Journal articles on the topic 'Malattia di Grave'

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Terziroli Beretta-Piccoli, Benedetta, Andrea De Gottardi, Diego Vergani, and Giorgina Mieli-Vergani. "Le malattie autoimmuni di fegato nell’adulto." Schweizer Gastroenterologie 2, no. 2 (July 2021): 56–66. http://dx.doi.org/10.1007/s43472-021-00040-4.

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Abstract:
RiassuntoL’epatite autoimmune è una infiammazione cronica del fegato che colpisce tutte le età, caratterizzata da transaminasi e immunoglobuline G elevate, presenza di autoanticorpi, epatite dell’interfaccia alla biopsia epatica, e ottima risposta alla terapia con steroidi. Se non trattata, ha una sopravvivenza a 5 anni del 50 %.La colangite biliare primitiva è una patologia cronica colestatica autoimmune del fegato che colpisce i medi e piccoli dotti biliari, caratterizzata da preponderanza femminile, e positività dell’anticorpo anti-mitocondrio. La sopravvivenza media della malattia non trattata è 9‑10 anni. La terapia di scelta è l’acido ursodesossicolico, che ha un forte impatto sulla storia naturale della malattia.La colangite sclerosante primitiva è la più rara e la più grave delle malattie autoimmuni di fegato. Si caratterizza da forte associazione alle malattie infiammatorie intestinali. I pazienti con PSC hanno un rischio elevato di colangiocarcinoma. Non esistono terapie medicamentose efficaci, e la malattia richiede una presa a carico specialistica multidisciplinare.Questo articolo offre una panoramica per il clinico delle tre patologie nell’adulto.
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2

Di Cosmo, Antonio Pio. "Le patologie di Giustiniano e le profilassi mediche in voga nella Proto Bisanzio. Gli Adynata come eccezionale cura." Asclepio 73, no. 1 (June 24, 2021): p336. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2021.02.

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Abstract:
[it] Questa ricerca confronta i dati raccolti dai testi riguardanti l’imperatore Giustiniano con le informazioni concernenti la casistica delle malattie sessuali nel contesto della Proto Bisanzio. Un testo agiografico, la Vita di San Sansone, racconta: una grave malattia colpisce Giustiniano agli organi genitali e i medici non sono in grado di curarla. La patologia viene risolta da un miracolo di San Sansone. Questo adynaton pone l’imperatore in uno ‘spazio di copertura’. Dopo il 23° o 24° anno del suo regno, Giustiniano soffre disturbi ad una gamba, accompagnati da dolore durante la minzione. Körbler ipotizza che questi sintomi siano dovuti alla sifilide. Il disturbo alla gamba viene curato dall’intercessione dei santi Cosma e Damiano. La malattia dell’imperatore si rivela dunque come luogo della letteratura agiografica. L’adynaton poi conferma l’istituzione imperiale ed afferma l’adeguatezza del sovrano.
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3

Vasciaveo, A., S. Magnaldi, A. Scabar, F. Zennaro, F. Bouquet, M. R. Cilio, and C. Bonnier. "Neurocisticercosi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 117–20. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s123.

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Abstract:
La neurocisticercosi è l'infestazione del SNC da parte delle larve della taenia solium: l'uomo funge in questo caso da ospite intermedio; le larve si distribuiscono attraverso il torrente circolatorio e successivamente si incistano in varie sedi. A livello encefalico si distinguono forme meningee, parenchimali, endoventricolari e forme miste, con espressione clinica assai variabile. Gli autori descrivono il caso clinico di un bambino affetto da una grave forma di neurocisticercosi con localizzazioni multiple meningee, parenchimali ed endoventricolari. L'evoluzione della malattia è stata seguita principalmente con esami di risonanza magnetica lungo un arco di tempo di otto mesi. Gli autori descrivono gli aspetti semeiologici più tipici di questa malattia studiata con tomografia RM.
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4

Daidone, R., P. Visconti, R. Agati, and P. Giovanardi Rossi. "Studio clinico-neuroradiologico di un caso di patologia della sostanza bianca individuabile come malattia di Alexander." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 75–78. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s114.

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Abstract:
Viene presentato il caso di una paziente di 4 anni, giunta ad osservazione per ritardo psico-motorio ed arresto dello sviluppo del linguaggio. Figurava nell'anamnesi la comparsa di irrequietezza, insonnia e pianto frequente; la deambulazione senza appoggio, iniziata a 3 anni, era condotta su base allargata. Le indagini di routine, la ricerca di mucopolisaccaridi ed enzimi lisosomiali, EMG, potenziali evocati del tronco encefalico e cariotipo risultarono nella norma; l'EEG mostrò anomalie non specifiche. L'obiettività rivelò macrocrania, ipertelorismo, iper-refles- sia osteo-tendinea. La TC evidenziò grave riduzione di densità della sostanza bianca e discreta dilatazione ventricolare. La RM rivelò parimenti gravi segni di sofferenza della sostanza bianca cerebrale e cerebellare, con integrit della capsula interna e dello splenio del corpo calloso.
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5

Ferretti, Annalisa, Manuela Tartari, and Magda Viola. "Una lettura complementare di Infant Observation." SETTING, no. 28 (May 2010): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028009.

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Abstract:
L'autrice esamina le caratteristiche del controtransfert e gli effetti traumatici sulla coppia analitica nella grave malattia fisica dell'analista. La disamina della letteratura si declina tra prospettive teoriche e cliniche assai discordanti. L'inevitabile intrusione nello spazio analitico di elementi di realtŕ fortemente traumatici concernenti l'analista altera il campo relazionale, mobilitando fantasie, difese ed emozioni nell'analista e nel paziente. L'articolo considera in particolare le caratteristiche del controtransfert che si viene a sviluppare in tale traumatica situazione.
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Andreula, C. F. "Patologia della sostanza bianca." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 33–38. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s106.

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Abstract:
I reperti neuropatologici delle lesioni infiammatorie e infettive della sostanza bianca sono la distruzione della guaina mielinica con risparmio dei cilindrassi, il coinvolgimento eventuale degli oligodendrociti e la presenza di infiltrati perivascolari. L'indagine neuroradiologica avrà nella RM l'esame di prima scelta e tenderà a svelare la presenza di aree di sofferenza mielinica come lesioni dotate di alta densità protonica e lungo T2. Tali zone possono presentare lungo T1 dovuto ad edema concomitante o a grave distruzione mielinica. Indispensabile risulta il completamento dell'esame con la somministrazione di mezzo di contrasto per valutare lo stato della barriera ematoencefalica. In neuropediatria il rapporto di incidenza tra malattie infettive e sclerosi multipla si inverte a favore delle prime. L'eziopatogenesi infettiva determina la comparsa di lesioni encefalitiche a quasi esclusivo interessamento della sostanza bianca e a distribuzione non esclusiva. Tra le leucoencefaliti le più frequenti sono le forme immunomediate, ad aumento subacuto, la panenecefalite sclerosante subacuta, ad andamento cronico da virus morbilloso e le più rare forme di papova virus. Le forme immunomediate svelano frequentemente in anamnesi una banale malattia virale e per moventi patogenetici complessi determinano una leucoencefalite multifocale monofasica, con alterazione di barriera ematoencefalica transitoria e legata all'evento morboso. La forma cronica da morbillivus (PESS) per un difetto cronico della cellula ospite provoca una incompleta azione antigenica con persistenza nel tempo dell'infiammazione a predilezione per la sostanza bianca. Nella leucoencefalite multifocale progressiva da papova le aree di demielinizzazione sono diffuse, di varia dimensione e raramente con alterazione della barriera, per la localizzazione preferenziale del virus a carico degli oligodendrociti. La sclerosi multipla, di rara incidenza nell'infanzia (1%), non ha importanti variazioni rispetto al quadro dell'adulto. Scopo dell'indagine neuroradiologica è di rivelare l'eventuale presenza di placce attive, spia della multifasicità della malattia mediante studio col mezzo di contrasto paramagnetico.
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Barbera, V., G. Barbera, G. Otranto, R. Faiola, C. Feliziani, A. Villani, and A. Santoboni. "Calcifilassi peniena: una rara complicanza in corso di emodialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 9–12. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1106.

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Abstract:
La calcifilassi rappresenta una condizione clinica severa ed assai grave che si manifesta prevalentemente - ma non esclusivamente - in pazienti affetti da malattia renale cronica (CKD) sottoposti a terapia sostitutiva. Colpisce circa 1′1– 4% della popolazione dialitica (1, 2) e presenta una mortalità assai elevata (60–80%) (3). È caratterizzata clinicamente dalla presenza di ulcerazioni ischemiche a carico della cute e da necrosi conseguente allo sviluppo di calcificazioni distrofiche delle arteriole sottocutanee. L'interessamento penieno è assai raro ed in letteratura ne sono riportate - fino ad oggi - circa 40 segnalazioni. A tale proposito viene descritto il caso di un paziente di 50 anni, seguito presso la nostra UOC che sviluppò tale grave e, purtroppo fatale, complicanza clinica.
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Pazzagli, Adolfo. "Depressione e mania: solo due "fasi" di una malattia o anche due modi di manifestare sofferenze traumatiche?" PSICOANALISI, no. 1 (September 2010): 69–81. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001004.

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Abstract:
Il presente contributo ha lo scopo di presentare un caso di depressione grave nel quale la terapia psicoanalitica, accompagnata all'inizio da un trattamento con farmaci antidepressivi, ha portato a un percorso di indagine, ri-scoperta e conoscenza di ragioni lontane e riattivate nel transfert che erano soggiacenti non solo alla grave depressione e ad alcuni tratti della personalitŕ ma anche, specificatamente, ad alcuni dei sintomi, il cui significato, che ha acquisito valore comunicativo col procedere del processo, č stato possibile elaborare e, se pur parzialmente, superare. Il caso si presta poi ad alcune considerazioni generali sulle difficoltŕ, in un setting quale quello psicoanalitico, di separare nettamente gli episodi depressivi da aspetti del carattere, i periodi di normalitŕ da quelli dominati dal disturbo, cosa piů facile in un setting psichiatrico, nel quale lo psichiatra focalizza la sua attenzione e la sua indagine su alcuni sintomi e alcune loro caratteristiche che sono giŕ presenti nella sua mente. Nel contempo, tuttavia, č possibile constatare la maggior possibilitŕ di contattare, attraverso la psicoanalisi, la depressione come risultato di una storia di vita e non come un puro episodio, che sovente č superato solo attraverso un viraggio maniacale non solo del paziente ma anche dello psichiatra curante.
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9

Gelardi, M., L. Iannuzzi, M. De Giosa, S. Taliente, N. De Candia, N. Quaranta, E. De Corso, V. Seccia, and G. Ciprandi. "Non-surgical management of chronic rhinosinusitis with nasal polyps based on clinical-cytological grading: a precision medicine-based approach." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 38–45. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1417.

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Abstract:
La rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP) è una malattia cronica nasosinusale, a eziologia infiammatoria, con significativo impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. La CRSwNP rappresenta ancora oggi una sfida terapeutica per lo specialista ORL, sia per la comprensione della sua eziopatogenesi, sia per il suo controllo clinico ed è questo è testimoniato dalla alta incidenza di recidiva dopo trattamento. Abbiamo voluto verificare l’ipotesi che un approccio terapeutico nuovo, standardizzato, e individualizzato sul grading clinico-citologico (clinical-cytological grading – CCG) consentisse un miglior controllo dei sintomi della malattia, e di ridurre la necessità di ricorrere alla chirurgia. Abbiamo pertanto reclutato 204 pazienti affetti da CRSwNP, di cui 145 hanno regolarmente assunto la terapia rispettando il protocollo proposto, e 59 pazienti, invece, che non hanno assunto la terapia in modo sistematico e sono stati quindi inclusi come controlli. Dopo 5 anni di trattamento standardizzato, abbiamo notato che 15 pazienti su 145 (10,3%) del gruppo con terapia standardizzata avevano avuto un miglioramento dello staging endoscopico, 61 su 145 (42%) si erano mantenuti costanti, mentre 69/145 (47,5%) erano andati incontro a un peggioramento. Nel gruppo di controllo, invece, i pazienti peggiorati erano ben 49 su 59 (83%), con un peggioramento significativo in termini di grading endoscopico di almeno due classi (p < 0,05). I pazienti e i controlli sono stati successivamente stratificati sulla base del CCG in 3 sottogruppi: pazienti con CCG lieve, moderata e grave. Dopo tale suddivisione in classi, è stato possibile evidenziare che nel gruppo con CCG lieve (n = 27), il 92% dei pazienti manteneva negli anni un trend costante, in assenza di peggioramenti e senza necessità di ricorrere alla chirurgia nei 5 anni di osservazione, mentre nel gruppo di controllo, 1 paziente su 59 (1,6%; p = <0,05) ricorreva a chirurgia. Nel gruppo con CCG moderato (n = 83), invece, il 44% dei pazienti “standardizzati” non aveva avuto un peggioramento di grading endoscopico, con un 3,6% di pazienti che aveva avuto necessità di ricorrere alla chirurgia, contro il 13,6% del gruppo controllo (p < 0,05). Nel gruppo dei pazienti con CCG grave (n = 35), anche se nessun paziente riusciva a ottenere un miglioramento del grading endoscopico, il 40% dei pazienti veniva comunque giudicato “controllato” da un punto di vista clinico. Nel gruppo dei pazienti con CCG grave, ben il 5,7% dei pazienti necessitava di trattamento chirurgico, ma anche in questo caso, la percentuale dei pazienti operati era significativamente maggiore (p = 0,0000) nel gruppo di controllo (49%). Infine, l’analisi statistica effettuata ha dimostrato chiaramente che, da un punto di vista obiettivo, le dimensioni dei polipi nasali tendevano ad aumentare a una velocità maggiore nel gruppo controllo che nel gruppo “standardizzato”, con incrementi proporzionali nelle tre classi di CCG (lieve, moderato e grave). Lo studio attuale fornisce le basi per lo sviluppo e l’adozione di un nuovo approccio per la gestione della CRSwNP sulla base di uno score clinico e citologico (CCG) che permetta di stimare con accuratezza la gravità della CRSwNP e di adattarne il trattamento. Tale approccio limita l’uso degli steroidi sistemici alle sole classi CCG di entità moderata-grave con dosi di steroidi inferiori rispetto a quanto precedentemente suggerito in letteratura. Il nostro protocollo può migliorare pertanto l’aderenza terapeutica dei pazienti, il tasso di controllo della malattia e può ridurre il ricorso alla chirurgia nel corso degli anni.
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Pedrazzoli, M., L. Autelitano, and F. Biglioli. "Prevenzione delle fratture mandibolari conseguenti alla necrosi ossea da difosfonati." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 317–20. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-823.

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Abstract:
La frattura della mandibola rappresenta solitamente l'evento finale nei pazienti che presentano una progressione della necrosi ossea derivante dall'impiego dei difosfonati. Si tratta di una grave complicanza molto dolorosa che impedisce ai pazienti di alimentarsi correttamente, essendo pertanto un fattore che peggiora notevolmente la loro qualità di vita. L'obiettivo del trattamento dei pazienti che presentano la necrosi ossea legata ai difosfonati (BRONJ) dovrebbe essere rallentare la progressione della malattia. Presentiamo una soluzione tecnica per il trattamento dei pazienti che presentano necrosi mandibolare in stadio 3 ad alto rischio di sviluppare una frattura, avendo un'altezza mandibolare residua di osso sano inferiore a 6 mm. Il trattamento consiste nel posizionamento di una placca ricostruttiva mandibolare per via extra-orale in un piano superficiale al muscolo platisma per tenere i mezzi di sintesi separati dal sito infettivo e non farli contaminare con conseguente necessità di doverli rimuovere, seguito dal courettage per via endorale della necrosi mandibolare. Il rispetto della vascolarizzazione mandibolare e l'assenza di contatto diretto tra il sito di osteonecrosi e la placca ricostruttiva rappresentano alcuni dei vantaggi di questa metodica. La placca ricostruttiva rinforza la mandibola e consente di aggredire energicamente l'area di necrosi mandibolare, senza esporre il paziente a rischio di frattura iatrogena. Questo garantisce al paziente un rallentamento della progressione della malattia e impedisce la frattura patologica della mandibola, inevitabile epilogo delle necrosi ossee mandibolari.
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Campana, Andrea, Michele De Pasquale, Renato Perrotti, Marta Ravera, and Michele Di Mauro. "Aritmie ventricolari minacciose in un paziente COVID non ospedalizzato: potenziale ruolo del monitoraggio remoto del pacemaker." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 258–63. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-7.

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Abstract:
Le aritmie rappresentano una delle principali complicanze dell’infezione da SARS-CoV-2. È stato riportato che i pazienti COVID-19 ospedalizzati che presentano aritmie hanno un maggior numero di comorbidità e frequentemente sviluppano una malattia più grave. Sono molto limitate, al momento, le conoscenze inerenti le aritmie “lifethreatening” in pazienti con COVID-19 non ospedalizzati. Un paziente di 74 anni, obeso, coronaropatico, portatore di pacemaker, diabetico ed iperteso, si ammalò di COVID nel gennaio 2021. I Sanitari preposti lo assegnarono al trattamento domiciliare con antibiotici, cortisone, eparina sottocute ed ossigeno-terapia. Alcuni esami diagnostici strumentali furono eseguiti dopo la ripetuta negativizzazione del tampone molecolare. La tomografia computerizzata ad alta risoluzione del torace rivelò il quadro di una recente polmonite e l’ecocardiogramma mise in luce verosimili esiti di una pericardite. L’interrogazione del pacemaker evidenziò, inaspettatamente, un sorprendente numero di aritmie ventricolari potenzialmente fatali, tre le quali tachicardie ventricolari sostenute e non sostenute, occorse durante la fase acuta e subacuta della malattia. Considerata la buona funzione contrattile del ventricolo sinistro e la causa transitoria delle aritmie, completamente regredite nei ripetuti follow-up successivi, non si ritenne di procedere ad “upgrade” ad ICD ed il paziente fu indirizzato al monitoraggio remoto (MR). Aritmie minacciose possono verificarsi nei pazienti COVID trattati a domicilio, particolarmente in quelli con comorbidità; nei portatori di pacemaker affetti da infezione da SARS-CoV-2, l’uso del MR può giocare un ruolo decisivo nella diagnosi precoce delle aritmie.
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Polidoro, Maria. "CKD-MBD: un caso “resistente”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (November 26, 2014): 348–53. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.937.

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Abstract:
Nel caso clinico descritto viene valutato un paziente affetto da CKD (grado V K/DOQI), con iperparatiroidismo ipocalcemico non migliorato dall'avvio della terapia emodialitica, dall'uso di supplementi di calcio carbonato e di un analogo della vitamina D. Anche la successiva paratiroidectomia non induce il controllo del quadro clinico, che viene raggiunto con la contemporanea somministrazione di paracalcitolo, colecalciferolo e cinacalcet. Il paziente già da oltre un decennio seguiva terapia con carbamazepina, un induttore del citocromo P450, che aumenta il metabolismo della vitamina 25(OH)D esaltandone in particolare il catabolismo e determinando nel lungo termine una grave deficienza di 25(OH)D. Il mancato dosaggio della 25(OH)D, alla presentazione del paziente e nei successivi primi 5 anni del periodo di cura, non ha permesso di porre la diagnosi di grave carenza iatrogenica di 25(OH)D, verosimilmente presente già prima dell'esordio clinico della malattia renale cronica. Inoltre il caso presentato ci ha permesso di evidenziare come l'uso di analoghi sintetici della vitamina D, associati alla supplementazione di calcio ed alla paratiroidectomia subtotale non siano stati risolutivi; al contrario l'uso prudente del cinacalcet e una dose appropriata di 25(OH)D abbiano permesso il controllo del quadro senza effetti indesiderati.
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Marri, Marcello. "Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 49–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003008.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un'approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d'allarme" caratteristico dell'evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico č in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensitŕ non controllata". All'evoluzione temporale del dolore č associato l'impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilitŕ culturale che si č fatta strada nella societŕ civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell'attenzione della loro attivitŕ assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l'utilizzazione di scale per la valutazione dell'intensitŕ percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalitŕ di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilitŕ complessa e che non puň esprimersi verbalmente [3]. In Francia l'équipe dell'Ospedale "San Salvadour" (Hyčres) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilitŕ: č la NCCPC (Non-Communicating Children's Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati č sovente necessario associarne molti.
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De Peppo, Francesco. "Riflessioni ed esperienze sull'approccio chirurgico al bambino disabile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 35–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003006.

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Abstract:
Nel paziente disabile č molto elevata l'incidenza di alcune patologie di potenziale interesse chirurgico: malattia da reflusso (presente nel 75% circa dei casi), disfagia, malnutrizione, scialorrea, stipsi ostinata. Il reflusso deve essere oggetto di accurata valutazione diagnostica con scintigrafia gastroduodenale, endoscopia esofagea, Phmetria per distinguere i casi in cui l'intervento puň essere risolutivo da quelli in cui sono molto probabili le recidive: in quest'ultimo caso č preferibile la somministrazione cronica di omeprazolo. La disfagia e la malnutrizione hanno una prognosi e un decorso decisamente migliori da quando č possibile ricorrere alla PEG, che puň anche coesistere con una parziale (ma comunque gratificante) alimentazione per bocca. Un'altra strategia che si č dimostrata utile per evitare la malnutrizione č l'alimentazione tramite PEG durante la notte e l'alimentazione per bocca durante il giorno. Bisogna perň tener presente che l'intervento per la PEG presenta peculiari difficoltŕ tecniche nei prematuri a basso peso, nei soggetti giŕ operati all'addome per altre patologie e in quelli affetti da grave scoliosi. In casi selezionati la PEG deve essere convertita in una digiunostomia. La scialorrea, che puň essere causa di broncopolmoniti da aspirazione, si puň controllare con un intervento di legatura dei dotti salivari; nella nostra esperienza ha dato risultati molto soddisfacenti l'intervento di asportazione trans-orale delle ghiandole sottolinguali. Infine, la stipsi resistente alle nuove terapie lassative (Macrogol) viene da noi trattata con la ciecostomia percutanea, che consente efficaci lavaggi anterogradi del colon.
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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo, and M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract:
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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Ptak, Robert. "Sakrament namaszczenia chorych – teologiczno-prawne aspekty kanonów 998-1007 KPK/1983." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 303–16. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.15.

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Abstract:
Il Codice di diritto canonico (1983) contiene le norme circa il sacramento dell’unzione degli infermi che riguardano: il modo di celebrare, il ministro ed i destinatari di questo sacramento. Dieci canoni (998-1007) però non esauriscono tutta la realtà connessa con il dono del sacramento dell’unzione affidato alla Chiesa come la continuità della missione salvifica di Gesù che consiste fra altro nel guarire gli infermi (cf. Mc 6,13). Bisogna dunque approfondire i sopra menzionati canoni con lo sguardo teologico, per sottolineare, che: a) i ministri del sacramento dell’unzione sono soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri); b) il destinatario di questo sacramento è il malato grave, che incomincia ad essere in pericolo di morte per malattia o per vecchiaia; c) la materia del sacramento è l’olio di oliva o, secondo l’opportunità, un altro olio vegetale; d) l’unzione si fa sulla fronte e sulle mani con la formula sacramentale dove parola e sacramento costituiscono un tutto inseparabile. Gli effetti del sacramento dell’unzione invece sono: l’unione alla passione di Cristo, in quanto la sofferenza diventa partecipazione all’opera salvifica di Gesù; la grazia del conforto, della pace e del coraggio, della fede e fiducia nel Signore, della fortezza contro le tentazioni di scoraggiamento e di angoscia; una grazia ecclesiale, dal momento che la Chiesa intercede per il bene del malato; la guarigione dell’anima del malato e anche quella del corpo se tale è la volontà di Dio; il perdono di eventuali peccati e finalmente la preparazione all’ultimo passaggio di coloro che stanno per uscire da questa vita. I punti nodali dell’articolo: 1. Cristo nel sacramento dell’unzione degli infermi. 2. Il compito della Chiesa. 3. I destinatari del sacramento. 4. Gli effetti del sacramento dell’unzione.
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Savoiardo, M., L. Strada, G. Uziel, E. Ciceri, C. Antozzi, and M. Zeviani. "La risonanza magnetica nelle encefalomiopatie mitocondriali." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 25–32. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s105.

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Abstract:
Le encefalopatie mitocondriali sono un gruppo eterogeneo di malattie, in parte ancora in corso di definizione, per cui è sempre necessaria una conferma biochimica. Alcune malattie mitocondriali, come i difetti della β- ossidazione degli acidi grassi, possono causare gravi squilibri metabolici con ipoglicemia e coma che si ripercuotono in modo aspecifico sul sistema nervoso centrale determinando quadri di sofferenza cerebrale diffusa. Altre malattie mitocondriali determinano danni più specifici sul SNC. Nella prima infanzia la malattia più caratteristica è la malattia di Leigh, che determina alterazioni principalmente nel tegmento pontino e mesencefalico e nei nuclei della base. Alcuni casi presentano lesioni caratteristiche nei nuclei subtalamici, altri presentano reperti più aspecifici e diffusi simili a quadri di leucodistrofia. In età più tardiva (seconda infanzia o età adulta) la malattia più interessante dal punto di vista neuroradiologico è il MELAS, che presenta lesioni cortico-sottocorticali nelle regioni posteriori con distribuzione non tipicamente vascolare, sopra e sottotentoriali, che tuttavia possono essere ricondotte ai territori più distali dei vasi. Calcificazioni nei nuclei della base sono presenti in circa la metà dei casi. Un'altra encefalopatia mitocondriale dell'età giovanile o adulta è la sindrome di Kearns-Sayre, in cui la RM può dimostrare alterazioni nel tronco, nei talami, nei nuclei della base e nella sostanza bianca sottocorticale. Alterazioni nel neostriato possono essere osservate nelle sindromi distoniche associate ad atrofia ottica di Leber. Non sono descritte invece lesioni specifiche nel MERRF, in cui atrofia ed alterazioni della sostanza bianca sono state occasionalmente osservate. Esistono infine casi che presentano quadri clinici e neuroradiologici intermedi tra le varie sindromi mitocondriali. L'obiettivo di questa revisione è dimostrare alcuni aspetti tipici delle sindromi più comuni e indicare quali aspetti neuroradiologici, a volte inattesi, devono suggerire l'ipotesi di encefalopatia mitocondriale, permettendo cosi di indirizzare in modo corretto ulteriori indagini diagnostiche.
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Puccini, Rodolfo. "Reoferesi nelle malattie del microcircolo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S33—S36. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1088.

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Abstract:
La peripheral arterial disease (PAD) e la critical limb ischemia (CLI) sono una frequente e grave patologia dei pazienti in dialisi, diabetici e non diabetici, e rappresentano un grave problema clinico e sociale. I pazienti che si presentano con gravi lesioni trofiche arrivano frequentemente all'amputazione, nonostante l'utilizzo di tutti i presidi terapeutici oggi a nostra disposizione. In questo lavoro cerchiamo di sottolineare l'importanza del microcircolo e della Reoferesi nel condizionare la prognosi di questa patologia.
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Ruggieri, M., A. D. Praticò, A. Serra, L. Maiolino, S. Cocuzza, P. Di Mauro, L. Licciardello, et al. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 5 (October 2016): 345–67. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1093.

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Abstract:
La neurofibromatosi tipo 2 [NF2] è una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante [MIM # 101000]. Clinicamente è caratterizzata da: (1) schwannomi bilaterali del (VIII) nervo acustico/vestibolare; (2) cataratta giovanile o amartomi retinici; (3) schwannomi a carico dei nervi periferici e dei nervi cranici; (4) tumori multipli del sistema nervoso centrale (es., meningiomi, astrocitomi, ependimomi); (5) lesioni cutanee: (a) placche NF2 (schwannomi cutanei); (b) (poche) macchie caffellatte; (6) “malformazioni dello sviluppo corticale cerebrale”. La prevalenza della (forma sintomatica di) NF2 nella popolazione generale è di 1 su 100.000-200.000 individui con un’incidenza di 1 su 33.000 nati. La forma classica a esordio nel giovane adulto è conosciuta come forma di Gardner, (esordio intorno ai 20-30 anni d’età) con manifestazioni legate agli schwannomi bilaterali del nervo acustico/vestibolare (diminuzione/perdita progressiva dell’udito, tinnito, vertigini) e/o più raramente con manifestazioni da (altri) tumori del sistema nervoso centrale e/o periferico. In età pediatrica il fenotipo è diverso (forma di Wishart): per primi compaiono abitualmente i tumori del sistema nervoso centrale in assenza di schwannomi vestibolari; si possono avere macchie caffellatte e placche NF2 e solo dopo anni i tumori del nervo cranico VIII e di altri nervi cranici. Il quadro è più grave. Esiste anche una forma “congenita” ad esordio nei primi giorni/mesi di vita, con schwannomi vestibolari di piccole dimensioni (stabili nel tempo: anche per anni/decenni ma con improvvisa e rapida progressione) e numerose placche NF2; in questa forma le altre manifestazioni (es. meningiomi, altri tumori, altri schwannomi) sono spesso più gravi e progressive delle altre forme. Il gene responsabile della NF2 è localizzato sul cromosoma 22q12.1. Il prodotto genico della NF2 è conosciuto con il nome di schwannomina o merlina [dalla famiglia di proteine 4.1 del tipo moesina-ezrina-radixina/ERM alla quale appartiene il gene della NF2) e ha funzioni di regolazione della crescita e del rimodellamento cellulare (soppressione della crescita cellulare e della tumorigenesi)]. Alcune persone possono presentare tutte le (o parte delle) manifestazioni della NF2 in un emilato o in segmenti corporei circoscritti [NF2 a mosaico]. Altre persone presentano schwannomi (confermati istologicamente) dei nervi periferici (non intradermici) e/o delle radici gangliari in assenza di tumori del nervo vestibolare (o di altri nervi cranici: anche se in alcuni casi vi possono essere anche tumori unilaterali o bilaterali del nervo acustico/vestibolare e/o dei nervi cranici misti) o di altri segni diagnostici per la NF2 [Schwannomatosi, SWNTS]. L’esordio in questa forma è intorno ai 30 anni d’età (sono conosciuti casi in età pediatrica) con tumori in svariate sedi (abitualmente tronco e arti). Si conoscono due forme principali: (1) SWNTS1 [MIM # 162091] causata da alterazioni del gene SMARCB1 [regolatore della cromatina actina-dipendente associato alla matrice e correlato alle proteina SWI/SBF, sub-famiglia B, membro di tipo 1; MIM # 601607], sul cromosoma 22q11.23 (posizione centromerica rispetto al gene della NF2); (2) SWNTS2 [MIM # 615670] causata da alterazioni del gene LZTR1 [regolatore della trascrizione di tipo 1 legato alla Leucina; MIM # 600574], cromosoma 22q11.21 (posizione centromerica rispetto al gene SMARCB1) che codifica per una proteina, membro della super-famiglia BTB-kelch. Il meccanismo molecolare della Schwannomatosi comprende: (1) mutazione germinale del gene SMARCB1 o del gene LZTR1; (2) ampia delezione all’interno del cromosoma 22 (con perdita del gene NF2 e dell’allele intatto SMARCB1 o LZTR1); e (3) mutazione somatica dell’allele intatto del gene NF2 [meccanismo conosciuto come “four hits”: “Quadrupla alterazione” (su entrambi gli alleli dei due geni SWNTS/NF2), con tre passaggi consecutivi]. Negli ultimi anni, accanto alle tradizionali terapie chirurgiche e/o radioterapiche sono stati anche impiegati diversi farmaci “biologici” (es., Lapatinib e Bevacizumab) con effetti di riduzione/arresto della crescita dei tipici tumori NF2.
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Romeo, Maria Vita. "Il concetto di malattia in Pascal / Pascal’s concept of disease." Medicina e Morale 66, no. 2 (May 5, 2017): 195–207. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.487.

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Abstract:
La Preghiera per chiedere il buon uso delle malattie è certamente influenzata dall’esperienza che Pascal ebbe con la malattia, ma è semplicistico ridurre questo importante opuscolo a un mero riflesso della biografia di Pascal. Il tema centrale di quest’opera, che s’inserisce pienamente all’interno della tradizione medico-filosofica del XVII secolo, è la malattia come occasione non solo per parlare con Dio, ma anche per presentare agli uomini una via di conversione attraverso l’uso corretto del male fisico. Per Pascal, che guarda più alla malattia dell’anima che non a quella del corpo, il rimedio al male non può derivare né dalla natura né dalla medicina. In altri termini, la salus che può dare il medico è solo guarigione e salute del corpo; ma la salus che viene dalla grazia è guarigione dal peccato e salvezza dell’anima. Emerge qui il vero senso della Preghiera, ove Pascal, sulla scia della dialettica figura-verità, rivela il senso ultimo della malattia e ci descrive i mali del corpo come una figura dei mali dell’anima. Secondo questa forma di dialettica, la salute è una “malattia” che ci illude di stare nel benessere e ci rende insensibili alla nostra vera condizione di miseria. La malattia è presentata, dunque, come uno strumento di salvezza, un aiuto divino che accorre verso coloro i quali, senza questo soccorso, resterebbero con il cuore indurito “nell’uso edonistico e criminale del mondo”. Dio, pertanto, invia la malattia per esercitare la sua misericordia, come un giorno invierà la morte per esercitare la sua giustizia. La malattia diventa così una espiazione e al contempo una preparazione al giorno del giudizio. ---------- The Prayer to ask God about the proper use of sickness is certainly influenced by Pascal’s experience with sickness, but it would be too simplistic to limit this important pamphlet as a mere reflection of Pascal’s biography. The central theme of this work, which fully relates to the medical-philosophical tradition of the 17th century, is sickness as an opportunity, not just to talk to God, but also to show men a path of conversion though the proper use of physical pain. To Pascal, who is more interested in the ailment of the soul than the one of the body, the remedy cannot be provided by nature nor medicine. In other words, the salus provided by a doctor relates only to recovery and body health; but the salus provided by Grace is recovery from sin and salvation of the soul. The real meaning of Prayer is revealed. Pascal reveals the ultimate meaning of sickness and describes the ailments of the body and a metaphor of the ailments of the soul. According to this dialectic, health is a “disease” that misleads us to think to be well and makes us insensitive to our real condition of misery. Illness is, therefore, an instrument of salvation, a divine help supporting those who, without such support, would have a hard heart and remain “in the hedonistic and criminal use of the world”. God, therefore, sends sickness to exercise his mercy same as one day he will send death to exercise his justice. Sickness, thus, becomes atonement and, at the same time, preparation to judgement day.
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Rosenman, Stephen. "Psychiatric bed usage under different systems of care. A comparison of South Verona (Italy) and Canberra (Australia)." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 3 (December 1994): 163–70. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003663.

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Abstract:
RiassuntoScopo - Confrontare l'uso dei servizi ospedalieri per le principali malattie psichiatriche in una struttura che offre un «servizio psichiatrico territoriale» (Verona-Sud, Italia) con l'uso di questi servizi in una struttura più «tradizionale», dove l'ospedale è il centro dell'attività (Canberra, Australia). Disegno - Sono stati esaminati i registri dei ricoveri per i malati da psicosi schizofreniche e distimiche negli anni 1986, 1987 e 1988. Sono state comparate le seguenti caratteristiche: la mappa socio-demografica ed i tassi dei ricoveri per i pazienti, la durata del ricovero iniziale ed i tassi di ri-ricovero per questi pazienti nei dodici mesi seguenti. Risultati - Il servizio psichiatrico territoriale (Verona-Sud) ha ricoverato meno pazienti con psicosi schizofreniche e distimiche ma questi risultavano più gravi, restavano degenti più a lungo ed avevano una probabilità maggiore di essere ricoverati nuovamente. Il servizio psichiatrico «tradizionale» (Canberra) ha usato l'ospedale per una gamma più ampia di malattie, incluse le malattie con buona prognosi. La degenza in Canberra è stata più breve ed il ri-ricovero meno frequente. Sembra che il servizio «tradizionale» sia più orientato ad usare l'ospedale per l'inizio o per la stabilizzazione della terapia. Il servizio psichiatrico territoriale non portava ad una degenza più breve o ad un numero minore di ricoveri successivi al primo. Le differenze nella morbilità psichiatrica incontrata nelle popolazioni ha nascosto l'effetto della struttura del servizio sull'uso. Questa differenza nella distribuzione della morbilitù psichiatrica concentrata nel gruppo di più giovane età, rimane senza spiegazione.
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Giusti, Zeno, and Simonetta Maria Gabriella Adamo. "Il processo psicoterapico con un preadolescente affetto da una patologica cronica intestinale." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2022): 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001007.

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Abstract:
Quest'articolo intende proporre una riflessione sugli intrecci tra malattia organica e malattia psichica in un preadolescente, affetto da una patologia cronica intestinale seguito in psicoterapia, all'interno di un contesto ospedaliero. La condizione del paziente era aggravata dalla presenza di gravi disturbi psichici in entrambi i genitori. Gli autori partendo da una cornice di riferimento teorico della psicoanalisi an-glosassone si soffermano, in particolare, sui primi anni del percorso terapeutico parallelo del ragazzo e dei suoi genitori, caratterizzati dal passaggio da una situazione di ritiro e isolamento del ragazzo, e dalla presenza di difese onnipotenti e tratti quasi deliranti a una graduale possibilità di accedere a un pensiero simbolico di ri-flettere sui propri sentimenti e a una maggiore capacità di discriminare tra mondo interno ed esterno. La malattia fisica sembra aver rappresentato per il paziente e, indirettamente, per i suoi genitori, l'unico tramite per accedere a un aiuto psicologico.
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Corsa, Rita. "Riflessioni sul controtransfert nella malattia dell'analista." SETTING, no. 28 (May 2010): 59–79. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028007.

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Abstract:
In questo articolo una psicologa, che cominciň a lavorare nel 1975 nell'Ospedale psichiatrico di Firenze, popolarmente detto Manicomio di San Salvi, racconta in modo empatico la sua particolare esperienza, nell'ambito della cultura italiana degli anni Settanta. Un'esperienza breve, difficile ma stimolante, il suo primo contatto con gravi pazienti psichiatrici che vissero per moltissimi anni, e talvolta l'intera vita, dentro un manicomio. Nel 1978 la leggere numero 180, la cosiddetta "Legge Basaglia", stabilě che gli ospedali psichiatrici sarebbero stati chiusi. Nessun paziente fu piů ammesso; nell'ospedale restarono solo coloro per cui non fu possibile trovare un'altra sistemazione. Lavorare con loro da un punto di vista psicologico era veramente un'impresa disperata! Attualmente, i locali dell'Ospedale di San Salvi accolgono la Facoltŕ di Psicologia dell'Universitŕ di Firenze.
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Santeusanio, Fausto. "Quadri internistici ed endocrinologici connessi alla disabilitŕ grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 61–66. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003010.

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Abstract:
Soggetti portatori di disabilitŕ presentano spesso disturbi endocrini e metabolici, primitivi o secondari alla menomazione psico-fisica. La disabilitŕ č spesso provocata da malattie geneticamente determinate, da traumi cranici o midollari con conseguenti alterazioni neurologiche, o da patologie infettive cerebrali con esiti significativi. Si comprende quindi facilmente la possibile associazione fra la disabilitŕ e disordini della funzione ipotalamica e ipofisaria, con quadri di ipopituitarismo di varia entitŕ. Ne conseguono manifestazioni cliniche, spesso subdole e non facilmente diagnosticabili, almeno nella fase iniziale, che, se non vengono riconosciute tempestivamente, possono avere conseguenze serie. Ad esempio un deficit di ormone della crescita o dell'ormone tiroideo o una carenza di cortisolo, in etŕ infantile possono dar luogo a gravi conseguenze patologiche. Un'altra patologia associata alla disabilitŕ č l'obesitŕ, sia ipotalamica che conseguente alla scarsa attivitŕ fisica. L'obesitŕ facilita lo sviluppo di diabete mellito, peraltro associato talora a malattie geneticamente determinate. Pertanto in una struttura residenziale per disabili č necessaria la consulenza di uno specialista endocrinologo al fine di riconoscere tempestivamente, sulla base di esami clinici e di laboratorio, eventuali patologie endocrine e metaboliche. Questo consente di intraprendere subito una terapia sostitutiva. L'assistenza sanitaria specialistica comprende l'attuazione di schemi di terapia adeguati, la compliance alla terapia, l'attuazione di idonei percorsi diagnostici e di follow-up. Grandi difficoltŕ si incontrano inevitabilmente nell'attuare programmi di attivitŕ fisica e di dieta al fine di limitare l'aumento ponderale. Un corretto intervento in questo campo richiede la collaborazione fra lo specialista e la strut- tura residenziale che assiste il disabile e percorsi di facilitazione per queste attivitŕ anche attraverso convenzioni stipulate ad hoc. Č fondamentale, infine, l'ottimizzazione di un'assistenza multidisciplinare ben integrata.
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Araya, Ricardo. "The growing public health importance of common mental disorders." Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no. 4 (December 2000): 241–48. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000837x.

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Abstract:
RIASSUNTOLe malattie non trasmissibili sono in rapida crescita ed i problemi mentali rappresentano una larga percentuale all'interno di questo gruppo. La maggior parte del carico dovuto alle malattie mentali grava sulla medicina territoriale e generale. Ci sono grosse disparità nei tassi di prevalenza tra i vari paesi e al loro interno. I paesi latino americani hanno mostrato in maniera omogenea tassi di prevalenza più alti degli altri paesi.
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Lombardi, Marco, Stefano Michelassi, and Corrado Betterle. "Conoscerlo per riconoscerlo: morbo di Addison con sindrome poliendocrina autoimmune di Tipo 2." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (March 19, 2013): 37–42. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1000.

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Abstract:
Viene presentato un caso clinico di iposurrenalismo da morbo di Addison primitivo sviluppatosi dopo alcuni anni dalla comparsa di un morbo di Graves. Tale combinazione rappresenta una poliendocrinopatia autoimmune di tipo 2 (SPA-2). La SPA-2 è un processo autoimmune che coinvolge più tessuti endocrini (surrene, tiroide, pancreas) e non endocrini. Si ritiene che la sindrome si sviluppi in pazienti geneticamente predisposti con diversi pattern genetici del complesso maggiore di istocompatibilità MHC II. La SPA-2 è una malattia rara, avendo una frequenza di una persona affetta ogni 7000–8000 abitanti, prevale nel sesso femminile e compare a un'età media di circa 35 anni. L'iposurrena-lismo è caratterizzato da sintomi tipici (astenia, ipotensione ortostatica, calo ponderale, artromialgie, nausea, anoressia, iperpigmentazione cutanea), tuttavia non facili da interpretare, data la scarsa conoscenza della malattia. Nei casi non diagnosticati in tempo utile i sintomi possono peggiorare in rapporto a eventi stressanti che possono far precipitare i pazienti in una crisi addisoniana che può essere potenzialmente fatale. Iposodiemia, iperpotassiemia, iperazotemia, ipercalcemia associati ad aumentati livelli plasmatici di ACTH, renina, e bassi livelli di cortisolo, e alterati indici di epatolisi sono riscontri laboratoristici relativamente tardivi, così come possono esserlo i segni clinici di disidratazione. La storia naturale della malattia si manifesta attraverso varie fasi progressive: a) dapprima con presenza di autoanticorpi anti-surrene presenti anni prima all'esordio clinico, b) poi con un aumento della renina plasmatica e con la diminuzione dell'aldosterone plasmatico, c) poi con la successiva ridotta risposta del cortisolo allo stimolo con ACTH e.v. e d) infine con iperincrezione di ACTH, calo del cortisolo basale e presenza delle manifestazioni cliniche di iposurrenalismo. Il trattamento si basa sulla sostituzione ormonale degli organi endocrini coinvolti.
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Ferrari, Matteo, and Emanuela Arvat. "L’uso di statine diminuisce il rischio di orbitopatia in pazienti con nuova diagnosi di malattia di Graves-Basedow." L'Endocrinologo 23, no. 1 (February 2022): 111–12. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01023-6.

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Farilla, Cosima, Sante Minerba, Salvatore Scorzafave, Giulia Stola, Vito Guerra, and Gregorio Colacicco. "La resilienza del sistema cardiologico nella pandemia SARS-CoV-2 e le proposte riorganizzative nella ASL Taranto." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 10–238. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-4.

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Abstract:
Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.
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Cazzato, Luciano, Claudia Citarella, Margherita Casanova, Angela Tullo, Maria Luigia Iaculli, and Vincenza D’Onghia. "La granulocitoaferesi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S23—S26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1085.

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Abstract:
Rettocolite Ulcerosa e Morbo di Crohn, note come Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, sono largamente diffuse nei paesi occidentali. L'eziologia è multifattoriale e comprende una predisposizione genetica e squilibri immunologici del tratto digerente che attivano il processo flogistico della parete intestinale. La terapia delle Malattie Infiammatorie Intestinali comprende amino salicilati, cortisonici, immunosoppressori, ciclosporina e agenti biologici, farmaci gravati da una grave tossicità a lungo termine e da fenomeni di resistenza. Dal momento che granulociti e monociti attivati, insieme a citochine proinflammatorie e alla deregolazione dell'attività dei linfociti T regolatori (T®), hanno un ruolo cruciale nell'infiammazione cronica intestinale, l'aferesi selettiva dei monociti e dei granulociti, una tecnica che rimuove i leucociti attivati dal sangue in regime di circolazione extracorporea, potrebbe rappresentare un presidio terapeutico sicuro ed efficace. Vari studi multicentrici sull'efficacia terapeutica della granulocitoaferesi hanno dimostrato che questa rappresenta un'opzione sicura per i pazienti resistenti alla terapia farmacologica oppure un trattamento ben tollerato in associazione con protocolli terapeutici tradizionali, capace di indurre periodi di remissione clinica prolungati e una significativa riduzione dell'assunzione di cortisonici. Ulteriori studi sono necessari per definire meglio la frequenza del trattamento, i volumi ematici da processare, la migliore terapia farmacologica da associare alla granulocitoaferesi e la sua efficacia in altre patologie autoimmuni.
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Bologna, Mauro. "Microrganismi questi sconosciuti." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2021): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002002.

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Abstract:
La comprensione delle difese immunitarie non può prescindere da una visione ampia dell'insieme degli esseri viventi e dei loro reciproci rapporti nell'ambiente ecologico di vita. In questo saggio si illustrano le relazioni esistenti tra gli esseri viventi nell'ecosistema, con particolare riguardo ai rapporti tra virus ed animali, per conoscere meglio i criteri biologici che sono alla base degli ampi fenomeni del parassitismo e delle malattie infettive. Il miglioramento delle conoscenze in questo campo è indispensabile non solo per svolgere consapevolmente le professioni sanitarie, ma anche per comprendere e promuovere le pratiche vaccinali oggi fondamentali per difendersi da gravi malattie come la nuova pandemia da SARS-Cov-2. Ciò soprattutto nel contesto di una visione approfondita del paradigma Pnei, che implica integrazione delle diverse discipline in una visione unitaria dell'individuo ed un necessario e continuo aggiornamento delle conoscenze acquisite.
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Cuzzolaro, Massimo. "L'obesitŕ in etŕ pediatrica. Aspetti clinici e psicopatologici." PSICOBIETTIVO, no. 1 (April 2011): 17–35. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-001002.

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Abstract:
Negli ultimi trent'anni i valori della prevalenza del sovrappeso e dell'obesitŕ in etŕ pediatrica (0-14 anni) sono aumentati drammaticamente in Italia come in molti altri Paesi dove l'obesitŕ č, ormai, la malattia infantile piů diffusa. L'obesitŕ pediatrica ha raggiunto le dimensioni di una pandemia con gravi conseguenze per la salute fisica e mentale anche perché molti bambini e adolescenti obesi diventano adulti obesi. Esistono ormai definizioni chiare e accettate a livello internazionale dei cut-off (punti-limite di indice di massa corporea) per la diagnosi di sovrappeso e obesitŕ in etŕ evolutiva. Eppure molti casi restano ancora misconosciuti. La diagnosi precoce č invece la prima tappa indispensabile per un trattamento tempestivo che ha maggiori probabilitŕ di essere efficace. Dopo aver toccato aspetti diagnostici ed epidemiologici, l'articolo si sofferma su due temi: il disturbo da alimentazione incontrollata in etŕ evolutiva, il ruolo delle esperienze alimentari precoci.
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Alvisi, V., A. D'Ambrosi, A. Loponte, P. Pazzi, A. Greco, A. Zangirolami, and E. Palazzini. "Rifaximin, a Rifamycin Derivative for Use in the Treatment of Intestinal Bacterial Infections in Seriously Disabled Patients." Journal of International Medical Research 15, no. 1 (January 1987): 49–56. http://dx.doi.org/10.1177/030006058701500106.

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Abstract:
This study reports the results of an evaluation of the effectiveness and tolerability of rifaximin, an intestinal topical antibiotic. It was administered using a nasogastric tube in patients with severe enterocolitis and bacterial superinfections causing intestinal inflammatory diseases and portosystemic encephalopathy. The drug proved highly effective clinically and produced neither local nor systemic side-effects. E’ stata valutata l'efficacia e la tollerabilita delia rifaximina, un antibiotico ad azione topica intestinale, somministrata tramite sondino nasogastrico in pazienti affetti da gravi enterocoliti, sovrainfezioni batteriche in corso di malattie infiammatorie intestinali ed encefalopatia porto-sistemica. Oltre all'ottima efficacia clinica si segnala l'assenza di effetti collaterali, locali e sistemici, di questo farmaco.
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Antoncecchi, Ettore, Enrico Orsini, and Giovanbattista Zito. "Update su COVID-19 e Cardiologia." Cardiologia Ambulatoriale, no. 12020 (January 30, 2020): 11–27. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-2.

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Abstract:
La Sindrome Respiratoria Acuta severa del 2019 (COVID-19), malattia causata da un coronavirus (SARS-CoV2), si è diffusa rapidamente in tutto il mondo con un numero impressionante di decessi, sovraccaricando i sistemi sanitari di tutti i paesi e creando gravi conseguenze economiche. Clinici e scienziati di tutto il mondo stanno collaborando per cercare soluzioni efficaci. Negli ultimi cinque mesi è stata pubblicata una mole enorme di lavori scientifici su questo argomento. Risulta difficile seguire tutti i continui aggiornamenti per chi combatte duramente nelle corsie degli ospedali. I cardiologi sono spesso chiamati ad occuparsi di pazienti critici con pregressi problemi cardiovascolari o pazienti con complicanze cardiovascolari appena insorte; inoltre essi devono continuare a fornire le stesse cure di prima ai propri pazienti ma in condizioni estreme. Nel presente lavoro abbiamo cercato di raccogliere quelle che ad oggi sembrano le principali evidenze riguardo la fisiopatologia, il decorso clinico e la terapia delle problematiche cardiovascolari nella COVID-19, sperando di poter fornire un aiuto ai colleghi nell’affrontare il loro arduo compito.
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Serra, Angelo. "La consulenza genetica prima della diagnosi prenatale: un obbligo deontologico." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 903–21. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.867.

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Abstract:
La diagnosi prenatale si è ormai imposta nella prassi medica come un esame indispensabile per accertare la presenza di più o meno gravi malformazioni embrio-fetali, e l’esistenza nel feto, o nell’embrione anche preimpianto, di condizioni genetiche a cui sono associate gravi malattie o sindromi. E’ oggi chiaramente riconosciuto da documenti ufficiali che l’esecuzione della diagnosi prenatale deve essere sempre preceduta dalla consulenza genetica, e che questa ha le caratteristiche e il valore di un vero e proprio atto medico. In realtà, la consulenza pre-diagnosi serve a dare al medico l’opportunità: 1. di stabilire se esiste o meno la “indicazione” alla diagnosi prenatale; 2. di decidere sulla effettiva “fattibilità” della diagnosi prenatale; 3. di fornire alla donna e -meglio- alla coppia, in modo comprensibile, tutte le informazioni necessarie affinchè la decisione, strettamente personale, di eseguire o no la diagnosi sia pienamente “informata” e “libera”; e 4. di preparare e accompagnare i richiedenti nell’inquietante interrogativo sul dopo-risultato, e per eventuali decisioni a risultato ottenuto. Come ogni atto medico, la consulenza genetica esige preparazione, continuo aggiornamento e seria responsabilità, la quale impone attenzione a tutti gli aspetti deontologici ed etici particolarmente implicati nella diagnosi prenatale.
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Montemagno, C., S. Castorina, S. Cavina, T. De Tommaso, F. Lanzoni, C. Tridici, and M. P. Fiorito. "Adolescente e straniero in un “mondo” di adulti." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 28–30. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1155.

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Abstract:
L'iperossaluria primaria di tipo 1 è causata da mutazioni nel gene codificante per l'enzima L-alanina-gliossilato amino transferasi (AGT), che è espresso nel fegato. La trasmissione avviene con modalità autosomica recessiva: i genitori sono portatori sani della mutazione (e spesso non sanno di averla, soprattutto se non ci sono familiari affetti), mentre ciascun figlio della coppia ha il 25% di probabilità di essere malato. Esiste anche un secondo tipo della malattia (iperossaluria primaria di tipo 2), causato dalla carenza di un altro enzima, la D-glicerato deidrogenasi, e un terzo tipo (iperossaluria di tipo 3), identificato piú di recente e causato dal difetto del gene DHDPSL. Sulla base dell'osservazione clinica ed eventualmente della storia familiare, la diagnosi di iperossaluria primaria può essere formulata grazie a test di laboratorio (misurazione dell'ossalato di calcio nelle urine e nel sangue) e analisi genetica, con ricerca delle mutazioni nel gene coinvolto. La diagnosi e il trattamento precoci sono in grado di ridurre il rischio di evoluzione verso l'IRC e verso complicanze gravi come l'ossalosi sistemica. L'articolo riguarda un caso clinico che ha coinvolto il gruppo infermieristico che ha modificato l'approccio e la presa in carico di un adolescente in un “mondo” di adulti. (sian) (nursing)
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Mancini, Elena. "Il programma di eliminazione della filariasi linfatica in Bangladesh: un modello esportabile? / The lymphatic filariasis elimination programme in Bangladesh: an exportable model?" Medicina e Morale 66, no. 4 (October 11, 2017): 495–511. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.503.

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Abstract:
Nel 1971, al termine della sanguinosissima guerra di separazione dal Pakistan, il Bangladesh appariva un paese senza speranza. L’elevatissima crescita demografica -una delle maggiori al mondo- le calamità naturali quali alluvioni e tifoni, la povertà grave e diffusa - con una percentuale di popolazione sotto la soglia di povertà intorno al 30% - la situazione politica interna, con instabilità sociale e latenti conflitti etnici, rendevano il pronostico più che verosimile. A distanza di 40 anni, il BGD è riuscito a smentire in gran parte tale previsione, conseguendo successi nello sviluppo economico, nella salute pubblica e nella trasformazione sociale. Il controllo del tasso di fertilità, la lotta a “big killer” quali la TBC e la diarrea infantile, il miglioramento delle condizioni igieniche e la realizzazione di presidi sanitari territoriali di prima assistenza (community-clinic), efficaci campagne sanitarie, il contrasto di malattie endemiche, sono stati ottenuti grazie all’impiego coordinato delle misure sanitarie dei programmi internazionali. Risultati, questi, conseguiti attraverso una politica sanitaria basata su una proficua collaborazione tra il Ministero della salute nazionale (Ministry of Health and Family Welfare), ONG, organismi sanitari internazionali, istituzioni e fondazioni internazionali. Il BGD ha così conseguito il traguardo della pressoché totale eliminazione delle malattie neglette endemiche nel paese (leishmaniosi viscerale, filariasi linfatica, dengue, lebbra, parassitosi intestinali – infezioni da elminti). L’articolo valuta i fattori che hanno caratterizzato il successo nel programma di eliminazione della filariasi linfatica. Dall’analisi di tali fattori è derivato un possibile modello di governance per la lotta alle malattie neglette in regioni endemiche comparabili sotto il profilo geo-politico. ---------- In 1971, at the end of the bloodstained separation war with Pakistan, Bangladesh appeared as a country without hope. The intense population growth – one of the highest in the world – natural disasters such as flooding and typhoons, acute and diffuse poverty – with a percentage of population below poverty line of 30% – the internal political scenario, with social instability and underlying ethnical conflicts – made this situation less likely to improve. 40 years later, Bangladesh succeeded in disproving such prevision, with a significant growth in economic development, public healthcare and social conditions. Birth control, countermeasures against “big killers” such as tuberculosis and diarrhea in babies, improvement of hygienic conditions and the implementation of local emergency units (community-clinic), effective sanitary campaigns and prevention of endemic diseases have been accomplished thanks to the coordinated use of sanitary measures in international programmes. Results obtained through a sanitary policy based on fruitful collaborations among the Ministry of Health and Family Welfare, NGOs, international health organizations, international institutions and foundations. This way Bangladesh achieved the result of an almost total elimination of neglected endemic disease in the country (visceral leishmaniasis, lymphatic filariasis, dengue, plague, intestinal parasitosys – helminth infections). The article analyses the factors contributing to the success of the Lymphatic Filariasis Elimination Programme. The study of such factors permitted to identify a governance model for fighting neglected diseases in endemic regions with similar geo-political environments.
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de Girolamo, Giovanni, Angelo Picardi, Giovanni Santone, Ian Falloon, Pierluigi Morosini, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Alessandro Svettini, and Vincenzo Cappiello. "4. I pazienti ospitati." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 45–67. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000083.

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Abstract:
Come si è già notato prima, le caratteristiche dei pazienti trattati nelle SR sono state molto poco studiate. In particolare, la maggior parte degli studi condotti sino ad oggi ha preso in esame campioni di limitata ampiezza (Andrews et al., 1990; Mowbray et al., 1992; Rimmerman et al., 1993), quindi poco rappresentativi delle popolazioni di pazienti da cui essi sono stati tratti. I soli studi effettuati su campioni più ampi sono stati condotti negli Stati Uniti (Randolph et al., 1991) ed in Gran Bretagna (Lelliott et al., 1996; Faulkner et al., 1993), ma queste ricerche non prevedevano una dettagliata valutazione individuale dei pazienti stessi.In questo capitolo verranno quindi riportati i risultati della valutazione dettagliata di 2.962 pazienti ospitati nelle 265 SR campionate nella fase 2 del Progetto Nazionale PROGRES. L'ampiezza del campione preso in esame permette di trarre interessanti indicazioni relative all'assistenza fornita attualmente in Italia a pazienti affetti da malattie mentali gravi a pochi anni dalla chiusura degli O.P., e può fornire dati utili anche per altri paesi impegnati in un analogo processo di cambiamento dell'assistenza psichiatrica.
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Rossato, Alessia. "Quale famiglia per i bambini con disabilità?" MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 32–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004004.

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Abstract:
Come riconosciuto nel Preambolo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, la famiglia è l'unità fondamentale della società e l'ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Tutti i minori hanno diritto a vivere in una famiglia, prioritariamente nella propria. Qualora questa non sia in grado di provvedere alla loro crescita, cura ed educazione si applicano gli istituti dell'affidamento familiare e, in caso di abbandono morale e materiale, dell'adozione. Nel godimento del diritto a una famiglia non sono ammesse distinzioni secondo le condizioni sanitarie in cui i bambini si trovano: il diritto ri-guarda dunque anche coloro che hanno malattie gravi o disabilità fisiche o cognitive e disturbi dello sviluppo. Anche con riferimento alla propria esperienza personale di madre affidataria di due bambine disabili e, più in generale, alle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII, l'Autrice esamina in questo contributo le grandi potenzialità dell'accoglienza familiare per bambini con disa-bilità che non possano crescere con la famiglia di origine. Perché l'accoglienza dei minori con disabilità è possibile, attuabile e praticabile.
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Sequenza, M. J., M. R. Loi, F. Londrino, P. Sale, S. Andrulli, A. Noce, O. Durante, et al. "Sicurezza nella scelta dell'Inibitore di Pompa Protonica nel nefropatico cronico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 11–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1152.

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Abstract:
Il paziente nefropatico cronico facilmente presenta alterazioni morfologiche e funzionali dell'apparato gastroenterico. I segni più comuni e precoci nella sindrome uremica cronica sono rappresentati dai disturbi gastrointestinali. Da alcuni decenni abbiamo a disposizione dei farmaci con potente azione inibente la secrezione acida gastrica: gli inibitori di pompa protonica (IPP) hanno una struttura chimica affine, uno stesso meccanismo d'azione e sono molto importanti per il trattamento delle patologie acido correlate, per l'eradicazione dell'Helicobacter Pylori, per la prevenzione e la cura della gastropatia da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Somministriamo ai nostri pazienti questa classe di farmaci, con terapie che continuano nel tempo, nonostante la risoluzione della malattia (gastroprotezione). Ma gli IPP possono essere utilizzati indistintamente nei nefropatici cronici oppure sarebbe utile conoscere il profilo del farmaco per una corretta scelta? In questo articolo si argomenta che i loro effetti collaterali non sono molto rilevanti e sono abbastanza simili: il loro impiego nel lungo termine è sicuro. La potenza e l'efficacia dei vari IPP, dall'analisi comparativa dei vari trial clinici, risulta essere molto simile sulla base dei milligrammi di sostanza utilizzata. L'unica eccezione illustrata in questo lavoro è rappresentata da 6 pazienti in emodialisi, trattati con lansoprazolo (15 mg), che presentavano gastriti e ulcere peptiche complicate da gravi episodi di ematemesi e melena con conseguente anemia. Tutti gli IPP hanno dimostrato un'efficacia clinica sovrapponibile, tuttavia vanno valutati di volta in volta i vantaggi (relativi) di ciascun IPP. I criteri di scelta di un IPP sembrano basati, principalmente sulle indicazioni autorizzate, sulle formulazioni disponibili, sul profilo di sicurezza del farmaco.
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Altavilla, Annagrazia, and Alessandro Dell’Erba. "La ricerca sulle cellule staminali: la nuova sfida dell’Europa unita." Medicina e Morale 53, no. 6 (December 31, 2004): 1133–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.621.

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Abstract:
La ricerca sulle cellule staminali rappresenta uno dei settori più promettenti della biotecnologia, in quanto offre la possibilità di sviluppare nuovi metodi per riparare o sostituire le cellule o i tessuti lesionati o malati e per curare alcune patologie croniche gravi. Tale ricerca può anche fornire un contributo importante alla scienza di base, aiutando a comprendere i meccanismi di proliferazione e differenziazione cellulare. Gli embrioni umani preimpanto rappresentano una delle possibili fonti di cellule staminali. Tuttavia, laddove questa ricerca prevede l’utilizzo di embrioni umani, essa solleva la questione dei principi etici in gioco e dei limiti e delle condizioni cui questa deve essere soggetta. Gli stati europei hanno adottato posizioni diverse in merito alla regolamentazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tale disparità, che riflette le tradizioni etiche, filosofiche e religiose alle quali gli stati si ispirano, conferma l’esistenza di punti di vista divergenti in Europa su quanto sia o meno eticamente suscettibile di tutela. Questo articolo esamina le legislazioni e le posizioni etiche esistenti a tal proposito in Europa, oltre che i nuovi orientamenti sui principi da applicare nella concessione di finanziamenti comunitari (nell’ambito del VI Programma quadro di ricerca europeo –FP6) per progetti di ricerca implicanti l’uso di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Tale studio intende altresì fornire degli spunti di riflessione sui nuovi traguardi dell’integrazione europea nel settore della ricerca biomedica.
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Gómez-Tatay, Lucía, José Miguel Hernández-Andreu, and Justo Aznar. "Verso una proposta eticamente accettabile nella prevenzione delle malattie del DNA mitocondriale / Towards an ethically acceptable proposal in the prevention of mitochondrial DNA-associated diseases." Medicina e Morale 65, no. 1 (September 21, 2016): 9–17. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.425.

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Abstract:
Le malattie dovute alle alterazioni del DNA mitocondriale (mtDNA) sono attualmente incurabili. C’è tuttavia un certo numero di metodi a vari livelli di sviluppo che potrebbe evitare la trasmissione madre-figlio di questi disturbi ereditari. Tra questi metodi ci sono due tecniche che sono attualmente attirando l’attenzione di ricercatori, decisori e pazienti: il trasferimento pronucleare (PNT) e il trasferimento del fuso materno (MST). Questi metodi comportano l’uso di mitocondri sani da un donatore. PNT ha luogo in uno zigote, mentre nell’MST, le cellule uovo sono manipolate. Questi metodi sono molto promettenti, in quanto sembrano essere efficaci e sicuri, e infatti, potranno presto essere utilizzati nella pratica clinica nel Regno Unito, dove sono già state elaborate alcune misure legislative. Tuttavia, queste tecniche, come sono concepite oggi, sollevano diverse questioni etiche. In questo articolo, proponiamo una possibile soluzione per superare questi problemi, dando alle famiglie colpite la possibilità di concepire bambini sani. Noi crediamo che, allo stadio attuale di sviluppo, ci sono due tecniche, la MST e il Trasferimento di Vescicola Germinale o l’Iniezione di Vescicola Germinale (GVT o GVI), che combinati con una tecnica di riproduzione, come il trasferimento nelle tube di Falloppio di gameti (GIFT) o il trasferimento della cellula uovo nella parte prossimale della tuba di Falloppio (LTOT), potrebbe essere ampiamente accettati. Al contrario, il PNT senza fornire alcun beneficio in termini di efficacia o sicurezza, comporta ulteriori gravi difficoltà da un punto di vista etico. A nostro parere, la ricerca e la legislazione devono seguire questa linea, dal momento che numerose questioni etiche verrebbero superate senza compromettere efficacia e sicurezza. ---------- Diseases due to alterations in mitochondrial DNA (mtDNA) are currently incurable. However, there are a number of methods in various stages of development that could avoid mother-child transmission of these hereditary disorders. Among them are two techniques that are currently attracting the attention of researchers, policymakers and patients: pronuclear transfer (PNT) and maternal spindle transfer (MST). These methods involve use of healthy mitochondrial from a donor. PNT takes place in a zygote, whereas in MST egg are manipulated. These methods are highly promising, since they seem to be effective and safe, and in fact, they could soon be used in clinical practice in the UK, where legislative steps have already been taken. Nevertheless, these techniques, as they are conceived today, pose several ethical issues. In this paper, we propose a possible solution to overcome these issues, while giving affected families the possibility of conceiving healthy children. We believe that, at the current stage of development, there are two techniques, MST and Germinal Vesicle Transfer or Germinal Vesicle Injection (GVT or GVI), which combined with a reproduction technique such as gamete intra-fallopian transfer (GIFT) or low tubal oocyte transfer (LTOT), could be widely accepted. In contrast, the PNT without providing any benefit to these in terms of efficacy or safety, entails more serious ethical difficulties. In our opinion, research and legislation must be conducted in this line, since several ethical issues would be overcome without compromising effectivity and safety.
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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna, and R. Nardi. "Saper desistere per curare fino in fondo: come intraprendere il migliore percorso di assistenza nel Paziente con grave insufficienza d’organo in Medicina Interna?" Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (April 11, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.5.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La futilità in medicina e le difficoltà a desistere</strong><br /><em>L. Lusiani, L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive Slow Medicine sulla desistenza terapeutica</strong><br /><em>S. Spinsanti, S. Vernero</em></p><p class="titolo"><strong>La desistenza terapeutica: il punto di vista del magistrato</strong><br /><em>V. Castiglione, V. Pedone</em></p><p class="titolo"><strong>La <em>desistenza terapeutica</em> è giustificabile sul piano etico?</strong><br /><em>E. Furlan</em></p><p class="titolo"><strong>Il punto di vista di un credente</strong><br /><em>G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Il buon samaritano, la misericordia del medico e desistenza terapeutica: concetti fra loro compatibili?</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, L. Cascavilla, G. Fasanella</em></p><p class="titolo"><strong>Le grandi insufficienze d’organo <em>end stage</em>: il documento SIAARTI</strong><br /><em>G.R. Gristina, L. Riccioni</em></p><p class="titolo"><strong>I determinanti della mortalità a breve termine dei pazienti non oncologici ricoverati in medicina interna: un’esperienza sul campo</strong><br /><em>M. Tiraboschi, S. Ghidoni, A. Zucchi, A. Carobbio, A. Ghirardi, M. Casati, F. Dentali, A. Squizzato, D. Torzillo, F. De Stefano, V. Gessi, E. Tamborini Permunian, S. Moretti, A. Assolari, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Le parole per dirlo: la comunicazione al paziente, ai familiari e al <em>caregiver</em></strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti, L. Occhini, A. Pulerà</em></p><p class="titolo"><strong>Le alternative possibili che il medico internista può proporre alla dimissione, rispetto all’aumento di intensità di cura e l’assistenza ospedaliera ordinaria: <em>la rete di cure palliative</em></strong><br /><em>D. Valenti, F. Moggia</em></p><p class="titolo"><strong>Scompenso cardiaco avanzato: dalla terapia attiva alle cure palliative</strong><br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Ictus ischemico ed emorragia cerebrale: problematiche di fine vita</strong><br /><em>C. Trocino</em></p><p class="titolo"><strong>Demenza avanzata</strong><br /><em>M. Coveri</em></p><p class="titolo"><strong>La dispnea al termine della vita</strong><br /><em>M. Giorgi-Pierfranceschi, S. Orlando</em></p><p class="titolo"><strong>Dialisi</strong><br /><em>M. Meschi, S. Pioli, A. Magnano, F. Spagnoli, M. Saccò</em></p><p class="titolo"><strong>Ventilazione meccanica invasiva e non</strong><br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Il diabete mellito</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>Comunicare la scelta di desistere in medicina: una esperienza sul campo</strong><br /><em>C. Bullo, G. Bordin, L. Lusiani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive future in Italia e all’interno del nostro SSN</strong><br /><em>A. Fontanella</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale: le malattie più frequentemente riscontrabili in Medicina Interna</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, P. Gnerre, G. Pinna, D. Borioni, M. Campanini, R. Gerloni, A. Fontanella</em></p>
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De Luca, Maurizio, Marco Antonio Zappa, Monica Zese, Ugo Bardi, Maria Grazia Carbonelli, Francesco Maria Carrano, Giovanni Casella, et al. "Development of the Italian Clinical Practice Guidelines on Bariatric and Metabolic Surgery: Design and Methodological Aspects." Nutrients 15, no. 1 (December 30, 2022): 189. http://dx.doi.org/10.3390/nu15010189.

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Abstract:
Development of the Italian clinical practice guidelines on bariatric and metabolic surgery, as well as design and methodological aspects. Background: Obesity and its complications are a growing problem in many countries. Italian Society of Bariatric and Metabolic Surgery for Obesity (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche—SICOB) developed the first Italian guidelines for the treatment of obesity. Methods: The creation of SICOB Guidelines is based on an extended work made by a panel of 24 members and a coordinator. Grading of Recommendations, Assessment, Development and Evaluations (GRADE) methodology has been used to decide the aims, reference population, and target health professionals. Clinical questions have been created using the PICO (Patient, Intervention, Comparison, Outcome) conceptual framework. The definition of questions used the two-step web-based Delphi method, made by repeated rounds of questionnaires and a consensus opinion from the panel. Results: The panel proposed 37 questions. A consensus was immediately reached for 33 (89.2%), with 31 approved, two rejected and three which did not reach an immediate consensus. The further discussion allowed a consensus with one approved and two rejected. Conclusions: The areas covered by the clinical questions included indications of metabolic/bariatric surgery, types of surgery, and surgical management. The choice of a surgical or a non-surgical approach has been debated for the determination of the therapeutic strategy and the correct indications.
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Di Luca, Natale Mario, and Gianluca Montanari Vergallo. "War pensions schemes: at the root of a set of medico-legal criteria as current as ever." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia 22, no. 1-2-3 (December 27, 2017): 35–38. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2017.12.

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Abstract:
The following report has been devised in an attempt to address and elaborate on the medico-legal assessment criteria applicable to warrelated damages, in light of the Presidential Decree n. 915, 23rd, December 1978, by drawing comparisons among workplace-injury legislation, welfare systems, and the conventional standards within medico-legal doctrine. Among the elements herein analyzed: a) analytical criteria, expecting an overhaul and thorough implementation of injury case records; b) quality and quantity-related adjectivization such as «grave» and «remarkable»; c) the irrelevance of residual functional capabilities that do not provably affect one’s capacity to successfully engage in any given type of work; d) the assessment of multiple, permanent impairment instances, whether they be homogeneous, heterogeneous, monocrone (i.e. arising from a single event), policrone (resulting from multiple events), concurrent or coexisting; e) the definition of organ; f) the concept of paired organs; g) partial loss of the left-over organ. The paper’s authors ultimately highlight the enduring quality of the medico-legal criteria inherent to the legislation at hand, which, however, ought to be overhauled and updated in order to better reflect the conceptual developments that have occurred with regards to damage compensation in tort law and workplace injuries and occupational disease, which have given rise to the concept of biological damage as a basic one, worthy of redress in itself, regardless of further workrelated consequences. ---------- Il presente contributo analizza i criteri medico-legali di valutazione del danno patito a causa della guerra alla luce del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 23 dicembre 1978, operando un raffronto sia con i criteri previsti dalle leggi in materia di infortuni sul lavoro e di previdenza sociale sia con le tradizionali acquisizioni della dottrina medico-legale. In particolare, vengono analizzati: a) il criterio analogico, auspicando la revisione e l’adeguata implementazione della casistica delle menomazioni; b) le aggettivazioni qualiquantitative, come «grave» e «notevole»; c) l’irrilevanza di quelle residue capacità funzionali che non presentino alcuna utilità agli effetti della capacità a proficuo lavoro; d) la valutazione delle menomazioni plurime a carattere permanente, a seconda che siano omogenee, eterogenee, monocrone, policrone, concorrenti o coesistenti; e) il concetto di organo; f) la nozione di organo pari; g) la perdita parziale dell’organo superstite. Gli autori concludono evidenziando la perdurante qualità dei criteri medico-legali previsti dalla normativa in esame, la quale, tuttavia, dovrebbe essere aggiornata per tenere conto dell’evoluzione concettuale intervenuta in sede sia di risarcimento del danno in responsabilità civile sia di infortuni sul lavoro e di malattie professionali, che ha introdotto la nozione di danno biologico quale danno di base, già di per sé meritevole di tutela indipendentemente da ulteriori conseguenze di carattere lavorativo e lucrativo. ---------- Este trabajo analiza los criterios médico-legales para evaluar el daño sufrido como resultado de la guerra a la luz del Decreto Presidencial n. 915 del 23 de diciembre de 1978, haciendo una comparación tanto con los criterios establecidos por las leyes sobre accidentes de trabajo y seguridad social como con las adquisiciones tradicionales de doctrina médico-legal. En particular, se analizan: a) el criterio analógico, esperando la revisión y la implementación adecuada de la casuística de impedimentos; b) adjetivos cualitativo-cuantitativos, tales como “serio” y “notable”; c) la irrelevancia de las capacidades funcionales residuales que no presentan ninguna utilidad para los efectos de la capacidad de trabajo rentable; d) la evaluación de impedimentos permanentes múltiples, según sean homogéneos, heterogéneos, monocromados, policromados, concurrentes o coexistentes; e) el concepto de un órgano; f) la noción de un órgano igual; g) pérdida parcial del órgano superviviente. Los autores concluyen destacando la calidad continua de los criterios médico legales establecidos por la legislación en cuestión, que, sin embargo, deberían actualizarse teniendo en cuenta la evolución conceptual que se produce tanto en la indemnización por daños en la responsabilidad civil como en los accidentes de trabajo y enfermedades profesionales, que introdujo la noción de daño biológico como un daño básico, que ya en sí mismo merece protección, independientemente de otras consecuencias lucrativas y relacionadas con el trabajo.
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Facco, Lucas, Laura Wanessa Madeira, Amanda Alves Fecury, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Casi confermati di dengue in Brasile tra il 2008 e il 2012." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 16, 2020, 17–27. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/dengue-in-brasile.

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Abstract:
La dengue è causata da un virus dell’RNA, che ha 4 variazioni identificate presenti nell’ambiente umano. Le sue principali manifestazioni sintomalogiche includono febbre, dolore muscolare (mialgia), dolore oculare retrò, dolori articolari (artralgia), mal di testa (mal di testa), nausea, vomito e altri, come eruzione cutanea. Questo articolo mira a mostrare il numero di casi di dengue confermati in Brasile tra il 2008 e il 2012. In Brasile, la dengue è caratterizzata come un grave problema di salute pubblica, essendo una delle malattie di natura infettiva che è molto presente. Alcuni fattori, come il clima (prevalentemente tropicale), infrastrutture carenti dell’ambiente urbano, oltre all’espansione demografica, che si verifica in modo disordinato, possono provocare ed eventualmente giustificare questo scenario nazionale. Rappresenta un grave problema di salute pubblica, poiché il controllo della malattia dipende dalla lotta contro il suo vettore, che si diffonde molto facilmente nel paese, a causa di fattori climatici e antropici. Affinché la malattia possa essere affrontata in modo efficiente nel paese, il metodo più efficace è combattere il vettore. La spazzatura e i materiali devono essere separati e conservati in modo efficiente in luoghi adatti per un ulteriore riciclaggio, in modo che non accumulino acqua e diventino siti di riproduzione delle zanzare.
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Barbierato, A., E. Baretto, and A. Pepoli. "Esperienza in medicina narrativa nell’ospedale di Alessandria con il personale dell’Ematologia e della Neuroncologia." Working Paper of Public Health 3, no. 1 (June 15, 2014). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2014.6721.

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Obiettivi: chiunque di noi sia andato incontro, come operatore sanitario, come familiareamico o come paziente ad una malattia, in particolare una malattia grave, una malattia cronica, sa bene che, al di là dell’imprescindibile ricorso al pensiero logicoparadigmatico, che impone il giusto confronto con prove inconfutabili di efficacia dei trattamenti (evidence based medicine tr. medicina basata sulle prove), medico e paziente attraversano, spesso per lunghi tragitti, delle zone d’ombra in cui le scelte sono difficili, a volte subite passivamente dal malato, a volte vissute persecutoriamente, lasciando ampi margini di incertezza mai chiariti. La medicina basata sulle narrazioni si impone come metalinguaggio per la gestione dei limiti di condivisone diagnostico-terapeutica che il modello logicoparadigmatico, anziché ridurre, sta sempre più amplificando nella relazione operatore sanitario-malato. Metodologia: in questo articolo presentiamo la teoria della tecnica a cui gli autori hanno fatto riferimento nella conduzione di un gruppo in medicina narrativa, nel corso del 2013, con il personale di due realtà operative del Nostro Ospedale, centrati su elaborazioni di esperienze personali di malattia e di esperienze a fianco del malato. I formati si basano prevalentemente sulle scritture narrative e la rilettura-elaborazione in gruppo. Risultati: il gruppo in medicina narrativa favorisce l’espressione simbolica della personale e intima relazione con la malattia, attraverso l’attivazione di memorie episodico narrative (E.Tulving,1972 – J.Bowlby, 1980), l’autenticità, anche emotiva, dell’esperienza vissuta, e operando sulla decostruzione dei livelli semantici impersonali (l’inautenticità del linguaggio tecnico-paradigmatico e la conseguente dissociazione con i livelli personali e umani di consapevolezza di malattia).
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Brito, Maysa Vasconcelos de, Ana Maria Braga da Silva França, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, and Cláudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Profilo epidemiologico della malaria grave nei neonati e negli adolescenti trattati nel 2016 in un ospedale di riferimento nello Stato di Amapá, Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, June 22, 2020, 05–23. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/della-malaria-grave.

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Il presente studio ha preso in considerazione non solo le infezioni da Plasmodium falciparum che è comunemente raccomandato come la causa principale della malaria grave, ma le complicazioni legate al Plasmodium vivax sono state accuratamente descritte. Lo scopo di questo articolo era quello di identificare il profilo epidemiologico, clinico e di laboratorio della malaria grave nei pazienti trattati presso l’ospedale pediatrico e adolescenziale di Macapá – Amapá. È stato effettuato uno studio epidemiologico e descrittivo del carattere retrospettivo. I dati sono stati ottenuti attraverso la consultazione nelle cartelle cliniche dei pazienti per l’anno 2016. La malaria grave è stata considerata 47 casi. Predominavano pazienti maschi con il 63,8% e di età compresa tra i 5 anni e il 59,6% dei casi. Per quanto riguarda la specie, le infezioni da P. vivax si sono distinte con maggiore frequenza con il 72% rispetto a P. falciparum con il 28% dei casi. I mesi con il maggior numero di ricoveri sono stati settembre e novembre, entrambi con il 17%. Le principali manifestazioni cliniche riscontrate sono state: febbre, pallore e tosse. Le condizioni che indicano la gravità che si sono verificate maggiormente: vomito 87%, ittero 23%, dispnea ed età < 1 anno, entrambe con il 21%. Gli esami ematologici hanno mostrato che il 91% dei pazienti aveva globuli rossi al di sotto dei valori di riferimento e il 100% dei casi aveva emoglobina ed ematocrito bassi; trombocitopenia è stata evidenziata nel 72% dei casi. Risultati alterati di dosaggi biochimici di maggiore importanza clinica sono stati: urea, transaminasi, glicimea e proteina C-reattiva. L’identificazione di dati epidemiologici, clinici e di laboratorio sulla malaria grave contribuisce alla diagnosi precoce e al trattamento adeguato della malattia.
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Serebrovska, Zoya, and Maria Luisa Di Pietro. "La sindrome da iperstimolazione ovarica: tra clinica ed etica." Medicina e Morale 55, no. 2 (April 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.363.

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La sindrome da iperstimolazione ovarica è la complicanza più seria dell’induzione dell’ovulazione, a cui si ricorre in presenza di insufficienza dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio o nei protocolli di fecondazione artificiale. Si tratta di una malattia tipicamente iatrogena, che comprende una serie di disfunzioni e varia da una forma benigna ad una condizione estremamente grave fino alla morte della donna. A fronte della difficoltà di interpretare i meccanismi eziopatogenetici responsabili e di attuare una reale prevenzione, sono stati proposti diversi accorgimenti. D’altra parte, in quanto malattia iatrogena, la sindrome da iperstimolazione ovarica pone in modo forte l’interrogativo sulla doverosità di tale prevenzione, anche se appare necessaria una riflessione molto più ampia proprio sulle giustificazioni e sui limiti della cosiddetta “medicina della riproduzione”. ---------- Ovarian hyperstimulation syndrome (OHSS) is the most serious complication of the induction of ovulation during the treatment of hypothalamus-hypophysis- ovary insufficiency or under the protocols of artificial fertilization. OHSS is a tipically iatrogenic disease, which contains different dysfunctions and varies from very soft forms to extremely grave conditions and even to death of woman. The mechanisms of the aetiology and pathogenesis of OHSS is still very unclear and there are serious problems of prevention. Because of iatrogenic origin of the syndrome, the question of necessity of prevention becomes even more urgent, and occupies an important place in the very large discussion about the justifications and the limits of so called “medicine of reproduction”.
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Dias, Amanda de Araújo, Édina Lúcia de Araújo Dias, Ciane Martins de Oliveira, Carla Viana Dendasck, and Euzébio de Oliveira. "Dipendenza chimica per uso di marijuana: dal piacere alla malattia. Un grave problema nella sanità pubblica in Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 19, 2021, 78–86. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/uso-di-marijuana.

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Abstract:
Introduzione: Il consumo di marijuana è aumentato a livello globale, essendo la droga illecita più utilizzata al mondo. Si stima che nell’ultimo decennio tra i 167 e i 315 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni siano state usate alcune droghe illecite. In Brasile, circa 7,5 milioni di studenti universitari, distribuiti in circa 2.400 istituti, utilizzano l’erba. Metodo: Uno studio descrittivo è stato condotto sulla base di una rassegna della letteratura letteraria. La ricerca è stata condotta attraverso il database Scielo e la virtual health library (BVS). Risultati E Discussione: Per quanto riguarda gli effetti della marijuana, in alcuni studi sono riportati sintomi legati all’uso ricreativo e all’abuso di questo farmaco. Tuttavia, a livello accademico, gli effetti dell’uso di marijuana possono essere suddivisi in sintomi acuti e cronici. Gli effetti acuti sono classificati come euforia, effetti fisici ed effetti psichici come depressione, allucinazione, illusione, sonnolenza e compromissioni della concentrazione e memoria a breve termine. Conclusione: Alcune prove sono dimostrate che possono spiegare perché gli individui scelgono di usare la marijuana. Molto spesso si desiderano gli effetti acuti dell’euforia, del piacere e del rilassamento, al contrario, si osserva che i danni associati a questo uso finiscono per superare i benefici illusori che il farmaco offre, portando così il piacere a diventare una malattia.
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"Diritto italiano; Minori." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (June 2009): 227–36. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-002018.

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Abstract:
Minori1. Corte di cassazione 2.10.2008 n. 24471 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - necessitŕ per i figli di proseguire gli studi - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - insussistenza2. Tribunale per i minorenni di Torino 17.2.2009 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - grave malattia non curabile nello Stato di appartenenza - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza 019Penale 1. Corte di cassazione 3.6/16.6.2008 n. 24420 - falsitŕ materiale ex art. 5, co. 8 bis T.U. n. 286/98 - rapporto di specialitŕ rispetto al delitto ex art. 477 c.p.2. Corte di cassazione 19.9/30.10.2008 n. 40548 - "bonus bebč" - falsitŕ personale e truffa - elemento soggettivo - esclusione3. Corte di cassazione 2.10/17.11.2008 n. 42841 - espulsione ex art. 86, co. 1, d.p.r. n. 309 del 1990 - condizioni di applicabilitŕ in caso di patteggiamento "allargato"4. Corte di cassazione 6.11/23.12.2008 n. 47771 - espulsione a titolo di misura alternativa alla detenzione - impugnazione del P.M. - rilevanza soccombenza aggravanti nel giudizio di comparazione5. Corte di cassazione 10.12.2008/9.1.2009 n. 394 - trattenimento nel territorio dello Stato senza giustificato motivo - motivazione dell'ordine di allontanamento - requisiti6. Corte di cassazione 18.2/11.3.2009 n. 10752 - espulsione come sanzione alternativa alla detenzione ex art. 16, co. 5 T.U. n. 286/98 - diritto del detenuto7. Tribunale di Torino 3.12.2008 n. 3230 - falsa attestazione di generalitŕ - ultime dichiarazioni mendaci
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