Dissertations / Theses on the topic 'Medio Termine'

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1

Piccolo, Celeste. "Osservazioni sull’evoluzione morfologica di medio e breve termine del corso del medio e basso Tagliamento." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17045/.

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Abstract:
Questo lavoro si incentra sullo studio di parte del tronco del medio e basso fiume Tagliamento. La ragione principale che ha spinto tale scelta è stata la mancanza di studi riguardanti questo tratto del fiume, mentre invece è risultato altamente studiato nel corso degli anni, il tronco dell’alto Tagliamento. Essendo il fiume più lungo del Friuli Venezia Giulia lo studio dell’intero corso risulta essere molto importante considerando anche la sua potenziale pericolosità. Sono state utilizzate tre differenti metodologie per svolgere questo lavoro; un’analisi cartografica tramite la realizzazione di planimetrie d’alveo che tratta l’arco temporale dal 1789 al 2017, un confronto altimetrico da profili longitudinali e un rilevamento sull’alveo per la realizzazione di un’analisi speditiva delle granulometrie. Grazie a queste metodologie si è potuto classificare il fiume in sei tipologie d’alveo differenti ben riconoscibili. Lo studio dei cambiamenti della morfologia meandriforme conferma la stabilità dei meandri da Latisana a Bevazzana mentre dimostra una maggiore mobilità dei meandri del tronco a monte di Latisana. Infine si è potuto riscontrare che l’evoluzione altimetrica del talweg, se pur negativa, pare di entità minore rispetto a quella di altri fiumi italiani.
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2

Mandolini, Debora. "Evoluzione a medio e breve termine di un tratto del litorale di Senigallia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10023/.

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Abstract:
Il litorale di Senigallia si sviluppa ai due lati del porto ed è caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa, che già nei decenni passati ha risentito dell’influenza del porto nel tratto sottocorrente, in cui sono state installate delle opere di difesa. Nei primi anni del 2000 il porto ha subito ulteriori modifiche con possibili altri impatti sulla spiaggia emersa e sommersa. In tale ambito, la ditta Geomarine S.r.l. di Senigallia, su commissione del Comune di Senigallia, ha eseguito dei rilievi topo-batimetrici su un tratto del litorale del medesimo Comune dal 2009 al 2015. In questo lavoro di tesi ho partecipato personalmente alla campagna di misura del 2015. Per le indagini nella spiaggia sommersa è stata utilizzata una strumentazione Singlebeam e Multibeam mentre per i rilievi topografici è stato utilizzato un sistema GPS-NRTK. Con i dati acquisiti, elaborati e processati, è stato costruito un DTM con una carta delle isoipse e isobate dell’area. Allo scopo di integrare la ricostruzione morfologica ottenuta per l’area con informazioni sul sedimento presente, sono stati realizzati dei campionamenti lungo gli stessi transetti adottati in precedenti campagne sedimentologiche svolte dalla Regione Marche. I campioni sono stati successivamente sottoposti ad un’analisi granulometrica e i risultati confrontati tra loro e con quelli raccolti nei decenni precedenti. I risultati dei rilievi topo-batimetrici sono stati, infine, confrontati tra loro sui diversi intervalli temporali di acquisizione, per comprendere l’evoluzione del tratto di costa studiato nel breve termine e come i fattori naturali e antropici possano aver influito sui cambiamenti osservati. Per inquadrare l’evoluzione dell’area d’interesse su un arco temporale più ampio (1955-2015) si è poi effettuata un’analisi semi-qualitativa/quantitativa dell’andamento nel medio termine della linea di riva a partire da foto aeree.
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3

Marini, Massimiliano Luigi Ivo <1966&gt. "PTA e stenting carotideo: valutazione morfologica ed evolutiva, a breve e medio termine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/979/1/Tesi_Marini_Massimiliano.pdf.

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Abstract:
In un periodo di tre anni è stato svolto un lavoro mirato alla valutazione delle complicanze correlate all’utilizzo dello stenting carotideo. Dopo la preparazione di un protocollo con definizione di tutti i fattori di rischio sono stati individuati i criteri di inclusione ed esclusione attraverso i quali arruolare i pazienti. Da Luglio 2004 a Marzo 2007 sono stati inclusi 298 pazienti e sono state valutate le caratteristiche della placca carotidea, con particolare riferimento alla presenza di ulcerazione e/o di stenosi serrata, la tortuosità dei vasi e il tipo di arco aortico oltre a tutti i fattori di rischio demografici e metabolici. E’ stato valutato quanto e se questi fattori di rischio incrementino la percentuale di complicanze della procedura di stenting carotideo. I pazienti arruolati sono stati suddivisi in due gruppi a seconda della morfologia della placca: placca complicata (placca con ulcera del diametro > di 2 mm e placca con stenosi sub occlusiva 99%) e placca non complicata. I due gruppi sono stati comparati in termini di epidemiologia, sintomatologia neurologica preoperatoria, tipo di arco, presenza di stenosi o ostruzione della carotide controlaterale, tipo di stent e di protezione cerebrale utilizzati, evoluzione clinica e risultati tecnici. I dati sono stati valutati mediante analisi statistica di regressione logistica multipla per evidenziare le variabili correlate con l’insuccesso. Dei 298 pazienti consecutivi sottoposti a stenting, 77 hanno mostrato una placca complicata (25,8%) e 221 una placca non complicata (74,2%). I due gruppi non hanno avuto sostanziali differenze epidemiologiche o di sintomatologia preoperatoria. Il successo tecnico si è avuto in 272 casi (91,2%) e sintomi neurologici post-operatosi si sono verificati in 23 casi (23.3%). Tutti i sintomi sono stati temporanei. Non si sono avute differenze statisticamente significative tra i due gruppi in relazione alle complicanze neurologiche e ai fallimenti tecnici. L’età avanzata è correlata ad un incremento dei fallimenti tecnici. I risultati dello studio portano alla conclusione che la morfologia della placca non porta ad un incremento significativo dei rischi correlati alla procedura di stenting carotideo e che l’indicazione alla CAS può essere posta indipendentemente dalla caratteristica della placca.
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Marini, Massimiliano Luigi Ivo <1966&gt. "PTA e stenting carotideo: valutazione morfologica ed evolutiva, a breve e medio termine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/979/.

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Abstract:
In un periodo di tre anni è stato svolto un lavoro mirato alla valutazione delle complicanze correlate all’utilizzo dello stenting carotideo. Dopo la preparazione di un protocollo con definizione di tutti i fattori di rischio sono stati individuati i criteri di inclusione ed esclusione attraverso i quali arruolare i pazienti. Da Luglio 2004 a Marzo 2007 sono stati inclusi 298 pazienti e sono state valutate le caratteristiche della placca carotidea, con particolare riferimento alla presenza di ulcerazione e/o di stenosi serrata, la tortuosità dei vasi e il tipo di arco aortico oltre a tutti i fattori di rischio demografici e metabolici. E’ stato valutato quanto e se questi fattori di rischio incrementino la percentuale di complicanze della procedura di stenting carotideo. I pazienti arruolati sono stati suddivisi in due gruppi a seconda della morfologia della placca: placca complicata (placca con ulcera del diametro > di 2 mm e placca con stenosi sub occlusiva 99%) e placca non complicata. I due gruppi sono stati comparati in termini di epidemiologia, sintomatologia neurologica preoperatoria, tipo di arco, presenza di stenosi o ostruzione della carotide controlaterale, tipo di stent e di protezione cerebrale utilizzati, evoluzione clinica e risultati tecnici. I dati sono stati valutati mediante analisi statistica di regressione logistica multipla per evidenziare le variabili correlate con l’insuccesso. Dei 298 pazienti consecutivi sottoposti a stenting, 77 hanno mostrato una placca complicata (25,8%) e 221 una placca non complicata (74,2%). I due gruppi non hanno avuto sostanziali differenze epidemiologiche o di sintomatologia preoperatoria. Il successo tecnico si è avuto in 272 casi (91,2%) e sintomi neurologici post-operatosi si sono verificati in 23 casi (23.3%). Tutti i sintomi sono stati temporanei. Non si sono avute differenze statisticamente significative tra i due gruppi in relazione alle complicanze neurologiche e ai fallimenti tecnici. L’età avanzata è correlata ad un incremento dei fallimenti tecnici. I risultati dello studio portano alla conclusione che la morfologia della placca non porta ad un incremento significativo dei rischi correlati alla procedura di stenting carotideo e che l’indicazione alla CAS può essere posta indipendentemente dalla caratteristica della placca.
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Vandini, Silvia <1978&gt. "Valutazione della funzione renale nei nati pretermine alla nascita e a medio termine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5470/1/Vandini_Silvia_tesi.pdf.

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Abstract:
La nascita pretermine determina un’alterazione dei normali processi di maturazione dei vari organi ed apparati che durante la gravidanza fisiologica si completano durante le 38-40 settimane di vita intrauterina. Queste alterazioni sono alla base della mortalità e morbilità perinatale che condiziona la prognosi a breve termine di questa popolazione, ma possono determinare anche sequele a medio e lungo termine. E’ stato ampiamente documentato che la nefrogenesi si completa a 36 settimane di vita intrauterina e pertanto la nascita pretermine altera il decorso fisiologico di tale processo; a questa condizione di immaturità si sovrappongono i fattori patogeni che possono determinare danno renale acuto in epoca neonatale, a cui i pretermine sono in larga misura esposti. Queste condizioni conducono ad un rischio di alterazioni della funzione renale di entità variabile in età infantile ed adulta. Nel presente studio è stata studiata la funzione renale in 29 bambini di 2-4 anni di età, precedentemente sottoposti a valutazione della funzione renale alla nascita durante il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale. I dati raccolti hanno mostrato la presenza di alterazioni maggiori (sindrome nefrosica, riduzione di eGFR) in un ridotto numero di soggetti e alterazioni minori ed isolate (proteinuria di lieve entità, riduzione del riassorbimento tubulare del fosforo, pressione arteriosa tra il 90° e il 99° percentile per sesso ed altezza). L’età di 2-4 anni, alla luce dei risultati ottenuti, può rappresentare un momento utile per effettuare una valutazione di screening di funzione renale in una popolazione a rischio come i pretermine, con lo scopo di individuare i soggetti che richiedano una presa in carico specialistica ed un follow-up a lungo termine.
Preterm birth may be associated to an impairment of the development that is completed after 40 weeks of gestation in term newborn. These alterations may lead to perinatal mortality and morbidity that are higher in preterm than in term newborn, and they may also determine short and long term sequelae. It was reported by several authors that nephrogenesis is completed at 36 weeks of gestation; for this reason preterm birth interrupts the physiological course of process; moreover, preterm newborns are exposed to several risk factors for acute kidney injury. These conditions are responsible of an increased risk of renal impairment in children and adults born prematurely. The aim of this study was to investigate renal function in 29 children 2-4 years old born prematurely and previously investigated for renal function in the perinatal period. We observed in the study group both major renal disorders (nephrotic syndrome and decreased eGFR)in a few infants, and mild impairment (mild proteinuria, decreased TRP, systolic blood pressure higher than 90° centile). Our results suggest that infants born prematurely could be screened for renal function in prescholar age to detect subjects requiring a long term follow up for renal function.
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Vandini, Silvia <1978&gt. "Valutazione della funzione renale nei nati pretermine alla nascita e a medio termine." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5470/.

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Abstract:
La nascita pretermine determina un’alterazione dei normali processi di maturazione dei vari organi ed apparati che durante la gravidanza fisiologica si completano durante le 38-40 settimane di vita intrauterina. Queste alterazioni sono alla base della mortalità e morbilità perinatale che condiziona la prognosi a breve termine di questa popolazione, ma possono determinare anche sequele a medio e lungo termine. E’ stato ampiamente documentato che la nefrogenesi si completa a 36 settimane di vita intrauterina e pertanto la nascita pretermine altera il decorso fisiologico di tale processo; a questa condizione di immaturità si sovrappongono i fattori patogeni che possono determinare danno renale acuto in epoca neonatale, a cui i pretermine sono in larga misura esposti. Queste condizioni conducono ad un rischio di alterazioni della funzione renale di entità variabile in età infantile ed adulta. Nel presente studio è stata studiata la funzione renale in 29 bambini di 2-4 anni di età, precedentemente sottoposti a valutazione della funzione renale alla nascita durante il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale. I dati raccolti hanno mostrato la presenza di alterazioni maggiori (sindrome nefrosica, riduzione di eGFR) in un ridotto numero di soggetti e alterazioni minori ed isolate (proteinuria di lieve entità, riduzione del riassorbimento tubulare del fosforo, pressione arteriosa tra il 90° e il 99° percentile per sesso ed altezza). L’età di 2-4 anni, alla luce dei risultati ottenuti, può rappresentare un momento utile per effettuare una valutazione di screening di funzione renale in una popolazione a rischio come i pretermine, con lo scopo di individuare i soggetti che richiedano una presa in carico specialistica ed un follow-up a lungo termine.
Preterm birth may be associated to an impairment of the development that is completed after 40 weeks of gestation in term newborn. These alterations may lead to perinatal mortality and morbidity that are higher in preterm than in term newborn, and they may also determine short and long term sequelae. It was reported by several authors that nephrogenesis is completed at 36 weeks of gestation; for this reason preterm birth interrupts the physiological course of process; moreover, preterm newborns are exposed to several risk factors for acute kidney injury. These conditions are responsible of an increased risk of renal impairment in children and adults born prematurely. The aim of this study was to investigate renal function in 29 children 2-4 years old born prematurely and previously investigated for renal function in the perinatal period. We observed in the study group both major renal disorders (nephrotic syndrome and decreased eGFR)in a few infants, and mild impairment (mild proteinuria, decreased TRP, systolic blood pressure higher than 90° centile). Our results suggest that infants born prematurely could be screened for renal function in prescholar age to detect subjects requiring a long term follow up for renal function.
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FERRARI, RUFFINO Salvatore. "Il laser endovenoso nel trattamento della IVC: risulati a breve e medio termine." Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343901.

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Abstract:
IL TRATTAMENTO LASER ENDOVENOSO E UNA TECNICA MININVASIVA PER L ABLAZIONE DEI SISTEMI SAFENICI INCONTINENTI E DELLE LORO COLLATERALI. QUESTO STUDIO E STATO DISEGNATO PER VALUTARE LA SICUREZZA E L EFFICACIA DI QUESTA TECNICA E LAMESSA A CONFRONTO DEI RISULTATI OTTENUITI CON QUELLA DI ALTRE TECNICHE CHIRURGICHE TRADIZIONALI ED ENDOVASCOLARI
THE endovenous laser treatment is a technique Mininvasive for ablation of the incontinence of the saphenous systems and collateral veins. This study was designed to assess the effectiveness and safety of this technique and to compare the results with other tradidional and endovascular techniques.
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CORRADO, Egle. "Aldosterone e sindromi coronariche acute: ruolo nel follow-up a breve e medio termine." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91213.

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9

Bolzonella, Cristian. "Elaborazione di un modello di simulazione degli effetti nel medio termine delle principali politiche energetiche sul settore elettrico Veneto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3423336.

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Abstract:
The production of electrical energy in Veneto is currently characterized by a high dependence on conventional resources such as coal and natural gas. Recent European regulations have set new national targets for the production of electricity from renewable sources by 2020. In addition, the EU has placed a declining cap on CO2 emissions for large plants. What level of renewable energy production is realistic for the Veneto region to achieve? What different technologies will be utilized in realizing this level? What degree of subsidy will be necessary to achieve goals set by the European Union? To answer these questions, we built VES (Veneto Electricity Simulator), a system dynamics model that can be used to analyse the complex systems in the electricity sector, which are characterized by many interacting variables such as production, energy mix, and the external effects of such activities. In this paper, we discuss the use of VES to examine the expenditures and the externalities associated with 1) the proposed changes in one of the EU renewable energy production subsidies and 2) possible changes in the market price of CO2 emissions.
La produzione di energia elettrica in Veneto è caratterizzata da un’alta dipendenza dalle fonti fossili quali il carbone ed il gas. Le recenti normative europee hanno fissato un target di consumo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili da raggiungere entro il 2020 e contemporaneamente è stato posto un tetto alle emissioni di CO2 per gli impianti di grandi dimensioni che gradualmente si ridurrà nel tempo. Che target di produzione da energie rinnovabili riuscirà a raggiungere il Veneto? Che peso avranno le diverse tecnologie? Quanti sussidi saranno necessari per raggiungere gli obbiettivi stabiliti dall’Unione Europea? Per rispondere a queste domande è stato costruito il modello di simulazione VES (Veneto Electricity Simulator). Il modello costituisce un’implementazione della metodologia “System Dynamic Analysis” orientata all’analisi di un sistema complesso come quello elettrico nel quale interagiscono variabili legate all’attività di produzione, alle scelte di politica energetica ed agli effetti di tali attività. Nel presente articolo mediante l’uso del modello VES vengono analizzati i costi e le esternalità derivanti 1) dalla variazione del livello di sostegno del prezzo di vendita dell’energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili e 2) gli effetti sul settore elettrico delle variazioni dei prezzi delle emissioni della CO2.
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De, Santis Letizia. "Studio di prevalenza a medio e lungo termine della Sindrome dell'arto fantasma in pazienti amputati trans femorali e trans tibiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19334/.

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Abstract:
Background: A seguito di amputazione possono sopraggiungere tre sindromi differenti: la sindrome dell’arto fantasma o PLS (63-90% dei casi), la sindrome dell’arto fantasma doloroso o PLP (47-76%) e la sindrome del moncone doloroso o RLP (32-93%). Tra le tecniche di trattamento sono presenti sia la terapia farmacologica che la riabilitazione. Per quest’ultima ci sono evidenze su: Mirror Therapy, GMI, TENS e tDCS. Disegno di Studio: Osservazionale retrospettivo. Obiettivo: Valutazione della prevalenza a medio e lungo termine del dolore e delle sensazioni relative a PLS, PLP e RLP in pazienti amputati a livello trans-femorale, trans-tibiale ed emi-pelvectomia, trattati presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli tra il 2008 e il 2018, ed indagine delle correlazioni con: età del paziente alla data dell'intervento, follow up dall'intervento, diagnosi, livello di amputazione, BMI, uso di farmaci e riabilitazione. Materiali e Metodi: I pazienti sono stati reclutati attraverso il Centro Elaborazione Dati dell’Istituto ed i dati anagrafici provengono dal Sistema Informatizzato Rizzoli. I pazienti scelti secondo i criteri di inclusione sono stati contattati al telefono per aderire allo studio e autorizzare l’invio di un questionario da compilare a domicilio. I dati sono stati esaminati con analisi statistica. Risultati: Il 68,5% riferisce di avere la PLS, il 65,9% la PLP ed il 53,3% la RLP. Chi è più anziano prova la PLP con maggior frequenza (p=0,040), mentre i pazienti che fanno più uso di farmaci sono quelli che presentano frequenza, durata, intensità e fastidio maggiori dovuti alla PLP (p=0, p=0,014, p=0.013 e p=0,004). Non sono state identificate altre correlazioni tra la prevalenza delle sindromi e i fattori considerati. Conclusioni: I dati sulla prevalenza a medio e lungo termine della PLS, PLP e RLP sono coerenti con la letteratura. Essendo sindromi clinicamente incisive, un intervento riabilitativo specifico può favorirne il contenimento e limitarne la disabilità.
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Dababneh, Hussam <1980&gt. "Efficacia e complicanze durante la curva di apprendimento della Thulep: risultati a breve e medio termine delle prime 48 procedure." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7019/1/Dababneh_Hussam_TESI.pdf.

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Abstract:
MATERIALI E METODI: Tra il 2012 e il 2013, abbiamo analizzato in uno studio prospettico i dati di 48 pazienti sottoposti a ThuLEP con approccio autodidatta. I pazienti sono stati rivalutati a 3, 6, 12 e 24 mesi con la valutazione del PSA, il residuo post-minzionale (RPM), l'uroflussometria (Qmax), l'ecografia transrettale e questionari validati (IPSS: international prostate symptom score e QoL: quality of life) RISULTATI: Il volume medio della prostata è di 63 ± 5,3 ml. Il tempo operatorio medio è stato di 127,58 ± 28.50 minuti. Il peso medio del tessuto asportato è stato di 30,40 ± 13,90 gr. A 6 mesi dopo l'intervento l'RPM medio è diminuito da 165,13 ± 80,15 ml a 7,78 ± 29.19 ml, mentre il Qmax medio è aumentato da 5.75 ± 1.67ml / s a 18.1 ± 5.27 ml / s. I valori medi dei IPSS e QoL hanno dimostrato un progressivo miglioramento: da 19.15 (IQR: 2-31) e 4 (IQR: 1-6) nel preoperatorio a 6.04 (IQR: 1-20) e 1.13 (IQR: 1-4), rispettivamente. Durante la curva di apprendimento si è assistito ad un progressivo aumento del peso del tessuto enucleato e ad una progressiva riduzione del tempo di ospedalizzazione e di cateterismo. Tra le principali complicanze ricordiamo un tasso di incontinenza transitoria del 12,5% a 3 mesi e del 2.1% a 12 mesi. CONCLUSIONI: ThuLEP rappresenta una tecnica chirurgica efficace, sicura e riproducibile indipendentemente dalle dimensioni della prostata. I nostri dati suggeriscono che la ThuLEP offre un miglioramento significativo dei parametri funzionali comparabili con le tecniche tradizionali, nonostante una lunga curva di apprendimento.
MATERIALS AND METHODS: Between 2012 and 2013, we prospectively analyzed the data of the first 48 patients who underwent Thulium Laser enucleation of the prostate (ThuLEP). Patients were reassessed at 3, 6, 12 and 24 months with evaluation of the PSA, post-void volume (PVR), uroflowmetry (Qmax), transrectal ultrasonography and validated questionaires (IPSS: International Prostate Symptom Score and QoL: Quality of Life). RESULTS: The mean volume of the prostate was 63 ± 5.3 ml. The mean operative time was 127.58 ± 28.50 minutes. The mean weight of the removed tissue was 30.40 ± 13.90 gr. At 6 month follow up, the mean PVR decreased from 165.13 ± 80.15 ml to 7.78 ± 29.19 ml, while the mean Qmax flow rate increased from 5.75 ± 1.67 ml/s to 18.1 ± 5:27 ml/s. The mean IPSS and QoL showed a steady improvement from 19.15 (IQR: 2-31) and 4 (IQR: 1-6) preoperatively to 6.04 (IQR: 1-20) and 1.13 (IQR: 1-4) respectively. During the learning curve, the weight of the enucleated tissue, the time of hospital stay and the catheter time improved significantly. The main complications included transient stress incontinence (12.5% ​​at 3 months and 2.1% at 12 months). CONCLUSIONS: ThuLEP is an effective, safe and reproducible surgical technique, regardless of the prostate size. Our data suggest that ThuLEP offers a significant improvement in functional outcomes comparable with traditional techniques despite a long learning curve.
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Dababneh, Hussam <1980&gt. "Efficacia e complicanze durante la curva di apprendimento della Thulep: risultati a breve e medio termine delle prime 48 procedure." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7019/.

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Abstract:
MATERIALI E METODI: Tra il 2012 e il 2013, abbiamo analizzato in uno studio prospettico i dati di 48 pazienti sottoposti a ThuLEP con approccio autodidatta. I pazienti sono stati rivalutati a 3, 6, 12 e 24 mesi con la valutazione del PSA, il residuo post-minzionale (RPM), l'uroflussometria (Qmax), l'ecografia transrettale e questionari validati (IPSS: international prostate symptom score e QoL: quality of life) RISULTATI: Il volume medio della prostata è di 63 ± 5,3 ml. Il tempo operatorio medio è stato di 127,58 ± 28.50 minuti. Il peso medio del tessuto asportato è stato di 30,40 ± 13,90 gr. A 6 mesi dopo l'intervento l'RPM medio è diminuito da 165,13 ± 80,15 ml a 7,78 ± 29.19 ml, mentre il Qmax medio è aumentato da 5.75 ± 1.67ml / s a 18.1 ± 5.27 ml / s. I valori medi dei IPSS e QoL hanno dimostrato un progressivo miglioramento: da 19.15 (IQR: 2-31) e 4 (IQR: 1-6) nel preoperatorio a 6.04 (IQR: 1-20) e 1.13 (IQR: 1-4), rispettivamente. Durante la curva di apprendimento si è assistito ad un progressivo aumento del peso del tessuto enucleato e ad una progressiva riduzione del tempo di ospedalizzazione e di cateterismo. Tra le principali complicanze ricordiamo un tasso di incontinenza transitoria del 12,5% a 3 mesi e del 2.1% a 12 mesi. CONCLUSIONI: ThuLEP rappresenta una tecnica chirurgica efficace, sicura e riproducibile indipendentemente dalle dimensioni della prostata. I nostri dati suggeriscono che la ThuLEP offre un miglioramento significativo dei parametri funzionali comparabili con le tecniche tradizionali, nonostante una lunga curva di apprendimento.
MATERIALS AND METHODS: Between 2012 and 2013, we prospectively analyzed the data of the first 48 patients who underwent Thulium Laser enucleation of the prostate (ThuLEP). Patients were reassessed at 3, 6, 12 and 24 months with evaluation of the PSA, post-void volume (PVR), uroflowmetry (Qmax), transrectal ultrasonography and validated questionaires (IPSS: International Prostate Symptom Score and QoL: Quality of Life). RESULTS: The mean volume of the prostate was 63 ± 5.3 ml. The mean operative time was 127.58 ± 28.50 minutes. The mean weight of the removed tissue was 30.40 ± 13.90 gr. At 6 month follow up, the mean PVR decreased from 165.13 ± 80.15 ml to 7.78 ± 29.19 ml, while the mean Qmax flow rate increased from 5.75 ± 1.67 ml/s to 18.1 ± 5:27 ml/s. The mean IPSS and QoL showed a steady improvement from 19.15 (IQR: 2-31) and 4 (IQR: 1-6) preoperatively to 6.04 (IQR: 1-20) and 1.13 (IQR: 1-4) respectively. During the learning curve, the weight of the enucleated tissue, the time of hospital stay and the catheter time improved significantly. The main complications included transient stress incontinence (12.5% ​​at 3 months and 2.1% at 12 months). CONCLUSIONS: ThuLEP is an effective, safe and reproducible surgical technique, regardless of the prostate size. Our data suggest that ThuLEP offers a significant improvement in functional outcomes comparable with traditional techniques despite a long learning curve.
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Felisa, Giada. "Analisi di ingressione marina a Bellocchio (Fe) negli scenari di breve, medio e lungo termine con l'ausilio della modellazione matematica 2DH." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2062/.

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GIRIBONO, Anna Maria. "Trattamento endovascolare con nuovi materiali in pazienti diabetici affetti da ischemia critica e lesioni trofiche degli arti inferiori: risultati a medio termine." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/100849.

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Abstract:
Obiettivo: Il diabete mellito è una delle cause principali di amputazione dell’arto inferiore in tutto il mondo. Si tratta di una patologia attualmente molto diffusa, più di 425 milioni di persone ne sono affette e si prevede che questo numero raddoppierà dopo il 2045. Un soggetto diabetico ha un rischio significativo, fino al 25% in più rispetto ai non diabetici, di sviluppare ulcere trofiche durante tutta la sua vita. Negli ultimi anni grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali, il trattamento endovascolare è diventato ormai l’opzione terapeutica ormai di prima scelta. Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare i risultati a breve e medio termine del trattamento endovascolare eseguito con diverse tipologie di materiali nei pazienti affetti da ischemia critica degli arti inferiori. In particolare sono state valutate la pervietà primaria, primaria assistita e secondaria il tasso di restenosi/occlusione e di salvataggio d’arto. Materiali e Metodi: Sono stati arruolati in due differenti centri di chirurgia vascolare rispettivamente del Sud e Nord Italia, AOU Federico II di Napoli e AOU Maggiore della Carità di Novara, 80 pazienti diabetici con concomitante arteriopatia periferica trattati mediante diverse tipologie di devices, in particolare in un sottogruppo di pazienti è stato utilizzato una nuova tipologia di stent: SUPERA® (Abbott Vascular, Santa Clara, CA, USA). Tutti i pazienti sono stati sottoposti preoperatoriamente ad un ecocolordoppler degli arti inferiori, calcolo dell’indice caviglia-braccio, radiografia del piede, tampone microbiologico ed antibiotico terapia mirata in caso di lesioni trofiche, calcolo del BMI. Risultati: Tutte le procedure di rivascolarizzazione sono state eseguite in anestesia locale. Sono stati trattati, da Febbraio 2018 a Marzo 2020, presso i due centri di riferimento 80 pazienti (69 M/11 F). È stato effettuato un ecocolordoppler di controllo a 3,6,12,18 e 24 mesi. Il successo tecnico è stato del 100%. La pervietà primaria, primaria assistita e secondaria complessiva di tutta la popolazione in esame sono state rispettivamente del 73,8%, 86% e 90% a 24 mesi. Nel sottogruppo di pazienti trattati con stent Supera® sono state rispettivamente del 75%, 90,6% e 87,5% a 24 mesi. Il tasso di salvataggio d’arto per tutti i pazienti è stato superiore al 90%. Conclusioni: Il trattamento endovascolare nei pazienti affetti da piede diabetico ischemico è ormai l’opzione terapeutica di prima scelta, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi materiali. Tali procedure di rivascolarizzazione endovascolare, eseguiti utilizzando svariati materiali, hanno mostrato buoni tassi di pervietà a breve e medio termine e nella maggior parte dei casi in cui si è verificata la complicanza, il trattamento endovascolare è risultato essere ripetibile ed efficace. Nella nostra casistica, infatti, Il tasso di salvataggio d’arto è stato superiore al 90%.
Objective: Diabetes mellitus is a main cause of lower limb amputation worldwide. It is currently a very common disease, more than 425 million people are affected and this number is expected to double after 2045. A person with diabetes has a significant risk, up to 25% more than non-diabetics, of developing trophic ulcers throughout his life. In recent years, thanks to the development of new technologies and new materials, the endovascular treatment has now become the therapeutic option of first choice. The purpose of this thesis is to analyze the short and medium term results of endovascular treatment performed with different types of materials in patients suffering from critical ischemia of the lower limbs. In particular, the primary, primary assisted and secondary patency, the restenosis / occlusion and limb salvage rate were assessed. Methods: Eighty diabetic patients with concomitant peripheral arterial disease were enrolled in two different vascular surgery centers respectively in South and North Italy, AOU Federico II in Naples and AOU Maggiore della Carità in Novara and treated with different types of devices; in a group of these a new type of stent was used: SUPERA® (Abbott Vascular, Santa Clara, CA, USA). All patients underwent preoperative an ultrasound Doppler of the lower limbs, a calculation of the ankle-arm index, foot x-ray, microbiological swab and targeted antibiotic therapy in case of trophic lesions, calculation of the BMI. Results: All revascularization procedures were performed under local anesthesia. From February 2018 to March 2020, 80 patients (69M/11F) were treated at the two reference centers. A control echocolordoppler was performed at 3,6,12,18 and 24 months. Technical success was 100%. The primary, primary assisted and secondary patency of the entire population under examination were respectively 73.8%, 86% and 90% at 24 months. In the subgroup of patients treated with Supera® stents, they were 75%, 90.6% and 87.5% at 24 months, respectively. The limb salvage rate for all patients was over 90%. Conclusions: The endovascular treatment in patients with ischemic diabetic foot is now the first choice therapeutic option, thanks to the development of new technologies and new materials.
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NELLI, NICOLA. "“Sviluppo di materiali biocompositi per la realizzazione di sostituti tissutali per impianti a breve e lungo termine”." Doctoral thesis, Università di Siena, 2017. http://hdl.handle.net/11365/1011390.

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Abstract:
Tutti i tessuti presenti nel corpo umano sono prevalentemente costituiti da network fibrosi (collagene ed elastina) fortemente interpenetrati con una matrice polisaccaridica amorfa di proteoglicani e glicoproteine non collagenose, formando un solido insolubile permeato da un fluido ionico, la cosiddetta matrice extracellulare (ECM)1, all'interno della quale è inoltre presente una componente cellulare, con funzione di apporto nutrienti a tutti i componenti tissutali. Le proprietà macroscopiche del tessuto vengono determinate dalla particolare composizione e dall’assemblamento dei componenti fibrillari e della matrice. La struttura gerarchica dei tessuti a livello dimensionale [scala molecolare (1-100 nm), scala ultramolecolare (0.1-100 μm) e scala tissutale (0.1-100 mm)] assume un ruolo significativo nel determinarne le proprietà fisiche e fisiologiche. La ECM, in seguito ad una specializzazione del tessuto, riesce ad adempiere alle particolari funzioni richieste, come, ad esempio, la resistenza meccanica nei tendini e legamenti, l’estrema durezza tramite calcificazione nelle ossa e nei denti, la filtrazione nel glomerulo renale, l’adesione nelle membrane basali ecc., rendendosi responsabile di tutte le funzioni di supporto meccanico, elasticità, ancoraggio cellulare, determinazione dell’orientazione cellulare e scambio di molecole e fluidi dei tessuti umani. Le differenti funzioni, grazie ai loro specifici ruoli, rendono questi tessuti estremamente distinguibili a livello micro e macroscopici, permettendo di suddividerli facilmente in due tipologie: tessuti soft o molli (muscoli, cuore, nervi, tendini, legamenti, cartilagini, pelle, cristallino, ecc.) e tessuti hard (prevalentemente ossa e denti). Sulla base della natura e struttura della ECM, la scelta dei materiali per la simulazione delle caratteristiche chimico-fisiche della matrice extracellulare è ricaduta sugli idrogel, polimeri idrofili reticolati che in acqua o in fluidi biologici rigonfiano assorbendo elevate percentuali di liquido, pur rimanendo insolubili. Gli idrogeli sono degli ottimi materiali biomimetici grazie alla possibilità di modulare le loro proprietà strutturali, morfologiche e meccaniche sulla base dell’applicazione richiesta, semplicemente variando la loro composizione e il loro grado di reticolazione (come ad esempio gli idrogeli a base di polivinil alcool2-4). Essi rappresentano pertanto dei candidati ideali per l’ingegneria tissutale e per la medicina rigenerativa. L’attività del progetto di ricerca ha avuto come oggetto principale la sintesi e caratterizzazione di materiali biocompositi a matrice idrogelica da utilizzare come sostituti tissutali. Durante il lavoro svolto sono state identificate alcune tra le patologie articolari maggiormente invalidanti e onerose, da un punto di vista socio-economico, tra cui:  L'osteoartrosi (OA) del ginocchio, patologia di tipo degenerativo, caratterizzata dall’assottigliamento della cartilagine, che conduce, nei casi più avanzati, allo sfregamento delle unità ossee con conseguente formazione di osteosclerosi, eburneazione ossea, cisti ossee, sinoviti, versamento e tumefazione del ginocchio e, in larga scala, rigidità e dolore articolare che compromettono le normali funzioni di deambulazione5.  La degenerazione del disco intervertebrale (IDD) (caratterizzata da una netta diminuzione della vitalità cellulare, una riduzione del contenuto d’acqua del tessuto e conseguente apporto di nutrienti, una graduale sostituzione del nucleo con tessuto fibrocartilagineo e la formazione di fessure e fratture nella porzione esterna dell'anulo fibroso) che può condurre al fallimento strutturale dell'IVD comportando disordini spinali più gravi tra i quali l'erniazione del disco intervertebrale, altra patologia estremamente invalidante6.  Le lesioni meniscali da usura prodotte da lavori usuranti o di tipo traumatico in seguito a stress sportivo, che rappresentano una tipologia di infortunio molto comune, caratterizzata da dolore e invalità temporanea, che costringe il lavoratore o l'atleta a brevi-medi periodi di prognosi nei casi più lievi, e al blocco dell'articolazione nei casi più gravi. Tramite chirurgia è possibile asportare la parte di menisco danneggiata ripristinando la funzionalità dell'articolazione, tuttavia l'asportazione chirurgica comporta una modificazione permanete nell'applicazione dei carichi sulla cartilagine articolare e provoca spesso un'insorgenza precoce dell'OA7. Per far fronte agli inconvenienti prodotti dall'OA, patologia altamente invalidante, è stato progettato e sintetizzato un materiale biomimetico che potesse essere utilizzato come sostituto della cartilagine tibiale, scegliendo come materiale sostitutivo un idrogel di polivinil alcool (PVA), reticolato per via chimica mediante trisodio trimetafosfato (STMP) (entrambi materiali notoriamente atossici e impiegati come additivi alimentari)3,8. Al fine di realizzare un materiale biomimetico in grado di mimare al meglio le proprietà della cartilagine,e quindi scegliere le condizioni migliori di sintesi, sono stati sintetizzati e valutati cinque campioni di idrogel con differenti rapporti molari PVA:STMP (1:0.1; 1:0.25; 1:0.5; 1:1; 1:2), ed è stato monitorato l’effetto della variazione di parametri quali pH (11, 12, 13), concentrazione della soluzione di agente reticolante (10%/20% p/v), tempi di reazione (24, 48, 72 o 96 ore) e modalità di agitazione della soluzione (meccanica/magnetica), nonché metodologia di essiccamento [tramite liofilizzazione (_L) o tramite riscaldamento in stufa a 60°C (_E)],valutandoli in funzione della resa di reazione, solidità e continuità della struttura dei materiali. I materiali sintetizzati sono stati in seguito caratterizzati da un punto di vista chimico [mediante Spettrometria Infrarossa (IR), Spettrometria di Massa di Ioni Secondari (ToF-SIMS), Analisi Colorimetria e Analisi Elementare (AE)] per determinare qualitativamente e quantitativamente l'avvenuta reticolazione; da un punto di vista fisico [mediante Analisi Termogravimetrica (TGA) e valutazione del Contenuto d'acqua (WC)] per valutare l’effetto della reticolazione sulla stabilità termica nella matrice di PVA e per valutare la capacità di rigonfiamento degli idrogel; da un punto di vista morfologico [tramite Microscopia Elettronica a Scansione (SEM) e Calorimetria Differenziale a Scansione (DSC)] per valutare rispettivamente la micro e la mesostruttura delle matrici polimeriche; da un punto di vista reologico e meccanico [mediante Analisi Reologica (AR) e Dinamomeccanica (DMA)] per determinare se le proprietà viscoelastiche dei materiali sono confrontabili con quelle del tessuto cartilagineo del piatto tibiale. Infine, sono stati effettuati test degradativi e citotossicologici secondo le norme internazionali vigenti (ISO/FDIS 10993-5 e 10993-13 Biological evaluation of medical device) per valutare la stabilità chimica e la citotossicità dei materiali sintetizzati. Dalle analisi condotte il campione PVA-H 0.5_E mostra caratteristiche similari a quelle della cartilagine del piatto tibiale in termini di idratazione, stabilità, proprietà meccaniche e citotossicità e può essere potenzialmente impiegato nella realizzazione di impianti biomedici volti alla terapia dell’osteoartrosi9,10. Per far fronte ad uno dei disordini spinali più gravi, l'erniazione del disco intervertebrale, dove una fuoriuscita di materiale normalmente contenuto nel disco intervertebrale (nucleo polposo (NP)) entra in contatto con le strutture nervose contenute nel canale spinale, provocando intenso dolore, è stato proposto un idrogel di PVA, sintetizzato per via chimica mediante reticolazione tramite STMP e arricchito con PVP. Il PVP è un polimero altamente idrofilo che, interagendo mediante legami ad idrogeno con le catene di PVA11, ha permesso di diminuirne il grado di reticolazione, producendo matrici con proprietà meccaniche più simili al NP, e allo stesso tempo di incrementare il contenuto acquoso dei campioni fino ai valori del tessuto da sostituire. Per determinare le migliori condizioni di sintesi, sono stati sintetizzati tre idrogel con uguale rapporto molare PVA:STMP(1:0.5), ma con crescenti contenuti % p/v di PVP (1%, 2.5% e 5% p/v). I materiali sintetizzati sono stati in seguito caratterizzati da un punto di vista chimico (mediante spettrometria infrarossa (IR) e analisi colorimetria) per determinare qualitativamente e quantitativamente l'avvenuta reticolazione e per valutare se l'introduzione del PVP producesse o meno effetti di disturbo all'interno della matrice dell'idrogel. Da un punto di vista fisico (mediante analisi termo gravimetrica (TGA) e valutazione del contenuto d'acqua (WC)) per valutare l’effetto della reticolazione sulla stabilità termica della matrice di PVA e per valutare la capacità di rigonfiamento degli idrogel. Da un punto di vista morfologico (tramite calorimetria a scansione differenziale (DSC)) per valutare la mesostruttura delle matrici sintetizzate. Da un punto di vista reologico (mediante analisi reologica (AR)) per determinare se le proprietà viscoelastiche dei materiali sono confrontabili con quelle del nucleo polposo spinale. Infine, sono stati effettuati test citotossicologici e di proliferazione cellulare secondo le norme internazionali vigenti (ISO/FDIS 10993-5 Biological evaluation of medical device) per valutarne la citotossicità e la citocompatibilità dei materiali sintetizzati. Dai risultati ottenuti il materiale che meglio mima le caratteristiche del NP è il campione 5.0%, con proprietà di idratazione e meccaniche in linea con quelle del NP. Pertanto, il campione 5.0% può essere considerato un valido candidato per la realizzazione di impianti biomedici per la cura delle degenerazioni spinali12. Il lavoro svolto alla ricerca di materiali biomimetici per la cura delle lesioni meniscali è stato affrontato proponendo due tipologie di idrogel differenti, a base di PVA, per la sostituzione/rigenerazione del menisco a seconda della tipologia di lesione subita. Per casi in cui il paziente sia stato sottoposto a menischectomia totale in seguito ad una grave frattura del menisco, è stato proposto un idrogel di PVA, reticolato mediante STMP con un rapporto PVA:STMP 1:0.25, sottoposto a tre reticolazioni consecutive allo scopo di incrementarne le proprietà meccaniche fino al raggiungimento di valori paragonabili a quelli del menisco (c.a. 120 kPa). Tale idrogel è quindi inteso come sostituto permanente13. Per i casi in cui le lesioni del menisco siano di minor entità, è stato proposto uno scaffold cellulare, costituito da un idrogel misto a base di PVA e Gomma-Xantano (XG), reticolati contemporaneamente mediante STMP, come sostituto temporaneo in grado di indurre e favorire la rigenerazione del tessuto meniscale. La XG è stata scelta poichè in grado di favorire e supportare l'adesione, la proliferazione e la differenziazione cellulare14. La ricerca del miglior sostituto ha coinvolto la sintesi di tre campioni con differenti contenuti % p/v di XG-PVA (60-40; 30-70; 15-85). Una volta sintetizzate, entrambe le tipologie di materiali sono state sottoposte a caratterizzazione chimica, fisica e meccanica. Inoltre, i materiali sono stati sottoposti a test di citotossicità in vitro per valutarne l’idoneità come sostituti meniscali temporanei e/o permanenti. Nel caso dei sostituti a lungo termine il campione 3R PVA-H 0.25 può essere considerato come un potenziale sostituto biomimetico del menisco. Da un punto di vista di rilassamento degli sforzi, esso è, infatti, in grado di dissipare istantaneamente la deformazione applicata, toccando mediamente una riduzione percentuale > dell’95% dopo 1 secondo allo stesso modo del tessuto cartilagineo umano15 e possiede valori di G' paragonabili a quelli del menisco13. Mentre nel caso degli scaffold cellulari il materiale che si comporta maggiormente come materiale biomimetico è il campione XG15 con caratteristiche, in termini di idratazione e proprietà meccaniche, idonee alla colonizzazione cellulare. Pertanto, il campione XG15 risulta un potenziale candidato per la realizzazione di impianti biomedici per la cura delle lesioni meniscali e viene abilitato alla successiva fase di valutazione della citotossicità in vitro secondo le norme ISO/FDIS 10993-5.
All human tissues are mainly made by fibrous networks (collagens and elastin) deeply interpenetrated by an amorphous polysaccharide matrix of proteoglycans and non-collagenous glycoproteins, forming an insoluble solid permeated by a ionic fluid, which is the extracellular matrix (ECM)1, in which there is also a cellular component which supplies nutrients for all the tissue components. The macroscopic properties of the tissue are determined by the peculiar composition and assemblage of the fibrillary components and of the matrix. The hierarchical structure of the tissues at a dimensional level [molecular scale (1-100 nm), ultramolecular scale (0.1-100 μm) and tissue scale (0.1-100 mm)] acquire a significant role in the determination of the physical and physiological features. The ECM, as a consequence of the specialization of the tissue, is able to meet expectations for the specific functions required, such as the mechanical resistance in the tendons and ligaments, the extreme hardness through calcification in bones and teeth, the glomerular filtration rate, the adherence to basal membranes, etc., so to be responsible for the mechanical support functions of elasticity, cellular anchoring, the determination of cell orientation and the exchange of molecules and fluids in human tissues. The different functions, thanks to their specific roles, allow us to distinguish the tissues at a micro and macro level, so to divide them easily in two categories: soft tissues (muscles, heart, nerves, tendons, ligaments, cartilage, skin, crystalline lens, etc.) and hard tissues (mainly bones and teeth). On the basis of the nature and the structure of the ECM, hydrogels seemed to be the best choice for the simulation of the chemical-physical features. Hydrogels are renowned for their hydrophilic reticulum, which inflate in water or in biological fluids, absorbing a high percentage of liquids, although remains insoluble. Moreover, they are excellent biomimetic materials for the capability of modulating their structural, morphologic and mechanical features on the basis of the specific need, by varying their composition and their grade of reticulation (such as for hydrogels with a polyvinyl alcohol basis2-4). Therefore, hydrogels were ideal candidates for tissue engineering and for regenerative medicine. The aim of the PhD research was the synthesis and characterization of bio composite materials with a hydrogel matrix to be used as tissue replacement. During this study, some of the most invalidating and high cost articular pathologies have been taken into consideration; among these:  Osteoarthritis (OA) of the knee cartilage, degenerative illness, which leads to the friction between the bones, with consequent atherosclerosis formations, eburnation of the bones, bone cists, synovitis, effusion and swelling of the knee and in large scale stiffness and pain which compromise the regular walking functions5.  The degeneration of the intervertebral disc (IDD), featured by a clear drop in cellular liveliness, a reduction of the water content and the consequent nourishment supply, a gradual substitution of the core with a fibrocartilage tissue and the formation of cracks and fractures in the external fibroses annul, which may lead to a structural fail of the IVD, causing also serious spine disorders, another invalidating syndrome6.  Meniscus injuries subject to wear, caused by demanding work, or by trauma or stress, especially for athletes. This last case is very common and it is characterized by pain and a period of impediment, with short or medium term prognosis or with the total block of the articulation. As a result, surgery includes a permanent change in the amount of load and stress on the articular cartilage, which often causes a premature onset of OA7. In order to face inconveniences produced by OA, a biomimetic material was projected and synthesized, so to use it as a substitute of the tibia cartilage. This material was the PVA hydrogel, reticulated chemically through STMP (both materials are notoriously atoxic and used as food additives)3,8. To determine the best conditions, five hydrogel samples with different molar ratios PVA:STMP (1:0.1; 1:0.25; 1:0.5; 1:1; 1:2)were synthetized and valued. While monitoring the effect of the variation of the parameters such as, pH (11, 12, 13), the concentration of the reticulated solution (10%/20% p/v), the reaction time (24, 48, 72 o 96 ore) and the different modalities of solution agitation (mechanical and magnetic), the desiccation methodology (through Lyophilisation (_L) or through heater (_E) 60°C) evaluating the results on the base of the reaction feedback, the solidity and continuity of the materials’ structure.The synthetized materials were later chemically characterized through an IR spectrometry, mass spectrometry of secondary ions (ToF-SIMS), colorimetric test and element analysis (AE), in order to determine the quality and quantity of the reticulum. From a physical point of view, the materials were characterizedthanks to the thermogravimetric analysis(TGA) and the evaluation of the water content (WC), it was possible to value if the entrance of the reticulum changed the thermic stability of the PVA matrix and, moreover, the inflatement capability of the hydrogel. Then, the material was characterized morphologically, through scanning electron microscope (SEM) and differential scanning calorimeter (DSC)to analyse respectively the micro and the meso-structure. Finally, a rheological and mechanical characterization was made, thanks to a rheological analysis and a dynamo mechanical analysis(DMA) to determine if the viscoelastic properties of the materials are comparable to those of the tibia cartilage tissue. In conclusion, degradation and cytotoxic tests were made, following international procedures (ISO/FDIS 10993-5 e 10993-13 Biological evaluation of medical device), to evaluate the chemicalstability and the cytocompatibility of the synthetizedmaterials. From the analysis made on the sample PVA-H 0.5_E,it is possible to identify similar characteristics to the cartilage of the tibial plafond, in terms of hydration, stability, mechanical properties, and cytotoxicity and, therefore, it may be used in the realization of biomedical implants for the osteoarthritis therapy9,10. In order to face one of the most serious spinal disorders, the herniation of the intervertebral disc, in which a leak of material of the nucleus pulposus (NP) touches the nervous structures of the spine and causes intense pain, it was possible to propose a PVA hydrogel, synthetized chemically through STMP and enriched by PVP. The PVP is a highly hydrophilic polymer, which interacts through hydrogen bonds with the PVA chains11, and has allowed to decrease the degree of reticulation, producing a matrix with similar mechanical properties to the NP, and, at the same time, it has increased the water content of the samples, reaching the measures of the tissue that is being replaced.To determine the best conditions, three hydrogels were synthetized with the same molar ratioPVA:STMP (1:0.5), but with growing contents of PVP % p/v (1%, 2.5% e 5% p/v). The materials were later characterized through a chemical analysis, by IR spectrometry and colorimetric tests to determine the quality and quantity of the reticulum and to appraise if the introduction of PVP produced disturbing effects in the hydrogel’s matrix. More tests were made, by a physical viewpoint, thanks to thermogravimetric analysis(TGA) and evaluation of the water content(WC) to estimate the inflatement capacities of the hydrogels.Morphological tests, through differential scanning calorimeter (DSC) were made to determine the mesostructure. Rheological analyses (AR) were made to determine if the viscoelastic properties of the materials were comparable with those of the spinal nucleus pulposus, and finally cytotoxic tests were made, following international procedures (ISO/FDIS 10993-5 e 10993-13 Biological evaluation of medical device), to evaluate the chemical stability and the cytocompatibility of the synthetized materials. In conclusion, from the results obtained in this study, the best material which mimes best the NP features is the 5.0% sample, with hydration and mechanical properties similar to the NP. Therefore, the 5.0% sample may be considered an excellent possibility for the realization of biomedical implants for the therapy of spinal degenerations12. The research of biomimetic materials for the therapy of meniscal injuries was made by proposing two different samples of PVA based hydrogels for the substitution of regeneration of the meniscus, depending on the type of lesion: For those cases in which the patient had undergone Meniscectomy for a serious fracture, a PVA hydrogel reticulum obtained through STMP with ratioPVA:STMP 1:0.25, after three reticulations with the aim of incrementing the mechanical properties, so to reach similar features to those of the meniscus (approximately120 kPa) was proposed as a possible substitute13.For those cases in which the meniscal lesions were of a minor entity, a cellular scaffold was proposed. This scaffold was made by a hydrogel mix of PVA and Xanthan Gum, reticulated simultaneously through STMP for the regeneration of the meniscal tissue14. The research of the best substitute involved the synthesis of three samples with different content % p/v di XG-PVA (60-40; 30-70; 15-85).Once synthetized, both typologies of materials were cross-examined by a chemical, physical and mechanical characterization. Moreover, the materials undergone citotoxicological tests in vitro to evaluate the suitability for temporary or permanent meniscal substitutes. In the case of long-term substitutes, the sample 3R PVA-H 0.25 may be considered as a potential biomimetic substitute of the meniscus. To what may concern the stress relaxation tests, it is capable of instant dissipation of the deformation performed, by touching a decrease percentage > than 95% after 1 second, similarly to the human cartilage tissue15and with the same G value13.In the case of celluar scaffolds, the sample with improved skils such as biomimetic material is XG15.X15posses good properties in terms of hydration, mechanical properties apt for cellular colonization.Therefore, the sample XG15 is a potential candidate for the realization of biomedical implants for the therapy of meniscal lesions and it is qualified for the following evaluation fase of citotoxicology in vitro, in accordance with the law ISO/FDIS 10993-5.
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ABUMALOUH, ISLAM. "La resezione epatica laparoscopica versus la resezione epatica a cielo aperto nel trattamento degli stadi precoci del carcinoma epatocellulare, risultati perioperatori e oncologici a medio termine dopo propensity score matching." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2017. http://hdl.handle.net/11571/1203270.

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NUGARA, Cinzia. "Effetti della Terapia con Sacubitril/Valsartan sulla Capacità di Esercizio dei pazienti con Scompenso Cardiaco a Frazione di Eiezione Ridotta (HFrEF) nel Follow-up a Breve, Medio e Lungo Termine e Ruolo della percentuale di Delayed Enhancement (DE) alla Risonanza Magnetica Cardiaca (CMR) sulla risposta alla terapia: uno Studio Multicentrico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/477048.

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Abstract:
Introduzione: La terapia con Sacubitril/Valsartan nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta (HFrEF) si è dimostrata superiore alla singola terapia con Enalapril nella riduzione del rischio di morte ed ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Obiettivo del presente studio è stato quello di valutare, nei pazienti con HFrEF, gli effetti della terapia con sacubitril/valsartan sulla capacità di esercizio valutata mediante Test Cardiorespiratorio e l’eventuale correlazione con il grado di fibrosi miocardica valutata mediante Risonanza Magnetica Cardiaca (CMR). Metodi: E’ stato condotto uno studio osservazionale, prospettico. 134 pazienti ambulatoriali con HFrEF sono stati sottoposti a Test Cardiorespiratorio seriati dopo inizio della terapia con Sacubitril/Valsartan. Di questi, 54 pazienti sono stati sottoposti a CMR. I rimanenti 80 pazienti non hanno eseguito la CMR poiché erano stati sottoposti ad impianto di ICD prima dell’arruolamento nel suddetto studio. Risultati: Dopo un follow-up medio di 13,3 ± 6,6 mesi è stata osservata una riduzione della pressione arteriosa sistolica (p <0.0001), un miglioramento della FE (p=0.0003), una riduzione del rapporto E/A (p=0,007), delle dimensioni della vena cava inferiore (p= 0,009) e dei livelli di NT-proBNP (p= 0,007). Durante il follow-up si è osservato, altresì, un incremento del VO2 picco del 16 % (Δ = + 5 mL/Kg/min; p<0,0001) e del polso di O2 del 13 % (Δ = +1,7 ml/battito; p 0,0002), nonché un miglioramento della risposta ventilatoria associato ad una riduzione pari al 7% del VE/VCO2 slope (Δ = 2,5; p=0,0009). Il VO2 alla soglia anaerobica (AT-VO2) è passato da 11,5 +2,6 a 12, 5 +3,3 mL/kg/min (p= 0,021); inoltre, si è ottenuto un incremento del 8 % del rapporto Δ VO2/ Δ Work (Δ = +0,8 mL/beat; p 0,0001) e del 18 % della tolleranza all’ esercizio fisico (Δ = +16 Watt; p<0,0001). All’analisi di regressione logistica multivariata i principali predittori di eventi durante il follow-up erano il VE/VCO2 > 34 [OR: 3,98 (IC 95%: 1,59 10,54); p-value=0,0028]; la presenza di oscillazione ventilatoria [OR: 4,65 (IC 95%: 1,55 1 6,13); p value=0,0052] e il valore di emoglobina [OR: 0,35 (IC 95%: 0,21 0,55); p value <0,0001]. Nel sottogruppo di pazienti sottoposti a CMR, in presenza di un Delayed Enhancement (DE) > 4,6% è stata osservata una minore risposta dopo terapia con sacubitril/valsartan in termini di miglioramento del delta del VO2 picco (+2,1 vs. + 4,7), del Polso di O2 (+1,4 vs. +4,2), della FE (+4,1 vs.+10) e dell’ NT-proBNP (760 vs. 810). Non sono state osservate significative differenze in termini di Δ VO2/ ΔWork e di VE/VCO2. Conclusioni: Dai risultati dello studio si evince che la terapia con Sacubitril/valsartan migliora la tolleranza all’esercizio fisico, la frazione di eiezione del ventricolo sinistro, il VO2 picco e alla soglia anaerobica e l’efficienza ventilatoria. La presenza di DE a livello cardiaco condiziona la risposta alla terapia con sacubitril/valsartan. Infatti, in presenza di fibrosi miocardica gli effetti del farmaco sulla capacità funzionale e sui parametri cardiorespiratori, seppur mantenuti, sono ridotti. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi al fine di comprendere meglio il meccanismo d’azione del farmaco e gli effetti sul rimodellamento cardiaco.
Introduction: Sacubitril/valsartan in heart failure (HF) with reduced ejection fraction (HFrEF) was shown to be superior to enalapril in reducing the risk of death and hospitalization for HF. The aim of this study was to evaluate cardiopulmonary effects of sacubitril/valsartan in patients with HFrEF and the possible correlation with the degree of myocardial fibrosis assessed with cardiac magnetic resonance (CMR). Methods: An observational, prospective study was conducted. 134 outpatients with HFrEF underwent serial cardiorespiratory tests after initiation of therapy with Sacubitril / Valsartan. Of these, 54 patients underwent CMR. The remaining 80 patients did not perform CMR as they had undergone ICD implantation prior to enrollment in the aforementioned study. Results: After a mean follow-up of 13.3 ± 6.6 months, a reduction in systolic blood pressure (p <0.0001), an improvement in FE (p = 0.0003), a reduction in the E/A ratio (p = 0.007), inferior vena cava size (p = 0.009) and NT-proBNP levels (p = 0.007) was observed. During the follow-up, we observed an increase in peak VO2 of 16% (Δ = + 5 mL / Kg / min; p <0.0001) and in O2 pulse of 13% (Δ = +1, 7 mL / beat; p 0.0002), as well as an improvement in ventilatory response associated with a 7% reduction in the VE/VCO2 slope (Δ = 2.5; p = 0.0009). VO2 at the anaerobic threshold (AT-VO2) went from 11.5 +2.6 to 12.5 +3.3 mL / kg / min (p = 0.021); furthermore, an 8% increase in the Δ VO2 / Δ Work ratio (Δ = +0.8 mL / beat; p 0.0001) and an 18% increase in the tolerance to physical exercise (Δ = +16 Watt; p <0.0001). In multivariate logistic regression analysis, the main predictors of events during follow-up were the VE/VCO2> 34 [OR: 3.98 (95% CI: 1.59 10.54); p-value = 0.0028]; the presence of ventilatory oscillation [OR: 4.65 (95% CI: 1.55 1 6.13); p value = 0.0052] and the hemoglobin value [OR: 0.35 (95% CI: 0.21 0.55); p value <0.0001]. In the subgroup of patients undergoing CMR, a lower response after sacubitril/valsartan therapy was observed in the presence of Delayed Enhancement (DE) > 4.6% in terms of improvement in peak VO2 delta (+2.1 vs. + 4.7), pulse of O2 (+1.4 vs. +4.2), FE (+4.1 vs. + 10) and NT-proBNP (760 vs. 810). No significant differences were observed in terms of ΔVO2/ΔWork and VE / VCO2. Conclusions: The results of the study show that therapy with Sacubitril/valsartan improves exercise tolerance, left ventricular ejection fraction, peak VO2 and anaerobic threshold and ventilatory efficiency. The presence of myocardial fibrosis conditions the response to therapy with sacubitril/valsartan. In fact, in these patients, the effects of the drug on the functional capacity and cardiorespiratory parameters, even if maintained, are reduced. However, further studies are needed in order to better understand the mechanism of action of the drug and the effects on cardiac remodelling.
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Colla, Laura. "Experimental characterization of nanofluids as heat transfer media." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423531.

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Abstract:
Nanofluids are formed by solid particles with nano-sized dimension (1-200 nm) dispersed into common fluids. From the beginning, they have been proposed as heat transfer media, considering the high thermal conductivity of solid nanoparticles compared to the inherently poor thermal properties of conventional heat transfer fluids. In the last years, an exponential increase of publications on nanofluids is occurred. However, nanofluids are complex fluids, literature experimental works are often controversial and theoretical investigations must to be deepened. A big issue concerns the production of stable and reliable fluids, since different nanoparticles can be prepared with different methods and, also, different nanofluids derive from different preparation techniques. In this work, nine nanofluids were analysed. The stability of the suspension was evaluated considering the mean size distribution of nanoparticles in suspension using the DLS technique. In addition, the ζ potential and the pH of the nanofluids were measured for the stability analysis. For stable nanofluids, the study of the thermophysical properties is necessary to understand their energy behaviour. Therefore, thermal conductivity and dynamic viscosity were determined experimentally. The final objective of this work is to investigate the convective heat transfer capabilities of nanofluids. For this purpose, an experimental apparatus was built in order to measure the convective, single phase heat transfer coefficient of nanofluids, at constant wall heat flux. After an intense work of experimental measurement on several nanofluids, a nanofluid with extraordinary thermophysical properties was not found, in spite of some results published in the literature. Amongst all the studied suspensions, it seems metal nanoparticles are the most promising. More concentrated nanofluids, with the proper surfactants, are under study.
I nanofluidi sono costituiti da particelle solide di dimensione nanometrica (1-200 nm) disperse all’interno di fluidi comuni. Considerata l’elevata conduttività termica delle nanoparticelle solide rispetto alle proprietà termiche intrinsecamente scarse dei fluidi convenzionalmente usati per lo scambio termico, i nanofluidi sono stati inizialmente proposti come fluidi termovettori caratterizzati da interessanti proprietà termiche. Negli ultimi anni, il numero di pubblicazioni sui nanofluidi ha avuto una crescita esponenziale. Tuttavia, i nanofluidi sono fluidi complessi e i lavori sperimentali che si trovano in letteratura presentano spesso risultati tra loro discordanti e imprecisi, non supportati da valutazioni teoriche che devono essere approfondite. Uno dei principali problemi riguarda la produzione di sospensioni stabili, affidabili e riproducibili. In questo lavoro, sono stati presi in considerazione nove diversi nanofluidi, in acqua o glicole e con nanoparticelle di ossidi, metalli o carbonio, per valutare le possibili differenze tra i fluidi risultanti. Ogni fluido è stato attentamente caratterizzato. Per ogni nanofluido, la stabilità della sospensione è stata valutata considerando la distribuzione della dimensione media delle nanoparticelle in sospensione, utilizzando la tecnica DLS (Dynamic Light Scattering). Inoltre, per l'analisi di stabilità, sono stati misurati anche il potenziale ζ ed il pH dei nanofluidi. Per i nanofluidi che sono risultati stabili, si è proceduti con lo studio delle proprietà termofisiche, necessario per comprendere il loro potenziale impiego energeticamente favorevole in applicazioni specifiche. Per questo motivo, sono state misurate la conduttività termica e la viscosità dinamica. L'obiettivo finale di questo lavoro è stato quello di indagare le capacità di scambio termico convettivo dei nanofluidi. A questo scopo, è stato progettato e costruito un apparato sperimentale per misurare il coefficiente di scambio termico monofase convettivo, in condizione di flusso termico di parete costante. Dopo un intenso lavoro di misura sperimentale su più nanofluidi, non è stato trovato alcun nanofluido con straordinarie proprietà termofisiche, nonostante alcuni risultati pubblicati in letteratura che avevano posto le basi iniziali per questa tesi. Tra tutte le sospensioni studiate, quelle con nanoparticelle metalliche sembrano le più promettenti. Per questo motivo, nanofluidi più concentrati, con surfattanti adatti, sono in fase di studio.
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Cardoso, Catarina Henriques Mourela. "Medo de cair em pessoas com insuficiência renal crónica terminal." Master's thesis, Universidade de Aveiro, 2014. http://hdl.handle.net/10773/13253.

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Abstract:
Mestrado em Gerontologia
Enquadramento: A Insuficiência Renal Crónica Terminal (IRCT) implica a realização de hemodiálise ou diálise peritoneal. A diálise apresenta vários riscos que afetam a qualidade de vida das pessoas, sendo um deles o risco de queda, que está associado à fragilidade após os tratamentos. Após uma queda é frequente uma pessoa ter medo de cair. Esta percepção de medo pode contribuir também para o risco de queda, acabando por ser tornar um ciclo vicioso. O medo de cair tem sido pouco estudado na população com IRCT. Objetivos: Este estudo teve como objetivo avaliar o medo de cair na população com IRCT e a sua relação com características sociodemográficas e clínicas, frequência de quedas, força muscular e equilíbrio funcional. Metodologias: Realizou-se um estudo transversal, do tipo descritivo, comparativo e correlacional, com uma abordagem quantitativa. Utilizou-se um questionário baseado na checklist da Classificação Internacional de Funcionalidade, Incapacidade e Saúde para recolher dados relativos à caracterização socio-demográfica e clínica e frequência de quedas da amostra. O medo de cair foi avaliado através de uma questão adicionada ao questionário e através da aplicação da Escala de Confiança no Equilíbrio Específica para a Atividade (Escala ABC). Foram recolhidos dados de equilíbrio funcional através do Teste Levantar e Sentar 5 vezes e de força muscular através de um dinamómetro digital isométrico. A análise dos dados foi realizada com recurso a estatística descritiva e inferencial. Resultados: Fizeram parte do estudo 72 participantes com uma média etária 62,29±14,50 anos. A análise da relação do medo de cair com as características sociodemográficas e clínicas mostrou que este varia em função da idade, do agregado familiar, do apoio recebido, do uso de dispositivo de apoio, da perceção de sobreproteção, da perceção de saúde mental e emocional, da atividade física e do número de quedas. A análise revelou ainda uma correlação significativa entre o medo de cair e o equilíbrio funcional e a força muscular. Conclusões: O presente estudo contribui para o atual conhecimento científico sobre o medo de cair nas pessoas a realizar diálise, uma vez que esta variável foi pouco estudada nesta população.
Background: End Stage Renal Disease (ESRD) implies hemodialysis or peritoneal dialysis. Dialysis presents several risks that affect the quality of life, one of which is the risk of falling, which is associated with frailty after treatments. Fear of falling is frequent after a fall. Fear of falling can also contribute to the risk of falling and becoming eventually a vicious cycle. Fear of falling has been understudied in the population with ESRD. Objectives: This study aimed to evaluate the fear of falling in people with ESRD and its relationship with sociodemographic and clinical characteristics, frequency of falls, muscle strength and functional balance. Methods: A cross-sectional, descriptive-correlational study with a quantitative approach was conducted. A questionnaire based on the checklist of the International Classification of Functioning, Disability and Health was used to collect sociodemographic and clinical data and frequency of falls in the sample. Fear of falling was assessed through a question added to the questionnaire and by applying the Activity-specific Balance Confidence Scale (ABC). Functional balance was assessed through the Five Times Sit to Stand Test and muscle strength through isometric digital dynamometer. Data analysis was performed using descriptive and inferential statistics . Results: The study included 72 participants with a mean age of 62.29 ± 14.50 years. Fear of falling varied significantly according to age, family, support received, the use of assistive device, the perception of overprotection, perception of mental and emotional health, physical activity and the number of falls. Significant correlation between fear of falling and functional balance and muscle strength was also found. Conclusions: The present study contributes to the current scientific knowledge about the fear of falling in people undergoing dialysis, as this variable has been understudied in this population.
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Chavez, Marin Alfonso Alejandro. "Análisis de los factores que inciden en la eficiencia terminal del estudiante de Nivel Medio Superior utilizando una Red Neuronal Artificial." Tesis de maestría, Universidad Autónoma del Estado de México, 2019. http://hdl.handle.net/20.500.11799/105021.

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Abstract:
Parte fundamental en la vida académica del ser humano es la toma de decisiones, la elección que se realice, dentro de una serie variada de opciones depende de las aptitudes, actitudes y experiencias o conocimientos previos. Al trasladar, esta situación, a una organización, con diferentes personas que tienen distintas experiencias y vivencias genera una serie de posibilidades que complejizan llegar a un punto en común, por tal motivo, el proceso de toma de decisiones se ha estudiado y se han propuesto que hay seis elementos que influyen en estás: agente decisorio, objetivos, gustos y preferencias, estrategias, situación y logros, y resultados (Vélez Evans, 2006). A partir dichos elementos se evalúan factores para la toma de decisiones, una vez que se obtiene la información necesaria para su análisis. Con la evolución de las tecnologías de la información y su implementación en las organizaciones, se han generado algoritmos y soluciones tecnológicas que ayudan a la toma de decisiones. Varias de estas herramientas han sido probadas, lo que brinda una mayor probabilidad de que dicha elección nos lleve a lograr nuestras metas u objetivos (Orlikowski, 1991; Kraemer, 1997). De esta manera, es importante basarse en herramientas estadísticas apoyadas de las tecnologías de la información (TI), así como de técnicas inteligentes como la minería de datos (MD) y las redes neuronales artificiales (RNA) que permiten extraer información valiosa a partir de un repositorio de datos. Por ejemplo, algunas compañías han empezado a tomar decisiones de una manera muy original como lo menciona Michel Hugos en su libro (Hugos, 2012): Grandes empresas han empezado a utilizar la tecnología para mejorar la colaboración y poder mejorar la toma de decisiones esto lo realizó creando esferas de negocios en donde por medio de video conferencias otros ejecutivos pueden participar y dar opiniones ademas de tambien tomar decisiones. Actualmente, la tecnología ha invadido diferentes sectores del ámbito empresarial y educativo, la tecnología se ha convertido en un costo que facilita la recopilación de datos, además de que permite su procesamiento y análisis para la toma de decisiones.
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Cavalleretti, Federico <1992&gt. "I Social Media nel settore turistico termale: il caso Continental Terme Hotel." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12172.

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Abstract:
La tesi intende affrontare le tematiche relative all'utilizzo del web, nel particolare dei social network, da parte delle imprese del settore turistico termale. Le implicazioni che ne derivano andranno a fare luce sui vantaggi e i limiti di tale mercato, caratterizzato da un'età media prevalentemente elevata. L'elaborato sarà suddiviso in 4 capitoli attraverso i quali si andrà ad esporre, dal generico al particolare, ciò che caratterizza il settore termale, l'evoluzione del web dagli anni 2000 ad oggi e cosa ha significato per il turismo, il focus sui social media ed infine il caso pratico relativo all'esperienza di stage di 3 mesi presso l'Hotel Terme Continental di Montegrotto Terme (PD). In particolare si porrà attenzione sulle variabili strategiche e operative di marketing, cercando di identificare i fattori critici di successo per arrivare ad una conclusione riguardante le abitudini di navigazione sui social da parte della clientela termale. Si inizierà esaminando e descrivendo l’ambiente aziendale di riferimento, esplicando la natura dell'organizzazione dei suoi concorrenti. Verranno fornite informazioni dettagliate sul mercato e sulla clientela, indicando ogni cambiamento significativo nell'ambiente aziendale o ogni nuova iniziativa intrapresa dall’azienda. Successivamente verrà indicato se ciascun aspetto delle iniziative intraprese ha raggiunto il proprio obiettivo e se nel complesso gli interventi sono stati portati avanti nel modo corretto. Per favorire una più ampia comprensione, saranno forniti indici numerici derivanti dall’analisi dei dati aziendali e si cercherà di giudicare i risultati nel loro complesso. Infine l’analisi si concluderà con una revisione complessiva del lavoro, valutando in che misura sono stati ottenuti i risultati. Verranno, inoltre, evidenziati gli eventuali limiti dello studio.
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Lombana, Bermudez Andres Alberto. "The "New" sounds of the slap-of-the-stick : Termite Terrace (1937-1943) and the slapstick tradition." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2008. http://hdl.handle.net/1721.1/45375.

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Abstract:
Thesis (S.M.)--Massachusetts Institute of Technology, Dept. of Comparative Media Studies, September 2008.
"August 2008."
Includes bibliographical references (p. 150-153).
This thesis argues that slapstick is a mode of comedy that has become a tradition because its basic principles of physical violence and disruption, and its conventions of grotesque movement and of mockery and abuse of the body, have been developed across media, cultures, and eras. Accordingly, this thesis examines the comic routines or lazzi -independent and modular micronarratives- where the slapstick principles and conventions have been formalized, and explores their different reinterpretations: from Commedia dell'Arte to American Vaudeville to American live-action comedy to American animation. Since sound plays a major role inside the lazzi, the analysis focuses on the sound practices and technologies that have been used across media to produce comic effects. In addition, this thesis claims that the theatrical animated cartoons -Looney Tunes and Merrie Melodies- made at Termite Terrace between 1937 and 1943 embody the slapstick tradition, reinvigorate it, and transform it. The thesis explains the production processes (technologies and practices) that led up to the creation of an energetic audiovisual rhythm and the sophisticated orchestration of all the sound elements (music, voices, sound-effects) in complex soundtracks. Finally, an audiovisual analysis of seven animated shorts reveals a sonic vocabulary for depicting the cartoon body and shows the schizophonic mimesis that takes place when using it. All in all, the study of the Looney Tunes and Merrie Melodies of this time period reveals the interplay between convention and innovation that characterizes the slapstick style of Termite Terrace, a style that years later became the trademark of Warner Bros. animation.
by Andres Alberto Lombana Bermudez.
S.M.
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PIRODDI, LUCA. "Sistemi di telerilevamento termico per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi naturali: il caso sismico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266251.

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Mascioli, Marco. "Analisi di un sistema energetico per il recupero di cascami termici a medio-alta entalpia di tipo "dual-loop"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18653/.

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Abstract:
Lo studio descritto in questa tesi riguarda l’analisi di diverse soluzioni di layout per lo sfruttamento di un cascame termico, al fine di produrre potenza elettrica. Questa sorgente di calore è rappresentata da una corrente di prodotti di combustione emessa da una turbina a gas, con temperatura superiore a 550 °C. Tale condizione ha indotto a prendere in considerazione innovative applicazioni della tecnologia ORC (Organic Rankine Cycle), da tempo impiegata nel mercato del recupero di calore, ma che trova il suo principale limite nella massima temperatura di esercizio dei fluidi di lavoro. Infatti, tradizionalmente gli impianti ORC sono adottati in abbinamento a sorgenti di calore con temperature inferiori a 500 °C, quindi il caso proposto in questo studio rappresenta una sfida per la tecnologia ORC e per i fluidi impiegati. Pertanto, all’interno di questa tesi viene mostrato un confronto, sia dal punto di vista prestazionale sia dal punto di vista di parametri attinenti al costo e alla complessità impiantistica, tra un sistema energetico di nuova concezione configurato con due cicli in cascata, che implementa la cosiddetta tecnologia VHT-ORC (Very High Temperature ORC), e altre soluzioni da più tempo disponibili sul mercato.
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Schulz, Carmita. "Aconselhamento pastoral em meio a crises de doença e morte." Faculdades EST, 2009. http://tede.est.edu.br/tede/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=177.

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Abstract:
Neste trabalho nós apresentamos um estudo da disciplina Teologia Prática, com a análise do aconselhamento pastoral diante de crises ocasionadas por doença que leva à morte. A primeira parte aborda a morte, como o último estágio da vida, buscando compreender os casos de enfermidades graves: a morte; o comportamento do ser humano, juntamente com seus familiares; suas atitudes; pensamentos; silêncio e esperança. E o comportamento do ser humano durante uma doença grave até a morte. A segunda parte se refere à crise gerada pela doença terminal; definição e tipos de crises; como lidar com as crises. Falamos, também, sobre a sobrevivência das famílias após perdas, especialmente, sendo uma crise que culminou em morte, utilizando-a como fator de crescimento. Nós analisamos a relação pastoral, seus objetivos e métodos de apoio em caso de crises por doença terminal. A terceira e última parte, traz um pequeno relato da história do aconselhamento pastoral; algumas contribuições históricas; como se tornou aconselhamento e a forma que chegou até nós. Algumas formas de abordagem com moribundos e suas famílias, e da maneira que isso pode ser usado com doentes no limiar da morte. Nós verificamos que em quase todas as situações com doentes terminais e morte, o ser humano precisa de algum aconselhamento
In this work we present a study of Practical Theologys discipline, with the analysis of the pastoral counseling ahead of crises caused by illness that leads to the death. The first part treats the death, as the last stage of the life, searching to understand the cases of grave diseases; the death; the behavior of the human being together with its familiar ones; its attitudes; thoughts; the silence and the hope. And the human beings behavior during a grave illness until the death. The second part relates to the crisis generated by the terminal illness; the definition and the types of crises; how to deal with the crises. We speak, also, on the survival of the families after losses, especially, being a crisis that culminated in death, using it as growth factor. We analyze the pastoral relation, its objectives and methods of support in case of crises by the terminal illness. The third and last part brings a small record of the history of the pastoral counseling; some historical contributions; as counseling became and as it arrived until us. Some forms of boarding with dying and its families, and how this can be used with diseased in the threshold of the death. We verify that in almost all the situations with sick terminals and death, the human being needs some counseling.
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Takehana, Elisabet 'Osk. "Chuck Palahniuk and Jean Baudrillard: The terminal state of human subjectivity." CSUSB ScholarWorks, 2006. https://scholarworks.lib.csusb.edu/etd-project/3039.

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Abstract:
Examines Chuck Palahniuk's novel Invisible monsters using the theories of Jean Baudrillard as a lens through which to better understand Palahniuk's commentary on the effects mass media have on human subjectivity in the terminal state.
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Ferreira, Ligia Silva Damasceno. "Migração de umidade causada por gradientes termicos entre duas fronteiras impermeaveis contendo um meio poroso não saturado." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1987. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/75386.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnologico
Made available in DSpace on 2012-10-16T00:50:26Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-08T15:51:34Z : No. of bitstreams: 1 82006.pdf: 2684050 bytes, checksum: ca3b243b6f9e3b78b66ed1c0cde2c5b2 (MD5)
O presente trabalho investiga o fenômeno da migração de umidade devido a gradientes térmicos entre duas fronteiras impermeáveis contendo um meio poroso não saturado. Sua motivação advém da necessidade de se conhecer o processo de secagem que ocorre em solos que envolvem cabos de potência aterrados. Dois modelos são analisados. O primeiro é uma análise paramétrica onde as propriedades difusivas e termofísicas do meio são constantes, enquanto que o segundo considera a variação das propriedades com a temperatura e o conteúdo de umidade. Ambos os modelos são aplicados a duas geometrias, plana e cilíndrica, e resolvidos numericamente. O objetivo principal deste trabalho é verificar o erro associado à utilização de propriedades constantes. Os resultados para os dois modelos foram comparados para quatro valoresde umidade inicial, 0,026, 0,103, 0,155 e 0,206 e três diferenças de temperatura entre as fronteiras, 1, 5 e 10oC. Os desvios associados à análise paramétrica aumentam com o aumento do gradiente de temperatura. Além disto, a discrepância entre os dois modelos é maior para conteúdos de umidade próximos àquele onde começa a existir continuidade da fase líquida. Para o meio analisado no presente trabalho esta umidade é em torno de 0,13. Recomenda-se, assim, o uso do modelo paramétrico para gradientes de temperatura baixos e/ou para solos muitos secos ou muito úmidos. Para os demais casos, o modelo paramétrico serve como uma primeira aproximação do problema.
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SILVA, A. L. L. "Análise da capacidade operacional de um terminal portuário de importação de fertilizantes por meio da simulação." Universidade Federal do Espírito Santo, 2011. http://repositorio.ufes.br/handle/10/3940.

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Abstract:
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Esta dissertação apresenta uma análise da operação de um terminal portuário de fertilizantes, considerando-se a atual infraestrutura disponível, as características operacionais existentes e os possíveis cenários futuros, visando uma melhor utilização dos recursos disponíveis no terminal. O método em questão proposto constou da caracterização da operação do terminal portuário, identificação das variáveis pertinentes para o desenvolvimento do modelo e coleta e análise dos dados. Com isto, utilizou-se o software de simulação chamado Rockwell Arena para a construção do modelo de simulação, representando a operação portuária, o qual foi validado para as condições operacionais do cenário atual. A partir do modelo representativo do cenário atual foram gerados seis cenários alternativos, levando em consideração mudanças na operação portuária quanto o aumento na demanda de navios, vagões e caminhões. Por meio da análise dos resultados é possível concluir que as alterações na configuração operacional, propostas em alguns cenários, são viáveis. No que diz respeito ao aumento da demanda dos modos de transporte, conclui-se que é viável até determinado ponto, uma vez que tal incremento da demanda coloca em risco a operação de todo o sistema em virtude da capacidade limitada de alguns recursos.
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Santos, Danilo Vitorino dos [UNESP]. "Caracterização química e estudo térmico de lodos provenientes da estação de tratamento de esgotos de Ribeirão Preto, SP, Brasil." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2014. http://hdl.handle.net/11449/124537.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2015-07-13T12:10:33Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2014-12-22. Added 1 bitstream(s) on 2015-07-13T12:24:08Z : No. of bitstreams: 1 000826402_20161222.pdf: 518932 bytes, checksum: ee5fd41acf8de0b67fc72f1e1e3868a3 (MD5) Bitstreams deleted on 2016-12-22T10:58:30Z: 000826402_20161222.pdf,. Added 1 bitstream(s) on 2016-12-22T10:59:15Z : No. of bitstreams: 1 000826402.pdf: 3134375 bytes, checksum: 91a4a1b1be7062b3171aebdcce09ecdc (MD5)
Atualmente, a degradação ambiental ocupa lugar de destaque e faz surgir grande preocupação acerca dos impactos que a contaminação urbana pode causar ao meio ambiente e à saúde humana. Visando a descontaminação de águas residuárias, as ETEs ocupam importante papel na preservação ambiental e promovem aumento na qualidade de vida da população, porém, como produto intrínseco do processo de tratamento de efluentes, os resíduos sólidos (lodos) são gerados em grande quantidade e podem representar elevado impacto ambiental. Este trabalho apresenta uma caracterização química detalhada desses lodos, incluindo um estudo térmico e cinético desta matriz. Os lodos analisados são provenientes de cada etapa da linha de lodo (adensador, flotador, biodigestor e silo de estocagem) da ETE Ribeirão Preto. O estudo foi realizado empregando-se a análise térmica (TG, DTA e DSC) e técnicas complementares: DQO, DRX, SEM/EDS, DLS, FTIR, AAS, análise elementar (CNHS-O) e CG-FID/TCD. Os parâmetros cinéticos (E e A) e o KCE foram determinados empregando o método isoconversional integral análogo ao de Wanjun e Donghua. Os resultados de DQO mostram que os lodos possuem grande quantidade de MO. Os dados DRX também confirmam tal resultado, caracterizando o estado amorfo da matéria. Os resultados de SEM/EDS mostram a ocorrência de superfícies heterogêneas, irregulares e porosas; grande variedade de partículas com estruturas esféricas e filamentosas contendo, principalmente, C, O, Ca, Si, P, Al e Fe. Os dados obtidos por DLS revelam que as partículas constituintes dos lodos apresentam tamanhos que variam de 78 - 6440 nm. A análise por FTIR revelou a presença dos seguintes grupos funcionais: OH (água, fenóis, álcoois); CH (compostos alifáticos); C=O (cetonas, ésteres, quinonas, carboxilatos e ácidos carboxílicos coordenados com metais); C N e C=C (compostos aromáticos); C=O, NO e SO...
Nowadays, the environmental degradation is a major concern and brings up great concern about the impact that urban pollution can cause to the environment and human health. In search of the decontamination of urban wastewater, the Sewage Treatment Plants (STP) play a major role in environmental preservation and promote increase in population's quality of life, however, as an intrinsic product of the wastewater treatment process, solid waste (sludge) are generated in large quantities and can represent high environmental impact. This work presents a detailed characterization of this kind of residues, including a thermal and kinetic study of this matrix. The analyzed samples of sludge come from each step of sludge line (thickener, flotator, biodigester and storage shed) of Ribeirão Preto STP. The study was conducted employing analysis (TGA, DTA and DSC) and complementary techniques such as: COD, XRD, SEM/EDS, DLS, FTIR, AAS, elemental analysis (CNHS-O) and GC-FID/TCD. The kinetic parameters (E and A) and KCE was determined using the method analogous to the Wanjun and Donghua isoconversional integral method. The results of COD showed that the sludge samples have large amounts of organic matter (OM). The XRD data also confirm this result, characterizing the amorphous state of matter. SEM/EDS results showed the occurrence of heterogeneous, irregular and porous surfaces; wide variety of particles with spherical and filamentous structures consisting of mainly C, O, Ca, Si, P, Al and Fe. The data obtained from DLS revealed that the sludge particles have sizes ranging from 78 - 6440 nm. FTIR analysis revealed the presence of the following functional groups: OH (water, phenols, alcohols); CH (aliphatic); C=O (ketones, quinones, carboxylic acids and carboxylates coordinated with metals); CN and C=C (aromatics); C=O, NO and SO (carboxylates, nitrates and sulfates); C=O, SO, OC=O and SiO...
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Donca, Rafael. "Modelagem matemática e simulação da transferência de calor e massa através de um meio poroso têxtil." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/handle/123456789/107458.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Engenharia Química, Florianópolis, 2013.
Made available in DSpace on 2013-12-06T00:10:50Z (GMT). No. of bitstreams: 1 320898.pdf: 1571879 bytes, checksum: 04a55b0f47ce558853e563a3c4129074 (MD5) Previous issue date: 2013
O conforto térmico entre o corpo humano e o meio ambiente depende da capacidade de dissipação de calor entre o corpo humano e o ambiente externo, através da vestimenta. A transferência de calor, no entanto, está intimamente relacionada às propriedades físicas do tecido, e depende também da transferência de vapor d'água - isto é, umidade - através do material têxtil, levando em conta seus fenômenos de mudança de fase. Este estudo aplica um modelo matemático para simular a transferência de calor e massa através de um domínio de cálculo composto por tecido de isolamento poroso revestido por um tecido de isolamento, e discute a evolução dos perfis de temperatura, umidade relativa e teor total de água absorvido ao longo do tempo, para uma condição de clima típica de inverno na cidade de Florianópolis-SC. Os resultados indicam que uma espessura de três centímetros de tecido de isolamento poroso é eficaz em proteger a pele humana das condições externas desconfortáveis, e que o mecanismo convectivo de transporte é importante não só no inicio, mas sim em todos os instantes do processo de transferência de calor e massa, apesar dos valores de velocidade do vapor da água decaírem com o tempo. Também se conclui que a resistência à transferência de calor e massa imposta pelo tecido de revestimento que envolve o domínio de cálculo é também importante para atenuar os efeitos das condições desconfortáveis do ambiente externo.

Abstract : The thermal comfort between the human body and the environment depends on heat dissipation capacity from the body for the external environment. The heat transfer, however, is deeply related to the physical properties of the fabric and also depends on the mass transfer through the fabric, taking in account the phase change phenomena. This study applies a mathematical model to simulate the heat and mass transfer through a domain of calculus made of isolation porous fabric which is involved by a thin layer of a coater fabric, and discuss the evolution of temperature, relative humidity and water content profiles, through time, for a typical climate condition of a winter day in the city of Florianopolis-SC. The results show that a thickness of three centimeters of isolation fabric is effective to protect the human skin from the uncomfortable conditions of the external environment. The results also show that the convective transfer mechanism is important not only in the beginning of the heat and mass transfer process, but also in the whole time, despite the velocity values decaying through the time. It can be also conclude that the heat and mass transfer resistance, imposed by the coater fabric is important to attenuate the uncomfortable effects of the external environment climate conditions.
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Treutlein, Klaus. "Materialflußorientierte Termin- und Kapazitätsplanung : ein Konzept für Serienfertiger ; mit ... 5 Tabellen /." Berlin u.a. : Springer, 1990. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=001763667&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Abstract:
Zugl.: Aachen, Techn. Hochsch., Diss. u.d.T.: Treutlein, Klaus: Entwicklung eines Konzeptes zur materialflußorientierten Termin- und Kapazitätsplanung bei variantenreicher Serienfertigung.
Zugl.: Aachen, Technische Hochsch., Diss. u.d.T.: Treutlein, Klaus: Entwicklung eines Konzeptes zur materialflußorientierten Termin- und Kapazitätsplanung bei variantenreicher Serienfertigung.
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Völker, Sven. "Reduktion von Simulationsmodellen zur simulationsbasierten Optimierung in der Termin- und Kapazitätsplanung /." Frankfurt am Main : Lang, 2003. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=010271711&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Santos, Danilo Vitorino dos. "Caracterização química e estudo térmico de lodos provenientes da estação de tratamento de esgotos de Ribeirão Preto, SP, Brasil /." Araraquara, 2014. http://hdl.handle.net/11449/124537.

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Abstract:
Orientador: Marisa Spirandeli Crespi
Banca: Clóvis Augusto Ribeiro
Banca: Jorge Manuel Vieira Capela
Banca: Sonia de Almeida
Banca: Valdir Schalch
Resumo: Atualmente, a degradação ambiental ocupa lugar de destaque e faz surgir grande preocupação acerca dos impactos que a contaminação urbana pode causar ao meio ambiente e à saúde humana. Visando a descontaminação de águas residuárias, as ETEs ocupam importante papel na preservação ambiental e promovem aumento na qualidade de vida da população, porém, como produto intrínseco do processo de tratamento de efluentes, os resíduos sólidos (lodos) são gerados em grande quantidade e podem representar elevado impacto ambiental. Este trabalho apresenta uma caracterização química detalhada desses lodos, incluindo um estudo térmico e cinético desta matriz. Os lodos analisados são provenientes de cada etapa da linha de lodo (adensador, flotador, biodigestor e silo de estocagem) da ETE Ribeirão Preto. O estudo foi realizado empregando-se a análise térmica (TG, DTA e DSC) e técnicas complementares: DQO, DRX, SEM/EDS, DLS, FTIR, AAS, análise elementar (CNHS-O) e CG-FID/TCD. Os parâmetros cinéticos (E e A) e o KCE foram determinados empregando o método isoconversional integral análogo ao de Wanjun e Donghua. Os resultados de DQO mostram que os lodos possuem grande quantidade de MO. Os dados DRX também confirmam tal resultado, caracterizando o estado amorfo da matéria. Os resultados de SEM/EDS mostram a ocorrência de superfícies heterogêneas, irregulares e porosas; grande variedade de partículas com estruturas esféricas e filamentosas contendo, principalmente, C, O, Ca, Si, P, Al e Fe. Os dados obtidos por DLS revelam que as partículas constituintes dos lodos apresentam tamanhos que variam de 78 - 6440 nm. A análise por FTIR revelou a presença dos seguintes grupos funcionais: OH (água, fenóis, álcoois); CH (compostos alifáticos); C=O (cetonas, ésteres, quinonas, carboxilatos e ácidos carboxílicos coordenados com metais); C N e C=C (compostos aromáticos); C=O, NO e SO...
Abstract: Nowadays, the environmental degradation is a major concern and brings up great concern about the impact that urban pollution can cause to the environment and human health. In search of the decontamination of urban wastewater, the Sewage Treatment Plants (STP) play a major role in environmental preservation and promote increase in population's quality of life, however, as an intrinsic product of the wastewater treatment process, solid waste (sludge) are generated in large quantities and can represent high environmental impact. This work presents a detailed characterization of this kind of residues, including a thermal and kinetic study of this matrix. The analyzed samples of sludge come from each step of "sludge line" (thickener, flotator, biodigester and storage shed) of Ribeirão Preto STP. The study was conducted employing analysis (TGA, DTA and DSC) and complementary techniques such as: COD, XRD, SEM/EDS, DLS, FTIR, AAS, elemental analysis (CNHS-O) and GC-FID/TCD. The kinetic parameters (E and A) and KCE was determined using the method analogous to the Wanjun and Donghua isoconversional integral method. The results of COD showed that the sludge samples have large amounts of organic matter (OM). The XRD data also confirm this result, characterizing the amorphous state of matter. SEM/EDS results showed the occurrence of heterogeneous, irregular and porous surfaces; wide variety of particles with spherical and filamentous structures consisting of mainly C, O, Ca, Si, P, Al and Fe. The data obtained from DLS revealed that the sludge particles have sizes ranging from 78 - 6440 nm. FTIR analysis revealed the presence of the following functional groups: OH (water, phenols, alcohols); CH (aliphatic); C=O (ketones, quinones, carboxylic acids and carboxylates coordinated with metals); CN and C=C (aromatics); C=O, NO and SO (carboxylates, nitrates and sulfates); C=O, SO, OC=O and SiO...
Doutor
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Naranjo, Gaviria Alejandro Antonio. "Avaliação por simulação computacional de ventilação de cozinhas residenciais em clima quente e úmido na Colômbia por meio de chaminés solares." Florianópolis, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/100507.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico. Programa de Pós-Graduação em Arquitetura e Urbanismo
Made available in DSpace on 2013-06-25T19:50:22Z (GMT). No. of bitstreams: 1 310832.pdf: 26832151 bytes, checksum: 3d104dcddb449aadb7b0240d8a45674d (MD5)
O aumento considerável das cargas de resfriamento devido às fontes internas e externas e o acumulo de ar poluído devido aos processos de cocção, fazem com que o melhoramento do comportamento térmico e da ventilação de uma cozinha residencial localizada em clima quente e úmido seja prioritário. A ventilação pode constituir uma estratégia eficiente para resolver esses problemas. Porém, localidades geográficas que possuem momentos consideráveis de calmaria em relação ao vento como, por exemplo, a cidade de Quibdó na Colômbia, requerem o uso de outras estratégias de condicionamento. Pesquisas anteriores demonstraram as possibilidades de utilização das chaminés solares para melhorar o desempenho ambiental de um espaço localizado sob essas condições climáticas. Com o intuito de avaliar o potencial das chaminés solares sobre uma cozinha residencial, neste trabalho foi utilizado um método de simulação computacional através do programa Energyplus. Na modelagem das aberturas da chaminé, encontrou-se que o objeto "Horizontal Opening", incluído na versão 7.0 desse programa, não representa adequadamente a ventilação gerada pela diferença de temperatura. Entre os resultados, verificou-se (1) que a presença de vento potencializava o "efeito chaminé" sem importar a direção que tivesse a corrente, (2) a inclinação da chaminé em 50° é o valor que permite atingir o melhor comportamento da cozinha para a latitude de Quibdó, (3) a localização da cozinha na planta arquitetônica que permitiu obter o melhor comportamento devido ao uso de uma chaminé é aquela na qual se tem o maior afastamento no plano vertical entre as aberturas de entrada e saída da chaminé e (4) encontrou-se que a melhoria obtida através do aumento da área de absorção na chaminé tem um limite quando considerado o dia inteiro. A partir das simulações realizadas para o dia inteiro, conclui-se que o uso de chaminés solares não produziu melhorias significativas na temperatura e na ventilação de cozinhas residenciais localizadas no clima quente e úmido de Quibdó.
The significant increase in cooling loads due to internal and external sources and the accumulation of polluted air due to cooking, make the improvement of thermal and ventilation performance of a residential kitchen located in hot and humid climate a priority. The ventilation is an effective strategy to solve these problems. However, geographical places which have considerable moments without wind, like the case of Quibdó - Colombia, require the use of other conditioning strategies. Previous researches have shown the possibility of using solar chimney´s to improve the performance of a space located under such climatic conditions. This work used the Energyplus simulation software for evaluating the potential of a solar chimney on a residential kitchen. Modeling the chimney openings, it was found that the "Horizontal Opening" object included in version 7.0 of this program doesn´t represent adequately the ventilation created by the stack effect. Among the results, it was found (1) that the presence of wind enhanced the stack effect regardless of the flow direction, (2) a slope of 50° for the chimney absorber surface is the ideal inclination value to achieve the best performance in a kitchen located in the Quibdó latitude, (3) the kitchen location within the house which allowed to obtain the best performance due to the use of a solar chimney, was that which let to have a larger distance between the inlet and outlet on the vertical plane and (4) it was found that the performance improvement obtained due to the increase in the chimney absorption area has a limit when considered the whole day. Based on daily simulations, it was concluded that the solar chimney use didn´t produce significant improvements in the temperature and ventilation of a residential kitchen located in the hot and humid climate of Quibdó.
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Di, Nardo Gabriele. "Progettazione di un impianto solare termico per produzione di acqua calda sanitaria." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi ripercorre i vari step procedurali per la realizzazione di un impianto solare termico per la produzione di ACS. Sulla base delle normative regionali vigenti nel 2010, a seguito di un intervento di ristrutturazione dell’impianto termico, occorre installare un impianto a fonte rinnovabile idoneo alla produzione di almeno il 50% del fabbisogno complessivo annuo di ACS. Dopo aver scelto la tipologia di collettore, analizzato la reale disponibilità della copertura piana sulla base del calcolo degli ombreggiamenti delle barriere verticali e della distanza minima fra due batterie consecutive, si calcola il fattore di copertura mensile (e poi annuale) con il Metodo F – Chart. Si dimensionano opportunamente gli elementi fondamentali dell’impianto: circuito idraulico, bollitori solari e vaso d’espansione solare, e infine, come ulteriore verifica, si utilizza il software di simulazione dinamica T*Sol 5.5.
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Oliveira, McWilliam. "Carga de trabalho dos controladores de tráfego aéreo - análise da área de controle terminal Brasília por meio de simulação." Instituto Tecnológico de Aeronáutica, 2007. http://www.bd.bibl.ita.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=520.

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Abstract:
Propõe-se no presente trabalho analisar, por meio de simulação, a carga de trabalho dos controladores de tráfego aéreo do Controle de Aproximação de Brasília (APP-BR) em seis diferentes cenários de sua área. Para tanto, utiliza-se o software RAMS Plus, ferramenta computacional especialmente desenvolvida para operações em espaço aéreo e lado aéreo dos aeroportos. O escopo da análise foi montado para as operações no espaço aéreo que apresentam origem ou destino no Aeroporto Internacional de Brasília (Juscelino Kubitscheck). Os quatros primeiros cenários abordados, chamados de iniciais, apresentam configurações de trajetórias de vôo distintas realizadas em dois tipos de setorização (Norte/Sul e Leste/Oeste), cada um deles com dois setores. Após a análise dos cenários iniciais, foi criada uma nova situação com o intuito de avaliar a carga de trabalho dos Controladores num momento futuro onde deverá haver maior demanda do Tráfego Aéreo. No cenário proposto, o tráfego foi acrescido em 30% (trinta por cento) em relação aos primeiros. Assim, incrementou-se um terceiro setor, não utilizado nas primeiras situações, buscando verificar a eficácia da divisão do controle do espaço aéreo na redução da carga de trabalho ora estudada.
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Posa, Alice. "Ottimizzazione delle prestazioni termiche ed acustiche di pannelli sandwich isolanti per facciata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La presente tesi parte dall'analisi termica di una muratura esistente alla quale sono state applicate due soluzioni progettuali diverse con lo scopo di conferire maggiore rigidezza alla struttura e un miglioramento dal punto di vista termico. La prima soluzione studiata è una struttura autoportante in c.a con isolante eps, mentre la seconda è una struttura di irrigidimento con putrelle HEA 160 con applicato un pannello sandwich ed isolante PIR. Sono state condotte le analisi termiche e calcolate le rispettive trasmittanze medie per ogni soluzione, attraverso un software di calcolo-Dartwin.
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Paula, Roberta Zakia Rigitano de. "A influencia da vegetação no conforto termico do ambiente construido." [s.n.], 2004. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/257742.

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Abstract:
Orientador: Lucila Chebel Labaki
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Civil, Arquitetura e Urbanismo
Made available in DSpace on 2018-08-05T13:19:27Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Paula_RobertaZakiaRigitanode_M.pdf: 3344895 bytes, checksum: ee1e086d5ffb6a8a568a2a18a604a6b6 (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: É fato conhecido que a vegetação tem um papel preponderante na atenuação da radiação solar incidente e na obtenção de um microclima que proporcione maiores condições de conforto térmico. O presente trabalho apresenta estudos para avaliação da atenuação do ganho de calor solar, por espécies arbóreas, no ambiente construído. Na pesquisa foram realizadas medições dos parâmetros ambientais: temperatura, umidade relativa, temperatura de globo, no interior de duas residências de um conjunto habitacional, comparando-se as situações com e sem sombreamento proporcionado por mudas de ipê roxo. As medições foram realizadas em ambientes com fachadas sujeitas a alta incidência de radiação solar, e praticamente idênticas. Posteriormente, foram realizadas medições em protótipos construídos na Unicamp com outra espécie arbórea, a acácia, com o objetivo de corroborar os primeiros resultados obtidos. Dois protótipos, um com a fachada envidraçada sombreada e o outro com a fachada exposta à radiação foram analisadas. Fachadas orientadas a Norte e a Oeste foram analisadas em períodos distintos. Nesse experimento foram medidas também as temperaturas superficiais dos vidros das fachadas. Observou-se que, em geral, as temperaturas do ar interno na situação sombreada são menores que na situação sem sombreamento, e principalmente as temperaturas superficiais. Os resultados demonstraram que o sombreamento com vegetação pode trazer uma contribuição significativa para o conforto térmico em ambientes internos
Mestrado
Edificações
Mestre em Engenharia Civil
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Lobe, Sebastian. "Unternehmensbewertung und Terminal Value : operative Planung, Steuern und Kapitalstruktur /." Frankfurt am Main [u.a.] : Lang, 2006. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=014604841&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Pogianelo, Marcus Luiz. "Análise do Espaço Aéreo Brasileiro por meio de simulação "fast time" - estudo de caso na área de controle terminal Recife." Instituto Tecnológico de Aeronáutica, 2008. http://www.bd.bibl.ita.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=493.

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Abstract:
O presente trabalho se propôs analisar por meio de simulação "fast time", diversos cenários na Área de Controle Terminal Recife, TMA-RF. A ferramenta computacional utilizada para tal foi o software RAMS PLUS, desenvolvido especialmente para avaliar a capacidade do espaço aéreo no EUROCONTROL e, adicionalmente, para mensurar a carga de trabalho dos controladores de tráfego aéreo. O escopo de análise inicialmente se direcionou para a modelagem dos cenários atualmente existentes na TMA-RF, e na seqüência foi proposta e avaliada a construção de novos cenários com procedimentos baseados em navegação por meio de Satélites, GNSS. Quatro cenários distintos foram criados e nestes foram verificadas alternativas que possibilitassem aumentar a capacidade do espaço aéreo. A principal contribuição deste trabalho diz respeito à proposição e utilização da ferramenta de simulação RAMS para avaliação operacional do espaço aéreo nos aeroportos e aplicação ao caso prático brasileiro. As análises dos resultados e conclusões finais tiveram como base aspectos relacionadas aos atrasos das aeronaves, custo de combustível, segurança de vôo e carga de trabalho dos controladores de tráfego aéreo na TMA-RF.
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Cremonini, Fabio. "Influenza dei fattori di vista nel calcolo delle condizioni di comfort termico in ambienti con impianti radianti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi di Laurea è stato di analizzare gli scambi termici radiativi che si verificano all’interno di una stanza; per eseguire questa analisi si sono calcolati i fattori di vista Fij tra diversi punti (i) definiti tramite una griglia regolare posta all’interno della stanza e le superfici che vi si affacciano (j); tale griglia prevede 25 punti posti a 3 altezze diverse, per un totale di 75 punti. Dalla conoscenza delle temperature superficiali si sono ottenuti i valori di temperatura media radiante nei punti della griglia, e successivamente i valori degli indici di benessere PMV (voto medio previsto) e PPD (percentuale prevista di insoddisfatti), fissando i parametri necessari. Il calcolo dei fattori di vista è stato eseguito tramite il software TRISCO®, dopo averne confrontato i risultati forniti con COMSOL® e dopo aver valutato la correttezza di alcune approssimazioni. Il modello utilizzato nelle simulazioni è costituito da una stanza di 5x5x2,8 m, in cui sono stati fatti variare il numero e la posizione di alcuni elementi caratterizzanti, come finestre e radiatori, oltre a tipologia di elementi scaldanti e posizione e numero di pareti esterne, tramite la variazione delle temperature. In seguito si è analizzata la potenza scambiata per irraggiamento dagli elementi scaldanti, per poter riconoscere gli elementi responsabili dei maggiori contributi; nel caso di pavimento o soffitto radiante si è divisa tale superficie in diverse porzioni per riconoscere le zone della superficie radiante più influenti. I risultati ottenuti mostrano che la presenza di radiatori, finestre o pareti esterne, introducendo elementi di disturbo asimmetrici, forniscono andamenti disuniformi di temperatura e PMV, con l’omogeneità che migliora allontanandosi da tali elementi; impianti a pavimento o soffitto radiante producono risultati decisamente migliori, sia per quanto riguarda i valori assoluti di temperatura e PMV, che nell’omogeneità della relativa distribuzione.
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DUARTE, MARCOS. "Caracterizacao do BaLiFsub3:Cosup2+ visando sua utilizacao como meio laser ativo .Estudo de suas propriedades espectroscopicas e determinacao da difusidade termica." reponame:Repositório Institucional do IPEN, 1994. http://repositorio.ipen.br:8080/xmlui/handle/123456789/10408.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-10-09T12:38:21Z (GMT). No. of bitstreams: 0
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Tese (Doutoramento)
IPEN/T
Instituto de Pesquisas Energeticas e Nucleares - IPEN/CNEN-SP
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Mosciatti, Rosaria. "Comfort termico nei nuovi edifici isolati. Impatto della superficie vetrata e del tipo di impianto." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242040.

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Abstract:
I maggiori problemi di comfort termico durante la stagione invernale, che si possono riscontrare in un edificio moderno ben isolato, sono : la zona fredda causata dalla bassa temperatura superficiale della finestra; e le ampie oscillazioni della temperatura dell’aria dovute ai rapidi cambiamenti dei carichi interni. L'oggetto di questa tesi è l'analisi dei diversi sistemi di riscaldamento e la loro efficienza nel risolvere tali inconvenienti Di conseguenza, i principali obiettivi della tesi sono di analizzare sperimentalmente e numericamente : - La profondità del discomfort termico causato dalla finestra in inverno. - Le differenze, in termini di comfort termico e di consumo energetico, tra due tipi di impianto di riscaldamento a bassa temperatura : radiatori e pavimento radiante. A tal proposito sono state eseguite campagne sperimentali in due edifici reali ed in una camera di prova in condizioni controllate. Un’analisi numerica termofluidodinamica (CFD) è stata eseguita per valutare l’influenza della geometria della finestra sul comfort termico. Un’analisi numerica, con un modello di simulazione dinamico dell’edificio,è stata eseguita per analizzare le differenze, in termini di comfort termico e di consumi energetici,tra due tipi di riscaldamento a bassa temperatura. Il comfort termico è stato calcolato, a partire dai risultati numerici e sperimentali, col metodo del PMV proposto dalla UNI EN ISO 7730. Entrambi i modelli di calcolo sono stati prima validati con i risultati sperimentali, e poi usati per le analisi. I risultati sperimentali nei casi reali evidenziano come l’impianto di riscaldamento a pavimento non riesca a determinare comfort termico durante le ore di accensione e, che la variazione dei carichi interni, comporta un aumento non controllato della temperatura dell’aria interna e del PMV. I risultati sperimentali in camera climatica evidenziano che la zona di discomfort in prossimità della finestra è pari a circa 0,5 m nel caso del radiatore, e 1,2 m nel caso del pavimento radiante. L’analisi computazione fluidodinamica (CFD) dimostra che l’influenza della geometria della finestra, parametrizzata tramite il Window to Wall Ratio (WWR), è considerevole. I risultati del modello di simulazione in regime dinamico evidenziano che le differenze, in termini di comfort termico, tra radiatori e pavimento radiante sono minime. Tuttavia i radiatori a bassa temperatura, con utilizzo intermittente, hanno un consumo inferiore rispetto al pavimento radiante di circa il 20%-25%. Nei nuovi edifici, quindi,. minori consumo di energia e buone condizioni di comfort termico si possono ottenere utilizzando radiatori a bassa temperatura.
The main thermal comfort problems in wintertime, which may occur in new well insulated buildings, are : the cold zone caused by low inside surface temperature of window; and large variation in the room temperature, due to changes in internal loads. The object of this thesis is an analysis of different hating systems and their efficiency in solving such drawbacks. Therefore the main focuses of the thesis are to experimentally and numerically investigate : - The discomfort penetration depth caused by cold window in wintertime. - The difference, in terms of thermal comfort and energy consumption, between two type of low temperature heating systems : radiators and floor heating. For this purpose experimental campaigns in two real case studies and in a test room, under controlled condition, were set up. Computational fluid dynamic (CFD) analysis have been conducted to assess the influence of Window To Wall Ratio (WWR) on indoor thermal comfort. Dynamic whole building analysis have been conducted to predict the differences, in terms of thermal comfort and energy consumption, between two different low temperature heating systems. Thermal comfort was evaluated, from experimental and numerical results, using the Predicted Mean Vote (PMV) method proposed by UNIEN ISO 7730. Both CFD model and transient thermal model was validated with experimental measurements and, then, used in the investigation. The experimental results, obtained from real buildings, indicate that radiant floor heating system does not ensure comfort during its operation time. Moreover changes in internal loads led uncontrolled large variation in temperature and PMV. The experimental results, obtained from test room, showed that discomfort penetration depth with low temperature radiators, was about 0,5m. While discomfort penetration depth with radiant floor heating systems was about 1,2m. The CFD analysis showed that the influence of windows geometry, related to parameter Window to Wall Ratio (WWR), on thermal comfort was considerable. The results of transient thermal simulation demonstrate that thermal comfort difference between radiators and floor heating systems are negligible. However low temperature radiators, using intermittently control strategy, save between 20% and 25% energy than floor heating systems. Therefore in new insulated buildings low temperature radiators are the most efficient and cost-effective way to ensure a good level of thermal comfort and to save energy.
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Higa, Caio Vinicius. "Políticas de transporte coletivo em São Paulo entre 2001 e 2010: meio ambiente construído, sistemas técnicos e organização dos serviços de transporte." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8136/tde-15032013-113927/.

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Abstract:
A presente pesquisa analisará as características das políticas de transporte coletivo no Município de São Paulo, entre os anos de 2001 e 2010. Partindo do entendimento do modelo de desenvolvimento urbano vigente, o qual priorizou o transporte privado sobre rodas, individual, além de um perfil sócio-espacial segregador procuraremos definir quais foram as principais ações realizadas neste setor, considerando: a evolução histórica das políticas de transporte a partir do início do século XX; principais políticas públicas de transporte a partir de 2001 (implementações de corredores de ônibus, integração de modais, implantação de bilhete único etc); análise das repercussões destas políticas na dinâmica concreta da mobilidade urbana. Também pretendemos interpretar as relações das administrações municipais que governaram a cidade nesse período (gestão Marta Suplicy 2001 - 2004 - gestão José Serra/Gilberto Kassab 2005 - 2008 - e gestão Gilberto Kassab 2009 - 2010) com os principais agentes urbanos envolvidos (elite política municipal, empresários e empreendedores urbanos, sociedade civil e usuários de transportes públicos e privados, principalmente) e outros grupos de interesse, analisando de que maneira e por meio de quais instrumentos as políticas públicas de mobilidade urbana foram desenvolvidas.
This research aims to analyze the characteristics of collective transportation policies in São Paulo, between 2001 and 2010. Based on the understanding of the current urban development model, which gave priority to individual and private transport on wheels, as well as a socio-spatial segregated role - we will try to define what were the main actions undertaken in this sector, considering: the historical evolution of transport policies from the early twentieth century, major public transport policy since 2001 (implementation of bus corridors, modal integration, implementation of the Bilhete Único ticket etc.), analysis of the impact of these policies on the dynamics of the urban mobility. We also intend to interpret the relationships between the municipal administrations that governed the city during this period (governments of Suplicy - 2001 2004, Serra / Gilberto Kassab - 2005 2008, and Gilberto Kassab - from 2009 to 2010) with the main agents involved with the urban dynamics (municipal political elite, businessmen and urban entrepreneurs, civil society and users of public and private transport, mainly) and other interest groups, analyzing how and through which instruments the urban mobility public policies have been developed.
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Froio, Martina. "Il laser in ambito medico e le sue applicazioni terapeutiche: termoterapia interstiziale laser." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21368/.

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Abstract:
A partire dai primi anni ’60, la tecnologia laser prende piede nell’ambito medico, aprendo nuove prospettive di trattamento sia in campo diagnostico che in campo terapeutico. Grazie alle innovazioni tecnologiche, la sfida degli ultimi trenta anni è stata quella di utilizzare la radiazione laser anche interstizialmente per il trattamento chirurgico delle lesioni biologiche. Nel 1983 nasce, a tal proposito, una tecnica promettente, la termoterapia interstiziale laser, definita con il suo acronimo inglese LITT: un trattamento termico mini-invasivo che si pone come obiettivo la coagulazione di formazioni tumorali primarie solide localizzate. In questo lavoro di tesi si approfondiranno gli aspetti necessari per comprendere il funzionamento della LITT. Si parlerà in primo luogo del laser come dispositivo in ambito clinico, spiegando i principi teorici, le proprietà fisiche, le tipologie, i parametri e le modalità di erogazione del fascio; in secondo luogo si affronterà l’interazione tra il laser e il tessuto biologico. Questa parte fornirà le basi per comprendere lo sviluppo di un modello dosimetrico, che permetta di valutare dinamicamente la distribuzione di temperatura nella neoplasia durante il trattamento e la conseguente variazione del danno termico. Infine, si affronteranno in breve alcuni campi di applicazione della LITT, l’utilizzo dell’ imaging a risonanza magnetica come mezzo di monitoraggio, i vantaggi di questa tecnica rispetto a quelle tradizionali di trattamento dei tumori e le prospettive future di miglioramento.
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Jong, G. de. "Causal loops in long-term supply relationships : theory and evidence from the United States, Japan and Europe /." Capelle a/d IJssel : Labyrint, 1999. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=008859460&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Lopes, Edmar Maria Lima. "Desempenho termico da espuma poliuretana a base de oleo de mamona utilizada em componentes da edificação (subcoberturas) : estudo em Ilha Solteira, SP." [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/257753.

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Abstract:
Orientador: Lucila Chebel Labaki
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Civil, Arquitetura e Urbanismo
Made available in DSpace on 2018-08-14T03:28:06Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Lopes_EdmarMariaLima.pdf: 8612445 bytes, checksum: 69659b28ac6e14c5f71ca12f206444ac (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: O óleo de mamona após seu processamento e síntese, dá origem a uma poliuretana, termicamente compatível com as poliuretanas de origem petroquímica, mas com toxidade quase nula e baixa flamabilidade. A utilização da espuma de mamona é ecologicamente correta por tratar-se de uma fonte vegetal renovável, não tóxica durante o seu manuseio Através da experimentação de 4 (quatro) células-teste em escala 1: 1 foram utilizadas placas de espuma poliuretana de mamona, como isolante térmico em coberturas. A diferença entre as células-teste apresenta-se na localização das placas de resina poliuretana. Na quarta célula-teste (casa 4), está localizada a central de tomada dos dados. Na primeira (casa 1), a espuma poliuretana encontra-se em forma "sandwich", localizada entre as telhas de fibrocimento. A segunda (casa 2), não possui nenhum tipo de isolamento térmico - é a célula-teste utilizada como referência para este estudo e na terceira (casa 3), a espuma poliuretana é colocada diretamente sobre a laje. O trabalho teve como objetivo verificar comparativamente, a resposta térmica das coberturas utilizando a espuma poliuretana de mamona como isolante térmico na cobertura, englobando duas estações climáticas, final do verão e o inverno. Em diferentes períodos da pesquisa utilizou-se as telhas de fibrocimento em sua cor natural e com a telha pintada na cor branca. Foram registradas as temperaturas de bulbo seco, bulbo úmido e de globo internas e externas do ar e as temperaturas superficiais dos elementos construtivos componentes da cobertura. A análise dos dados foi feita comparando-se as temperaturas de cada uma das células - teste, com as temperaturas externas, tomadas por uma pequena estação meteorológica. O experimento foi desenvolvido na cidade de Ilha Solteira/SP, região noroeste do estado A célula-teste 1 (casa 1), que possui o isolante térmico em forma "sandwich " entre as telhas e com as telhas pintadas na cor branca, apresentou melhor desempenho térmico, para utilização no inverno-seco e, a célula-teste 3 (casa 3), com o isolante diretamente sobre a laje e com as telhas pintadas de branco, demonstrou melhor comportamento térmico no verão quente-úmido.
Abstract: The aim of this work is to describe an experimental study using castor oil foam as an insulating material inside the roof. The castor oil foam inside the roof is an appropriate natural recycled material as a passive cooling strategy as opposite to the burning of fossil fuels for air conditioning (AC) and mechanical ventilation. The expected result of this research is the possibility of contributing to improve thermal comfort and quality of life in the built environment. This experimental study is based on collecting data under real climate conditions of temperature and humidity to investigated the thermal performance in four test-cells with castor oil foam inside their roofs, in the city of Ilha Solteira located at northwest region of São Paulo State, in Brazil. In this research four test-cells constructions were used for data collection of ambient and surfaces temperatures with dimensions 3,00 x 2,00 x 2,50 m in real scale. The first test-cell was composed with insulating material like a sandwich. The second one with no insulating material was taken by reference. The third one was had insulating material on the flag and on the fourth was found the central of data collection. This work compared about the behavior in the test-cells applying castor oil foam on four different periods of the year: two on the summer and two in the winter. Results showed up the best thermal performance on the summer period was demonstrated on the test-cell no 3, presenting white roofing. Otherwise in the winter, the best thermal behavior was presented on the test cell no 1, with white roofing, too.
Universidade Estadual de Campi
Arquitetura e Construção
Doutor em Engenharia Civil
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Kuhn, Kamden. "Talking with ALS Patients: An Exploratory Study of Patient Attitudes toward Mass Messages about ALS." Scholar Commons, 2011. http://scholarcommons.usf.edu/etd/3193.

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Abstract:
This study examines the attitudes and opinions of ALS patients toward mass messages about their condition. Six focus groups of ALS patient support groups viewed and responded to public relations messages, charity advertisements, and a news story. Results suggest that mass messages remind participants of the need for public ALS awareness. Participants also said they shared in the narratives and identify closely with the characters in the messages they viewed, and participants expressed concern with disease depictions. These concerns included a tension between positive and realistic portrayals, identification of message inaccuracies, and a desire for more specific disease information. The ALS disease as it relates to mass communication has not yet been explored in scholarly literature. This study highlights the importance of the thoughts and opinions of ALS patients toward mass communication about their disease, and it provides a rich understanding of the participants' desires for their disease experience to be recognized and understood.
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Oliveira, Therezinha Maria Novais de. "Eco-estratégia empresarial no setor metal-mecânico da Escola Técnica Tupy /." Florianópolis, SC, 1998. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/77557.

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Abstract:
Tese (Doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico.
Made available in DSpace on 2012-10-17T05:20:06Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-09T00:20:44Z : No. of bitstreams: 1 150847.pdf: 24667434 bytes, checksum: 29b0f014d56fa3f5259ed6eb10420e4e (MD5)
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Colabone, Rosângela de Oliveira [UNESP]. "Determinação da difusividade térmica de um solo incorporado com resíduo de E.T.A." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2002. http://hdl.handle.net/11449/91927.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-06-11T19:25:32Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2002-12-19Bitstream added on 2014-06-13T20:33:13Z : No. of bitstreams: 1 colabone_ro_me_rcla.pdf: 419969 bytes, checksum: b55e9d70dce4440eb255d7f239205b76 (MD5)
A questão da disposição final dos resíduos sólidos, gerados pelas indústrias e pela população, é um grande desafio a ser solucionado pelas empresas e entidades ligadas à conservação do meio ambiente. Uma das alternativas para o descarte racional destes resíduos é a sua incorporação ao solo. O conhecimento das propriedades térmicas de um solo incorporado com resíduo é importante para garantir que esta alternativa não interfira, por exemplo, na capacidade do solo em difundir energia necessária para o crescimento das plantas. Este trabalho envolveu a determinação da difusividade térmica de amostras de um solo incorporado com resíduo gerado por uma Estação de Tratamento de Água, da cidade de Rio Claro. A determinação da difusividade térmica das amostras foi baseada no método utilizado por CLIVATI (1991). A partir da medição da temperatura em função do tempo, numa determinada posição, foi possível obter as difusividades térmicas de cada amostra em duas condições de umidades diferentes. Para as umidades utilizadas, os resultados mostraram que a incorporação do resíduo de E.T.A nas proporções especificadas não alterou, significativamente, os valores da difusividade térmica do solo estudado. Estes resultados indicam que o fluxo de calor no solo praticamente não é afetado pela incorporação do resíduo.
The question of the final disposition of the solid residues generated by the industry and the population is a big challenge to be solved by the corporations and entity concerned with the preservation of the environment. One of the alternatives for the rational dump of these residues is its incorporation to the soil. The knowledge of the thermal properties of a soil incorporated with residue is important to assure that this alternative, for example, doesn't interfere in the capacity of the soil to diffuse the necessary energy for the growth of the plants. This work has involved the determination of the thermal diffusivity in the samples of a soil incorporated with residue generated by a Treatment Water Station (T.W.S.), in the city of Rio Claro. The determination of the thermal diffusivity of the samples was based in the method used by CLIVATI (1991). From the temperature measurement in time function, in the certain position, it was possible to obtain the thermal diffusivities of each sample in two conditions of different moisture. For the used moisture, the results showed that the incorporation of the T.W.S. residue, at the specified proportions, did not change, the thermal diffusivities values of the studied soil in a significant manner. These results indicate that the heat flux in the soil practically is not affected by the residue incorporation.
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