisoria, alcune delle caratteristiche del sistema italiano.
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6

Cerullo, Francesco. "Crisi nelle adozioni e tutela dei minori." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 142–47. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002012.

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Abstract:
Nell'affrontare il tema della tutela dei minori nella crisi della famiglia adottiva, l'autore prende le mosse esaminando l'identità particolare di questo nucleo, ricostruendo la crisi delle relazioni come l'espressione di una violazione del tratto identitario autentico della famiglia adottiva. Esamina la crisi, intesa come espressione di dinamiche comportamentali irregolari poste in essere dal minore adottato; il tempo dell'adolescenza, come momento tipico per l'espressione dei comportamenti trasgressivi che mettono in crisi le relazioni adottive; la lettura emotiva della trasgressione, intesa come strumento per mettere alla prova gli adulti di riferimento, nel momento in cui ritorna, in questa fase di crescita, il dolore dell'abbandono e quindi del tradimento delle relazioni originarie. Illustra gli interventi dell'autorità: il primo vaglio, la comprensione della gravità della problematica, quindi la distinzione delle crisi dai fallimenti, gli interventi di recupero e ristrutturazione adeguati, rivolti all'intero nucleo, se gli adulti dello stesso sono ancora dotati di risorse idonee; o ai soli minori adottati, nel caso di genitori adottivi privi delle risorse e chiusi rispetto a proposte di lavoro che richiedano cambiamenti. In ordine al minore, il modello di sostegno e rieducazione non deve essere di tipo frontale e punitivo ma di tipo terapeutico evolutivo prendendo le mosse proprio dal bisogno emotivo espresso con la condotta irregolare.
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7

Rossato, Alessia. "Quale famiglia per i bambini con disabilità?" MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 32–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004004.

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Abstract:
Come riconosciuto nel Preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, la famiglia è l'unità fondamentale della società e l'ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Tutti i minori hanno diritto a vivere in una famiglia, prioritariamente nella propria. Qualora questa non sia in grado di provvedere alla loro crescita, cura ed educazione si applicano gli istituti dell'affidamento familiare e, in caso di abbandono morale e materiale, dell'adozione. Nel godimento del diritto a una famiglia non sono ammesse distinzioni secondo le condizioni sanitarie in cui i bambini si trovano: il diritto ri-guarda dunque anche coloro che hanno malattie gravi o disabilità fisiche o cognitive e disturbi dello sviluppo. Anche con riferimento alla propria esperienza personale di madre affidataria di due bambine disabili e, più in generale, alle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII, l'Autrice esamina in questo contributo le grandi potenzialità dell'accoglienza familiare per bambini con disa-bilità che non possano crescere con la famiglia di origine. Perché l'accoglienza dei minori con disabilità è possibile, attuabile e praticabile.
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8

Di Pentima, Lorenza, Alessandro Toni, and Grazia Attili. "L'impatto della violenza assistita sui minori: attaccamento, locus of control ed esiti psicopatologici." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2021): 83–107. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002006.

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Abstract:
Obiettivo del presente studio è stato esplorare l'impatto della violenza assistita in famiglia da parte di minori sull'emergere di eventuali quadri sintomatologici, sulla costruzione dei loro legami di attaccamento e sulla strutturazione del locus of control. I partecipanti allo stu-dio sono stati minori (n = 30), vittime di violenza assistita in famiglia (età media: 11.57 an-ni, DS = 2.01), confrontati con un gruppo di controllo (n = 60; età media: 11.03 anni, DS = 1.96). Le ipotesi verificate sono state le seguenti: 1) le vittime di violenza assistita nel con-fronto con il gruppo di controllo hanno più frequentemente un attaccamento insicuro, valu-tato mediante il Separation Anxiety Test (Attili, 2001); 2) le vittime di violenza assistita rive-lano un assetto psicopatologico più severo, valutato mediante le Scale Psichiatriche di Au-tosomministrazione per Fanciulli e Adolescenti (Cianchetti & Sannio Fancello, 2001); 3) le vittime di violenza assistita hanno un locus of control più esterno, valutato mediante la Sca-la di Nowicki-Strickland (1973). Dai risultati emerge che i minori, testimoni di violenza in famiglia, rispetto al gruppo di controllo, hanno più di frequente un legame di attaccamento insicuro, in particolare di tipo evitante e, a seguire, di tipo ambivalente. Mostrano un assetto sintomatologico che comprende le dimensioni di ansia, depressione, disturbi alimentari psi-cogeni e sintomi somatici. Rivelano, infine, la presenza di più elevati livelli di locus of con-trol esterno.
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9

Chiappetta, Giovanna. "Allontanamento del minore dalla famiglia d'origine alla luce dell'art. 8 della CEDU." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 71–83. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002003.

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Abstract:
La materia dell'allontanamento del minore dalla famiglia di origine è complessa e delicata anche perché disciplinata da fonti eterogenee frutto della integrazione di almeno tre sistemi giuridici: nazionale, dell'Unione Europea e del più largo Consiglio d'Europa. La riflessione mira a cogliere l'evoluzione dell'istituto dell'adozione dei minori mediante l'interpretazione del diritto alla vita familiare ex art. 8 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'uomo e delle Libertà fondamentali.
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Frau, Tiziana, Milena Milani, Amanda Jones, and Dafna Lender. "Verso la costruzione di un legame affettivo. Il trattamento integrato della Theraplay e della psicoterapia Diadica evolutiva in caso di affido e adozione." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 50 (August 2022): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14081.

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Abstract:
I minori che entrano nel percorso di affido e adozione si trovano a dover affrontare la rottura del primo legame affettivo con la loro famiglia d'origine e l'inizio di un nuovo legame con quello dei genitori adottivi. In molti casi i minori prima di essere adottati, hanno inoltre transitato in diverse case famiglie, e/o sono passati da una o più esperienze di affido. In generale a una iniziale fase di "buon adattamento" del bambino seguono momenti di forte crisi (Brodzinsky et al., 1990). Alla luce di questo, i percorsi e i programmi rivolti alla tutela del minore e delle famiglie devono assumere dei metodi per la valutazione delle competenze genitoriali e la scelta di programmi di supporto e trattamento che siano rivolti alla relazione (Steele et al., 2003), alla costruzione dei legami affettivi (Hill & Schore, 2015), e informati sugli esiti del trauma (Porges, 2004), per evitare il ripetersi di esperienze dalla valenza abbandonica e traumatica per il minore stesso. L'obiettivo del presente articolo è quello di introdurre la Theraplay (Booth & Jernberg, 2010) e la Terapia diadica dello sviluppo, DDP (Huges, 2007; Huges et al., 2019) come piani di trattamento integrabili fra di loro, nelle diverse fasi del processo adottivo, che promuovono la connessione e il suo recupero a fronte di rotture nella relazione genitore bambino, attraverso sedute alternate di gioco strutturate, di dialogo, in un clima comunicativo di tipo affettivo e riflessivo basato sulla giocosità, amorevolezza, accettazione ed empatia e curiosità fra le parti (Lender, et al., 2005).
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Dissertations / Theses on the topic "Minori e famiglia"

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Ippolito, Silvia <1988&gt. "I testimoni invisibili. La violenza assistita da minori in famiglia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4896.

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Abstract:
La tesi si focalizza sul tema della violenza domestica da un diverso punto di vista: quello dei bambini che vi assistono. La violenza in famiglia è spesso difficile da rilevare e lo è ancor di più per le vittime silenziose, i minori testimoni delle violenze. Essi sono a loro volta colpiti in modo indelebile dall’inadeguatezza genitoriale che madri vittime e padri aggressori mettono in atto. Nella maggioranza dei casi, la donna subisce maltrattamento dal partner: si instaura un rapporto di dominio, simile a quello tra vittima e carnefice. Minori che crescono in un questi contesti riportano danni simili a chi ha subito violenze dirette, rischiando di apprendere a loro volta i modelli genitoriali che hanno sperimentato, entrando a far parte della ruota dell’abuso. Combattere la violenza domestica non è facile: il primo passo è la messa in protezione delle vittime, costruendo percorsi ad hoc per i minori che hanno assistito e sostegni che possono riconsegnare alla donna la sua indipendenza, dall’altro è importante avviare un lavoro con gli uomini che perpetrano violenza, le cui esperienze in Italia sono ancora limitate.
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Lassi, Chiara <1994&gt. "Il diritto di famiglia giapponese: myōgi, koseki e affidamento dei minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19943.

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Abstract:
L’elaborato che presento tratterà del diritto di famiglia giapponese. Inizierà con qualche cenno storico dalla nascita del diritto in Giappone, fino ad arrivare ai giorni nostri. Verranno affrontate alcune problematiche come il mukoseki. Inoltre, facendo dei confronti con l’Italia, si analizzeranno le modalità di divorzio e le eventuali procedure per l’affidamento nel caso di figli minori, spiegando anche la problematica sulla sottrazione di minori tra coniugi di nazionalità mista. Infine rappresenterò con dei grafici un sondaggio che ho sottoposto ad alcuni studenti universitari giapponesi, per comprendere la loro percezione sul diritto di famiglia: lo trovano giusto oppure un po’ antiquato e disparitario in confronto a quello italiano?
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Branchesi, Alice <1989&gt. ""Rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia": 'Relazionalità' e quotidianità in una comunità educativa per minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8927.

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Abstract:
L’intento di questa tesi è quello di portare sotto i riflettori della disciplina antropologica un contesto in cui emerga l’importanza delle pratiche quotidiane nel creare legami relazionali e affettivi ‘analoghi a quelli di una famiglia’. L’antropologia, nel corso della sua storia, si è interrogata attraverso diversi approcci teorici sui significati della parentela, soffermandosi anche ad indagare la dicotomia tra gli aspetti ‘biologico’ e ‘culturale’ che la caratterizzano. Negli ultimi decenni alcuni antropologi si sono concentrati sull’analisi di pratiche culturali che creano ‘familiarità’ mettendo in luce gli aspetti del quotidiano che vanno a generare la ‘reciprocità’ di tali legami, ma anche di relazioni non basate sulla consanguineità. Attraverso questa prospettiva si è scelto di indagare la realtà delle comunità educative per minori, dove l’aspetto della ‘familiarità’ è costruito sia grazie alle pratiche quotidiane, sia grazie ad un quadro legislativo che norma le caratteristiche di tali realtà. A partire da una panoramica storico-giuridica, proposta per comprendere il quadro nazionale e l’iter normativo retrostante alle comunità di accoglienza in Italia, si passerà ad offrire uno sguardo focalizzato su una comunità educativa per minori allontanati dalla famiglia nella provincia di Macerata. La ricerca sul campo è stata svolta all’interno del “Veliero” una comunità scelta fra quelle dell’Associazione Piombini-Sensini ONLUS. Si tratta di una struttura residenziale dove convivono un massimo di 8 bambini (fra i tre e i dieci anni al momento di ingresso) e dove vi sono quattro educatori e un coordinatore come adulti di riferimento. Si analizzerà in un primo momento la storia dell’Associazione, le cui fondamenta risalgono al 1895, per poi presentare gli spazi e le persone del contesto di ricerca. Il “funzionamento” di una comunità educativa per minori include una serie di pratiche complesse che si sviluppano attraverso livelli differenti, intrecciando nella quotidianità quello amministrativo-burocratico, a quello relazionale e affettivo. Attraverso strumenti propri dell’antropologia, quali l’osservazione partecipante e le interviste, si offrirà uno spaccato della vita quotidiana di questa realtà, vissuta con continuità per due mesi, grazie ad un tirocinio svolto all’interno di questa associazione. Si guarderà alle riunioni d’équipe come momenti attraverso i quali si riflette sui rapporti tra educatori e ragazzi, e come momenti indispensabili per la creazione delle pratiche che interessano le relazioni con i bambini. Si offrirà uno sguardo sullo svolgimento di una giornata tipo, per comprendere in che modo adulti e ragazzi intessono la loro relazione e ci si soffermerà su alcuni aspetti specifici come lo svolgimento dei compiti scolastici, i momenti di gioco e le feste. Si offrirà infine uno sguardo generale su una delle altre comunità dell’associazione, la comunità di accoglienza per adolescenti maschi, per avere la possibilità di cogliere somiglianze e differenze nella costruzione quotidiana delle relazioni.
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4

Battagello, Enrica <1988&gt. "L'accompagnamento delle istituzioni nell'inserimento e integrazione del minore straniero nel nucleo adottivo. Approfondimento attraverso la rilevazione delle esperienze vissute dai tre attori principali: enti, famiglia, minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3872.

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5

IAFRATE, PAOLO. "L'evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nello Statuto personale e nel diritto internazionale privato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/824.

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Abstract:
Questa opera è indirizzata a coloro che sono attratti dal mondo islamico o più semplicemente sono incuriositi da questa realtà che sempre di più si sta " europeizzando" anche se i principi cardine restano immutati. La disciplina sciaraitica che regola l' istituto familiare si basa su un nucleo di valori, regole giuridiche comuni, infatti il Corano le considera intangibili e immutabili. L'obiettivo è promuovere la posizione dei componenti più deboli della famiglia, ossia la donna e il bambino, ed equiparare i diritti e i doveri dei coniugi. Le norme sciaraitiche sono state riformulate e recepite nei codici di diritto di famiglia nei Paesi musulmani denominati " Statuto Personale" . La tesi di dottorato dal titolo " L' evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nel Codice dello Statuto Personale e nel Diritto Internazionale Privato" , è suddivisa in quattro capitoli. Il Capitolo I " Le origini e lo Statuto Personale" dedica ampio spazio alle radici della Tunisia, con dei brevi riferimenti alla situazione del Paese sia a livello costituzionale che socio-culturale. Successivamente, dopo aver effettuato una breve disamina storica, si passa ad approfondire il Codice dello Statuto Personale dal 1956 fino alle ultime riforme del marzo 2008. Il secondo capitolo dedica invece unâ ampia riflessione al rapporto tra il Giudice Tunisino e la codificazione in materia di Statuto Personale. Nel corso dei paragrafi viene sottolineato il ragionamento del giudice che appare a volte conforme, e a volte in contrapposizione al diritto musulmano classico. Dall' analisi del capitolo si evince un conservatorismo tradizionale e di reazione del giudice che si rapporta sempre più al contesto sociale, affrontando numerose problematiche e mutando il proprio orientamento con il passare del tempo. Inoltre, gli altri paragrafi affrontano lâ annosa problematica del riconoscimento della paternità, mediante la prova del DNA, con specifico riferimento alla legge del 28 ottobre 1998, analizzando i vantaggi e gli svantaggi, nonché le possibili misure adottate dal legislatore. Infine, l' ultimo capitolo approfondisce il ruolo del minore sia all' interno dello Statuto Personale che nel Diritto Internazionale Privato Tunisino. Nei primi paragrafi si desume come la consacrazione del principio dell' interesse del minore nello Statuto Personale, sia fondato su una dimensione umanitaria basata sulla dignità e l' eguaglianza. I paragrafi successivi, invece, sottolineano la salvaguardia dell'interesse del bambino all'interno del Diritto Internazionale Privato, principio fondamentale concernente tutte le decisioni del giudice. Quest' ultimo, dunque, dovrà procedere all' analisi di tutti i fattori finanziari, domiciliari, affettivi, psicologici, educativi e sanitari relativi al bambino. Infine l' attenzione è rivolta all' esame di un caso pratico riguardante il matrimonio tra una cittadina tunisina ed un cittadino egiziano. In sintesi, si può notare come la famiglia tunisina, anche se tende verso un modello nucleare, conserva i caratteri della famiglia tradizionale.
This work is addressed to those who are attracted by the Islamic world or are simply interested in this reality that increasingly is "Europeanizing" even if the basic principles remain unchanged. The sharia discipline, that regulates the family institution, is based on values and common juridical rules that the Koran considers intangible and unchangeable. The aim is to promote the position of the weakest components of the family, such as women and children, in order to make the rights and duties of the couple equal. The sharia precepts have been reformulated and assimilated in the family law codes of the muslim countries and are called "Personal Statute." The doctoral thesis entitled "The evolution of the familyan law in Tunisia: The minor in the Code of the Personal Statute and in the Private International Private Law", is divided into four chapters. The first Chapter, â The Origins and the Personal Statute", is about the roots of Tunisia, making short references to the situation of the Country in the constitutional, social and cultural level. Then, after a brief historical and close examination, the chapter deepens the Personal Statute Code from 1956 to the last reforms of March 2008. The second chapter talks about the relationship between the Tunisian Judge and the codification in the field of Personal Statute. The paragraphs emphasize that sometimes the reasoning of the Court is an accordance with the classical muslim law and sometimes this is in contrast with it. The chapther shows a traditional conservatism and, in particular, the reaction of the Judge that relates increasingly to the social context, facing many issues and changing his own orientation with the passing of time. Besides, the other paragraphs deal with the old issue of the acknowledgement of paternity, through Dna testing, with particular reference to the law of 28 October 1998, analysing the advantages and disadvantages, the possible measures taken by the law - maker. Finally, the last chapter deepens the role of the minor inside the Personal Statute and the Tunisian International Private Law. In the first paragraphs of this chapter, the consecration of the minor in the Personal Statute, is based on a more umanitarian dimension, on dignity and on equality. On the contrary, the further paragraphs underline the safeguard of the childâ s interest inside the International Private Law, that is a fundamental principle in all the judgeâ s decisions.So, the judge has to analyse the financial, emotional, psichological, educational and sanitary factors concerning the child. In the end, the attention is addressed to the examination of a practical case, the marriage of a tunisian woman and egyptian man. In brief, you can see that, even if the Tunisian family aspires to a nuclear model, it preserves the main features of the traditional family.
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6

Annarumma, Carmela. "L'interesse del minore ad una famiglia: l'adozione." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/228.

Full text
Abstract:
2009 - 2010
Il progetto di ricerca si propone di analizzare l’istituto dell’adozione sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista giuridico. L’istituto nonostante ai suoi albori si sia presentato come un istituto privo di un carattere assistenziale nei confronti dei minori, trovando la sua origine negli ordinamenti giuridici dell’antichità, in particolare nell’ordinamento greco e romano, è divenuto nel tempo in particolare nel diritto moderno un grande istituto di interesse da parte della dottrina e della giurisprudenza contribuendo così al suo sviluppo. L’adozione di tipo speciale è stata introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento nel 1967 con la legge n. 431, assumendo un carattere fortemente innovativo, addirittura diversi autori hanno affermato che si è tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana. Il processo avviato con l’introduzione dell’adozione speciale ha trovato un ulteriore momento di particolare rilievo con la legge n. 184 del 1983. Dopo circa venti anni si presenta, sul palcoscenico della legislazione nazionale la legge n. 149 del 2001, normativa che ha modificato solo parzialmente la precedente legge n. 184 del 1983, ponendosi quindi in termini di continuità rispetto a quest’ultima, infatti la legge n. 149 non si è posta, quindi, come obiettivo la tutela dei diritti fondamentali dei minori ma si è limitata a modificare parzialmente la legge n. 184 per adeguare l’istituto alle trasformazioni sociali e culturali degli ultimi due decenni e alla mutata percezione dei diritti positivi del minore. In un’ottica di tutela dei diritti del minore è stata modificata anche la disciplina in materia di accesso alle informazioni sulle origini dell’adottato. Le nuove norme sono state introdotte sostituendo l’articolo 28 della precedente normativa con l’art. 24 della legge 28 marzo 2001 n. 149. È opportuno ricordare, che l’art. 28 della legge 184, tutelava in maniera assoluta le origini del minore, il cui stato adottivo non doveva essere menzionato in nessuna attestazione di stato civile. Grazie alla legge n. 149 che va collocata l’importanza attribuita, nella letterature psicoanalitica, alla conoscenza delle proprie origini biologiche quale elemento di costruzione della identità dell’individuo. Altro importantissimo traguardo è stato raggiunto grazie alla Convenzione di New York del 20 novembre 1989 e la Convenzione di Strasburgo del 1996 non soltanto hanno riconosciuto al minore il diritto all’ascolto con il richiamo espresso all’art. 12 della Convenzione di New York, ma hanno specificato, promosso e reso attuabile la realizzazione del diritto stesso di completa partecipazione del minore ai processi che lo riguardano a secondo della capacità di discernimento dello stesso. Il presente lavoro si suddivide in tre capitoli affrontando la tematica adottiva sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista sociale. Il primo capitolo sarà dedicato interamente all’evoluzione storica dell’istituto dell’adozione, dalle sue origini ai giorni nostri, mentre i capitoli seguenti saranno dedicati ad un’analisi ed applicazione dell’istituto dell’adozione nel mondo attuale. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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7

Lubrano, Lavadera Anna. "Funzionamento familiare e adattamento dei figli minori in famiglie separate conflittuali." Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917510.

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8

Ferrari, Alice <1996&gt. "Interventi innovativi di Servizio Sociale nel lavoro con le famiglie con minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19396.

Full text
Abstract:
Il presente elaborato si propone di analizzare in senso critico i nuovi strumenti operativi di servizio sociale nel lavoro con famiglie con minori, in particolare le Family Group Conference e il progetto P.I.P.P.I.. Durante tale scritto verrà fornito un inquadramento normativo inerente al diritto di famiglia e al diritto minorile, per poi porre attenzione sul ruolo dell'Assistente Sociale e le realtà operative in cui tale professionista opera. Seguirà una riflessione sul concetto di innovazione e le declinazioni che può assumere nel servizio sociale, da un punto di vista teorico e pratico. Il fulcro del presente elaborato sarà l'analisi degli strumenti prima menzionati arricchita tramite le opinioni e i pensieri di assistenti sociali che nella loro realtà operativa hanno avuto modo di utilizzare i suddetti strumenti operativi. Le loro testimonianze sono state raccolte attraverso lo strumento di indagine qualitativa dell'intervista.
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9

Meneghel, Giulia. "Dall'analisi delle famiglie ai meccanismi di tutela e presa in carico dei minori maltrattati." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425382.

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Abstract:
Background Child abuse is a public health problem characterized by a significant impact on the physical, psychological and social health of the victims, and on society in general. Objective The aim of this study is to understand if there are any preconditions for the risk of ill-treatment and, through the analysis of the protection measures implemented by the social services, what is the effectiveness of the child protection program and rehabilitation of families and understand how social workers act and what they know. Methods Thirty patients with Shaken Baby Syndrome and another 40 with Diagnosis of Chemical Abuse related to the Regional Center for the Diagnosis of Child Maltreated of the Padua Hospital (Veneto region-Italy), their families and the characteristics of the protection program were studied. To understand how the Child Protective Services act, a questionnaire was administered to 25 social workers from Padua. Results From the study there are overwhelming risk factors of Child Syndrome such as the prematurity of the child and the young mother’s age. Even in the cases of Chemical Abuse, it is possible to identify the groups at risk considering the children’s age. The greatest number of cases is of an age included in the year of life and in general, 50% of cases lower than the age of three years. Compared to the protection program of the victims and their families it was possible to find that almost all the families were known by Social Services with very long care paths. The long duration of the taking in charge, with probably interventions subsist, is confirmed by the answers by the social workers interviewed but above all their still lacking capacity to perceive the abuse as a diagnosis of illness. Conclusions The study finds the need for better planning of targeted interventions and strategies to prevent maltreatment in Italy because there is the possibility of distinguishing the families most at risk. The effectiveness of taking care of abused children and their families is questioned by the very long duration of their interventions due to the inability for services and professionals dedicated to the care and protection of children to act in a more conscious and integrated way.
La protezione dei bambini e la prevenzione da qualsiasi forma di minaccia alla loro salute, la tutela da ogni forma di violenza e la promozione del loro benessere fisico, psichico e sociale e’ un problema molto vasto e complesso. Il maltrattamento ai minori infatti, e’ un problema di sanita’ pubblica, caratterizzato da un impatto rilevante sulla salute fisica, psichica e sociale delle vittime, e per estensione, sulla societa’ in generale. Nel mondo ci sono modelli teorici diversi di agire la tutela dei minori, in America ad esempio si agisce attraverso una prevenzione secondaria che, attraverso screening alla nascita mira all' individuazione di fattori di rischio per immette alcune famiglie, cosiddette multiproblematiche, in sistemi di controllo e protezione. In Europa e anche in Italia, si evidenzio una metodologia orientata alla promozione delle relazioni, di tutela della gravidanza, della diade mamma-bambino con interventi di supporto destinati a tutte le famiglie. In Italia in particolar tende ad agire la tutela dopo un evento e con il mandato di un’ autorita’,, le azioni di diagnosi e specifica presa in carico infatti sono piu’ limitate e ancor di piu’ lo sono quelle di prevenzione primaria. Ma, l’azione di protezione del bambino fine a se stessa, separata da un’azione di diagnosi e cura piu’ precoce possibile, ma soprattutto di un’adeguata presa in carico della famiglia e del bambino con adeguati trattamenti e cure mediche, si e’ rilevata piuttosto fallimentare. Queste conseguenze si vedono molto bene nei soggetti che vanno incontro ad adozione internazionale. Non sembra dunque sufficiente modificare solo il contesto di vita del minore poiche’, in assenza di una prona presa in carico e di interventi anche dopo la messa in protezione del bambino. i bambini, gli adolescenti e gli adulti, maltrattati, presentano infatti alterazioni croniche in termini organici con modificazioni permanenti della struttura cerebrale e neuronale e in particolare una compromissione per quanto attiene la formazione e l’efficienza dei tratti cerebrali. Da questo punto di vista, le conseguenze del maltrattamento, riportano immediatamente, nella loro globalita’, la definizione, anch’essa globale di salute.
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Perandin, Anna <1981&gt. ""Aspetti innovativi nei percorsi di protezione del minore e della sua famiglia in Veneto"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17111.

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Abstract:
La tesi analizzerà l'organizzazione dei servizi che si occupano di cura e protezione dei minori nella Regione del Veneto, partendo dalla partecipazione ad una ricerca sul ruolo e la qualità del servizio sociale nella tutela minorile. Oltre al tentativo di "fotografare" la realtà veneta dei servizi l'eleborato ha l'obiettivo di individuare alcuni aspetti innovativi dei servizi in continuo cambiamento. In particolare verrà analizzato il Servizio di educativa domiciliare quale strumento innovativo di supporto alle famiglie fragili che si trovano all'interno dei percorsi di tutela.
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Books on the topic "Minori e famiglia"

1

Famiglia e minori. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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2

Italy. Codice della famiglia e dei minori. 3rd ed. Milano: A. Giuffrè, 2007.

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3

Pajardi, Piero. Famiglia, adozione e minori nella giurisprudenza. Milano: A. Giuffrè, 1995.

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4

Famiglia e minori: Temi giuridici e canonici. Città del Vaticano: Lateran University Press, 2011.

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5

Pomodoro, Livia. Manuale di diritto di famiglia e dei minori. Torino: UTET giuridica, 2009.

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6

Italy. Codice del diritto di famiglia e dei minori. 5th ed. Piacenza: Casa Editrice La Tribuna, 2015.

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7

Centro Studi di Servizio Sociale., ed. Minori - famiglia: Esperienze de servizio sociale professionale in Europa. Bologna: Cooperativa Libraria Universitaria Editrice Bologna, 1995.

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8

Casonato, Marco. Il bambino resiliente: Un'analisi degli interventi su minori e famiglia. Urbino: QuattroVenti, 2010.

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9

Casonato, Marco. Il bambino resiliente: Un'analisi degli interventi su minori e famiglia. Urbino: QuattroVenti, 2010.

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10

Fusi, Sonia Maria Laura. Minori, famiglia, comunità: Una relazione complessa : dall'analisi del contesto agli strumenti operativi. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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Book chapters on the topic "Minori e famiglia"

1

Vitale, Alessia. "Diventare adulti in comunità minori." In Famiglia, lavoro e istituzioni, 31–45. Ledizioni, 2015. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.2694.

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2

Romelli, Katia. "La felicità e la cultura: famiglia contemporanea e istituzioni." In Parole minori, 101–10. Rosenberg & Sellier, 2017. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.4073.

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