Journal articles on the topic 'Malato mentale'

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Porteri, Corinna. "Bioetica clinica – Considerazioni bioetiche su un caso clinico: P. P. di anni 35." Medicina e Morale 48, no. 6 (December 31, 1999): 1107–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.791.

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Abstract:
Si propone l’analisi etica di un caso clinico di ambito psichiatrico, giunto all’attenzione del Comitato etico delle Istituzioni Ospedaliere Cattoliche di Brescia. Per una proposta di soluzione a questa storia clinica, insieme al riferimento alla documentazione internazionale relativa ai diritti dell’uomo in generale e ai diritti del malato di mente in particolare, l’Autore indica la necessità di assumerne la prospettiva etica secondo cui il bene della persona più debole, il benessere di questo malato, è “bene per me”. L’analisi del caso proposto evidenzia in particolare il dovere della medicina di accostarsi alla persona malata nella sua interezza, attraverso l’attenta considerazione della sua storia e degli aspetti fisico, mentale e sociale che la costituiscono. Il caso pone inoltre la questione di una specifica discussione bioetica del disturbo mentale, tema che non sempre entra nelle trattazioni classiche della bioetica.
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Galliano, Franca, and Massimo Cordero. "La gestione del malato mentale negli ambulatori medico-legali." Pratica Medica & Aspetti Legali 5, no. 1 (February 15, 2010): 27–33. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v5i1.326.

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Molinari, Augusta. "Emigrazione e follia nel primo Novecento. Una storia poco nota dell'emigrazione transoceanica italiana." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 47–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003005.

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Abstract:
L'autore presenta una ricerca sul rapporto tra emigrazione e follia nel contesto delle migrazioni transoceaniche italiane di massa e documenta il ruolo delle pratiche di selezione psico-fisica nei paesi di destinazione nel trasformare l'emigrante in un malato mentale. La ricerca č stata focalizzata su alcuni manicomi del Sud d'Italia (Nocera Inferiore, Catanzaro) attraverso l'analisi di contributi su riviste di psichiatria dell'epoca, periodici di emigrazione, fonti di storia sociosanitaria.
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Sala, Roberta. "Autonomia e consenso informato. Modelli di rapporto tra medico e malato mentale." Medicina e Morale 43, no. 1 (February 28, 1994): 30–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1026.

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Abstract:
Lo studio si propone di analizzare il difficile rapporto tra medico e paziente psichiatrico nell'ambito della più generale crisi della medicina in questo secolo. Dopo aver tracciato un profilo della critica filosofica novecentesca al concetto di scienza ed aver illustrato le difficoltà che incontrano i modelli tradizionali di medicina (p.e. paternalistico, contrattuale), l'Autore considera i vari modi di intendere la malattia mentale e la relazione medico-paziente psichiatrico con un particolare sguardo sulla comunicazione della verità all'all'ammalato in psichiatria e sui problemi relativi al consenso informato.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja, and Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Burti, Lorenzo. "Attualità di Goffman: quanto contribuisce alla carriera morale di malato mentale la psichiatria di comunità italiana contemporanea?" PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2017): 211–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2017-002003.

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Maccaro, Alessia. "Matto da slegare. Bioetica tra rispetto della prassi tradizionale e diritti umani / Madmen to untie. Bioethics between respect of cultural practices and human rights." Medicina e Morale 65, no. 2 (September 21, 2016): 155–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.432.

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Abstract:
Demonologia, culti, ritualità e miti religiosi molto spesso in territorio africano si congiungono con questioni relative alla cura. Ad oggi ancora diffusissima è la sovrapposizione tra insanità mentale e possessione diabolica, tipica della mentalità animista che conduce al gravoso problema dell’emarginazione e della contenzione del paziente psichiatrico. Il malato mentale incute paura alla comunità che ne teme il contagio, sicché il più delle volte, si affida il malato a sette religiose o a centri di preghiera, in cui i sedicenti guaritori, sciamani e santoni si fanno pagare cifre molto elevate per imprigionare all’interno di tronchi di albero o incatenare a ceppi o blocchi di cemento l’ammalato, così da neutralizzare la potenza maligna. La vita in catene rende gli ammalati storpi, talvolta li porta alla morte per malnutrizione ed incuria. In questo modo questioni relative alla salute, alla cura, incrociandosi con ritualità religiose, chiamano irrimediabilmente in causa la bioetica ed i diritti rispetto ad un problema non più posponibile. Si tratta di una barbarie che avviene nel completo disinteresse dell’OMS e delle grandi organizzazioni internazionali che conoscono l’incubo di questi “prigionieri” almeno da 30 anni, da quando il beninese Gregoire Ahongbonon, il “Basaglia nero” ha fondato in Costa d’Avorio la sua “Saint Camille de Lellis di Bouaké” e ha cominciato – letteralmente – a liberare i malati di mente dalle catene. L’analisi proposta intende precisare che, pur nel rispetto delle differenti culture, c’è un limite che non è possibile valicare: quello del rispetto dei diritti umani che è la base ed alla base di ogni discorso sul pluralismo e sull’Intercultura. ---------- In Africa, demonology, cults, rituals and religious myths are very often combined with issues related to health care. Today the overlap between insanity and demonic possession is still widely widespread. It is typical of the animist mentality that leads to the serious problem of psychiatric patient marginalization and restraint. The mentally ill arouses dread in the community that fears the contagion, so in most cases, the patient commits herself/himself to religious sects or to prayer centers, where the healers, shamans and gurus charge very high prices to imprison the patient in tree trunks or to chain up the patient to stumps or concrete blocks, in order to neutralize the evil force. Life in chains makes the sick patients lame, and sometimes leads them to death for malnutrition and neglect. In this way, issues related to health and health care, intersecting with religious rituals, involve bioethics and rights compared with a problem that cannot be postponed any further. It is a matter of barbarity that takes place in the complete disregard of WHO and of the major international organizations, aware of the nightmare experienced by these “prisoners” since at least 30 years, when Gregoire Ahongbonon from Benin, the “black Basaglia”, established in the Ivory Coast his “Saint Camille de Lellis of Bouaké” and – literally – began to release the mentally ill patients from the chains. The proposed analysis aims to clarify that, even if respecting the different cultures, there is a limit that cannot be crossed: the respect of human rights that is the basis and the foundation of every discourse on pluralism and interculture.
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Nicolini, Chiara. "Una esperienza di supervisione all'hospice." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2022): 146–54. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-001011.

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Abstract:
L'autore racconta 10 anni di supervisione in un hospice che accoglie malati terminali. La supervisione è rivolta agli operatori impegnati non solo nelle cure fisiche, ma anche nell'accudimento di tutta la persona, che in una fase della vita così delicata necessita di particolari attenzioni. Il personale di cura è coinvolto con tut-ta la sua mente e il suo corpo. Questo vale per ogni situazione di cura fisica, ma in particolare nell'hospice dove il corpo e lo spirito del malato sono completamente dipendenti dalle cure degli operatori. L'autore considera i corpi concreti degli ope-ratori e dei pazienti come potenzialità di pensiero in divenire. La supervisione ha anche un compito di manutenzione del narcisismo sano degli operatori che li aiuti a mantenere un buon legame col proprio sé anche corporeo. Gli incontri di supervisione possono costituire un'occasione per far venire alla luce i pensieri, possono attivare un funzionamento mentale capace di reggere l'impatto con le emozioni a volte molto forti che si vengono a formare in un hospice, grazie alla relazione af-fettiva che si crea nel gruppo. L'autore riporta diversi episodi emersi durante gli incontri di supervisione che mostrano non solo le difficoltà che un lavoro così delicato, a stretto contatto con la malattia e la morte comportano, ma anche le risorse che questi operatori mettono in atto. Vengono riferiti i riflessi degli incontri di su-pervisione anche sulla loro vita esterna all'hospice, nel corso degli anni gli operatori hanno iniziato a fidarsi di più della loro capacità d'ascolto e comunicazione, riescono a fermarsi a pensare anche a casa con i loro familiari.
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Poulin, Carole, and Maurice Lévesque. "Les représentations sociales des étiquettes associées à la maladie mentale." Santé mentale au Québec 20, no. 1 (September 11, 2007): 119–36. http://dx.doi.org/10.7202/032336ar.

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Abstract:
RÉSUMÉ Le contexte social lié à la désinstitutionnalisation nous a amenés à nous interroger sur l'impact des étiquettes apposées aux personnes ayant un vécu psychiatrique. Le but de cette recherche est de saisir les nuances qu'apporte la population dans les appellations suivantes: le malade mental, l'ex-patient psychiatrique et la personne souffrant d'un problème de santé mentale. Les données recueillies auprès de 255 résidents francophones de la région de Montréal indiquent que l'expression « expatient psychiatrique » s'avère moins stigmatisante que les expressions « malade mental » ou « personne souffrant d'un problème de santé mentale » (PSPSM) puisqu'elle fait référence à un événement du passé, lequel est révolu. L'appellation « malade mental » met l'accent sur la chronicité du problème de santé dont souffre l'individu; celle de PSPSM accentue le potentiel de guérison de la personne; et celle d'« ex-patient psychiatrique » fait état de la capacité de fonctionner adéquatement dans la société.
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Frappier, Annie, Luc Vigneault, and Steve Paquet. "À la fois malade et criminalisé : témoignage d’une double marginalisation." Dossier : Santé mentale et justice 34, no. 2 (February 5, 2010): 21–30. http://dx.doi.org/10.7202/039123ar.

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Abstract:
Basé sur deux entrevues semi-dirigées effectuées auprès de personnes qui vivent des problèmes de santé mentale et qui ont vécu des périodes d’incarcération, cet article explore leurs points de vue sur les systèmes de la santé et de la justice. Leurs témoignages illustrent le clivage qui semble exister entre les besoins des personnes atteintes de trouble mental et les soins qui leur sont prodigués. Les auteurs concluent qu’il existe une difficile jonction entre besoins et services qui semble provenir de sources diverses (préjugés, manque de formation du personnel, processus administratif complexe) et les éléments qui la facilitent apparaissent peu nombreux (entraide entre les détenus, organismes d’aide aux personnes ayant un trouble mental).
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Pascual, Fernando. "Platone, maestro di bioetica?" Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 677–711. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.763.

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Abstract:
Platone, un filosofo che ah considerato molti dei problemi antropologici fondamentali, può servire come punto di riferimento per giudicare argomenti in ambito bioetico? Il presente lavoro tenta di rispondere a tale quesito. Si presenta, inizialmente, la cosmovisione globale e l’antropologia di Platone (prima parte). Queste risultano necessarie sia per inquadrare la concezione platonica della medicina, della salute e dell’agire medico (seconda parte), sia per conoscere le sue proposte circa argomenti attuali, come l’aborto, l’eutanasia e l’eugenismo (tersa parte). Si cerca quindi di offrire un giudizio il più possibile preciso delle affermazioni platoniche per illuminare alcuni discussioni attuali in ambito bioetico. Secondo i risultati ottenuti, si possono segnalare due limiti di fondo delle proposte del fondatore dell’Accademia: l’individualismo e l’utilitarismo. Questi limiti conducono sia all’accettazione dell’eutanasia passiva neonatale (prassi purtroppo normale nel mondo antico), sia dell’aborto per motivi di controllo demografico, e dia dell’abbandono alla loro sorte dei malati inguaribili. Viceversa, alla luce dei testi considerati, Platone non sembrerebbe essere un difensore dell’eutanasia “attiva” degli anziani e degli infermi terminali né avrebbe proposto l’eliminazione dei malati mentali. Ugualmente, Platone non sembra essere riuscito ad individuare un’ottimale tipologia di rapporto medico-paziente, anche se lascia uno spazio importante all’opera di persuasione da parte del medico (sapiente) verso l’individuo malato (bisognoso della terapia e, in questo, dipendente dall’agire sanitario). Solo con l’arrivo della fede cristiana l’umanità è riuscita a scoprire il senso del dolore e il suo valore sia per la crescita della persona, sia per il bene dell’intero corpo sociale. In questo modo ha potuto superare le spinte eugenetiche, abortistiche ed eutanasiche del mondo antico che. Tuttavia, rinascono proprio oggi per la perdita di quei valori che erano stati assunti dal mondo occidentale grazie al Cristianesimo.
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Massé, Jacqueline C., and Marie-Marthe T.-Brault. "Maladie mentale et stigmatisation ou Comment on devient un malade mental pour la vie." Santé mentale au Québec 4, no. 1 (June 2, 2006): 73–83. http://dx.doi.org/10.7202/030048ar.

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Abstract:
La perspective sociologique telle que présentée ici en relation avec la santé et/ou la maladie mentale est basée sur une approche interactionniste du phénomène. En effet, la société est composée d'un ensemble de normes et de valeurs, partagées par la majorité des personnes au sein d'une même culture à une époque donnée. Ces normes dont l'apprentissage commence dès la naissance de l'individu, sont issues de la génération précédente et ainsi transmises de génération en génération. Normes et valeurs constituent le tissu social, fondement de notre vie en commun. Il s'agit d'une vision de la société centrée principalement sur les rapports entre les individus et la société, et entre les individus et les institutions, ces rapports étant définis par un ensemble d'interdépendance psychologique et sociale.
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Ward, John. "Le travail des malades mentaux en France. Histoire d’une utilité sociale dérobée." Santé mentale au Québec 27, no. 1 (February 12, 2007): 140–57. http://dx.doi.org/10.7202/014544ar.

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Abstract:
Résumé Le concept « d'aliénation mentale » au sens étymologique et philosophique veut dire « un processus subjectif par lequel un individu devient étranger à lui-même ». L'aliénation recouvre le sentiment d'impuissance (ne pas pouvoir influencer le cours des événements), l'absence de reconnaissance des normes sociales conduisant vers un isolement mental et social, enfin le manque de sens (ne pas comprendre le monde dans lequel on vit). Suivant Engels et Marx, comme le malade mental, le travailleur moderne est aussi touché par une forme d'aliénation, cette fois objective. Comme la maladie mentale, le travail fait de l'homme un étranger à lui-même et conduit à de multiples formes d'asservissement, par l'absence de pouvoir sur sa conduite, par l'obéissance aveugle à des normes sociales, et par la réification dans le produit aliéné du travail de son essence humaine conduisant à la perte de sens (Rosner, 1967).
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Mesquita, Mirka. "Le mental déficient et le mental malade." psychologie clinique, no. 46 (2018): 60–70. http://dx.doi.org/10.1051/psyc/201846060.

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Abstract:
Malgré les efforts déployés pour différencier les défauts d’intelligence des maladies mentales au long des siècles, leur symptomatologie reste significativement corrélée pour certains cas et empêche très souvent l’établissement d’un diagnostic minutieux et d’une prise en charge cohérente. Le présent article vise à dresser un portrait de l’évolution de la clinique différentielle entre les défauts d’intelligence et les maladies mentales au long des siècles en vue d’élucider les points de confusion symptomatologique entre ces deux affectations. Cette analyse s’appuie sur des informations provenant de sources variées, d’écrits scientifiques et historiques, sans pour autant avoir la prétention de réaliser une étude historique. La circonscription actuelle des troubles de l’intelligence dans la catégorie neurobiologique et, par conséquent, dans le champ social et de la rééducation, réduirait la possibilité de repérage et de prise en charge des troubles psychiques infantiles masqués ou induits par une éventuelle atteinte neurologique.
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Hajri, A., W. Homri, S. Ben Alaya, S. Charradi, and R. Labbane. "La sectorisation en psychiatrie : apports et limites." European Psychiatry 28, S2 (November 2013): 88. http://dx.doi.org/10.1016/j.eurpsy.2013.09.237.

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Abstract:
Introduction.La sectorisation en psychiatrie réalise l’organisation administrative gérant la maladie mentale et les répartitions des structures de soins de santé mentale. Elle est née en France en 1960 sous l’action de psychiatres désaliénistes et elle a réalisé un effondrement de l’asile psychiatrique en faveur d’une structure de soins communautaire.Objectif.Évaluer l’apport et les limites de la sectorisation instaurée en Tunisie en 2000.Méthodologie.Revue de la littérature en utilisant les mots clés : « sectorisation », « psychiatrie ».Résultats.La sectorisation a réalisé une désinstitutionalisation progressive ; elle a favorisé la prise en charge dans des structures de soins régionales ce qui a permis d’éviter la chronicisation des patients en institution fermée. Ceci a contribué considérablement à la lutte contre la marginalisation du malade mental, lui offrant une meilleure qualité de vie et une meilleure insertion sociale. Par ailleurs, un tel système réalise une proximité de soins et par conséquent un bénéfice en matière de précocité du traitement. Il cible une meilleure continuité des soins ce qui réduit le nombre de nouvelles admissions. Toutefois, la sectorisation soulève encore quelques contestations. En effet, les secteurs géographiques se caractérisent par d’importantes disparités en matière de ressources matérielles et humaines. Par ailleurs, ce système réalise une contrainte par rapport à la possibilité par le patient de choisir librement son médecin traitant ou l’hôpital de référence (les limites géographiques sont parfois interprétées abusivement).Conclusion.La sectorisation a réalisé une révolution dans l’histoire de la psychiatrie en termes de lutte contre la stigmatisation du malade mental. Encore faut-il réviser certaines modalités afin que ce système s’adapte au mieux à la demande de soins.
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Atias, Christian. "L’intérêt du malade mental et le traitement non thérapeutique en droit français." L’affaire Eve et la stérilisation des déficients mentaux 18, no. 3 (April 17, 2019): 677–92. http://dx.doi.org/10.7202/1058699ar.

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Abstract:
L’auteur donne les principes guidant le juriste français dans la recherche d’une solution pour sauvegarder les intérêts à la fois du malade mental, de sa famille, des tiers et de la société : le réalisme, l’indépendance du régime juridique et du traitement thérapeutique et surtout la protection du malade mental. Le droit français n’a pas toujours su éviter les pièges du conceptualisme en faisant du malade mental, en tant qu’incapable, une personne diminuée. L’empirisme a plutôt été mis de l’avant, qui a le mérite de se préoccuper d’abord de l’intérêt du malade mental, sans le carcan d’un régime détaillé de protection.
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Protais, Caroline. "Le malade mental, dangerosité et victime." Histoire, médecine et santé, no. 3 (June 1, 2013): 55–67. http://dx.doi.org/10.4000/hms.482.

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Gascon, Louis. "La réadaptation du malade mental chronique." Santé mentale au Québec 2, no. 1 (June 1, 2006): 1–12. http://dx.doi.org/10.7202/030012ar.

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Husain, Wan Ahmad Fauzi Wan. "Malaysia's States and Regions : From the Legal History of the Malacca Malay Empire (The Law of the Malacca Code) To the Federation of Malaya (The Federation of Malaya Agreement 1957)." International Journal of Psychosocial Rehabilitation 24, no. 5 (April 20, 2020): 2228–33. http://dx.doi.org/10.37200/ijpr/v24i5/pr201921.

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Luc Roelandt, Jean, Aude Caria, Imane Benradia, and Simon Vasseur Bacle. "De l’autostigmatisation aux origines du processus de stigma- tisation. A propos de l’enquête internationale « Santé mentale en population générale : images et réalités » en France et dans 17 pays." Psychology, Society, & Education 4, no. 2 (April 27, 2017): 137. http://dx.doi.org/10.25115/psye.v4i2.487.

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Abstract:
Resume: L’archétype du « fou » représente le paradigme du processus de stigmatisation et l’histoire de la folie apparaît comme une tentative de la faire disparaître en la médicalisant au profit de la notion de « maladie mentale ». Les résultats de l’enquête internationale SMPG nous montrent l’échec de la médicalisation de la folie à réduire la stigmatisation. Cette enquête décrit les représentations sociales associées aux archétypes du « fou », du « malade mental » et du « dépressif ». Réalisée en France (67 sites d’enquête) et dans 17 pays (20 sites internationaux), elle décrit les variants et invariants de ces trois archétypes. Elle décrit les facteurs d’une stigmatisation importante pour le groupe « fou / malade mental » : non responsabilité, non contrôlabilité, médicalisation, mauvais pronostic et dangerosité. Quel que soit le pays, le noyau dur des représentations associant folie et danger est enraciné dans l’imaginaire collectif et le « malade mental » porte les attributs d’un « fou » médicalisé. A l’inverse, l’étiquette « dé- pressif » semble plus acceptable et moins exposée à la stigmatisation. Très peu de personnes se reconnaissent dans la représentation collective du « fou » ou du “malade mental”, même celles qui ont des troubles mentaux diagnostiqués. Dès lors, comment sortir de la dichotomie folie/raison, eux/nous à la base du processus de stigmatisation, si pour tout le monde, et même les personnes qui ont des troubles, le fou c’est l’autre? Ce sera peut-être le rôle des patients eux-mêmes de lutter contre la stigmatisation et l’auto stigmatisation dans les années à venir. From the self-stigmatization to the origins of the stigmatization process. With regard to the survey «Mental health in the general population: images and realities» in France and 17 countries Abstract: The archetype of the ‘mad’ represents the paradigm of the stigmatization process and the history of madness appear as an attempt to make it disappear by their medicalization for the benefit of the concept of ‘mental illness ‘. The SMPG international survey results show the failure of the medicalization of madness to reduce stigma. This investigation describes the social representations associated to the archetypes of the ‘mad’, the “mentally ill” and the “depressed”. Made in France (67 sites) and in 17 countries (20 international sites), she describes the variants and invariants of these three archetypes. It describes the factors of significant stigmatization for the group ‘ mad / mentally ill ‘: non-responsibility, non-controllability, medicalization, poor prognosis and dangerousness. Regardless of the country, the hard core of representations combining madness and danger is rooted in the collective imagination and the “mentally ill” bears the attributes of a ‘mad’ medicalized. Conversely, the “depressive” label seems more acceptable and less exposed to stigma. Very few people recognize themselves in the collective representation of the ‘mad’ or the ‘mentally ill’, even those who have diagnosed mental disorders. Therefore, how to exit to the dichotomies madness/reason, us /them that are at the base of the process of stigmatization, if for all the people, and even people who have mental disorders, mad it is the other? This may be the role of the patients themselves to combat the stigma and self-stigma in the years to come.
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Gekière, Claire. "Comment le consentement vint au malade mental ?" Raison présente 144, no. 1 (2002): 81–97. http://dx.doi.org/10.3406/raipr.2002.3776.

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Lanouette, Nicole. "L’intégration du malade mental dans la société." Santé mentale au Québec 1, no. 1 (June 1, 2006): 121–30. http://dx.doi.org/10.7202/030011ar.

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Abstract:
À la suite de plusieurs années de pratique dans le milieu psychiatrique au Québec et à l'étranger, l'auteure expose ses préoccupations et ses interrogations sur l'avenir et le rôle des équipes de psychiatrie de secteur.
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Meloche, Monique. "Enfermer la folie." Santé mentale au Québec 6, no. 2 (June 13, 2006): 16–26. http://dx.doi.org/10.7202/030099ar.

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Abstract:
En Nouvelle-France, la folie a initialement été considérée selon les traditions européennes : les lunatiques doivent être exclus, mis hors de la vue. Très tôt, une distinction a été faite entre la fonction de protection, attribuée aux hôpitaux généraux et plus tard aux asiles, et la fonction de traitement entreprise à l’Hôtel-Dieu (mettant dans l’ombre le rôle joué par les hôpitaux généraux au 20e siècle). En 1960, le changement des concepts dans les champs de l’étiologie et du traitement de la maladie mentale, la largeur des hôpitaux mentaux et la transformation de la société du Québec de rural à urbain a accéléré la réorganisation des services psychiatriques, sans élément de risque d’exclusion du malade mental. Cet article décrit aussi brièvement les hôpitaux psychiatriques et leur dépendance au début des années 60 au Québec.
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SAMSUDIN, SHAMZAEFFA, and KEVIN TAN CHEE HONG. "Hubungan Antara Tahap Kesihatan Mental dan Prestasi Pelajar Sarjana Muda: Satu Kajian di Universiti Utara Malaysia." Jurnal Sains Kesihatan Malaysia 14, no. 1 (February 1, 2016): 11–16. http://dx.doi.org/10.17576/jskm-2016-1401-03.

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Ming, Yue, Zhihui Deng, Xianhua Tian, Yuerong Jia, Meng Ning, and Shuhua Cheng. "m6A Methyltransferase METTL3 Reduces Hippocampal Neuron Apoptosis in a Mouse Model of Autism Through the MALAT1/SFRP2/Wnt/β-catenin Axis." Psychiatry Investigation 19, no. 10 (October 25, 2022): 771–87. http://dx.doi.org/10.30773/pi.2021.0370.

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Abstract:
Objective Hippocampal neuron apoptosis contributes to autism, while METTL3 has been documented to possess great potentials in neuron apoptosis. Our study probed into the role of METTL3 in neuron apoptosis in autism and to determine the underlying mechanism.Methods Bioinformatics analysis was used to analyze expressed genes in autism samples. Institute of Cancer Research mice were treated with valproic acid to develop autism models. The function of METTL3 in autism-like symptoms in mice was analyzed with behavioral tests and histological examination of their hippocampal tissues. Primary mouse hippocampal neurons were extracted for in vitro studies. Downstream factors of METTL3 were explored and validated.Results METTL3, MALAT1, and Wnt/β-catenin signaling were downregulated, while SFRP2 was upregulated in the hippocampal tissues of a mouse model of autism. METTL3 stabilized MALAT1 expression by promoting m6A modification of MALAT1. MALAT1 promoted SFRP2 methylation and led to reduced SFRP2 expression by recruiting DNMT1, DNMT3A, and DNMT3B to the promoter region of SFRP2. Furthermore, SFRP2 facilitated activation of the Wnt/β-catenin signaling. By this mechanism, METTL3 suppressed autism-like symptoms and hippocampal neuron apoptosis.Conclusion This research suggests that METTL3 can reduce autism-like symptoms and hippocampal neuron apoptosis by regulating the MALAT1/SFRP2/Wnt/β-catenin axis.
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Dorvil, Henri. "La tolérance de la communauté à l’égard du malade mental." Santé mentale au Québec 12, no. 1 (June 5, 2006): 55–65. http://dx.doi.org/10.7202/030372ar.

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Abstract:
Résumé Cet article se divise en trois parties. Dans un premier temps, l'auteur trace l'histoire de la problématique de la tolérance à l'égard du malade mental et eu circonscrit les enjeux. Ensuite, pour expliquer la tolérance, il fait appel à cinq variables : l'ethnie, la classe sociale, le sexe, l'âge, le milieu urbain ou rural. En dernier lieu, il présente deux études de cas, l'une faite à l'Annonciation, l'autre à Montréal, qui illustrent une transformation positive des attitudes à l'égard du malade mental.
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Millaud, F., and J. L. Dubreucq. "Évaluation de la dangerosité du malade mental psychotique." Annales Médico-psychologiques, revue psychiatrique 163, no. 10 (December 2005): 846–51. http://dx.doi.org/10.1016/j.amp.2005.09.009.

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Paillot, Géraud. "L’imagerie mentale appliquée : du sport à la vie de malade chronique." Revue Neurologique 178 (April 2022): S165—S166. http://dx.doi.org/10.1016/j.neurol.2022.02.072.

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Zagury, Daniel, and Olivier Postel-Vinay. "Daniel Zagury : « Le psychopathe n’est pas un malade mental »." Books N° 43, no. 5 (May 1, 2013): 40–41. http://dx.doi.org/10.3917/books.043.0040.

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de Becker, E. "Avoir un parent malade mental : repères diagnostiques et thérapeutiques." Neuropsychiatrie de l'Enfance et de l'Adolescence 59, no. 6 (October 2011): 348–55. http://dx.doi.org/10.1016/j.neurenf.2011.04.003.

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Jakubczuk, Renata. "Caligula : malade mental ou fou de lucidité ? (Rostworowski et Camus)." Romanica Cracoviensia 21, no. 2 (2021): 145–56. http://dx.doi.org/10.4467/20843917rc.21.015.14070.

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Abstract:
Caligula: Mental illness or lucid madman? (Rostworowski and Camus) This article – focused on two plays about the Roman Emperor Caligula – has a double objective: firstly, it puts aside two dramatic versions of history of Caligula, and, secondly, it asks a question whether it is more legitimate to consider Caligula as a madman or as a mental patient. After introducing the playwrights Karol Hubert Rostworowski and Albert Camus, as well as the basic terminological concepts concerning the notion of madness and mental illness, the article analyses the symptoms of the illness and the madness included in the studied texts.
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Fargion, Valeria. "TIMING E SVILUPPO DEI SERVIZI SOCIALI IN EUROPA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 30, no. 1 (April 2000): 43–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029105.

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Abstract:
Introduzione La letteratura sul welfare state ha largamente privilegiato il settore pensionistico e la sanità, che peraltro costituiscono le componenti più rilevanti della spesa sociale in tutti i paesi europei. Tuttavia, nell'arco dell'ultimo decennio si è manifestato in ambito accademico un crescente interesse per le politiche socio-assistenziali. La nuova attenzione nei confronti di quest'area di policy, tradizionalmente considerata del tutto marginale nel contesto dei sistemi di protezione sociale, riflette la consapevolezza che nuovi bisogni sociali vanno diffondendosi in tutta Europa. A monte dei nuovi bisogni vi sono indubbiamente i profondi cambiamenti che hanno investito le nostre società sia sotto il profilo demografico sia per quanto riguarda la struttura familiare. Tali cambiamenti stanno infatti imponendo la ricerca di nuove soluzioni per far fronte alle esigenze di cura dei soggetti che non sono in grado di provvedere autonomamente a se stessi; ciò riguarda in primo luogo la terza e la quarta età, ma anche la prima infanzia, i portatori di handicap, i malati mentali ed i malati cronici.
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Maone, Antonio. "Psicoanalisi, psichiatria di comunitŕ e welfare sociale. Convergenze, controversie e nuove prospettive." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2010): 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002006.

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Abstract:
La legge 180 ha restituito i malati psichiatrici al territorio. In questo modo non ha risolto un problema, ma ne ha creati molti altri. Soprattutto ha creato confusione fra gli operatori della salute mentale che si trovano ad oscillare fra scoraggiamento e megalomania. Utile a riguardo il nuovo concetto di recovery, intesa come un obiettivo di recupero, ripresa e reintegrazione, piuttosto che guarigione clinica. Si tratta di un ribaltamento dell'approccio tradizionale che sposta il focus dalla malattia alla persona e puň tradursi in un progressivo riemergere di speranza, senso di potere e controllo personale (mastery, personal agency).
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Lavoie, Richard. "Le rôle des médias dans la socialisation du malade mental." Santé mentale au Québec 11, no. 2 (1986): 197. http://dx.doi.org/10.7202/030360ar.

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Dorvil, Henri. "L’accueil différentiel de la communauté à l’égard du malade mental." Santé mentale au Québec 13, no. 1 (June 5, 2006): 105–18. http://dx.doi.org/10.7202/030430ar.

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Abstract:
Résumé La première partie de cet article décrit trois expériences de réinsertion sociale du malade mental vécues au Québec, soit à l'Annonciation-Labelle, à Pointe-aux-Trembles et à Granby. Dans la deuxième partie, l'auteur fait appel à divers facteurs pour expliquer la différence d'attitudes observée parmi la population de trois milieux socio-culturels.
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Morissette, Louis. "Loi québécoise sur la protection du malade mental: modifications souhaitables*." Canadian Journal of Psychiatry 32, no. 8 (November 1987): 713–18. http://dx.doi.org/10.1177/070674378703200816.

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Abstract:
The author first draws the origins, in Québec, of the law concerning the safety of mental patients. Then, he discusses the essential elements (dangerousness, custody) of the law now in force, and he insists on its deficiencies (treatment, competency) The principles of liberty, integrity and right to refuse treatment are then studied in relation to the acutely ill patient who is kept in custody because of his illness and his potential dangerousness. The author finally formulates some suggestions for a law that will protect not only society but also the mental patients.
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Salvage, Philippe. "La responsabilité pénale du malade mental : les principes de base." Cahiers de la recherche sur les droits fondamentaux, no. 12 (December 1, 2014): 103–6. http://dx.doi.org/10.4000/crdf.1940.

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Louan, Elliot, Thierry Webanck, and Jean-Louis Senon. "L'évaluation du malade mental auteur d'infraction dans le système judiciaire québécois." Revue de science criminelle et de droit pénal comparé N° 2, no. 2 (2013): 271. http://dx.doi.org/10.3917/rsc.1302.0271.

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Laperrousaz, Y., and C. Neri. "Case-management pour patient psychique détenu : tour d’horizon." European Psychiatry 30, S2 (November 2015): S143. http://dx.doi.org/10.1016/j.eurpsy.2015.09.284.

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Abstract:
Maladie mentale et équilibre précaire, conditions de détention, réalisation du projet de soin, appréhension du placement en foyer, stigmatisation : ces facettes singulières s’expriment simultanément dans la prise en soin des patients Suisses détenus sous mesure pénale à des fins de placement institutionnel. Le malade psychique incarcéré sous article 59 du Code pénal suisse (20 % des détenus) voit sa peine suspendue au profit d’une incarcération dont la fin dépend, entre autres, de l’évolution du malade sur les critères de reconnaissance de la maladie et ceux de la dangerosité liée à la pathologie. Cette activité naissante (2012) s’adresse en premier lieu aux patients les plus démunis face aux changements (psychose, retard mental), le trouble psychique induisant souvent des mises en échec du patient face aux attentes de l’univers carcéral, incontournable pour accéder à la sortie. Cet accompagnement se veut lier des univers séparés par les murs, les prisons, les hôpitaux psychiatriques et les foyers et accompagner le détenu psychique à retrouver sa place dans la société. En s’appuyant notamment sur le concept de transition décrit par Meleis, et sur la gestion de situations complexes par la méthode de case management, cette liaison accompagne autant les soignants prenant en soin que les patients écroués soumis à cette complexité. Cette activité se trouve à la croisée du monde pénal et psychiatrique, soumis aux enjeux sociétaux actuels et majeurs en Suisse, la place du patient-détenu est un questionnement perpétuel pour eux comme pour nous, soignants. L’équipe actuelle se compose d’un infirmier case-manager de liaison et d’un psychiatre responsable du secteur psychiatrique dans une prison de haute sécurité ; l’activité se porte sur une mise en sens du parcours et du vécu auprès des patients, de coordination pour la cohérence des soins d’un milieu à l’autre.
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Sider, Chérifa, Farid Kacha, Iman Benradia, Jean-Luc Roelandt, and Yoram Mouchenik. "De la stigmatisation à l’exclusion de la personne désignée comme malade mentale en Algérie." Perspectives Psy 54, no. 2 (August 2015): 142–47. http://dx.doi.org/10.1051/ppsy/2015542142.

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Barnard-Thompson, Kathleen. "L’avenir des hôpitaux psychiatriques en Ontario." Santé mentale au Québec 22, no. 2 (September 11, 2007): 53–70. http://dx.doi.org/10.7202/032415ar.

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Abstract:
RÉSUMÉ Cet article passe en revue les rôles précédents et actuels de l'hôpital psychiatrique et s'interroge sur l'avenir de ces hôpitaux en Ontario. Actuellement et pour le proche avenir, le ministère de la Santé y possède et administre 10 hôpitaux psychiatriques, chacun desservant une population de 250 000 à plus de 3 millions. Outre l'expertise clinique, les hôpitaux psychiatriques ontariens contribuent grandement à l'enseignement et à la recherche. Le mouvement provincial de réforme en santé mentale revendique un transfert des ressources vers la communauté et une réduction des hôpitaux psychiatriques d'ici l'an 2003. En réaction aux pressions fiscales, en 1996, une législation établissait la Commission de restructuration des services en santé (CRSS), une corporation autonome ayant les pouvoirs de restructurer et reconstruire les services de santé en Ontario. La CRSS a jusqu'à maintenant recommandé la fermeture de quatre hôpitaux psychiatriques d'ici 1999 et l'intégration de leurs services au sein d'autres établissements médicaux. Bien que le système de soins en santé mentale ait besoin d'être rééquilibré, la précipitation engendrée par l'urgence fiscale de fermer les hôpitaux a créé au sein de ces établissements une atmosphère de crise pour le personnel et les patients. Il est peu probable que les ressources communautaires nécessaires seront en place pour accueillir ces changements. Les plans de restructuration fixent un échéancier irréaliste et semblent aussi sous-estimer l'importance du rôle joué par ces hôpitaux dans l'enseignement, la recherche, l'avancement des traitements cliniques et la réadaptation des malades sévèrement atteints. Il se pourrait qu'à long terme, l'intégration des services et la fermeture de ces hôpitaux résultent en un meilleur accès à des services qui soient davantage proches des petites communautés et en une déstigmatisation du malade mental. Toutefois, sans un contrôle serré et un leadership approprié, cela pourrait mener à une diminution de la recherche, de la formation et de la qualité des soins.
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Szwec, Gérard. "Plutôt fou que malade ?" Revue française de psychosomatique 27, no. 1 (2005): 7. http://dx.doi.org/10.3917/rfps.027.0007.

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Repetto, Giorgio. "LA CIVILIZZAZIONE. L’ESPANSIONE DEI DIRITTI NEGLI ANNI ‘60 E ‘70." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 52–76. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.236.

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Abstract:
Sia nell'attività legislativa che nelle decisioni giudiziarie relative alla valorizzazione dei diritti fondamentali, gli anni 1960-1979 coincidono con una fase di grandi innovazioni. Nonostante le fragili maggioranze parlamentari, in quel periodo vengono emanate una lunga serie di disposizioni legislative di ampio respiro nel campo delle libertà civili e dei diritti sociali: lavoratori, donne, malati mentali e altre minoranze trascurate godono di diritti individuali e beneficiano dell'istituzione di un assetto istituzionale più coerente dei servizi pubblici in molti settori. Il saggio indaga queste evoluzioni muovendo dall'analisi di cinque diversi cluster di diritti (lavoratori, famiglia, procedura penale, diritto alla salute e riforme settoriali) e cerca di evidenziare sia le luci che le ombre di tale processo di riforma.
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Ribas, Denys. "Quelle éthique pour l'analyste malade ?" Revue française de psychanalyse 71, no. 4 (2007): 1101. http://dx.doi.org/10.3917/rfp.714.1101.

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BAREILLE, N. "Le mal-être de l’animal malade et sa gestion en élevage." INRAE Productions Animales 20, no. 1 (March 7, 2007): 87–92. http://dx.doi.org/10.20870/productions-animales.2007.20.1.3440.

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Abstract:
L’objectif de cet article est d’amener des éléments de réflexion sur les conséquences de la maladie sur le bien-être des animaux et d’envisager les principales voies d’amélioration en élevage. Le bien-être physique de l’animal malade est compromis&nbsp;: il a des modifications physiologiques comparables à celles liées au stress, il doit adopter des postures et des mouvements anormaux afin de limiter la douleur, il a des difficultés à réaliser ses comportements normaux ce qui se traduit in fine par des baisses de performances. Son bien-être mental est lui aussi affecté. Une sensibilisation des intervenants en élevage au mal-être de l’animal malade doit être entreprise. L’éleveur doit détecter et prendre en charge rapidement ses animaux malades. Les vétérinaires doivent améliorer leurs procédures thérapeutiques en ayant recours dès que nécessaire aux analgésiques.
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Benharrats, Sarra Samra, and Mohamed Mebtoul. "Le malade “dit mental” : des pratiques inventives à l’hôpital psychiatrique de Sidi Chami." Insaniyat / إنسانيات, no. 80-81 (September 30, 2018): 105–17. http://dx.doi.org/10.4000/insaniyat.19458.

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Falissard, Bruno. "L’épidémiologie psychiatrique en question." Questions de santé publique, no. 11 (December 2010): 1–4. http://dx.doi.org/10.1051/qsp/2010011.

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Abstract:
De nombreuses études scientifiques tentent de mesurer la proportion de personnes souffrant de troubles mentaux comme la dépression ou l’anxiété généralisée dans la population. Les valeurs obtenues posent souvent problème : que signifient-elles et quelle est leur pertinence scientifique ? Comment les obtient-on ? Pour répondre à ces questions, il faut se souvenir que le malade est, par définition, celui qui sonne à la porte du médecin. La maladie, quant à elle, est une construction, un outil conceptuel qui aide le médecin à penser et à prendre en charge le malade. S’il existe des classifications modernes des troubles mentaux, elles ont beaucoup de mal à définir clairement ce qui caractérise le malade plutôt que la maladie. Une des grandes difficultés en épidémiologie psychiatrique est d’« opérationnaliser » ce qu’est un trouble mental, c’est-à-dire de faciliter et d’homogénéiser le diagnostic psychiatrique grâce à des instruments standardisés. Compte tenu de cette complexité à la fois méthodologique et conceptuelle, la plus grande prudence s’impose aux acteurs de santé publique quand ils prennent leurs décisions sur la base de mesures des différents troubles psychiatriques dans la population générale.
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Sefriyono. "RAMADHAN STAY: COLLABORATION BETWEEN TRADITION, TOURISM, AND SPIRITUALISM An Exploration of The Local Wisdom in Minangkabau." TAJDID : Jurnal Ilmu Keislaman dan Ushuluddin 16, no. 1 (April 22, 2019): 45–62. http://dx.doi.org/10.15548/tajdid.v16i1.85.

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Abstract:
Penelitian ini menyimpulkan, pada masyarakat pedesaan seperti di Minangkabau, akulturasi Islam dan tradisi lokal terimple-mentasi meskipun tradisi lokal tersebut betentangan dengan Islam—Islam dan tradisi lokal tidak saling mendominasi satu sama lain sebagaimana bisa dilihat dalamMukim Ramadhan yang diperlihatkan oleh Islam pedesaan seperti di Malalo, Sumatera Barat. Dalam rentetan prosesi Mukim Ramadhan ada tiga elemen budaya yang saling menguatkan yakni: tradisilokal, spritualisme, dan wisata.Tradisi lokal bisa dipahami dari sikap-sikap beragama seperti berdo‟a untuk mendapatkan kekuatan fisik, mental, dan kebersihan jiwa sebagai syarat pelaksanaan Mukim Ramadhan yang dilaksanakan di kuburan Tuanku Lima Puluh. Tingginya etos ibadah bisa dipahami dari ungkapan, “bulan di luar ramadhan adalah bulan untuk bekerja, bulan puasa bulan ibadah”. Sementara makna wisata bisa dilihat dari istirahat dari pekerjaan dan menikmati ibadah Ramadhan.
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Dervaux, A. "Impact d’Internet sur la relation médecin-malade." European Psychiatry 29, S3 (November 2014): 638–39. http://dx.doi.org/10.1016/j.eurpsy.2014.09.161.

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Abstract:
Les psychiatres doivent aujourd’hui composer avec les sites d’informations, forums et blogs consultés par les patients. Ceux-ci sont de plus en plus nombreux à rechercher sur Internet des informations, en particulier sur la dépression, les troubles anxieux, l’alcoolodépendance, l’efficacité et la tolérance des traitements. La qualité de l’information médicale sur Internet, très variable, comporte souvent des inexactitudes, des erreurs, des informations déjà obsolètes par rapport aux dernières connaissances scientifiques ou privilégiant le sensationnel.L’impact d’Internet sur la relation médecin-malade est très variable suivant les patients. Les informations trouvées sur Internet ne sont pas toujours bien assimilées et parfois favorisent les autodiagnostics, notamment de troubles bipolaires. Un travail de psychoéducation est nécessaire, mais long et nécessite d’être au courant des avancées scientifiques de la psychiatrie et des neurosciences [1].Plusieurs sites Internet de psychoéducation et applications pour smartphone ont été développés ces dernières années, notamment pour les troubles anxieux (par exemple MindShift). Ils semblent bien aider les patients, en complément de la prise en charge : dans une revue récente, 75 à 92 % des patients souffrant de troubles psychotiques jugeaient utiles les sites de psychoéducation, les forums pour les patients et les modules d’aide cognitivo-comportementale [2]. Néanmoins, certains auteurs ont souligné les limites qualitatives des programmes d’aide virtuelle des troubles anxieux [3].La place grandissante des réseaux sociaux de patients et la banalisation de l’évaluation des médecins par les patients peuvent également influencer la relation médecin-malade [4]. De plus en plus de sites aux États-Unis permettent aux patients de donner leur avis sur les praticiens et de les noter (ponctualité, courtoisie du personnel, facilité à obtenir un rendez-vous, temps passé avec le patient, capacité à écouter le patient et à répondre aux questions, niveau de confiance, adéquation du diagnostic, suivi après consultation…), mais reste cependant embryonnaire en France (par exemple www.notetondoc.com).
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Sabouret, Emmanuelle. "L'adolescent malade : quelle guérison pour le corps ?" L'Évolution Psychiatrique 71, no. 2 (April 2006): 311–30. http://dx.doi.org/10.1016/j.evopsy.2006.04.003.

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