Academic literature on the topic 'Migrazione internazionale'

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Journal articles on the topic "Migrazione internazionale"

1

Herrera, Gioconda, and Maria Cristina Carrillo. "Trasformazioni familiari nell'esperienza migratoria ecuadoriana. Uno sguardo dal contesto di partenza." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 63–84. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003005.

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Abstract:
Questo articolo analizza l'impatto della migrazione internazionale sulla organizzazione di genere, della gioventů e delle famiglie mi-granti in Ecuador. Propone una comprensione approfondita del con-testo di partenza, che permette di superare la dicotomia paese di ori-gine/ paese di arrivo. Inoltre cerca di mettere in discussione la dicotomia tra la disintegra-zione familiare e la stabilitŕ delle famiglie transnazionali, mostrando che la migrazione determina una serie di cambiamenti stabili e insta-bili tra le famiglie che variano in funzione di molteplici fattori. Infine, l'articolo mostra che l'impatto sulle famiglie e sulle comunitŕ non č lineare: la migrazione puň essere un forte classificatore sociale in contesti rurali molto maggiormente che nei contesti urbani.
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2

Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Antonelli, Fulvia. "Le due etŕ dell'emigrazione." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 85–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003006.

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Abstract:
In questo articolo si analizzano il ruolo e gli effetti degli immaginari dei giovani che aspirano alla migrazione dal Marocco. Appartenenti a strati sociali popolari e residenti nelle periferie urbane di Casablanca, l'attenzione č posta sui ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali di marginalitŕ nei loro contesti di origine e tentano la migrazione clandestina o irregolare verso l'Europa. Le loro pratiche quotidiane e le loro visioni dell'Europa vengono messe a confronto con quelle delle generazioni di migranti a loro precedenti, dalle quali hanno assorbito esperienze e racconti, reinterpretandoli perň alla luce di un contesto politico e legislativo internazionale profondamente mutato negli ultimi decenni. Attraverso il metodo etnografico si indaga su come questa generazione di giovani costruisca, attraverso reti di apprendimento ed esperienza collettiva autonome, nuove rotte e strategie migratorie e proiezioni di sé e di altrove funzionali alla liberazione dagli stigmi sociali da cui si sentono segnati.
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Colombo, Maddalena, Ciro Tarantino, and Paolo Boccagni. "Introduzione. Disabilità e migrazione. Gli studi in Italia." MONDI MIGRANTI, no. 3 (November 2022): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003001.

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Abstract:
Nei processi migratori le persone con disabilità sono pressoché invisibili per quanto esposte a rischi crescenti di discriminazione negativa; riconoscere tale discriminazione multipla non e` semplice perché spesso e` implicita, nascosta dentro le prassi istituzionali e giuridiche, e non percepita come tale dalla stessa persona che ne è vittima. La conoscenza di questo fenomeno è parziale a tutti i livelli: la letteratura internazionale è limitata e specialistica (prevale l'ambito medico); gli studi sul campo - anche in Italia - sono rari. L'articolo, che introduce il dossier Disabilità e migrazione. Gli studi in Italia nel quale si traccia una prima mappa di come e dove gli svantaggi si vanno a cumulare nello spazio sociale, vuole delineare l'orizzonte di un campo di studi interdisciplinari che merita di essere approfondito sia per migliorare la conoscenza dei processi intersezionali di "disabilitazione" sia per rendere più efficace l'intervento nei contesti di care.
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5

Vicenza, Giordano. "Multiculturalismo Specifico in Svizzera." INFLUENCE : International Journal of Science Review 1, no. 2 (August 25, 2019): 1–9. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v1i2.87.

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Abstract:
Ci sono numerose aree, culture e lingue in Svizzera. In Svizzera, le minoranze sono per lo più minoranze etno-linguistiche la cui lingua comune è unificata. Lo Stato elvetico è stato quindi considerato uno Stato multilingue sin dalla costituzione della Confederazione nel 1848. La Confederazione ei Cantoni devono preservare le minoranze linguistiche. I fondamenti della struttura sociale svizzera sono due principi: libertà linguistica (Sprachenfreiheit) e territorialità con multiculturalismo storico e quattro lingue nazionali (Territorialitätsprinzip). Non esiste una religione di stato ufficiale in Svizzera. La religione predominante è il cristianesimo, l'islam è la più grande minoranza religiosa. Le maggiori confessioni cristiane sono quella cattolica (37,7%) e la CRS (25,5 per cento). La Svizzera ha iniziato l'afflusso di nuove minoranze culturali dopo la seconda guerra mondiale ed era fortemente legata alla migrazione economica e al massiccio numero di lavoratori ospiti dal Terzo mondo e dall'ex Jugoslavia nell'Europa meridionale. La tutela delle minoranze nazionali, ma non delle minoranze culturali, coinvolge il diritto internazionale. La tutela delle minoranze nazionali in Svizzera si basa anche su norme internazionali.
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Nadler, Robert. "Multilocalitŕ: un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Abstract:
Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Gaibazzi, Paolo. "Qui, nell'Altrove: giovani, migrazione e immaginazione geo-sociale nel Gambia rurale." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003008.

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Abstract:
La valle del Gambia conosce da diverse generazioni l'emigrazione su scala internazionale. In diverse zone del Paese, come i villaggi Soninke analizzati in questo articolo, la migrazione ha assunto un peso sociale ed economico notevole. I giovani, soprattutto se uomini, crescono in un ambiente migratorio e spesso coltivano il sogno di raggiungere parenti ed amici all'estero in un futuro quanto piů prossimo. Tuttavia, prestare attenzione ai desideri di migrazione dei giovani gambiani significa anche prendere in considerazione altri e piů ampi processi di immaginazione di luoghi e mondi culturali lontani. Beni materiali e immateriali provenienti dall'estero attraversano il Gambia e contribuiscono alla costruzione di una realtŕ sociale in cui l'Altrove diventa una dimensione del Qui. Pensare e pensarsi altrove assume cosě diversi significati nella vita quotidiana dei giovani gambiani, plasmando non solo i loro progetti migratori, ma pratiche culturali e narrazioni personali attraverso le quali essi cercano di dar forma e senso alla propria esistenza a ‘casa'. Questo articolo mette pertanto in evidenza i molteplici aspetti ‘locali' dell'immaginazione geo-sociale nella vita dei giovani uomini.
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De Maria, Francesco. "The role of educational conditions in defining migratory potential: the case of the young people of the Ivory Coast." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 279–96. http://dx.doi.org/10.36253/form-12860.

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Abstract:
The paper is part of the international debate on the theme of human mobility with a transversal and developing educational perspective in the field of Migration Studies. It presents a research work carried out in Ivory Coast on the potential educational dimension of migration related to the search for better living and working opportunities. We discuss the results related to the study of the educational conditions of a potential migrant subjects, considered as variables that affect the conformation of the migration aspiration and allow a better understanding of the situations in which the birth of the desire to leave can occur, regardless of the presence or absence of the ability to migrate. The research followed a qualitative-quantitative approach in line with the methodological framework of Mixed Methods Research, adopting an exploratory-sequential design, arriving at the construction of a transferable model of analysis of the migratory potential which is composed of four main categories: migration project, educational conditions, migratory aspiration and learning potential. The aim of this paper is to present the results to the second category. Il ruolo delle condizioni educative nella definizione del potenziale migratorio: il caso dei giovani della Costa d’Avorio. Il contributo si colloca all’interno del dibattito internazionale sul tema della mobilità umana con una prospettiva educativa trasversale e in divenire nell’ambito dei Migration Studies. Si presenta un lavoro di ricerca realizzato in Costa d’Avorio sulla dimensione formativa potenziale della migrazione legata alla ricerca di migliori opportunità di vita e di lavoro. Nello specifico vengono discussi i risultati relativi allo studio delle condizioni educative di un pubblico potenziale migrante, considerate come variabili che incidono nella conformazione dell’aspirazione migratoria e che permettono una maggiore comprensione delle situazioni in cui può verificarsi la nascita del desiderio di partire, a prescindere dalla presenza o meno della capacità di emigrare. La ricerca ha seguito un approccio quali-quantitativo in linea con l’impianto metodologico dei Mixed Methods Research, adottando un disegno di tipo esplorativo-sequenziale, arrivando alla costruzione di un modello di analisi del potenziale migratorio trasferibile e composto da quattro categorie principali: progetto di migrazione, condizioni educative, aspirazione migratoria e potenziale di conoscenza. Ai fini del presente lavoro, vengono qui presentati i risultati relativi alla seconda delle quattro categorie.
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Good, Byron J., and Mary-Jo Del Vecchio Good. "Il disturbo post-traumatico da stress č un concetto ‘sufficientemente buono' per il lavoro psichiatrico sulle conseguenze dei conflitti?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002006.

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Abstract:
In un classico articolo del 1992, Derek Summerfield sostenne che "per la grande maggioranza dei sopravvissuti lo stress posttraumatico č una pseudocondizione, una ridefinizione della sofferenza comprensibile della guerra come problema tecnico per il quale sono disponibili soluzioni tecniche a breve termine come il counseling" Non ci sono prove che le popolazioni colpite dalla guerra cerchino questi approcci importati, che sembrano ignorare le loro tradizioni, i loro sistemi di significato, le loro prioritŕ effettive" (p.1449). Questo articolo descrive un programma di collaborazione attiva fra un'équipe della Harvard Medical School e la IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) in Indonesia in risposta ai "lasciti della violenza" fra gli abitanti dei villaggi rurali di Aceh, Indonesia, dopo lo tsunami del 2004 e l'accordo di pace tra il governo indonesiano e il Movimento Aceh Libera che mise fine a venti anni di conflitto. L'articolo fornisce dati provenienti da una serie di studi che indicano livelli elevati di esperienze traumatiche e di problemi di salute mentale ad Aceh dopo il conflitto. Descrive un progetto IOM di promozione attiva di salute mentale che ha usato équipe di medici di base e infermieri per rispondere ai problemi di salute mentale, e un progetto valutativo che fornisce importanti prove empiriche dell'efficacia nella pratica del programma. Sostiene che il PTSD č ben altro che una "pseudocondizione" e che i programmi d'intervento possono essere molto potenti nel ridurre sintomi e disabilitŕ. Conclude che lo sviluppo di programmi di salute mentale integrati in politiche di salute pubblica in contesti postbellici dovrebbe avere una prioritŕ elevata.
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Busà, Maria Grazia, Arianna Notaro, and Andrea Liotto. "LA COMUNICAZIONE NON VERBALE COME STRUMENTO DI INCLUSIONE E INTEGRAZIONE: RISULTATI DI UN QUESTIONARIO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 242–72. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18177.

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Abstract:
L’immigrazione rappresenta una sfida d’integrazione a livello locale ed internazionale e per questo negli ultimi anni sono aumentati gli interventi volti a facilitare il processo di integrazione dei cittadini di Paesi Terzi. Un’attenzione particolare viene posta a questioni di carattere linguistico, culturale e sociale. In generale, manca invece la riflessione sull’importanza del linguaggio non-verbale nella comunicazione interculturale e di come questo aggiunga una chiave di interpretazione cruciale al messaggio che viene veicolato: la mancata attenzione al non-verbale può tradursi in episodi di esclusione sociale e di stereotipizzazione che possono avere conseguenze determinanti per l’inserimento dell’individuo nella società. Si ritiene invece che una maggiore consapevolezza delle differenze nel linguaggio non-verbale esistenti tra le culture potrebbe favorire la comprensione e l’accettazione delle diversità, migliorare le relazioni personali e professionali con i migranti e favorirne l’inserimento nella società. Questo articolo presenta i risultati di un questionario creato e distribuito nell’ambito del Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a comprendere il grado di consapevolezza sul non verbale di operatori sociali a contatto con migranti provenienti da differenti realtà geografiche, sociali e religiose e a raccogliere dati utili a sviluppare un progetto che includa le dinamiche del non verbale nella formazione degli operatori che lavorano nell’ambito dell’integrazione e dell’inclusione dei migranti. Non verbal communication as a tool for inclusion and integration: results of a questionnaire Immigration represents a challenge for integration at local and international levels and for this reason, in recent years, there has been an increase in interventions aimed at facilitating the process of integration of third-country nationals. Particular attention is paid to linguistic, cultural and social issues. In general, however, there is a lack of reflection on the importance of non-verbal language in intercultural communication and how this adds a crucial key of interpretation to the message that is being conveyed: the lack of attention to the non-verbal can result in episodes of social exclusion and stereotyping that can have decisive consequences for the integration of the individual into society. On the other hand, it is believed that a greater awareness of the differences in non-verbal language between cultures could promote understanding and acceptance of diversity, improve personal and professional relationships with migrants and facilitate their integration into society. This article presents the results of a questionnaire created and distributed within the framework of the Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (National Program of the Asylum, Migration and Integration Fund) (FAMI) and is aimed at understanding the degree of awareness of non-verbal language among social workers in contact with migrants from different geographical, social and religious backgrounds, in order to collect data useful to develop a project that includes the dynamics of non-verbal language in the training of professionals working in the field of integration and inclusion of migrants.
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Dissertations / Theses on the topic "Migrazione internazionale"

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TAMMONE, Francesca. "Controllo della migrazione nel Mediterraneo e tratta di persone: profili di responsabilità internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/559920.

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Spada, Martina. "La figura del mediatore interlinguistico e interculturale nel contesto migratorio: azioni di mediazione nell’interazione diadica con un richiedente protezione internazionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23954/.

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Abstract:
Il presente elaborato, suddiviso in tre capitoli, ha come scopo quello di fornire una panoramica sul dispositivo della mediazione interlinguistica e interculturale nel contesto migratorio, facendo riferimento più nello specifico alla funzione dell’azione mediatoria – concepita come strumento di accoglienza – al momento della domanda di protezione internazionale da parte di un richiedente. Il primo capitolo si aprirà con un quadro generale sull’evoluzione dei flussi migratori negli ultimi anni, proseguendo poi con un approfondimento sull’iter di accoglienza del migrante e sulle recenti normative in materia di immigrazione, diritto di asilo e protezione internazionale – concentrandosi principalmente sul contesto italiano. Nel secondo capitolo si presenterà la figura del mediatore interlinguistico e interculturale, evidenziando la stretta correlazione tra immigrazione e mediazione e proponendo un focus sul contesto lavorativo in Emilia-Romagna. Le due macro-tematiche discusse in precedenza – ovvero migrazione e mediazione – convergeranno infine nel terzo e ultimo capitolo, ove si proporrà lo studio di un’autentica interazione tra un richiedente asilo francofono e un mediatore francofono, servendosi dell’analisi di alcuni estratti per sottolinearne gli aspetti più significativi. Con questo studio ci si prefigge di contribuire a documentare ciò che avviene nelle interazioni diadiche, in cui il mediatore è solo con il migrante ed entrambi interagiscono nella lingua di quest’ultimo.
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Rizza, Laura Santa. "Il sistema europeo comune di asilo: la protezione internazionale dello straniero in Europa." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4027.

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Abstract:
La tesi di dottorato dal titolo il sistema europeo comune di asilo: la protezione internazionale dello straniero in Europa nasce da un progetto di ricerca avviato alla fine del 2013 e volto a individuare la portata normativa europea in materia di protezione internazionale degli stranieri alla luce delle problematiche emerse nella prassi applicativa e quindi, in parte, connesse all attuale crisi migratoria. L obiettivo iniziale era quello di cogliere le differenze in tema di tutela del diritto di asilo tra due diversi piani ordinamentali: quello internazionale e quello europeo. In questa prima fase, e segnatamente nel I capitolo, il lavoro di ricerca si è incentrato sulla ricostruzione del processo di evoluzione del concetto di asilo nel diritto internazionale. Ne è seguita una disamina delle questioni giuridiche sottese alla costruzione del sistema europeo comune di asilo, il cui obiettivo è sancito nell art. 78 del TFUE, completato dall art. 18 della Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, nonché, bilanciato e arricchito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell Unione europea e della Corte Edu. Pertanto, i capitoli II e III sono stati dedicati rispettivamente alla nascita e all evoluzione della normativa dell Unione europea in materia e al quadro complessivo della vigente legislazione europea sul tema. La crisi migratoria del 2015, e il suo acuirsi negli anni successivi, hanno consigliato di orientare la tesi verso uno studio più approfondito delle ragioni di disfunzione del sistema europeo comune di asilo al fine di identificare e proporre soluzioni giuridiche nuove e potenzialmente idonee a realizzare di un diritto di asilo europeo informato a criteri più rispettosi dei diritti della persona. A tal proposito nel IV capitolo, dedicato ai principi fondanti il sistema europeo comune di asilo, ci si è soffermati sull opportunità o meno di valorizzare la c.d. clausola di sovranità al fine di salvaguardare la tutela dei richiedenti asilo dal subire trattamenti inumani e degradanti entro la stessa Unione europea nell applicazione dei c.d. trasferimenti Dublino; tale ultima eventualità è stata foriera di quella che si potrebbe definire crisi del principio di fiducia reciproca tra gli Stati membri. In quest ottica, si sono sollevati alcuni rilievi critici al parere n. 2/2013 della Corte di giustizia sull adesione dell Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell uomo. In particolare si sono rilevate le idiosincrasie della Corte di giustizia rispetto alle pronunce della Corte Edu in tema di tutela equivalente dei diritti umani nell Unione europea e applicazione del c.d. sistema Dublino. Di conseguenza, si è ricostruito il quadro giurisprudenziale di riferimento con specifica attenzione alle più rilevanti e recenti pronunce della Corte di giustizia, della Corte Edu e delle giurisdizioni nazionali di Inghilterra, Germania e Italia. Infine, nel V e ultimo capitolo sono state analizzate criticamente le più recenti proposte normative avanzate dalla Commissione europea nel 2016 finalizzate a riformare il c.d. pacchetto asilo. Inoltre, precipua attenzione è stata riservata all Accordo UE - Turchia del 18 marzo 2016 e al c.d. approccio hotspot. Queste due azioni volute dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea sono state analizzate quali espressioni di una nuova tendenza europea che si caratterizza per l incapacità di adottare norme giuridiche seguendo le procedure legislative previste dai Trattati istitutivi. In conclusione, la tesi propone l individuazione di un approccio diverso e potenzialmente idoneo a migliorare la condizione di vita dei richiedenti protezione internazionale. La soluzione, in una prospettiva futura e ambiziosa, risiederebbe nel superamento della necessità del requisito della territorialità per proporre domanda di asilo e nell adozione di una normativa europea in materia d ingressi legali dei richiedenti protezione internazionale.
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Bonzo, Simone. "L’Interprete Umanitario per Richiedenti Protezione Internazionale: la sua Formazione e il Caso Pratico del Corso Pilota dell’Università di Bologna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21290/.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di rappresentare il mondo dell’interpretazione umanitaria per richiedenti asilo evidenziandone le caratteristiche e i punti di forza ma anche portando in superficie i punti di debolezza, le lacune, gli intoppi che sono presenti tra gli ingranaggi di questo sistema, cercando di comprendere come è possibile migliorarlo a livello internazionale e nazionale, auspicando lo sviluppo di questa branca dell’interpretazione. Per fare ciò, dopo aver gettato in un primo capitolo le basi della normativa giuridico-giudiziaria europea e italiana in materia di asilo politico sulle quali si basa il procedimento che permette ad un immigrato di ottenere Protezione Internazionale, si presenteranno nel secondo capitolo la figura dell’interprete umanitario, i suoi compiti e le caratteristiche che lo distinguono da un mediatore culturale, soffermandosi sul ruolo dell’interprete per rifugiati nella sede delle interviste delle Commissioni Territoriali, cruciali nel processo descritto. Nel terzo capitolo ci si concentrerà sul problema dell’interpretazione ad hoc, spesso preferita ad una interpretazione professionale, affrontando il tema della formazione di queste figure professionali, sottolineandone soprattutto la mancanza, e cercando di evidenziarne le problematiche e le conseguenze all’interno del nostro Paese. Si presenterà, infine, il caso del corso pilota organizzato dal Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna in collaborazione con la Faculté de Traduction et d’Interprétation (FTI) dell’Università di Ginevra, nell’ambito dell’interpretazione umanitaria, come primo e vero esempio concreto di formazione a livello accademico nazionale, illuminandone le caratteristiche, le modalità di insegnamento e ragionando sul successo ottenuto e sul suo lascito, alla luce della collaborazione con le autorità.
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Grisot, Francesca <1978&gt. "La rete transnazionale di migrazione afghana : il caso dei minorenni non accompagnati richiedenti asilo nel Comune di Venezia e le seconde generazioni afghane di Iran e Pakistan." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1184.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di indagare l’origine di una particolare tipologia di flusso migratorio che ha recentemente interessato il Comune di Venezia in quanto frontiera marittima. Trattasi di sedicenti cittadini afghani minorenni, prevalentemente di etnia hazara, che accedono al Paese in condizioni di clandestinità per poi presentare domanda di protezione internazionale. L’esame degli studi precedenti in materia di migrazione afghana e un’indagine condotta sul campo attraverso interviste multi situate lungo la rete migratoria, lasciano ipotizzare che tale ondata migratoria sia la conseguenza di decenni di politiche sull’immigrazione adottate dai Governi di Iran e Pakistan e dei programmi di rimpatrio promossi da UNHCR. Le azioni di resistenza messe in atto dai migranti all’interno della rete e nei centri di accoglienza sarebbero dunque frutto di una decennale esperienza migratoria, forti di una rete transnazionale e di una idea di ‘rifugio’ ereditata dalle generazioni precedenti.
This paper aims to investigate the origin of a particular type of migration flow that has recently been affecting the City of Venice as a maritime border. This particular migration flow is comprised of self-declared Afghan minors, mainly Hazara, entering the country irregularly with the aim of applying for international protection. Based on the examination of previous studies on Afghan migration and field research conducted by the author through multi-sited interviews along the migration network, this paper presents this migration flow as the result of decades of immigration policies adopted by the governments of Iran and Pakistan and programs promoted by the UNHCR. The acts of resistance by migrants within the network and in reception centres therefore seems to be the result of a ten year migration experience, characterized by a transnational network and an idea of 'refuge' inherited from previous generations.
این مقاله با هدف بررسی جریان خاصی از مهاجرت نوشته شده، که به تازگی شهر ونیز به عنوان مرزی دریایی تحت تاثیرش قرار گرفته است. این به اصطلاح مهاجران افغان که زیر سن قانونی قرار دارند و عمدتا اهل هزاره هستند، تحت شرایطی مخفی وارد ایتالیا می‌شوند و پس از آن درخواست پناهندگی می‌کنند. توجه به مطالعات قبلی بر روی مهاجران افغان و بررسی‌ای که در این باب توسط نویسنده با استفاده از مصاحبه‌های از نزدیک در شبکه ی مهاجرت صورت گرفت، اجازه می دهد تابدانیم که این موج مهاجرت ناشی از چندین دهه سیاست‌های مهاجرتی اتخاذ شده توسط دولت‌های ایران و پاکستان و برنامه‌های بازگشت مهاجران که توسط کمیساریای عالی سازمان ملل در امور پناهندگان ترویج شده، است. بنابراین اقدامات در جهت مقاومت که توسط مهاجرین در شبکه‌ و یا در پناهگاه‌ها صورت گرفته است، می‌تواند نتیجه‌ی دهها سال تجربه مهاجرت،غنی از یک شبکه فراملیتی و ایده‌ی “پناه” که از نسل قبل به ارث برده شده،باشد.
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PENA, DIAZ FRANCISCO DE ASIS. "'LOS DERECHOS DE LOS SOLICITANTES DE ASILO LGBTI TRAS LA AGENDA EUROPEA DE MIGRACIÓN'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/699332.

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Abstract:
Since its inception, International Human Rights Law has been concerned with protecting those most exposed to violence and discrimination. However, their development in the aftermath of World War II ignored LGBTI people. The acknowledgment of this group as subjects of human rights has progressed slowly but inexorably. A good example of this is the 1950 European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms. Although its provisions do not mention LGBTI people, it has eventually included them in its scope thanks to the case-law of the Court of Strasbourg. The same tendency is echoed in the 1951 Convention relating to the Status of Refugees. As a result, the refugee definition has evolved to accommodate persons who are very different in all probability from the people conceived by its drafters. Since the 1980s, LGBTI asylum-seekers have gradually acceded to refugee status. This is no small achievement. All too often, the violence suffered by these people is perpetrated while national authorities remain impassive or even participate in the oppression. Against this backdrop, many LGBTI people are forced to flee their countries of origin seeking the protection their States cannot or refuse to provide. However, the definition of refugee of the Geneva Convention fails to address issues of gender, sexual orientation, gender identity or expression and sexual characteristics, being more suitable to protect a male, European, cisgender and heterosexual refugee than an LGBTI asylum seeker. Although persecution on the grounds of sexual orientation or gender identity is now widely accepted in International Refugee Law, LGBTI asylum applications present a high degree of complexity, leading to many and varied issues affecting every element of the refugee definition. A sizeable number of these refugees flee to European States, whose societies portray themselves to the outside world as the strongest bulwarks of the LGBTI. However, European States are currently caught up in a primarily securitarian logic that sees refugees and irregular migrants as threats to their security, stability and "European way of life". As a result, regulations governing asylum status and procedures have been developing in an increasingly repressive way. The crisis of the Common European Asylum System that followed the arrival of large numbers of asylum seekers has led to a "new normal" in which the limitation of the rights of asylum seekers is not only legitimate and possible, but also desirable. In this thesis, we examine how this approach to migration affects LGBTI asylum seekers.
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LIBERATOSCIOLI, SABRINA. "Le migrazioni nel diritto internazionale contemporaneo, tra diritti umani, sicurezza e governance." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/540.

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Abstract:
Le migrazioni internazionali sono un processo di mobilitazione e spostamento delle persone che comporta l’attraversamento delle frontiere. Nulla di nuovo nella storia dell’uomo, se non fosse per l’importanza e le dimensioni che il fenomeno ha assunto nell’ultimo decennio. Esso è stato determinato ed agevolato dalla globalizzazione del lavoro, dei servizi e dei capitali finanziari. Anche il progresso tecnico-scientifico e culturale ha offerto ulteriori e nuovi strumenti, incentivi e motivazioni all’immigrazione. Le migrazioni internazionali giocano un ruolo di estremo rilievo nell’attuale processo globale di cambiamento sociale, economico e politico. Esse sono, al tempo stesso, fattore trainante e conseguenza di tali trasformazioni globali. Per gli Stati destinatari dei flussi migratori ed economicamente più sviluppati, l’immigrazione costituisce una variabile decisiva per la gestione delle strette interconnessioni esistenti tra il mercato del lavoro, la produttività ed il governo di un’economia globale. Negli Stati ad elevato tasso invecchiamento della popolazione l’iniezione di giovani lavoratori, gioca un potenziale ruolo di supplenza al declino della forza lavoro, favorendo ed incrementando il dinamismo, l’innovazione e la mobilità economica, ma anche culturale e sociale. Per contro, le restrizioni alla mobilità del lavoro risultano favorire inefficienze ed grandi ineguaglianze. La duplice pressione della globalizzazione e dello squilibrio demografico pongono in seria questione l’urgenza di una regolamentazione giuridica efficace diretta alla gestione delle migrazioni economiche e forzate. Nella Comunità internazionale contemporanea, oggi, prevale, da parte degli Stati, una diffidente considerazione del diritto internazionale, quale disciplina di regolamentazione dei rapporti tra gli Stati, nello svolgimento delle reciproche concessioni di porzioni della loro sovranità. Le regolamentazioni giuridiche nazionali e regionali, ad oggi, sono riuscite a fissare delle norme di restrizione e contenimento dei flussi migratori, senza, tuttavia, edificare un sistema strutturalmente capace di governare il fenomeno. Mentre la società economica globale è riuscita ad imporre una regolamentazione giuridica diretta a favorire la libera circolazione, tra le frontiere degli Stati, di beni, servizi e capitali, rimarchevole è l’insufficienza e la scarsità del diritto internazionale e statuale in ordine all’incoraggiamento o disciplina della libera circolazione delle persone e forza lavoro. Anzi, è dato rilevare una tendenza di segno totalmente contrario, variamente giustificato da ragioni di sicurezza nazionale ed internazionale. Lo studio è stato suddiviso in tre parti corrispondenti a distinti argomenti quali: il fenomeno migratorio storicamente contestualizzato ed esaminato nell’ambito del processo di globalizzazione; i diritti dei migranti rinvenibili nel diritto internazionale generale e regionale e nel diritto sulle migrazioni forzate ed in ultimo la questione della sicurezza e dell’emergente esigenza e disponibilità espressa dagli Stati a soluzioni collettive, universali o regionali di governo del fenomeno migratorio. In particolare, la prima parte dello studio, descrive lo sviluppo storico del fenomeno a partire dal XX° secolo, la sua relazione con il processo di globalizzazione in corso, con un attenzione speciale alle determinanti, alla dimensione economica del fenomeno ed all’evoluzione della dibattuta questione dell’immigrazione clandestina. Nella seconda parte dell’indagine si procede al resoconto analitico della frammentata e copiosa regolamentazione giuridica di livello internazionale e regionale del fenomeno migratorio, prodotto, prevalentemente, nell’ambito delle Nazioni Unite e delle organizzazioni regionali, come il Consiglio d’Europa, con una specifica considerazione del contesto dell’Unione europea, a cui è dedicato un apposito capitolo. La parte terza dello studio è dedicata all’esame della nozione di sicurezza ed all’impatto sulla legislazione di gestione del fenomeno migratorio e di tutela dei diritti dei migranti, delle correlative normative internazionali di sicurezza e contrasto al terrorismo internazionale. Sotto questo profilo, particolare attenzione viene data alla questione dell’immigrazione clandestina. L’ultimo capitolo della terza parte è dedicato al tema della governance del fenomeno migratorio. L’analisi delle prospettive future, sia in termini di diritto sostanziale che di carattere istituzionale, diretti a favorire una più efficace ed equa gestione del fenomeno delle migrazioni internazionali, conclude lo studio.
The international migrations are a process of movement of persons crossing borders of States. It is not a new phenomenon in the history of the man. What is different now is the magnitude and complexity of the phenomenon. This process has been both driven and facilitated by the globalisation of labour, commodity, and financial markets that has offered new incentives and new means for the international migration of people. The technical and cultural changes also help create both the means and the motivation to migrate. Migration plays a central role in current global processes of social, economic and political change; it is both moulded by and helps to mould these global transformations. For the destination countries immigration is key factor to managing the interconnections existing between the labour market, the efficiency and governance of globalised economy. With the decline in fertility, migration has taken on increased significance, becoming an important component of population growth in a number of countries and increasing the economical, social and cultural dynamism and innovation. States recognise the importance of managing the process in order to maintain their competitiveness in the global economy. For the most part, this involves distinguishing between highly skilled and low-skilled migrants. The former are seen as desirable and policies are designed to facilitate their movement, while the vast majority of the latter are excluded through legal obstacles that paradoxically try to go against the ‘globalising’ trends. The world pressure of the globalization and the demographic imbalance places in serious issue the urgency of an efficient legal regulation to manage the economic and forced migration. In the contemporary international community, it prevails, from the States, a suspicious idea of the International Law, as law of relationships between the States. Actually, the migration national and regional legal frameworks have succeeded only to fix restrictions on the movement of people across borders, without, however, building up a structure able to manage the phenomenon. While the global economy has succeeded to impose rules supporting the free circulation of goods and services, between the borders of the States, remarkable it is the deficit of the International Law carrying or regulates the free movement of the persons. Definitely, trend is totally contrary, with different justifications, as national and international security. In fact, the majority of developed countries adopted restrictive immigration policies that leading not to a reduction in migration, but rather to unintended and undesired outcomes, notably increase in people smuggling, trafficking and undocumented migration, at a significant and rising human cost. Failure to find mutual ways regulating migrations and protecting migrants leads to exploitation, social divisions and the weakening of the rule of law. While different States across the world have attempted to put measures in place to control the migration of people, these policies are based on a very limited understanding of migrants’ rights. The research is composed of three parts: it starts with the historical analysis of the international migrations from the XX° century, its relationship with the globalization process, the current state and highlights some of its emerging trends. The second part of research carry on analytical survey of the fragmented and copious migration international and regional laws, as result, principally, from the United Nations and regional organizations, like Council of Europe and European Union, to which an appropriate chapter is dedicated. The third part of study examine the security notion and it highlights the complexity of the issues, perspectives and requirements that have to be taken into account when dealing with the nexus of security and migration. The heightened concerns with foreigners and security in the post-9/11 era and its impact on the international migration laws are also investigated. The analysis of the emerging issue of the international and regional and global Inter-State consultation mechanisms in management of migrations phenomenon end the research.
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8

De, Navasquez Silvia <1994&gt. "Cambiamento climatico e migrazioni forzate da una prospettiva legale, geopolitica e sociale internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14913.

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Abstract:
Il presente elaborato nasce dall’idea di approfondire due tematiche che sono diventate dominanti negli ultimi anni a livello internazionale: il cambiamento climatico e i fenomeni migratori. Queste due condizioni, che a primo impatto potrebbero risultare indipendenti, sono in realtà strettamente collegate. Lo scopo di questa tesi di laurea magistrale è pertanto quello di avvalorare questa affermazione, analizzando gli aspetti che concernono questi temi da tre diverse prospettive: quella legale, quella geopolitica e quella sociale. A partire dagli orientamenti giuridici, nello specifico le normative europee ed internazionali, l’intento è di esaminare l’attuale situazione ambientale e le previsioni che sono alla base delle COP, dei diversi Protocolli e dell’Agenda 2030. Ci si sofferma poi sulle conseguenze del cambiamento climatico, con un focus che tocca diversi paesi da una prospettiva geopolitica, introducendo successivamente i temi di equità e di climate justice. L’elaborato si conclude analizzando una delle più incombenti conseguenze del riscaldamento globale, le migrazioni forzate: oltre a raffrontare le diverse normative vigenti, si esamineranno gli esiti riscontrabili nelle tematiche di gestione e ricezione dei flussi migratori. Per la stesura della tesi, le fonti maggiormente adoperate sono pubblicazioni internazionali e normative europee ed extraeuropee. Sono inoltre esaminate interviste e reportage che toccano i temi di migrazioni ambientali ed accoglienza. Sono dunque riportate tematiche affrontate e rielaborate durante corsi universitari e di formazione online, incentrati sul cambiamento climatico, sull’Agenda 2030 e sui migranti in contesto italiano ed internazionale.
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Rizzo, Valentina <1989&gt. "L'immigrazione romena in Italia e l'influenza dei mass media nel processo di migrazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5541.

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Abstract:
Il lavoro ha come scopo quello di studiare il ruolo che i mezzi di comunicazione possono avere sulla migrazione, prendendo come riferimento il rapporto tra Italia e Romania. Il lavoro è diviso in 3 parti. Nel primo capitolo viene illustrata la storia della Romania, strettamente legata alla storia d'Italia e motivo per il quale oggi vi sono ancora caratteri comuni tra i due popoli. La seconda parte si occupa della migrazione in generale. Il terzo capitolo, invece, si sofferma sulla migrazione romena in Italia e sulla migrazione italiana in Romania. L'ultimo capitolo, infine, si occupa di come i mass media influenzino il processo di migrazione e di come i mezzi di comunicazione aiutino a creare una vera e propria rete transnazionale tra migranti, patria e luogo di destinazione.
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Variara, Marco <1994&gt. "INDAGINE COMPARATA DELLE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI Un modello di analisi interdisciplinare dei fenomeni migratori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17218.

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Abstract:
L’assenza di una ricerca pura sulle migrazioni ha prodotto un numero quantomai ricco di studi dei fenomeni migratori rientranti in discipline non propriamente classificate, spesso mancanti di una propria identità accademica. Secondo diverse interpretazioni, le reazioni politiche verso le migrazioni hanno creato un’ulteriore confusione a seguito del recente interessamento da parte dei mass media, sottoponendola al giudizio severo dell’arena politica. Non solo quest’atteggiamento ha disonorato i caratteri tipicamente accettati delle migrazioni internazionali, ma ha anche contribuito a rinforzare una comprensione errata di una realtà. La mia tesi prende in analisi in primo luogo i diversi approcci delle strutture migratorie e le logiche che rispondono alla mobilità internazionale attraverso la creazione di cinque modelli di valutazione che richiamano le caratteristiche più importanti delle migrazioni internazionali. La seconda parte guarderà le dinamiche migratorie secondo un punto di vista demografico con una prima sezione dedicata agli strumenti di analisi demografica, mentre nella seconda sezione cercherò di sollevare un’interpretazione bilanciata degli impatti demografici delle migrazioni sui paesi. Con la terza parte intendo osservare gli atteggiamenti legali verso le migrazioni ed il processo di codificazione in corso. La quarta e ultima sezione ruoterà attorno ai numeri reali concernenti le migrazioni e le reazioni degli stati occidentali al fenomeno migratorio. Attraverso i documenti ed i dati estrapolati dai canali d‘informazione pubblici cercherò di promuovere un modello d’integrazione e i benefici delle migrazioni. Il lettore troverà un rapido sommario dei dati concernenti le statistiche specifiche nella bibliografia fornita.
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Books on the topic "Migrazione internazionale"

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Saquella, Serena, and Stefano Volpicelli. Migrazione e sviluppo: Una nuova relazione? : contributi dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Roma: Nuova cultura, 2012.

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2

Camilla, Beria di Argentine, and Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale., eds. Europa, migrazione e lavoro: Congresso internazionale, Grand Hôtel des Iles Borromées, Stresa, 22-23 ottobre 1999. Milano: Giuffrè, 2000.

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3

L'Italia tra migrazioni internazionali e migrazioni interne. 2nd ed. Bologna: Il mulino, 2006.

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Corti, Paola. Storia delle migrazioni internazionali. Roma: Laterza, 2003.

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5

L' Italia tra migrazioni internazionali e migrazioni interne. Bologna: Il mulino, 2002.

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6

Università degli studi di Roma "La Sapienza." Scuola di specializzazione in diritto ed economia delle Comunità europee. Le migrazioni nelle relazioni internazionali. Milano: Giuffrè, 2002.

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7

Melotti, Umberto. Migrazioni internazionali: Globalizzazione e culture politiche. Milano: B. Mondadori, 2004.

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Golini, Antonio. Tendenze demografiche e migrazioni internazionali nell'area occidentale. Roma: Istituto di ricerche sulla popolazione, C.N.R., 1987.

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Pirrone, Marco Antonio. Approdi e scogli: Le migrazioni internazionali nel Mediterraneo. Milano: Associazione culturale Eterotopia, 2002.

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Maurizio, Ambrosini, and Abbatecola Emanuela, eds. Migrazioni e società: Una rassegna di studi internazionali. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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Book chapters on the topic "Migrazione internazionale"

1

Paoli, Simone. "Le origini della politica migratoria italiana nel contesto europeo e mediterraneo: il nesso nazionale-internazionale in una prospettiva storica." In Migrazioni in Italia: oltre la sfida, 41–59. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-965-2.04.

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Abstract:
The chapter analyses the phase of definition of Italian policy making on migration between the mid 80’s and the mid 90’s. It aims to shed light on the interplay between national and international variables responsible for the definition of key choices made by the Italian political class in the field of migration regulation. The study makes use of a historical perspective, that is suitable to underscore this relationship at the Mediterranean and European level.
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2

Acocella, Ivana. "L’eterno confine. L’evoluzione della politica italiana in materia di protezione internazionale e accoglienza sul territorio a seguito della «crisi dei rifugiati» del 2015." In Migrazioni in Italia: oltre la sfida, 85–111. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-965-2.06.

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Abstract:
The purpose of the article is to investigate the progressive evolution of the Italian policy on international protection and reception system. Following the «refugee crisis» of 2015, various strategies have been tested to «reconfigure» the border and control human mobility, confusing and overlapping the inviolable obligation to protect the right of asylum with security measures aimed at safeguarding public order. The «new mobility control regime» has extended beyond the borders of national states in terms of containment and filtration devices for arriving migrants in search of protection (such as the hotspot approach and border control externalization processes).
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Amato, Fabio. "Geografia e migrazioni internazionali." In Identità in dialogo. La liberté des mers, 267–81. Mimesis Edizioni, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.2091.

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Matarazzo, Nadia. "Istanbul, gateway delle migrazioni internazionali." In Identità in dialogo. La liberté des mers, 253–65. Mimesis Edizioni, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.2081.

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