Academic literature on the topic 'Metodologia archeologica'

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Journal articles on the topic "Metodologia archeologica"

1

Myers, J. Wilson, Fabio Piccarreta, and Giuseppe Ceraudo. "Manuale di aerofotografia archeologica: Metodologia, tecniche e applicazioni." American Journal of Archaeology 106, no. 3 (July 2002): 482. http://dx.doi.org/10.2307/4126293.

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2

Barker, Graeme, Annie Grant, Paul Beavitt, Neil Christie, John Giorgi, Peter Hoare, Tersilio Leggio, and Mara Migliavacca. "Ancient and modern pastoralism in central Italy: an interdisciplinary study in the Cicolano mountains." Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 15–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009673.

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Abstract:
PASTORIZIA ANTICA E MODERNA NELL'ITALIA CENTRALE: UNO STUDIO INTERDISCIPLINARE NEI MONTI DEL CICOLANOQuest'articolo è un contributo al dibattito attuale, tra archeologi, di come sia possibile ricostruire la pastorizia antica attraverso i dati archeologici. I monti del Cicolano oggi vengono sfruttati ogni estate dalle gente dei villaggi circostanti per tre scopi diversi: agricoltura, pastorizia stanziale, pastorizia transumante. Il progetto comprende uno studio geomorfologico, una ricognizione archeologica, una ricerca documentaria, e studi etnoarcheologici. Il regolare insediamento stagionale cominciò nella tarda preistoria e nel periodo romano i monti furono usati da agricoltori e da pastori forse transumanti. L'agricoltura arativa e la pastorizia risultano ambedue nei documenti medioevali e postmedioevali e si possono riconoscere nel materiale archeologico raccolto. Maè assai difficile identificare differenti tipi di pastorizia nei dati archeologici forniti dalla ricognizione. L'archeologia dell'insediamento, la cultura materiale portatile, la fauna, i residui botanici creati dagli agricolturi e pastori di oggi nel Cicolano mostrano le difficoltà nel distinguere i diversi tipi di uso dei terreni alti. Ma, almeno, ci danno utili suggerimenti per sviluppare le future metodologie.
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3

Becker, Marshall Joseph, and Francesco D'Andria. "Metodologie di catalogazione dei beni archeologici." American Journal of Archaeology 102, no. 4 (October 1998): 838. http://dx.doi.org/10.2307/506117.

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4

Minta-Tworzowska, Danuta, and Michał Pawleta. "Teoria i metodologia archeologii na Uniwersytecie w Poznaniu." Folia Praehistorica Posnaniensia 18 (January 1, 2013): 217. http://dx.doi.org/10.14746/fpp.2013.18.12.

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5

Rashid Rahim, Kamal, Carlo Giovanni Cereti, Luca Colliva, Agnese Fusaro, Camilla Insom, Giuseppe Labisi, Serenella Mancini, Gianfilippo Terribili, Julian Bogdani, and Marco Galuppi. "MAIKI, Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno: la carta archeologica dell’area di Paikuli, obiettivi e metodologie applicate." Vicino Oriente 18 (2014): 25–38. http://dx.doi.org/10.53131/vo2724-587x2014_4.

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6

Lloyd, John, Neil Christie, and Gary Lock. "From the mountain to the plain: landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Abstract:
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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7

Brogiolo, Gian Pietro. "L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001)." Arqueología de la Arquitectura, no. 1 (December 30, 2002): 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Abstract:
Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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8

BROGIOLO, Gian Pietro, and Alexandra CHAVARRÍA ARNAU. "Gabriele CASTIGLIA, Philippe PERGOLA, Instrumentum domesticum. Archeologia cristiana, metodologie e cultura materiale della tarda antichit e dell’altomedioevo." Hortus Artium Medievalium 26 (May 2020): 393–94. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.123701.

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9

Grodź, Iwona. "Archeologia widzenia i wiedzy (rekonesans). Refleksje na marginesie Oczu urocznych z „trylogii ludowej” Piotra Szulkina." Zeszyty Wiejskie 28, no. 2 (February 7, 2023): 267–83. http://dx.doi.org/10.18778/1506-6541.28.20.

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Abstract:
Tematem eseju jest przypomnienie potrzeby powrotu do refleksji na temat terminów z pogranicza archeologii kultury, takich jak m.in. „ludowość” w kontekście percepcji wizualnej jako „archeologii” nie tylko widzenia, ale i wiedzy. Prezentowany tekst nie jest więc interpretacją konkretnego dzieła czy twórczości jednego autora. Niemniej ważnym dla tych rozmyślań okazał się film Oczy uroczne z 1976 r. Piotra Szulkina (1950–2018), w którym reżyser inspirował się tekstem Jana Kasprowicza (1860–1926) z cyklu Bajki, klechdy i baśnie (1922). Celem jest próba odpowiedzi na pytanie: Czy obrazy, w tym filmowe, przedstawiają jedynie poznawalne zmysłowo wyobrażenia na temat rzeczywistości (a więc poniekąd też kultury ludowej)? Czy naszą wiedzę na ten temat? Metodologia: narzędzia z zakresu antropologii kultury, semiotyka, psychologia percepcji.
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10

Minta-Tworzowska, Danuta. "Metodologia archeologii/prahistorii profesora dr. hab. Jana Żaka (1923–1990) po 30 latach. Między modernistycznymi dążeniami a postmodernistyczną rzeczywistością." Folia Praehistorica Posnaniensia 26 (December 30, 2021): 145–69. http://dx.doi.org/10.14746/fpp.2021.26.06.

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Abstract:
January 4, 2020 was the 30th anniversary of the death of Professor Jan Żak, who died prematurely at the age of 67. His work and scientific activities were known and appreciated in various countries and during difficult times when he was professionally involved in archeology. The biography of Professor Jan Żak resulted largely from the spirit of the times in which he lived, but also from his open, curious personality. He touched the warfare, and his professional life took place in the realities of the People's Republic of Poland; he also witnessed its dramatic end. The aim of this article is not only to recall the methodological and theoretical foundations of J. Żak's scientific work, but also to try to answer the question about the contemporary methodology of archeology, practiced by the Professor's students and subsequent generations.
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Dissertations / Theses on the topic "Metodologia archeologica"

1

Atzori, Angela. "La valorizzazione dei siti archeologici. Raccolta dati, analisi dello stato attuale e proposte operative." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425011.

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Abstract:
In the recent times the empirical and systematic assessment of the considerable economic activity induced by the incredible variety and richness of cultural heritage, particularly of the archaeological one, has turned it into a resource for the territory. However, in order to gather the public's attention and interest in cultural heritage, it is necessary to establish adequate promotional systems and quality standards for the conservation and enhancement of archaeological sites. Against this background, this paper aims at providing concrete bases and at identifying strategies for the development of proposals for the promotion and growth of high-profile cultural tourism in areas of remarkable interest but still little visited by the public. Towards this end a database has been set up, which collects information related to the archaeological offer in the Veneto region. The database has two objectives: on the one hand, it aims at providing a new, flexible and functional information tool for the public, which is also scientifically thorough and complete; on the other hand, it aims at allowing a description and an analysis of the characteristics of archaeological heritage enhancement, so as to identify weak points and development strategies for its improvement and to plan proposals for cultural enhancement such as archaeological itineraries across the region.
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LEMBO, Giuseppe. "METODOLOGIE INFORMATICHE APPLICATE AGLI SCAVI ARCHEOLOGICI." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389004.

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Abstract:
Informatic methods applied to archaeological excavations In the last decades the use of information technology in archaeology has opened the way to new and increasingly useful and sophisticated systems of documentation; however it is necessary the definition of an adequate theoretical basis and the discussion of the documentation methods adopted, which are specific to each archaeological context. The archiving of archaeological data constitutes an essential basis for the formulation of reconstructive hypotheses and interpretative scenarios and, at the same time, it allows the control and the verification by the scientific community, as well as the possibility of review and the formulation of new hypothesis. The aim of this thesis is to present a new methodological model applied to the palaeolithic site of Isernia La Pineta (Isernia, Italy), characterized by an extraordinary concentration of archaeological pieces and a complex depositional and post-depositional phenomena. This new model, based on the registration of archaeological data for the formalization and processing information and digital contents, has allowed the revision and the rielaboration of the traditional technical documentation. The application of this new methodological model, created ad hoc, has allowed us to fully achieve the preset objectives: the speed of data acquisition has increased along with the degree of precision and accuracy of the same and, simultaneously, it was recorded a reduction of errors in the process of documentation. Beyond the application to the specific context of Isernia La Pineta, the most interesting element of this new methodological model is the possibility of replication in other archaeological contexts. Effectively, it is a model which combines simplicity and versatility of use and it does not require large investments and even special computer knowledge and skills for its use. It also allows the visualization and updating in real time of excavation data and, guaranteeing a link between excavation area and laboratory, a control of the data, resulting in a reduction of the errors.
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Caliano, Eduardo. "La componente archeologica nelle metodologie di valutazione ambientale dei piani." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/1522.

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Abstract:
2009 - 2010
The evaluation component of archaeological in urban planning finds its legal basis in European and specific national legislation of environmental assessments. The planning maps often contain the archaeological map in the themes of environmental knowledge. Generally this tool is limited at the mapping and reporting of findings in the literature, without adding information on the predicted scale. To obtain a predicted level, that can provide more accurate information to avoid impacts with the existing it is proposed the drawing up of maps of archaeological potential. These tools would be able to provide information both on the level of anthropic attending of land, also to identify "archaeologically empty" areas. Fundamental tool for the preparation of these maps are the techniques of spatial analysis conducted through the tools offered by information technology. It is the environmental assessment, measuring among others, pressure of the urban plan on the ground and the landscape, is characterized as the main tool for the evaluation of the archaeological component in the strategic development of the territory. To obtain the purpose of the research project it was required to use high analytical tools. To do it, the research has seen before the interaction and then a synthesis between the various disciplines interested, in different way, to the landscape and its history: urban planning, geography, geomorphology, ecology and archeology. A basical characteristic of the approach to landscape in fact, is an interdisciplinary approach, or rather would say transdisciplinarity: the "place" where the boundaries of different disciplines involved are broken and disciplines influence each other. For this reason it is conducted before a "semantic" job, a knowledge work towards acquiring experiences and methods typical of the various "disciplines of the landscape". The second step of the work was characterized by the synthesis of a common lexicon. It was to establish a sort of ontology is able to combine different types of knowledge in a structure containing all the relevant entities and their relationships. [edited by Author]
IX n.s.
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

Full text
Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
Urban archaeology Lecce
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

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Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
Urban archaeology Lecce
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Kirschner, Paolo. "Progetto ADaM - Archeological DAta Management Progetto per la creazione di una banca dati relazionale per la gestione dei dati di scavo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425584.

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Abstract:
The ADaM project stems from the need to create a database for managing all phases of archaeological excavation as free as possible from any type of coercion of a categorical-typological nature or from the rigidity of the structure of the archive itself. The idea of achieving a single and total instrument was at the same time a moment of reflection for a normalization of an excavation reality through a decomposition, or better a synthesis of the various dynamics in a series of relationships. The standards now acquired in the management of the excavation permit to apply to the various phases of archaeological work a system of procedures for storing relational data in order to speed up the collection and further processing of information. In addition to the need to catalogue and archive the material data of archaeological excavation in an effective and articulated way, it was of primary importance, not only for reasons of bureaucratic and institutional type, to be able to produce a paper outcome of such documentation. Therefore the section regarding the printed results of the archives and the export forms is very rich (PDF, XLS, WWW queries throgh PHP instructions). The choice of FileMaker as DBMS and its Advanced Server application have been fairly automatic, not only for the large potential, but also for their previous use in other systems managed by the Department of Archaeology of the University of Padua and also for the familiarity that exists to these programs in the archaeological world. To be able to manage a data-base through four communication protocols ( "fmnet", "instant web publishing", "php" and "xml / xslt") has been valued as a determining advantage. The ADaM project tries to meet all these requirements in the "apparently" simplest way by combining "proprietary" current technologies, which were considered the most practical and effective ones ("fast and easy source"), with technologies of extremely wide circulation and tested reliability typical of an open-source software sector.
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7

Montis, Ilaria. "Analisi delle stratificazioni del paesaggio e valutazione del rischio archeologico nei territori di Barrali e Pimentel attraverso remote sensing e strumenti GIS open source." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389005.

Full text
Abstract:
The object of this study is the history of the landscape, namely the history of the evolution of the relationship between man and land, as we can investigate it through the methods of landscape archaeology, with an approach defined as "global archaeology". The region studied, located in the municipal territories of Barrali and Pimentel, on the southern edge of the Trexenta area, is a natural crossroads between the historic regions of Parteolla, Campidano and Trexenta. The anthropic history of the region is characterised by a stable human presence which dates back at least to the fourth millennium BC, without interruption until the present day. This has meant that, despite the large amount of historical and archaeological evidence in the area, a relatively small number of archaeological emergencies remained in a good state of preservation. The historical-archaeological research work has been completed by the analysis of the current situation (intended uses underlined by urban plans and evaluation of specific risk factors) with the aim to understand the archaeological potential of the territory and to attempt an archaeological risk assessment. In this study, entirely conducted with open source software equipment (GIS QGIS software and SQLite/SpatialLite spatial database on Linux/Ubuntu platform), remote sensing and aerial photo-interpretation techniques and have been applied to the analysis of satellite images and aerial photographs, together with GIS methodologies for data archiving and analysis, with the creation of a spatial database and a matrix for the measurement of the potential and the archaeological risk from which thematic maps have been derived. Where possible, ground surveys were carried out for the integration of bibliographic, archive and remote sensing data, which provided information needed for the improvement of the reliability of the assessment of the potential and risk. In total, 46 sites have been catalogued for a period between the Neolithic and the Middle Ages, many of them were known through brief archive notes. The density of the sites shows a remarkable continuity of the settlement over the millennia and a prosperity derived by the solid agricultural economy of the region, traditionally centred around the cultivation of cereals. With the exception of a few particularly difficult times (such as the period between the end of the Judicial age and the Aragonese rule, and then later in the XVII century) which were marked by depopulation with the consequent abandonment of the settlements and the demographic crisis, the picture that comes out is that of small agricultural villages which were thoroughly and fairly uniformly spread in the flatter and more suitable areas for this type of economy. If we unfortunately don't know about any Neolithic settlements in the study area, except for an important site (Su Martaxiu) whose purpose cannot be interpreted with certainty, and we have to mainly refer to the necropolis data (among which the most important is that of S'Acqua Salida) in order to assess the density of the occupation of the territory. With regards to the Eneolithic period we have a single site (Is Pranus) that can be interpreted as a settlement. For the Nuragic period there are ruins of several nuraghis, that display the sophisticated control system of the territory and roads that is linked to an economy which is not only agricultural but also of a strong pastoral nature. Today, very little remains of the valleys' nuragic settlements with an agricultural economy, although several not yet archaeologically investigated examples are known (nuragic villages near the nuraghis of Santu Filippu and Santu Pedru). During the Punic and Roman periods, the area was densely populated. During the Punic age people used to live in small rural villages and farms, while in the Roman age also rustic villas became widespread in the countryside. The remains of these settlements have been completely dismantled as a consequence of the introduction of modern agricultural techniques, leaving only superficial dispersion. In this regard, ground surveys conducted near Barrali authorise to think about a settlement of considerable importance, and probably of remarkable continuity (the pottery found can be dated between the nuragic age and early Middle Ages). The research therefore has allowed to collect and synthesise in a diachronic way and to organise into a coherent framework a considerable amount of information on the area of study. Understanding the relationship between land, landscape and cultural heritage is in fact necessary in order to implement conscious and sustainable choices for territorial and urban planning and for preserving and promoting cultural heritage.
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MASTRANGELO, MARICA. "TECNOLOGIE GIS APPLICATE ALLO STUDIO DEL PAESAGGIO. IL CASO DELLE MURGE MERIDIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6143.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha come scopo lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie informatiche, come il GIS, su una specifica porzione di territorio rappresentata dall’area delle Murge Meridionali. L’oggetto di questa ricerca non è circoscrivibile in un territorio definito da confini amministrativi precisi ma, piuttosto, è identificabile in un a comprensorio geografico e geomorfologico unitario, le Murge Meridionali. La zona, non è oggetto di indagini archeologiche sistematiche, è compresa tra le province di Bari, Taranto e Brindisi. Il progetto implica una ricerca che rientri nell’ambito dell’archeologia del paesaggio, perciò procedere alla documentazione di quanto resta degli insediamenti dei diversi periodi storici e comprenderne le relazioni e le dinamiche degli stessi. L’applicazione delle tecnologie GIS è fondamentale nello studio dei sistemi insediativi e di popolamento antichi dell’area e nella realizzazione di modelli predittivi, come strumento per potenziare le strategia di ricerca.
The research project has as its goal the development and application of computer technology , such as GIS , on a specific portion of the territory represented by the area of the Southern Murgia . The object of this research is not limited in a territory defined by administrative boundaries precise but , rather , is identifiable in a geographic territory and geomorphological unit , the Southern Murgia . The area is not the subject of systematic archaeological investigations , is between the provinces of Bari , Taranto and Brindisi . The project involves research that falls within the archeology of the landscape , so proceed to the documentation of what remains of the settlements of the different historical periods and understand the relationships and the dynamics of the same. The application of GIS technology is fundamental in the study of settlement patterns and population of the old and construction of predictive models , as a tool to enhance the search strategy .
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9

MASTRANGELO, MARICA. "TECNOLOGIE GIS APPLICATE ALLO STUDIO DEL PAESAGGIO. IL CASO DELLE MURGE MERIDIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6143.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha come scopo lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie informatiche, come il GIS, su una specifica porzione di territorio rappresentata dall’area delle Murge Meridionali. L’oggetto di questa ricerca non è circoscrivibile in un territorio definito da confini amministrativi precisi ma, piuttosto, è identificabile in un a comprensorio geografico e geomorfologico unitario, le Murge Meridionali. La zona, non è oggetto di indagini archeologiche sistematiche, è compresa tra le province di Bari, Taranto e Brindisi. Il progetto implica una ricerca che rientri nell’ambito dell’archeologia del paesaggio, perciò procedere alla documentazione di quanto resta degli insediamenti dei diversi periodi storici e comprenderne le relazioni e le dinamiche degli stessi. L’applicazione delle tecnologie GIS è fondamentale nello studio dei sistemi insediativi e di popolamento antichi dell’area e nella realizzazione di modelli predittivi, come strumento per potenziare le strategia di ricerca.
The research project has as its goal the development and application of computer technology , such as GIS , on a specific portion of the territory represented by the area of the Southern Murgia . The object of this research is not limited in a territory defined by administrative boundaries precise but , rather , is identifiable in a geographic territory and geomorphological unit , the Southern Murgia . The area is not the subject of systematic archaeological investigations , is between the provinces of Bari , Taranto and Brindisi . The project involves research that falls within the archeology of the landscape , so proceed to the documentation of what remains of the settlements of the different historical periods and understand the relationships and the dynamics of the same. The application of GIS technology is fundamental in the study of settlement patterns and population of the old and construction of predictive models , as a tool to enhance the search strategy .
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Girardi, Marco <1987&gt. "La Piana Rotaliana (Trento). Analisi paesaggistico-archeologica attraverso il Remote Sensing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1868.

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Abstract:
Questa tesi ha riguardato l’analisi paesaggistico-archeologica della Piana Rotaliana, un’ampia pianura circondata da montagne, posta pochi chilometri a nord della città di Trento, al confine con la provincia di Bolzano.In particolare, il mio lavoro è stato finalizzato all’utilizzo di metodi innovativi per l’individuazione e il censimento di siti d’altura, all’indagine di fonti storico-archeologiche, topografiche, bibliografiche e cartografiche e all’analisi finale degli elementi raccolti per poter elaborare una ricostruzione il più attendibile possibile del paesaggio antropico indagato e della sua evoluzione diacronica.Nello specifico, si è proceduto alla raccolta dei dati archeologici noti tramite lo spoglio della bibliografia, all’analisi remota (fotografie aeree, voli stereoscopici e immagini LiDAR opportunamente trattate) del contesto geografico, a ricognizioni mirate sul territorio e alla successiva elaborazione dei dati raccolti mediante sistemi GIS con la presentazione di alcuni casi studio esemplificativi delle potenzialità e dei limiti offerti dalle tecniche utilizzate.Si è, quindi, puntato ad un’analisi paesaggistica organica del contesto di studio, partendo dalle suddette tecnologie integrate da una metodologia tradizionale (survey e raccolta bibliografica), cercando in questo modo di affrontare tematiche diverse quali la metodologia d’indagine applicata, le caratteristiche geomorfologiche dell’area, lo sfruttamento del territorio e le dinamiche del popolamento antico.
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Books on the topic "Metodologia archeologica"

1

Piccarreta, Fabio. Manuale di aerofotografia archeologica: Metodologia, tecniche e applicazioni. Bari: Edipuglia, 2000.

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Giornata archeologica (9th 1996 Genoa, Italy). Atti: IX Giornata archeologica : archeologia, archeologie, ricerca e metodologie : Genova, 29 novembre 1996. Genova: D.AR.FI.CL.ET., Dipartimento di archeologia, filologia classica e loro tradizioni "Francesco Della Corte", 1998.

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Pennacchioni, Massimo. Metodologie e tecniche del disegno archeologico: Manuale per il disegno dei reperti archeologici. [Firenze]: All'insegna del giglio, 2004.

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Cantini, Federico, and Francesco Salvestrini, eds. Vico Wallari – San Genesio ricerca storica e indagini archeologiche su una comunità del medio Valdarno inferiore fra alto e pieno medioevo. Florence: Firenze University Press, 2010. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-598-6.

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Abstract:
Il volume raccoglie le relazioni presentate nel corso della giornata di studio tenutasi a San Miniato il primo dicembre 2007, dedicata all'indagine storiografica e ad un bilancio della lunga ricerca archeologica condotte sul sito di San Genesio nel Valdarno inferiore, villaggio che ebbe continuità insediativa dall'Antichità al pieno Duecento e che venne definitivamente abbandonato a seguito di una violenta distruzione da parte degli abitanti della vicina San Miniato al Tedesco. La località è nota dalle fonti scritte per alcune assemblee e incontri politici ad alto livello ivi tenutisi fra XI e XII secolo, incontri destinati a svolgere un ruolo significativo nel più ampio contesto della Toscana comunale. L'abitato è stato riportato alla luce nel corso di una quasi decennale campagna di scavo che ha fornito risultati di grande rilievo, tali da farne un interessantissimo case-study. Il volume si pone come momento di confronto fra metodologia storica e archeologica ed ha l'ambizione di evidenziare la grande utilità della collaborazione interdisciplinare sul terreno di realtà campione particolarmente propizie. Nel contempo esso fornisce un primo quadro complessivo circa la storia di un centro abbandonato ma dal passato ricco ed eccezionalmente documentato, proponendo un punto di riferimento per altre analoghe indagini destinate a far luce sulle vicende politiche, sulle istituzioni eclcesiastiche e sulle dinamiche del popolamento nell'Italia medievale.
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5

Francesco, D'Andria, ed. Metodologie di catalogazione dei beni archeologici. Lecce: Martano, 1997.

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6

Roberto, Basilico, ed. Archeologia del sottosuolo: Metodologie a confronto. Oxford: John and Erica Hedges Ltd., 2007.

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Vannini, Guido, ed. Florentia. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-509-8.

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Abstract:
Il terzo volume di Florentia prosegue la serie periodica di studi legati alle attività di formazione della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Ateneo fiorentino. Gli studi selezionati costituiscono elaborazioni tratte dalle migliori dissertazioni di diploma redatte dagli allievi negli ultimi anni, secondo criteri che privilegiano gli elementi di maggiore innovatività tematica e saldezza metodologica. I saggi rappresentano gli indirizzi fondamentali della Scuola: pre-protostorico, orientalistico, ‘classico’ (nelle sue varie componenti, greco-romana ed etrusco-italica), medievista. Gli autori provengono da Atenei di tutto il Paese: una varietà che tuttavia lascia trasparire il connotato culturale di fondo che caratterizza la Scuola archeologica fiorentina, a partire dalla lezione dei fondatori della Scuola, i non dimenticati Paolo Emilio Pecorella e Luigi Beschi, alla cui memoria questo volume è dedicato. La consuetudine fra docenti (in buona parte giovani anch’essi) ed allievi costituisce una comunità di studi che si vale di un coordinamento strutturale con le altre Scuole di Specializzazione dell’Ateneo dedicate ai Beni Culturali territoriali (Archeologia, Storia dell’Arte, Architettura); con scelte proiettate anche in una dimensione pubblica in rapporto a temi dell’attuale società civile – dall’incidenza sociale del ruolo dell’archeologo militante, all’apporto identitario di un’‘archeologia pubblica’ in una società che muta rapidamente, fra ‘nuovi italiani’ e uso sociale della cultura; al nuovo ruolo dell’archeologia (e non solo) – anche in contesti di crisi, non solo internazionali.
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Vaccaro, Alessandra Melucco. Archeologia e restauro: Storia e metodologia del problema. Roma: Viella, 2000.

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MAPPA, Metodologie applicate alla predittività del potenziale archeologico. Roma: Nuova cultura, 2012.

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Nucciotti, Michele, Chiara Bonacchi, and Chiara Molducci, eds. Archeologia pubblica in Italia. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-942-3.

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Abstract:
Il volume offre una selezione rappresentativa e aggiornata dei temi e delle proposte presentati in occasione del primo congresso di Archeologia Pubblica in Italia, organizzato a Firenze nel 2012. L’Archeologia Pubblica è uno dei settori più dinamici e innovativi della ricerca umanistica e sociale contemporanea e si è progressivamente affermata a livello internazionale come movimento scientifico e culturale per l’innovazione positiva del rapporto tra la ricerca sul passato e i ‘nuovi’ bisogni sociali. Il congresso fiorentino del 2012 ha contribuito a definire priorità e metodologie di questo settore che oggi in Italia è in rapida espansione e che si è dotato nell’ultimo decennio di insegnamenti universitari, riviste scientifiche e sperimentazioni progettuali avanzate.
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Book chapters on the topic "Metodologia archeologica"

1

"Introduzione metodologica." In I templi del Fayyum di epoca tolemaico-romana: tra fonti scritte e contesti archeologici, v—viii. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv10crdnm.4.

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2

"Approcci metodologici." In Un sistema per la gestione dell’affidabilità e dell’interpretazione dei dati archeologici, 47–64. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv12sdx29.8.

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Conference papers on the topic "Metodologia archeologica"

1

Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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