Journal articles on the topic 'Migrazione forzata'

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Fargion, Silvia, Mara Sanfelici, Luigi Gui, Urban Nothdurfter, Andrea Nagy, Salvatore Monaco, Francesca Falcone, Antonio Samà, and Diletta Mauri. "Focus - Costruire la genitorialità in condizioni di incertezza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (November 2022): 137–84. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003009.

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Abstract:
- Un progetto per la comprensione della genitorialità in contesti di particolare incertezza- Genitori intrappolati e genitori possibili tra povertà economica e servizi del welfare- Genitorialità LGBT+ nell'Italia di oggi: immaginarsi, diventare e fare i genitori tra incertezze e risorse- "Navigare" le incertezze. Le esperienze di genitori in migrazione forzata- Riposizionarsi come genitori in un tempo frammentato e conteso
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Santi Amantini, Laura. "Diritto di migrare, diritto di restare. Filosofia politica, migrazione volontaria e forzata." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 61 (May 2018): 9–18. http://dx.doi.org/10.3280/las2018-061002.

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Inglês, Paulo. "Globalizzazione, mobilità umana e creatività: Rivisitando categorie a partire da tre casi di migrazione forzata in Angola." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 26, no. 54 (September 2018): 95–113. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005406.

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Abstract:
Riassunto Questo articolo raccoglie alcune riflessioni sull’esperienza di ricerca in Angola nell’ambito della mobilità umana, con l’obiettivo di riflettere sulla produzione di classificazioni e categorie da parte di agenzie internazionali, ONG, policy-makers e ricercatori. Dopo aver sottolineato i rischi dell’assunzione acritica in attività di ricerca accademica di classificazioni e categorie prodotte in ambito burocratico, l’autore propone d'interpretare la migrazione come un’azione creativa alla quale individui o gruppi umani ricorrono per affrontare circostanze avverse e ricostruire la quotidianità.
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Piccinini, Michela. "Analisi della migrazione femminile nigeriana in Italia. La violazione dei diritti delle donne vittime di migrazione forzata e tratta a scopo di sfruttamento sessuale." Collectivus, Revista de Ciencias Sociales 6, no. 2 (July 1, 2019): 159–68. http://dx.doi.org/10.15648/coll.2.2019.10.

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Abstract:
Cosa significa per una donna nigeriana decidere di lasciare il proprio Paese, di migrare, di separarsi dai propri figli, di rivolgersi a dei trafficanti che permettano loro di arrivare in Italia nonostante spesso siano al corrente che saranno coinvolte nel giro della prostituzione? Per capire questo tipo di migrazione forzata e il mecanismo della tratta è importante avere presente la situazione socio-economica e política della Nigeria, in particolar modo dagli anni ’80 in poi quando qui in Italia si è notato per la prima volta il boom di arrivi di immigrate e immigrati nigeriani. È solo comprendendo la situazione che queste donne vivono ogni giorno che si può prendere coscienza di cosa le spinga ad affidarsi a dei trafficanti per compiere questo viaggio, chiamato rotta del Mediterraneo Centrale. È solo immaginando di essere donna in un Paese misogino, povero e corrotto che si può capire perché decidano di affrontare questo esodo durante il quale il loro corpo diventerà un mero pezzo di carne, una materia prima da vendere e comprare. Nessuna di loro però si aspetta quello che realmente accadrà lungo il tragitto e che una volta arrivate a destinazione dovranno attraversare deserti, saranno detenute contro la propria volontà e senza una ragione, saranno picchiate, vendute più volte e stuprate da uomini, trafficanti, ufficiali, miliziani, saranno uccise. La proibizione di schiavitù e tortura sulla loro pelle non verrà applicata; i loro diritti al movimento, alla libertà, al cercare asilo da persecuzioni, alla vita saranno violati ogni giorno.
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Ermacora, Matteo. "L'inizio della fine Nazisti e civili in fuga dal Reichsgau Wartheland, gennaio-marzo 1945." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 361–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264002.

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Abstract:
L'articolo analizza la fine del dominio nazista nel Wartheland, territorio della Polonia occidentale incorporato nel Terzo Reich nel 1939. Il Gauleiter Arthur Greiser promosse la germanizzazione dell'area mediante il trasferimento dei Volksdeutsche, l'espulsione dei polacchi e lo sterminio degli ebrei. Nel 1945 l'avanzata dell'Armata rossa nel Wartheland determinň una vasta migrazione forzata; vengono analizzati i piani predisposti per l'evacuazione della popolazione, il loro carattere ideologico-propagandistico, le direttrici e le modalitŕ di fuga dei civili. Attraverso l'analisi delle relazioni che i funzionari locali inviarono alla cancelleria del partito nazista, vengono ricostruite la fallimentare mobilitazione della Volkssturm, il cinismo e l'irresponsabilitŕ di Greiser e la dissoluzione dell'amministrazione nazista. La fuga dei profughi tedeschi fu inasprita dalla violenza sovietica, dalla concomitante ritirata della Wehrmacht e dall'ostilitŕ dei polacchi; non meno difficile si rivelň l'assistenza dei profughi nel Reich, dove furono accolti con diffidenza.
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Gabrielli, Lorenzo. "Pandemia e sconvolgimento dei sistemi migratori: il caso del corridoio Marocco-Spagna." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 123–41. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001007.

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Abstract:
In questo articolo, l'autore analizza gli effetti dirompenti della pandemia di CO-VID-19 sul sistema migratorio esistente tra la Spagna e Marocco, utilizzando come approccio teorico il concetto di "frontierizzazione" (bordering). A partire dai primi mesi del 2020, la crescente diffusione del virus SARS-CoV-2 ha generato un pro-fondo sconvolgimento, che si è manifestato in cinque dinamiche principali: 1) l'apparire di nuove migrazioni forzate di ritorno; 2) la perturbazione dei flussi tran-sfrontalieri esistenti; 3) i cambiamenti dei canali informali di migrazione e la ria-pertura della rotta atlantica verso le Canarie; 4) l'emergere di zone-cuscinetto alle frontiere (buffer spaces); 5) la riorganizzazione dei facilitatori delle migrazioni in-formali e delle organizzazioni di smuggling. Nel breve periodo, dunque, lo shock esogeno della pandemia ha provocato cambiamenti profondi, la cui persistenza nel medio e lungo periodo dovrà essere oggetto di attenzione costante in futuro.
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Papadopoulus, Dimitris, and Vassillis Tsianos. "L'autonomia delle migrazioni." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 83–96. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002006.

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Abstract:
Questo contributo sviluppa un approccio in termini di autonomia delle migrazioni all'interno della contemporanea mobilitŕ transnazionale. In particolare, l'ontologia politica di Deleuze e Guattari ed il concetto di divenire sono usati per articolare una pratica politica nella quale gli attori sociali mobili rifuggono dalle loro rappresentazioni normalizzate e ricostituiscono loro stessi lungo il cambiamento delle condizioni della loro esistenza sociale e materiale. Chiamando in causa la ricerca militante sulla migrazione contemporanea in Europa Meridionale, e considerando molti studi di caso sulla mobilitŕ dei clandestini e la ricerca esistente nel campo della sociologia di migrazione discutiamo qui come i diversi movimenti migratori autonomi sfidano le condizioni attuali della sovranitŕ europea. Per esempio viene discusso come le comunitŕ locali e le micro-economie emergono come un risultato dell'attraversamento di confine, come le differenti autoritŕ statali modifichino le loro pratiche di sorveglianza e di detenzione a seconda dei flussi migratori, ed infine a come gli emigranti si trasformano e cambiano costantemente pratiche ed alleanze per sostenere il loro percorso personale di mobilitŕ. I consistenti flussi di lavoratori migranti costituiscono una forza politica anonima ed indefinita, chi arriva in un nuovo contesto pur essendo uno sconosciuto rappresenta una forza sufficientemente potente per sfidare il bilancio delle governance contemporanee.
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Testa, Italo. "Rifugiati, migrazioni forzate ed eco-migranti." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 61 (May 2018): 7–8. http://dx.doi.org/10.3280/las2018-061001.

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Bolzoni, Magda. "Reti sociali e contesti di interazione. Rifugiati somali e congolesi a Torino e Cape Town." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 113–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003007.

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Abstract:
Questo articolo si basa su una ricerca condotta a Torino e Cape Town e analizza i vincoli e le opportunitŕ che caratterizzano la realtŕ di rifugiati somali e congolesi nonché le risorse da essi attivate per inserirsi nella societŕ di arrivo. Vengono qui presentati spunti teorici ed empirici che sottolineano l'importanza di un'analisi situata che consideri il migrante forzato come attore sociale in grado di agire strategicamente. Le caratteristiche del contesto specifico, strutturato da decisioni e interventi internazionali, nazionali e locali, risultano centrali: sebbene la questione delle migrazioni forzate sia di portata globale, l'incontro tra il rifugiato e la societŕ avviene in precisi contesti locali. Inoltre, i rifugiati si dimostrano attori con strategie e risorse eterogenee che costruiscono il proprio percorso con esiti spesso profondamente differenti. Pertanto, tenere in considerazione le reti sociali e i contesti di interazione puň consentire una migliore comprensione della loro situazione.
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Caruso, Francesco Saverio. "Ghetti rurali e profughizzazione del lavoro bracciantile nell'orto d'Italia." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002002.

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Abstract:
L'articolo espone i primi risultati di una ricerca svolta nel corso degli ultimi due an-ni nella provincia di Foggia sul ruolo attivo delle politiche di gestione e controllo delle migrazioni nella segregazione occupazionale del lavoro migrante in agricoltu-ra. Attraverso una ricostruzione quali-quantitativa, lo studio si sofferma su tre di-namiche sociali paradigmatiche del modello di sviluppo agroindustriale dominan-te, che si dispiegano nel caso studio in forma particolarmente significativa: in pri-mo luogo il fenomeno della profughizzazione del lavoro agricolo, frutto del rap-porto inversamente proporzionale tra la crescita della libertà di movimento della componente comunitaria e l'accentuazione della "stanzialità forzata" della com-ponente extracomunitaria più fragile; in secondo luogo la grigizzazione dei rappor-ti di lavoro in agricoltura, punto di equilibrio tra l'emersione formale e la giuridifi-cazione dello sfruttamento; in terzo luogo la centralità funzionale degli insedia-menti informali per il reclutamento di manodopera a basso costo per le attività stagionali della raccolta ortofrutticola. L'articolo pone in evidenza come queste dinamiche mostrino la fragilità implicita in un sistema agroalimentare fondato sul-lo sfruttamento intensivo non solo della terra ma anche della forza-lavoro.
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Talamo, Giuseppina. "Migrazioni forzate per cause ambientali e cambiamenti climatici: un'analisi socio-economica." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 169–85. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002010.

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Abstract:
Nel dibattito recente, la relazione tra lo studio dei movimenti della popolazione causati da mutamenti climatici o prodotti da ragioni di tipo ambientale, ha acquisito una rinnovata centralità all'interno del mondo politico e mediatico ed è stato fatto oggetto di analisi attente da parte del mondo scientifico. In questo lavoro, si intende focalizzare l'attenzione sul fatto che la decisione di migrare è, molto spesso, condizionata da diversi fattori (personali, economici, relazionali) e che l'aspetto ambientale e quello climatico possono, pertanto, essere sì la causa diretta del fenomeno, ma possono anche determinarlo in modo indiretto, incidendo su altri fattori. Con questo saggio, dunque, si intende non solo evidenziare un proble-ma quanto mai attuale, ma dimostrare che anche gli aspetti climatico-ambientali, insieme ad altre variabili, possono avere un ruolo nel determinare importanti spostamenti di popolazione.
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Anzera, Giuseppe, and Alessandra Massa. "Geopolitica e migrazioni forzate: movimenti di popolazione e conseguenze strategiche nelle relazioni internazionali contemporanee." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 123 (December 2020): 122–37. http://dx.doi.org/10.3280/sr2020-123008.

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Ceva, Lucio. "Il Discorso della Corona e i falsi diari." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 620–26. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265006.

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Abstract:
Le autrici riportano alcuni temi emersi nel seminario "Il lavoro che serve alla vita. Percorsi e contraddizioni della dimensione di cura", che si č svolto a Trieste il 24 novembre 2011, organizzato dall'Istituto Saranz, e affrontano la questione del rapporto tra carenze del welfare italiano, migrazioni femminili in continua crescita, disuguaglianze e contraddizioni che si evidenziano nei lavori di cura, con particolare attenzione alle badanti. Le migrazioni femminili transnazionali contemporanee innestano complesse dinamiche conflittuali con implicazioni di genere, generazione e nazionalitŕ. Breadwinners protagoniste o nuove serve segregate in casa, le caregivers che migrano da sole determinano una dislocazione della forza lavoro e delle relazioni affettive. Badanti e collaboratrici familiari si rivelano fondamentali per permettere alle donne occidentali l'emancipazione da una parte del lavoro di cura familiare, facendo emergere la catena globale di subalternitŕ economica e di genere.
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Zorzetto, Sergio, Azzurra Tavano, Giuseppe David Inglese, Giuseppe Cardamone, and Salvatore Inglese. "Per una clinica transculturale nei servizi pubblici di salute mentale: conflitto umanitario e migrazioni forzate di massa." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (October 2017): 23–50. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2017-003003.

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Benedetti, Maura, Minou Mebane, and Diana Oancea. "Promozione del dialogo interculturale in un quartiere multietnico attraverso una ricerca intervento sui profili di comunitŕ." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 87–97. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001008.

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Abstract:
La ricerca-intervento svolta nella prospettiva del modello ecologico delle migrazioni (Coleman 1994; Golini et al. 2001; Prilleltensky, 2008) ha voluto: a) individuare i punti forza e le aree problema percepiti da italiani e migranti, di varie etnie dominanti e minoritarie, abitanti un quartiere romano, b) esaminare il capitale sociale presente tra giovani e c) attivare proposte di cambiamento. Circa 130 adulti e 220 ragazzi hanno preso parte all'analisi, utilizzando tecniche innovative come le "sceneggiature di film" della loro comunitŕ. L'integrazione risulta difficoltosa non solo tra i gruppi etnici e gli italiani, ma soprattutto tra gruppo etnico dominante e gli altri gruppi etnici. I ragazzi che frequentano compagni di altre etnie hanno tuttavia un maggiore capitale sociale. Diverse proposte sono state formulate per risolvere specifiche problematiche emerse dall'analisi di comunitŕ.
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Piga, Maria Lucia. "Sopravvivere alle migrazioni forzate in un quadro di difficile accesso ai servizi del welfare: la salute delle donne vittime di tratta." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (November 2021): 109–23. http://dx.doi.org/10.3280/ses2021-003007.

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Oppio, Alessandra. "Migrants and italian inner areas for an anti-fragility strategy [Migranti e aree interne per una strategia anti fragilità]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 93–100. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212809.

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Abstract:
The paper addresses the issue of migration towards inner areas with respect to the broader framework of the National Strategy for Inland Areas (SNAI). After an introduction on the purpose outlined by the SNAI, the article focuses on the relationship between socio-economic features of the inner areas and migration dynamics, in order to outline some preconditions for the presence of foreigners as active driver for the regeneration of those marginal territories. Thus, a theoretical paradigm has been proposed to address the evaluation process and support the whole policy cycle. Il contributo affronta il tema della migrazione nelle aree interne del paese nel più ampio quadro della Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI). Dopo un’introduzione sulla traiettoria delineata dalla SNAI, l’articolo si concentra sulla relazione tra caratteri socio-economici delle aree interne e dinamiche migratorie, al fine di delineare alcune condizioni perché la presenza di stranieri eserciti una forza rigenerativa dei territori al margine e di definire un paradigma teorico per orientare la valutazione a supporto dell’intero ciclo delle politiche.
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Montaldi, Massimo. "Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, October 8, 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Abstract:
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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