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Dissertations / Theses on the topic 'Minore straniero'

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Tomeo, Tiziana. "La condizione giuridica del minore straniero non accompagnato. Profili di comparazione giuridica." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1168.

Full text
Abstract:
2011 - 2012
L'argomento della tesi induce ad un'analisi attenta e particolareggiata sia del tema dell'infanzia che di quello dell'immigrazione, pensati in modo coincidente in capo ad un unico soggetto titolare di diritti e di doveri qual è il minore. Aldilà dei modelli e dei sistemi giuridici all'interno dei quali è stata svolta la ricerca, c'è da sottolineare che sarà arduo addivenire all'individuazione dell'esatto numero dei minori presenti e non solo perché parte del fenomeno appare sommerso e dunque sfugge alla rilevazione statistica ma anche perché non esiste una metodologia o una prassi univocamente accettata quando si parla di accoglienza ei minori. In Germania ad esempio i minori non accompagnati sono arrivati sul finire degli anni Settanta ma solo dal 1982 sono stati registrati ufficialmente come tali; il sistema di registrazione varia da uno stato federale all'altro e molto spesso i minori sono registrati come chiedenti l'asilo. Secondo il National Assessment tedesco elaborato nel 2003 per il Separated Children Europe Programme, i mena rifugiati presenti a quella data in Germania erano compresi tra le 5.000 e le 10.000 unità. I minori si distribuiscono in vari stati ma è soprattutto nelle aree urbane come Berlino, Amburgo, Francoforte e Monaco che si concentrano. Essendo proprio legato al canale dell'asilo, il numero dei minori dopo aver subito un'impennata tra il 1980 ed il 1990, ha cominciato a decrescere in virtù delle restrizioni introdotte proprio in questa materia. Molti dubbi sono stati sollevati in merito alla detenzione del minore in una struttura che ne limiti la libertà, ai lunghi tempi di lavorazione della pratica ed all'assenza di un adeguato sostegno psico-sociale, infatti, in attesa di un responso alla loro pratica di permesso, ai minori è concesso un limitato permesso di residenza. Nel caso in cui ad una prima stima dell'età il minore dimostri di avere un'età superiore ai sedici anni, le autorità di confine possono anche decidere d'inviarlo a un centro di prima accoglienza del Land in cui è arrivato e successivamente smistarlo in uno agli altri Länder; al contrario, se l'età del minore è inferiore egli sarà inviato ai servizi preposti per la gioventu' nel Land d'arrivo che saranno tenuti a prenderlo in affidamento e sono responsabili delle decisioni riguardanti la sistemazione ed il sostegno. L'Ufficio Federale chiede un accertamento dell'età per non ospitare nel centro minori di età superiore ai sedici anni ma comunque ad ognuno viene nominato un tutore ufficiale che ne segua la richiesta d'asilo che normalmente è l'Ufficio Locale per l'Assistenza dei Giovani e la nomina di un tutore da parte del Tribunale per la Famiglia puo' anche richiedere tre mesi. Dopo i sedici anni tuttavia i minori non hanno piu' diritto ad un tutore e devono cercare consiglio e supporto presso avvocati che aiutano i richiedenti asilo. Nei Länder vengono usati differenti metodologie d'identificazione e catalogazione dei minori non accompagnati ed anche in Spagna dove fino a qualche anno fa prevaleva un sistema decentrato di catalogazione, il Nuovo Registro dei minori stranieri in situazione di abbandono pur rappresentando chiaramente il segno di una volontà centralistica di gestione del fenomeno che nonostante tutto non è stato tale da garantire la diffusione comune di una metodologia. In Francia se fino agli anni 90 era utilizzata l'espressione minori stranieri non accompagnati, questa ora è stata sostituita da "minori stranieri isolati" in considerazione dell'inadeguatezza della prima espressione a rendere conto di tutta la situazione nel suo complesso. Il problema si manifesta in tutta la sua complessità quando il Coordinamento dei Rifugiati, che raggruppa le ONG attive nel sostegno ai richiedenti asilo, denuncia la carenza del sistema di accoglienza e rende pubblici dei dati che contrastano con quelli ufficiali e secondo i quali l'afflusso di minori richiedenti asilo sarebbe di 350-400 ogni anno. Il problema dei dati accomuna tutti i sistemi, infatti per intanto essi provengono da tre fonti principali ovvero la PAF (Police de l'Air et des Frontiers) la Directions des Liertès Pubbliques et des Affaires juridiques e l'Office Français de Protection des Rèfugiès et Apatridesle; tali uffici operano secondo criteri diversificati di raccolta e catalogazione dei dati ma che determinano una non corretta coincidenza nei numeri sia a livello istituzionale che con il mondo del volontariato che attesta una sottostima dei dati pubblicati. Da questi dati emerge che in Italia invece l'istituzione del Comitato per i Minori Stranieri con l'art. 33 del Testo Unico 286/98 documentano una positività di risultati atteso che l'istituzione di un organo interministeriale che a livello nazionale si occupi della tutela dei minori stranieri non accompagnati operando con il sol fine di tutelarne i diritti in conformità alle convenzioni internazionali, lo fanno assurgere a esempio davvero particolare nel panorama comunitario. Certamente tale istituzione non ha significato l'azzeramento di ogni divergenza determinando una comune metodologia operativa per il solo fatto che Questure, Tribunali, Enti Locali, Servizi Sociali, strutture di accoglienza operino in sinergia. Una problematica recente infatti è rappresentata dalla segnalazione dei minori che se da un lato permettono di disporre di un quadro esauriente sulla dimensione quantitativa del fenomeno, dall'altro proprio in quanto incomplete, limitano l'efficacia operativa del Comitato e del sistema. La recente attivazione del programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati promosso dal Ministero della Solidarietà Sociale e dall'ANCI, è funzionalizzato a migliorare il sistema complessivo d'identificazione, presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, attraverso una rete di servizi pubblici di pronta accoglienza con l'adozione di una metodologia standardizzata e diffusa sull'intero territorio nazionale. Cio' che è emerso nella generalità è che il sistema di accoglienza predisposto non sia adeguato per poter concretizzare un progetto d'inserimento o per aiutare i minori a superare i traumi subiti nella realtà d'origine, durante il viaggio o all'arrivo nel Paese ospite. Non esistendo strutture, operatori competenti, alloggi, sostengo psicologico, specifiche attività, formative rispondenti ai bisogni, anche d'inserimento lavorativo, si puo' senza dubbio affermare che il sistema nato per soddisfare i bisogni di un'utenza nazionale si è trovato invece, impreparato a gestire quella straniera essendo carente di una sensibilità interculturale. La caratteristica principale della disciplina sui minori stranieri in Francia risiede nell'esistenza delle cosiddette "zone d'attente" che sono spazi situati nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie dove sono trattenute le persone in attesa che vengano effettuati controlli sulla loro identità e sul possesso dei requisiti richiesti per l'ammissione in Francia. La segnalazione di un minore straniero all'interno del territorio implica che il Procuratore della Repubblica debba procedere alla designazione di una figura con l'incarico di assistere il minore per tutto il tempo in cui si trova a dimorare nelle zone d'attente e di rappresentarlo in tutte le procedure amministrative e giuridiche relative all'ingresso nel territorio e la protrazione del tempo di attesa comporta che debba essere scelta al minore una figura che l'assista o scelto dalla parte o nominato d'ufficio. La protezione che viene posta in essere in ogni caso è di due tipi, una amministrativa che dipende dal Presidente del consiglio dipartimentale sul cui territorio il minore è segnalato sulla base di quanto stabilito dall'art.222-5 e 223-2 del Code de l'Action Sociale et des Familles; dall'altro lato una protezione giudiziaria che dipende dal Juge des Enfants sulla base dell'ordinanza del 23 dicembre 1958 e dell'art. 375 de Codice Civile e dal procuratore della Repubblica. Quest'ultimo puo' decidere di prendere una misura d'urgenza di collocamento provvisorio oppure di condurre una rapida inchiesta con l'obiettivo di riunire ed acquisire un numero d'informazioni socio-educative sulla situazione del minore al fine d'individuare un'idonea misura di protezione o rimandare il caso al giudice competente o cercare di stabilire l'età. Alla luce di quanto sostenuto, è evidente che alcune misure possano essere considerate piu' idonee di altre a realizzare il superiore interesse del minore e proprio in quanto contemplanti diversi aspetti del fenomeno, possono assurgere a valenza transnazionale e così addivenire all'adozione di un condiviso sistema d'intervento e di accoglienza all'interno dello spazio europeo. Menzione a parte ha avuto la disciplina nel complesso sistema del diritto spagnolo che ha implicato ben altre problematiche prim'ancora di affrontare la questione dei MSNA. La peculiarità dell'ordinamento, rappresentato da un governo centrale e da diciassette comunità autonome, ha certamente una sua significazione che va compresa per poter anche approfondire il tema in esame; di primaria importanza al riguardo è il concetto di vecindad che è nuovo sia nella sua sostanza che nell'applicazione e serve anche a stabilire a quale legge resta vincolato un cittadino spagnolo proprio in considerazione della caratteristica struttura dello stato. Quando un minore straniero giunge in Spagna viaggiando da solo o con adulti che tuttavia non sono responsabili legalmente nei loro confronti, ci si trova di fronte ad una vera e propria strategia migratoria. La normativa che disciplina la materia tenta di assecondare la realtà descritta mediando tra i principi di protezione degli stranieri e dei minori particolarmente contenuti nella ley de extranjería ed i diritti di protezione dei minori in quanto tali. A partire dalla metà degli anni 90 il fenomeno in Spagna va crescendo ed il Regolamento sugli stranieri del 1996 rappresenta il primo tentativo di regolare la condizione di questi minori. Si è potuto constatare che la maggior parte dei minori che giungono in Spagna sono marocchini di età compresa tra i 15 e i 18 anni, che vi giungono per fare fortuna, sia volontariamente, sia perché spinti dalle famiglie e, poi, v'è il fenomeno minoritario dei minori che pur non rientrando in nessuna delle categorie descritte, presentano comunque caratteristiche tali da rientrare nel sistema di protezione dei minori; si vuole fare riferimento ai minori stranieri non accompagnati; ai minori che fanno domanda d'asilo;ai minori che presentano infermità mentali; ai bambini di strada. a partire dal 2003 si registra un notevole incremento di minori che arrivano attraverso le pateras ( imbarcazioni utilizzate per entrare irregolarmente in Spagna), nelle coste dell'Andalusia così cominciando a parlare di Paterización. Molti dei minori marocchini entrano in Spagna attraversando clandestinamente la frontiera terreste di Ceuta e Melilla (ubicate sulla costa settentrionale del Marocco)nascondendosi sotto i camion mentre altri attraversando lo stretto di Gibilterra proprio sulle pateras. Esiste poi un'altra strategia di accesso che consiste nel venire accompagnato da un adulto che fa parte della famiglia o che è amico di famiglia, anche se si è potuto constatare che la maggior parte dei minori marocchini viaggia senza l'appoggio esplicito della fmaiglia ma con un consenso tacito. Cio' ha condotto il Ministerio Fiscal ad equiparare in alcuni casi tali minori a quelli spagnoli considerati dalle legge come "minori emancipati" che in base a tale disposizione, non essendo piu' considerati in stato di abbandono non usufruiscono piu' del sistema specifico di protezione. Pur essendo unicamente di competenza del Ministerio Fiscal incaricare ufficialmente i servizi competenti una volta che sia stata determinata l'età del minore, sono poi i servizi sociali ad avere nel frattempo in carico i minori. E' importante sottolineare che è dall'eventuale dichiarazione dello stato di abbandono che discendono determinate conseguenze, essa non è tuttavia automatica e normalmente il minore che viene trovato sul territorio senza assistenza morale e materiale riceve protezione prevista dalla Legge organica sulla Protezione giuridica del minore. L'organo che non ha competenza a decidere sul rimpatrio del minore è l'autorità pubblica incaricata della sua tutela, infatti la decisione spetta esclusivamente alle autorità responsabili delle questioni migratorie; del resto affinchè il rimpatrio possa essere considerato regolare dovrà essere ascoltato il minore e il Ministerio Fiscal dovrà essere informato di tutti i passaggi relativi. All'ottenimento del permesso, è determinante la circostanza che esso sia retroattivo; esso permette infatti ai minori di poter ottenere un permesso permanente al raggiungimento della maggiore età qualora sottoposti alla tutela di un ente pubblico almeno per i tre anni consecutivi immediatamente anteriori. La difficoltà tuttavia dell'inserimento e la consapevolezza del numero crescente di minori, ha portato il governo spagnolo a firmare accordi bilaterali con i governi di Senegal e Marocco nell'aprile e nel settembre del 2007. Nello spazio comunitario pertanto, sono presenti sostanziali differenze relativamente alla procedura che si attiva al momento della segnalazione di un minore straniero non accompagnato rispetto a organi competenti, strumenti d'identificazione, modelli gestionali, scelte d'integrazione. Cio' che appare evidente è che alcuni contesti sono piu' rappresentativi di altri in termini di presenze, tipologie e bisogni dei minori. Certamente il fenomeno dei Mena non puo' essere affrontato come un problema migratorio ma va studiato all'interno di un quadro piu' complesso alla cui configurazione concorrono problematiche di diritto internazionale, questioni di diritto umanitario, elementi che riguardano la dignità umana. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Battagello, Enrica <1988&gt. "L'accompagnamento delle istituzioni nell'inserimento e integrazione del minore straniero nel nucleo adottivo. Approfondimento attraverso la rilevazione delle esperienze vissute dai tre attori principali: enti, famiglia, minori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3872.

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Consoli, Giulia <1992&gt. "La moltiplicazione relazionale dei non imparentati. Un'etnografia delle attese di genitorialità e filiazione intorno alla categoria giuridica di "minore straniero non accompagnato" in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10409/1/consoli_giulia_tesi.pdf.

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Abstract:
Sulla spinta dell’approvazione della legge italiana 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, questo lavoro è teso ad affrontare le complesse aspettative genitoriali e parentali sviluppatesi intorno al processo di categorizzazione MSNA di cui questa legge è diventata approdo giuridico. Le controverse aspettative di accompagnamento legatesi alla denominazione di “non accompagnato”, prese come aspetto scontato e assiomatico in molta parte della letteratura scientifica che utilizza l’acronimo, sono state qui intese come un nodo ambiguo e questionabile. Attraverso una ricerca e una metodologia antropologico-etnografica queste rappresentazioni contradditorie sono esplorate a partire da un “crocevia di campi” da queste interessati in un territorio amministrativo dell’Italia Settentrionale variamente frequentato tra 2018 e 2021. Insieme ad ambienti, metodi e sfide della ricerca locale, una prima sezione situa storicamente e contestualmente la categoria MSNA come fenomeno in sé piuttosto che come efficace espressione descrittiva di soggetti. Le due sezioni successive, dedicate rispettivamente alla neo-realtà di tutela volontaria e a quella di una comunità socio-educativa/di tipo familiare rivolta a persone di minore età, interrogano invece questi ambienti come spazi e tempi di elaborazione prima e negoziazione poi di rappresentazioni e pratiche relazionali e parentali molteplici.
Impelled by the approval of Italian Law 47/2017 “Provisions on protection measures for unaccompanied foreign minors”, this work aims to address the complex parental and kinship expectations that have developed around the “MSNA” (UFM, English acronym) categorisation process ‒ to which this law is the latest juridical landmark. Here, I have understood as ambiguous and questionable the controversial “accompaniment expectations” that have often gone along with the term “unaccompanied” and have been taken for granted in much of the scientific literature resorting to this acronym. Through anthropological-ethnographic research and methodology, these incongruous representations are explored from the “crossroads of fields” that affect them in an administrative territory of Northern Italy, variously frequented between 2018 and 2021. Together with the presentation of local research environments, methods, and challenges, the first section historically and contextually situates the MSNA category as a phenomenon itself rather than an effective subjects’ description. The next two sections are devoted to the exploration, respectively, of the neo-reality of volunteer guardianship, and of a more traditional socio-educational/family-type facility designed for minors’ reception. These latest parts interrogate these environments as spaces and times of negotiation about multiple kinship representations and practices
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Ricchiuto, Dyana <1994&gt. "Minori stranieri non accompagnati in affido." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22036.

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Abstract:
L’elaborato conclusivo del percorso di studi verrà suddiviso in due parti: in una prima fase verrà trattato in ambito teorico il concetto di minore straniero non accompagnato con la presenza di normative e dati recenti che dimostrino la centralità di tale fenomeno. In relazione a ciò, si cerca di valorizzare l’istituto giuridico dell’affido, quale forma di successo nella sfera dell’accoglienza. Nella seconda parte verranno intervistati soggetti oramai maggiorenni presi in carico in età pregressa e ne verranno dimostrati i risultati, per lo più positivi. Nonostante ciò, i dati statistici dimostrano che l’utilizzo di tale strumento rispecchi una percentuale molto bassa nella società attuale. Attraverso tale tesi, si cerca di promuovere e valorizzare l’affido dei minori stranieri non accompagnati, rimarcandone i suoi benefici.
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Mescalchin, Chiara <1986&gt. "Minori Stranieri Non Accompagnati e Richiedenti Asilo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1823.

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Abstract:
La tesi cercherà di affrontare la problematica inerente i minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo, analizzandone le norme ad essa dedicate e studiando un caso specifico situato sul territorio veneziano. Dopo uno studio approfondito di tutte le fonti (internazionali, europee e nazionali) applicabili al fenomeno dell’immigrazione, della richiesta di asilo e dei minori stranieri, si analizzeranno sotto vari aspetti le problematiche che scaturiscono proprio da tali fonti, alla luce di un confronto con la pratica adottata dallo Stato Italiano. Si evidenzieranno infine criticità e punti di forza emersi nell’esperienza vissuta presso le comunità di Tessera, dedicate appunto ai minori stranieri.
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6

Cedroni, Anna Rita <1969&gt. "Minori sordi stranieri: una realtà complessa e poco conosciuta." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1004/1/Tesi_Cedroni_Anna_Rita.PDF.

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Cedroni, Anna Rita <1969&gt. "Minori sordi stranieri: una realtà complessa e poco conosciuta." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1004/.

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Di, Lenna Laura <1973&gt. "IMPARARE A SOGNARE Minori stranieri nel circuito penale minorile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6183.

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Abstract:
I minori di prima e seconda generazione che si trovano nel circuito penale minorile in Italia. Panorama della legislazione italiana e nello specifico dei compiti degli Uffici di Servizio Sociale Minorenni. Il processo di aiuto e il lavoro di rete nei casi di minori stranieri che commettono reato.
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De, Marchi Lucia <1976&gt. "Minori stranieri non accompagnati : percorsi di formazione alla cittadinanza attiva." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4609.

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Abstract:
La realtà dei minori non accompagnati è ben presente in tutto il territorio italiano. Questa ricerca basata sul mixed method ha evidenziato le difficoltà nell'educazione alla cittadinanza attiva di questi minori, sia per la scarsità di risorse, sia per una legislazione nazionale e locale ostile alla loro integrazione sociale. Il passaggio alla maggior età è sempre critico e molti ragazzi rischiano l'isolamento sociale e la clandestinità. E' necessario che i vari stakeholders progettino dei percorsi interdisciplinari che consentano ai minori non accompagnati di migliorare le loro capacitazioni, non solo per un inserimento sociale, ma anche un impegno attivo come cittadini del prossimo futuro.
The reality of unaccompanied minors is clearly present throughout the Italian territory. This research based on the mixed method has highlighted the difficulties in education for active citizenship of these minors, both because of the scarcity of resources, both for hostile national and local legislation to their social integration. The transition to the age of majority is always critical, and many minors are at risk of social exclusion. It is necessary that the various stakeholders define interdisciplinary training that allow unaccompanied minors to improve their competencies, not only for social inclusion, but also for an active engagement as citizens on the future.
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Boldrin, Eva <1986&gt. "IL VIAGGIO A SCUOLA DEI MINORI STRANIERI ADOTTATI E IMMIGRATI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4499.

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Abstract:
Per ciascun minore l’inserimento nel contesto scolastico rappresenta un momento cruciale nella propria vita e lo è tanto più per un minore straniero adottato o per un minore straniero immigrato, che, attraverso la scuola, sperimenta il suo primo vero incontro con il Paese di accoglienza. Il contesto scolastico diventa luogo privilegiato di una funzione formativa, di integrazione sociale e di sviluppo delle relazioni, a cui la presenza di un minore di origine straniera pone una richiesta educativa complessa, per cui esso è tenuto ad attrezzarsi. Al minore straniero, sia esso immigrato o adottato, non può essere negato il diritto di essere accompagnato nel proprio percorso di estrinsecazione personale, né il diritto di vedere garantita una equilibrata integrazione nel tessuto sociale di appartenenza, attraverso transazioni educative sinergiche e condivise tra tutti i soggetti di riferimento preposti alla sua cura e tutela (famiglia di origine per il bambino straniero immigrato, famiglia adottiva per il bambino adottato internazionalmente, scuola, servizi sociali, servizi specialistici, enti autorizzati, tribunali per i minorenni, associazioni territoriali e università). Il presente lavoro di tesi ha l’intento di andare a osservare il grado di consapevolezza della scuola e l’utilizzo di strumenti differenti alla presenza del bambino straniero adottato e di quello straniero immigrato, essendo improprio assimilare le loro caratteristiche. Essi, infatti, oltre a presentare peculiarità differenti, portano al contempo bisogni diversi. La scuola è consapevole delle profonde differenze esistenti? Quali sono gli strumenti di cui si dota l’ambito scolastico? Nasce da qui l’idea di una ricerca di tipo qualitativo che coinvolge i dirigenti scolastici di otto scuole (4 scuole dell’infanzia e 4 scuole primarie, pubbliche e paritarie) del territorio della Provincia di Padova, con la finalità di osservare e rilevare la realtà, seppur circoscritta, del fenomeno. L’obiettivo finale è quello di indagare l’esistenza o la possibilità di realizzare dei percorsi facilitativi per il miglior inserimento scolastico sia dei bambini arrivati in adozione internazionale, sia di quelli immigrati, al fine di favorire una più adeguata integrazione nel contesto comunitario e sociale.
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Scarno', Valentina <1985&gt. "Il SERVIZIO D’ACCOGLIENZA PER I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: IL CASO DI VENEZIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1840.

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Abstract:
La tesi verterà sul concetto di minore straniero non accompagnato, investito da una duplice caratteristica, ovvero essere al tempo stesso minore e straniero. Inoltre si analizzeranno le caratteristiche generali del fenomeno studiato, il quadro giuridico di riferimento, e si cercherà di presentare una realtà ormai consolidata nel territorio veneziano. La tesi si concluderà con i racconti in presa diretta, di minori che da pochi mesi hanno raggiunto la maggiore età. Le finalità della tesi, sono quelle di mostrare come questi ragazzi necessitano una volta fuori dalle strutture di accoglienza, di un'ulteriore presa in carico, ai fini di favorire una migliore integrazione nel tessuto sociale, in cui si svolge la loro nuova vita.
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Piraino, Enrica <1988&gt. "Diventare grandi lontano da casa. Storie di minori stranieri non accompagnati divenuti maggiorenni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3845.

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Abstract:
Tesi di ricerca sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati nel Comune di Venezia. Studio e analisi dei percorsi intrapresi dai ragazzi in questione al raggiungimento della maggiore età. Raccolta di storie, aspettative, speranze e sogni che rappresentano il loro viaggio migratorio in un paese non sempre ospitale.
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PANICHELLI, LAURA. "L'educativa di strada come strategia di intervento PEDAGOGICO con minori stranieri non accompagnati." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1003.

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Abstract:
I minori stranieri non accompagnati sono considerati i nuovi protagonisti dei processi migratori e costituiscono a partire da questo secolo un vero e proprio soggetto migratorio. Il seguente lavoro presenta un quadro generale di riferimento giuridico-normativo per mettere a fuoco la questione dei minori stranieri non accompagnati sia in Italia che in Europa e nello specifico in Spagna, Francia, Inghilterra. Inoltre, vengono prese in considerazione le tematiche educative di questi minori presenti in Italia. La letteratura presa in esame insegna che i minori stranieri non accompagnati presentano molti bisogni educativi associati all’esperienza della migrazione, all’età adolescenziale e al fatto di trovarsi in Italia, da soli, senza adulti legalmente responsabili per loro. Si sottolinea, dunque, il necessario intervento educativo che l’educatore è chiamato a svolgere attraverso un’azione di sostegno e accompagnamento competente. In questo lavoro si presenta infine, attraverso una ricerca esplorativa, le rappresentazioni che gli educatori intervistati dell’associazione Gruppo Abele, della cooperativa Esserci e dell’Oratorio S. Luigi di Torino e della cooperativa CSAPSA di Bologna, hanno rispetto all’educativa di strada, come intervento pedagogico volto ad aiutare i minori stranieri non accompagnati in processi di integrazione e socializzazione.
The unaccompanied children are the new protagonists of migratory processes and since this century, they are a new and real migratory subject. This work presents a normative and juridical reference frame in order to show the question of unaccompanied children both in Italy and in Europe, and especially in Spain, France and UK. In addition it considers educational topics of these minors in Italy. The considered literature underlines many educational needs of unaccompanied children, which are related to migration experience, to adolescence, to be in Italy alone without legally responsible adults. The thesis wants to underline the necessary pedagogical intervention that is educator is called to develop through an action of qualified accompaniment and support.. The last part of present work is an explorative research which describes the educators’ representations about informal education in street, that is a pedagogical intervention due to help unaccompanied children towards integration and socialization processes. The interviewees are from Gruppo Abele Association, social cooperative Esserci, parish recreation Centre S.Luigi in Turin and from cooperative CSAPSA in Bologna.
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PANICHELLI, LAURA. "L'educativa di strada come strategia di intervento PEDAGOGICO con minori stranieri non accompagnati." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1003.

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Abstract:
I minori stranieri non accompagnati sono considerati i nuovi protagonisti dei processi migratori e costituiscono a partire da questo secolo un vero e proprio soggetto migratorio. Il seguente lavoro presenta un quadro generale di riferimento giuridico-normativo per mettere a fuoco la questione dei minori stranieri non accompagnati sia in Italia che in Europa e nello specifico in Spagna, Francia, Inghilterra. Inoltre, vengono prese in considerazione le tematiche educative di questi minori presenti in Italia. La letteratura presa in esame insegna che i minori stranieri non accompagnati presentano molti bisogni educativi associati all’esperienza della migrazione, all’età adolescenziale e al fatto di trovarsi in Italia, da soli, senza adulti legalmente responsabili per loro. Si sottolinea, dunque, il necessario intervento educativo che l’educatore è chiamato a svolgere attraverso un’azione di sostegno e accompagnamento competente. In questo lavoro si presenta infine, attraverso una ricerca esplorativa, le rappresentazioni che gli educatori intervistati dell’associazione Gruppo Abele, della cooperativa Esserci e dell’Oratorio S. Luigi di Torino e della cooperativa CSAPSA di Bologna, hanno rispetto all’educativa di strada, come intervento pedagogico volto ad aiutare i minori stranieri non accompagnati in processi di integrazione e socializzazione.
The unaccompanied children are the new protagonists of migratory processes and since this century, they are a new and real migratory subject. This work presents a normative and juridical reference frame in order to show the question of unaccompanied children both in Italy and in Europe, and especially in Spain, France and UK. In addition it considers educational topics of these minors in Italy. The considered literature underlines many educational needs of unaccompanied children, which are related to migration experience, to adolescence, to be in Italy alone without legally responsible adults. The thesis wants to underline the necessary pedagogical intervention that is educator is called to develop through an action of qualified accompaniment and support.. The last part of present work is an explorative research which describes the educators’ representations about informal education in street, that is a pedagogical intervention due to help unaccompanied children towards integration and socialization processes. The interviewees are from Gruppo Abele Association, social cooperative Esserci, parish recreation Centre S.Luigi in Turin and from cooperative CSAPSA in Bologna.
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Parisini, Chiara. "Il mediatore linguistico interculturale e i Minori Stranieri Non Accompagnati. Il caso della rete Sprar metropolitana di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17811/.

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Abstract:
Lo scopo del progetto è analizzare l’interazione mediata con i Minori Stranieri Non Accompagnati. Prendendo in esame il caso della Rete SPRAR Metropolitana di Bologna e tramite delle interviste semi-strutturate agli attori coinvolti, si intende portare un punto di vista interno e concreto. Si sottolineano gli aspetti specifici dell’interlocutore minore e non accompagnato, la formazione ricevuta da questa figura professionale e quali buone pratiche sono attualmente seguite. Si forniscono inoltre alcuni suggerimenti per i possibili sviluppi futuri. I colloqui hanno dimostrato che esistono pratiche strutturate ma non condivise da tutti gli enti che collaborano a vario titolo per il buon funzionamento del sistema. Per quanto concerne il ruolo dei mediatori, alcuni elementi risultano carenti. Tra gli altri, la formazione iniziale e l'inter-azione con gli altri attori della comunicazione. I mediatori si formano principalmente sul campo e seguono corsi di aggiornamento. Alcune difficoltà risiedono anche negli aspetti legati alle specificità del minore non accompagnato: si tratta di ragazzi a cui sono state negate infanzia e adolescenza, che son dovuti crescere molto in fretta e si ritrovano in un Paese nuovo dopo aver sperimentato l’inferno, senza dimenticare la delicata età in cui si trovano. E questo influisce notevolmente sulla comunicazione. Gli operatori hanno un’opinione molto positiva rispetto al lavoro del mediatore che risulta essere assolutamente indispensabile per permettere il contatto tra i due mondi culturali diversi. Vi è necessità, però, di creare una collaborazione maggiore tra operatori e mediatori. Si rileva inoltre la necessità di migliorare il feedback tra tutti gli attori e i relativi enti di riferimento per colmare le lacune e migliorare gli aspetti forti della collaborazione in vista dell’interesse superiore del minore.
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Trivellato, Lucia Alba <1966&gt. "Minori Stranieri Non Accompagnati: una definizione,diverse realtà. L'accoglienza familiare nel comune di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7406.

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Abstract:
La migrazione dei minori non accompagnati è un fenomeno globale, complesso e numericamente sempre più consistente nel nostro Paese. Essi sono in condizione di alta vulnerabilità perché affrontano la migrazione senza i genitori e durante una fase della vita, generalmente l’adolescenza, in cui la personalità è in formazione, alla ricerca di una propria identità e questo li espone a rischio di devianza, di emarginazione sociale e di grave sfruttamento se non possono contare su una rete di adulti in grado di supportarli. L’assistente sociale che affronta questa problematica nel suo lavoro quotidiano deve tenere compresenti molti livelli: quelli “macro” sul fenomeno complessivo e quelli “micro” che riguardano il singolo minore e la sua storia. Ciò richiede livelli di conoscenza multidisciplinari che vanno dagli aspetti normativi, a quelli sociologici, antropologici, psicologici, metodologici per capire come intervenire in contesti fatti di intrecci relazionali e sovrapposizioni di problemi. L’obiettivo dell’assistente sociale è in primis tutelare i minori, ma nel contempo promuovere, organizzare e gestire, insieme ad altri professionisti e stakeholders, una rete integrata d’interventi, che realizzino gli orientamenti della politica socio-assistenziale tenendo conto dei diritti fondamentali dei minori e dei valori della professione. Il panorama dei servizi messi in campo presuppone strategie d’intervento differenziate a seconda delle situazioni, volte all’acquisizione di autonomia per questi minori, in un’ottica di sviluppo e rafforzamento della capacità di diventare membro autonomo, attivo e responsabile della società. L’ambito di questi interventi può risultare perciò generativo di effetti positivi per l’intera comunità locale. All’interno di un fenomeno che rientra nella stessa definizione normativa, minori stranieri non accompagnati, si possono evidenziare notevoli differenze che caratterizzano le storie, i bisogni e le risorse di questi migranti particolari, con e per i quali è necessario ripensare gli interventi di welfare locale. Questa tesi, a partire dall’analisi del fenomeno in Italia, vuole approfondire la condizione di quei minori che, pur migrando senza i genitori, hanno in Italia una rete di supporto parentale e amicale a cui si riferiscono e con la quale è indispensabile costruire percorsi di accoglienza più rispondenti alle esigenze e ai diritti dei minori stessi in base al principio, sancito anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia del 1989, che ogni minore ha diritto a crescere in famiglia. Questa tipologia di minori stranieri sta assumendo dimensioni consistenti e interrogando i Servizi Sociali di diversi comuni Italiani, a fronte della difficoltà a coinvolgere attivamente queste reti nei progetti educativi dei ragazzi. Nella tesi verrà approfondita la situazione a Venezia, che ritengo particolarmente interessante anche perché rappresenta, nell’ultimo rapporto ANCI (pubblicato nel 2014) il secondo comune in Italia per numero di accolti e tra i primi per quantità di ospitalità familiari. L’elaborato si articolerà intorno alle seguenti tematiche: 1. Chi sono i msna – analisi del fenomeno attraverso i dati e gli aspetti psicologici specifici 2. Il quadro normativo di riferimento 2.1 Il rintraccio, l’identificazione e l’accoglienza 2.2 L’apertura di tutela e l’affidamento 2.3 Il rimpatrio assistito e il permesso di soggiorno 4. Nodi critici nei percorsi di accoglienza: i centri e le comunità, i percorsi scolatici, il lavoro 5. L’affidamento familiare come possibilità di superare alcuni nodi critici 6. La situazione nel comune di Venezia: analisi dei dati e del sistema di accoglienza 7. La specificità dell’affido familiare in questo territorio 8. Interviste a testimoni privilegiati
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Thibault, Lisa <1992&gt. "Da minori stranieri non accompagnati a neo-maggiorenni. Un'analisi comparativa tra Venezia e Bologna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10540.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca si pone come obiettivo di comprendere e di analizzare il nesso mancante (o esistente) tra accoglienza e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, una volta maggiorenni. Con il compimento del diciottesimo anno di età, infatti ,si svela la paradossalità dello status di MSNA. Il ragazzo, infatti, passa dallo status di minore, tutelato dalla normativa esistente in Italia allo status di neo-maggiorenne, di “migrante”. Inizialmente, è di fondamentale importanza comprendere come i minori stranieri non accompagnati siano tutelati a livello legislativo internazionale e nazionale e come funzioni il passaggio alla maggiore età in materia di conversione del permesso di soggiorno. Si passerà in seguito ad analizzare i due casi studio scelti: ovvero la città di Venezia e la città di Bologna. Prima di tutto è di fondamentale importanza comprendere come le istituzioni e le strutture che prendono in carico i minori e i loro percorsi, cerchino di creare dei percorsi volti all’autonomia del minore: progetti che prevedono un lavoro in sinergia tra assistenti sociali, educatori ed operatori delle strutture in cui i minori sono accolti. Dopo aver compreso come lavorano strutture ed operatori impegnati nella minore età questo lavoro cercherà di analizzare come, dopo lo sgancio del minore dalla presa in carico a “livello istituzionale”, il privato sociale e la cittadinanza si attivino per colmare questo gap presente a livello istituzionale per fare si che i percorsi tracciati durante la minore età abbiano una continuità o quantomeno per fare si che non venga meno tutto il lavoro fatto in precedenza. Lo “schema” qui presentato verrà applicato alle due città prese in studio nello stesso modo cercando di fare la medesima ricerca sia a Venezia che a Bologna. Questo confronto porterà alla comprensione di metodologie e strumenti messi in atto dalle reti impegnate su questo fronte e si tenterà di rispondere all'interrogativo iniziale: esiste o meno un nesso tra accoglienza e integrazione nel passaggio dallo status di minore straniero non accompagnato allo status di neo-maggiorenne?
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Pace, Noemi. "La mediazione linguistico-culturale nel contesto migratorio italiano. Interviste a due minori stranieri non accompagnati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22798/.

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Abstract:
The object of this study is cultural and linguistic mediation for minors in Italy in the complex and delicate context of migration. Through the analysis of two mediated interviews to unaccompanied minors, this study intends to highlight the role of mediators in interactions and the impact of their actions on the conversation. In the first chapter, the field of cultural and linguistic mediation in Italy is described with a reference to the broader context of interpreting, and to the features that differentiate it from what in English-speaking countries is known as community interpreting or public service interpreting. Moreover, the chapter focuses on the different roles of the mediator, the difference of social status and power between the participants, the different expectations regarding the mediator’s role/s, and ethical dilemmas on how to behave professionally in challenging situations. In the second chapter, the main terminology pertaining to migration in the Italian immigration regulatory framework is analysed to provide a background for the description of the application for international protection in Italy and the role played by mediators during the procedure. The fundamental principles that mediators should follow to act professionally are outlined in the codes of conduct of the main international and national organisations operating in the context of migration, two of which are briefly discussed in the final part of the chapter. In the third chapter, the importance of the mediator’s role in mediated interactions is illustrated through two informal interviews to unaccompanied minors analysed through the lens of conversational analysis. Though based on a small set of data, the analysis confirms the multifaceted and polyvalent role of cultural and linguistic mediators as well as their responsibility in contributing to carrying out an efficient and effective interaction in the full respect of both primary participants in the interaction.
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D'Andrea, Anna <1986&gt. "L'affido familiare come risorsa di accoglienza e di integrazione sociale dei minori stranieri non accompagnati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4939.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di analizzare il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati in Italia, cercando di indagare le motivazioni e i bisogni che inducono questi minori, soprattutto adolescenti, a lasciare il proprio paese di origine. Dal momento che la condizione di essere minore implica delle tutele specifiche, egli è destinatario di misure di accoglienza e protezione che vengono realizzate soprattutto a livello locale; in particolare, verrà esaminato lo strumento dell'affidamento familiare. L'obiettivo principale di questa tesi è quello di comprendere se l'esperienza dell'affido possa essere un'opportunità positiva e vantaggiosa per giovani migranti soli, esaminando quali sono i fattori che ci indicano un esito positivo del progetto di affido e quali invece sono i casi in cui questa esperienza è risultata fallimentare. Verranno illustrate le modalità con cui l'affidamento familiare può divenire una possibile forma di accoglienza, una risorsa adeguata non solo per l'inserimento sociale del minore, bensì anche per la sua evoluzione personale. In particolare, verrà approfondito in che misura e se lo strumento dell'affido può essere inteso come un' efficace risorsa di sostegno formativo e di integrazione all'interno del nostro paese, per tutti quei minori, adolescenti e pre-adolescenti, che affrontano un viaggio da soli, in assenza di qualsiasi riferimento familiare e senza il sostegno di una figura adulta, e, si imbattono, di conseguenza, in una realtà che non rispecchia sempre le loro aspettative.
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LANINI, CHIARA. "Le famiglie straniere e il dispositivo di tutela dei minori. Un’analisi del discorso sulla genitorialità." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. https://hdl.handle.net/11567/1099273.

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Abstract:
This research addresses the relationship that is established between the Child Protection device and foreign families, analyzed from the discourse on parenting that is constructed in this context. The reasons that make this dynamic relevant are to be found in its bringing out aspects indicative of the interaction that is generated between an institutional system and a part of the population that occupies a minority social and cultural position. All this takes place on the particularly delicate and slippery terrain of protecting children from risks and dangers that, as we shall see extensively below, are believed to be represented primarily by parents. The research intercepts three different themes: migration, child protection and parenting. Before observing their action on the discursive level, each of them will be explored in its own complexity, delving into the history and aspects that have established them as social constructs, trying to situate them in the context of the factors that have determined their semantic variations, with the intention of breaking down the framework that tends, instead, to present them as naturalized assumptions. This study aims to detect through what modalities the action of power shapes this relationship, focusing not so much on the explicit logics that configure the role of those who are guarantors of the law and those who are, based on it, evaluated, but on the implicit aspects that convey these dynamics through discursive practices. The perspective of inquiry is that of Critical Discourse Analysis (Foucault, 1972; Van Dijk, 2008; Fairclough, 1995a), whose object of interest is discourse understood as the pragmatic-cognitive act that in representing reality establishes it in a certain meaning. The action that develops the juvenile guardianship device, therefore, will be observed from the perspective of the argumentative process that is generated from the attribution of meaning to parental behaviors, correlated with the child's state of well-being or discomfort. This semantic operation may imply the action of power dynamics conveyed through ideology, understood as a mental substratum that unites certain social groups (Van Dijk, 2003b) defined as dominant by virtue of the possibility of making their interpretative categories generally valid, as opposed to others that are connoted as minorities starting from an unequal possibility of affecting the processes of signification. Interest and research questions are located in this area.
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DE, MICHELI MICHELA LUNELLA. "MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/692.

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Abstract:
Nella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti.
In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.
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DE, MICHELI MICHELA LUNELLA. "MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/692.

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Abstract:
Nella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti.
In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.
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Pisciotta, Diana <1984&gt. "I minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo: analisi comparativa delle politiche di accoglienza in Italia e Spagna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2605.

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Abstract:
La migrazione indipendente dei minori si è ormai un fenomeno diffuso in tutto il mondo. A partire degli anni novanta, gioco forza la vicinanza con i paesi d’origine dei movimenti migratori, gli stati europei sono diventati i principali paesi di transito e destinazione di questi giovani migranti, come nel caso italiano con i minori albanesi o in Spagna con i minori provenienti dal Marocco. Le cause che spingono minori a migrare da soli sono molteplici: molti fuggono da situazioni socioeconomiche di grande povertà e miseria, altri scappano da situazioni di guerra o di rivalità politico- sociale. In questa sede ci occuperemo di questi ultimi, i minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, ovvero di quei soggetti, minori di diciotto anni, che da soli hanno abbandonato il loro Paese d’origine per sfuggire a situazioni di conflitto o persecuzioni. La loro condizione estremamente vulnerabile (sono minorenni, viaggiano senza l’accompagnamento di un genitore o una persona responsabile per essi, richiedono protezione internazionale) si aggiunge a un’ulteriore complessità che è intrinseca già nel nome che li identifica: “minori” e “migranti”. Per determinare le fonti che regolano il procedimento di asilo per i minori stranieri non accompagnati è, inoltre, necessario indagare anche sul termine “asilo”. Parafrasando l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati: i minori rifugiati “condividono alcuni diritti universali con tutti gli esseri umani, hanno dei diritti complementari in qualità di fanciulli e diritti specifici per essere rifugiati ”. Ripercorrendo brevemente l’evoluzione del concetto di asilo nel diritto internazionale e dell’Unione Europea, si cercheranno di identificare delle scelte politico-legislative per cercare di stabilire in che misura queste abbiano influenzato le normative interne in materia di asilo degli stati membri. Parallelamente, contestualizzando la nascita della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto dei fanciulli, si vedrà come questa abbia comportato a partire dal 1989 un cambio di prospettiva del concetto di protezione del minore. Con l’affermazione dei tre principi basilari su cui verte la Convenzione (interesse superiore del minore, non discriminazione e diritto di partecipazione) si è passati dalla tradizionale idea della “solidarietà” o “carità” del “protettore”, all’autonomia, personalità e necessità di sviluppo del “protetto” . Tuttavia, di fronte alla migrazione dei minori stranieri non accompagnati, i quadri giuridici nazionali e le politiche europee sono notoriamente in conflitto per un’applicazione più o meno repressiva delle norme interne in materia di asilo e l’ambigua interpretazione degli strumenti giuridici internazionali creati per la protezione del fanciullo. Studiando la situazione dei minori stranieri richiedenti asilo in Italia e Spagna ci si è resi conto che il quadro giuridico è spesso sovrapposto e frammentario, sia a livello europeo che nazionale. Non è stato possibile riscontrare, né in Italia né in Spagna, procedure omogenee e standardizzate per l’accertamento della minore età. Riguardo alla tutela dei minori richiedenti asilo, invece, le problematiche legate alle lunghe tempistiche per la nomina del tutore non sono imputabili a una carenza di norme primarie, bensì a carenze regolamentari che permettano che vengano attuate le norme vigenti. A fronte delle criticità riscontrate durante la ricerca, si cercherà, infine, di far luce su alcune buone pratiche riscontrate nei sistemi di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, come nel caso del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) del Comune di Mazzarino.
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Zambanini, Lara <1985&gt. "MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI E ASSOCIAZIONISMO IMMIGRATO NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Quali risorse tra partecipazione e accoglienza?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3861.

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Abstract:
In Provincia di Trento le parti politiche ed i servizi si stanno interrogando in merito alla possibilità di realizzare dei progetti di affidamento familiare di tipo omoculturale, a favore dei minori stranieri non accompagnati, coinvolgendo le associazioni di immigrati attive nel territorio provinciale. Per fare ciò è necessario analizzare il contesto dell’associazionismo immigrato in relazione alla tematica dei minori non accompagnati, al fine di poter costruire un sapere professionale finalizzato al lavoro di comunità, ragionando sulla specifica realtà trentina e sulle sue reali risorse nell’accoglienza di questi giovani migranti. L’elaborato di tesi presenta un lavoro di ricerca di tipo qualitativo, basato su interviste semi- strutturate rivolte a membri delle associazioni di immigrati attive nel territorio trentino; la finalità è quella di comprendere “chi sono” le persone attive nell’associazionismo immigrato in Trentino e quali sono le possibilità di realizzare con loro dei progetti di affido omoculturale a favore dei minori stranieri non accompagnati accolti in provincia. Nel primo capitolo si presentano le caratteristiche del fenomeno migratorio in Trentino, tramite la presentazione del modello di integrazione e dei dati relativi all’aspetto socio- demografico, economico e lavorativo; si procede poi descrivendo il fenomeno migratorio dei minori non accompagnati e delle caratteristiche dell’associazionismo immigrato. Nel secondo capitolo si affronta la legislazione relativa ai minori stranieri non accompagnati, in particolar modo guardando alla definizione stessa di minore non accompagnato e ai diritti che sono loro riconosciuti in termini di titolo di soggiorno, tutela, istruzione, salute e lavoro. Infine nel terzo capitolo si presenta dettagliatamente il lavoro di ricerca, affrontando i temi emersi nel corso delle interviste e illustrando le opinioni espresse dalle persone incontrate in merito alla loro partecipazione sociale e all’accoglienza dei minori non accompagnati.
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Comparotto, Daniela <1983&gt. "Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia: esperienze innovative e sfide applicative mutuate dall'approccio etnopsichiatrico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16212.

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Abstract:
Abstract L’intento generale del mio lavoro è quello di ispirare i professionisti che operano nel sistema di accoglienza per persone con background migratorio ad indossare “nuovi occhiali” utili a stimolare una riflessione su come rendere concretamente efficace l’intervento offerto. Come assistente sociale che opera per un Ente Locale nell’ambito di un Servizio di Accoglienza per minori stranieri non accompagnati, la mia osservazione privilegiata dei contesti di accoglienza delle comunità educative per persone minorenni mi ha portata a rilevare alcune criticità nella pratica quotidiana ed istituzionale, nell’intento di proporre una prospettiva migliorativa dell’offerta, con l’obiettivo di rendere la presa in carico ed i percorsi di intervento maggiormente efficaci attraverso una effettiva personalizzazione. Il lavoro prende avvio da una ricostruzione del contesto organizzativo e di policy, con riferimento alle modificazioni apportate negli anni al Testo Unico sull’Immigrazione (con riferimento specifico alla Legge n. 47/2017 ed alla Legge 132/2018) e in generale alle normative che regolamentano l’accoglienza in Italia. Viene preso in considerazione il Decreto con il quale il Ministero dell’Interno stabilisce le linee guida per la riprogettazione da parte degli Enti titolari dei servizi di accoglienza denominati SIPROIMI (Servizi di accoglienza per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati). Si riporta a titolo di esperienza locale la politica della Regione Veneto in materia di accoglienza, con riferimento alla previsione della specifica tipologia di unità d’offerta per minori stranieri non accompagnati (DGRV n. 249 del 08 marzo 2019). La cornice teorica di riferimento che suggerisco di adottare consente di avviare una riflessione sul tema dell’accoglienza delle persone con background migratorio e si sostanzia nelle teorie dell’etnoclinica, da Devereux a Nathan a Moro, e dell’antropologia (rif. Coppo, Servier). Attraverso lo studio di tali approcci è possibile individuare linee direttrici che fungono da base per una revisione dei sistemi di accoglienza e cura a partire dalla pratica quotidiana. Attraverso una ricerca esplorativa basata sull’osservazione su campo e su interviste a testimoni privilegiati nell’ambito di realtà associative che lavorano nell’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, prendo in esame alcune esperienze significative e pratiche innovative che ho incontrato durante l’attività professionale.
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Cuscire, Giada <1995&gt. "Viaggio tra mondi. I Minori stranieri non accompagnati tra tutele, sistemi di accoglienza e percorsi di affido familiare in Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21253.

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Abstract:
Il presente elaborato comincia con una ricostruzione storica dell'Afghanistan arrivando poi ad un approccio di stampo sociologico in relazione alla crisi umanitaria ed alle migrazioni verso l'Europa. Si prosegue poi con l'analisi dell'attuale sistema di accoglienza italiano in favore dei Minori stranieri non accompagnati e dei riferimenti normativi nazionali ed internazionali a loro tutela. Gli ultimi capitoli sono incentrati sulla modalità di accoglienza ritenuta preferenziale dalla giurisprudenza ovvero quella dell'affido familiare in favore dei minori migranti soli. I bassissimi numeri legati ai percorsi di affido familiare realizzati in Italia, hanno portato a chiedermi quali fossero le motivazioni legate a questa dicotomia tra norma e prassi. Si chiude quindi questo elaborato con il mio progetto di ricerca che avrà come tema l'affido dei Minori stranieri non accompagnati nel territorio della Regione Veneto. Volendo raccogliere criticità, punti di forza e testimonianze dirette, con la realizzazione di interviste qualitative semi – strutturate, si vuole dare voce ai ragazzi che vivono o hanno vissuto il percorso di affido, alle famiglie affidatarie ed agli operatori istituzionali e del terzo settore che lavorano per la realizzazione di queste progettualità.
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Bertolino, Daniele <1976&gt. "IL LAVORO DEL SERVIZIO SOCIALE E DELLE COMUNITA' CON I MINORI STRANIRI NON ACCOMPAGNATI IN FRIULI VENEZIA GIULIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8374.

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Abstract:
L’obiettivo principale del presente lavoro consiste in una disamina generale dei minori stranieri non accompagnati (m.s.n.a.) in Friuli Venezia-Giulia, in particolare nel territorio dell’Alto Friuli, e nell’analisi del percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli Venezia-Giulia attraverso il lavoro del del Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale n. 3.1 “Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale” e delle Comunità che ospitano i m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia. La scelta di questo argomento deriva dall’interesse di approfondire la tematica riguardante i m.s.n.a., ambito in cui lavoro con passione da circa dieci anni. La presenza dei m.s.n.a. in Italia e in Friuli-Venezia Giulia risulta un argomento attuale e dibattuto anche nell’ambito del mio lavoro di assistente sociale che svolgo in un territorio di confine, in particolare nel Comune di Tarvisio, un piccolo paese del Friuli al confine con l’Austria e con la Slovenia. Un compito arduo e appassionante del Servizio sociale odierno consiste nel relazionarsi con le persone migranti anche minori e oggetto della mia tesi è la verifica della qualità di tali relazioni, in particolare nel Friuli. Nel presente lavoro si tenta di delineare il percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia e in particolare nell’Alto Friuli, territorio in cui opero da vari anni, attraverso il lavoro del Servizio sociale dei Comuni e il confronto dei percorsi di presa in carico dei m.s.n.a. da parte di alcuni Ambiti distrettuali e alcune Comunità presenti nel territorio friulano. Nel primo capitolo si descrivono gli interventi svolti dai diversi soggetti coinvolti nella presa in carico dei m.s.n.a., tra cui le Forze dell’Ordine, le Comunità e il Servizio sociale. Il capitolo analizza, in generale, il ruolo del Servizio sociale nel lavoro con i m.s.n.a. esaminando le varie fasi del processo di aiuto; l’ultimo paragrafo approfondisce il colloquio di aiuto, strumento basilare della professione dell’assistente sociale. Il secondo capitolo delinea un breve inquadramento legislativo dei m.s.n.a. a partire dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con la legge n. 176/1991, al Testo Unico sull’Immigrazione del 1998, fino alla legge n. 94/2009. Il capitolo è dedicato anche all’analisi dei dati sui minori stranieri in Friuli-Venezia Giulia, in particolare nel territorio dell’Alto Friuli. Da una breve disamina di tali dati, risulta evidente il notevole incremento dell’arrivo dei m.s.n.a. in Friuli, particolarmente nel territorio di Tarvisio, e l’impreparazione dei governanti, degli operatori sociali e dei cittadini ad accoglierli. Il terzo capitolo delinea il percorso di accoglienza dei m.s.n.a. in Friuli-Venezia Giulia da parte delle Comunità. Le strutture che accolgono m.s.n.a. in Friuli attualmente sono una decina, alcune delle quali lavorano esclusivamente con tale tipologia di utenza. Si descrivono i progetti personalizzati a favore dei m.s.n.a., i percorsi formativi e professionali in cui i minori sono coinvolti, gli aspetti sanitari e socio-familiari riguardanti i minori, i punti di forza e le criticità del lavoro delle Comunità che accolgono m.s.n.a. In questo capitolo si raccontano alcune storie di vita dei minori stranieri non accompagnati per approfondire, nella pratica quotidiana, il percorso di presa in carico dei minori da parte del Servizio sociale dei Comuni e delle Comunità che accolgono giornalmente decine di m.s.n.a.
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Barbera, Gowri <1996&gt. ""GUARDARE OLTRE ... VERSO UN NUOVO DOMANI. Percorsi biografici verso la maggiore età e prospettive sociali dei minori stranieri non accompagnati. Un caso studio."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17740.

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Abstract:
I minori stranieri non accompagnati sono bambini, ragazzi, per lo più in età adolescenziale che intraprendono un percorso migratorio dal loro Paese di origine verso un nuovo Paese per diversificati motivi familiari, culturali, sociali, economici. Sono minori, ma in particolar modo sono “non accompagnati”, in quanto partono da soli, senza genitori o figure adulte che li proteggano e li accompagnino in questo lungo e tortuoso viaggio. Il loro percorso il più delle volte è segnato da sofferenza, solitudine, violenza, paura, fame, sete; ma che nonostante le numerose difficoltà che incontrano lungo il viaggio, rimangono ancorati alle loro speranze: essere accolti in un nuovo Paese, realizzare i proprio sogni, trovare un lavoro, aiutare le proprie famiglie nel Paese di origine, realizzarsi come persone adulte o creare una propria famiglia. Sulla base di questo i minori stranieri non accompagnati, che arrivano in Italia, devono essere adeguatamente accolti e tutelati. L’accoglienza non po' tuttavia essere utopica e astratta, ma si concretizza solo nel momento in cui il minore viene riconosciuto regolarmente nel territorio nazionale e vengono predisposti per lui percorsi graduali di accompagnamento e di inserimento nel tessuto sociale. Al minore devono essere riconosciuti i diritti fondamentali, previsti dalla normativa nazionale, europea, internazionale, attraverso l’inserimento in adeguate strutture di accoglienza, la nomina di un tutore, la regolarizzazione del suo status giuridico, l’iscrizione scolastica … Il sistema di accoglienza, tuttavia, si è presentato nel tempo frammentario, inadeguato, carente sotto più punti di vista, tanto da non garantire il pieno godimento dei diritti fondamentali del minore, arrivando, talvolta, a non garantirgli neppure il soddisfacimento dei bisogni essenziali. Questo aggrava la condizione del minore, il quale si trova a vivere in una situazione ancor più difficile, privo di strumenti e competenze per muoversi autonomamente entro il nuovo contesto. I percorsi di accompagnamento e di integrazione devono prevedere una loro continuità anche una volta che il minore abbia raggiunto la maggiore età, in quanto i neomaggiorenni sono ritenuti persone adulte e per questo motivo meno tutelabili, ma non sempre questo coincide con la realtà, in quanto non sono riusciti, nel breve periodo che intercorre dalla partenza all’arrivo nel nuovo Paese, a crearsi una propria autonomia e indipendenza. La transizione alla maggiore età dovrebbe, quindi, essere adeguatamente sostenuta per fare in modo che i giovani migranti riescano a crearsi un proprio ruolo sociale nel nuovo contesto, attraverso l’inserimento lavorativo, abitativo e sociale all’interno della comunità. Diversi sono i progetti sviluppatisi sul territorio nazionale che si muovono verso questa direzione, grazie ad una collaborazione e ad un lavoro integrato tra i diversi attori formali e informali che ruotano attorno al ragazzo, quali scuola, associazioni, cooperative, tribunale, servizio sociale. Uno di questi, finanziato dall’iniziativa Never Alone, è il Progetto “SAAMA”, in continuità con il Progetto “Ragazzi Harraga”, pensato e realizzato da un solido partenariato, con lo scopo, da una parte di sensibilizzare e attivare la comunità educante del territorio; dall’altra di creare percorsi individualizzati rivolti ai minori e neomaggiorenni stranieri presenti a Palermo. L’immigrazione, tuttavia, non dovrebbe essere considerata un’emergenza da arginare e controllare temporaneamente, ma un processo strutturale e continuo che dovrebbe essere valorizzato all'interno del Paese di arrivo, tanto da essere considerato un percorso spontaneo, rivalutando il concetto di cittadinanza, considerando gli immigrati come un “noi”, non “altri”, come parte della società.
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Leoci, Daniela <1984&gt. "Valorizzazione delle comunità solidali e delle risorse accoglienti nel sostegno alle famiglie vulnerabili e ai minori stranieri non accompagnati. Uno sguardo sull'esperienza dell’area metropolitana di Bologna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14157.

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Abstract:
La promozione della solidarietà tra le persone che abitano lo stesso territorio è diventata centrale negli ultimi anni per i servizi e le associazioni, soprattutto nell'ambito del sostegno alle famiglie vulnerabili e ai minori. La valorizzazione della vicinanza solidale si colloca nel solco delle trasformazioni sociali e della crisi de welfare che sfidano il sistema dei servizi a promuovere un welfare comunitario, partecipativo, rigenerativo, ovvero nel contesto più ampio di rinnovamento dei servizi - sempre più impegnati ad assumere un approccio anti-oppressivo, abilitante e relazionale, e a promuovere le reti e i principi di sussidiarietà, responsabilità, partecipazione e cittadinanza attiva – e del rapporto tra questi e la comunità locale. L’obiettivo generale del presente lavoro è analizzare le diverse tipologie di risorse accoglienti - volte al sostegno di famiglie vulnerabili (volontari, famiglie affiancanti-di appoggio, famiglie affidatarie) e minori stranieri non accompagnati (famiglie affiancanti, famiglie accoglienti e affidatarie, tutori volontari) - collocandole nel quadro normativo e nel contesto sociale, ed evidenziando la coerenza di tali strumenti con i principi teorici, metodologici ed etici del servizio sociale. Nello specifico approfondirò il processo di valorizzazione e attivazione di comunità solidali attraverso l’analisi dell’esperienza del territorio di Bologna.
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Sattin, Anna <1994&gt. "IL PASSAGGIO ALLA MAGGIORE ETA’ DEI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI ALLA CONCLUSIONE DEL PERCORSO NEL SISTEMA DI ACCOGLIENZA: ANALISI DELLE PROGETTUALITA' ATTIVATE DAL COMUNE DI VENEZIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14948.

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Abstract:
La mia tesi di ricerca concerne un approfondimento sui minori stranieri non accompagnati (MSNA), in particolare per quanto riguarda la questione del compimento della maggiore età. In Italia negli anni, non si è posta la giusta attenzione nel garantire una continuità a tutti coloro che una volta maggiorenni, concludono il percorso di accoglienza in comunità o affido familiare. La normativa italiana si occupa di fornire a questi ragazzi delle strutture di accoglienza adatte alle loro esigenze garantendogli una serie di diritti e tutele in quanto minori stranieri non accompagnati, indipendentemente dalla richiesta di protezione internazionale. Con il compimento della maggiore età, però, questa salvaguardia viene meno in quanto lo Stato ritiene che l’individuo sia in grado di provvedere autonomamente a sé stesso; problematico risulta quindi il passaggio di questi ragazzi una volta maggiorenni. Solo recentemente, con la legge n. 47 del 2017 è stata sancita la possibilità di prevedere un prolungamento di tutela del sistema di accoglienza fino al 21esimo anno di età. Il mio obiettivo di ricerca è infatti quello di esplorare alcune progettualità significative realizzate a sostegno di questi ragazzi neomaggiorenni. Individuerò quindi, le principali risposte attivate dal Comune di Venezia per far fronte a questi bisogni mediante la realizzazione di interventi volti all’inclusione ed integrazione sociale, in questo caso, dei Care leavers MSNA in uscita dal percorso di accoglienza.
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LAMPUGNANI, PAOLA ALESSIA. "Minori Stranieri Non Accompagnati: rappresentazioni dell’infanzia nei centri di accoglienza in Italia, Svezia, Cipro e Spagna. Per un approccio pedagogico inclusivo allo sviluppo della competenza professionale degli operatori." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/982839.

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Abstract:
The refugee crisis we are witnessing in the lasts years represents one of the thorniest themes in all the European Governments agenda. In the lasts three years the number of persons escaping from their countries is constantly and dramatically increased, and over 35% of them are Children. The asylum seekers crisis - particularly the unaccompanied Children asylum seekers - requests to every country - those they leave, those they cross and those in which they seek asylum - a duty to protect and safeguard the rights guaranteed under the Convention on the Rights of the Child (1979). According UNICEF’s seven points plan for refugee and migrant Children (UNICEF, 2016): - Unaccompanied or separated Children must be kept safe - The best interests of the Child should be a primary consideration in any decision concerning that Child - Children must be given access to services such as health and education. In order to pursue these objects, Local social services thus need to overcome a merely welfarism action-model, in order to promote educational design and research grounded on social workers professional skills. The research aimed at investigating the construction of social representations of Childhood in contexts involving asylum seekers or refugee families/unaccompanied children. The research has been conducted in the context of intercultural studies, which developed different explanation models of intercultural relationships. It specifically referred to studies on intercultural sensitivity (Bennett, 1998) and on intercultural competence (Spitzberg, 2009; Berardo & Deardorff, 2012; Jackson, 2012; Odag, Wallin & Kedzior, 2015). The conceptual framework refers to: right-based and care-based education [King, 2004; Premoli, 2012; Grange, 2014] and intercultural education (Cambi, 2001; Benhabib, 2002; Santerini, 2003; Mantovani, 2004; Abdallah Pretceille, 2013; Pinto Minerva, 2015). In the frame of the interpretivist paradigm and of a qualitative approach, a participatory action-research (Rapoport, 1970; Whyte, 1991; Baldacci, 2001; Kaneklin, Piccardo & Scaratti, 2010) was used. Operators from Italy (Genoa), Spain (Granada), Cyprus (Nicosia), Sweden (Malmo) have been involved in the research through focus groups and semi-structured interviews, conducted in italian, English, Spanish. Each focus and interview has been recorded and then transcribed. An N-Vivo analysis, based on grounded method, has been carried out.
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Sansone, Giorgia <1993&gt. "Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati alla luce delle novità introdotte dalla Legge 7 aprile 2017, n. 47. Un focus sulla realtà del Comune di Trieste." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13865.

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Abstract:
I flussi di Minori Stranieri Non Accompagnati spiccano oggi per l'entità del fenomeno e per le sfide che pongono ai governi centrali e locali nell'individuazione di un sistema di accoglienza efficace e rispettoso dei diritti internazionalmente sanciti. Da queste considerazioni nasce l'idea di approfondire le implicazioni di tale realtà. Il tirocinio svolto presso l'Ufficio Msna del Comune di Trieste ha rappresentato un'occasione per analizzare nello specifico in che modo il sistema di accoglienza si declina in tale realtà territoriale, nonché per individuare le criticità dello stesso ed illustrare le risposte che il Comune sta attivando nella prospettiva di migliorare il servizio offerto. Lo studio di caso è introdotto dalla disamina della normativa che disciplina la condizione dei Msna, da una panoramica del fenomeno in esame e dalla presentazione del rinnovato sistema di accoglienza alla luce delle novità apportate dalla L. 47/2017. Il confronto tra le norme vigenti, l'articolazione del sistema di accoglienza a livello nazionale e le specifiche declinazioni che esso assume nel Comune di Trieste ha consentito di individuare alcuni punti di debolezza che l'Ufficio Msna triestino è chiamato ad affrontare e superare. Il dialogo tra gli attori coinvolti nella tutela e nella protezione dei Msna ha permesso di formulare azioni ed idee progettuali volte a perfezionare il servizio. L'auspicio è che esse possano trovare completa attuazione e diffusione anche in altri contesti locali.
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PINNA, LAURA. "La presa in carico dei Minori Stranieri Non Accompagnati (e giovani adulti ex MSNA) all’interno dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM): dar voce ai MSNA, ai tutori volontari e agli operatori degli USSM." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1081816.

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Abstract:
The work with foreigners, and in particular with Unaccompanied Foreign Minors, within the Juvenile Justice services, shows greater or otherwise different complexities, compared to taking care of Italian children and / or accompanied foreign minors, which involve a constant challenge of social workers and a challenge in the construction of paths of social integration. The feeling of failure and frustration that emerges in the social workers with respect to the objective difficulties in taking care of children who are often "invisible" as they are undocumented, with different alias and extremely vulnerable due to their young age, the traumas suffered and the loneliness experienced, is sometimes compensated by successful integration paths, often built on the basis of the "creativity of the social worker", where with a significant adhesion of the minor and a valid network work, it is possible to build innovative and lasting projects. These reflections led the PhD student to start the research work starting from the voice of Unaccompanied Foreign Minors (from now on UAMs) or former UAMs, of the voluntary guardians who have in charge of them and of the social workers of the Juvenile Social Service Office themselves, which allowed the structuring of three parallel and autonomous researches, each with food for thought and enriching operating methods. The thesis work developed starting from theoretical and methodological insights, but also from the practical knowledge of the social service in which the PhD student has been working for over twenty years, which has fostered a critical reflection on the realities explored. The PHD thesis consists of six parts. The first chapter wants to give a historical-institutional framework on the birth of Juvenile Justice in Italy, on its organization and services, also in reference to the work with UAMs. Particular attention is given to the establishment of the Juvenile Court, a body for the protection of minors par excellence. Furthermore, the Juvenile Criminal Procedure is investigated with its guarantees and safeguards against the minor who is seen at the center of the process, co-author of his social reintegration path. Finally, space is given to the Juvenile Justice services, with particular regard to the Social Service Offices for Minors (USSM), which have the competence in every state and degree of the procedure against minors entering the circuit. criminal, but specifically in the external area. The second chapter presents a theoretical framework on UAMs in Europe and in Italy, on their migratory path and on psychological studies related to their condition of vulnerability, marginalization and loneliness. Attention is paid to entering the criminal circuit and taking charge by the Juvenile Justice services, a condition that can lead the minor to build a path of life capable of allowing him autonomy and inclusion. Within this theoretical framework, the first study involving UAMs or former UAMs in charge of the USSM is developed, through the implementation of semi-structured interviews. The third chapter explores from the theoretical point of view the role of voluntary guardians in Europe and in Italy with respect to taking charge of UAMs. Specifically in Italy, the Guarantor Authority for Childhood and Adolescence carries out periodic monitoring of the progress of voluntary protection, in order to create an efficient system of the same. The figure of the voluntary gardian is then framed from a legislative and research point of view, creating the basis for the realization of the second study which focuses on the voluntary guardians who follow UAM who have entered the criminal circuit. The fourth chapter focuses on the social service of the USSM, on the skills of social workers in favor of minors entering the criminal circuit. The work that is carried out with UAMs entering the criminal circuit is specifically analyzed, highlighting the extreme vulnerability and fragility of these minors, who require greater attention to their needs and problems and a redefinition of the aid path to be carried out together, for an adequate escape from the penal circuit. The present study was carried out in collaboration with several Italian USSM that have favored an in-depth study on the taking in charge of UAMs in this specific sector.
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Ritossa, Isabel <1994&gt. "I percorsi di inserimento lavorativo dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) come strumento di empowerment per la transizione verso la maggiore età Il caso studio della Cooperativa Sociale Co.Ge.S don Lorenzo Milani nel Comune di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18910.

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Abstract:
L' aumento degli arrivi di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) nel territorio italiano e di conseguenza anche di coloro che, poi, diventano neomaggiorenni, hanno reso, negli anni, necessaria una maggiore attenzione e comprensione delle opportunità per la loro protezione e inclusione sociale anche dopo l’uscita dal sistema di accoglienza. La presente ricerca, pertanto, indaga il passaggio dalla minore alla maggiore età dei Minori Stranieri Non Accompagnati e ne analizza i percorsi di inserimento lavorativo quale possibile strumento di empowerment per il raggiungimento dell’autonomia. L’elaborato fornisce una visione completa rispetto a: inquadramento normativo a livello nazionale dei MSNA, i percorsi di accoglienza a loro dedicati, il periodo di transizione all’età adulta e le possibili misure per il raggiungimento dell’autonomia. In particolare vengono approfonditi i meccanismi e il funzionamento degli inserimenti lavorativi, spiegati attraverso la realtà descritta dal caso studio della Cooperativa Sociale Co.Ge.S don Lorenzo Milani. L’elaborato integra, infatti, una metodologia di ricerca bibliografica con una di carattere qualitativo, costituita da una raccolta di interviste rivolte agli operatori della Cooperativa.
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Grisot, Francesca <1978&gt. "La rete transnazionale di migrazione afghana : il caso dei minorenni non accompagnati richiedenti asilo nel Comune di Venezia e le seconde generazioni afghane di Iran e Pakistan." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1184.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di indagare l’origine di una particolare tipologia di flusso migratorio che ha recentemente interessato il Comune di Venezia in quanto frontiera marittima. Trattasi di sedicenti cittadini afghani minorenni, prevalentemente di etnia hazara, che accedono al Paese in condizioni di clandestinità per poi presentare domanda di protezione internazionale. L’esame degli studi precedenti in materia di migrazione afghana e un’indagine condotta sul campo attraverso interviste multi situate lungo la rete migratoria, lasciano ipotizzare che tale ondata migratoria sia la conseguenza di decenni di politiche sull’immigrazione adottate dai Governi di Iran e Pakistan e dei programmi di rimpatrio promossi da UNHCR. Le azioni di resistenza messe in atto dai migranti all’interno della rete e nei centri di accoglienza sarebbero dunque frutto di una decennale esperienza migratoria, forti di una rete transnazionale e di una idea di ‘rifugio’ ereditata dalle generazioni precedenti.
This paper aims to investigate the origin of a particular type of migration flow that has recently been affecting the City of Venice as a maritime border. This particular migration flow is comprised of self-declared Afghan minors, mainly Hazara, entering the country irregularly with the aim of applying for international protection. Based on the examination of previous studies on Afghan migration and field research conducted by the author through multi-sited interviews along the migration network, this paper presents this migration flow as the result of decades of immigration policies adopted by the governments of Iran and Pakistan and programs promoted by the UNHCR. The acts of resistance by migrants within the network and in reception centres therefore seems to be the result of a ten year migration experience, characterized by a transnational network and an idea of 'refuge' inherited from previous generations.
این مقاله با هدف بررسی جریان خاصی از مهاجرت نوشته شده، که به تازگی شهر ونیز به عنوان مرزی دریایی تحت تاثیرش قرار گرفته است. این به اصطلاح مهاجران افغان که زیر سن قانونی قرار دارند و عمدتا اهل هزاره هستند، تحت شرایطی مخفی وارد ایتالیا می‌شوند و پس از آن درخواست پناهندگی می‌کنند. توجه به مطالعات قبلی بر روی مهاجران افغان و بررسی‌ای که در این باب توسط نویسنده با استفاده از مصاحبه‌های از نزدیک در شبکه ی مهاجرت صورت گرفت، اجازه می دهد تابدانیم که این موج مهاجرت ناشی از چندین دهه سیاست‌های مهاجرتی اتخاذ شده توسط دولت‌های ایران و پاکستان و برنامه‌های بازگشت مهاجران که توسط کمیساریای عالی سازمان ملل در امور پناهندگان ترویج شده، است. بنابراین اقدامات در جهت مقاومت که توسط مهاجرین در شبکه‌ و یا در پناهگاه‌ها صورت گرفته است، می‌تواند نتیجه‌ی دهها سال تجربه مهاجرت،غنی از یک شبکه فراملیتی و ایده‌ی “پناه” که از نسل قبل به ارث برده شده،باشد.
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PERIS, CANCIO LLUIS FRANCESC. "LA TUTELA TRANSNACIONAL COMPARTIDA (TTC) COMO SUPERIOR INTERES DE LOS MENORES EXTRANJEROS NO ACOMPAÑADOS CON VINCULOS FAMILIARES." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/917823.

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Abstract:
The dissertation examines the situation of unaccompanied children in Europe and the means of reception by Social Services to demonstrate that the way in which they are treated assumes that they do not have a family. Drawing on instruments of quantitative and qualitative research it is demonstrated that most of the children have made the migration journey in agreement with their family, and maintain frequent contact with them using new information and communication technologies (ICT). Through a reflection on the need for a Best Interest Determination (BID) suitable for minors, the thesis proposes a Shared Transnational Guardianship (STG) as in the best interests of unaccompanied children with a migrant economic project. The STG would be a collaboration between the Social Services in the country of arrival of the child and the family in the country of origin, and would be a form of decentralized cooperation.
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Petruzzi, Carmen. "Minori soli nel Mediterraneo. Intenzionalità e proposte pedagogiche fra esperienze e progetti di vita." Doctoral thesis, 2019. https://hdl.handle.net/2158/1156082.

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Abstract:
Le dinamiche migratorie degli ultimi trent’anni hanno contribuito a ridefinire le politiche europee e, in particolare, quelle italiane e ci hanno consegnato l’immagine di un’Italia interessata da un cambiamento radicale: da storico Paese d’emigrazione a nazione di primo piano fra quante hanno acquistato una posizione strategica sul fronte immigratorio , in virtù della sua naturale ubicazione esterna nella mappa europea. Emerge, a livello macroscopico, la necessità di approfondire e curare uno degli aspetti più acclarati delle migrazioni: l’arrivo di minori soli e privi di un genitore o tutore di riferimento. Si tratta della cosiddetta génération involontaire, immigrati nella società e nella vita, che a questa si adattano e aggrappano per realizzare un avvenire indefinito, incerto e per nulla semplice. Le pagine di ricerca sono l’esito di uno studio condotto allo scopo di investigare, nel delicato contesto della questione migratoria, le variabili riguardanti questo specifico soggetto, ormai non più trascurato. Il miglioramento della qualità della vita ha infatti allargato gli ambiti di progettualità e dell’agire sociale nel minore, investito dagli effetti positivi e negativi dell’occidentalizzazione a cui l’ha portato la scelta migratoria, ritardando o bloccando il passaggio alla condizione adulta: il minore, spesso già lavoratore e responsabile della famiglia nel proprio Paese di origine, in quello di accoglienza vive un’estensione cercata o obbligata del tempo dell’adolescenza. This PhD thesis attempts to describe the reality of teenage migrants in the Mediterranean in order to understand what compels them to leave their family and their country to take charge once they are in Europe. The intention of the research is to try to give answers on issues related to the stories and life projects starting from the experiences (both positive and negative) of unaccompanied foreign minors. The choice of the narrative methodology is dictated by the need to access the perspective of the examined subject, capturing their mental categories, their interpretations of experiences, perceptions, feelings and reasons for their actions. The research project investigates the knowledge of unaccompanied minors in the Mediterranean to try and understand the phenomenon of those who, still minors, undertake a single, long, perilous journey and the human relationships they establish in the new territory, with adults as well as their peers. Finally, it proposes the implementation of new methodologies that can be put into effect in their favor in order to bring their life projects to light.
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