Dissertations / Theses on the topic 'Mar Ligure'

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CAPONE, ALESSANDRO. "Distribuzione e concentrazione della contaminazione da microplastiche in specie ittiche destinate al consumo umano (Mar Ligure 2018 - 2021)." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1079656.

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Abstract:
The purpose of this work was to analyze the relationships between microplastics and the fish stock of some of the most common fish species in the Ligurian Sea, to assess the presence, concentration and distribution of fibers, fragments and any microspheres, analyzing the stomach contents of samples collected during the monitoring period, between November 2018 and November 2021. In this study, 588 samples were considered, for a total of 10 fish species from different environments, in a coastal area from Albisola to Cogoleto. At the same time, a parallel project was carried out. The #PlasticLess Project, in conjunction with Lifegate which saw the management and data analysis of a SeaBin device located within the Marina of Varazze (SV). The analysis of the contents of the stomachs allowed to verify the alarming presence of foreign elements (especially fibers and fragments) in about a quarter of the samples. In 588 samples, from 10 different species, 7% would be affected by the ingestion of fibers while 18% by the ingestion of fragments alone. It was not possible to clarify if this phenomenon could be the root cause for the death of the individuals, however, the absence of large fragments in the stomach contents, would suggest a reduction in the number and size of the fragments, which could be linked to the muscular action of the stomach, capable of reducing ingested microplastics into easily evacuated fractions. To identify chemical composition of the fragments it has been used IR absorption spectral technique, that highlights two main low-density polymers: polyethylene (PE) and polypropylene (PP). Polyethylene (PE) is the most common plastic polymer, followed by polypropylene (PP). Both these materials, as they have low density, would remain in the upper layer, close to the sea surface, at the disposal of small pelagic predators for a longer period. The previous study conducted during the master's degree thesis about the individuals of Engraulis encrasicolus confirmed the results obtained: they voluntarily prey fragments, selecting those transparent and white, probably confusing them with their natural preys. This species is one of the most important prey of Trachurus mediterraneus, Scomber colias, and Auxis rochei, which could be affected by this form of pollution following the ingestion of small clupeids; this behavior would also justify the prevalence of these two colors of fragments compared to others. Only for Mugil cephalus it would be possible to guess a voluntary and direct predation of the floating microplastics on the surface layer of water in harbour area. Textile fibers are more frequent than plastic fragments, a situation that could probably be generated by a more intense passive filtration through the gills. Dark fibers, especially blue and black, represent the most widespread presence of these colors in the marine environment. SeaBin device was observed from the third week of September 2018, until the end of August 2019, for a duration of 46 weeks. The autumnal accumulation of debris is caused for the most part by fluvial transport, accentuated by frequent rains, while during spring and summer season this accumulation would be related to other forms of direct pollution. Microplastics found in some stomach of Mugil cephalus, sampled near the SeaBin, showed the same types of plastic pollution found in the device, confirming that they are expose to this kind of plastic particles. The results shows an huge presence of plastic fibers and fragments. The future approach to the problem should consist in researching the sources of origin of these materials, in order to plan preventive actions aimed at limiting, if possible, the production and dispersion of such materials. They also highlight that colors such as green, yellow and red are less common than other in the fishes’ stomach contents of the analyzed species.
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Morelli, Danilo. "La cartografia marina: ricerche ed applicazioni orientate ai rischi geologico-ambientali in aree campione." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2714.

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Abstract:
2006/2007
RIASSUNTO Dati raccolti nell’ambito di progetti di cartografia geologica marina nazionali ed internazionali sono stati utilizzati per ricerche sui rischi geologico-ambientali in alcune aree marine italiane maggiormente critiche dal punto di vista della valutazione dei rischi. Questo rappresenta un campo di applicazione estremamente complesso a causa della varietà dei processi collegati, i quali a loro volta sono controllati da più fattori naturali ed antropici la cui interazione è spesso di difficile valutazione e previsione. Nei settori di margine continentale del Mar Ligure e dell’Arco Calabro (tirrenico e ionico) dati morfo-batimetrici, sismo-stratigrafici, strutturali, e sedimentologici ricavati dalle più moderne tecnologie d’indagine offshore sono stati integrati con altri dati geologici e geofisici pregressi, utilizzando metodologie di visualizzazione, analisi e restituzione tridimensionale digitale di gran dettaglio. Le ricerche sono state condotte in collaborazione con specialisti ed esperti di geologia marina e morfotettonica attiva delle attigue aree emerse, focalizzando l’attenzione sui dissesti gravitativi superficiali e profondi e di loro correlazione con faglie attive recentemente, potenzialmente sismogenetiche o tsunamogeniche. I risultati ottenuti hanno consentito, nelle singole aree, una definizione più approfondita dei caratteri dei vari elementi di geo-hazard ed una più chiara ricostruzione dei meccanismi di interazione tra i vari processi responsabili della loro genesi ed evoluzione. L’analisi dettagliata di alcuni casi maggiormente rappresentativi ha anche confermato la complessità dei tematismi trattati e sottolineato alcune problematiche cruciali, tuttora aperte, su cui concentrare le ricerche future. Il margine continentale del Mar Ligure, tanto nel settore alpino che in quello appenninico, mostra evidenze morfologiche di processi di mobilizzazione gravitativa di ingenti masse sedimentarie. Questi sono maggiormente concentrati nel margine alpino (scarpata di Imperia), associati allo sviluppo di numerosi canyon e alla forte sismicità dell’area, mentre nel settore appenninico, dove l’attività sismica è minore, riguardano principalmente il Canyon di Levante e la Frana di Portofino. Quest’ultima rappresenta un elemento di particolare interesse per i meccanismi di formazione ed il volume dei materiale coinvolti. Nei margini tirrenico ed ionico della Calabria il sollevamento tettonico pleistocenico dell’Arco Calabro (0.8-0.9 mm/anno) è accompagnato da una cospicua attività sismo-tettonica e da frequenti e voluminosi movimenti di massa lungo tutta la scarpata. Tali processi sono concentrati lungo lo sviluppo di articolati sistemi di canyon sia nel Golfo di Squillace che nei settori di Bovalino e Siderno ed anche nel settore tirrenico indagato (tra Palmi e Scilla). Tale focalizzazione dei fenomeni di instabilità è controllata dall’attività sismo-tettonica di lineamenti strutturali di dimensione regionale, paralleli (Faglia di Scilla) allo sviluppo del margine o interpretabili come prosecuzione a mare di sistemi che tagliano trasversalmente tutto l’Arco Calabro. Come appendice al lavoro di ricerca svolto è stato inserito un contributo riguardante l’area dello Stretto di Messina, elaborato per l’occasione del centenario del terremoto di Messina. In tale area una morfodinamica, estremamente rapida, è controllata dai caratteri idrodinamici dello stretto, da faglie attive e movimenti di massa correlati all’attività sismo-tettonica. In tale contesto degli elementi di particolare rischio geo-ambientale sono delle frane che in prossimità di Messina interessano un corpo sedimentario di notevoli dimensioni. Oltre ai contributi sulle conoscenze relativi ai singoli casi è possibile definire alcune conclusioni generali confortate anche da dati di letteratura. I movimenti di massa sottomarini sono estremamente diversificati, e pur presentando alcune analogie rispetto a quelli che si verificano a terra spesso presentano dei meccanismi di innesco e di evoluzione diversi: sono molto più mobili, coinvolgono volumi notevoli di materiale, trasportati in molti casi a notevole velocità e distanza. Un carattere ricorrente nelle aree analizzate è la scarsa presenza di accumuli di frana piede della scarpata rispetto al volume di materiale franato (mancante) lungo il pendio. Una spiegazione plausibile è fornita dai fenomeni che accompagnano lo sviluppo di frane di grosse dimensioni come l’acquaplaning, che agendo come lubrificante al fronte della frana, può determinare l’allontanamento, la disgregazione e dispersione dei materiali (flussi detritici e torbiditici) in aree bacinali molto distanti (100-1000 Km). Tale ipotesi già verificata in altre aree, se confermata per le aree indagate potrebbe, attraverso la datazione dei livelli detritici e torbiditici bacinali correlabili a grandi frane sottomarine, consentire la definizione dei tempi di attivazione e dei tempi di ritorno delle stesse, ed eventualmente il loro rapporto con la sismicità storica regionale. In questo tipo di approccio si deve tener conto dei caratteri sia dell’area sorgente del dissesto che delle zone di accumulo più distali (debriti, torbiditi) al fine di ricostruire un quadro completo dei processi in atto in grado di definire qualitativamente tutti i fattori geologici in gioco (imput sedimentari, sismo-tettonica, presenza di gas, ecc..) e il loro grado di pericolosità. A prescindere dall’interesse scientifico su tali tematiche è fondamentale il loro approfondimento in termini di valutazione di rischio geo-ambientale, considerando le perdite economiche e di vite umane che gli eventi calabro-siciliano e liguri hanno registrato in passato. Inoltre, nonostante la difficoltà di stimare, prevedere o più semplicemente definire la ricorrenza di terremoti di grande entità, l'analisi della sismicità storica e dei tempi medi di ritorno mette in evidenza l'esistenza di ritardi anche importanti per eventi medio-grandi, lungo alcuni dei sistemi di faglie attive sia in Calabria-Sicilia orientale che in Liguria. Gli studi effettuati confermano la convinzione, già espressa da altri ricercatori, che la morfodinamica sottomarina sia più intensa e veloce di quella sub-aerea. Ciò è senz’altro verificato nel presente studio a proposito delle aree in cui l’attività sismo-tettonica, “motore” principale dei processi studiati, supera un certo livello di soglia. Si dimostra comunque che i dissesti dei fondali pellicolari e profondi, limitati ad aree ben definite, possono prodursi anche in zone di sismicità ridotta (Mar Ligure di Levante; Canyon di Levante -Frana di Portofino), ma non per questo di minore importanza in termini di pericolosità. Altra importante conclusione dello studio è che in contesti geodinamici apparentemente molto diversi in base alle conoscenze correnti (margine attivo calabro-ionico e margine passivo ligure) si riscontrano processi morfodinamici sottomarini di paragonabile tipologia ed entità. Ad un esame più attento risulta però che i contesti geodinamici detti, in termini di tipologia di strutture , flusso tettonico, e movimenti verticali non sono poi così diversi , anzi presentano marcate analogie.
XX Ciclo
1965
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Lundén, Amanda, and Mikaela Björkegren. ""Man kan ju inte begå brott - då ligger man pyrt till" : Om Polisens organisation och identitetsarbete." Thesis, Uppsala universitet, Sociologiska institutionen, 2014. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-215656.

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Abstract:
Med utgångspunkt i de senaste årens uppmärksamhet kring den svenska Polisen och de konflikter som uppstått mellan arbetsgivare och arbetstagare väcktes ett intresse att studera vad som låg bakom dessa problem. Det visade sig att merparten av de problem som uppstått grundade sig i att anställda uppträtt på sätt som inte ansågs gynnande för organisationen och dess förtroende hos allmänheten. Studien ämnar besvara frågor kring hur Polisen som organisation formar sina anställda med utgångspunkt i teorier om identitetsarbete. En kvalitativ undersökning genomfördes med studier av organisatoriska dokument och genom semistrukturerade intervjuer. De intervjuade består av personer verksamma inom den svenska Polisen. Dessutom intervjuades personer från svenska Polisförbundet, det fackförbund som organiserar närmast alla Sveriges yrkesverksamma poliser. I resultatet framkom indikationer på, utifrån de teoretiska begrepp som har valts för studien, att hur individerna formar sina identiteter är relativt individuellt. Dessutom tycks individerna påverkas mycket av sina kollegor, kanske snarare mer än av organisationens ledning.  Hur information förmedlas ut i organisationen framställdes dessutom som vag av de intervjuade. I diskussionen behandlas vidare hur identitetsstyrning tar sig uttryck inom Polisen samt på vilket sätt de anställda ser på arbetet med sina egna identiteter i relation till yrket polis.
During the last few years, there has been a growing interest in the Swedish police. This interest was triggered as the Police organization attempted to dictate what was appropriate when it came to employee behavior outside of work. This essay intends to answer questions regarding how police employees shape their own identities in order to accommodate the requirements of their profession. A qualitative method has been used, using documents and semi structured interviews. A total of eight people have been interviewed.  The results indicated that the organization, in some ways, want to regulate their employees. A few hands-on methods exist, they are however too vague to be regarded as present in the day to day work of employees. The police organization does not offer clear guidelines and it is up to the employee to determine their own individual identity. Overall, there is more impact on individuals behavior from colleagues than from Police policy. In summary, we will examine the Swedish police organization with reference to theories about identity work in organizations and in relation to the empirical data.
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Poulain, Marine. "Développement de la lignée germinale femelle humaine." Thesis, Paris 11, 2014. http://www.theses.fr/2014PA11T056/document.

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Abstract:
La mise en place de la lignée germinale au cours du développement constitue une des étapes fondamentales conditionnant la fertilité de l’individu adulte. Au cours des dernières décennies, le nombre croissant de couples consultant pour une aide médicale à la procréation a fait émerger l’hypothèse d’une altération des fonctions de reproduction chez l’Homme qui pourrait trouver son origine dans la perturbation du développement précoce. Dans l’ovaire fœtal, les cellules germinales s’orienteront vers la voie de l’ovogénèse, caractérisée entre autres par l’entrée en méiose de ces cellules. La majorité des données actuelles relatives à ces évènements sont issues du modèle murin alors que le développement de l’ovaire humain est significativement diffèrent de celui de la souris. Il est donc nécessaire d’approfondir nos connaissances du développement ovarien humain et d’identifier ses éventuelles perturbations. L’objectif de mon travail a été de mettre au point un outil d’étude du développement ovarien et d’identifier de nouvelles voies impliquées dans la régulation de l’entrée en méiose des cellules germinales fœtales humaines et leurs perturbations éventuelles.Nous avons mis au point un nouveau modèle de xénogreffe d’ovaires fœtaux humains du premier trimestre de gestation (au moment de l’apparition des premières cellules méiotiques). Ce modèle nous a permis d’observer un développement de l’organe et une différenciation des cellules germinales similaires à ceux observés in vivo. Ce modèle permettra des travaux à des âges auxquels le matériel d’étude est peu accessible. En couplant ce modèle de xénogreffe à une stratégie d’ARN-interférence, il nous a été possible d’inhiber l’expression d’un gène spécifiquement exprimé dans les cellules germinales ovariennes, DMRTA2, et de mettre en évidence un potentiel rôle de ce gène dans leur différenciation pré-méiotique. Nous avons observé une diminution du nombre de cellules ayant initié la méiose après inhibition de l’expression de ce gène. Par ailleurs, nous avons également identifié la présence dans l’ovaire fœtal de nombreux marqueurs décrits comme testiculaires chez la souris (PLZF, DNMT3L, FGF9, NANOS2 ou CYP26B1). L’expression de ces marqueurs pourrait expliquer la présence de cellules mitotiques tardives dans l’ovaire fœtal humain que nous avons pu observer jusqu’à 30 semaines de gestation. En parallèle de ces travaux, nous avons testé la sensibilité des cellules germinales à la dexaméthasone, glucocorticoïde pouvant être administré au cours de la grossesse. Il a été observé une augmentation de l’expression de PLZF, gène cible de l’activation des récepteurs aux glucocorticoïdes, pouvant expliquer la diminution du nombre de cellules germinales.En conclusion, ce travail de thèse a permis d’identifier un nouveau gène potentiellement régulateur de la transition mitose/méiose dans l’ovaire humain, et d’affiner nos connaissances sur le développement de l’ovaire humain et l’entrée en méiose des cellules germinales. Toutefois, de nombreuses questions restent posées ainsi de futures études devront clarifier si les cellules germinales mitotiques observées à des stades tardifs sont capables de se différencier en ovocytes compétents
Woman fertility is partially dictated by the set up of the human female germ line. During the last ten years, which saw an increased number of couples consulting for assisted reproductive cares, the hypothesis of an early alteration in reproduction functions has emerged.In the fetal ovary, germ cells enter the path of oogenesis differentiation characterized by meiotic initiation. On this subject, vast majority of the scientific data are obtained from the mouse model, even if differences with human ovarian physiology are widely acknowledged. Therefore it is necessary to extend our knowledge on human ovarian development and identify its perturbations. The objective of my work was to assess a new model to study ovarian growth, studying regulation of meiotic entry and perturbation of germ line differentiation.We sat up a new xenograft model of early human fetal ovaries, when very early meiotic germ cells appear. Organ growth and germ cells differentiation were comparable with in vivo observations. Using this model with an RNA-interference strategy, we inhibited the expression of an oogonia germ cell gene, DMRTA2. This inhibition conducted to a significantly reduced number of germ cells gene that initiated meiosis and DMRTA2 seemed to be required for mitotic-meiotic transition. In another hand, we identified, in the ovary, the expression of germ cells markers described as specifically male in rodent (PLZF, DNMT3L, FGF9, NANOS2 ou CYP26B1). The expression of these markers in the human ovary could explain the observation of mitotic germ cells in late fetal ovaries (30 wpf).In parallel, we tested germ cells sensibility to a synthetic glucocorticoid, dexamethasone, administrated during pregnancy in some justified pathologies. We observed an increased expression of PLZF that could explain the decreased number of germ cells observed in treated ovaries.In conclusion, we identified a new gene expressed in human fetal ovaries, potentially involved in the meiotic entry, and we extended our knowledge to characterized human germ line development. However, many points have to be clarified, as the possible competence of late mitotic germ cells to form oocytes
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Chifflet, Marina. "Interprétation par modélisation des processus physiques et biologiques observés à courte échelle de temps sur la colonne d'eau : Application à la mer Ligure en Mai 1995 (Campagne Dynaproc)." Aix-Marseille 2, 2000. http://www.theses.fr/2000AIX22064.

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Johansson, Linnea. "Vilka potentiella behandlingsalternativ finns det mot bakteriella infektionssjukdomar som ligger i fas 2-3 studier eller som man bedriver forskning på?" Thesis, Linnéuniversitetet, Institutionen för kemi och biomedicin (KOB), 2018. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:lnu:diva-74368.

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Abstract:
Resistance against antibiotics has become a global world problem. The effect of antibiotics is affected by the resistant bacteria and they cause infections that are difficult to treat. This is a major burden on the healthcare and leads to increased mortality. Globally, about 700,000 people die each year because of antibiotic resistance. By the year 2050 death rates are estimated to have increased to 10 million deaths per year due to the lack of effective treatment methods against multiresistant bacteria. Pharmaceutical companies’ research to develop new antibiotics is steadily decreasing, while multiresistant bacteria increase in number and spread. Bacteria evolve fast and highly resistant bacteria seem to evolve almost at the same pace as new drugs are discovered. As more antibiotics are used, more resistance is developed, so the pharmacy industry keep having to find new antimicrobial agents that the bacteria haven´t figured out how to protect themselves against yet.  The aim of this study was to investigate different treatment options available for infectious diseases that are currently in phase 2 or 3 clinical trials studies or research is being conducted on? This study is a literature study, five articles were selected from PubMed and analyzed. One study evaluates the effect of using new compounds to target a new potential pocket on DNA-gyrase. One study evaluates if silver can disturb the structure of the bacteria and thus increase the flow of antibiotics into the cell. Three studies evaluate the effect of nanoparticles containing metals such as silver or copper-zink-iron and the bacteriocin nisin. The current study shows that new compounds as well as new approaches to treating bacterial infections are expected to help stop this crisis. New strategies in the field of antibiotics include new drug targets, new drug delivery methods and new drug combinations. The compounds produced and directed against the new pocket on DNA-gyrase were stopped due to toxicity but opens a new path for further research. Cells treated with silver had different membrane permeability, destabilized the structure of the peptidoglycan layer and increased production of hydroxyl radicals. Nanoparticles seem to be a potential antibacterial agent, the advantage of nanoparticles is that substances can be combined within nanoparticles and provide synergistic effects. With the help of nanotechnology, drug delivery systems can be improved as well as drug administration. More studies are needed though to investigate the safety of taking nanoparticles and to verify the results of this literature review.
Resistens mot antibiotika har blivit ett globalt världsproblem. Effekten av antibiotika påverkas av de resistenta bakterierna och detta leder till att infektioner blivit svårare att behandla. Detta ger belastning på sjukvården och leder till ökad dödlighet. I världen dör ca 700 000 människor till följd av antibiotikaresistensen och år 2050 beräknas dödsfallen stigit till 10 miljoner per år p.g.a. att det saknas effektiva behandlingsmetoder mot de multiresistenta bakterierna. För att behandla bakteriella infektioner krävs nya föreningar riktade mot bakteriella patogener samt nya tillvägagångsätt för att stoppa denna kris. Inom detta område är framgången låg och även om kliniska försök med antimikrobiella medel är säkra och effektiva, dröjer det flera år innan de är tillgängliga för klinisk användning. Nya strategier inom antibiotikafrågor innefattar nya läkemedelsmål, nya leveransmetoder till läkemedelsmålet och nya läkemedelskombinationer. Syftet med denna studie var att undersöka vilka behandlingsalternativ som finns tillgängliga mot infektionssjukdomar som ligger i fas 2-3 studier, eller som man bedriver forskning på. Arbetet är en litteraturstudie och de vetenskapliga artiklarna är hämtade från databasen Pubmed. I detta arbete har fem studier analyserats. Studie I visar att föreningarna som framställts och riktades mot den nya fickan på DNA-gyras avbröts p.g.a. toxicitet. I resterande studier (II, VI och V) visade att nanopartiklar är ett potentiellt alternativ för att avdöda bakterier. Studie III visar att celler som behandlats med silver hade annan membranpermeabilitet, destabiliserade peptidoglykanlagret och ökad produktion av hydroxylradikaler. Mer forskning och studier krävs för att undersöka riskerna med att administrera nanopartiklar samt verifiera resultaten i denna litteraturstudie och framförallt krävs det mer forskning kring nya potentiella antimikrobiella medel i allmänhet.
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Salles, Jean-Paul. "La Ligue communiste révolutionnaire et ses militant(e)s (1968-1981) : étude d'une organisation et d'un milieu militant : contribution à l'histoire de l'extrême gauche en France dans l'après mai 1968." Paris 1, 2004. http://www.theses.fr/2004PA010607.

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Abstract:
La période qui suit mai 1968 a permis, en France, à un groupe de militants se réclamant du trotskysme de sortir de la confidentialité. En ne négligeant pas les témoignages, en nous aidant des publications de la LC/LCR, de documents internes et de rapports des officiers des renseignements généraux, nous avons étudié les efforts de ce courant politique pour s'implanter dans la société française. Dans un premier temps -de Mai 1968 au 21 juin 1973- ces militant(e)s nous sont apparus plus guévaristes que communistes. Mais la dissolution de la Ligue communiste, le 27 juin 1973, semble mettre un terme aux tentations militaristes. De juin 1973 jusqu'à le fin de la décennie, les pratiques politiques plus classiques, qui avaient été expérimentées avant cette date (participation aux élections, intervention dans les syndicats ouvriers notamment. . . ) prennent le dessus. Toutefois, les nouveaux secteurs de radicalisation ne sont pas négligés (appelés du contingent, femmes, homosexuel(le)s, régionalistes. . . ). Tout en s'efforçant d'être présents partout, les militant(e)s n'oublient pas leur parti, le dotant d'une infrastructure matérielle. Ils tentent aussi d'organiser le débat en son sein, par le biais des tendances, auxquelles ils se montrent très attachés. L'extrême gauche reste toujours aussi éclatée à la fin de la période et son implantation est modeste. Dans une dernière partie, nous avons esquissé une radiographie de ces militant(e)s : âge, sexe, profession, origine sociale. . . Nous nous sommes demandé aussi dans quelle mesure ils sont restés fidèles au communisme originel dont ils se réclamaient. Finalement la tentative de créer une organisation puissante sur des bases anciennes, le bolchevisme du début du siècle, a échoué. Mais de nombreux jeunes gens ont participé à cette aventure, souvent au moment de leurs études, la Ligue ayant été un lieu d'apprentissage, de socialisation pour cette fraction de la génération de 1968.
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Pradier, Stéphanie. "Caractéristiques de l'écoulement et des précipitations observés durant MAP : une analyse par radar et simulation numérique." Toulouse 3, 2002. http://www.theses.fr/2002TOU30149.

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Leufroy, Axelle. "Spéciation de l’arsenic dans les produits de la pêche par couplage HPLC/ICP-MS. Estimation de sa bioaccessibilité en ligne et applications à d'autres éléments traces métalliques d'intérêt." Thesis, Paris, AgroParisTech, 2012. http://www.theses.fr/2012AGPT0030/document.

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Abstract:
L'arsenic est un élément présent dans tous les compartiments de l'environnement, et les produits de la pêche représentent une source majeure d'exposition à l'arsenic par le biais de l'alimentation. Même s'il n'existe pas à ce jour de législation sur les teneurs en arsenic dans les aliments en France, les agences gouvernementales évaluent généralement les risques liés à la présence d'arsenic dans les produits de la pêche en se basant essentiellement sur la concentration totale de l'élément, sans tenir compte des différentes espèces présentes ni de leur bioaccessibilité. Par conséquent, le développement de méthodes d'analyse de spéciation revêt un intérêt particulier dans le cadre de l'évaluation des risques. La première partie de ce mémoire présente des informations générales sur les propriétés de l'arsenic, son occurrence dans les différents compartiments de l'environnement et sa toxicité, ainsi qu'une étude bibliographique des méthodes analytiques existantes pour étudier la spéciation de l'arsenic dans les matrices alimentaires, en particulier les produits de la pêche (extraction et séparation/détection). Les différentes approches pour l'évaluation de sa bioaccessibilité et de celle d'autres éléments traces métalliques d'intérêt sont également présentées. La deuxième partie de ces travaux porte sur la validation d'une méthode d'analyse de spéciation des principales espèces d'arsenic dans les produits la pêche (As(III), MA,DMA, As(V), AsB, TMAO, AsC) par couplage entre la chromatographie d'échange d'ions (IEC) et la spectrométrie de masse à plasma induit (ICP-MS) après extraction assistée par micro-ondes (MAE). L'évaluation des performances analytiques de la méthode, les contrôles qualités internes et externes mis en place et les différentes applications, en particulier les données d'occurrence des différentes espèces d'arsenic dans les produits de la pêche les plus consommés par la population française sont présentés et discutés. Dans la troisième partie, la bioaccessibilité maximale de l'arsenic et d'autres éléments d'intérêt est estimée à l'aide d'une méthode de lixiviation en ligne (impliquant la mesure en temps réel par ICP-MS de la fraction libérée par les différents fluides digestifs artificiels). La combinaison de ce procédé avec la méthode d'analyse de spéciation validée permet ainsi d'estimer la bioaccessibilité des différentes espèces d'arsenic
Arsenic is an element present in all compartments of the environment, and seafood constitutes a major source of exposure to arsenic through human consumption. Although there is currently no legislation on arsenic in food in France, government agencies generally assess the safety of food items based solely on the total concentration of the element, without taking into account its different species or their bioaccessibility. Therefore, the development of speciation analysis methods is particularly relevant in the context of risk assessment. The first part of this thesis focuses on the properties of arsenic, its occurrence in the different compartments of the environment and its toxicity, and a literature review of existing analytical methods to study the speciation of arsenic in food matrices, especially seafood products (extraction and separation / detection). Different approaches for evaluating its bioaccessibility and that of other trace metals of interest are also presented.The second part of this work concerns the validation of a speciation analysis method for major arsenic species in seafood (As (III), MA, DMA, As (V), AsB, TMAO, AsC) by coupling ion exchange chromatography (IEC) with inductively coupled plasma mass spectrometry (ICP-MS) after microwave-assisted extraction (MAE). Evaluation of the analytical performance of the method, internal and external quality controls in place and applications of the method, particularly occurrence data of arsenic species in seafood most consumed by the French population are presented and discussed. In the third part, the maximum bioaccessibility of arsenic and other elements of interest is assessed using a continuous leaching method (involving the real-time measurement by ICP-MS of the fraction released by the different artificial digestive fluids). By coupling this leaching method with the above validated speciation analysis method, the bioaccessibility of different arsenic species is also assessed
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Pradier, Stephanie. "Caractéristiques de l'écoulement et des précipitations observés durant MAP: une analyse par radar et simulation numérique." Phd thesis, Université Paul Sabatier - Toulouse III, 2002. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00090330.

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Abstract:
Le massif Alpin est régulièrement soumis à l'automne à des systèmes dépressionnaires amenant un flux d'air méditerranéen chaud et humide sur son versant sud . De par la forme et la topographie du massif, ce phénomène peut conduire localement à des précipitations intenses souvent à l'origine d'inondations éclairs, dommageables pour l'homme. L'un des objectifs de l'expérience internationale MAP (Mesoscale Alpine Program) est l'étude des mécanismes dynamiques et microphysiques de ces précipitations, dans le but d'en améliorer la prévision. La campagne s'est déroulée durant l'automne 1999 et a donné lieu à 17 Périodes d'Observations Intensives (POI).
Les travaux de recherche effectués durant cette thèse sont basés sur l'analyse de plusieurs d'entre elles, ceci au moyen de données de radars Doppler sole et aéroportés, et du modèle numérique méso-échelle non-hydrostatique Méso-NH. Ces travaux visent à établir le scénario et les processus fondamentaux qui ont mené à leur occurrence. Différents types d'évènements pluvieux ont été étudiés : 2 cas de précipitations convectives, le premier à fort cumul de pluie dans la région du Lac Majeur (ouest des Alpes, POI 2B), et un autre sur la région du Frioul (est des Alpes, POI 5) ; puis des conditions pour lesquelles les précipitations se sont révélées plus modérées sur la région du Lac Majeur (POIs 4, 8, 9 et 15) permettant d'étudier un autre mécanisme lié au relief ou non : le processus de blocage.
Sur ces 6 cas d'étude, le facteur dominant responsable du cumul de pluie au sol est le facteur durée : la persistance des précipitations associée au ralentissement du système dépressionnaire au niveau des Alpes mène aux plus forts cumuls. Ceux-ci ont été enregistrés pour les POIs 2B et 8, soit des évènements convectif et stratiforme respectivement. Dans le cas de la POI 2B, c'est un système quasi-stationnaire d'altitude qui est responsable du ralentissement, alors que pour la POI 8 il s'agit de la nature stable du flux incident sur les flancs alpins, et par la suite de son blocage au niveau du relief. Les POIs 4 et 15, caractérisées également par la stabilité du flux d'alimentation des précipitations, illustrent des acs pour lesquels l'arrivée du front froid associé au système dépressionnaire, et par conséquent d'un flux post-frontal antagoniste au flux d'alimentation, est responsable du déplacement des cellules précipitantes. La POI5 est une situation caractérisant le passage rapide du front froid, et l'évolution d'une ligne de cellules convectives associée.
L'effet du relief a été mis en évidence, dans les épisodes pluvieux stratiforme et convectif. Dans tous les cas, ce dernier contribue à renforcer/déclencher les précipitations. Il est responsable de la déviation vers l'ouest des flux incidents stables. L'impact de l'orographie de petite échelle a également été démontré à l'aide de tests numériques, en particulier les irrégularités du relief de l'ordre du kilomètre ont joué un rôle important dans la progression du système précipitant de la POI 5.
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Smida-Rezgui, Sophia. "Analyse du signal calcique des MAP kinases et de l'expression des intégrines dans la régulation de l'apoptose induite par l'EGF dans la lignée cellulaire tumorale humaine A431." Aix-Marseille 2, 2000. http://theses.univ-amu.fr.lama.univ-amu.fr/2000AIX20671.pdf.

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Abstract:
L'EGF (epidermal growth factor) exerce un effet paradoxal sur la prolifération des cellules épithéliales tumorales humaines de la lignée A431, qui surexpriment le récepteur de l'EGF, se traduisant par une stimulation de la prolifération à faibles concentrations d'EGF (10-12-10-10 M) et une inhibition à des concentrations plus élevées (10-8-10-9 M). Cette inhibition résulte d'un processus d'apoptose. Bien que cette apoptose touche un fort pourcentage de cellules A431, nous avons montré que quelques-unes échappaient à cette mort cellulaire en faisant intervenir un processus d'agrégation via une surexpression à leur surface de l'intégrine alpha2 beta1. Nous avons donc isolé une population de cellules A431 résistantes à l'EGF (A431R). Ces cellules ont acquis une structure allongée et étalée et présentent des extensions de type filopodes. Une augmentation de l'activité basale de la MAP kinase est observée dans ces cellules, qui serait associée à une absence de réponse à des mécanismes de contrôles négatifs de la prolifération, en présence de doses élevées d'EGF. Dans les cellules A431, un pic rapide et transitoire de l'activation de la MAP kinase par l'EGF (10-8 M) est observé, associé au phénomène d'apoptose. Par contre, dans les cellules A431R, la résistance à l'apoptose est associée à une stimulation modérée mais persistante de l'activité de la MAP kinase. Une régulation négative par les variations de la [Ca2+], semble s'exercer sur l'activation de la MAP kinase par l'EGF, qui pourrait également constituer un facteur d'échappement des cellules à l'apoptose. Ce travail a permis de caractériser un bon modèle d'étude des divers couplages potentiels entre les voies de transmission du signal, par le récepteur de l'EGF et par les intégrines ainsi que l'inter-régulation des effecteurs impliqués dans ces voies. Ces mécanismes ont pour fin l'acquisition par la cellule d'une plus grande autonomie de prolifération dans des conditions normalement propices au phénomène d'apoptose.
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Lundgren, Vendela, and Wall Ronja Lund. ""VÅRA FÖRSTÅR JU INTE RIKTIGT, EFTERSOM DE ÄR LITE, LIGGER LÅGT I SIN UTVECKLING OM MAN SÄGER SÅ" : En kvalitativ studie om delaktighet och digitalisering på gruppbostäder utifrån personalens perspektiv." Thesis, Mälardalens högskola, Akademin för hälsa, vård och välfärd, 2021. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mdh:diva-54883.

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Abstract:
Studien ämnar utforska personal på gruppbostäders uppfattningar om digitalisering för personer med funktionsnedsättning. Digitaliseringens framfart är inget som går att bortse ifrån, men på gruppbostäderna har det ännu inte etablerats fullt ut vilket i sig kan påverka brukarnas möjligheter till delaktighet på samma villkor som resterande befolkning i samhället. Genom att se hur digitaliseringen på gruppbostäderna och hur effekterna av digitaliseringen ser ut för målgruppen, ökar förståelsen kring ett ämne som är aktuellt både för socialt arbete men också för målgruppen i sig. Med en kvalitativ forskningsansats och genom en abduktiv metod har sex semistrukturerade intervjuer genomförts med personal på gruppbostäder för att besvara syftet och frågeställningarna.  Resultatet har analyserats med ett tematiskt tillvägagångssätt och utgått från stämplingsteori, empowerment och erkännande. I resultatet har det framkommit att digitaliseringen implementeras på gruppbostäderna i varierande grad beroende på synen kring brukarnas attribut och egenskaper, organisationens stöd och personalens engagemang. Utifrån normer kan personal på gruppbostäderna ha en särskild syn på användningen av digitaliseringen som i sin tur kan påverka empowerment och erkännande för målgruppen. Slutsatsen är att om digitaliseringen inte anpassas kan det leda till ett digitalt utanförskap för personer med funktionsnedsättning.
This study’s purpose is to examine staff in group homes’ perceptions of digitalisation for people with disabilities. The progress of digitalisation can't be ignored, yet in group homes it has not been fully established which can affect the possibilities for participation on equal terms for the residents as the remaining population. Seeking to understand digitalisation in group homes and and the effects of digitalisation for the target group, increases the understanding of a current subject for social work and the target group itself. From a qualitative research approach with an abductive method, six semistructured interviews are implemented with staff in group homes to answer the purpose and questions in this study. The results is analysed from a thematic approach based on labeling theory, empowerment and recognition. Digitalisation varies on staffs’ attitudes on disability andresidents in group homes assigned attributes and characteristics, organisation support and staff commitment. Based on norms, staff in group homes can have a certain view on the use of digitalisation which then can affect empowerment and recognition for the target group. If digitalisation is not adapted it can lead to a digital exclusion for people with disabilities.
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Tena, Guillaume. "Caractérisation d'activités protéines kinases dans les cellules de tabac (lignée BY-2) : étude de l'effet de l'auxine lors de la reprise de l'activité mitotique et implication de pH cytoplasmique dans l'activation des MAP kinase." Montpellier 2, 1998. http://www.theses.fr/1998MON20096.

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Abstract:
Les processus reversibles de phosphorylation jouent un role clef dans la transduction des multiples signaux qui influencent le developpement des organismes vivants, notamment les signaux hormonaux. Le travail presente porte sur l'etude precoce des activites proteines kinases solubles dans les cellules de tabac (lignee by-2) en reponse a l'auxine. Nous avons d'abord montre que l'ajout d'auxine dans une suspension de cellules carencees en cette hormone induit une reprise de l'activite mitotique ainsi que des modifications importantes de divers parametres cellulaires comme les ph intra- et extra-cellulaires, la teneur en osmolytes et en arn messagers specifiques ou la morphologie des cellules. Une fois ce systeme biologique mis en place, nous avons analyse de maniere preliminaire les profils d'activites de phosphorylation variant precocement apres l'ajout d'auxine. Nous avons par la suite focalise notre approche sur la revelation d'activites de type map kinases. Devant l'absence de variation observable apres traitement auxinique, une optimisation poussee du protocole de revelation par renaturation des activites proteines kinases a ete realisee, grace au test de nombreuses conditions experimentales et a la recherche de temoins positifs d'activites map kinase. Nous avons pu montrer au cours de ces tests qu'un choc hyperosmotique est capable d'induire une activite kinase possedant les caracteristiques d'une map kinase. Nous avons finalement conclu que, contrairement a un resultat precedemment publie, l'auxine n'active pas une cascade map kinase au cours de la reprise des mitoses. La troisieme et derniere partie du travail etablit une correlation entre acidification du ph cytoplasmique par plusieurs acides faibles lipophiles et activation des map kinases.
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Leufroy, Axelle. "Spéciation de l'arsenic dans les produits de la pêche par couplage HPLC/ICP-MS. Estimation de sa bioaccessibilité en ligne et applications à d'autres éléments traces métalliques d'intérêt." Phd thesis, AgroParisTech, 2012. http://pastel.archives-ouvertes.fr/pastel-00770330.

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Abstract:
L'arsenic est un élément présent dans tous les compartiments de l'environnement, et les produits de la pêche représentent une source majeure d'exposition à l'arsenic par le biais de l'alimentation. Même s'il n'existe pas à ce jour de législation sur les teneurs en arsenic dans les aliments en France, les agences gouvernementales évaluent généralement les risques liés à la présence d'arsenic dans les produits de la pêche en se basant essentiellement sur la concentration totale de l'élément, sans tenir compte des différentes espèces présentes ni de leur bioaccessibilité. Par conséquent, le développement de méthodes d'analyse de spéciation revêt un intérêt particulier dans le cadre de l'évaluation des risques. La première partie de ce mémoire présente des informations générales sur les propriétés de l'arsenic, son occurrence dans les différents compartiments de l'environnement et sa toxicité, ainsi qu'une étude bibliographique des méthodes analytiques existantes pour étudier la spéciation de l'arsenic dans les matrices alimentaires, en particulier les produits de la pêche (extraction et séparation/détection). Les différentes approches pour l'évaluation de sa bioaccessibilité et de celle d'autres éléments traces métalliques d'intérêt sont également présentées. La deuxième partie de ces travaux porte sur la validation d'une méthode d'analyse de spéciation des principales espèces d'arsenic dans les produits la pêche (As(III), MA,DMA, As(V), AsB, TMAO, AsC) par couplage entre la chromatographie d'échange d'ions (IEC) et la spectrométrie de masse à plasma induit (ICP-MS) après extraction assistée par micro-ondes (MAE). L'évaluation des performances analytiques de la méthode, les contrôles qualités internes et externes mis en place et les différentes applications, en particulier les données d'occurrence des différentes espèces d'arsenic dans les produits de la pêche les plus consommés par la population française sont présentés et discutés. Dans la troisième partie, la bioaccessibilité maximale de l'arsenic et d'autres éléments d'intérêt est estimée à l'aide d'une méthode de lixiviation en ligne (impliquant la mesure en temps réel par ICP-MS de la fraction libérée par les différents fluides digestifs artificiels). La combinaison de ce procédé avec la méthode d'analyse de spéciation validée permet ainsi d'estimer la bioaccessibilité des différentes espèces d'arsenic.
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Benammar, Fettouma. "Les écritures algériennes a l'orée du nouveau millenaire : textes et contextes, réécritures et mutations." Thesis, Avignon, 2018. http://www.theses.fr/2018AVIG1187.

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Abstract:
Héritant à la fois de la tradition scripturale des pères, de la rupture provoquée par la littérature conjoncturelle des années 90, de son urgence et de son obsolescence ainsi que de l'avènement du nouveau millénaire, les écritures algériennes dévoilées par les auteurs de notre corpus sont marquées par le souci de l'enfantement de l'Homme Nouveau. En effet, bien qu'inscrite dans son épistème, cette littérature tend à se renouveler et à affirmer sa singularité. Si pour Abdellatif Laâbi, toute sa génération d'écrivains « descend du manteau de Nedjma », les auteurs émergents peuvent légitimement prolonger l'hommage en se déclarant encore aujourd'hui bercés par les mélopées du Poète, engagés sur les chemins de la vérité sans travestissements par La colline oubliée, nourris à la mamelle de La Répudiation, alertés des hautes trahisons par Le Muezzin, éveillés au cri de Fis de la haine, reconnaissant l'élargissement de leur horizon à la dimension poétique de Qui se souvient de la mer. Et enfin légitimés dans le territoire des langues, parce qu'assiégés, à leur tour, par la voix d'Assia Djebar et la polyphonie de Ces Voix qui m’assiègent. Néanmoins, en réponse à la question « où va la littérature ? », nous abordons son devenir en délivrant une « feuille de température », à travers les lignes de fuite qu'elle semble emprunter. Le paradoxe du « devenir » réside dans son oscillation entre passé et futur qui permet d'échapper aux carcans du présent. C'est sur le mythe de l'Andalus que s'arcboute le changement. Chevaucher la ligne de fuite, c'est à la fois voguer vers des « devenirs » possibles et convoquer des assises sûres. L'Andalousie Heureuse est la caution irréfutable de la faisabilité et l'illustration de ce qui est survenu une fois peut se renouveler dès lors qu'on lui fabrique les conditions de son émergence. Le « texte- médecin » gère le trauma et convie l'individu vers la résilience et de nouvelles expériences du bonheur. L'Homme Nouveau est à réinventer. Telle est l'ambition que les textes du corpus nous aident à percevoir, en devinant parfois les tracés et les contours
Inheriting simultaneously from the scriptural tradition of the fathers, from the rupture provoked by the contemporary literature of the 1990s, from its urgency and its obsolescence as well as the advent of the new millennium, the Algerian writings unveiled by the authors of this corpus are marked by concern about the birth of the New Man. Indeed, although inscribed in its episteme, this literature tends to renew itself and to affirm its singularity. If, for Abdellatif Laâbi, all his generation of writers « descend from the mantle of Nedjma », emerging authors can legitimately extend the tribute by declaring themselves, still today, lulled by the chants of the Poet, breast-fed by La Repudiation, warned of high treacheries by Le Muezzin, awakened to the cry of Fis de la haine, acknowledging the widening of their horizons to the poetic dimension of Qui se souvient de la mer. And finally legitimized in the territory of languages, due to being besieged, in turn, by the voice of Assia Djebar and the polyphony of Ces Voix qui m’assiègent. Nevertheless, in answer to the question « Whither literature? » we approach its future by delivering a « temperature chart » by means of the trajectories it seems to take. The paradox of « becoming » lies in its oscillation between past and future, which makes it possible to escape the shackles of the present. It is on the myth that change is strengthened. Straddling the trajectory is both sailing towards possible « futures » and summoning safe bases. Happy Andalusia is the irrefutable guarantee of the feasibility and the illustration of this one-time occurrence can be renewed, as soon as conditions of its emergence are reproduced, by the writing of a « healing text » to manage the trauma and escort the individual towards resilience as well as new experiences of happiness. The New Man is to be reinvented. This is the ambition that the texts of the corpus have helped us to distinguish, whilst sometimes puzzling over its tracks and the contours
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André, Aurélie. "Études des modifications de la réponse apoptotique induites par le virus de l'hépatite C dans des foies normaux et infectés et dans la lignée cellulaire HuH7 contenant ou non un réplicon sous-génomique du virus." Thèse, 2004. http://hdl.handle.net/1866/15062.

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Mathien, Simon. "Identification des composantes du système ubiquitine-protéasome régulant la stabilité de la MAPK atypique ERK3." Thèse, 2016. http://hdl.handle.net/1866/19315.

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Thériault, Catherine. "L’utilisation des services infirmiers de première ligne pour des raisons de santé mentale par des personnes souffrant de dépression et l’impact sur les besoins non comblés en fonction du sexe." Thèse, 2017. http://hdl.handle.net/1866/20081.

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Mashtalir, Nazar. "Regulation of BAP1 tumor suppressor complex by post-translational modifications." Thèse, 2014. http://hdl.handle.net/1866/12772.

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Abstract:
Le régulateur transcriptionnel BAP1 est une déubiquitinase nucléaire (DUB) dont le substrat est l’histone H2A modifiée par monoubiquitination au niveau des residus lysines 118 et 119 (K118/K119). Depuis les dernières années, BAP1 emerge comme un gene suppresseur de tumeur majeur. En effet, BAP1 est inactivé dans un plethore de maladies humaines héréditaires et sporadiques. Cependant, malgré l’accumulation significative des connaissances concernant l’occurrence, la pénétrance et l’impact des défauts de BAP1 sur le développement de cancers, ses mécanismes d’action et de régulation restent très peu compris. Cette étude est dédiée à la caractérisation moléculaire et fonctionnelle du complexe multi-protéique de BAP1 et se présente parmi les premiers travaux décrivant sa régulation par des modifications post-traductionnelles. D’abord, nous avons défini la composition du corps du complexe BAP1 ainsi que ses principaux partenaires d’interaction. Ensuite, nous nous sommes spécifiquement intéressés a investiguer d’avantage deux principaux aspects de la régulation de BAP1. Nous avons d’abord décrit l’inter-régulation entre deux composantes majeures du complexe BAP1, soit HCF-1 et OGT. D’une manière très intéressante, nous avons trouvé que le cofacteur HCF-1 est un important régulateur des niveaux protéiques d’OGT. En retour, OGT est requise pour la maturation protéolytique de HCF-1 en promouvant sa protéolyse par O-GlcNAcylation, un processus de régulation très important pour le bon fonctionnement de HCF-1. D’autre part, nous avons découvert un mécanisme unique de régulation de BAP1 médiée par l’ubiquitine ligase atypique UBE2O. en effet, UBE2O se caractérise par le fait qu’il s’agit aussi bien d’une ubiquitine conjuratrice et d’une ubiquitine ligase. UBE2O, multi-monoubiquitine BAP1 au niveau de son domaine NLS et promeut son exclusion du noyau, le séquestrant ainsi dans le cytoplasme. De façon importante, nos travaux ont permis de mettre de l’emphase sur le rôle de l’activité auto-catalytique de chacune de ces enzymes, soit l’activité d’auto-déubiquitination de BAP1 qui est requise pour la maintenance de sa localisation nucléaire ainsi que l’activité d’auto-ubiquitination d’UBE2O impliquée dans son transport nucléo-cytoplasmique. De manière significative, nous avons trouvé que des défauts au niveau de l’auto-déubiquitination de BAP1 due à des mutations associées à certains cancers indiquent l’importance d’une propre regulation de cette déubiquitinase pour les processus associés à la suppression de tumeurs.
BAP1 is a nuclear deubiquitinating enzyme (DUB) that acts as a transcription regulator and a DUB of nucleosomal histone H2AK119. In the recent years, it has become clear that BAP1 is a major tumor suppressor, inactivated in a plethora of hereditary and sporadic human malignancies. Although, we now accumulated a significant body of knowledge in respect to the occurrence, penetrance and impact of BAP1 disruption in cancer, its mechanism of action and regulation remained poorly defined. This work is dedicated to the biochemical and functional characterization of the BAP1 multiprotein complex and presents one of the first cases regarding its regulation by post-translational modifications. First, we defined the initial composition of the BAP1 complex and its main interacting components. Second, we specifically focused on two aspects of BAP1 regulation. We described the cross regulation between the two major components of the complex namely HCF-1 and OGT. We found that HCF-1 is important for the maintenance of the cellular levels of OGT. OGT, in turn, is required for the proper maturation of HCF-1 by promoting O-GlcNAcylation-mediated limited proteolysis of its precursor. Third, we discovered an intricate regulatory mechanism of BAP1 mediated by the atypical ubiquitin ligase UBE2O. UBE2O multi-monoubiquitinates BAP1 on its NLS and promotes its exclusion from the nucleus. Importantly, our work emphasises the role of the autocatalytic activity of both enzymes namely the auto-deubiquitination activity of BAP1, required for the maintenance of nuclear BAP1 and the auto-ubiquitination of UBE2O implicated in its nucleocytoplasmic transport. Significantly, we found that auto-deubiquitination of BAP1 is disrupted by cancer-associated mutations, indicating the involvement of this process in tumor suppression.
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