Journal articles on the topic 'Mediazioni culturali'

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De Nicolò, Marco, Andrea Giuntini, and Dino Mengozzi. "Spazi regionali, reti associative e mediazioni culturali: una discussione a proposito della storia delle Romagne / La storia regionale e la sua dimensione scientifica." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 80 (November 2020): 239–49. http://dx.doi.org/10.3280/spc2019-080020.

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De Nicolò, Marco, Andrea Giuntini, and Dino Mengozzi. "Spazi regionali, reti associative e mediazioni culturali: una discussione a proposito della storia delle Romagne / La storia regionale e la sua dimensione scientifica." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 80 (November 2020): 239–49. http://dx.doi.org/10.3280/spc2020-080020.

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3

Luatti, Lorenzo, and Andrea T. Torre. "Introduzione: sulla mediazione culturale." MONDI MIGRANTI, no. 1 (June 2012): 29–37. http://dx.doi.org/10.3280/mm2012-001002.

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4

Sperti, Silvia. "INTRODUCING MEDIATION STRATEGIES IN ENGLISH LANGUAGE TEACHING IN PLURILINGUAL ACADEMIC CONTEXTS." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 18, 2023): 46–64. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19569.

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Abstract:
In language teaching, especially in European multilingual and multicultural contexts, mediation has become an essential tool aimed at reducing the distance between two (or more) linguacultural dimensions. Mediation is a notion officially introduced by the Council of Europe’s Common European Framework of Reference (2001), and further developed in the current Companion Volume (2020), where mediation strategies and activities acquire a crucial role as a new form of managing the interaction in the language classroom as well as in daily communicative situations. Mediation is here presented as fundamental in cross-cultural communication and recommended as indispensable in plurilingual educational contexts. In this perspective, mediation and mediation strategies are central in multilingual educational and professional contexts where native and non-native speakers interact by means of an increasing use of ‘lingua francas’, mainly English as a lingua franca (ELF). The present study aims to illustrate the introduction of different language mediation strategies by means of specific tasks and activities within ELF-aware (Sifakis, Bayyurt, 2018) academic ELT (English Language Teaching) courses for language and cultural mediation and international communication. The research focus is on the emerging real-world ‘hybridization’ processes, adopted as learning tools in ELT practices, which prove to be particularly useful for enhancing learners’ awareness of communicative dynamics and the conscious use of mediation skills and strategies in multicultural settings. Pedagogical implications for language teacher education deriving from this study will be discussed. Introduzione di strategie di mediazione nell’insegnamento della lingua inglese in contesti accademici plurilingui Nell’insegnamento delle lingue, soprattutto in contesti europei multilingue e multiculturali, la mediazione è diventata uno strumento essenziale per ridurre la distanza tra due (o più) dimensioni linguistiche e culturali. La mediazione è una nozione introdotta ufficialmente dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa (2001) e ulteriormente sviluppata nell’attuale Volume complementare (2020), dove le strategie e le attività di mediazione acquisiscono un ruolo cruciale come nuova forma di gestione dell’interazione in classe e nelle situazioni comunicative quotidiane. La mediazione viene qui presentata come fondamentale nella comunicazione interculturale e raccomandata come indispensabile nei contesti educativi plurilingui. In questa prospettiva, la mediazione e le strategie di mediazione sono centrali nei contesti educativi e professionali plurilingui in cui parlanti nativi e non nativi interagiscono attraverso un uso crescente di “lingue franche”, principalmente l’inglese come lingua franca (ELF). Il presente studio si propone di illustrare l’introduzione di diverse strategie di mediazione linguistica attraverso compiti e attività specifiche all’interno di corsi accademici ELT (English Language Teaching) basati sull’ELF (Sifakis, Bayyurt, 2018) per la mediazione linguistica e culturale e la comunicazione internazionale. La ricerca si concentra sui processi di “ibridazione” emergenti nel mondo reale, adottati come strumenti di apprendimento nelle pratiche ELT, che si rivelano particolarmente utili per migliorare la consapevolezza degli studenti delle dinamiche comunicative e l’uso consapevole di abilità e strategie di mediazione in contesti multiculturali. Saranno discusse le implicazioni pedagogiche per la formazione degli insegnanti di lingue derivanti da questo studio.
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Romania, Vincenzo. "L’immigrato e il malintenso della sicurezza: L’influenza del frame sicuritario nella sperimentazione di una practica innovative di mediazione culturale su strada." Barataria. Revista Castellano-Manchega de Ciencias Sociales, no. 10 (November 11, 2009): 39–55. http://dx.doi.org/10.20932/barataria.v0i10.166.

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Abstract:
Questo paper intende analizzare le dinamiche di costruzione di ruolo sorte nella sperimentazione del servizio dei “facilitatori culturali”, una innovative figura di mediazione culturale su strada introdotta dal Comune di Padova nel 2007. Mi focalizzerò, soprattutto, sui malintesi prodotti dal frame della sicurezza che nell’opinione pubblica viene tipicamente associato al tema delle immigrazioni. I risultati principali di questa analisi mettono in luce come le strategie individuale di coping dei facilitatori gli abbiano permesso di mettere in pratica il ruolo, malgrado il già citato frame securitario, nella società locale.
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Nardi, Emma. "La mediazione culturale nei musei come forma narratologica." CADMO, no. 1 (June 2010): 33–48. http://dx.doi.org/10.3280/cad2010-001004.

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Quassoli, Fabio, and Monica Colombo. "Professione mediatore: alcune considerazioni sulla mediazione linguistico-culturale." MONDI MIGRANTI, no. 1 (June 2012): 79–95. http://dx.doi.org/10.3280/mm2012-001006.

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Aime, Marco. "Dalla trasparenza all'opacitŕ. Ipotesi per una nuova mediazione culturale." MONDI MIGRANTI, no. 1 (June 2012): 39–47. http://dx.doi.org/10.3280/mm2012-001003.

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9

Buono, Mario, and Rosa Maria Giusto. "La ri-scrittura del patrimonio culturale nell’Era digitale." Boletín de Arte, no. 41 (November 5, 2020): 279–83. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2020.v41i.8617.

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Abstract:
Il valore di una “mediazione” narrativa consapevole, integrata e potenziata dall’uso di strumenti digitali, diviene sempre più elemento centrale nelle politiche di valorizzazione e riconoscimento del patrimonio culturale dal momento che esso «non parla da solo» (2010: 45) ma ha bisogno di professionalità e strumenti informativi sempre più flessibili e aggiornati che lo disvelino e ne raccontino il significato più profondo. Il contributo affronta le nuove modalità di interazione e fruizione del patrimonio culturale tra discipline tecnologiche e scientifiche e discipline umanistiche.
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Nardi, Emma. "In interiori puero, una proposta di mediazione culturale nei musei." CADMO, no. 1 (September 2019): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/cad2019-001002.

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Bergonzini, Chiara. "La mediazione culturale: uno strumento (sottovalutato?) per l'integrazione degli immigrati." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (March 2009): 67–77. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-001005.

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Berlincioni, Vanna, Francesca Acerbi, and Cristina Catania. "Dalla passività dell'attesa alle trasformazioni identitarie. Un'esperienza di gruppo con giovani migranti." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003004.

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Abstract:
Il lavoro riguarda un'esperienza di psicoterapia di gruppo svoltasi in ambito istituzionale presso il dipartimento di Psichiatria dell'Università di Pavia. Il gruppo è stato condotto da una psicoanalista con la partecipazione di due mediatori cul-turali e due osservatori partecipanti, e ha coinvolto soggetti immigrati dall'Africa subsahariana. Oltre a descrivere lo svolgimento degli incontri di gruppo e i contenuti in esso discussi, l'articolo sottolinea l'importanza della mediazione culturale, analizza i vissuti connessi all'attesa della regolarizzazione, affronta il tema dei fraintendi-menti culturali, e valuta l'efficacia terapeutica di gruppi di migranti condotti utilizzando un metodo basato sull'approccio psicoanalitico. La realizzazione di un buon sistema di accoglienza ha permesso ai migranti coinvolti nel lavoro di gruppo di recuperare un senso di appartenenza e di ricostruire e trasformare, per quanto parzialmente, il proprio senso di sé.
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Ferrando, Anna. "Donne oltre i confini. La traduzione come percorso di emancipazione durante il fascismo." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 205–34. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa1.

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Abstract:
Č nota a tutti la definizione che Cesare Pavese, cogliendo lo spirito dell'epoca, diede degli anni Trenta come il "decennio delle traduzioni". Meno noti i protagonisti di questa massiccia operazione di mediazione culturale. O, forse, sarebbe meglio dire, le protagoniste. Molte furono infatti le donne che scelsero l'attivitŕ traduttoria: si trattava di un lavoro flessibile, ‘nascosto', che si poteva svolgere a casa, e per di piů ancillare al lavoro dell'autore, un lavoro ‘adatto' alle donne, ma che molte donne, perň, usarono per ritagliarsi uno spazio di vita pubblica, di indipendenza e di libertŕ, esercitato anche nel selezionare i testi da tradurre e nel proporli agli editori. Quando nel 1938 Ada Gobetti tradusse uno dei libri di riferimento dell'american black feminism, Their eyes were watching God della Hurston, non si trattava certo di un'operazione unicamente letteraria. Chi furono dunque le intellettuali protagoniste del "decennio delle traduzioni"? E questo processo di mediazione culturale influenzň le pratiche, gli stili di vita, le mentalitŕ delle traduttrici stesse? L'archivio privato della traduttrice Alessandra Scalero permette di circoscrivere un caso di studio emblematico delle ‘mutazioni di genere' che investirono l'industria delle traduzioni fra le due guerre.
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Donnici, Rosalia. "Teoria e pratica della mediazione culturale. Il caso della città di Bologna." Italies, no. 14 (December 1, 2010): 285–302. http://dx.doi.org/10.4000/italies.3303.

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Perini, Rosaria. "Il counseling a mediazione corporea e la donna in menopausa." GROUNDING, no. 2 (August 2010): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gro2009-002007.

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Abstract:
L'autrice analizza quali possibilitŕ offre, in una relazione d'aiuto, il counseling a mediazione corporea e ad indirizzo bioenergetico, alla donna in menopausa. Ciň alla luce dell'odierna struttura culturale, sociale ed economica, del mondo occidentale, che mina l'integritŕ psicofisica della donna. Grazie al supporto bioenergetico, il corpo puň essere considerato una guida sicura per l'ascolto dei bisogni e dei ritmi della persona, per riscoprire e riconoscere le risorse utili all'adattamento della nuova situazione fisica e psicologica.
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Simone, Andrea. "Dante “improvvisato” fra XVIII e XIX secolo: prassi esecutive e influenze culturali in evoluzione." Dante e l'Arte 9 (December 22, 2022): 41–50. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.160.

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Abstract:
L’articolo esamina i profili artistici e le prassi esecutive di alcuni tra i maggiori esponenti sette e ottocenteschi della poesia estemporanea di derivazione arcadica per indagare il loro contributo alla plurisecolare trasmissione orale della maggiore opera dell’Alighieri. Infatti, la fortuna della Commedia tra XVIII e XIX secolo, oltre ai canali filologico-letterari più ufficiali, passa anche per ambienti culturali al confine fra oralità e scrittura abitati da un pubblico educato alla fruizione di contenuti “alti” grazie alla mediazione di esperti dell’espressione di getto e della combinazione tra parola cantata e recitata, mimica e accompagnamento musicale. L’intreccio tra l’espressività intrinseca del testo e la capacità comunicativa di questi abili dicitori dell’ottava rima rinnovò la diffusione dei soggetti danteschi più emblematici nel passaggio dall’antico regime alla modernità.
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Roić, Sanja. "LA GINESTRA DI GIACOMO LEOPARDI A CETTIGNE VLADAN DESNICA MEDIATORE DI CULTURA ITALIANA IN MONTENEGRO." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 15–33. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.1.

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Abstract:
Nonostante le difficili condizioni materiali in cui si è trovato nel 1954, lo scrittore Vladan Desnica non aveva rinunciato alla propria dignità intellettuale. Alla rinomata rivista culturale Stvaranje di Cettigne lo scrittore ha inviato da Zagabria la propria traduzione de “La Ginestra o il fiore del deserto”, canto tra i più complessi della raccolta poetica di Giacomo Leopardi. Nel momento storico della crisi dei rapporti italo-jugoslavi la rivista Stvaranje ha realizzato un’importante mediazione culturale pubblicando la traduzione del classico italiano, confermando allo stesso tempo lo scrittore Vladan Desnica come eccellente conoscitore della cultura italiana e intellettuale critico.
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Firta, Aurora, Anamaria Gebaila, and Corina Anton. "Attori della mediazione culturale tra l'Italia e la Romania comunista: il caso Alexandru Balaci." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002006.

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Abstract:
Le relazioni culturali italo-romene dei decenni compresi tra il 1950 e il 1989 trovarono nell'accademico Alexandru Balaci (1916-2002), docente di letteratura italiana presso l'Università di Bucarest, membro dell'Accademia Romena, autore di un'ampia produzione scritta mirata a diffondere la letteratura e la lingua italiana (premesse, studi monografici, antologie, traduzioni, dizionari), uno dei promotori più assidui e più visibili. Pertanto, la presente ricerca ha lo scopo di interpretare la produzione scritta di Balaci e la sua attività diplomatica a Roma attraverso la lente dei suoi legami privilegiati con l'Italia, grazie ai quali riuscì a conservare il prestigio degli studi di italianistica sotto il regime comunista romeno, ma anche a compiere un'importante opera di divulgazione sia della cultura italiana in Romania, sia di quella romena in Italia. Si delinea così il ritratto di un mediatore che seppe trovare un equilibrio tra l'entusiasmo dell'uomo di cultura e gli inerenti compromessi che l'appartenenza al PCR presupponeva.
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Di Tommaso, Noemi. "Censimento preliminare della corrispondenza di Ulisse Aldrovandi." Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History 1, no. 2 (December 20, 2022): 29–174. http://dx.doi.org/10.30682/aldro2202c.

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Abstract:
Il presente contributo intende offrire uno strumento per orientarsi all’interno della vasta e quasi totalmente inedita corrispondenza di Ulisse Aldrovandi (1522–1605). Il corpus di oltre duemila lettere in italiano e in latino copre l’intero arco temporale delle attività intellettuali e istituzionali di Aldrovandi (1534–1604) e rappresenta uno degli esempi più significativi di mediazione tra diversi contesti socio-culturali nel XVI secolo. Oltre alla maggior parte delle lettere conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, si considerano anche altri nuclei preservati presso altre biblioteche e archivi italiani ed europei. Questo contributo presenta il primo censimento del carteggio di Aldrovandi in ordine cronologico, seguito da un elenco alfabetico dei suoi corrispondenti.
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Rubini, Luisa. "Della "traducibilita" del folklore Figure e aspetti della mediazione culturale tra Italia e Germania nell'Ottocento." La Ricerca Folklorica, no. 33 (April 1996): 51. http://dx.doi.org/10.2307/1480092.

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Feurdean, Dana-Maria. "Come si studia l’«altra latinità»: Temi e metodi della mediazione interculturale." Transylvanian Review 19, Supliment 1, 2020 (July 15, 2020): 229–40. http://dx.doi.org/10.33993/tr.2020.suppl.1.16.

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Vegliante, Rosa, Sergio Miranda, and Antonio Marzano. "La La mediazione didattica evidence informed: dai bisogni formativi ad una progettazione efficace." Media Education 13, no. 2 (November 8, 2022): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/me-13270.

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Abstract:
The numerous socio-economic and cultural transformations affect the various educational institutions bringing about significant changes. A central role is assumed by the teacher, considered one of the determining factors for students’ academic success. This work aims, on the one hand, to reconstruct a summary framework relating to the features characterizing evidence-informed didactic mediation, on the other hand, it intends to focus attention on the planning phases of an in service training course calibrated on the teacher’s needs. In this specific case, the identification of the training needs took place through the administration of a structured questionnaire, designed to identify those components of the didactic expertise (planning, cognitive, management and evaluation) on which to define a plan of effective interventions, providing personalized feedback to all participants. The findings also revealed the teachers’ mental patterns and beliefs.
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Zadra, Franca. "Implementare il servizio di mediazione linguisticoculturale in ambito sanitario. Uno studio di caso in Alto Adige." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 171–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001009.

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Abstract:
Questo contributo esplora il processo d'implementazione del servizio di mediazio-ne linguistico-culturale nel principale ospedale di Bolzano, documentando i fattori che hanno contribuito all'incremento nelle modalità delle prestazioni e nell'utilizzo del servizio. Oltre alla diffusa percezione dell'impatto positivo del servizio sulla qualità ed efficienza della prestazione sanitaria con pazienti immigrati, la crescita è stata favorita dai programmi di formazione congiunta tra operatori sanitari e mediatori, le forme di incorporazione stabile di mediatori nel contesto sanitario e l'adattamento del loro ruolo alle necessità specifiche dei vari contesti.
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Presicce, Claudio Parisi. "La dea con il silfio e l'iconografia di Panakeia a Cirene." Libyan Studies 25 (January 1994): 85–100. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006257.

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Abstract:
Molte città antiche utilizzarono come emblema dei primi tipi monetali prodotti vegetali o agricoli della chora che consentivano una immediata associazione con le località di provenienza delle monete. A Cirene fin dai primi conii, datati dal Robinson intorno al 560 a.C., compare il silfio, che costituisce nei diversi modi di rappresentazione (pianta, frutto, foglia, radice) il tipo principale per tutto il periodo regio.Secondo la tradizione letteraria l'apparizione della pianta era avvenuta in occasione di una pioggia abbondante e risaliva a sette anni prima della fondazione di Cirene. L'indicazione cronologica, che coincide con la data dell'arrivo in Cirenaica degli apoikoi guidati da Batto, si riferisce evidentemente al momento della scoperta del silfio da parte dei terei.La proposta di Evans di riconoscere la raffigurazione della pianta su alcune tavolette iscritte di Cnosso di età minoica, rivalutata di recente in seguito ai rinvenimenti a Cirene di materiale dell'età del bronzo, induce a non escludere che le proprietà della pianta fossero già note in precedenza. Ma al momento una eventuale conoscenza del silfio in età precoloniale può essere attribuita solo ai cretesi e non ai terei, che per giungere in Libya si servirono di Corobios, un pescatore di murici proprio dell'isola di Creta.Del resto Teofrasto e Plinio indicano che per gli apoikoi guidati da Batto si trattò di una vera e propria scoperta. E poichè l'inventio non può essere intesa come l'apparizione improvvisa di una nuova pianta, dobbiamo supporre che essa avvenne con la mediazione delle popolazioni locali, il cui ruolo nelle fasi dello sbarco e della ricerca del sito adatto allo stanziamento coloniale risulta ampiamente documentato.
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Smacchi, Simona. "Il servizio di mediazione linguistico-culturale dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP)." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (March 2013): 173–78. http://dx.doi.org/10.3280/ses2013-001013.

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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale." IKON, no. 58 (March 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca." IKON, no. 58 (March 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Riva, Eleonora, and Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali." IKON, no. 58 (March 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva, and Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione." IKON, no. 58 (March 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano." IKON, no. 58 (March 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica, and Eleonora Riva. "Adolescenti digital natives: l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze." IKON, no. 58 (March 2011): 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Abstract:
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Bengsch, Géraldine. "Baumann, Tania (Hrsg.): Reiseführer – Sprach- und Kulturmittlung im Tourismus. Le guide turistiche – mediazione linguistica e culturale in ambito turistico. Bern: Peter Lang, 2018 (Linguistic Insights). – ISBN 978-3-0343-3402-0. 259 Seiten, € 69,00." Informationen Deutsch als Fremdsprache 48, no. 2-3 (April 1, 2021): 164–67. http://dx.doi.org/10.1515/infodaf-2021-0017.

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"Simposi sugli interventi di psicoterapia della terza ondata e sulla mediazione culturale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 30 (September 2012): 1–14. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-030012.

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Kowalski, Edmund. "L’umanizzazione della morte. L’etica dell’accompagnamento del malato terminale." Studia Ecologiae et Bioethicae 18, no. 3 (September 30, 2020). http://dx.doi.org/10.21697/seb.2020.18.03.08.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è quello di mostrare il problema dell’umanizzazione della morte e delle relative sfide etiche riguardanti l’accompagnamento del paziente nello stato terminale. In caso di misure terapeutiche insufficienti, il medico dovrebbe prendersi cura della persona morente. La questione dell’umanizzazione della morte è descritta sulla base degli scritti di Elisabeth Kübler-Ross. Innanzitutto, la questione riguarda il paziente stesso e la sua reazione nella prospettiva della morte. Le risposte dei pazienti sono molto diverse e richiedono tanta pazienza da parte degli operatori sanitari e di altri curatori. Altrettanto importanti sono i modi di vivere in queste circostanze da parte di parenti e familiari, che prendono parte nell’andare via della persona morente, che può essere espresso in scosse di speranza o mancanza di accettazione. La seconda parte dell’articolo discute varie questioni etiche legate all’accompagnamento del morente: l’atteggiamento di ascolto, la valutazione dell’eredità del passato, la mediazione nelle reazioni del paziente, il rispetto per i valori professati dal paziente, l’entrare nel mondo culturale del morente, l’accompagnamento spirituale, l’accettazione delle sconfitte.
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Agazzi, Elena. "JOHANN CASPAR GOETHE E LA MEDIAZIONE CULTURALE TRA ITALIA E GERMANIA NELLA PRIMA METÀ DEL SETTECENTO. IL VIAGGIO PER L’ITALIA DEL 1740." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, May 3, 2019. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2019.475.

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Abstract:
Johann Caspar Goethe’s Viaggio per l’Italia (1740) is a fascinating work. Today, it certainly deserves new assessments and interpretations engaging with the taste of a jurist and connoisseur of classical antiquity who was interested in Italy’s history of manners and arts. A committed Lutheran himself, he overtly criticized morals and Catholicism, thus providing valuable insights into early 18th century culture, which was still dominated by the models of Kavalierstour. Throughout the book, written in epistolary form, Johann Caspar Goethe does not mince words when he minces those who keep the people in a state of minority, especially in the Southern parts of the country. His travel report was rediscovered and edited by Arturo Farinelli in two volumes in 1932. It belonged to the books that Goethe’s father made use of to foster his son’s passion for Italy. The article sets out to retrace some steps of the journey focussing on issues of style and external intertextuality.
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Nava, Andrea. "BEYOND MONOLINGUALISM: A VIEW FROM THE PAST." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19612.

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Abstract:
The 21st century is often dubbed as the era of multilingualism in applied linguistics and language teaching, in contrast to the previous century, when the monolingual approach prevailed. The importance of this paradigm shift cannot be overestimated as it is also enshrined in the recently compiled Companion to the CEFR. However, the multilingual approach has a long history and arguably underpins several language teaching textbooks that rely on the learners’ L1 as a bridge to the L2 and as such are associated with the often reviled Grammar Translation method. Recent research has shown that the negative portrayals of L1 use and translation as featured in historical language teaching materials are based on second-hand information, and close analyses of these pedagogical materials may provide a different picture. Against this background, this article focuses on a corpus of English language materials published in Italy in the 20th century, an area of investigation that is still under-researched. The analysis shows that the learners’ L1 – Italian – is extensively exploited across the corpus, although the impact of the monolingual paradigm can be detected in the more recent materials. Several instances were found in the corpus where the L1 acts as a cognitive, cultural as well as linguistic mediation tool, in ways that are not far removed from what is envisaged in the CEFR Companion. Oltre il monolinguismo: uno sguardo al passato Il XXI secolo è spesso definito come l’era del multilinguismo nella linguistica applicata e nell’insegnamento delle lingue, in contrasto con il secolo precedente, in cui prevaleva l’approccio monolingue. L’importanza di questo cambiamento di paradigma non può essere sopravvalutata, in quanto è sancita anche nel Volume Complementare del QCER, recentemente pubblicato. Tuttavia, l’approccio multilingue ha una lunga storia e probabilmente è alla base di molti libri di testo per l’insegnamento delle lingue che si basano sulla L1 dell’apprendente come ponte verso la L2 e che, in quanto tali, sono associati al metodo della traduzione grammaticale, spesso vituperato. Recenti ricerche hanno dimostrato che le rappresentazioni negative dell’uso della L1 e della traduzione presenti nei materiali storici di insegnamento delle lingue si basano su informazioni di seconda mano e che un’analisi attenta di questi materiali pedagogici può fornire un quadro diverso. In questo contesto, il presente articolo si concentra su un corpus di materiali in lingua inglese pubblicati in Italia nel XX secolo, un’area di indagine ancora poco studiata. L’analisi mostra che la L1 degli apprendenti – l’italiano – è ampiamente sfruttata in tutto il corpus, anche se l’impatto del paradigma monolingue può essere rilevato nei materiali più recenti. Nel corpus sono stati individuati diversi casi in cui la L1 agisce come strumento di mediazione cognitiva, culturale e linguistica, in modi che non si discostano molto da quanto previsto dal Companion del QCER.
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Nitti, Paolo, Helena Bažec, and Elena Ballarin. "ITALOFONIA NELL’ISTRIA SLOVENA: IL CASO DELL’UNIVERZA NA PRIMORSKEM." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 18, 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19603.

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Abstract:
Nell’Università del Litorale, a Capodistria, sono riuniti 6 istituti e la lingua italiana è offerta nella forma di corsi presso tutte le facoltà (solo in quella di Studi Umanistici, però, costituisce la disciplina caratterizzante un corso di laurea). I corsi di studio organizzati su tre livelli di formazione: un corso di studio quadriennale, due corsi annuali e un corso di dottorato. Al primo livello, il corso di studio quadriennale “Italijanistika” (Bachelor Degree) consente l'apprendimento di una conoscenza adeguata della lingua, della letteratura e della comunicazione linguistica e interculturale italiana, con la possibilità di proseguire gli studi nei corsi di laurea di secondo livello con indirizzo pedagogico oppure linguistico. Al secondo livello, il primo corso di studio annuale “Italijanistika (pedagoški študijski program) - Master of Arts - in Italian Studies (pedagogical programme)”, ha l'obiettivo di formare laureati e laureate di I livello, provenienti da un corso di studio di carattere non pedagogico-didattico in italianistica. Il secondo corso di II livello annuale “Italijanistika - Master of Arts - in Italian Studies” è il percorso linguistico (linguistics) in cui si approfondisce la formazione nelle scienze letterarie.È presente, inoltre, il dottorato di ricerca (PhD) in “Jezik in medkulturnost” (Lingua e Interculturalità) in cui si approfondisce lo studio delle lingue (italiano, inglese, francese), della mediazione linguistica e della traduzione. L'Università del Litorale svolge un’importante funzione socioculturale (oltre che formativa) e rappresenta un ponte di ragguardevole rilievo tra la comunità italiana e quella slovena. A Summary of Italian-speaking population of the Slovenian Istria: the example of Univerza na Primorskem The Univerza na Primorskem of Capodistria University brings together six institutes and the Italian language is offered in the form of courses at all faculties (but only the Humanistic Studies, however, represents a degree course).The study courses are organized on three course levels: a 4 year course, two annual courses and a doctoral one. The first level, the 4 year course study “Italijanistika” (Bachelor Degree), provides the students an adequate knowledge of the Italian language, literature, linguistic and intercultural communication, in addition to the possibility to continue their studies in the second level degree courses with a pedagogical or linguistical address. The second level (the first annual course study) in “Italijanistika (pedagoški študijski program) - Master of Arts - in Italian Studies (pedagogical programme)”, aims to train first level graduates from a non-pedagogical-didactic course of study in Italian. The second course (the second annual level) “Italijanistika - Master of Arts - in Italian Studies” is linguistics in which literary sciences are deeply explored. There is also a research doctorate (PhD) in “Jezik in medkulturnost” (Language and Interculturality) in which an extensive study of foreign languages such as Italian, English and French, as well as Linguistic Mediation and Translation is deepened. Univerza na Primorskem plays an important socio-cultural (as well as educational) function and represents a bridge of considerable importance between the Italian and Slovenian communities.
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Saba, Cosetta. "Cominciamenti della video arte in Italia (1968-1971)." Sciami | ricerche 6, no. 1 (October 21, 2019). http://dx.doi.org/10.47109/0102260101.

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Abstract:
In Italy, the progressive digital accessibility of sub-standard films, videotapes and related paper materials (work notes, project layouts, letters, etc.), as well as the study of the archives in which they were preserved, make it possible today to reconstruct the emergence (between the Sixties and the early Seventies), of the artistic practice of analog video. At the same time, this permits to highlight how this emergence interests both the contexts of artist’s and independent cinema and the areas of Arte Povera, Conceptual Art and Pop Art. On this basis and reflecting critically, it is possible to see that the medial emergence of "video" - as, albeit otherwise, photography and cinema had already done - has challenged the relationship between art and technology as much as the relationship between the theoretical frameworks and the operational modalities from which historically connoted definitions, taxonomies and lexicographies derive. In this perspective, the objective set here concerns the description and a first focus of the emergence of "video art" in Italy starting from what, perhaps too simplified, can be defined as a "prevideo" phase. A short period in which the chronology of events becomes important, certainly not to define primacies, but to highlight - among the practices - the works, the theoretical-critical discourses, the exhibition projects, their connections, their intercommunication or their flow. We will try, therefore, to reconstruct the debut of "video art" in a historiographical key, tracing its genealogy through the documentary apparatus of the main exhibition projects, artistic practices and videotape works. At the state of the archive research, the documentary traces reveal a peculiar connection between "performativity" and "videotape". This is the common thread that runs through the period under consideration. Already active in certain artist's cinema, the performative dimension intensifies and strengthens through the video device according to the closed-circuit mode, through which the first experimentation of the videotape in Italy is attested between 1969 and 1971. These are researches - whose manifestation is, precisely, performative and whose matrix is conceptual - which question, transforming them, the very ideas of work and exhibition. Not only. In the historical and socio-cultural contingency of 1968, the profound transformations produced by the practices of art (conceptual, pop, poor, kinetic and programmed, performative) impact the device of the exhibition, the places dedicated to exhibitions and, in particular, the galleries that become a mental space, a field open to the planning of artists. The "conceptual" character of their performative actions and of the "real time" in which they occur, show themselves and disappear; their documentation (photographic, cinematographic and videographic), therefore, takes on a peculiar function because it occurs instantaneously and simultaneously with artistic events / acts. The documentation overlaps and, together, becomes an expansive dimension of the artistic act rather than a supplementary dimension. On this basis, a first critical re-examination of how, on a double practical-theoretical track, with different methods and tools, both Luciano Giaccari (with Studio 970/2) and Gerry Schum (VideoGalleria) have operate. In particular, it is a question of highlighting how the work and its presence in Italy are interconnected with the beginning of video practices in the artistic field. Finally, it will be highlighted how, during that period, starting from performing experiences captured and recorded on reduced sub-standard film (8mm, 16mm, Super 8) which already present a strong curatorial planning, developed in exhibition contexts such as museums, galleries or alternative spaces, particular attention has been activated towards videotape (with all the technical specificities and the limits of the technologies of the time) as a mean of expression and documentation. Significantly, those same curatorial projects foresaw that the then-avant-garde technologies could be made available to artists in various ways (mainly Philips technologies). Here, as generative events of Italian video art, will be taken in consideration: the 3a Biennale internazionale della giovane pittura. Gennaio 70: comportamenti, progetti, mediazioni (curated by Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Tommaso Trini, Andrea Emiliani at the Bologna Civic Museum in 1970); the 35a Esposizione Biennale Internazionale d'Arte del 1970; Eurodomus 3/ Il Telemuseo (curated by da Tommaso Trini in Milano in 1970); Improvvisazioni su Videonatro VPL 6 IC, videoregistratore LDL 1000, telecamera mini-compact (coordinated by Francesco Carlo Crispolti at the Obelisco Gallery in Rome in 1971); Circuito -----> Chiuso – Aperto (Curated by Francesco Carlo Crispolti in Acireale in 1971); Schifanoia-tv: “mezzo” aperto/opera chiusa (realized in Ferrara in 1972 by the collective Gruppo OB based in Milano).
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