Dissertations / Theses on the topic 'Minoranza'

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1

MONIACI, EMMA. "Il socio di minoranza nella Società per Azioni chiusa." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2019. http://hdl.handle.net/11385/201080.

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Abstract:
La tutela legale: il monitoraggio, l'intervento, la collegialità e il voto. La tutela legale nel procedimento e la tutela legale extra-procedimentale. Il diritto di recesso tra fonti legali, statuarie e negoziali. Le tutele statuarie.
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2

Debeljuh, Andrea <1979&gt. "Modello di formazione extrascolastica per la minoranza italiana in Croazia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/275/1/tesi_dottorato_Andrea_Debeljuh.pdf.

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3

Debeljuh, Andrea <1979&gt. "Modello di formazione extrascolastica per la minoranza italiana in Croazia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/275/.

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4

Picenoni, Mathias. "La minoranza di confine grigionitaliana : confini soggettivi, comportamento linguistico e pianificazione linguistica /." Coira : Bündner Monatsblatt, 2008. http://opac.nebis.ch/cgi-bin/showAbstract.pl?u20=9783905342451.

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5

Giovannini, Michela. "Lessico nuovo in lingue di minoranza: ladino fassano e aranese a confronto." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368575.

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Abstract:
This thesis focuses on the neology in minority languages, especially in the Ladin spoken in the Fassa Valley (Trentino-Alto Adige, Italy) and Aranes spoken in the Aran Valley (Catalonia, Spain), as a means of evaluation of the vitality of these languages. The real grade of Ladin and Aranes is definitely endangered as UNESCO Atlas of the World's Languages in Danger demonstrated in 2003, but I think that the rule of the neology in Ladin is enough important to improve this grade. For this reason, I will analyse the lexicon related to Information Technology (IT) as a semantic field rich in neologisms. In the first part I will examine two corpora: one, based upon the language as used in websites and databases and the other, taken from questionnaires carried out in elementary schools and middle schools. In the second part, I will provide concrete examples of how minority languages create new words and form neologisms (i.e. with innovative or conservative lexicon or morphological structures, etc.). This will produce an overview of neology in Ladin and Aranes. However, I will specify the rule of norms, use and contact throughout this process.
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6

Gatta, Giulia. "Il bilinguismo di minoranza come variabile rilevante nell'apprendimento di una terza lingua." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2017. https://hdl.handle.net/11572/367691.

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Abstract:
Il campo di studi sull’apprendimento della terza lingua (L3) e sull’influenza interlinguistica è piuttosto recente nel panorama degli studi riguardanti l’acquisizione linguistica e ancora più recente è il focus sull’ambiente plurilingue e sui parlanti plurilingui. Il presente lavoro è stato sviluppato a partire da una ricerca condotta nel 2012 nella scuola primaria di Fierozzo e nelle scuole primarie della valle del Fèrsina e si propone di inserire lo studio sul plurilinguismo mòcheno all’interno del campo di studi della L3 proseguendo la ricerca nella fascia di età 11-14 anni, allo scopo di approfondire tre principali aspetti: l'aspetto sociolinguistico, l'aspetto cognitivo - acquisizionale e l'aspetto educativo.
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7

Piga, Claudia <1988&gt. "Tensione settaria e diritti: il caso della minoranza sciita nel Regno dell'Arabia Saudita." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5548.

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Abstract:
La tesi in questione analizza le vicende storiche che hanno portato al controllo della famiglia reale nel Paese e analizza tutte le discriminazioni settarie e violazioni dei diritti umani subiti dalla minoranza sciita nel Paese, specialmente nella Provincia Orientale, dove l'attivismo è più forte.
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8

Fedato, Massimiliano <1990&gt. "Rapporto azienda e soci di minoranza in una banca popolare: il caso FriulAdria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7299.

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Abstract:
Outline della tesi: Questo lavoro ha l’obiettivo, partendo da un’analisi teorica della Corporate Social Responsibility (CSR) applicata al settore del credito, di analizzare il caso di Banca Popolare FriulAdria, azienda del Gruppo Cariparma controllato dal francese Crédit Agricole. Questo elaborato di tesi sarà suddiviso in 3 capitoli. Il Capitolo 1, “Standard di riferimento per la responsabilità sociale”, si sofferma sulla nascita e l’evoluzione di questo argomento sia a livello internazionale ma anche a livello bancario, sulle linee guida tracciate dal Global Reporting Iniziative (GRI) e i metodi per la misurazione della performance a livello sociale. Il Capitolo 2, “Il Gruppo Crédit Agricole e il Gruppo Cariparma” sarà dedicato a Crédit Agricole, Gruppo internazionale francese e controllante del gruppo bancario Cariparma. Verranno analizzati il Gruppo, la sua evoluzione, il suo modello federale di gestione del business e soprattutto le sue iniziative nel campo della responsabilità sociale, messe a confronto con le iniziative atte a livello nazionale. Il Capitolo 3, “Il caso Banca Popolare FriulAdria” prosegue con l’analisi empirica di FriulAdria, banca di riferimento per il territorio del Nordest appartenente al Gruppo Cariparma, e vista da tutti con ammirazione data la sua composizione molto particolare: un socio di maggioranza, Cariparma, detiene l’80,17% del capitale sociale, mentre il restante 19,83% è detenuto da 15.401 Soci di minoranza. Il capitolo si snoda quindi in 3 blocchi. La prima parte, dedicata alla panoramica di FriulAdria, ripercorre la Storia della banca e la sua evoluzione territoriale, che l’ha portata ad affermarsi come uno dei più importanti Istituti di Credito del Nord Est. FriulAdria, al contrario dei sui principali competitors dal 2010 ad oggi ha sempre distribuito dividendi a fine anno, per questo verrà osservato anche questo argomento. Il secondo blocco parlerà dell’azionista di minoranza e della loro tutela. Verranno poi analizzati gli ultimi tre anni del file riguardante i Dividendi per capire di più in quali province è cresciuto il numero dei Soci, in quali diminuito, la fascia d’età del Socio più diffusa e quella in cui sarebbe meglio intervenire. Ulteriori punti riguardano le risultanze del questionario Soci 2015 e il ruolo dei “Soci ambasciatori”. Infine, nell’ultima parte cercherò sia di esaminare i processi in atto per lo “svecchiamento” della base sociale ma anche di proporre qualche nuova politica per l’engagement del Socio.
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9

Morello, Chiara. "Indagine sociolinguistica sulla minoranza linguistica storica francese in Piemonte: il caso delle valli valdesi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9484/.

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Abstract:
Au Piémont quatre minorités linguistiques historiques sont protégées par la loi: occitane, française, provençale et walser. Les municipalités francophones du Piémont sont vingt-huit, dont la plupart se trouve sur un territoire appelé « vallées vaudoises ». Le français est parlé comme un dialecte régional et il peut être considéré comme une variété de la langue, car il diffère du français de France pour son vocabulaire et sa prononciation. Le but de cette étude est celui d’examiner le degré de diffusion du français dans les vallées vaudoises, vérifier la présence d’initiatives de protection et l’engagement de la population. La présente étude est composée par sept parties. Le Chapitre 1 et 2 présentent l’état des recherches et définissent la méthode et le but de l’étude. Le Chapitre 3 présente un aperçu de l’histoire linguistique de la région, examine la situation linguistique actuelle notamment des minorités linguistiques historiques et du dialecte régional et analyse les lois qui protègent les minorités. Le Chapitre 4 décrit le territoire habité par la minorité française et présente un aperçu sur les événements historiques qui ont fait de ce territoire une communauté multilingue. Le Chapitre 5 analyse les compétences de la population, le degré de diffusion et les traits sociolinguistiques de la minorité. Le Chapitre 6 décrit les raisons de l’importance de la préservation du français dans les vallées vaudoises et présente un aperçu des initiatives de protection. La Conclusion présente les résultats et les possibles évolutions futures de l’étude. Afin d’atteindre l’objectif de l’étude, un sondage en ligne et plusieurs interviews ont été effectués ; ceux-ci ont permis d’obtenir des données ensuite analysées d’un point de vue statistique. En général, ce patrimoine est aujourd’hui très fragile ; cependant, un procès de revitalisation a commencé.
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Mengo, Francesco Maria. "La Minoranza italiana in Istria: localismo, nazioanlità e costruzione di un'identificazione jugoslava (1943-1954)." Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2017. http://hdl.handle.net/10803/460891.

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Abstract:
Aquesta recerca es proposa analitzar els processos de teorització i les pràctiques d'identificació de la minoria italiana que es va quedar a Ístria després de la Segona guerra mundial, a partir de la unió i l'acció simultànea de tres formes d'identificació ja existents: la local, la nacional i la política socialista. Aquestes van ser replantejades a partir dels seus principis interpretatius i van prendre noves formes d'expressió, en un marc de canvi polític radical. La minoria italiana de la península istriana va desenvolupar nous plantejaments de les esmentades tres formes d'autodefinició, arran dels canvis d'autoritat i del creixement de la pacificació social al llarg dels anys. La minoria va fer realitat les seves noves teoritzacions d'identificació amb la seva activitat d'associacionisme i d'involucrament ciutadà, passant gradualment de narracions de culpabilització de si mateixa i de les seves condicions anteriors a una presència més activa, propositiva i reivindicativa a la societat istriana.
This research analyzes the theoretical processes and practices of identification of the Italian minority that remained in Istria after World war II. That identification came into effect through the simultaneous action of three preexisting forms of identification (local, national and socialist). Such forms were reinterpreted and re-expressed into new narratives, in a context of radical political change. The Italian minority of the Istrian peninsula developed new proposals for the three above-mentioned forms of selfdefinition, as a result of political changes and the growth of social appeasement throughout the years after World war II. These proposals were later put into effect by the minority's association and its members' activism, gradually stepping from guilt narratives – due to the group's previous living conditions – to the achievement of an active presence in the Istrian society, with a noticeable reclaiming attitude.
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ACQUAVIVA, ANNA. "Gli Edifici e i luoghi del culto tra Stato, Chiesa cattolica e confessioni di minoranza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1111.

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Abstract:
La tesi riguarda complessivamente il trattamento giuridico degli spazi dedicati al culto delle confessioni religiose, tutti meritevoli di essere favoriti come luoghi di libertà, nonostante il diritto civile si occupi solo di "edifici destinati all’esercizio pubblico del culto cattolico", e delle relative pertinenze. La parte iniziale, oltre a citare le innumerevoli definizioni di dottrina e di giurisprudenza per l’individuazione di tali spazi, ripercorre la genesi storica e normativa dell’istituto. Se per la Chiesa cattolica vi sono da sempre "edifici" ben identificati, per altri gruppi religiosi, considerata la variegata pratica cultuale espletata, risulta più appropriato riferirsi ad onnicomprensivi “luoghi per il culto”: il loro trattamento giuridico è divenuto sempre più egalitario rispetto agli “edifici” cattolici, soprattutto grazie ai molteplici interventi della Corte costituzionale, che ha giudicato incostituzionali le leggi regionali sul finanziamento dell’edilizia di culto, richiedenti un’”intesa” (art. 8 della Cost.) alle confessioni destinatarie del contributo. Vi è inoltre uno studio dei “luoghi sacri” per il diritto canonico, e della loro destinazione al culto, menzionata dall’art. 831 cod. civ., con riferimenti alla proprietà e alla loro natura giuridica. Va poi considerato il problema della pianificazione urbanistica, in quanto gli attuali piani di organizzazione del territorio, non si adeguano totalmente alle nuove esigenze religiose. L’ultima parte è dedicata alle “pertinenze” di culto, che sono legate funzionalmente all’edificio principale e soggette al medesimo regime normativo. Nelle conclusioni si evidenzia la necessità di una “Legge generale sulla libertà religiosa”, in quanto la disponibilità di edifici di culto, come un aspetto della libertà individuale di religione, nella sua dimensione collettiva di esercizio associato del culto, va garantita non da singole e sporadiche intese, bensì da una legge applicabile a tutte le confessioni.
The argument concerns the legal treatment of the space devoted to the worship of religious denominations, all deserve to be favored as places of freedom, despite the civil law only deal with to public buildings for Catholic worship, and related appliances. The initial part, in addition to citing the many definitions of doctrine and jurisprudence for the detection of these spaces, traces the genesis and history of the legislation. If the Catholic Church there have always been "Buildings" clearly marked, for other religious groups, given the varied practice of worship performed, it is more appropriate to refer to inclusive "places for worship": their legal treatment has become more and more egalitarian than the "buildings" Catholics, largely due to multiple interventions by the Constitutional Court, which has held unconstitutional laws on the financing of regional worship, applicants' "Intese" (Article 8 of the Constitution) the confessions of the target contribution. There is also a study of "sacred places" to the canon law, and their devotion to the destination mentioned by. 831 cod. civ., with references to the property and their legal nature. It should also be considered the problem of urban planning, as the current plans of organization of territory, not completely adapt to the new demands of religion. The last part is devoted to "appliances" of worship, which are functionally linked to the main building and subject to the same regulatory regime. The findings highlighted the need for a "General Law on Religious Freedom", as the availability of places of worship, as an aspect of individual freedom of religion, in its collective pursuit of the cult involved, it should be guaranteed not by individual and sporadic “Intese”, but by a law applicable to all denominations.
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Tavcar, Lucija <1992&gt. "I musei e le collezioni demoetnoantropologiche della minoranza slovena nella provincia di Udine. Un'indagine empirica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14871.

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Abstract:
L'indagine presenta la popolazione dei musei e delle collezioni demoetnoantropologiche legate alla minoranza slovena nella provincia di Udine osservando la presenza di eventuali legami reticolari. La popolazione museale è composta da quindici realtà etnografiche sparse nel territorio, nate botton up, che sono state collegate in itinerario museale da alcuni progetti. Alcune sono collezioni private, altre sono invece piccole industrie culturali, centri di cultura importanti per i propri contesti. Abbiamo paragonato le differenze organizzativo gestionali e approfondito i loro diversi ruoli: quello culturale, sociale politico e resistenziale. E' stato redatto un dossier museale per ogni realtà con le relative schede SIMBDEA, interviste e altri materiali raccolti sul campo. L'analisi delle relazioni e delle funzioni reticolari è stata costruita su un frame d'analisi a partire dalla Social Network Analysis.
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Szathvary, Enrico <1980&gt. "La Minoranza Cinese "Hwagyo" in Corea: perché non ci è rimasto altro che fare i tchajangmyŏn." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1698.

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GUCCIARDO, Ignazio Gabriele. "L'impugnazione delle deliberazioni assembleari negative." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/401248.

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SMACCHI, MATTEO. "I rapporti tra la maggioranza e la minoranza azionaria: verso il superamento della classica nozione di "abuso" di maggioranza." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2015. http://hdl.handle.net/11385/200992.

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Abstract:
I rapporti tra maggioranza e minoranza azionaria. Abuso della maggioranza azionaria. Verso il superamento dell’abuso di maggioranza in una prospettiva giuridico-economica finalizzata al perseguimento dell’interesse sociale.
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FORESTIERI, ILARIA. "IL CONFLITTO TRA SOCI NELLA S.R.L." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/411017.

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Abstract:
The work attemps to discuss the problem of internal conflicts between majority and minority shareholders of SRL. The strong relationships among the members of this type of corporation is a considerable organizational advantage because the greater cohesion and disciplining effect created by shared a common view, reduces the cost of control and supervision. But this advantage has also a dark side: in closed corporation minority shareholders are particularly at risk due to the interaction of various factors. These factors include the majority principle for shareholders’ resolution, private ordering for internal relationships, a stable majority, the lack of a liquid secondary market, no reliable mechanism for determining the value of the shares and restricted judicial review of business policy decisions. To address this problem, the first part of the work identifies typical conflicts (of interest) and regulatory requirements arising in SRL, discussing different regulatory goals, content and forms. Chapter two addresses the various instruments developed for the solution of majority-minority conflicts: the general clause of fiduciary duties, limiting the influential power of majority shareholder, protects minority from oppressive conduct; voice and exit rights for shareholders serve to enforce minority protection. The third section predominantly focuses on the importance of private arrangements as a way to regulate the relation between shareholders, the purpose is to enlight that for SRL a complete offer of regulating provisions by the state legislature is preferable. In this way, sample articles of association can therefore ‒ with optional law ‒ apply as fall-back or catch all regulations.
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Mircoli, Alessio. "Nikkei Burajiru-jin - The Japanese in Brazil." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17442/.

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Abstract:
In questo elaborato viene presentata la comunità nippo-brasiliana, ossia la comunità di immigrati giapponesi (e dei loro discendenti) del Brasile, la più numerosa al mondo. In un primo momento vengono analizzate le fasi storiche di questa comunità, dall' inizio dell'immigrazione giapponese in Brasile nel 1908 fino ad arrivare al fenomeno della migrazione di ritono in Giappone che ha coinvolto numerosi nippo-brasiliani a partire dagli anni Ottanta. Successivamente vengono prese in esame le questioni relative all'identità etnica dei nippo-brasiliani e alla loro integrazione sia nella società brasiliana che in quella giapponese. Infine viene presentata la comunità nippo-brasiliana di oggi e come questa mantenga vive la cultura e le tradizioni giapponesi in Brasile.
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Degrassi, Vivian <1987&gt. "Minoranze e identità culturali:le minoranze italiane nella Repubblica di Croazia e la cultura istroveneta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4400.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro consiste nell'analizzare il modo in cui le diverse minoranze e le identità e diversità culturali vengono tutelata nelle società occidentali, e in particolare, in Italia e Croazia. Dunque, sono stati analizzati gli strumenti giuridici adottati dagli organismi internazionali (ONU, UNESCO e OIL), regionali (Unione Europea e Consiglio d'Europa) e dall'ordinamento italiano e croato, nonché i trattati bilaterali tra le due Repubbliche in riferimento alla salvaguardia e alla promozione dei diritti e delle diversità linguistiche e culturali presenti nei rispettivi territori. Le questioni sono state analizzate attraverso un profilo storico, riportando alla luce le vicende che hanno maggiormento influito sulla tutela delle minoranze e le loro identità culturali. Nella seconda parte del lavoro l'attenzione si è posta sulle identità minoritarie e sull'importanza del patrimonio culturale per raggiungere un'integrazione sociale, prendendo inoltre in analisi il fenomeno multiculturale, e le competenze dell'UE in materia di cultura e dei possibili effetti positivi/negativi della cittadinanza europea.In modo più approfondito, è stato presentato il Caso delle minoranze italiane presenti nella Repubblica di Croazia, riportando i diritti di appartenenza, culturali e linguistici, nonché l'importanza dell'istruzione e dei media per migliorarne la diffusione sia nel presente che nel futuro. Inoltre è stata segnalata l'importanza sul mantenimento delle stesse identità culturali con lo scopo di arricchire il patrimonio culturale complessivo, e cercare di raggiungere un intesa sociale tale, che favorica all'integrazione.
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Cala', Tiziana. "Le minoranze religiose durante il fascismo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9177/.

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Abstract:
La volontà di ritornare a un'Italia completamente unita sotto un'unica fede religiosa, quella cattolica, costituisce uno degli elementi che caratterizzarono il regime fascista. Sorge spontaneo chiedersi quali furono le sorti delle altre denominazioni religiose, insediatesi relativamente da poco tempo sul suolo italiano, e come esse reagirono di fronte a questo nuovo potere che cercò di screditarle e limitarle fino a farle scomparire. Si parla spesso della religione ebraica, la minoranza più colpita dalla dittatura: essa dovette subire numerosi provvedimenti che finirono per sfociare in un'aperta persecuzione. Tuttavia, parlare della realtà ebraica durante il regime fascista di Benito Mussolini sarebbe un argomento decisamente troppo esteso per questo mio breve elaborato finale. Mi concentrerò quindi sulle altre minoranze religiose esistenti all'epoca in Italia, tutte riconducibili al protestantesimo, per riflettere sui loro rapporti con il regime e sulle conseguenze che derivarono da determinati provvedimenti presi dal governo. Le mie considerazioni sulle minoranze religiose durante il fascismo inizieranno dai primi atti del nuovo regime, come gli episodi della marcia su Roma e l'attentato all'onorevole Matteotti, fino ad arrivare ad analizzare gli effetti di alcune azioni messe in atto dal governo in ambito religioso e la posizione assunta dalle diverse fedi. Infine, non potendomi soffermare su ogni singola denominazione e sul loro comportamento alla fine della Seconda guerra mondiale, osserverò in linea generale la realtà della Chiesa avventista, indicando i cambiamenti salienti che avvennero nel secondo dopoguerra.
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Russo, Serena <1980&gt. "Minoranze azionarie e conflitti di interesse." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2391/1/Russo__Serena___Tesi.pdf.

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Russo, Serena <1980&gt. "Minoranze azionarie e conflitti di interesse." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2391/.

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Milazzo, Elisa. "La tutela delle minoranze nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1441.

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Abstract:
La questione della protezione dei gruppi minoritari, non nasce in questo secolo ma è da sempre intimamente legata alla storia del continente europeo e si presenta oggi di lampante attualità .La creazione di legami universali che si sono imposti negli ultimi decenni , non è riuscita a determinare il superamento dei particolarismi né la graduale scomparsa dei vincoli basati sulla differenziazione etnica e culturale. Il lavoro partirà da un approfondita analisi del concetto di minoranza e della difficoltà di elaborare una definizione di minoranza legalmente e universalmente vincolante alla luce della complessità del fenomeno minoritario. Individuato chi merita oggetto di protezione si passerà ad esaminare i modelli teorici elaborati al fine di offrire tale tutela , analizzando in particolare la dibattuta categoria dei diritti collettivi e delle legal theories sottese. L attenzione successivamente si focalizzerà sulla verifica dell impiego di tali modelli da parte del legislatore sovranazionale e in particolare di quello comunitario. Emergerà dal lavoro un diritto che dovendo regolare una società sempre più pluralista e multiculturale finisce di assumerne le stesse sembianze, presentandosi come uno strumento multiplo, plasmato su livelli, garanzie e ambiti di applicazioni variabili e dinamici. Un multidiritto che permetta di fornire la soluzione normativa più congrua a soddisfare le istanze di riconoscimento e di protezione dell identità dei gruppi minoritari.
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Mattioni, Matteo. "Diritto di famiglia e minoranze culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423970.

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Abstract:
The thesis aims to analyze the issue of the effectiveness in the Italian legal system of foreign legal devices concerning family law – in particular, those pertaining to the most represented cultural minorities in Italy, which our courts have mostly dealt with. After a concise historical reconstruction of the legal protection of minorities in national and international systems, the analysis goes into the ground of private law. The research is divided into the two sectors corresponding to the traditional division of family law: that of the relationship between spouses and that of the relationship between parents and children. The relationship between the family core individuals is considered first. The analysis is primarily devoted to the problem – emerging from the conflict between the principle of free will and the cases of planned or forced weddings. Secondly, the issue of polygamous marriages is examined, especially for the purpose of family reunification. Finally, the thesis deals with the Islamic repudiation, which can deploy certain limited effects in Italian law. The second part of the work is devoted to the status of children belonging to cultural minorities. The survey is first conducted with reference to “extra-conventional” forms of adoption and custody, like the kafalah of Islamic law. Second, instruction and education of children are considered, with particular reference to the issues of religious freedom. The work highlights the absolute centrality of public order, in which it is identified the real core of the cultural minorities legal issue: every political approach in this field is ultimately based on different modulations of this concept, which represents the outer limit a legal system opposes to the effectiveness of “alien” legal devices.
Il presente lavoro mira a indagare il tema dell’efficacia nell’ordinamento italiano di istituti “alieni” in materia familiare e, in particolare, di quelli proprî delle minoranze culturali più rappresentate sul territorio nazionale, di cui la nostra giurisprudenza si è maggiormente occupata. Premessa una sintetica ricostruzione in chiave storica della tutela giuridica delle minoranze in ambito nazionale e sovranazionale, l’indagine si articola sul terreno del diritto privato. L’ambito della ricerca è suddiviso nei due settori corrispondenti alla tradizionale partizione del diritto di famiglia: quello dei rapporti tra coniugi e quello rapporti tra genitori e figli. Vengono quindi in considerazione, anzitutto, i rapporti tra gli individui costituenti il nucleo fondamentale della famiglia. In primo luogo, l’analisi è dedicata al problema della libertà matrimoniale, emergente dal contrasto tra il principio della libera volontà nuziale e la realtà delle unioni programmate o forzate. Si passa quindi all’esame del fenomeno delle unioni poligamiche, venuto all’attenzione della giurisprudenza soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare. Infine, viene analizzato l’istituto del ripudio, suscettibile di dispiegare taluni limitati effetti nell’ordinamento italiano. La seconda parte della tesi è dedicata allo status dei minori appartenenti alle minoranze culturali. L’indagine è condotta, prima, con riferimento alle forme “extraconvenzionali” di adozione e affidamento: in particolare, viene presa in considerazione la giurisprudenza riguardante la kafalah di diritto islamico. In secondo luogo, sono analizzati i profili di disciplina in tema di istruzione ed educazione dei minori, specialmente a proposito del problema della libertà religiosa. Il lavoro pone in luce l’assoluta centralità del concetto di ordine pubblico, nel quale si identifica il vero fulcro del problema giuridico delle minoranze culturali: ogni possibile approccio politico alla questione si traduce, in definitiva, in differenti modulazioni di tale concetto, il quale rappresenta il limite opposto dall’ordinamento al dispiegamento al proprio interno di effetti giuridici da parte di fattispecie connotate da elementi di estraneità.
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Troia, Libera Maria Chiara <1986&gt. "Le politiche del Pcc nei confronti delle minoranze nazionale nell'era maoista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6768.

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Abstract:
Attraverso il mio lavoro di tesi andrò ad analizzare le politiche adottate da Mao e dal Partito nei confronti delle minoranze etniche. Tema di particolare importanza sarà il superamento del cosiddetto Sciovinismo Grande Han e dello Sciovinismo/Nazionalismo delle minoranze etniche.
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Jovanovic, Suzana <1978&gt. "Minoranze, zingari e diritti fondamentali dal punto di vista dei rom." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7833.

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Abstract:
Il problema della tutela delle minoranze presenti negli stati nazionali e del ruolo che hanno i diritti umani universalmente riconosciuti del tutelare le minoranze e la diversità. Inoltre, si prenderà in esame la situazione giuridica degli "zingari" e del perché non godano, sostanzialmente, dei diritti fondamentali né individualmente né come gruppo. Si darà spazio alle voci e alle rivendicazioni dei rom provenienti dalla Romania.
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Casolari, Alessandro <1996&gt. "Le minoranze sessuali nei videogiochi giapponesi: un punto di vista sociolinguistico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18924.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare come vengono rappresentate, da un punto di vista sociolingustico, le minoranze sessuali all'interno dei videogiochi giapponesi. Questa analisi risulta fondamentale per comprendere come tali minoranze vengano viste in Giappone, dato la grande forza che possiede il videogioco in quanto medium, e se questo ha la capacità di influenzare la visione di chi ne fruisce. Per arrivare a questo, e a come gli sviluppatori possono migliorare questi aspetti delle loro opere, ho ritenuto opportuno fare un passo indietro e analizzare vari elementi che saranno utili per comprendere meglio i titoli specifici di cui mi occupo in questa tesi. Nel primo capitolo mi sono soffermato sul rapporto tra linguaggio e sessualità, cercando di analizzare concetti che possano essere validi in qualsiasi lingua. Ed è proprio questo stretto legame che funge da base per il secondo capitolo, dove nello specifico tratto delle differenze tra linguaggio femminile e linguaggio maschile in giapponese, evidenziando il rapporto tra mascolinità (e femminilità) e linguaggio, senza ignorare i trascorsi storici che hanno portato all'idea stessa di un linguaggio per gli uomini e uno per le donne. Il successivo capitolo tratta invece, per avvicinarsi allo scopo che mi sono preposto in questa tesi, del così detto "giapponese queer", quindi analizzando i modi in cui la lingua giapponese viene utilizzata dalle minoranze sessuali, modi che spesso escono da quelli che si ritengono essere i canoni discussi nei capitoli precedenti. Questo discorso risulta ovviamente fondamentale per analizzare, infine, una selezione di titoli videoludici in cui tali minoranze vengono rappresentate.
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GELPI, ANDREA. "L'editoria delle minoranze etniche: un'etnografia della produzione televisiva nell'epoca della convergenza culturale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/786.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si propone di ricostruire le “logiche mediali” dell’editoria promossa dalle minoranze etniche attraverso un approccio etnografico. Nella prima parte si ricostruisce lo scenario mediale, culturale, istituzionale entro il quale si dipanano le attività editoriali, con particolare attenzione alle profonde trasformazioni indotte dalle dinamiche globali e dalle migrazioni internazionali. Nella seconda parte, si ricostruisce il dibattito sulle culture mediali etnico-minoritarie a partire dall'analisi dei contributi più significativi, con un approfondimento meta-teorico sugli approcci metodologici più ricorrenti e, infine, la descrizione della realtà editoriale italiana. Nella terza parte, si indaga il significato del processo di framing in relazione alla capacità dell’istituzione giornalistica di fornire definizioni della situazione sociale e, al contempo, produrre un allargamento delle forme di cittadinanza. Nella quarta e ultima parte, si espongono i risultati di una ricerca etnografica che ha coinvolto un campione composto da sei redazioni impegnate nella produzione di contenuti televisivi. Dall’indagine qualitativa emerge una panoplia di culture produttive, in cui la professionalità e l’etnicità del soggetto vengono ri-negoziate sulla base delle peculiarità di ciascun assetto produttivo. Nondimeno, le culture mediali etnico-minoritarie rappresentano un punto d’osservazione privilegiato dal quale cogliere le complesse dinamiche che investono il mediascape contemporaneo nell’epoca della convergenza.
The dissertation is an attempt to reconstruct ethnic minority publishing media logic through an ethnographic approach. The first part is a depiction of the media, cultural, institutional scenario, where publishing practices unfold, with a specific focus on meaningful transformations provoked by both global dynamics and international migrations. The second part is a reconstruction of the debate upon ethnic media culture, or rather, an analysis of the most salient approaches and a meta-theoretical examination of the most recurring methodologies. The third part provides an insight on the process of framing with relation to the journalism, and the possibility to offer a definition of the social situation and to produce an enlargement of the concept of citizenship. The fourth part is a presentation of the ethnographic results of a research upon a sample compounded by six newsroom. Qualitative outcomes reveals a huge range of productive cultures, in which both professionalism and ethnicity are negotiated in base of the specific features of each organization. Nevertheless, ethnic minority media culture represents a privileged viewpoint from where to observe the complex dynamics affecting the contemporary mediascape in the convergence era.
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GELPI, ANDREA. "L'editoria delle minoranze etniche: un'etnografia della produzione televisiva nell'epoca della convergenza culturale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/786.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si propone di ricostruire le “logiche mediali” dell’editoria promossa dalle minoranze etniche attraverso un approccio etnografico. Nella prima parte si ricostruisce lo scenario mediale, culturale, istituzionale entro il quale si dipanano le attività editoriali, con particolare attenzione alle profonde trasformazioni indotte dalle dinamiche globali e dalle migrazioni internazionali. Nella seconda parte, si ricostruisce il dibattito sulle culture mediali etnico-minoritarie a partire dall'analisi dei contributi più significativi, con un approfondimento meta-teorico sugli approcci metodologici più ricorrenti e, infine, la descrizione della realtà editoriale italiana. Nella terza parte, si indaga il significato del processo di framing in relazione alla capacità dell’istituzione giornalistica di fornire definizioni della situazione sociale e, al contempo, produrre un allargamento delle forme di cittadinanza. Nella quarta e ultima parte, si espongono i risultati di una ricerca etnografica che ha coinvolto un campione composto da sei redazioni impegnate nella produzione di contenuti televisivi. Dall’indagine qualitativa emerge una panoplia di culture produttive, in cui la professionalità e l’etnicità del soggetto vengono ri-negoziate sulla base delle peculiarità di ciascun assetto produttivo. Nondimeno, le culture mediali etnico-minoritarie rappresentano un punto d’osservazione privilegiato dal quale cogliere le complesse dinamiche che investono il mediascape contemporaneo nell’epoca della convergenza.
The dissertation is an attempt to reconstruct ethnic minority publishing media logic through an ethnographic approach. The first part is a depiction of the media, cultural, institutional scenario, where publishing practices unfold, with a specific focus on meaningful transformations provoked by both global dynamics and international migrations. The second part is a reconstruction of the debate upon ethnic media culture, or rather, an analysis of the most salient approaches and a meta-theoretical examination of the most recurring methodologies. The third part provides an insight on the process of framing with relation to the journalism, and the possibility to offer a definition of the social situation and to produce an enlargement of the concept of citizenship. The fourth part is a presentation of the ethnographic results of a research upon a sample compounded by six newsroom. Qualitative outcomes reveals a huge range of productive cultures, in which both professionalism and ethnicity are negotiated in base of the specific features of each organization. Nevertheless, ethnic minority media culture represents a privileged viewpoint from where to observe the complex dynamics affecting the contemporary mediascape in the convergence era.
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Cernuto, Marta <1987&gt. "La Cina "unitaria multietnica": le politiche della RPC nei confronti delle minoranze etniche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3653.

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Abstract:
L'intento di questa tesi è analizzare e approfondire il tema delle politiche varate dal governo centrale cinese nei confronti delle minoranze etniche dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 fino ad oggi. Ho ritenuto necessario iniziare con una premessa sui termini che ricorrono con maggiore frequenza nel corso della trattazione: "etnia" e "minoranza". Sono termini il cui impiego è diffusissimo nel linguaggio comune ma sono anche dei termini tecnici socio-antropologici portatori di significati complessi i quali, se non compresi correttamente, possono essere facilmente fraintesi e strumentalizzati. Concluderà la premessa un piccolo paragrafo relativo ai termini cinesi minzu, shaoshu minzu e zhonghua minzu che significano rispettivamente "etnia", "minoranza etnica" e "nazione cinese". Nel primo capitolo, viene analizzato il periodo maoista (dal 1949 al 1976) e il modo in cui la politica relativa alla questione delle minoranze etniche venne impostata durante le diverse fasi storiche attraversate dalla Cina a partire dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese fino alla morte del suo Timoniere. Le fasi storiche in cui ho suddiviso l'analisi di questo trentennio sono tre: la prima copre i primissimi anni di vita della RPC dal 1949 al 1954, la seconda va dal 1954 al 1957 e la terza riguarda gli anni dal 1957 al 1976. L'analisi di questo periodo storico è stata condotta attraverso lo studio dei testi delle varie leggi e Costituzioni promulgate a quei tempi e del pensiero del Presidente Mao. Successivamente, un paragrafo è dedicato al tema della categorizzazione etnica, ovvero di come si sia arrivati in Cina al riconoscimento delle 55 minoranze ufficialmente riconosciute dal governo. Il fulcro dell'analisi sulla categorizzazione etnica è il "Progetto di Classificazione Etnica": una serie di spedizioni iniziate negli anni cinquanta che impegnò etnologi e linguisti nel compito di determinare, una volta per tutte, la precisa composizione etnica della Cina. Il secondo capitolo è dedicato alle politiche nei confronti delle minoranze etniche intraprese dalla fine degli anni settanta all'inizio degli anni novanta. Con Deng Xiaoping alla sua guida, il governo cinese perseguì una politica liberale non solo dal punto di visto economico e politico ma anche nei confronti delle minoranze etniche nazionali, riprendendo nei loro confronti la linea politica moderata precedentemente perseguita dal 1949 al 1957. Questi anni di grande cambiamento, conosciuti anche come "decennio delle riforme" furono testimoni, nel 1982, della promulgazione della Carta Costituzionale ancora oggi vigente e di altre importanti leggi fra cui la Legge sull'Autonomia Regionale Nazionale e la Legge Elettorale della RPC. Il secondo paragrafo tratterà la tesi sul modello di "unità pluralistica" della nazione cinese, presentata nel 1988 dall'antropologo Fei Xiaotong. Questa tesi fornisce un'argomentazione scientifica alla posizione sostenuta del governo comunista sin dalla nascita della RPC secondo cui la Cina è "uno Stato unitario multietnico". Nel terzo ed ultimo capitolo si parlerà della situazione odierna analizzando, prima di tutto, quali sono le 55 minoranze etniche e come sono distribuite su tutto il territorio nazionale. Il secondo paragrafo affronterà il quadro politico e legislativo analizzando i più recenti emendamenti apportati nel 2004 alla Costituzione del 1982 e alla Legge Elettorale e nel 2001 alla Legge sull'Autonomia Regionale Nazionale. L'analisi si sposterà infine sui tre "white paper" pubblicati dall'Ufficio Informazioni del Consiglio degli Affari di Stato relativamente al tema delle minoranze etniche.
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Manzo, Emanuela <1970&gt. "La tutela delle minoranze nella nuova disci-plina dell’invalidità delle delibere assembleari di S.P.A." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1187/1/manzo_emanuela_tesi.pdf.

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Manzo, Emanuela <1970&gt. "La tutela delle minoranze nella nuova disci-plina dell’invalidità delle delibere assembleari di S.P.A." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1187/.

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Paci, Vera Maria <1992&gt. ""Duoyuan yi ti"- unità e diversità nell'istruzione rivolta alle minoranze della Repubblica Popolare Cinese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9664.

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Abstract:
Il presente elaborato intende analizzare l’istruzione rivolta alle minoranze etniche (shaoshu minzu 少数民族) che vivono all’interno del territorio della Repubblica Popolare Cinese, considerando l’istruzione come un mezzo attraverso il quale si cerca di conciliare il difficile rapporto fra l’identità nazionale, la quale fa capo alla cultura dominante, e l’identità delle singole minoranze, definita da un’eredità culturale secolare. In particolare, la prima parte della trattazione ha una funzione prettamente introduttiva, poiché traccia un'evoluzione del sistema educativo nel corso del Novecento e del primo decennio del XXI secolo. Segue un’analisi del significato del concetto di “istruzione verso le minoranze” (shaoshu minzu jiaoyu 少数民族教育) e del ruolo che riveste nella definizione dell’identità delle singole minoranze; inoltre, vengono illustrati i principali provvedimenti intrapresi negli ultimi decenni dal governo, nel tentativo di promuovere uno sviluppo congiunto e che tenesse conto, allo stesso tempo, della diversità esistente a livello culturale. La seconda parte dell’elaborato, invece, verte su questioni specifiche concernenti l’istruzione delle minoranze nazionali. Una sezione è dedicata all’istruzione bilingue, in particolare all’interazione fra la lingua cinese, fondamentale per la comunicazione a livello nazionale, e la lingua locale, la cui importanza sta nel fatto che essa permette di mantenere in vita la cultura e le tradizioni delle varie minoranze nazionali. Inoltre, vengono illustrate la funzione e le caratteristiche principali degli xiangtu jiaocai 乡土教材, materiali didattici che costituiscono una delle modalità attraverso le quali si cerca di rispettare e tramandare alle generazioni future delle conoscenze relative alla storia e alla cultura locali. L’ultima parte dell’elaborato, invece, affronta la questione delle politiche preferenziali varate dal governo per incentivare allo studio gli scolari di etnia non Han, in particolare gli aiuti economici e le agevolazioni concesse nell’ambito del superamento degli esami di ammissione all’università.
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De, Luca Michele. "Diritti delle minoranze e adesione all'Unione europea: i casi dell'Albania e della Bosnia-Erzegovina." Thesis, IMT Alti Studi Lucca, 2009. http://e-theses.imtlucca.it/64/1/Deluca_phdthesis.pdf.

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Abstract:
As declared by the European Council in 1993, the protection of human rights, including minority rights, is a condition imposed to the countries of Central and Eastern Europe for joining the European Union. Considering this background, this thesis provides a comparative and up‐todate analysis of minority protection standards in Albania and Bosnia‐Herzegovina as well as at the European level. Absent a community competence for minority protection, European standards for the protection of minorities are derived from soft‐law EC/EU documents, such as EP resolutions, the annual Commission reports, the Opinions of the Advisory Committee on the Framework Convention for the Protection of National Minorities. After seeking to identify a developing common European standard of minority protection, it attempts to report whether the prospect of European integration and the EU’s minority protection conditionality have contributed to regime stability and to democratic consolidation of those countries and whether minority protection as a conditionality requirement for EU accession is comprehensively being applied in the monitoring activities of the EU.
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D'Auria, Giovanni. "Il processo di costituzionalizzazione in Tunisia e i diritti dei vulnerabili: minoranze, donne e bambini." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666944.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca si è tentato di rispondere alla domanda se la teoria dell’universalità di certi diritti come quelli riguardanti i vulnerabili, in particolare le minoranze, donne e bambini, possa essere estesa anche a Paesi di fede musulmana che, al contrario, insistono sulla specificità culturale. È il caso della Tunisia che si è scelto di studiare in virtù del suo passato ricco di civilizzazioni e del nuovo processo di democratizzazione in corso, senza trascurare l’importanza della sua adesione a interessanti accordi internazionali come il Patto di Barcellona. Si è quindi compreso che l’ostacolo alla protezione di certi diritti non può essere attribuito solo alla religione poiché, anche se le diverse confessioni non esistessero, non sarebbe ugualmente facile garantire il rispetto incondizionato dei diritti dei vulnerabili, in particolare di quelle minoranze come gli handicappati e gli omosessuali, che non possono mai diventare, né diventeranno, una maggioranza. Al fine di ridurre e / o risolvere queste forti disparità relative a qualsivoglia ordinamento giuridico, compreso quello del Paese studiato, sarà necessario rendere la libertà di coscienza un principio generale ed efficace erga omnes e assicurare che la società civile sia rafforzata e sensibilizzata verso la tutela dei diritti fondamentali. Ciò dovrà avvenire non solo a livello locale ma universale, attraverso un dialogo tra maggioranze e minoranze, nel segno della vera democrazia, superando l'ostilità delle élites politiche che, il più delle volte, dietro le varie dichiarazioni di principio calpestano i diritti umani per scopi economici.
The aim of this work is to answer the research question of whether the theory of universality of certain rights such as those concerning the vulnerable, in particular minorities, women and children, can also be extended to muslim countries, which still insist on cultural specificity instead. Consequently, we decided to study the case of Tunisia, because of both its past full of different civilizations, and the new ongoing process of democratization, and the importance of its subscription to interesting international agreements, such as the Barcelona Pact. What was understood within this thesis is that the obstacle to the protection of certain rights cannot be blamed only on religion; in fact, even if different religions did not exist, it would not be easy as well to guarantee the unconditional respect of the rights of the vulnerable, especially of those minorities such as handicapped and homosexsuals, that unfortunately cannot and will never become a majority. Therefore, in order to reduce and / or resolve these strong disparities related to any legal system, including that of the studied country, it will be necessary to make freedom of conscience a general and effective principle erga omnes, and to ensure that civil society is strengthened and sensitized towards the protection of fundamental rights. This will have to take place not only on a local but also on a universal level, by exploiting dialogue between majorities and minorities, according to the principles of a real democracy. In this way, it would be possible to finally overcome the hostility of political élites which, most of the times, in spite of the various peaceful declarations, trample human rights for economic purposes.
En este trabajo de investigación se ha intentado responder a la pregunta si la teoría de la universalidad de algunos derechos, en particular aquellos de las personas indefensas, las minorías, mujeres y niños, pueda ser extendida también a los países de fe musulmana que, al contrario, insisten en la diversidad cultural. Es el caso de Túnez, el cual se ha elegido de estudiar teniendo en cuenta su pasado rico de civilizaciones y del nuevo proceso de democratización en curso, sin pasar por alto la importancia de su adhesión a los interesantes acuerdos internacionales, como el Pacto de Barcelona. Entonces se ha entendido que el obstáculo de la protección de algunos derechos no puede ser atribuido solo a la religión, ya que si las diversas religiones no existieran, no sería fácil garantizar el respeto incondicional de los derechos de los más vulnerables, en particular de aquellas minorías como las personas con discapacidad y homosexuales, que no pueden nunca convertirse, ni se convertirán, en una mayoría. Con el fin de reducir y/o eliminar estas fuertes desigualdades relacionadas con cualquier ordenamiento jurídico, incluido el país objeto de estudio, será necesario hacer de la libertad de conciencia un principio general con eficacia erga omnes y asegurar que la sociedad civil se vea reforzada y sensibilizada hacia la protección de los derechos fundamentales. Esto tendrá que suceder no solo a nivel local sino también universal, a través de un dialogo entre mayorías y minorías, bajo el signo de la verdadera democracia, superando la hostilidad de las élites políticas, que en la mayoría de los casos, detrás de las diferentes declaraciones de principios, pisotean los derechos humanos por objetivos económicos.
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Donello, Fanzago Patrizia <1991&gt. "La tutela delle minoranze in Giappone: il caso degli attacchi alla scuola coreana di Kyoto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7352.

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Abstract:
Il tema dell'elaborato sarà la presenza di discriminazione in Giappone, in particolare nei confronti dei discendenti dei coreani immigrati nel paese nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale; il problema è attuale e tutt'ora presente e forte, e la carenza legislativa e le contraddizioni che ancora sussistono sono emblematici della situazione di chiusura nei confronti di ciò che è diverso, soprattutto se è “vicino” come lo è la Corea al Giappone. In questo lavoro di ricerca analizzerò il livello attuale di discriminazione nel paese, principalmente dalla prospettiva legislativa: l'aspetto giuridico è fondamentale poiché, a differenza di altri possibili punti di vista, può essere considerato più oggettivo, facendo riferimento a testi scritti e consultabili. Alla luce del primo caso in cui il trattato è stato applicato, del 2013, la situazione delle minoranze in Giappone potrebbe cambiare: sta iniziando un nuovo periodo in cui si cercherà di individuare ed annientare questo fenomeno o è stato solo un caso fortuito, più unico che raro? Il primo di molti o l'unico fra tanti? L'analisi verterà sulla sentenza del caso in questione, in lingua giapponese; per poterla comprendere a pieno è necessaria la presenza di altro materiale, prevalentemente in inglese e in giapponese, che renda più chiari i trascorsi storici tra i due paesi, le vicende che hanno portato alla formazione del gruppo denominato zainichi e a quello dei detrattori, composto da cittadini giapponesi; analizzerò anche l’ interpretazione della cittadinanza e dell'appartenenza ad un paese o un popolo in Giappone e le possibili spiegazioni dell'idea preconfezionata di popolo omogeneo che è stata alla base della nascita della discriminazione razziale nei confronti dei coreani.
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Cossu, Gian Paolo <1989&gt. "Le minoranze nazionali russe e il loro peso all'interno della politica estera della Federazione Russa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10399.

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Abstract:
Con la mia tesi di laurea cerco di analizzare e capire se le minoranze nazionali in Russia possano avere una qualche influenza sulla politica estera della Federazione. Dato che uno dei suoi maggiori gruppi, se non quello principale, sono i cittadini russi di fede musulmana, ho voluto indagare se questo gruppo abbia o meno un certo potere di lobby nella politica estera della Russia, specialmente in questo momento storico che vede la Federazione Russa impegnata fortemente nel conflitto siriano, nei rapporti con gli stati vicini che fecero parte dell’URSS, nei rapporti con l’Iran, ora libero dalle sanzioni occidentali, etc. La mia tesi è divisa in una piccola introduzione, quattro capitoli e una conclusione. Nel primo capitolo parlo del ruolo e dello status legale delle minoranze in Russia. Nel secondo capitolo parlo dell’Islam in Russia, iniziando con un excursus storico e proseguendo con uno sguardo alla situazione odierna, specialmente nelle repubbliche del Tatarstan e del Daghestan. Nel terzo capitolo parlo della politica estera russa dai primi anni duemila fino ai fatti recenti, analizzando in pratica, l’operato dell’amministrazione Putin e dell’amministrazione Medvedev. Nel quarto capitolo analizzo, partendo dai dati dei capitoli precedenti, se e come le minoranze nazionali di fede islamica riescono a influenzare la politica estera del Cremlino, o se quest’ultimo non si curi di queste spinte.
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Zilli, Silvia <1993&gt. "''Le minoranze sessuali nel Giappone contemporaneo. Riconoscimento, negazione e silenzio nelle scuole elementari e medie.''." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13135.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca è quello di delineare la condizione contemporanea delle minoranze sessuali in ambito scolastico giapponese. Nello specifico, la ricerca si è limitata alle sole scuole elementari e medie con un focus particolare sulla materia educazione morale. Per poter comprendere l'approccio delle istituzioni (in questo caso incarnate nel Ministero dell'Educazione) nell’ affrontare il tema delle minoranze sessuali, si è proceduto inizialmente analizzando i decreti ministeriali (2010, 2014, 2015), che consentono uno sguardo generico su come viene concepito il “problema” e quali siano le strategie, in certi casi progressiste, che vengono proposte. Per approfondire la visione del tema, la ricerca si è successivamente concentrata sull'analisi dei libri di testo (Watashitachi no dōtoku, 私たちの道徳) e le direttive ministeriali sul programma di studio per l'educazione morale (aggiornate al 2017). I risultati discordanti ottenuti, che vedono da un lato la promozione di una gestione positiva del “problema” con enfasi particolare su alcune minoranze (decreti ministeriali) e dall’altro la sua totale negazione e non esistenza (curriculum e libri di testo), conferiscono un’immagine tendenzialmente discriminatoria ed eteronormativa del contesto scolastico giapponese. Le due cornici principali in cui si inserisce questa ricerca sono i queer studies e il sistema scolastico, le cui caratteristiche principali vengono delineate nei primi due capitoli.
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Sgreva, Maddalena <1996&gt. "Minoranze e politiche linguistiche in Iraq: dall'ascesa del Ba'th alla nascita della moderna Repubblica Irachena." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19041.

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Abstract:
Questa tesi prende in esame le politiche linguistiche messe in atto dal Governo Iracheno nei confronti delle principali minoranze presenti nel Paese: curdi, turkmeni e aramei. Un’analisi storica comprendente l’arco temporale tra gli anni sessanta, con la salita al potere del Ba’th e la nascita della moderna Repubblica irachena nel 2003. Un’attenzione particolare è riservata alle attitudini dello Stato nei confronti di questi gruppi minoritari soprattutto per quanto riguarda l’aspetto linguistico, toccando gli ambiti della rappresentanza governativa, educazione e libertà d’espressione. La ricerca si avvale sia di fonti autorevoli, quali documenti ufficiali e provvedimenti emanati dal governo, sia risorse soggettive costituite da interviste rivolte a membri di tali minoranze con l’obiettivo di fornire una testimonianza diretta sul variegato panorama idiomatico dell’Iraq. Questo studio cronologico evidenzia come si sia arrivati all’attuale situazione sociolinguistica, che da una parte vede l’arabo dominare incontrastato, dall’altra l’implementazione di politiche linguistiche è volta alla tutela e preservazione del ricco patrimonio linguistico iracheno.
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Galbersanini, C. "TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITÀ CULTURALE NELLA COSTITUZIONE PLURALISTA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/351090.

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Abstract:
This work tries to afford some of the issues of the multiculturalism as a phenomenon that involve and challenge the Italian constitutional legal order. First of all, the existence of new cultural and linguistic minorities implies new needs of protection of diversity, since new minorities, composed by immigrants and second and third generations of immigrants, show different characteristics from the so called “national” or “historical” minorities existing on the territory of the State: it is required, on one hand, the development of new instruments of protection and valorization of their cultural diversity, but, on the other hand, new policies of integration. Thus, the first part of the work start from considering the protection of the so called “national” minorities, underling the link existing with the typology of the form of government in Italy, moving from the liberal State, to the authoritarian State and, finally, to the pluralist democracy, in order to achieve a better understanding of the system of protection of minority groups through article 6 of the Italian Constitution and through the principle of pluralism contained in article 2 of the Italian Constitution. The second part of the work tries to evaluate the possibility of an evolution in the interpretation of article 6 of our Constitution, which provides for a special protection of linguistic minorities. Until now, article 6 of the Constitution has constituted the constitutional grounds for a protection of the so-called “historical minorities” existing in the Country, while the new cultural and linguistic minorities have been excluded from the protection. Thus, the observations carried out start from identifying the constitutional grounds for a protection of the new linguistic minorities, underlining how it is possible to move from a literal interpretation to an extensive and evolving interpretation of article 6 of the Constitution. Then, taking into account the evolution both in jurisprudence and in literature, the proposal is to set aside the citizenship criterion as a condition to be entitled of the protection provided by article 6 of the Constitution in place of new criteria. A third part of the work tries to show how the safeguard of the cultural diversity of new minorities may be considered not only as an instrument of protection but also as a new and more inclusive constitutional value shared by all the political community, considering the Constitution not only as a legal instrument but also in its cultural and ontological nature as the expression of the values of a political community. Finally, the last part of the work is centered on the necessity of managing the phenomenon of multiculturalism, through a new “model” of integration which is able to fill the gaps shown by both the French model and the Britain model of integration, in order to afford the issue of the intercultural dialogue. In particular, the use of the intercultural dialogue may permit the coexistence of different cultures on the same territory, while maintaining the social cohesion of the society, the unity of the political community and guaranteeing the stability of the public order and it may suggest the possibility to move from the idea of a Nation that is culturally homogeneous to a dialogical Nation, where the cohesion of the political community is not based on cultural and linguistic homogeneity but on the mutual understanding of diversity, always within the limits of the respect of fundamental rights as protected in the Italian Constitution.
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Previti, Ylenia <1994&gt. "I diritti delle minoranze di genere nel Giappone contemporaneo. Analisi sociogiuridica del “Gender Identity Disorder Act”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16689.

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Abstract:
La popolazione transgender è una delle minoranze più visibili agli occhi del pregiudizio, meno a quelli della protezione legale e dell’accesso alla salute. Negli ultimi decenni le persone transgender hanno potuto godere di una graduale accettazione sociale a livello globale, ma la loro esperienza varia ancora notevolmente a seconda del paese e del contesto socioculturale in cui si trovano. Mano a mano che lo stigma sociale cede il passo ad una maggiore comprensione, le leggi nazionali di diversi paesi si modificano, riconoscendo progressivamente maggiori diritti e tutele a favore di questa minoranza. Tuttavia, in molti paesi, la procedura di riconoscimento legale del genere rimane ancorata a modelli obsoleti, che portano avanti pratiche discriminatorie e contrarie ai principi internazionali sui diritti umani. È il caso del Giappone, dove l’adeguamento del genere è regolato dalla Legge 111/2003 (il cosiddetto GID Act) che disciplina il percorso necessario al fine di ottenere la riattribuzione anagrafica del sesso sul registro di famiglia. La legge è indirizzata ai soggetti con disforia di genere che desiderano adeguare il proprio corpo alla propria identità di genere, e per tale obiettivo richiede che vengano soddisfatti una serie di prerequisiti, sia sul piano familiare che sul piano fisico. Attraverso l’esposizione e la discussione degli elementi critici che caratterizzano questa Legge, l’analisi metterà in luce come la procedura di adeguamento del genere avvenga secondo un approccio restrittivo e standardizzato, che non è focalizzato sul benessere dei cittadini, bensì sulla loro omologazione. Nello specifico, particolare attenzione sarà data al requisito dell’assenza dei figli minori, attualmente unico nel panorama giuridico globale, e al requisito fisico, che conduce alla sterilizzazione forzata dei soggetti; questi aspetti verranno approfonditi seguendo un’ottica umanitaria in riferimento alle norme di diritto internazionale. Successivamente, verranno analizzati alcuni esempi di casi giuridici portati dinanzi alla Corte Suprema, che hanno sollevato la questione dell’illegittimità costituzionale della Legge, a causa di contrasti con l’articolo 13 e l’articolo 14 della Costituzione giapponese (relativi, rispettivamente, alla ricerca della felicità individuale e al principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge). Nel suo insieme, la tesi si pone l’obiettivo di motivare le ragioni per cui si rende necessaria una modifica del GID Act, a favore di una più netta separazione tra l’iter giudiziario di rettificazione anagrafica del genere e il processo di transizione fisica, che attualmente sono trattati congiuntamente. A tale scopo, è necessario innanzitutto esaminare il modo in cui la Legge mette in atto una serie di pratiche discriminatorie per l’individuo, il modo in cui essa rappresenta una violazione dei diritti umani, e quali possibili soluzioni si possono adottare per migliorarla. Infine, attraverso un’analisi socioculturale, si rifletterà sulle condizioni attuali delle persone transgender nella società giapponese, in contesti sociali differenti.
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Richter, Dagmar. "Sprachenordnung und Minderheitenschutz im schweizerischen Bundesstaat : Relativität des Sprachenrechts und Sicherung des Sprachfriedens = Language law and protection of minorities in Federal Switzerland /." Berlin ; Heidelberg [u.a.] : Springer, 2005. http://swbplus.bsz-bw.de/bsz117185353cov.htm.

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Vecchione, Camilla. "Proposta di sottotitolaggio del video "Race on Screen" e analisi della rappresentazione delle minoranze etniche nei media britannici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10742/.

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Abstract:
Nonostante sia pubblicamente riconosciuto il potere dei media di influenzare e creare opinioni, pochi studi si sono occupati del loro ruolo in quanto possibili promotori di ideologie improntate al razzismo o, al contrario, ad una visione multiculturale della società. Se tuttavia, si analizzano i dati che fanno riferimento al modo in cui le minoranze etniche sono rappresentate dai media e alla posizione lavorativa che esse ricoprono nell'industria televisiva e cinematografica, si può evincere come siano determinanti i mezzi di comunicazione di massa, sia nella percezione di sé che acquisiscono le minoranze etniche stesse, sia nella considerazione che di loro ha la popolazione autoctona di un Paese. Questo studio cercherà di mettere in luce la situazione attuale in Gran Bretagna in cui, nonostante esistano programmi televisivi dedicati alle minoranze etniche e queste siano impiegate nei media, è necessario un maggiore impegno perché queste siano più equamente rappresentate. Verrà commentata e analizzata, inoltre, la proposta di sottotitolaggio del video “Race on Screen” realizzato dall'organizzazione britannica Runnymede Trust che tratta, appunto, il tema dei BAME nei media britannici.
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Sartori, Anna. "Minoranze linguistiche germanofone: il caso dei "Cantons de l'Est" in Belgio e del Trentino - Alto-Adige in Italia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Le tematiche delle minoranze, delle autonomie e dell’autodeterminazione dei popoli sono di vitale importanza oggi, sia a livello nazionale che europeo. L’aspetto linguistico gioca certamente un ruolo di primo piano in queste dinamiche, rappresentando uno degli elementi su cui si fondano le rivendicazioni di autonomia di molti gruppi minoritari. Questo lavoro mira ad analizzare e paragonare due realtà a prima vista molto distanti, ma accomunate dall’utilizzo del tedesco: i Cantoni dell’Est in Belgio e il Trentino - Alto-Adige in Italia. Entrambe queste zone presentano una minoranza germanofona tutelata e autonoma, bensì si inseriscano in due sistemi nazionali opposti, con il Belgio federale da un lato e la Repubblica italiana dall’altro. Sebbene entrambe queste regioni passarono da uno Stato ad un altro a seguito della prima Guerra mondiale, il percorso che le ha portate alla situazione attuale è stato molto diverso e ha per questo avuto risultati diversi. Partendo da una prospettiva storica e passando in seguito ad analizzare alcuni aspetti più tecnici e amministrativi, si delineano i punti comuni e non tra queste due realtà. Ciò è stato possibile grazie ad un lavoro di ricerca basato su manuali storici, su articoli di cronaca riguardanti le problematiche attuali e sui documenti ufficiali che tracciano i limiti delle autonomie e delle competenze riservate alla Comunità germanofona belga ed alle Province autonome di Trento e Bolzano.
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Zecchin, Claudia <1995&gt. "Migrazioni e minoranze nella geopolitica: il caso studio degli olim russi nelle relazioni internazionali tra Mosca e Tel Aviv." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17097.

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Il presente elaborato analizza il ruolo che le aliyot egli anni Settanta e Novanta hanno giocato nella definizione delle relazioni internazionali tra Israele e l'ex Unione Sovietica. L'obiettivo della tesi è di dimostrare come la comunità russo israeliana sia oggi in grado di incidere sul piano socio-economico e politico, esercitando la sua influenza elettorale tanto nella politica interna, quanto instaurando legami transnazionali con i paesi dell'ex Urss. Per corroborare la mia tesi descriverò le fasi che hanno portato alla situazione attuale, partendo dall'analisi del movimento dei refusenik in Urss, passando per le aliyot degli anni Settanta e Ottanta e includendo il relativo fenomeno del dropout negli Usa, fino ad arrivare alla Grande aliyah degli anni Novanta e all'analisi delle dinamiche di assorbimento e integrazione nello Stato d'Israele in termini di occupazione, religione, lingua, cultura e partiti di riferimento.
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Masotti, Lucia. "Stranieri nello spazio urbano : studio comparativo sulle minoranze ebraiche in Italia e Francia : percorsi relazionali, modalità insediative, evidenze nel paesaggio urbano." Paris 10, 2004. http://www.theses.fr/2004PA100030.

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La recherche présente une analyse des réseaux sociaux internes et externes au mode juif en rapport avec les possibilités d'installation dont ont disposé les juifs en tant que minorité envers laquelle la ville a toujours mis en oeuvre des mécanismes d'accueil généralement réservés aux étrangers. Le sujet est abordé dans une optique systémique et géographique. La recherche a abordé le sujet avec une méthode comparative qui présente les résultats matériaux des installations juives du XVe au XIXe siècle, dans le département du Vaucluse (France) et en Emilie-Romagne (Italie). Nous avons individualisé trois différentes typologies d'installation ; l'agrégat, l'enclos, le parcours. Nous avons cherché à suivre, autant que possible, l'évolution de la perception de l'habitat juif dans la ville. Enfin, une lecture comparative des deux cas particuliers a été proposé : le Musée juif comtadin de Cavaillon (France) et le Museo Ebraico Fausto Levi de Soragna (Italie).
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Mourão, Maria Cândida. "Optimização de Rotas na Recolha de Resíduos Urbanos : Modelos e Algoritmos." Doctoral thesis, Instituto Superior de Economia e Gestão, 1997. http://hdl.handle.net/10400.5/2814.

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Doutoramento em Matemática Aplicada à Economia e Gestão
Os problemas de determinação de rotas óptimas para um ou mais veículos são, em geral, classificados em dois grandes grupos: problemas com procura nos vértices ("Node Routing Problems" - NRP) e problemas com procura nos arcos ("Are Routing Problems" - ARP). A inclusão, nestes problemas, de restrições quanto às capacidades dos veículos conduzem, por um lado, a um VRP ("Vehicle Routing Problem") e, por outro, a um CARP ("Capacitated Are Routing Problem"). Muitos exemplos podem ser dados de aplicações reais deste tipo de problemas, entre os quais a recolha de resíduos sólidos. Tratando-se, em geral, de problemas de "difícil" resolução, torna-se importante o desenvolvimento de "bons" métodos aproximativos. Porém, os problemas com procura nos vértices (com e sem restrições adicionais) têm despertado mais atenções que os de procura nos arcos. Este trabalho tem como objectivo o estudo de um problema, denominado por PRRS (Problema de Recolha de Resíduos Sólidos), que pode ser visto como um CARP com restrições adicionais. O PRRS baseou-se no caso da determinação de rotas para os veículos afectos à recolha de resíduos sólidos na cidade de Lisboa. Após formalizar o PRRS desenvolvem-se métodos aproximativos. Três relaxações da formalização apresentada fornecem três minorantes válidos para o valor óptimo do PRRS. Duas destas relaxações são, como se prova, resolúveis por problemas de transporte, enquanto a terceira pode ser resolvida por um problema de fluxo de custo mínimo. São estabelecidas algumas desigualdades entre os valores destas relaxações em certas instâncias dos problemas. Com o objectivo de obter "boas" soluções admissíveis são desenvolvidas três heurísticas construtivas e uma melhorativa. Alguns dos métodos foram codificados em Pascal e testados num conjunto de problemas teste gerados aleatoriamente. Como se mostra, os resultados quer em termos de valores percentuais dos desvios relativos, quer em termo de estrutura das soluções admissíveis podem ser considerados bastante razoáveis.
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DELLA, TOMMASINA LUCA. "LA TUTELA INDENNITARIA DELL'INFORMAZIONE NELLE SOCIETA' PER AZIONI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11454.

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Abstract:
L’interrogativo di fondo dell’elaborato è il seguente: se e con quali limiti possa prevedersi statutariamente una forma di tutela indennitaria per il vizio di omessa informazione preassembleare, alternativa ai rimedi invalidativo e risarcitorio previsti dall’art. 2377 c.c. e preclusiva di questi ultimi. Viene analizzata in termini funzionali la disciplina dell’informazione preassembleare, particolarmente quella relativa alle deliberazioni di aumento del capitale, riduzione del capitale, approvazione del bilancio, fusione e scissione. Viene poi esaminato il rapporto tra diritto di informazione e diritto di voto, anche sulla base delle conclusioni sviluppate in proposito dalla dottrina tedesca. Ed ancora vengono analizzate le peculiarità della tutela risarcitoria (2377, comma 4, c.c.) contro vizi (del procedimento assembleare) di carattere informativo: evidenziandosi altresì l’irriducibilità di quella tutela ad un indennizzo (nonostante – peraltro – la diversa opinione di una parte della dottrina). Viene infine individuata la giustificazione assiologica della clausola di indennizzo dell'informazione preassembleare: (i) nella disciplina di tutela patrimoniale dell’informazione preassembleare prevista per le fusioni semplificate ex art. 2505-bis c.c.; (ii) e nella disciplina dell’attività di direzione e coordinamento, segnatamente nella parte in cui attribuisce valenza organizzativa all’indennizzo – e a i vantaggi compensativi – quale strumento di tutela delle minoranze esterne al controllo.
The paper deals with the role of information in shareholder decision-making. The attention is paid to companies which do not have an actual market: in these companies the meeting is often an unnecessary encumbrance (Davies-Worthington, Gower and Davies’ Principles of modern company law9, London, 2012, 436) and the members can rely on a set of rules that are flexible. In my paper the information is regarded from the perspective of: (i) the relationship between directors and members of the company, and (ii) the conflict among majority and minority shareholders. And the paper tries to check if the articles of incorporation can give the majority the power of sacrificing minority’s rights to information in exchange for a compensation.
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DELLA, TOMMASINA LUCA. "LA TUTELA INDENNITARIA DELL'INFORMAZIONE NELLE SOCIETA' PER AZIONI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11454.

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L’interrogativo di fondo dell’elaborato è il seguente: se e con quali limiti possa prevedersi statutariamente una forma di tutela indennitaria per il vizio di omessa informazione preassembleare, alternativa ai rimedi invalidativo e risarcitorio previsti dall’art. 2377 c.c. e preclusiva di questi ultimi. Viene analizzata in termini funzionali la disciplina dell’informazione preassembleare, particolarmente quella relativa alle deliberazioni di aumento del capitale, riduzione del capitale, approvazione del bilancio, fusione e scissione. Viene poi esaminato il rapporto tra diritto di informazione e diritto di voto, anche sulla base delle conclusioni sviluppate in proposito dalla dottrina tedesca. Ed ancora vengono analizzate le peculiarità della tutela risarcitoria (2377, comma 4, c.c.) contro vizi (del procedimento assembleare) di carattere informativo: evidenziandosi altresì l’irriducibilità di quella tutela ad un indennizzo (nonostante – peraltro – la diversa opinione di una parte della dottrina). Viene infine individuata la giustificazione assiologica della clausola di indennizzo dell'informazione preassembleare: (i) nella disciplina di tutela patrimoniale dell’informazione preassembleare prevista per le fusioni semplificate ex art. 2505-bis c.c.; (ii) e nella disciplina dell’attività di direzione e coordinamento, segnatamente nella parte in cui attribuisce valenza organizzativa all’indennizzo – e a i vantaggi compensativi – quale strumento di tutela delle minoranze esterne al controllo.
The paper deals with the role of information in shareholder decision-making. The attention is paid to companies which do not have an actual market: in these companies the meeting is often an unnecessary encumbrance (Davies-Worthington, Gower and Davies’ Principles of modern company law9, London, 2012, 436) and the members can rely on a set of rules that are flexible. In my paper the information is regarded from the perspective of: (i) the relationship between directors and members of the company, and (ii) the conflict among majority and minority shareholders. And the paper tries to check if the articles of incorporation can give the majority the power of sacrificing minority’s rights to information in exchange for a compensation.
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Rafilipojaona, Fanasina Alinirina. "Nombres de Schur classiques et faibles." Thesis, Littoral, 2015. http://www.theses.fr/2015DUNK0368/document.

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Abstract:
Le thème central de cette thèse porte sur des partitions en n parties de l'intervalle entier [1, N] = {1,2,...,N} excluant la présence, dans chaque partie, de solution de l'équation x + y = z dans le cas classique, ou seulement de telles solutions avec x ≠ y dans le cas faible. Pour n donné, le plus grand N admissible dans le cas classique se note S(n) et s'appelle le n-ème nombre de Schur ; dans le cas faible, il se note WS(n) et s'appelle le n-ème nombre de Schur faible. Bien qu'introduits il y a plusieurs décénnies déjà, et même il y a un siècle dans le cas classique, on ne sait encore que très peu de choses au sujet de ces nombres. En particulier, S(n) et WS(n) ne sont exactement connus que pour n ≤ 4. Cette thèse est composée de deux chapitres : le premier revisite des encadrements connus sur les nombres de Schur classiques et faibles, et le second est consacré à la construction de nouveaux minorants des nombres de Schur faibles WS(n) pour n = 7, 8 et 9. Nous introduisons, dans le premier chapitre, les ensembles t-libres de sommes, t ∊ ℕ, dont l'utilisation permet de généraliser et d'unifier diverses démonstrations de majorants des S(n) et WS(n). Nous obtenons également une relation entre WS(n + 1) et WS(n). Dans le second chapitre, nous initions l'étude de certaines partitions hautement structurées présentant un potentiel intéressant pour le problème de minorer les nombres WS(n). Effectivement, avec des algorithmes de recherche ne portant que sur ces partitions, nous retrouvons les meilleurs minorants connus sur WS(n) pour 1 ≤ n ≤ 6, et nous améliorons significativement ceux pour 7 ≤ n ≤ 9
The main theme of this thesis is about partitions in n parts of the integer interval [1, N] = {1,2,...N} excluding the presence, in each part, of solutions of the equation x + y = z in the classical case, or only of such solution with x ≠ y in the weak case. For given n, the largest admissible N in the classical case, it is denoted S(n) and called the n-th Schur number ; in the weak case, it is denoted WS(n) and called the n-th weak Schur number. Even though these numbers were already introduced several decades ago, and even a century ago in the classical case, almost nothing is known about them. In particular, S(n) and WS(n) are exactly known for n ≤ 4. This thesis comprises two chapters :the first one revisits known lower and upper bounds on the classical weak Schur numbers, and the second one is dedicated to the construction of the new lower bounds on the weak Schur numbers WS(n) for n = 7,8 and 9. In the first chapter, we introduce the t-sumfree sets, t ∊ ℕ, which allow us to generalize and unify various proofs concerning upper bounds on S(n) and WS(n). We also obtain a new relationship between WS(n + 1) and WS(n).In the second chapter, we initiate the study of certain highly structured partitions which present an interesting potential for the problem of bounding the numbers WS(n) from below. Indeed, with search algorithms considering only partitions, we rediscover the best known lower bounds on WS(n) for 1 ≤ n ≤ 6, and we significatively improve those for 7 ≤ n ≤ 9
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PALMIERI, SANDRO SIMON. "La Chiesa valdese nel secondo dopoguerra (1945-1958): libertà religiosa, evangelizzazione e associazionismo giovanile." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/172.

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Abstract:
La storia della Chiesa valdese nel secondo dopoguerra si inserisce nel filone di ricerca che ha come oggetto lo studio delle minoranze religiose in Italia. La vicenda delle minoranze evangeliche nel secondo dopoguerra si colloca nella storia più vasta della creazione dello Stato repubblicano, verso cui è aumentato l'interesse degli storici soprattutto a partire dagli anni novanta. il processo di reinserimento della Chiesa valdese nel dopoguerra fu complesso e problematico. Il tramonto definitivo dello Stato liberale, l'esperienza del fascismo scardinarono il quadro di riferimento politico e culturale entro cui si era sviluppata la presenza delle chiese evangeliche. Fu presto evidente che l'avvento dello Stato repubblicano, caratterizzato da una forte polarizzazione tra cattolici e comunisti, non avrebbe permesso un ritorno allo status quo anteriore al fascismo. In questo contesto, vanno inquadrati gli sforzi della Chiesa valdese di elaborare delle strategie volte ad ottenere un riconoscimento giuridico, culturale e religioso.
The history of the Waldesian Church after World War two is the object of a study on religious minorities in Italy. The Evangelical minorities and their vicissitudes after World War two belong to the wider history of the creation of the Republican State, which historians have been increasingly interested in especially from the nineties onwards. The process of reintegration of the Waldesian Church after the war was complex and troublesome. The final collapse of the Liberal State and the experience of fascism tore down the political and cultural framework where Evangelical Churches had developed. It was soon clear that the rising of the Republican State, characterised by a powerful polarisation between Catholics and communists, would not allow to return to the status quo before fascism. The efforts of the Waldesian Church to elaborate strategies aiming at a juridical, cultural and religious recognition, need to be placed in such a context.
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