Dissertations / Theses on the topic 'Metodologia della ricerca'

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1

Solco, Adriana. "Metodologia della ricerca educativa e della ricerca formativa." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1548.

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Abstract:
2013-2014
Questo lavoro nasce dall’esigenza di riflettere sul ruolo che l’Autonomia scolastica ha rivestito nella gestione della Scuola. Il punto di partenza è stata l’esigenza di conoscere l’evoluzione che l’autonomia scolastica ha apportato nella cultura organizzativa della scuola, nella gestione del personale e nella sua valorizzazione da parte dei Dirigenti scolastici. Una delle più rilevanti innovazioni in campo scolastico è stata indubbiamente l’attribuzione dell’Autonomia alle Istituzioni Scolastiche. Il lavoro di ricerca ha riguardato, difatti, lo sviluppo e le pratiche professionali dei Dirigenti scolastici nella gestione delle risorse umane, a seguito dell’Autonomia scolastica. Il nostro non vuole essere una formalizzazione sull’Autonomia scolastica, né vuole fornire risposte certe, affermando in quale Paese viene meglio gestita l’Autonomia scolastica, perché a nostro avviso le sistematizzazioni sono strutturate nel tempo e variano a secondo degli angoli di visuale. L’intento principale è stato quello di guardare con occhi lucidi come i Dirigenti scolastici affrontano i problemi quotidiani nella gestione delle risorse umane in Italia e in Inghilterra al fine di trarre spunti di miglioramento per il futuro. [a cura dell'autore]
XXII n.s.
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2

Tosatto, Claudio <1974&gt. "Il passato nell’epoca della sua (ri)producibilità digitale. Torino 1943 - 45. Metodologia della ricerca con tecnologie informatiche. Sistema storico-territoriale di informazione multimediale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1106/1/Tesi_Tosatto_Claudio.pdf.

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Abstract:
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.
If the job of the historian is to understand the past like it has been comprised from the people who have lived it, then is perhaps not risked to think that it is also necessary to communicate turns out you of the searches with own instruments that belong to an age and that they influence the mentality of who in that age alive. Emergent technologies, especially in the area of the multimedialità like the virtual truth, allow the historians to communicate the experience of the past in more senses. In that way the history collaborates with the computer science technologies stopping itself on the possibility to make historical reconstructions virtual, with relati examples and book reviews to you? What mainly it takes care the historians is if a reconstruction of a lived last fact through its recreation in pixels is a method of acquaintance of the history that can be considered valid. That is the emotion that navigation in a truth 3D can provoke, is means in a position to transmitting acquaintance? Or perhaps the idea that we have of the past and its study comes thin changed in the moment in which it is disclosed through the diagram 3D? For a long time but the discipline has begun to above all make the accounts with this situation, forced from the invasività of this type of average, from the show making of the past and one spreading of the partial and antiscientific past. In a literary world post it must begin to think that the visual culture in which we are dipped is changing our relationship with the past: for this the acquaintances matured until today are not false, but it is necessary to recognize that historical truth exists more than one, to times written to times visual. The computer has become one omnipresent platform for the rappresentazione and information dissimation. The methods of interaction and representation are evolving continually. And it is on these two railroads that are move the offer of the computer science technologies to the service of the history. The scope of this thesis is just that one to explore, through it uses and the computer science experimentation of various instruments and technologies, as it can effectively be told the virtual past through three-dimensional objects and atmospheres, and like, in their being characterizing elements of communication, in that way they can collaborate, in this particular case, with the historical discipline. The present search reconstructs some history lines of the main active factories to Turin during the second world war, remembering tightened relation that exists between structures and individuals and in this city in particular between factory and movement laborer, is unavoidable to penetrate in the vicissitudes of the movement Turinese laborer who in the period of the fight of Liberation in city was a political and social subject of first relief. In the city, understanding like been involved biological entity in the war, the factory (or the factories) becomes the conceptual nucleus through which to read the city: they are the factories it objects to it to you main of the strafings and is in the factories that fight one war of liberation between class laborer and authority, of factory and citizens. The factory becomes the place of "usurpation of the power" of which Weber speaks, the stage in which the various episodes of the war are kept: strikes, deportations, occupations.... The model of the city represented here is not a simple visualization but an informative system where the modeled truth is represented from objects, that they make from theatre to the development of events with a precise chronological positioning, to whose inside is possible to carry out operations of selection to render (images static), of filmati estimated (animations) and navigable scenes interactively beyond to activity of search of bibliographical sources and comments of students mainly legacies to the event in object. Objective of this job is to make to interact, through various plans, the historical disciplines and computer science, in the various technological opportunities that this introduces. The offered possibilities of reconstruction from the 3D come therefore put to service of the search, offering an integral vision in a position to approaching us the truth of the age taken in consideration and convogliando in an only espositiva platform all it turns out to you. Spreading Plan Informative Map Multimedia Turin 1945 On the practical plan the plan previews a navigable interface (Flash technology) that it represents the plant of the city of the age, through which it is possible to have a vision of the places and of the times in which the Liberation taken shape, it is to conceptual level, it is to practical level. This I interlace of coordinated in the space and in the time it not only improves the understanding of the phenomena, but it creates a greater interest on the argument through I use it of instruments disclosed you of great effectiveness (and appeal) without to lose sight the necessity of valicare the historical theses proposing itself like didactic platform. A such context demands a study deepened of the historical events to the aim to reconstruct with clarity a map of the city that is precise is topographicalally is to level of multimediale navigation. The preparation of the map must follow the standards of the moment, therefore the used computer science solutions are those supplied from Adobe Illustrator for the realization of the topography, and from Macromedia Flash for the creation of a navigation interface. The base of the data described is obviously consultabile being contained in the medium support and totally annotated in the bibliography. It is the continuous one to evolvere of the information technologies and it massiccia spread of the use of the computers that us door to a substantial change in the study and the historical learning; the academic structures and the operating economic have made the demand own that it reaches from the user (teaching, students, operating of the Cultural Assets) of one greater spread of the historical acquaintance through its computerized representation. On the didactic forehead the reconstruction of an historical truth through instruments informed to us concurs also with the not-historical to touch with hand those that are problematic of the search the which sources lacking, holes of the chronology and appraisal of the authenticity of the facts through tests. The computer science technologies allow a complete, unitary vision and exhausting of the past, convogliando all the information on an only platform, allowing also to who are not specialized to comprise immediately of what are spoken. The better book than history, for its nature, cannot make it in how much divides and organizes the news in various way. In this way to the students it comes given the opportunity to learn through a various rappresentazione regarding those to which they are accustoms to you. The premise centers them of the plan is that it turns out to you in the learning of the students can be improves to you if a concept or a content comes communicated through more channels than expression, in our case through a text, images and a multimediale object. Didactics The Fiorio Tannery is one of the place-symbol of the Turinese Resistance. The plan is one reconstruction in virtual truth of the Fiorio Tannery of Turin. The reconstruction serves to enrich the historical culture is to who produces it, through an accurate search of the sources, is to who can then have use of of, above all the young people, than, attracted from the ludic aspect of the reconstruction, they learn with more facility. The construction of manufatto in 3D supplies to the students the bases in order to recognize and to express the just relation between the model and the historical object. It is made of job through which it is joints to the reconstruction in 3D of the Tannery: a deepened historical search, based on the iconografiche, cartographic sources, that they can be documents of arches or archaeological diggings to you, sources, etc. The modellazione of the buildings on the historical basis for research work, in order to supply the poligonale geometric structure that allows three-dimensional navigation. The realization, through the instruments of the computer graphic of navigation in 3D. Unreal Technology is the name given to the used graphic motor in numerous videogames trades them. One of the fundamental characteristics of such product is that one of having a called instrument Unreal editor with which it is possible to construct virtual worlds, and that it is that one used for this plan. UnrealEd (Ued) is the software in order to create levels for Unreal and the games base to you on the motor of Unreal. E' be used the free version of the editor. The final result of the plan is a navigable virtual atmosphere representing one accurate reconstruction of the Fiorio Tannery to the times of the Resistance. The customer can visit the building and visualize specific information on some points of interest. Navigation comes carried out in first person, a process of "show" of atmospheres visits you through a furnishing consono allows to the customer one greater immersività rendering the more credible and immediately codificabile atmosphere. The Unreal architecture technology has allowed to obtain a good result in the short time, without that they were necessary participations of programming. This motor is, therefore, particularly adapted to the fast realization of prototypes of a discreet quality, the presence of a sure number of bug renders it, but, in inaffidabile part. To use a editor from videogame for this foretell reconstruction the possibility of a its employment in the didactic field, what the simulations in 3D allow in the specific case are to allow the students to experience the job of the historical reconstruction, with all the problems that the historian must face in recreating the past. This job wants to be for the historians a experience in the direction of the creation of a expressive repertorio more wide one, that it includes three-dimensional atmospheres. The risk to employ of the time in order to learn as this technology works in order to generate virtual spaces renders skeptics how many is engaged in the instruction, but the experiences of plans develop to you, above all to the foreign country, serve to understand that they are a good investment. The fact that a software house, that happening of public creates a videogame of large, includes in its product, a series of instruments that concur with the customer the creation of own worlds in which playing, it is sintomatico that the computer science schooling of the medium customers is growing more and more quickly and that I use it of a editor as Unreal Engine will be in future one activity to the capacity of a more and more immense public. This puts to us in the conditions for planning modules of instruction more immersed to you, in which the experience of the search and the reconstruction of the past they interlace with the more traditional study of the events of one sure age. The virtual worlds interatti to you often come defined like the cultural shape key of XXI the century, as the cinema it has been for the XX. The scope of this job has been that one to suggest that the objects and the acclimatizations in 3D are large opportunities for the historians employing, and that they must pick them. The fact is considered that the aesthetic one has an effect on the epistemologiy. Or at least on the shape that turns out you of the historical searches they assume in the moment in which they must be diffuse. A made historical analysis in superficial way or with presupposed wrong can however be diffuse and to have credit in numerous atmospheres if diffused with winning and modern means. Here why it does not convene to bury a good job in some library, in attended that someone discovers it. Here why the historians do not have to ignore the 3D. Our ability, like students and students, to perceive important ideas and guidelines often depends on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit that 3D the door with himself, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. An historical reconstruction can be much profit from the educational point of view is not from who the visit but, also from who it realizes it. The phase of necessary search for the reconstruction cannot make other that to increase the background cultural of the developer. Conclusions The thing more important has been the possibility to make experiences in the use of mass media of this kind in order to tell and to introduce the past. Turning upside down the cognitive paradigm that I had learned in the humanistic studies, I have tried to desumere those that we will be able to call "universal laws" from the objective data emerged from these experiments. From epistemologico point of view computer science, with its ability to manage impressive masses of data, gives to the students the possibility to formulate of the hypotheses and then to assess them or to refute them through reconstructions and simulations. My job has gone in this direction, trying to know and to use instruments it puts into effect them that in the future they will have always greater presence in the communication (also scientific) and that they are the mass media of excellence for determined bands of ages (adolescent). Wanting to push to the end the terms we can say that the challenge that today the visual culture places to the traditional methods of making history is the same one that Erodoto and contrapposero Tucidide to the narrators of myths and legends. Before Erodoto the myth existed, that it was means perfectly adapted in order to tell and to give meant to the past of one tribe or one city. In a literary world post our acquaintance of the past is thin changing in the moment in which we see it represented from pixel or when the information gush not alone, but thanks to the interattività with means. Our ability as studious and students to perceive important ideas and guidelines often depend on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit sottinteso to the 3D, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. The experiences collections in the previous pages carry to not too much think that in a future far away an instrument to us as the computer will be the only means through which transmitting acquaintances, and from the didactic point of view its interattività concurs involvement in the students like no other modern mass media.
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Tosatto, Claudio <1974&gt. "Il passato nell’epoca della sua (ri)producibilità digitale. Torino 1943 - 45. Metodologia della ricerca con tecnologie informatiche. Sistema storico-territoriale di informazione multimediale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1106/.

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Abstract:
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.
If the job of the historian is to understand the past like it has been comprised from the people who have lived it, then is perhaps not risked to think that it is also necessary to communicate turns out you of the searches with own instruments that belong to an age and that they influence the mentality of who in that age alive. Emergent technologies, especially in the area of the multimedialità like the virtual truth, allow the historians to communicate the experience of the past in more senses. In that way the history collaborates with the computer science technologies stopping itself on the possibility to make historical reconstructions virtual, with relati examples and book reviews to you? What mainly it takes care the historians is if a reconstruction of a lived last fact through its recreation in pixels is a method of acquaintance of the history that can be considered valid. That is the emotion that navigation in a truth 3D can provoke, is means in a position to transmitting acquaintance? Or perhaps the idea that we have of the past and its study comes thin changed in the moment in which it is disclosed through the diagram 3D? For a long time but the discipline has begun to above all make the accounts with this situation, forced from the invasività of this type of average, from the show making of the past and one spreading of the partial and antiscientific past. In a literary world post it must begin to think that the visual culture in which we are dipped is changing our relationship with the past: for this the acquaintances matured until today are not false, but it is necessary to recognize that historical truth exists more than one, to times written to times visual. The computer has become one omnipresent platform for the rappresentazione and information dissimation. The methods of interaction and representation are evolving continually. And it is on these two railroads that are move the offer of the computer science technologies to the service of the history. The scope of this thesis is just that one to explore, through it uses and the computer science experimentation of various instruments and technologies, as it can effectively be told the virtual past through three-dimensional objects and atmospheres, and like, in their being characterizing elements of communication, in that way they can collaborate, in this particular case, with the historical discipline. The present search reconstructs some history lines of the main active factories to Turin during the second world war, remembering tightened relation that exists between structures and individuals and in this city in particular between factory and movement laborer, is unavoidable to penetrate in the vicissitudes of the movement Turinese laborer who in the period of the fight of Liberation in city was a political and social subject of first relief. In the city, understanding like been involved biological entity in the war, the factory (or the factories) becomes the conceptual nucleus through which to read the city: they are the factories it objects to it to you main of the strafings and is in the factories that fight one war of liberation between class laborer and authority, of factory and citizens. The factory becomes the place of "usurpation of the power" of which Weber speaks, the stage in which the various episodes of the war are kept: strikes, deportations, occupations.... The model of the city represented here is not a simple visualization but an informative system where the modeled truth is represented from objects, that they make from theatre to the development of events with a precise chronological positioning, to whose inside is possible to carry out operations of selection to render (images static), of filmati estimated (animations) and navigable scenes interactively beyond to activity of search of bibliographical sources and comments of students mainly legacies to the event in object. Objective of this job is to make to interact, through various plans, the historical disciplines and computer science, in the various technological opportunities that this introduces. The offered possibilities of reconstruction from the 3D come therefore put to service of the search, offering an integral vision in a position to approaching us the truth of the age taken in consideration and convogliando in an only espositiva platform all it turns out to you. Spreading Plan Informative Map Multimedia Turin 1945 On the practical plan the plan previews a navigable interface (Flash technology) that it represents the plant of the city of the age, through which it is possible to have a vision of the places and of the times in which the Liberation taken shape, it is to conceptual level, it is to practical level. This I interlace of coordinated in the space and in the time it not only improves the understanding of the phenomena, but it creates a greater interest on the argument through I use it of instruments disclosed you of great effectiveness (and appeal) without to lose sight the necessity of valicare the historical theses proposing itself like didactic platform. A such context demands a study deepened of the historical events to the aim to reconstruct with clarity a map of the city that is precise is topographicalally is to level of multimediale navigation. The preparation of the map must follow the standards of the moment, therefore the used computer science solutions are those supplied from Adobe Illustrator for the realization of the topography, and from Macromedia Flash for the creation of a navigation interface. The base of the data described is obviously consultabile being contained in the medium support and totally annotated in the bibliography. It is the continuous one to evolvere of the information technologies and it massiccia spread of the use of the computers that us door to a substantial change in the study and the historical learning; the academic structures and the operating economic have made the demand own that it reaches from the user (teaching, students, operating of the Cultural Assets) of one greater spread of the historical acquaintance through its computerized representation. On the didactic forehead the reconstruction of an historical truth through instruments informed to us concurs also with the not-historical to touch with hand those that are problematic of the search the which sources lacking, holes of the chronology and appraisal of the authenticity of the facts through tests. The computer science technologies allow a complete, unitary vision and exhausting of the past, convogliando all the information on an only platform, allowing also to who are not specialized to comprise immediately of what are spoken. The better book than history, for its nature, cannot make it in how much divides and organizes the news in various way. In this way to the students it comes given the opportunity to learn through a various rappresentazione regarding those to which they are accustoms to you. The premise centers them of the plan is that it turns out to you in the learning of the students can be improves to you if a concept or a content comes communicated through more channels than expression, in our case through a text, images and a multimediale object. Didactics The Fiorio Tannery is one of the place-symbol of the Turinese Resistance. The plan is one reconstruction in virtual truth of the Fiorio Tannery of Turin. The reconstruction serves to enrich the historical culture is to who produces it, through an accurate search of the sources, is to who can then have use of of, above all the young people, than, attracted from the ludic aspect of the reconstruction, they learn with more facility. The construction of manufatto in 3D supplies to the students the bases in order to recognize and to express the just relation between the model and the historical object. It is made of job through which it is joints to the reconstruction in 3D of the Tannery: a deepened historical search, based on the iconografiche, cartographic sources, that they can be documents of arches or archaeological diggings to you, sources, etc. The modellazione of the buildings on the historical basis for research work, in order to supply the poligonale geometric structure that allows three-dimensional navigation. The realization, through the instruments of the computer graphic of navigation in 3D. Unreal Technology is the name given to the used graphic motor in numerous videogames trades them. One of the fundamental characteristics of such product is that one of having a called instrument Unreal editor with which it is possible to construct virtual worlds, and that it is that one used for this plan. UnrealEd (Ued) is the software in order to create levels for Unreal and the games base to you on the motor of Unreal. E' be used the free version of the editor. The final result of the plan is a navigable virtual atmosphere representing one accurate reconstruction of the Fiorio Tannery to the times of the Resistance. The customer can visit the building and visualize specific information on some points of interest. Navigation comes carried out in first person, a process of "show" of atmospheres visits you through a furnishing consono allows to the customer one greater immersività rendering the more credible and immediately codificabile atmosphere. The Unreal architecture technology has allowed to obtain a good result in the short time, without that they were necessary participations of programming. This motor is, therefore, particularly adapted to the fast realization of prototypes of a discreet quality, the presence of a sure number of bug renders it, but, in inaffidabile part. To use a editor from videogame for this foretell reconstruction the possibility of a its employment in the didactic field, what the simulations in 3D allow in the specific case are to allow the students to experience the job of the historical reconstruction, with all the problems that the historian must face in recreating the past. This job wants to be for the historians a experience in the direction of the creation of a expressive repertorio more wide one, that it includes three-dimensional atmospheres. The risk to employ of the time in order to learn as this technology works in order to generate virtual spaces renders skeptics how many is engaged in the instruction, but the experiences of plans develop to you, above all to the foreign country, serve to understand that they are a good investment. The fact that a software house, that happening of public creates a videogame of large, includes in its product, a series of instruments that concur with the customer the creation of own worlds in which playing, it is sintomatico that the computer science schooling of the medium customers is growing more and more quickly and that I use it of a editor as Unreal Engine will be in future one activity to the capacity of a more and more immense public. This puts to us in the conditions for planning modules of instruction more immersed to you, in which the experience of the search and the reconstruction of the past they interlace with the more traditional study of the events of one sure age. The virtual worlds interatti to you often come defined like the cultural shape key of XXI the century, as the cinema it has been for the XX. The scope of this job has been that one to suggest that the objects and the acclimatizations in 3D are large opportunities for the historians employing, and that they must pick them. The fact is considered that the aesthetic one has an effect on the epistemologiy. Or at least on the shape that turns out you of the historical searches they assume in the moment in which they must be diffuse. A made historical analysis in superficial way or with presupposed wrong can however be diffuse and to have credit in numerous atmospheres if diffused with winning and modern means. Here why it does not convene to bury a good job in some library, in attended that someone discovers it. Here why the historians do not have to ignore the 3D. Our ability, like students and students, to perceive important ideas and guidelines often depends on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit that 3D the door with himself, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. An historical reconstruction can be much profit from the educational point of view is not from who the visit but, also from who it realizes it. The phase of necessary search for the reconstruction cannot make other that to increase the background cultural of the developer. Conclusions The thing more important has been the possibility to make experiences in the use of mass media of this kind in order to tell and to introduce the past. Turning upside down the cognitive paradigm that I had learned in the humanistic studies, I have tried to desumere those that we will be able to call "universal laws" from the objective data emerged from these experiments. From epistemologico point of view computer science, with its ability to manage impressive masses of data, gives to the students the possibility to formulate of the hypotheses and then to assess them or to refute them through reconstructions and simulations. My job has gone in this direction, trying to know and to use instruments it puts into effect them that in the future they will have always greater presence in the communication (also scientific) and that they are the mass media of excellence for determined bands of ages (adolescent). Wanting to push to the end the terms we can say that the challenge that today the visual culture places to the traditional methods of making history is the same one that Erodoto and contrapposero Tucidide to the narrators of myths and legends. Before Erodoto the myth existed, that it was means perfectly adapted in order to tell and to give meant to the past of one tribe or one city. In a literary world post our acquaintance of the past is thin changing in the moment in which we see it represented from pixel or when the information gush not alone, but thanks to the interattività with means. Our ability as studious and students to perceive important ideas and guidelines often depend on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit sottinteso to the 3D, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. The experiences collections in the previous pages carry to not too much think that in a future far away an instrument to us as the computer will be the only means through which transmitting acquaintances, and from the didactic point of view its interattività concurs involvement in the students like no other modern mass media.
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Serra, Alessandro. "Productive Failure: Studio e sperimentazione della metodologia didattica nella materia Informatica di un liceo scientifico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20957/.

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Abstract:
L'informatica da pochi anni è diventata materia di indirizzo nei licei scientifici con indirizzo "Scienze Applicate". Questa novità ha obbligato a ripensare a quali potrebbero essere le metodologie didattiche migliori per l'insegnamento della materia all'interno di questo nuovo contesto scolastico. Dopo aver introdotto le varie teorie dell'apprendimento, comportamentiste, cognitiviste e costruttiviste, questo lavoro di tesi illustra una nuova metodologia didattica chiamata \emph{productive failure}, proposta dal professor Manu Kapur. Verranno descritte le varie fasi di lavoro in cui si articola una ricerca empirica in educazione, secondo le indicazioni delle professoresse di pedagogia Cristina Coggi e Paola Ricchiardi. Questo elaborato illustra poi una sperimentazione didattica svolta secondo la metodologia del productive failure nella materia informatica in una classe di liceo scientifico, di opzione scienze applicate. In particolare la sperimentazione riguarda un'unità didattica dedicata agli algoritmi di ricerca ed ordinamento. Si è inteso valutare l'effettiva efficacia della metodologia del productive failure rispetto alle metodologie di insegnamento tradizionali utilizzate al liceo per l'insegnamento dell'informatica, spesso di stampo istruttivista. La sperimentazione ha evidenziato miglioramenti sul gruppo di studenti che vi hanno preso parte, sia dal punto di vista degli apprendimenti, sia dal punto di vista della partecipazione e del gradimento.
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MANZI, LUCA. "L'AUTORE DI FICTION TELEVISIVA IN ITALIA, UNA RICERCA ETNOGRAFICA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/256.

Full text
Abstract:
La tesi descrive il processo di ideazione e scrittura di lunga serialità in Italia attraverso l'osservazione etnografica di due scritture di fiction avvenute nel 2007; attraverso l'analisi etnografica si evidenziano le prassi professionali e le dinamiche interpersonali che si stabiliscono durante i processi di ideazione e scrittura, con particolare attenzione ai processi di negoziazione creativa e di differenze generazionali.
Thesis describes the creative and writing process of two fiction series in Italy, through ethnographical observation of two writing processes which took place in 2007; through ethnographical analysis professional habits and interpersonal dynamics are underlined, during creative and writing process; spotlight has been put on creative negotiations processes and generational differences.
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MANZI, LUCA. "L'AUTORE DI FICTION TELEVISIVA IN ITALIA, UNA RICERCA ETNOGRAFICA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/256.

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Abstract:
La tesi descrive il processo di ideazione e scrittura di lunga serialità in Italia attraverso l'osservazione etnografica di due scritture di fiction avvenute nel 2007; attraverso l'analisi etnografica si evidenziano le prassi professionali e le dinamiche interpersonali che si stabiliscono durante i processi di ideazione e scrittura, con particolare attenzione ai processi di negoziazione creativa e di differenze generazionali.
Thesis describes the creative and writing process of two fiction series in Italy, through ethnographical observation of two writing processes which took place in 2007; through ethnographical analysis professional habits and interpersonal dynamics are underlined, during creative and writing process; spotlight has been put on creative negotiations processes and generational differences.
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CELARDI, ELVIRA. "Teorie e pratiche valutative in ambito sociale. La teoria del cambiamento nella strategia di intervento della Fondazione CON IL SUD." Doctoral thesis, Università degli studi di Catania, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1609677.

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Abstract:
Questo lavoro si configura come una riflessione teorica sugli interventi (politiche, programmi, progetti) di natura sociale. Il punto di vista attraverso cui viene sviluppata la riflessione è, tuttavia, inverso rispetto a quello che comunemente si ritrova nei vari manuali di programmazione e progettazione sociale, in quanto si guarda sì al ciclo di vita degli interventi ma dalla prospettiva di chi è chiamato a valutarne il funzionamento. L’elaborato si confronta, infatti, con un tema di grande interesse nel dibattito scientifico e metodologico sulla valutazione degli interventi di carattere sociale, vale a dire: la costruzione di un 'pensiero valutativo' che sia in grado di orientare la scelta di un disegno di ricerca adatto a riconoscere e valutare i cambiamenti generati da programmi sociali complessi inseriti in sistemi sociali altrettanto complessi. Più nello specifico, il lavoro di ricerca propone l’adozione di una prospettiva (più ampia rispetto a quella in uso nella valutazione mainstream, generalmente fondato su una logica controfattuale) attraverso cui scegliere e quando è necessario combinare gli approcci valutativi disponibili in letteratura. Dopo aver passato in rassegna e analizzato i principali modelli valutativi che si sono sviluppatisi negli Stati Uniti a partire dagli anni ’70, il lavoro di ricerca traccia le linee di quella che può essere definita “teoria della valutazione” e sviluppa una riflessione sulle principali lezioni che se ne possono ricavare in termini pratici. Sulla base degli insegnamenti che si possono trarre dalla ricostruzione della “teoria della valutazione” saranno individuate alcune indicazioni pratiche utili rispetto al modo in cui orientarsi nella costruzione del piano di valutazione di programmi complessi. Un’attenzione particolare è dedicata al modo attraverso cui identificare le costellazioni di circostanze che si associano all’emergere di casi di successo e su come ricorrere alla valutazione come strumento per promuovere il cambiamento nei territori. Le riflessioni teoriche argomentate e discusse nella parte teorica della tesi saranno poi applicate empiricamente attraverso la conduzione di uno studio di caso che si presenta come una valutazione possibilista basata sulla teoria. Traendo ispirazione dai contributi di Albert Hirschman e Judith Tendler e più in generale dal filone di approcci valutativi di pensiero positivo, la valutazione sarà utilizzata come strumento per individuare traiettorie positive di cambiamento apprezzabili in alcune aree del Sud Italia, a partire dalle azioni realizzate grazie al sostegno economico della Fondazione CON IL SUD. L’analisi valutativa, condotta su 205 progetti, mostra come l’ ipotesi di cambiamento che sta alla base della strategia della Fondazione CON IL SUD, una volta diventata azione, va a scontrarsi con le particolari caratteristiche dei luoghi, delle persone e delle organizzazioni a cui essa è destinata. I risultati della ricerca permettono di comprendere cosa ne è stato dei progetti sostenuti attraverso il sostegno economico della Fondazione nel medio-lungo periodo, spiegando se e quali esiti auspicati dalla Fondazione sono stati raggiunti o meno e in questo caso quali vincoli o difficoltà sono intervenuti e in quali circostanze. Un elemento di originalità rispetto alla valutazione mainstream legato all’impostazione possibilista del lavoro riguarda la possibilità di individuare e spiegare in quali circostanze tali vincoli sono stati superati e quali strategie hanno messo in atto gli attori per farlo, ma soprattutto la possibilità di scorgere se si sono registrati cambiamenti positivi, in qualche modo collegati all’ attivazione delle attività realizzate grazie ai finanziamenti elargiti dalla FCS che non rientravano negli obiettivi iniziali dei progetti. Il lavoro di ricerca, inoltre, spiega come è perché si sono verificati tali cambiamenti. I risultati dell’ analisi mostrano infatti, che: se è vero che alla base della strategia della Fondazione vi è la capacità delle organizzazioni e delle parti sociali di creare forti legami nei territori (incrementando il capitale sociale e conseguentemente la coesione sociale), è vero anche che in assenza di risorse (economiche, umane, strutturali) è difficile per le organizzazioni che operano nei territori garantire la continuità delle azioni e mantenere nel tempo i cambiamenti positivi (attesi o inattesi, diretti o indiretti) che da queste sono derivate. Partendo da questo risultato di ricerca, un’attenzione particolare sarà dedicata all’analisi delle strategie di sostentamento che hanno consentito alle organizzazioni partner dei progetti analizzati di mantenere nel tempo gli effetti positivi realizzati, producendo sviluppo a livello locale. Il lavoro è articolato in quattro parti: a) la prima, introduttiva, è volta a spiegare le motivazioni che hanno condotto a perseguire l’impostazione di ricerca adottata; b) nella seconda, di carattere teorico, si sottoporrà ad un’analisi critica il rapporto che intercorre tra la ricerca valutativa e l’azione che rappresenta il suo oggetto di ricerca, inoltre, attraverso un’analisi delle teorie che hanno ispirato le (e sono state il risultato delle) pratiche valutative nel panorama statunitense si metterà in discussione il modello mainstream di valutazione degli interventi sociali diffuso in Italia; c) la terza parte segna il passaggio dalle teorie alla pratica, fornendo alcune indicazioni che saranno utilizzate per valutare la strategia di intervento della Fondazione CON IL SUD; d) nella parte finale del lavoro saranno presentati i risultati della ricerca valutativa. La parte finale della tesi è dedicata alla comprensione della “ teoria del cambiamento” della Fondazione con il SUD, che sarà ricostruita nel corso della valutazione. Si vedrà in altre parole se e come la teoria è stata modificata nel corso dell’esperienza, tenendo conto del punto di vista degli attuatori. Al fine di favorire l’apprendimento degli attori locali su cosa ha funzionato meglio tenendo conto della loro esperienza, l’impianto metodologico (Theory driven evaluation ) è stato inserito all’interno di un framework positivo (Positive thinking ). L’ipotesi di cambiamento (teoria del programma) sottostante alla strategia di intervento della Fondazione, sarà confrontata con le teorie (teoria dell’implementazione) che derivano dall’esperienza pratica dei responsabili (progettisti, operatori, volontari, ecc..) dell’attuazione dei progetti. Da qui il ricorso alla parola "teorie” che, nell’elaborato, si riferisce da un lato alle teorie che guidano i diversi approcci metodologici, dall’altro a quelle sottostanti il funzionamento dei programmi.
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Sanecki, Artur. "Approccio canonico, tra storia e teologia, alla ricerca di un nuovo paradigma post-critico : l'analisi della metodologia canonica di B. S. Childs dal punto di vista cattolico /." Roma : Ed. Pontificia università gregoriana, 2004. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39181609f.

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Berto, Raul. "La salvaguardia ambientale in edilizia.Verifica della metodologia LCA attraverso l'applicazione a un caso di studio.Analisi critica e contributi per un possibile sviluppo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/11014.

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Abstract:
2013/2014
A partire dallo studio della nascita e dello sviluppo delle riflessioni intorno alle questioni ambientali, nell’ambito del presente lavoro sono stati affrontati i temi relativi alla sostenibilità nel settore dell’edilizia introducendo l’approccio life cycle thinking e in particolare la metodologia life cycle assessment LCA. Dopo aver studiato la metodologia LCA a partire dalle sue origini e sviluppo fino alla sua codificazione, sono state illustrate le principali applicazioni di tale strumento. La parte successiva ha riguardato l’applicazione della metodologia ad un caso di studio rappresentato dai pannelli Cross Laminated Timber CLT prodotti dall’azienda Diemme Legno snc di Pontebba. In seguito all’applicazione della metodologia LCA al caso di studio è stata condotta un’analisi critica che ha permesso una migliore individuazione di pregi e criticità della stessa, soprattutto in riferimento al relativo utilizzo nell’ambito di materiali, prodotti e organismi edilizi. Quindi, sono stati analizzati passo passo tutti gli aspetti principali legati ad ogni fase della metodologia e dagli esiti di questa analisi è stato possibile individuare dei possibili ambiti di sviluppo della stessa. In particolare, essendo l’interpretazione dei potenziali impatti ambientali possibile solo attraverso la comparazione, è stata avanzata una proposta volta alla definizione di un sistema utile per poter definire dei livelli prestazionali, o benchmark, che permetta una contestualizzazione dei risultati degli studi LCA. Tali benchmark sono definiti per prodotto edilizio e in virtù del sistema proposto, sono continuamente aggiornati in funzione dell’evolversi del contesto tecnologico e ambientale. Tramite l’utilizzo dei benchmark inoltre, i progettisti potranno interpretare in modo più chiaro i risultati di studi LCA e quindi effettuare scelte ecologicamente consapevoli.
XXVII Ciclo
1988
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Rossetto, Manuel <1992&gt. "Il patrimonio etnografico delle imbarcazioni minori nella laguna veneta e della gronda: un approccio attraverso il censimento delle associazioni remiere." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17171.

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Abstract:
La gronda lagunare, ossia l’area della pianura veneta adiacente alla Laguna di Venezia, è solcata da uno dei sistemi fluviali più rilevanti d’Italia; fin dalle epoche più remote i fiumi e i canali vennero utilizzati come strade liquide per lo sviluppo sociale ed economico locale. La città di Battaglia Terme, attraversata dal canale di Battaglia, era simbolo d’eccellenza di questo passato commerciale e fulcro dei collegamenti tra Vicenza e Padova con il porto di Chioggia. Qui, nel tempo si è stratificato un patrimonio navale e nautico materiale e immateriale molto consistente che, se pur notevolmente ridotto, sopravvive per merito delle associazioni culturali, delle società remiere e di altre realtà che sono state fondate spontaneamente. Lo scopo di questo lavoro è esplorare il mondo di questo associazionismo (nel senso ampio e generale del termine), dell’area geografica corrispondente alla gronda lagunare, per conoscere l’impatto sociale, culturale e economico, talvolta legato anche a un turismo selezionato e sostenibile, che esercitano da anni sulla popolazione del territorio. Per raggiungere questo obiettivo si è deciso di censire ed esplorare, attraverso la schedatura, dove sono localizzate, quale patrimonio materiale e immateriale nautico e navale conservano e valorizzano, quali sono le occasioni di incontro e competizione con le altre remiere, come trasmettono questa eredità culturale alle persone, alle nuove generazioni e molte altre informazioni sono emerse con il censimento che è stato eseguito.
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Mantellini, Simone <1974&gt. "La gestione dell'acqua come oggetto d'indagine per la ricostruzione delle dinamiche insediamentali e delle trasformazioni del territorio. Il caso di Samarcanda nella Media Valle dello Zeravshan (Uzbekistan)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2023/1/Mantellini_Simone_Acqua_e_Popolamento_Storico_a_Samarcanda.pdf.

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Abstract:
The Project dealt with the development of settlement pattern and the irrigation system in Samarkand oasis. The main topic of the research is the dating of the Dargom canal, the main water supply of Samarkand in the ancient times as well as today. The Project provided a new hypothesis on the chronology of Dargom, dated back to the Early centuires of the Current Era, in relation with the different phases of the settlement patterns. The researches were carried out with several international teams and schoalrs belonging to several disciplines.
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Mantellini, Simone <1974&gt. "La gestione dell'acqua come oggetto d'indagine per la ricostruzione delle dinamiche insediamentali e delle trasformazioni del territorio. Il caso di Samarcanda nella Media Valle dello Zeravshan (Uzbekistan)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2023/.

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Abstract:
The Project dealt with the development of settlement pattern and the irrigation system in Samarkand oasis. The main topic of the research is the dating of the Dargom canal, the main water supply of Samarkand in the ancient times as well as today. The Project provided a new hypothesis on the chronology of Dargom, dated back to the Early centuires of the Current Era, in relation with the different phases of the settlement patterns. The researches were carried out with several international teams and schoalrs belonging to several disciplines.
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Tassinari, Cristian <1975&gt. "Colombarone (PU). Scavo del Palatium e della Basilica di San Cristoforo ad Aquilam." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/1196/1/Cristian_Tassinari_Colombarone_%28PU%29_Scavo_del_palatium_e_della_basilica_di_S_Cristoforo_ad_Aquila.pdf.

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Tassinari, Cristian <1975&gt. "Colombarone (PU). Scavo del Palatium e della Basilica di San Cristoforo ad Aquilam." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/1196/.

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Vecchietti, Erika <1976&gt. "Aspetti economici e direttrici commerciali in Caonia: le anfore di Phoinike, Albania e del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2986/1/Vecchietti.pdf.

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Vecchietti, Erika <1976&gt. "Aspetti economici e direttrici commerciali in Caonia: le anfore di Phoinike, Albania e del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2986/.

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Baroncioni, Andrea <1976&gt. "La città di Trento tra Tardo Antico e Alto Medio Evo: la genesi della città medievale e lo spazio del sacro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5053/1/baroncioni_andrea_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scavo della chiesa di Santa MAria Maggiore ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla storia della città di Trento, sulla città tardo antica e sul processo di cristianizzazione. Il primo impianto ecclesiastico, datato a dopo la metà del V d. C. secolo, sorge su un precedente impianto termale realizzato intorno al II secolo d. C. ed appare caratterizzato da un forte carattere monumentale. La chiesa, a tre navate, presentava un presbiterio rialzato decorato in una prima fase da un opus sectile poi sostituito nel VI secolo da un mosaico policromo. Sono state rinvenute inoltre, parti consistenti della decorazione architettonica di fine VIII secolo pertinente questo stesso impianto che non subirà importanti modifiche fino alla realizzazione del successivo edificio di culto medievale, meno esteso e dai caratteri decisamente meno monumentali, caratterizzato dalla presenza di un esteso campo cimiteriale rinvenuto a nord della chiesa. A questo impianto ne succede un terzo, probabilmente a due navate, e dalla ricca decorazione pittorica demolito in età tardo rinascimentale per la realizzazione della chiesa attuale.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore allowed us to gain important information on the history of the city of Trento during the Late Antiquity and the process of Christianization. The first church, of the second half of Vth century AD, stands on a previous thermal structure built around the IInd century AD and is characterized by a strong monumental character. The church, with three naves, presented a raised presbytery, decorated (during the first phase) with an opus sectile then replaced in the VIth century by a polychrome mosaic. Were also found major parts of the architectural decoration of late VIIIth century, belonging to this same system, which won't be significantly modified until the completion of the subsequent medieval religious building, much less extensive and with less monumental aspect, characterized by the presence of an extensive cemetery found at north of the church. The third structural phase, organized in two naves, had rich fresco decorations, and was demolished in the Late Renaissance to build the present church.
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Baroncioni, Andrea <1976&gt. "La città di Trento tra Tardo Antico e Alto Medio Evo: la genesi della città medievale e lo spazio del sacro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5053/.

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Abstract:
Lo scavo della chiesa di Santa MAria Maggiore ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla storia della città di Trento, sulla città tardo antica e sul processo di cristianizzazione. Il primo impianto ecclesiastico, datato a dopo la metà del V d. C. secolo, sorge su un precedente impianto termale realizzato intorno al II secolo d. C. ed appare caratterizzato da un forte carattere monumentale. La chiesa, a tre navate, presentava un presbiterio rialzato decorato in una prima fase da un opus sectile poi sostituito nel VI secolo da un mosaico policromo. Sono state rinvenute inoltre, parti consistenti della decorazione architettonica di fine VIII secolo pertinente questo stesso impianto che non subirà importanti modifiche fino alla realizzazione del successivo edificio di culto medievale, meno esteso e dai caratteri decisamente meno monumentali, caratterizzato dalla presenza di un esteso campo cimiteriale rinvenuto a nord della chiesa. A questo impianto ne succede un terzo, probabilmente a due navate, e dalla ricca decorazione pittorica demolito in età tardo rinascimentale per la realizzazione della chiesa attuale.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore allowed us to gain important information on the history of the city of Trento during the Late Antiquity and the process of Christianization. The first church, of the second half of Vth century AD, stands on a previous thermal structure built around the IInd century AD and is characterized by a strong monumental character. The church, with three naves, presented a raised presbytery, decorated (during the first phase) with an opus sectile then replaced in the VIth century by a polychrome mosaic. Were also found major parts of the architectural decoration of late VIIIth century, belonging to this same system, which won't be significantly modified until the completion of the subsequent medieval religious building, much less extensive and with less monumental aspect, characterized by the presence of an extensive cemetery found at north of the church. The third structural phase, organized in two naves, had rich fresco decorations, and was demolished in the Late Renaissance to build the present church.
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Zanfini, Massimo <1975&gt. "Aspetti dell'architettura religiosa a Trento: il caso della basilica di S. Maria Maggiore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6093/1/zanfini_massimo_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scavo di Santa Maria Maggiore a Trento ha permesso di mettere in luce strutture precedenti fino al I sec. d.C. . Di queste, il presente lavoro ha analizzato quelle riferibili agli edifici sacri, di cui il primo costruito nella seconda metà del V sec. d.C. . Lo studio dell'edificio è stato utilizzato per cercare di comprendere le modalità con cui è avvenuta la monumentalizzazione dei luoghi di culto a Trento, e le dinamiche di interazione tra comunità religiosa e autorità civile.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore in Trento allowed us to bring to light previous archaeological structures until the I B.C.. This thesis analized the structures that can be referred to the previous churches, the first built in the second half of the 5th century. The data has been studied in order to understand how the first monumental christian buildings were built in Trento, and the methods of the interaction between the christian community and the constituted authority.
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Zanfini, Massimo <1975&gt. "Aspetti dell'architettura religiosa a Trento: il caso della basilica di S. Maria Maggiore." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6093/.

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Abstract:
Lo scavo di Santa Maria Maggiore a Trento ha permesso di mettere in luce strutture precedenti fino al I sec. d.C. . Di queste, il presente lavoro ha analizzato quelle riferibili agli edifici sacri, di cui il primo costruito nella seconda metà del V sec. d.C. . Lo studio dell'edificio è stato utilizzato per cercare di comprendere le modalità con cui è avvenuta la monumentalizzazione dei luoghi di culto a Trento, e le dinamiche di interazione tra comunità religiosa e autorità civile.
The excavation of the church of Santa Maria Maggiore in Trento allowed us to bring to light previous archaeological structures until the I B.C.. This thesis analized the structures that can be referred to the previous churches, the first built in the second half of the 5th century. The data has been studied in order to understand how the first monumental christian buildings were built in Trento, and the methods of the interaction between the christian community and the constituted authority.
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Valese, Immacolata <1987&gt. "The Archaeology of Cahokia's West Plaza. Excavations in the Merrell Tract." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8228/1/Valese_Immacolata_Tesi.pdf.

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Abstract:
With more than 100 earthen pyramids, Cahokia was the largest polity of pre-Columbian North America. Located a few kilometres from present day St. Louis (MO), it rose to be the greatest Mississippian settlement by the middle of the 11th century; until its abandonment at the end of the 14th century. Even though Cahokia is the largest Mississippian settlement, the archaeological investigations led at the site have interested only a small part of its extension. This dissertation focuses on the extensive excavations led in the Merrell Tract by the University of Bologna from 2011 to 2016. The investigations were carried out in one of the main public areas of the site, the West Plaza, and involved, for the first time at Cahokia, the employment of photogrammetry and GIS as methods of data management, recording and post processing. Along with the description of the results obtained during the University of Bologna’s excavations, the author dedicated part of the work to the collection of data from previous excavations led in the area since 1920s. Through the comparative analysis of the data recovered, the author intends to propose new hypothesis concerning the settlement dynamics and use of space of the area and its contextualization in the wider picture of the history of this Mississippian centre.
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Kocollari, Mirela <1988&gt. "Insediamenti fortificati d'altura nel territorio di Tirana (Albania), tra eta classica ed ellenistica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9738/1/Kocollari_Mirela_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi esamina gli insediamenti fortificati d’altura nel territorio di Tirana (Albania), in particolare la ricerca prende in analisi i siti di Dorëz, Persqop e Zgërdhesh, durante il periodo classico-ellenistico. Questo territorio coincide non solo con il territorio dell'Illiria meridionale, ma anche con l’entroterra della colonia costiera di Epidamnos / Dyrrachium, la quale è stata popolata dalla tribù illirica degli Partini. Attraverso una revisione critica delle testimonianze bibliografiche e archeologiche, l’elaborato esamina delle ipotesi che cercano di approfondire ulteriormente le tesi fino ad oggi sostenute dagli studiosi moderni in merito al ruolo e la storia di questi insediamenti. Lo studio del popolamento e del ruolo che questi siti hanno avuto in età ellenistica, ha fornito un quadro utile per strutturare piste d’indagine alternative sullo sviluppo degli insediamenti nell’Illiria meridionale. La revisione della bibliografia edita è stata arricchita da nuovi dati emersi dal lavoro eseguito in terreno nel triennio 2017-2020, come la ricognizione della superficie e i rilevamenti topografici effettuati. All’interno dell’elaborato vengono documentati e analizzati per la prima volta i nuovi dati ed alcuni ritrovamenti emersi nei siti di Persqop e Dorëz. I risultati emersi dimostrano che i modelli di espansione e contrazione degli insediamenti nell’entroterra tra età ellenistica e tardo-antica possono essere in parte ricostruibili attraverso le testimonianze materiali. La ricerca contribuisce all’avanzamento della conoscenza su questi siti, proponendo un primo tentativo di collegare le differenze diacroniche delle loro dinamiche insediative con i principali eventi storici nell'Illiria meridionale.
The thesis examines the fortified highland settlements in the territory of Tirana (Albania) and in particular it analyzes the sites of Dorëz, Persqop and Zgërdhesh, during the Classical-Hellenistic period. This area corresponds not only with the territory of Southern Illyria, but also with the hinterland of the coastal colony of Epidamnos / Dyrrachium, which was populated by the Illyrian tribe of the Parthini. Through a critical review of the literature and based on the archaeological evidences, the work examines different hypotheses that seek to further investigate the proposals advanced by modern scholars regarding the role and history of these settlements. The study of the population and the role that these sites played in the Hellenistic period has provided a useful framework for structuring alternative paths for the investigation of settlements’ development in Southern Illyria. The evidences gathered from the published surveys on this area, was enriched by adding new data emerged from the work carried out on the ground in the three-year period 2017-2020, such as the data from the reconnaissance of the surface and the topographic surveys carried out. The new data and some findings that emerged at the Persqop and Dorëz sites are documented and analyzed for the first time. The results that emerged show that the patterns of expansion and contraction of the settlements in the hinterland between the Hellenistic and late-ancient period can be partially reconstructed through factual evidence. The present research contributes to the advancement of knowledge on the three sites, suggesting a first attempt to link the diachronic differences of their settlement dynamics with the main historical events in Southern Illyria.
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Cossentino, Paola <1987&gt. "Edilizia domestica e cultura materiale nelle colonie di Ariminum e Bononia (III-I sec. a.C.)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10388/1/COSSENTINO_TESI.pdf.

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Abstract:
Il tema affrontato nella presente ricerca sono le trasformazioni intercorse nella vita quotidiana tra il III e il I secolo a.C. in due colonie latine, Ariminum e Bononia, attraverso le evidenze archeologiche. Vengono indagate su scala locale le conseguenze di un fenomeno di grande portata, la colonizzazione romano-latina, mettendo a fuoco le forme dell’abitare, le tradizioni artigianali e le pratiche alimentari. La principale base documentaria sono le testimonianze archeologiche di edilizia domestica e le ceramiche, rinvenute nelle aree di abitato di Rimini e Bologna e nei territori limitrofi. Per cogliere a pieno le trasformazioni intercorse, vengono passate in rassegna le principali caratteristiche del popolamento, dell'architettura domestica e delle ceramiche precedenti la colonizzazione romano-latina. Le due colonie, le abitazioni e le ceramiche sono considerate, inoltre, nel contesto territoriale più ampio, volgendo lo sguardo anche all'area medio-adriatica e alla Cispadana. Allo stesso tempo, sono continui i riferimenti all'Italia medio-tirrenica, poiché permettono di comprendere molte delle evidenze archeologiche e dei processi storici in esame. Il primo capitolo tratta della colonizzazione romano-latina, calata nelle realtà di Rimini e Bologna. La domanda a cui si vuole rispondere è: chi erano gli abitanti delle due colonie? A questo proposito, si affronta anche la questione degli insediamenti precoloniali. Nel secondo capitolo si analizzano le abitazioni urbane. Quali furono le principali innovazioni nell'architettura domestica introdotte dalla colonizzazione? Come cambiarono le forme dell’abitare ad Ariminum e Bononia in età repubblicana? Il terzo capitolo si concentra sulla ceramica per la preparazione e il consumo del cibo nei contesti di abitato. Come cambiarono nelle due città le pratiche alimentari e le tradizioni artigianali utilizzate nella produzione di ceramiche? L'ultimo capitolo discute alcuni quadri teorici applicati ai fenomeni descritti nei capitoli precedenti (romanizzazione, acculturazione, identità, globalizzazione). L'ultimo paragrafo entra nel merito delle trasformazioni avvenute nella vita quotidiana di Ariminum e Bononia.
The topic is the transformations occurred in everyday life between the 3rd and 1st centuries BC in two Latin colonies, Ariminum and Bononia, through archaeological evidence. In other words, the consequences of large-scale phenomena, the Roman-Latin colonization, are investigated in local scale, focusing on ways of dwelling, craft traditions and food practices. The main documentary base are the archaeological evidence of domestic buildings and ceramics, found in residetial area at Rimini and Bologna, and in the neighbouring territories. In order to understand these transformations, the main features of the population, domestic architecture and pottery before the Roman-Latin colonisation are overviewed. At the same time, the two colonies, the dwellings and the ceramics are considered in the broader territorial context, looking also at mid-Adriatic area and south Po valley. Furthermore, references to mid-Tyrrhenian Italy are continuous, as they provide an understanding of several archaeological evidence and historical processes under investigation. The first chapter discusses the Roman-Latin colonization, focusing on Rimini and Bologna. The question to be answered is: who were the inhabitants of the two colonies? In this regard, the matter of pre-colonial settlements is also addressed. In the second chapter, urban dwellings are analysed. What were the innovative features introduced by the colonisation in domestic architecture? How did the ways of dwelling change in Ariminum and Bononia during the Republican age? The third chapter focuses on cooking and consumption pottery from colonial settlements. How did food practices and craft traditions used in the production of ceramics change in the two colonies? The final chapter discusses some theoretical frameworks applied to the phenomena described in the previous chapters (romanisation, acculturation, identity, globalization). The last paragraph gets to the heart of the matter of the transformations occurred in everyday life in Ariminum and Bononia.
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Girardi, Marco <1987&gt. "La Piana Rotaliana (Trento). Analisi paesaggistico-archeologica attraverso il Remote Sensing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1868.

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Abstract:
Questa tesi ha riguardato l’analisi paesaggistico-archeologica della Piana Rotaliana, un’ampia pianura circondata da montagne, posta pochi chilometri a nord della città di Trento, al confine con la provincia di Bolzano.In particolare, il mio lavoro è stato finalizzato all’utilizzo di metodi innovativi per l’individuazione e il censimento di siti d’altura, all’indagine di fonti storico-archeologiche, topografiche, bibliografiche e cartografiche e all’analisi finale degli elementi raccolti per poter elaborare una ricostruzione il più attendibile possibile del paesaggio antropico indagato e della sua evoluzione diacronica.Nello specifico, si è proceduto alla raccolta dei dati archeologici noti tramite lo spoglio della bibliografia, all’analisi remota (fotografie aeree, voli stereoscopici e immagini LiDAR opportunamente trattate) del contesto geografico, a ricognizioni mirate sul territorio e alla successiva elaborazione dei dati raccolti mediante sistemi GIS con la presentazione di alcuni casi studio esemplificativi delle potenzialità e dei limiti offerti dalle tecniche utilizzate.Si è, quindi, puntato ad un’analisi paesaggistica organica del contesto di studio, partendo dalle suddette tecnologie integrate da una metodologia tradizionale (survey e raccolta bibliografica), cercando in questo modo di affrontare tematiche diverse quali la metodologia d’indagine applicata, le caratteristiche geomorfologiche dell’area, lo sfruttamento del territorio e le dinamiche del popolamento antico.
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Tenenti, Alessio Federico <1987&gt. "TECNICHE DI DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA SUBACQUEA PER L'ARCHEOLOGIA MARITTIMA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3720.

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Abstract:
Panoramica delle tecniche di documentazione fotografica per scavi archeologici subacquei, mirate in particolare alla produzione di rilievi. Presentazione di tre casi studio, su relitti di area mediterranea, realizzati per campagne archeologiche alle quali l'autore ha preso parte.
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Danilovic, Vladimir <1975&gt. "IN-SITU CONSERVATION OF THE SHIPWRECKS IN THE MEDITERRANEAN SEA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5482.

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Abstract:
ABSTRACT The main objective of this thesis is to carry out a complete analysis of all the key factors that positively or negatively affect the conservation of archaeological material in order to find the best possible way for the implementation of in-situ conservation of shipwrecks in the Mediterranean Sea. It must be kept in mind that in-situ conservation in the Mediterranean Sea is a very complicated process that requires a multidisciplinary approach and analysis of the most important parameters and factors. For this reason it was necessary to break down the entire problem into its basic components (definition, value and importance of the process of formation of shipwreck sites, the greatest threats that jeopardize it) in order to better understand and find a more efficient method for protection and in-situ conservation of shipwreck sites. In addition, this complex analysis will be supported from the theoretical point of view, as well as by the latest researches conducted in the area of the Mediterranean Sea in order to determine the real potential for the conservation of shipwrecks. It is known that the Mediterranean Sea does not provide good conditions for conservation and that the main problems associated with in-situ conservation in the Mediterranean Sea are related to natural environmental conditions, more precisely, physical and biological impacts, but also the human factors that have the greatest influence on the degradation of a shipwreck. For this reason, a large part of the thesis will be devoted to the analysis of these factors and the potential danger that they pose to a shipwreck site. It is highly important to understand how significant their impact on the degradation of archaeological shipwreck sites is, and that the future protection methods and in-situ conservation will mostly depend on them. Also, will be necessary to provide an argumentative reflection and comparative analysis of the methods and results of studies that have been applied in other areas. For this reason, the importance of projects that were carried out in the Baltic Sea in recent decades must be noted. Discoveries and conclusions from these projects have made a great contribution in the field of in-situ conservation and gained experience and knowledge have enabled the use of this method even in conditions that are significantly different from the Baltic, like, for example, in the area of the Mediterranean Sea.
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Innocenti, Dario <1983&gt. "Analisi strumentali applicate all’archeologia funeraria e alla bioarcheologia: nuove proposte." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10359.

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Abstract:
Attraverso l’analisi e la valutazione delle tecniche più recenti della bioarcheologia, è obiettivo di questo progetto identificare e codificare le metodologie più appropriate per lo scavo, la documentazione, lo studio e la conservazione dei resti biologici provenienti da contesti di archeologia funeraria. La metodica utilizzata sarà adattata per l’analisi di soggetti inumati, incinerati e mummificati.
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Lucchini, Alice <1989&gt. "Una carta di potenziale dei depositi archeologici dell'Arsenale di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10411.

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Abstract:
La tesi consiste in una valutazione di potenziale dei depositi archeologici dell’Arsenale di Venezia e ha duplice obbiettivo: registrare i vuoti all’interno dell’area e evidenziare il potenziale del sepolto, attraverso logiche predittive. Allo scopo di conoscere meglio le stratigrafie verranno presi in considerazione gli studi archeologici e storici sul complesso, i dati della Soprintendenza archeologica, la documentazione d’archivio di diversi soggetti, la cartografia storica e la fotografia aerea, i dati noti sulla geomorfologia dell’area e quelli forniti dai carotaggi. Tutte le informazioni saranno gestite con software GIS e il lavoro si concluderà con la creazione di una carta di potenziale.
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Rizzotto, Samantha <1993&gt. "Potenzialità e limiti della ceramica romana come indicatore economico: il caso dell'arcipelago maltese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11896.

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Abstract:
La presente tesi mira ad analizzare i dati delle evidenze ceramiche, sia di produzione locale che di importazione, presenti in vari contesti dell'arcipelago maltese. Lo scopo è quello di ricostruire i trend economici e la natura dei prodotti di importazione che affluivano nelle isole di Malta e Gozo. L'interpretazione finale deriva da dati già editi, per i quali è stato utilizzato un approccio morfo-tipologico. Questa metodologia di studio presenta dei limiti che verranno evidenziati nel presente lavoro.
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Scocca, Valeria <1979&gt. "Saepinum, San Pietro di Cantoni, Terravecchia, un esperimento di archeologia digitale : un'esemplare storia cantonale dall'antichità al medioevo attraverso lo scavo e la ricognizione; vecchi e nuovi strumenti di indagine e di documentazione per la comunicazione e la valorizzazione espositiva." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14954.

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Abstract:
La tesi si propone di sperimentare l’impiego di tecnologie digitali nella ricerca archeologica, imperniandosi sulla definizione, la sperimentazione e la messa a punto, nell’ambito di casi applicativi, delle tecniche di rilievo indiretto per nuvole di punti. Sono state adottate, nello specifico, tecnologie fotogrammetriche (aeree, mediante l’impiego di strumentazione UAV, e terrestri) e laser scanning in forma isolata e integrata, predisponendo, a partire dai dati ottenuti, elaborati digitali spendibili in ambito espositivo. Il progetto si propone infatti, da ultimo, di realizzare, a partire da modelli e ricostruzioni digitali, prodotti multimediali utilizzabili a fini museali. La necessità di progettare nuove soluzioni per la divulgazione e la comunicazione espositiva del dato archeologico procede parallelamente con gli sviluppi strumentali, metodologici e tecnologici più recenti. La comunicazione virtuale del dato archeologico riveste infatti un ruolo d’importanza sempre crescente nell’instaurazione e nella codifica di processi comunicativi che facilitino la divulgazione scientifica e nella progettazione di strumenti volti a rendere maggiormente efficace, intuitiva ed accattivante la comunicazione di informazioni.
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Costa, Elisa <1983&gt. "Tecniche di rilievo digitale per la documentazione, lo studio e la fruizione di imbarcazioni lignee." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14984.

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Abstract:
Scopo della presente ricerca sono l’analisi critica delle recenti metodologie di rilievo e l’applicazione di tecnologie digitali tridimensionali nel campo della documentazione, dello studio e della divulgazione di imbarcazioni lignee, di interesse archeologico ed etnografico, sottolineando l’importanza dell’impiego di queste tecniche di rilievo nell’affiancare e migliorare il lavoro dell’archeologo navale. La ricerca di una tecnica che sia al contempo precisa e veloce nella modalità di esecuzione è ancora più importante nel caso dell’archeologia navale e subacquea per la deperibilità del legno e per le tempistiche di scavo e di esposizione dell’imbarcazione ristrette. Il filo conduttore che attraversa i capitoli della tesi è il rilievo. La prima parte comincia con un’analisi storica del disegno come mezzo rappresentativo, passando attraverso all’esposizione analitica di alcune delle principali tecniche di rilievo esistenti e concludendosi con la descrizione dei procedimenti operativi svolti per il rilievo dei due relitti, scelti come casi studio. La seconda parte è legata ai diversi risultati che si possono ottenere sulla base dei rilievi tridimensionali, dimostrando, attraverso gli studi analitici e ricostruttivi, l’importanza attribuita alle tecnologie digitali; il fine ultimo del rilievo e del modello virtuale ottenuto è rappresentato da due aspetti che si scindono e si integrano allo stesso tempo: la finalità scientifica e l’aspetto didattico e divulgativo.
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LEMBO, Giuseppe. "METODOLOGIE INFORMATICHE APPLICATE AGLI SCAVI ARCHEOLOGICI." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389004.

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Abstract:
Informatic methods applied to archaeological excavations In the last decades the use of information technology in archaeology has opened the way to new and increasingly useful and sophisticated systems of documentation; however it is necessary the definition of an adequate theoretical basis and the discussion of the documentation methods adopted, which are specific to each archaeological context. The archiving of archaeological data constitutes an essential basis for the formulation of reconstructive hypotheses and interpretative scenarios and, at the same time, it allows the control and the verification by the scientific community, as well as the possibility of review and the formulation of new hypothesis. The aim of this thesis is to present a new methodological model applied to the palaeolithic site of Isernia La Pineta (Isernia, Italy), characterized by an extraordinary concentration of archaeological pieces and a complex depositional and post-depositional phenomena. This new model, based on the registration of archaeological data for the formalization and processing information and digital contents, has allowed the revision and the rielaboration of the traditional technical documentation. The application of this new methodological model, created ad hoc, has allowed us to fully achieve the preset objectives: the speed of data acquisition has increased along with the degree of precision and accuracy of the same and, simultaneously, it was recorded a reduction of errors in the process of documentation. Beyond the application to the specific context of Isernia La Pineta, the most interesting element of this new methodological model is the possibility of replication in other archaeological contexts. Effectively, it is a model which combines simplicity and versatility of use and it does not require large investments and even special computer knowledge and skills for its use. It also allows the visualization and updating in real time of excavation data and, guaranteeing a link between excavation area and laboratory, a control of the data, resulting in a reduction of the errors.
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GUIDO, ROY ANDREA. "Archeologia tra valorizzazione e fruizione: comunicare i beni culturali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201722.

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SCALZI, SERAFINO. "Un WebGIS per la gestione e la pubblicazione di dati archeologici: ricognizioni, indagini territoriali e scavi stratigrafici nel Comprensorio Universitario di Roma “Tor Vergata”." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201877.

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VATTIMO, ELENA. "Applicazioni di grafica tridimensionale a contesti archeologici: un tracciato stradale a Roma in località Passolombardo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201895.

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SALVI, Maria Cristina. "Individuazione e ricostruzione di siti archelogici attraverso l'uso integrato di tecniche di remote sensing." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388791.

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Abstract:
This research utilizes and develops high resolution satellite remote sensing applications with the aim of detecting and interpret archaeological sites. Other not invasive technologies have been applied together with remote sensing, allowing to verify and integrate remote sensed data, such as geophysics, digital photogrammetry, Geographic Information System (GIS) and Global Positioning System (GPS). Two case studies have been examined to this purpose. The first investigates Uşaklı Höyük site, in Turkey. After several processing, the fusion of two images acquired by two different satellite sensors supported the individualization of several anomalies. The comparison and the integration of data coming from geophysical prospection and surface surveys allowed to confirm and to improve the interpretation results coming from remote sensed data. Besides, a stereo couple of satellite images allowed the creation, through digital photogrammetric techniques, of a new topographic-archaeological map at a middle-large scale. The map will be useful to manage, within the GIS, the produced data and those that will be collected in the future and it will lead analyses on micro- and macro-scale. By means of photogrammetric techniques the Digital Elevation Model (DEM) and the ortophoto of the area have been also crated. The second case study is related to Vésztő Mágor tell site, in Hungary. Satellite photointerpretation analyses have been carried out and integrated with multitemporal aerial photos and geophysical prospections such as magnetic and Ground Penetrating Radar (GPR), allowing to detect a remarkable quantity of archaeological anomalies. Particularly, a specific algorithm has been developed, aimed to detect elliptical elements such as tell. Besides, in an experimental way, a methodology able to extract contemporary information belonging to satellite images and geophysical images data has been developed. For this scope, the geophysical data have been managed such as different layers of a satellite image. The high resolution remote sensing has shown to be, for these test sites, an effective instrument able to furnish preliminary information detailed enough to address other kinds of prospection and/or excavations. The integration with other not invasive techniques of archaeological prospection has demonstrated to strengthen such results. It is advisable that the research continues on developing automatic processes of anomalies individualization and new kinds of data integration.
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PANETTA, ALESSANDRO. "Archeologia Storica. Teoria, metodo e casi studio. Dalle fonti ai contesti. Dalle forme ai processi." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/932464.

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BURIGANA, LAURA. "Archeologia predittiva e simulativa. Un approccio analitico e applicativo a predictive e Agent-Based modelling." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3460020.

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Abstract:
Il presente progetto è focalizzato sull’impiego di una modellistica di tipo agenziale (Agent-Based-Modeling o AMB) applicata all’indagine dell’area centrale della cosìddetta polity terramaricola nordpadana. Il lavoro, che s’inserisce nell’ambito di ricerca del progetto AMPBV, è stato indirizzato all’investigazione, attraverso un approccio simulativo, delle modalità e dei principali fattori che possono aver portato le comunità protostoriche della Bassa Pianura Veronese, tra la fine del Bronzo Recente e gli inizi del Bronzo Finale, da un momento climax di massima espansione ed articolazione (socio-politica, economica e territoriale) ad un repentino collasso. Lo studio del caso ha portato alla formulazione di molteplici ipotesi, che a seconda dell’approccio hanno ricondotto, in misura differente, a processi di natura sia antropica che ambientale, e che è nell’idea di questo progetto esplorare. Con l’obiettivo di sperimentare l’Agent-Based Modeling (che negli ultimi anni ha trovato spazio, a livello internazionale, anche in ambito archeologico) nell’analisi di fenomeni complessi del passato, si sono quindi intrapresi sia uno studio della metodologia a livello teorico, sia la scrittura preliminare di codice informatico applicabile al caso di studio, che ha previsto un’attività pregressa di documentazione relativa al contesto e l’apprendimento di un linguaggio di programmazione dedicato (NetLogo). Il risultato è un modello agenziale ad alto livello di complessità, in cui è esplorato in particolar modo il rapporto tra insediamenti, risorse territoriali e clima, ma aperto ad ulteriori possibili idee di sviluppo. L’auspicio con la presente ricerca è, da un lato, di aprire il caso di studio a nuove possibilità di analisi e, dall’altro, contribuire in qualche modo e far conoscere meglio questo l’ABM, portando a maggiori riflessioni sulle sue potenzialità.
The present project is focused on the use of an Agent-Based Modeling (AMB) applied to the investigation of the central area of the Terramare polity in the northern Po Plain. The work, which is part of the AMPBV project research, was aimed at the investigation, through a simulative approach, of the processess and the main phenomenon that may have led the protohistoric communities of the Southern Verona Lowlands, between the end of the Recent Bronze Age and the beginning of the Final Bronze Age, from a climax moment of maximum expansion and articulation (socio-political, economic and territorial) to a sudden collapse. The study of the case has stimulated the formulation of multiple hypotheses, which depending on the approach have led, to different degrees, to processes of both anthropogenic and environmental nature, and that it is the idea of this project to explore. With the aim of experimenting Agent-Based Modeling (which in recent years aroused some interest in archaeology, at least internatonally) as a mean of analysis of complex phenomena of the past, we have therefore undertaken both a study of the methodology at the theoretical level, and the preliminary writing of a computer code applicable to the case study, which required a previous activity of documentation related to the context and the learning of a dedicated programming language (NetLogo). The result is an agential model with a high level of complexity, in which is explored in particular the relationship between settlements, territorial resources and climate, but stays open to further possible development ideas. With the present research we hope, on the one hand, to open the case study to new possibilities of analysis and, on the other, to contribute in some way to make ABM better known, leading to some more thought on its potential.
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TONOLI, LUIGI. "Le discipline tra alternanza e orientamento formativi. Una ricerca empirica e un paradigma metodologico di analisi." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28678.

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Abstract:
Argomento della tesi è l’analisi critica delle premesse, delle modalità di svolgimento e dei risultati di un’indagine empirica condotta dal Cqia (diretto dal prof. Giuseppe Bertagna) dell’Università di Bergamo su commissione dell’Ust. La ricerca del Cqia si è svolta tra la fine del 2010 e l’inizio del 2012 e ha indagato la valenza educativa e orientativa dell’insegnamento disciplinare e il ruolo didattico dell’esperienza e del lavoro, allo scopo di comprendere come, nel contesto dei principi dell’autonomia e della sussidiarietà (da Dpr 275/99 e da riforma del Titolo V della Costituzione), la scuola statale di Bergamo (primaria e secondaria) favorisca la padronanza dei contenuti disciplinari e l’incontro fra teoria e pratica, studio e lavoro, conoscenze e competenze. Il lavoro - incentrato sulla somministrazione di un questionario a docenti, studenti e genitori di un campione significativo si scuole di ogni ordine e grado della provincia di Bergamo e sull’analisi dei dati raccolti – è stato coordinato e seguito dallo scrivente e ha coinvolto docenti scelti dall’Ust, dottorandi in Formazione della Persona e Mercato del Lavoro dell’Università degli Studi di Bergamo e collaboratori del Cqia. Le risposte alle domande del questionario (sostanzialmente valutative dell’esistente) non sono state considerate come fonte precisa e attendibile per la rappresentazione della realtà indagata, ma come frutto esse stesse della rappresentazione che gli intervistati si danno della realtà. Quindi, riconosciuti alcuni meccanismi che presiedono a tale rappresentazione della realtà, si è proceduti, a ritroso, dalla realtà rappresentata al soggetto rappresentante. La ricerca ha pertanto seguito i seguenti passaggi: 1) definizione del quadro concettuale implicito nelle domande, che ovviamente ha influito sulle risposte; 2) descrizione della realtà come si ricava dalle risposte; 3) individuazione dei criteri seguiti dagli intervistati nelle risposte; 4) passaggio, attraverso i criteri di cui al punto 3, all’esplorazione della realtà costituita dalle persone che hanno risposto al questionario. Nello specifico il termine di riferimento rispetto al quale hanno preso forma sia la realtà osservata sia i soggetti osservanti è stata l’azione didattica dell’alternanza formativa.
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Trotta, Valentina. "Trasformazioni del paesaggio nel territorio di Segesta tra VII e II SECOLO a.C." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1782.

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Abstract:
2012 - 2013
La ricerca propone un’analisi delle dinamiche di popolamento che hanno caratterizzato la parte di territorio compresa all’interno dei confini comunali di Calatafimi-Segesta tra il VII ed il II secolo a.C., attraverso una revisione critica dei dati del survey condotto dall'Università di Siena negli anni 1995-1997, finalizzato alla redazione di una Carta archeologica del Comune. La scelta del termine cronologico più antico è dovuta al fatto che le prime tracce materiali di una pianificazione dello spazio cultuale, e forse anche abitativo, sul Monte Barbaro, sede in età classica dell'abitato indigeno di Segesta, risalgono all'ultimo quarto del VII secolo a.C. Nel corso dell'età ellenistica si assiste ad una profonda trasformazione del paesaggio segestano, con la fitta occupazione stabile delle campagne. Alla fine del II secolo a.C. una netta cesura è evidente nella complessa ristrutturazione urbanistica della città di Segesta e nelle forme monumentali di alcune aree cultuali nel territorio circostante, espressioni del potere politico e della ricchezza della classe dirigente locale. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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Migliavacca, Mara. "Strategie di insediamento e gestione delle risorse della montagna veneta nell'età del Ferro. Un approccio archeologico e etnoarcheologico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422471.

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Abstract:
The study area embraces a portion of the Veneto mountain region: lake Garda defines the western boundary, while the eastern one is marked by the river Brenta. The northern boundary coincides with the regional boundary between Trentino-Alto Adige and Veneto; southwards the Veneto Prealps (barely reaching 2000 ms in altitude) decline towards the Po plain. This territory has always been a natural passage between the alpine world and the Po plain. The highlands have always been easily reached from the Po plain, especially in the eastern part, thanks to the relatively gentle relief of the mountain ridges and the deep valleys running southwards: the main one is the Adige valley. On the west, the area of Piccole Dolomiti is more spectacular, but more difficult to go through; and again, the Asiago plateau offers a large flat area that can be easily exploited, and certainly was exploited since Roman times and earlier, from the Po plain. The chronological boundaries of the research are the 6th and the 1st centuries B.C. The 6th century is a key-period for northern Italy, where the first proto-urban centres developed in the Po plain. In the area under study, we can recall the venetic centres of Este, Padua and Vicetia, the last just on the southern edge of the prealpine region. The Venetic world was distributed westwards up to the eastern bank of river Mincio, the western side being occupied by the Etruscans, who just in this period penetrated north of the river Po (possibly in order to control more closely the traffic with the regions north of the Alps). Another key-period is the 4th century B.C., when the Celts occupied the plain between Oglio and Mincio as well as the plain between Mincio and Adige. In the same time the centre of Verona was born (or better, the first settlements corresponding to the future centre of Verona), just on the southern fringe of the Prealpine area. In this period the Raeti, the population living in Trentino-Alto Adige region, expanded southwards, almost up to the fringes of the Verona Prealpine zone (Lessini mountains). The last key-period is the 2nd century B.C., when the Romans arrived in the Po plain. The construction of via Postumia (148 B.C.) is, for the study-area, the most important sign of the Romanization, a process that was long, gradual and complex, and brought about changes in juridical, social, economic and settlement organization. Because of its position, the study area did not experience directly the great social and historical changes of the period, but did feel some effects of them. Scholars have always considered this area a borderland, important for metals, animal husbandry and trade between the people living in the Po plain and the people living to the north in the mountains of the Alpine chain. As a borderland, it has been considered not only a geographical borderland, but also a cultural, linguistic, economic and political one. Different people and influences have been placed one upon another over the long run, but this does not mean that we are not able to distinguish them and their organization, as this study aims to demonstrate. To help in site analysis, key positions have been studied, according to the vertical pattern of land use that is common in a mountain area: 1. The piedmont sites, occupying the ridge heads of the Prealps in a typical passage area between the large alluvial plain and the mountain chain; they are important also for transverse communication; they are polycentric, like Montebello and consisted of buildings half-buried in the soil, where many activities were performed; 2. The highland zone, above the upper limit of the belt of permanent settlements. This is the area of high pastures, where the range of available resources decreases and the exploitation tends to be seasonal; 3. The sites at the upper limit of the belt of permanent settlements, which corresponds to the upper limit of the belt of cereal cultivation, in this Prealpine region ranging from 800 (eight hundred) to 1200 (one thousand and two hundred) m above sea level. They control the key- passage from the hill ecosystem to the mountain one. I hope that my research will help in understanding the scale and the type of the territorial organization in antiquity; in finding out the changes in settlement strategies through time and possibly the reasons for these changes; and, finally, in underlying the richness of the technological and cultural heritage of the Veneto mountains. Thanks to this study, it is possible to try to describe the changes in settlement strategies in this mountain area through time, going back to 8th – 7th centuries B.C., when the eastern zone was almost abandoned after a period of flourishing in the 9th century. The reason for the abandonment could have been the formation of the two proto-cities of Este and Padua, attracting people from the neighbourhood. In the western area of research, Monte Purga was visited by venetic people coming from the Po plain as far as the few artifacts suggest. This means that the route from the plain through the highlands towards the alpine region was still important, for metals, wood and husbandry. During the 6th- 5th centuries B.C. settlements flourished in the prealpine area. A series of sites grew up in the piedmont zone, certainly established, at least in the east part of the study-area, by the venetic urban world of the plain, looking for new outlets for its flourishing and diversified economy. The inner sites are raetic, or strongly influenced by them. We must remember that Raeti were specialised in metal working, and that just in these centuries they were espanding also towards Lombardia in the west, Switzerland and Austria to the north from their core territory where the settlement of Sanzeno was growing up. But the great expansion of the Raeti southwards happened in the 4th-3rs centuries B.C.: it is evident especially on the basis of the distribution of raetic inscriptions. This is the moment of the flourishing of castellieri in the western area. In some of them raetic inscriptions and marks are also present: they suggest a kind of frontier among cantoni, internal to the Raetic world, controlling the access to high pastures and high ways. On the other hand, the area around Montebello is thought to be venetic. So, it seems to me that there was possibly a bipolar system of controlling the western highlands: Monte Loffa was the raetic pole, while Monte Purga could have been the venetic one, leaving a route to the highlands from the plain. The presence of sanctuaries or minor places of worship at the fringe of the piedmont area is also important: it means, I think, that here was the zone of free negotiation between Raeti and Veneti. In these holy places animal bones and horns, inscribed in raetic, were found. It is interesting to underline that this contact zone –indicated also by the distribution of raetic together with Venetic inscriptions- was higher in the mountains in the eastern area (M. Summano), meaning that Veneti still controlled the piedmont and partially the mountain area eastwards, possibly under the auspices of the cities of Vicenza and Padua while in the west the settlement of Verona –we cannot call it a proper city- was born just in these centuries, but it was both a Raetic and Venetic centre at the same time. In the 2nd-1st centuries B.C. the Romans arrived, just at the piedmont of the prealpine zone: interestingly, the only surviving castellieri are high in the mountains, in the western area. They seem to be situated here for defensive purposes, far from the via Postumia; at Monte Loffa many scholars think there was a sanctuary dating to this period. Some fires characterize the romanization of the mountain area further east (Rotzo), while along the Postumia many piedmont sites go on with their quiet existence
Lo studio è relativo alle strategie insediative e allo sfruttamento delle risorse della montagna veneta, compresa tra lago di Garda a ovest e fiume Brenta a est, tra VI e II secolo a.C. Una prima osservazione è relativa ai cambiamenti nella strategia insediativa dell'area prealpina considerata al passaggio dall’età del Bronzo all’età del Ferro. Crolla infatti in modo deciso l'attestazione di rinvenimenti sporadici alle alte quote, che segnavano la via seguita per giungere dal Veneto ai bacini cupriferi del Trentino: è frutto del lavoro di ricerca -coordinato sul campo in questi anni da chi scrive- sulla dorsale delle Tre Croci e nelle zone limitrofe l'individuazione di un percorso di collegamento tra alte valli dell'Agno e del Chiampo, Val dei Ronchi e Trentino. Si desume dai dati raccolti anche grazie a una nuova campagna di ricerche di superficie e di scavo iniziata proprio quest'anno sulla dorsale che si distende tra le valli dell'Agno e del Leogra che nell'età del Ferro sia stato preferito lo sfruttamento delle risorse del bacino minerario Recoaro - Schio: infatti la zona del Civillina e le aree circostanti sono tra le prime sfruttate, con rinvenimenti precoci (IX-VII a.C.) indicativi di una frequentazione stagionale e poi tra le prime in cui si formarono insediamenti stabili. Un ulteriore significativo cambiamento tra età del Bronzo ed età del Ferro vede la stabilizzazione dell’insediamento al limite delle sedi permanenti: si sviluppano infatti una serie di siti recintati/ fortificati, proiettati sulla zona degli alti pascoli che dovevano controllare e sfruttare, ma con spostamenti quotidiani che potrebbero spiegare la povertà di rinvenimenti associabili a questa fase insediativa. Il lavoro etno-archeologico svolto, con un'equipe geografico-archeologica, sulle alte quote dei Lessini in questi anni offre il modello di questo sfruttamento a fini prevalentemente pastorali -ma anche legato all'utilizzo delle risorse del bosco o delle cave di pietra- indicandone le aree preferenziali ma rivelando anche la povertà delle tracce lasciate. Un'analisi analitica del popolamento nei secoli dal VI al II a.C. ha permesso una scansione cronologica di maggior dettaglio dei momenti di nascita -e in taluni casi della durata- dei siti dell'area pedemontana indagata. Ne è emerso un momento di ri-esplorazione e ri-occupazione nel VI secolo, attribuibile prevalentemente ai siti veneti di pianura, cui segue nel V secolo una vera fioritura del popolamento; il IV-III secolo segnano un momento di espansione e rafforzamento della presenza retica, collegati probabilmente anche all'indebolirsi e all'arretrare del confine occidentale del mondo veneto concomitante all'arrivo dei celti. Nascono o si rafforzano in questo periodo nuovi siti nell'area più occidentale del territorio indagato, mentre vi è una crisi del popolamento sulla dorsale del distretto minerario Schio- Recoaro, motivata probabilmente anche da episodi di frizione confinaria tra Reti e Veneti. Con la fase di romanizzazione non sembra casuale che proprio i due maggiori siti montani (Monte Loffa a occidente e Rotzo a oriente) vengano distrutti in modo violento: nell'alta Valpolicella, intorno a Monte Loffa si era formato tra III e II secolo un sistema insediativo fortificato. Dal punto di vista delle attività che si svolgevano nel territorio d'indagine, si segnalano indizi di specializzazione lanaria – con legami particolari con il Trentino- per il sito di Monte Loffa, al limite delle sedi permanenti. Vista la collocazione geografica del sito, dovevano essere necessari gli spostamenti pastorali per sostentare le greggi d'inverno, o comunque contatti programmati e collaborativi con i siti di pedemonte. Si postula la formazione di un “distretto” laniero, sicuramente di un sistema territoriale precoce (VI secolo) che si sviluppa nel V secolo e permane fino al I secolo con l'arrivo dei Romani. Ulteriori indizi di specializzazione -mineraria- si segnalano per la dorsale Agno-Leogra, dove si attestano precocemente siti estrattivi e di prima lavorazione/smercio delle risorse estratte e siti di seconda lavorazione e finitura/ commercio dei prodotti minerari: il sistema sembra meno stabile, soffre una contrazione delle presenze venete nell'area meridionale della dorsale nel IV secolo mentre sembra salda più a nord l'organizzazione territoriale che fa capo a Santorso e Rotzo come due siti principali e controlla un sistema di confini. Focalizzando l'attenzione su alcune unità geo-topografiche più limitate, cioè le valli e le dorsali che costituivano nell'antichità, come costituiscono attualmente, sistemi unitari o comunque interrelati di controllo del passaggio dal territorio pedemontano a quello montano, ulteriori osservazioni divengono possibili. Analizzando in primo luogo il popolamento della valle del Chiampo e della dorsale tra Chiampo e Alpone, che vede alla sua testata fiorire l'importante insediamento di Montebello, si segnala una nascita precoce del sito di pedemonte. Esso è presente già nel VI secolo, e poi nel V, con un'occupazione chiaramente veneta e indizi di specializzazione artigianale e di differenziazione sociale, evidenti particolarmente nella necropoli di Cà del Lupo. Il centro di Montebello controlla la frequentazione stagionale dei siti di alta collina di Monte Calvarina, Monte Madarosa e Monte Parnese; d'altra parte gli indicatori di specializzazione artigianale rimandano a contatti con insediamenti più grandi della pianura veneta, le proto-città di Este o Vicenza. Ci troviamo quindi di fronte a una formazione proto-statale veneta in cui interagiscono siti di rango diverso; nel IV-III secolo il sistema si contrae, perdendo il controllo dell'alta collina (scomparsa dei siti di Monte Calvarina, Monte Madarosa e Monte Parnese). Se si analizza d'altra parte il popolamento della Valpolicella, esso potrebbe essere iniziato in modo analogo al sistema di insediamento che fa capo a Montebello: nasce infatti nel VI secolo con i siti di testata di S. Ambrogio e S. Giorgio e una frequentazione delle quote più alte (M. Loffa, Covolone del Valentin). Successivamente però (fine V- IV-III) evolvono due central places equiparabili, uno di pedemonte, uno di montagna: quest'ultimo, inizialmente solo di controllo o stagionale, potrebbe essersi sviluppato su impulso dell'interazione con i Reti, che sappiamo avevano in quest'area occidentale degli alti Lessini, tramite la Val Bona, una via di penetrazione sfruttata successivamente anche in età storica. Contemporaneamente è attestato in alta collina un sito con forte valenza rituale (Monte Castelon di Marano), che potremmo immaginare in funzione di mediatore tra i due central places; il ricorso frequente all'uso della scrittura è spiegabile per ratificare i ruoli dei due siti di rango comparabile, oltre che per ribadire un'identità fortemente sentita. Infine, nel II secolo, sembra svilupparsi un sistema di siti fortificati a quote montane, probabilmente indotto dalla presenza dei Romani. Si postula quindi nell'area prealpina indagata l’interazione di due organizzazioni sociali complesse. Da una parte il sistema veneto, identificato dalla distribuzione della ceramica veneta che individua un’area compatta a sud-est, non lontana dai centri di Este o Vicenza, di cui Montebello è un sito chiave. Tale sistema prevede in pianura città- stato con magistrati; centri di minore importanza in area pedemontana che controllano siti stagionali di media ed alta quota (M. Cornion, M Purga). In questo sistema si segnalano degli indicatori di confine, alcuni dei quali (il ciottolone di Costabissara in via Mascagni recante un'iscrizione venetica; l'importante cippo di Isola Vicentina) disposti lungo il torrente Orolo/ Bacchiglione, asse preferenziale di collegamento tra Vicenza (e Padova) e gli altipiani; altri sono stati posti dai romani. Nel 135 il cippo di Lobia stabilisce il confine tra Este e Vicenza ad opera del proconsole Sesto Attilio Sarano; tra Este e Padova vi sono i cippi di Teolo e Galzignano e l’iscrizione del Monte Venda. Se si analizzano queste indicazioni confinarie si può parlare di due tipi di confine: tra diverse proto-città stato (Este-Padova; Este-Vicenza) e tra diverse etnie (Venetkens sembra opporre i Veneti ad altri-da-Veneti) il che indica, pur in nuce, un’idea nascente di identità nazionale. Il sistema montano/ retico non presenta forse centri a livello di proto-città; ci sono però siti di pari dignità, con evidenze di specializzazione artigianale, stabili e fortificati che attestano la necessità di un forte investimento lavorativo e forse un clima di tensione, insicurezza o un'esigenza di affermazione identitaria. Tali siti si mostrano specializzati nella gestione delle risorse montane, che implicano una certa componente di rischio nell’economia (pascoli, miniere..), visto che in montagna il rischio cresce con il crescere della specializzazione. Infatti l'ipotesi di un distretto laniero in Valpolicella, per esempio, postula un surplus di produzione che implica la gestione di greggi numerose e il controllo di aree di pascolo ampie e dello spostamento tra queste aree, tutti elementi che spingerebbero alla presenza di una struttura gerarchica. Anche il numero notevole di iscrizioni retiche, soprattutto se confrontate con quelle venetiche, rimanda ad un'enfasi sulla scrittura come strumento che ribadisce l'identità in aree di attrito confinario (dorsale mineraria) ma anche esprime necessità di patti e accordi per la gestione del territorio. Non è certo un caso che i centri di culto (Magrè, Trissino, Monte Summano, S. Giorgio di Valpolicella e il pagus Arusnatium) siano numerosi, e i principali siano proprio sulla dorsale mineraria e in Valpolicella
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CARTOCCI, Alice. "Analisi del Paesaggio dell'Alta Valle del Tevere attraverso tecniche di Remote Sensing e GIS." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388873.

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Abstract:
The research has focused on examining the Alta Valtiberina Toscana's landscape using remote sensing and GIS in order to recreate the landscape through different historical periods. This has been done using data from archives and bibliographies. A detailed attention has been given to defining old paths of river Tevere and of the other courses in the area which has had an influence in the landscape itself. The GIS has offered the possibility of consulting data of so different nature and origin (from cartography to archaeological data, digital elevation model etc etc.) and to make specific analysis on such data in order to reconstruct the main transformations that involved the area in a period of time that goes from roman era to today. Moreover, there has been the chance, very rare in archeology, offered by the Centro di Geotecnologie, Università degli Studi di Siena, to be able to use a dedicate flight (low fly with high resolution) with hyperspectral sensors CASI e AHS, which has been a fundamental element in obtaining precious information on the geomorphological aspects of the area.
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CAMPANILE, IDA. "Nuovi approcci metodologici per l'analisi dei contesti di età ellenistico-romana del "castrum" di Metaponto." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/149164.

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Abstract:
Il progetto di ricerca si propone la ricostruzione di un momento storico fondamentale della vita di Metaponto, di un tassello, purtroppo, finora mancante e coincidente con la definizione di un nuovo impianto urbano, il c.d. castrum, e dell’ultima effettiva fase di vita della città che proprio in quest’area sembra circoscriversi. Il piano di lavoro è articolato in fasi di ricerca dirette ai materiali, attraverso un processo di sistematizzazione, quantificazione e catalogazione di reperti quasi interamente inediti recuperati durante scavi degli anni ’70 presso i settori A e B del “castrum”, e al contesto, attraverso l’applicazione di moderne tecnologie utilizzate nel corso delle recenti indagini effettuatevi, operazioni funzionali, entrambi, alla ricostruzione del quadro culturale di una fase di vita di Metaponto che ci è ancora, in gran parte, sconosciuta.
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Betto, Andrea. "Le "strade" delle Valli Grandi Veronesi Meridionali. Connettività e management idraulico nel quadro di un Paesaggio di Potere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423116.

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Abstract:
The research work has dealt primarily with the analysis of features from Remote Sensing interpreted as roads in the Southern Valli Grandi Veronesi (Verona Province). The area is known in the literature as a central area of the local terramare "enclave" and, secondly, for the presence of a Roman landscape of marginal importance. The particular conditions of visibility of remote detected buried structures, resulting from prolonged neglect of the area due to extensive reclamation of the marshes until the midnineteenth century, configure the area as being particularly suited to the development of all the methods of investigation of Remote Sensing and surveys techniques. The reaserch was carried out by Remote Sensing on the widest range of platforms available (current and historical aerial photographs, digital orthophotos, satellite images, digital elevation models at different resolution) and through the more refined treatment and processing of images (image enhancing, image processing), or through the use of programs dedicated to the automatic and semi-automatic recognition of anomalies. The methodology of reading, organization and interpretation of features related to constructs road, but also to a number of features that can be interpreted as agricultural channels and ditches, crossed with field data has allowed us to propose a reconstruction of the unexpected complex landscape of the Bronze Age.
Il lavoro di ricerca ha avuto come tema principale l’analisi delle tracce da Remote Sensing interpretabili come costrutti stradali nell’area delle Valli Grandi Veronesi Meridionali. La zona è nota in letteratura come area centrale dell’”enclave” terramaricola delle Valli Grandi Veronesi e, in secondo luogo, per la presenza di un paesaggio di età romana di importanza marginale. Le particolari condizioni di visibilità da remoto delle strutture sepolte, conseguenti al prolungato abbandono dell’area dovuto ad estesi impaludamenti fino alle bonifiche della metà del XIX° secolo, configurano il territorio come particolarmente adatto allo sviluppo di tutte le metodologie di indagine di Remote Sensing e di Archeologia di Superficie. L’indagine da Remote Sensing è stata svolta sulla più estesa gamma di piattaforme disponibili (foto aeree attuali e storiche, ortofoto digitali, immagini satellitari, modelli digitali del terreno a varia risoluzione) sia attraverso il trattamento e il processamento d’immagine più raffinati (image enhancing, image processing), sia tramite l’utilizzo di programmi dedicati al riconoscimento automatico e semi-automatico delle anomalie. La metodologia di lettura, organizzazione e interpretazione delle features riconducibili ai costrutti stradali, ma anche a tutta una serie di tracce interpretabili come canali/canalette agrarie, incrociata con dati raccolti sul campo ha consentito di proporre una ricostruzione del paesaggio dell’età del bronzo di una complessità e di una estensione spaziale per certi versi inaspettata, quanto di difficile verifica a terra
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Kirschner, Paolo. "Progetto ADaM - Archeological DAta Management Progetto per la creazione di una banca dati relazionale per la gestione dei dati di scavo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425584.

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Abstract:
The ADaM project stems from the need to create a database for managing all phases of archaeological excavation as free as possible from any type of coercion of a categorical-typological nature or from the rigidity of the structure of the archive itself. The idea of achieving a single and total instrument was at the same time a moment of reflection for a normalization of an excavation reality through a decomposition, or better a synthesis of the various dynamics in a series of relationships. The standards now acquired in the management of the excavation permit to apply to the various phases of archaeological work a system of procedures for storing relational data in order to speed up the collection and further processing of information. In addition to the need to catalogue and archive the material data of archaeological excavation in an effective and articulated way, it was of primary importance, not only for reasons of bureaucratic and institutional type, to be able to produce a paper outcome of such documentation. Therefore the section regarding the printed results of the archives and the export forms is very rich (PDF, XLS, WWW queries throgh PHP instructions). The choice of FileMaker as DBMS and its Advanced Server application have been fairly automatic, not only for the large potential, but also for their previous use in other systems managed by the Department of Archaeology of the University of Padua and also for the familiarity that exists to these programs in the archaeological world. To be able to manage a data-base through four communication protocols ( "fmnet", "instant web publishing", "php" and "xml / xslt") has been valued as a determining advantage. The ADaM project tries to meet all these requirements in the "apparently" simplest way by combining "proprietary" current technologies, which were considered the most practical and effective ones ("fast and easy source"), with technologies of extremely wide circulation and tested reliability typical of an open-source software sector.
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

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Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
Urban archaeology Lecce
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

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Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
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SURACE, DOMENICO MICHELE. "ARCHEOLOGIA DEL VINO: ANFORE E PALMENTI RUPESTRI. IL CASO DELLA CALABRIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/803981.

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Abstract:
È noto come il vino abbia rivestito un notevole ruolo nell’economia e nella cultura italiana fin dall’antichità e pertanto si configura come oggetto di grande interesse storico e archeologico. In particolare, la vite e il vino rivestono un ruolo importante nella storia economica della Calabria, dalle origini della coltivazione della Vitis Vinifera a opera degli Enotri all’avvento di una diversa tecnica di allevamento derivata dai Greci, e durante le fasi di occupazione romana, magno-greca e bizantina: la società si è trasformata eppure i metodi di coltivazione della vite e di vinificazione sono rimasti pressappoco uguali nei secoli. Ad oggi, tuttavia, le ricerche di “archeologia del vino” sono state caratterizzate da una doppia limitazione: da un lato di carattere disciplinare – affrontando il tema dell’antica produzione di questo alimento da un singolo punto di vista, connesso al valore socio-culturale ed economico del prodotto o a quello paesaggistico e vegetazionale della vite – e dall’altro lato di natura contestuale – considerando solamente singole aree e solo di rado collegandole tra loro. Il lavoro per la tesi di dottorato vuole andare oltre una lettura unidirezionale dei dati, perseguendo una visione multidisciplinare che permetta di integrare agli aspetti dell’indagine storico-archeologica quelli della sfera agronomica ed ambientale. In considerazione di tale approccio e secondo tali premesse, l’indagine sulla Calabria è rivolta a diversi ambiti: a seguito di una disamina orientata alla conoscenza dell’antico paesaggio agrario della regione e dei parametri del suo sfruttamento, con specifico riferimento alla vite, si intende indagare le antiche strutture di produzione del vino (i palmenti), il sistema della produzione in età romana (attraverso la presentazione di una panoramica e di un approfondimento sulle villae del territorio), quindi il commercio del prodotto (mediante l’esame dei porti e delle strade nonché dei contenitori anforici di origine calabrese) per determinare cronologie e rintracciare le antiche reti sociali e culturali.
That wine has been playing a significant role in the Italian economy and culture since ancient times is a known fact, just as well as it is acknowledged that it represents a matter of great historical and archaeological interest. In particular, the vine and the wine have performed an important function in Calabria’s economic history since the origins of the cultivation of the Vitis Vinifera by the Oenotrians. The important role of wine continues being evident during the Greek phase, through the advent of a different breeding technique, as well as in the Roman, Magno-Greek and Byzantine phases: the society had been transformed, yet the methods of vine-cultivating and wine-making remained roughly the same over the centuries. As of today, however, the research on "wine archeology" is characterized by a double limitation: from one side, by the disciplinary sphere (addressing the topic of the ancient wine production from a single point of view, connected either only to the socio-cultural and economic value of the product or to the environment and vegetation), and from the other side, by the contextual sphere (considering only individual geographical areas that only rarely get connected to each other). The work for the doctoral thesis aims at going beyond a unidirectional consideration of data and intends to pursue a multidisciplinary study that allows to integrate the aspects of the historical-archaeological investigation with those of the agronomic and environmental research. In consideration of this approach and according to these premises, the study on Calabria examines different fields: after having investigated the ancient rural landscape of the region and the parameters of its exploitation, with specific reference to the vine, the project intends to analyze the ancient structures of wine production (the rock-cut units), the system of the production in the Roman age (through the presentation of an overview and an in-depth analysis of the villae of the territory), then the trade of the wine (by examining the ports and the streets as well as the vinary amphorae of Calabrian origin) in order to determine chronologies and trace the ancient social and cultural networks.
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Strapazzon, Guglielmo. "Nuove tecnologie a supporto della ricerca archeologica: applicazioni e sviluppi possibili su sistemi complessi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424525.

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Abstract:
INTRODUCTION. In the last two decades ground-based geophysical techniques have gained a prominent role in archaeological research projects thanks to ability to localize underground structures or geological body by measuring the variation, or anomalies, of physical properties existing between them and the hosting materials. When applied in archaeology geophysical surveys can reveal the location of buried archeological features and lead to their identification. However, the effectiveness of geophysical techniques applied in archeology is closely linked to the nature and the level of complexity of the buried deposit. If these techniques are used in sites characterized by multi-layered or strongly altered deposits, the survey results may be impaired, severely limiting their contribution to the historical and archaeological reconstruction of the investigated site. AIM OF THE STUDY. This research project has set two main objectives: i) to evaluate the potential of geophysical prospecting in extracting information in deeply stratified archaeological sites and ii) to test their effectiveness in a contemporary urban setting. MATHERIAL AND METHODS. The main geophysical technique applied was the Ground Penetrating Radar (GPR). The surveys were carried out using different systems (SIR 3000 GSSI and RIS Hi-Mod IDS) with antennas at different frequencies (from 200 MHz to 900 MHz). GPR data sets have been collected along closely spaced parallel profiles (0.25 to 0.125 m). Data were analyzed using different display methods: radargrams, amplitude depth-slices and three-dimensional models of isosurfaces. GPR data have been merged with historical and archaeological data (vector map of archaeological survey, Digital terrain Models - DTM, historical documents and historical maps) in a Geographic Information System (GIS) with ArcGIS software. ArcGIS is able to import the results of GPR surveys in raster format (amplitude depth-slices) and as three-dimensional models in Multipatch format. Data can be associated with attribute tables and the ArcScene module allows to display them three-dimensionally. Four sites in the historical center of Padua were studied integrating into a GIS the results of GPR surveys with historical and archeological data, two inside religious buildings (the Cathedral and the Church of the Eremitani) and two open areas who insisted on the structures of the ancient palace of the Carraresi. The other case study, focused on the integration of stratigraphic data obtained from archaeological excavations, with those of the geophysical surveys, was carried out in the Roman city of Aquileia (UD). RESULTS. The integration of the GPR survey of the Cathedral with the available historical maps allowed to recognize the position of a group of tombs that belonged to the previous Romanesque cathedral. It was possible to assume the position of the aisles of transept and of the crypt of the old building. The analysis of the isosurfaces model allowed to hypothesize the presence of a vaulted roof in burials identified below the existing pavement of the Eremitani Church. Moreover, the integration of data about burial distribution in the GIS was consistent with the possible presence in the church of a rood screen demolished in the sixteenth century. In both cases, the two GPR surveys revealed a reduced signal penetration (1-1.2m) and did not allow to identify the remains of walls linked to previous structures. The investigations carried out at the square in front of the Cathedral allowed to relate a series of walls with a complex of buildings dating from XI to XVIII century, when GPR data were compared with historical and archeological data in a GIS. The surveys performed in the palace of the Carraresi showed the presence (and state of preservation) of some portions of the XIV century complex. The same survey identified some previous structures, perhaps dating back to the Roman period. Finally, it was developed a rapid and effective approach for ground-truthing geophysical survey anomalies in the survey done in the Roman city of Aquileia. Moreover, the developed approach could assess the level of resolution of GPR survey by comparing the three-dimensional models of isosurfaces with a DTM from the excavation site obtained with the Structure from Motion technique - SFM.
INTRODUZIONE. Le tecniche di indagine geofisica hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante all’interno dei progetti di ricerca archeologica negli corso degli ultimi due decenni, grazie alla loro capacità di individuare la presenza di strutture sepolte misurando le variazioni, o anomalie, delle proprietà fisiche esistenti tra loro e i materiali ospitanti. Esse possono rivelare non solo la posizione di resti archeologici, ma anche portare alla loro identificazione. L’efficacia delle tecniche geofisiche applicate in ambito archeologico è, tuttavia, strettamente legata alla natura e al livello di complessità del deposito sepolto. Se queste tecniche vengono, infatti, impiegate in contesti caratterizzati da depositi pluristratificati o fortemente alterati, i risultati delle indagini possono risultare di difficile lettura, limitando fortemente il loro contributo alla ricostruzione storico-archeologica del sito indagato. OBIETTIVO DELLO STUDIO. Questo progetto di ricerca si è posto due obiettivi principali: i) valutare le potenzialità delle prospezioni geofisiche nell’estrarre informazioni su siti archeologici profondamente stratificati e ii) testare la loro efficacia in un contesto urbano contemporaneo. MATERIALI E METODI. La principale tecnica geofisica applicata è stato il Ground Penetrating Radar (GPR). Le indagini sono state realizzate impiegando diversi sistemi (SIR 3000 della GSSI e RIS Hi-Mod dell’IDS) dotati di antenne a frequenze diverse (da 200MHz a 900 MHz) seguendo uno schema di acquisizione a profili paralleli con spaziature tra i profili comprese tra 0.125 e 0.25 m. Sono stati analizzati i dati raccolti utilizzando diversi metodi di visualizzazione: radargrammi, amplitude depth-slices e modelli tridimensionali delle isosuperfici. Questi sono stati inseriti assieme ai dati storico-archeologici a corredo (rilievi vettoriali e DTM-digital terrain model di scavo, documenti storici, cartografia storica) in un Geographical Information System (GIS) con software ArcGIS. ArcGIS è in grado di importare i risultati delle indagini georadar sia in formato raster (amplitude depth-slices) che come modelli tridimensionali in formato Mulipatch. A questi possono essere associate tabelle degli attributi e possono essere visualizzati tridimensionalmente con il modulo ArcScene. Sono stati studiati quattro siti nel centro storico di Padova integrando in ambiente GIS i risultati delle indagini georadar con i dati storico-archeologichi a corredo. Due siti erano all’interno di edifici di culto (il Duomo e la chiesa degli Eremitani) e due in spazi aperti caratterizzati da differenti tipi di sistemazione pavimentale (lastricato, prato, cortile con ghiaia), sui quali insistevano le strutture dell’antica Reggia dei Carraresi. L'altro caso di studio, focalizzato sull'integrazione dei dati stratigrafici ottenuti dagli scavi archeologici con le indagini geofisiche, è stato eseguito nella città romana di Aquileia (UD). RISULTATI. Le indagini nel Duomo hanno consentito, grazie all’inserimento nella piattaforma GIS del dato georadar e della cartografia storica disponibile, di riconoscere la posizione di un gruppo di sepolture che risultavano appartenere al precedente Duomo romanico e, quindi, di ipotizzare la posizione delle navate del transetto e della cripta dell’antico edificio rispetto a quello attuale. L’analisi delle isosuperfici del segnale riflesso GPR nella chiesa degli Eremitani ha permesso, invece, di ipotizzare una copertura a volta nelle sepolture individuate al di sotto della pavimentazione attuale e di analizzarne, all’interno del GIS, la loro distribuzione in relazione alla possibile presenza di un “pontile-tramezzo” demolito nel corso del XVI secolo. In entrambi i due casi le indagini georadar hanno rivelato una ridotta penetrazione del segnale (1-1.2m) e non hanno consentito di individuare chiaramente la presenza di resti di strutture murarie legate a strutture precedenti. Le indagini realizzate presso la piazza antistante al Duomo hanno permesso, grazie all’integrazione in ambiente GIS dei risultati GPR e delle informazioni storico-archeologiche a corredo, di mettere in relazione una serie di strutture murarie con un complesso di edifici preesistenti databili all’XI e XVIII secolo . Quelle eseguite nell’area della Reggia dei Carraresi hanno reso possibile documentare la presenza e lo stato di conservazione di alcune porzioni del complesso trecentesco e di inidviduare alcune strutture precedenti, forse riferibili all’epoca romana. Le analisi eseguite, infine, nella città romana di Aquileia hanno permesso di elaborare un approccio rapido ed efficace non solo per il ground-truthing delle anomalie geofisiche, ma anche per valutare il livello di risoluzione dell’indagine GPR tramite il confrontro tra i modelli tridimensionali delle isosuperfici con i DTM di scavo ottenuti con la tecnica Structure from Motion (SfM). CONCLUSIONI. L’approccio e le indagini condotte nei diversi casi di studio presi in esame hanno permesso di verificare la validità dei protocolli per l’acquisizione e per l’interpretazione dei dati adottati nel corso del progetto di ricerca. Sebbene la tecnica georadar permetta di restituire dei modelli ad alta risoluzione del deposito sepolto in contesti archeologici pluristratificati, questo permette solo in parte la loro comprensione dal punto di vista storico-archeologico. L’integrazione in un ambiente GIS dei risultati delle prospezioni georadar con le informazioni a corredo di volta in volta disponibili, si è rivelato un passaggio indispensabile in tutti i casi di studio considerati per formulare ipotesi interpretative dei dati indiretti utili alla comprensione storico-archeologica dei contesti indagati.
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BERTOLINI, Marco. "ALLEVAMENTO E LAVORAZIONE DELLA MATERIA DURA ANIMALE DURANTE L'ETÀ DEL BRONZO NELLA PÈIANURA VENETA SUD-OCCIDENTALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2388947.

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Abstract:
During the last two decades the framework of the Bronze age settlements discovered in the Veneto region has greatly increased through preventive archaeological excavations. These sites played an important role in order to obtain new evidences and information due to the rich amount of archaeological material like the faunal remains. This research is focused on the archaeozoological study of eight new Bronze Age sites, located between the Verona middle plain and the Polesine area, with the aim to acquire new palaeoenvironmental and economic data. In addition, the presence of abundant animal hard tissues artifacts has led to identify the chaîne operatoire of the bone, antler and ivory tools using an experimental approach. At the same time, the use wear analysis of a selection of objects has been carried out through an experimental work. This thesis consist of two main parts: the first one concerns the archaeozoological aspects with the quantitative analyses of faunal assemblages aimed at obtaining new data by a chronological and territorial point of view. The second part examines the animal hard tissues artifacts, analyzing the chaîne operatoire of the remains coming from the whole fauna assemblages and integrating these data with other collections of artefacts found in in the same territory. The analyses are focused on recognizing the raw materials’ choice, the typological identification and use wear analysis of the objects.
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