Academic literature on the topic 'LUCIANO BIANCIARDI'

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Journal articles on the topic "LUCIANO BIANCIARDI"

1

Morini, Massimiliano. "Luciano Bianciardi." Target. International Journal of Translation Studies 32, no. 1 (November 1, 2019): 123–43. http://dx.doi.org/10.1075/target.19062.mor.

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Abstract:
Abstract Starting with a discussion of ‘translator-centred’ translation studies, this article discusses the Italian writer Luciano Bianciardi as translation practitioner and theorist. Working in the age of mechanical labour and mechanical typewriters, Bianciardi translated at incredible speed, putting in physically exhausting daily shifts. Not surprisingly, he articulated a vision of his trade that associated it with the physical effort of shifting heavy loads of mud – a job he had seen performed by labourers in his native Tuscany. However, he saw the process of ‘turning over’ this linguistic mud as no mere slavish effort: just as he ‘infected’ his original writings with his own target texts, Bianciardi consciously imbued his translations with his personality and his style.
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2

Allegri, Giuseppe, and Alessandro Guerra. "Un precario contro il sistema. Ricordando Luciano Bianciardi." HISTORIA MAGISTRA, no. 8 (March 2012): 119–31. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-008010.

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Abstract:
Forty years since Luciano Bianciardi's death (Grosseto, 14 December 1922-Milan, 14 November 1971) it is time to stress his heretical and visionary profile. In the conformist panorama of Italian literature, Bianciardi represented an exception, not only by the stylistic point of view, but also by the political one. His partnership with Delio Cantimori highlights the contradictions and the complexity of XX century, his adventurous cultural journey leads directly to our life, to our life agra.
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3

Raveggi, Patrizia. "Luciano Bianciardi e l’uva della collera." Studia Polensia 9, no. 1 (November 24, 2020): 175–84. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.08.

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Abstract:
Luciano Bianciardi pubblicò per testate diverse, negli anni tra il 1944 e il 1971, quasi mille articoli di natura estremamente varia, (elzeviri, rubrica delle lettere, critica televisiva, inchieste, cronache locali, pezzi sportivi), oltre ai suoi più noti romanzi e a opere di divulgazione storica dell’epopea risorgimentale: il tutto scritto nelle ore di riposo da quello che dal 1954 in avanti costituì il suo vero lavoro e fonte di reddito, un immane impegno traduttorio. Questo contributo individua nel percorso creativo dell’autore in parola, caratterizzato dalla tecnica del riuso di testi propri e altrui, da lui o tradotti o consultati per studio, una immagine balenatagli in mente durante il servizio militare, in guerra, sotto un bombardamento e da lui annotata poco a valle dell’evento in un suo Diario; tale immagine periodicamente riaffiora in altri scritti fino a fungere da conclusione del romanzo che lo avrebbe reso famoso.
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4

Dainotto, Roberto. "Luciano Bianciardi e il lavoro culturale." Italian Studies 65, no. 3 (November 2010): 361–75. http://dx.doi.org/10.1179/016146210x12593180344414.

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5

Raveggi, Patrizia. "Luciano Bianciardi, la straniante ma vivida sovrapposizione traduttiva." Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia 66 (2021): 337–42. http://dx.doi.org/10.17234/sraz.66.39.

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6

Chiarini, Ana Maria. "A Crítica do Progresso e do Trabalho Precário em La Vita Agra, de Luciano Bianciardi." Revista da Anpoll 1, no. 50 (December 30, 2019): 101–9. http://dx.doi.org/10.18309/anp.v1i51.1337.

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Abstract:
La vita agra, romance de forte caráter autobiográfico de Luciano Bianciardi,publicado pela Rizzoli em 1962, pode ser caracterizado como uma crítica contundente aomilagre econômico italiano, a bem-sucedida recuperação do pós-guerra em curso nos anosCinquenta e Sessenta na Itália. O narrador, que se muda para Milão com a missão terrorista devingar quarenta e três trabalhadores mortos em uma mina de carvão e acaba se tornando umtradutor, tem muito a dizer sobre o mundo do trabalho, o consumo e as relações pessoaisnuma grande cidade. Este texto se propõe a alinhar o romance à crítica do progresso, emparticular, a Walter Benjamin, e a evidenciar sua análise precursora da precarização dotrabalho nas últimas décadas.
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7

Inzerillo, Giovanni. "Milano e la borghesia destinata a non lottare. Teorema di Pier Paolo Pasolini e La vita agra di Luciano Bianciardi tra letteratura e cinema." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 241–54. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67462.

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Abstract:
Il saggio si propone di indagare i rapporti che intercorrono tra le due opere apparse quasi contemporaneamente negli anni Sessanta e adattate a pellicola cinematografica. Si porterà avanti un raffronto tra i romanzi e le pellicole ad essi ispirate da cui emergeranno punti di contatto come pure significative rielaborazioni. Si cercherà inoltre di comprendere come il cinema abbia potuto, assai più di quanto fatto dalla scrittura narrativa, dare fama non soltanto alle opere in questione ma più in generale ai loro autori.
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8

Vilei, Leonardo. "Nota introduttiva." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 9–10. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75604.

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Abstract:
Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini e Cuadernos de Filología Italiana ha scelto di inaugurare con il suo nome il ritorno editoriale di una proposta monografica che da questo numero accompagnerà nuovamente le tradizionali sezioni di linguistica, letteratura e delle recensioni. Gli anniversari, si sa, possono essere momenti ambigui della riflessione e a volte convogliano su un dato autore attenzioni dal valore più mondano che intellettuale; il 2022, per giunta, ci ricorda che cento anni fa nascevano anche, solo per restare in ambito letterario, Beppe Fenoglio, Giorgio Manganelli, Luigi Meneghello e Luciano Bianciardi. Le ragioni della nostra scelta si fondano innanzitutto sulla capacità che Pasolini ha di interrogare ancora e sempre i nostri studenti, spesso stupiti nei loro primi approcci con l’autore che più di ogni altro, nella complessa costellazione del nostro Novecento, rinnova in ugual misura sconcerto e ammirazione in chi gli si avvicina per la prima volta, anche grazie o a causa del suo essere arcipelago di linguaggi e proposte. La sua esperienza artistica, per giunta, compressa in un trentennio vertiginoso, non può essere ascritta a una sola disciplina di studi e ciò ci pone automaticamente nella circostanza di aprire le maglie della nostra specializzazione ad altri sguardi e altri saperi. Vastità e complessità – e ben inteso, inciampi e contraddizioni – restano a buon conto caratteri essenziali della sua opera, eredità da coltivare e mettere in valore. Quasi cinquant’anni dopo la sua morte, pensiamo inoltre che sia possibile osservare la sua traiettoria consapevoli che ai significati della sua opera, per usare un’acuta analisi di Walter Siti (2005: 135), si è andato sovrapponendo il significante del «mito Pasolini». Non ignoriamo, del resto, che è a quel mito che spesso si avvicinano abbagliati altri giovani e altri artisti, ma ciò non ci esime, semmai ci incita, dal proseguire il lavoro ermeneutico, filologico e culturale che qui presentiamo.
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9

Mastrogianakos, John. "Embedded Narratives of Subversion in Luciano Bianciardi's La Vita Agra." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 37, no. 1 (March 2003): 121–46. http://dx.doi.org/10.1177/001458580303700107.

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Abstract:
Building on Bakhtin's “plurality of voices” and on an anti-Hegelian exclusion of the subject from historical process, the essay explores how the unconventional plot of the novel symbolically resists and parodies the capitalist principles of contemporary 1960's Italian consumer society. The novel achieves this resistance by a calculated embedding of narrative spaces of transgression and rule-breaking actions within the main frame narrative, thereby positing an unproductive and non-conformist clash between the narrator-protagonist's hallucinatory and doxastic worlds (embedded texts) and the objective world of consumer society — represented by the frame narrative.
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10

Mastrogianakos, John. "Structure and Anti-Structure in Luciano Bianciardi's Aprire il fuoco." Italian Culture 20, no. 1 (January 1, 2002): 101–21. http://dx.doi.org/10.1179/016146202803656820.

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Dissertations / Theses on the topic "LUCIANO BIANCIARDI"

1

Macri', Diana <1983&gt. "Raccontare Milano negli anni del miracolo economico: Luciano Bianciardi, Giorgio Bocca, Antonio Cederna, Danilo Montaldi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2988.

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Abstract:
Gli anni del miracolo economico furono caratterizzati da una decisiva trasformazione della società italiana, che sta alla base dell'Italia odierna. Milano viene considerata la "capitale" dove si svilupparono queste nuove energie. Mi propongo di mostrare gli sguardi su Milano di alcuni intellettuali che gravitavano intorno alla città proprio mentre le trasformazioni economiche, sociali e culturali erano in atto. Il contributo di tali intellettuali alla conoscenza di Milano si inseriva in un clima in cui le forze culturali più genuine ed indipendenti si proposero di conoscere e di documentare ciò che stava avvenendo, al di là della facile retorica sul boom che pervadeva i mezzi di informazione.
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2

Marra, Emiliano. "Storia e contro-storia.Ucronie italiane: un panorama critico." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/11001.

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Abstract:
2013/2014
Lo scopo della ricerca è tracciare un panorama approfondito delle narrazioni ucroniche pure prodotte in ambito italiano. Si intende per ucronia pura un testo letterario – lungo o breve – incentrato su un’ipotesi retrospettiva che proponga uno svolgimento alternativo a un fatto storico consolidato: l’aggettivo pura vuole specificare le narrazione di storia alternativa la cui divergenza non sia dovuta a dispositivi finzionali altri, quali il viaggio nel tempo e gli universi paralleli. Di conseguenza, l’elaborato si focalizzerà solo sui testi allostorici ambientati in un universo ucronico indipendente e autosufficiente: tenendo ben presente questo limite, saranno delineati alcuni confronti sia con i testi ucronici “spuri”, sia con la produzione storiografica controfattuale. Se lo stato degli studi sull’ucronia è piuttosto frammentario ed è stato affrontato dal dibattito accademico solo negli ultimi trent’anni1, questo atteggiamento narrativo è invece piuttosto antico e ha subito diverse trasformazioni nel corso della sua storia: la speculazione controfattuale, infatti, dopo essere nata agli albori della storiografia, all’interno delle opere di Erodoto e Livio, è restata una possibilità assolutamente minoritaria all’interno della letteratura occidentale, se non altro fino allo sviluppo delle narrazioni utopiche in epoca moderna. Dopo una fase che è stata definita da molti come “protoucronica” e che ha attraversato tutto il XIX secolo, con la nascita della moderna fantascienza l’ucronia ne diventa un sottogenere, perlomeno fino alla fine della Guerra Fredda, dopo cui ha guadagnato nuovamente una certa autonomia. La prima parte della ricerca è focalizzata nell’indagine delle opere protoucroniche prodotte in ambito italiano e chiude con l’analisi del primo romanzo propriamente ucronico scritto in lingua italiana, ossia Benito I imperatore di Marco Ramperti. Partendo dai testi critici degli anni Ottanta2, ho inizialmente analizzato nel suo contesto la prima ipotesi controfattuale esplicita della storia, ovvero quella inserita da Lorenzo Pignotti nella sua Storia della Toscana sino al principato. Mi sono poi concentrato su un gruppo di opere a cavallo fra XIX e XX secolo le cui caratteristiche potevano risultare di un certo interesse nel tentativo di tracciare alcuni precursori della narrativa fantastorica italiana e il rapporto che spesso intrattiene con un immaginario reazionario. Inoltre, ho inserito un paragrafo che esamina la ricezione dell’opera di Renouvier in Italia e la squalifica di Croce nei confronti delle ipotesi controfattuali nella storiografia: il punto di contatto è il filosofo di Adriano Tilgher, allievo di Croce che aderirà al fascismo e con cui polemizzerà proprio sull’antistoricismo di Renouvier. Tilgher, infatti, sarà il primo autore italiano a utilizzare esplicitamente il calco ucronia, traslato dal francese uchronie, e l’interesse di Evola nei confronti della sua filosofia rappresenterà un importante punto di contatto fra il problema delle ipotesi controfattuali nella storiografia e nella narrativa e l’interesse proficuo fra la destra italiana radicale e spiritualista e l’ucronia Questa sezione dell’elaborato termina perciò con l’analisi del primo romanzo ucronico italiano, ovvero Benito I Imperatore di Marco Ramperti, la cui stesura e pubblicazione si colloca all’interno del contesto storico del primo attivismo neofascista italiano e dello scontro fra i vertici del MSI e i giovani reduci di Salò vicini al Ragguppamento Giovanili (con i quali si schiera Ramperti, nonostante la differenza di età). L’edizione del romanzo sarà infatti di poco precedente al processo contro i FAR (e Julius Evola) che determinerà un’importante battuta di arresto in questo primo movimentismo neofascista. Nella seconda parte dell’elaborato si propone l’esame del periodo che va dalla pubblicazione di Benito I all’edizione dell’antologia di racconti ucronici Fantafascismo! curata da Gianfranco de Turris. La prima sezione analizza tre singolari romanzi ucronici totalmente slegati sia dagli ambiti della destra radicale che da quelli della nicchia fantascientifica, ma anche dotati di una notevole indipendenza dai modelli stranieri. Si tratta di Asse pigliatutto di Lucio Ceva, Aprire il fuoco di Luciano Bianciardi e la principale opera ucronica italiana, ovvero Contro-passato prossimo di Guido Morselli. Dopo un paragrafo introduttivo in cui si illustrano i motivi per cui si potrebbero indicarli come testi canonici di una linea indipendente e prettamente italiana di narrativa ucronica, la trattazione prosegue con l’analisi di Aprire il fuoco, romanzo che non presenta le caratteristiche dell’ucronia pura, ma che risulta una tappa fondamentale nella cronologia della fantastoria italiana, soprattutto per la sua grande originalità. Successivamente, si cerca di mettere in comparazione Contro-passato prossimo con l’ucronia più rappresentativa in ambito anglosassone, ovvero The Man in the High Castle di Phili K. Dick, in modo da far emergere, attraverso il raffronto fra queste due opere esemplari, alcune caratteristiche comuni alle ucronie mature. La seconda sezione di questa parte, invece, ricostruisce sinteticamente la storia del dibattito su fantascienza e fascismo all’interno delle riveste di settore italiane e il ruolo di questa querelle nella compilazione dell’antologia di racconti ucronici ad ambientazione fascista, uscita con la curatela di Gianfranco de Turris per i tipi di Settimo Sigillo nel 1999. In questa raccolta, infatti si trova il racconto da cui scaturirà la saga ucronica italiana di maggior successo, ovvero quella di Occidente di Mario Farneti, la cui pubblicazione fomenterà nuovamente la polemica sulla letteratura fantastica neofascista, anche grazie a un articolo di Valerio Evangelisti su Monde Diplomatique. Dopo l’analisi della saga di Occidente, la seconda parte chiude con una rassegna delle altre pubblicazioni ucroniche italiane degli anni Novanta. La terza parte esamina la situazione della narrativa ucronica italiana negli anni Duemila e offre una breve rassegna delle tendenze attuali. In essa sono affrontate le varie forme di ucronia fantafascista slegate dall’ambiente della destra radicale (o in aperta polemica con esso), come i due romanzi di Giampietro Stocco ambientati in un’Italia in cui il regime è sopravvissuto fino agli anni Sessanta e l’Epopea fantastorica italiana di Enrico Brizzi, ovvero la saga che rappresenta forse l’esito più interessante, da un punto di vista letterario, della narrativa ucronica italiana dopo Contro-passato prossimo. Nella saga allostorica di Brizzi, infatti, il fascismo vittorioso viene rappresentato non tanto nella sua brutalità – come nei romanzi di Stocco – quanto in relazione con i suoi aspetti grotteschi. Inoltre, per certi versi, il primo romanzo del ciclo, L’inattesa piega degli eventi, oltre a rappresentare un raro caso di narrativa sportiva italiana, cerca di innestarsi nell’esile tracciato delle opere storiche e letterarie italiane che cercano di rileggere in un’ottica post-coloniale il passato imperialista del nostro paese. Oltre a questi due cicli, sono analizzate le altre antologie ucroniche curate da de Turris e da altri e pubblicate sulla scia del successo di Occidente. La conclusione di questa parte e dell’intera ricerca si concentra sugli ultimi anni, segnati dall’esaurimento del filone fantafascista (allineato o meno agli ambienti della destra sociale) e dalla comparsa dei primi esempi di steampunk italiano, una sorta di sottogenere fantastorico del fantasy, privo delle ambizioni della letteratura ucronica, di cui sembra semmai una versione depotenziata. In chiusura della ricerca è stata inserita un’appendice in cui sono schematizzate tutte le narrazioni ucroniche pure considerate, con i loro punti di divergenza e alcune proposte personali di catalogazione tassonomica dei testi.
XXVII Ciclo
1981
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Books on the topic "LUCIANO BIANCIARDI"

1

Luciano Bianciardi: Bibliografia 1948-1998. Firenze: Società editrice fiorentina, 2001.

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2

Gambacorti, Irene. Luciano Bianciardi: Bibliografia 1948-1998. Firenze: Società editrice fiorentina, 2001.

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3

1922-1971, Bianciardi Luciano, and Gessani Alberto, eds. L' intellettuale disintegrato: Luciano Bianciardi. Roma: Ianua, 1985.

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4

Luciano Bianciardi: La protesta dello stile. Roma: Carocci editore, 2017.

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5

Il monoscopio opaco: Riflessioni su Luciano Bianciardi. Roma: Editore XY.IT, 2020.

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6

Francioni, Elisabetta. Luciano Bianciardi bibliotecario a Grosseto (1949-1954). Roma: Associazione italiana biblioteche, 2016.

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7

Luciano Bianciardi: Uno scrittore fuori dal coro. Pistoia: Centro di documentazione di Pistoia, 2011.

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8

I fannulloni frenetici: Luciano Bianciardi e l'industria editoriale. Ghezzano (PI) [i.e. Pisa, Italy]: Felici, 2009.

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9

"Io mi oppongo": Luciano Bianciardi garibaldino e ribelle. Ariccia (RM): Aracne editrice int.le S.r.l., 2016.

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10

La morte irridente: Ritratto critico di Luciano Bianciardi uomo, giornalista, traduttore, scrittore. Lecce: P. Manni, 2000.

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Book chapters on the topic "LUCIANO BIANCIARDI"

1

Lima, Eleonora. "Mechanized Women and Sentient Machines: Language, Gendered Technology, and the Female Body in Luciano Bianciardi and Tiziano Scarpa." In Posthumanism in Italian Literature and Film, 163–84. Cham: Springer International Publishing, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-39367-0_8.

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2

Bellia, Erica. "Viaggio in Barberia di Luciano Bianciardi." In «Un viaggio realmente avvenuto». Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-344-1/031.

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Abstract:
Luciano Bianciardi visited Maghreb in 1968 and wrote about this experience in Viaggio in Barberia, published in 1969 by Editrice dell’Automobile. This trip offered him – a naturally sedentary writer – the opportunity to reflect theoretically on the possibilities and limits of travelling and of travel writing. By linking Viaggio in Barberia to other textual references from both Bianciardi and Enzo Melandri, this paper is going to propose a reading of the book which stresses its theoretical metaliterary force. In particular, Bianciardi’s reflections on analogy as the logical structure most frequently employed by travellers seem to open a fertile terrain for further exploration.
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3

Gillen, Samantha. "8. Fare la vita grigia: The Industrial City of Italo Calvino and Luciano Bianciardi." In Interpreting Urban Spaces in Italian Cultures, 183–204. Amsterdam University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.1515/9789048554638-010.

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