Academic literature on the topic 'Lotta e lavoro'

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Journal articles on the topic "Lotta e lavoro"

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Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001008.

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Abstract:
Il concetto di "lavoro" č implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attivitŕ di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro č l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identitŕ del soggetto. La societŕ in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creativitŕ che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticitŕ della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciň implica la fiducia nelle nascenti capacitŕ creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente." Ricerca Psicoanalitica 22, no. 1 (April 30, 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.4081/rp.2011.463.

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Abstract:
Il concetto di "lavoro" è implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attività di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro è l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identità del soggetto. La società in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creatività che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticità della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciò implica la fiducia nelle nascenti capacità creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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Lerche, Jens. "Questioni agrarie o questioni del lavoro? La questione agraria e la sua irrilevanza per il lavoro rurale nell'India neo-liberista." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 128 (December 2012): 76–105. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128006.

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Abstract:
Fra gli economisti politici classici, Terry Byres sostiene che una transizione agraria di successo conduce a uno sviluppo capitalista nazionale dinamico e che tali transizioni sono il risultato di specifiche lotte agrarie di classe. Decenni di sviluppo neo-liberista hanno mosso varie sfide a questa posizione, tra cui la visione che oggi la lotta č tra il "regime alimentare internazionale" e i contadini "come gruppo unificato". Un'altra posizione č quella di Henry Bernstein il quale sostiene che, per il capitale, una transizione agraria a livello nazionale non č piů necessaria né possibile. Il saggio indaga questa discussione in relazione all'India, attraverso l'analisi sia del dibattito riguardante l'economia politica agraria in India sia lo sviluppo agrario del paese oggi. La conclusione č che, mentre lo sviluppo capitalista ha avuto luogo nell'agricoltura indiana, a questo non si č aggiunta una transizione agraria di successo che č effettivamente stata superata in molte parti del paese, almeno nell'immediato futuro.
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Nazzaro, Ubaldo. "LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE TRA STRATEGIA DELLA TENSIONE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI." Revista de Direito Brasileira 21, no. 8 (March 19, 2019): 385. http://dx.doi.org/10.26668/indexlawjournals/2358-1352/2018.v21i8.5238.

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Guarriello, Fausta. "Lotta al lavoro infantile e trasformazione del ruolo dell'ILO." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 125 (May 2010): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125004.

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D’Onghia, Madia. "Casse edili e Durc: un rapporto virtuoso per la lotta al lavoro irregolare." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 172 (February 2022): 685–702. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172012.

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Abstract:
Il saggio, dopo aver sinteticamente ricostruito lo sviluppo delle Casse edili, analizza la funzio-ne di certificazione pubblica connessa al rilascio del Documento di regolarità contributiva. L'Autrice evidenza come nel settore edile la bilateralità, senza rinnegare il proprio Dna, svolga un ruolo strategico nella lotta al lavoro irregolare, realizzando un connubio tra interessi colletti-vi e interessi pubblici generali.
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Caracci, Francesco. "Tra inferno precario e paradiso resistente: un’analisi sociosemiotica di Insorgiamo." Altre Modernità, no. 31 (June 1, 2024): 308–24. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/23101.

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Abstract:
Il presente lavoro intende esplorare l’intreccio tra utopia, realtà e politica nella costruzione di un mondo socialmente più giusto, libero e solidale attraverso il testo Insorgiamo¸ ‘archivio dissidente’ nato dall’esperienza del Collettivo di fabbrica degli operai dell’ex-GKN. L’utopia concreta proposta da Gorz individua nell’alienazione che si origina dal precariato il suo nucleo generativo e vede come soluzione praticabile la riappropriazione del tempo liberato dal lavoro salariato per progetti collettivi, atti a risvegliare il collective intellect. Analogamente, Armiero nota come il Capitale manifesti sé stesso e riproduca le disuguaglianze attraverso le wasting relationships, alle quali contrappone le commoning relationships come forma di resistenza. Il rapporto dialogico tra critiche del presente e prospettive future viene esemplificato nel testo Insorgiamo. Diario collettivo di una lotta operaia (e non solo), che, attraverso la narrazione della propria cronistoria, presenta le criticità del mondo lavorativo italiano e la riorganizzazione collettiva di soggettività solidali, ribelli e scomode. L’analisi sociosemiotica costituirà la base metodologica e speculativa per presentare, da un lato, come il neoliberalismo abbia configurato il mondo lavorativo su ‘logiche di scarto’; dall’altro, come l’intelligenza collettiva e la convergenza delle lotte permettano di creare una forte opposizione ai modelli neoliberali e consumistici.
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Petrosino, Silvano. "Su ciň che non si riesce quasi piů a intendere parlando di lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 15–28. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117002.

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Abstract:
A partire da un'analisi dei primi capitoli del Genesi, il saggio arriva ad individuare nel "coltivare e custodire" il senso piů profondo del lavoro che il testo biblico, prima ancora della caduta e dell'espulsione dell'Eden, assegna all'uomo. All'interno di questa analisi la creazione viene fatta emergere come un evento perfetto ma incompiuto, perfetto proprio perché incompiuto, e incompiuto perché in attesa del lavoro, unico e insostituibile, di ogni singolo uomo. Delineata questa logica di fondo, il contributo prende in esame i principali equivoci che affliggono l'attivitŕ umana quando essa smarrisce la sua complessa articolazione antropologica: si tratta della separazione del "coltivare" dal "custodire", e soprattutto di quella "estrema specializzazione" del concetto stesso di lavoro che non a caso finisce per essere semantizzato solo in riferimento alla lotta per la sopravvivenza e alla fatica ad essa connessa.
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Ponzellini, Anna M. "Tempo e lavoro. Una lotta per la libertà e altre storie." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 161 (December 2021): 249–59. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161013.

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Biasi, Marco. "L'arrêt KG e la temporaneità del lavoro somministrato: essere o dover essere?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 301–24. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170007.

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Abstract:
Nel contributo ci si interroga sulla conformità della vigente normativa italiana in materia di somministrazione di lavoro con la direttiva 2008/104/CE, la quale, nella recente lettura della Corte di giustizia dell'Unione europea in C-681/18, KG, obbligherebbe gli Stati membri a ga-rantire, anche attraverso gli organi giurisdizionali, che il lavoro interinale conservi un carattere temporaneo. L'Autore esclude che la regolazione nazionale della somministrazione a tempo determinato presenti problemi di adeguamento alla cornice europea, fungendo i presupposti della causale e della durata massima del rapporto di lavoro con l'agenzia da efficaci, per quanto "indiretti", baluardi rispetto all'impiego stabile del lavoratore presso l'utilizzatore. Con riguar-do alla compatibilità del c.d. staff leasing con il requisito della temporaneità dell'assegnazione, l'Autore rileva che da una direttiva che si rivolge al lavoro interinale (intrinsecamente tempora-neo) non possa ricavarsi il divieto di ricorrere ad uno strumento con caratteristiche diverse, il quale neppure ostacola il raggiungimento degli obiettivi, perseguiti dalla direttiva 2008/104/CE, della lotta al precariato e della promozione dell'occupazione di qualità.
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Dissertations / Theses on the topic "Lotta e lavoro"

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Bontae, Antonella <1960&gt. "Il Movimento per il Salario al Lavoro Domestico: una lotta femminista (anni 1970-80)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8886.

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Abstract:
Il movimento per il Salario al Lavoro Domestico rappresenta una fase del femminismo che persegue la rivendicazione per valorizzare un lavoro invisibile e massacrante il cui sfruttamento dipende dal sistema patriarcale. La ricerca si concentra sui gruppi con sede a Venezia e Padova con collegamento internazionale e tratta anche i temi della prostituzione, della violenza sessuale e dell'aborto. Individua la creatività delle donne nella musica, nel teatro e nelle manifestazioni pubbliche; contiene documenti, interviste e immagini.
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Iacovone, Lucia <1991&gt. "TRAPER@S DE EMAÚS DELLA REGIONE DI MURCIA: UN’ESPERIENZA DI LOTTA CONTRO LA POVERTà ED ESCLUSIONE SOCIALE ATTRAVERSO IL LAVORO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10863.

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Abstract:
Dopo la crisi del 2008, la risposta dei vertici dell’Unione Europea arriva nel 2010 con il lancio della strategia Europe 2020 volgendo per la prima volta attenzione agli esclusi dal sistema democratico europeo e dandone equo valore rispetto agli obiettivi economici. Nel 2017 la Commissione Europea emette un documento, il European Pillar of Social Rights, per ridefinire i diritti dei cittadini europei tra i quali spiccano il diritto ad una formazione continua e mirata alle esigenze del mercato di lavoro ed il supporto personale nella ricerca di occupazione. Il discorso prosegue poi con l’osservazione di molti studiosi sulla crisi del 2008, definendola una crisi di tipo qualitativo piuttosto che quantitativo, che ha dimostrato il declino dell’”era delle irresponsabilità” e che risulta necessario proporre nuovi paradigmi basati su valori etici, democratici e rispettosi dell’ecosistema. A tale scopo vengono presentate, nelle loro linee generali, alcune iniziative: la Economia del Bene Comune, La Economia Circolare, l’alternativa del Vivere Bene. Infine, l’alternativa che pare rispondere in maniera più adeguata a questioni sociali quali la disoccupazione, esclusione sociale e povertà viene dall’Economia Sociale e Solidale che viaggia di pari passo con l’Economia Femminista che introduce il concetto di sostenibilità della vita. Successivamente, il discorso passa all’introduzione del Movimento Emmaus fondato dall’Abbé Pierre subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Uomo di grande carisma e umanità, ha saputo dare voce ai poveri. In aggiunta, è stato in grado di prevedere le sfide ambientali ed è dai rifiuti che la società produceva che i suoi stracciaioli cominceranno a combattere le cause della miseria. Si farà autore di molte battaglie tra cui quella per il diritto ad un tetto e per la miseria nel mondo. Coglierà l’importanza dei mezzi di comunicazione da cui lancerà il suo grido di umanità. Scopo della tesi è di dimostrare come Traperos de Emaús della Regione di Murcia, Spagna attraverso il riciclo e nella sua struttura di impresa sociale combatte la lotta alla povertà ed alla esclusione sociale, la disoccupazione, mette in pratica i principi della Economia Solidale. Risponde in maniera pratica alle raccomandazioni dell’Unione Europea.
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CLEMENTE, GIACOMO. "L'APPARATO SCOLASTICO E LE SUE FUNZIONI. UNA INDAGINE STORICO-FILOSOFICA A PARTIRE DAI TESTI EDITI E INEDITI DI L. ALTHUSSER E DELLA SCUOLA ALTHUSSERIANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262897.

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Abstract:
La ricerca è una ricostruzione storico filosofica delle tesi di Louis Althusser e del gruppo dei suoi allievi relative alla descrizione dei processi di formazione della scuola di classe e della loro funzione. Essa è in gran parte basata su due gruppi di scritti la cui quasi totalità è ancora inedita e sulla quale non esiste perciò una consolidata tradizione di ricerca. I due gruppi di scritti sono inquadrabili in due fasi storiche distinte. Al fine di sottolinearne la specificità, ogni fase storica che prenderò in esame sarà analizzata come se fosse un momento conclusivo di riflessione teorica. La prima fase pertiene a un testo poco noto di Althusser, Problèmes étudiants, del gennaio ’64. Ad esso sarà dedicato il primo capitolo. Si tratterà di comprenderne la genesi e illuminarne la ricezione. Qui basti dire che il testo fu occasionato dalle pesanti accuse di autoritarismo che Bruno Queysanne rivolse ad Althusser in occasione della lezione inaugurale dedicata a Théorie et Méthode en Sciences Humaines che quest’ultimo tenne nel dicembre del ’63 al seminario di Pierre Bourdieu e Jean-Claude Passeron. Al centro di Problèmes étudiants c’è in gioco un certo tipo di funzione pedagogica che, collocata nel quadro di un’epistemologia materialista, rappresenta il dispositivo che sta alla base della trasmissione verticale (tra chi sa e chi non sa) di generalità scientifiche (ovvero, di contenuti di sapere vero). Alla seconda fase, in rottura con la prima (per ammissione dello stesso Althusser che in Sur la reproduction denuncia la tendenza tecnicista e teoreticista di Problèmes étudiants), dedicherò il resto della ricerca. A tale fase, in linea con la formula contenuta nel celebre articolo Idéologie et appareils idéologiques d’État del ’70, pertiene la questione del rapporto tra apparato scolastico e riproduzione dei rapporti di produzione capitalistici. A tal fine ho analizzato la vasta mole di dattiloscritti e manoscritti inediti, ancora trascurati dalla letteratura althusseriana, legati a un progetto incompiuto di opera collettiva intitolata Écoles. Tale progetto è andato formandosi per opera dello stesso Althusser e, sopratutto, di Étienne Balibar, Pierre Macherey, Michel Tort, Roger Establet e Christian Baudelot. Dalla lettura dello studio che segue emergerà come quella sui processi di formazione, lungi dal rappresentare l’esito di interessi soltanto occasionali, sia per Althusser e il 'groupe Spinoza' una questione di portata centrale e, per certi versi, decisiva per comprendere le istanze reali che stanno dietro al meccanismo di funzionamento della riproduzione sociale. In questo senso, l’importanza di questo studio ha necessariamente un doppio rilascio. Dal punto di vista storico è quella di gettare una luce piuttosto inconsueta nell’ambito della letteratura althusseriana riguardo a quella che può essere definita ‘questione pedagogica’. In questo senso, la ricostruzione storiografica delle linee teoriche facenti capo alle due fasi storiche riportate sopra, contribuisce a complicare il rapporto teorico che Althusser intrattiene con la funzione dell’istituzione scolastica con e al di là della tesi sugli apparati ideologi di Stato del ’70, che tuttora rappresenta il punto di riferimento teorico elettivo per delineare i contorni di tale questione. Tale ricostruzione storica ha, d’altro lato, necessariamente delle ricadute teoriche, vale a dire degli effetti di integrazione e di approfondimento delle tesi althusseriane più strettamente filosofiche. L’originalità di questo punto di vista, sta nel fatto che tali ricadute attribuiscono al ‘discorso pedagogico’ di Althusser una valenza sostanziale dal momento che risultano funzionali all’ampliamento del perimetro di comprensione delle sue tesi filosofiche.
The following research is an historical-philosophical reconstruction of the work by Louis Althusser and the group of his scholars regarding the description of the educational processes and their function. The reconstruction is mainly based on two sets of papers still unpublished for the most part and about which a solid tradition of research does not exist. The two sets of papers can be contextualized in two separate historical phases. With the aim of highlighting the peculiarity, each historical phase will be considered as it was a conclusive moment of a theoretical cogitation. The first phase corresponds to a little-known essay by Althusser, Problèmes étudiants, published in January 1964. The first chapter will be dedicated to this work and the objective will be to comprehend its genesis and shed light on its reception. Suffice it to say that Althusser’s essay was motivated by the serious accusations of authoritarianism that Bruno Queysanne addressed to Althusser in occasion of the inaugural lecture dedicated to Théorie et Méthode en Sciences Humaines that Althusser gave in December 1963 in the context of the seminar by Pierre Bourdieu and Jean-Claude Passeron. The focus of Problèmes étudiants is a certain kind of pedagogical function that, placed in the frame of a materialist epistemology, represents the device that is the basis of the vertical transmission (between those who knows and those who does not) of scientific generalities (namely, of contents of true knowledge). The rest of the research will be about the second phase, in disagreement with the first (as stated by Althusser himself that in Sur la reproduction denounces the technicist and theoreticist tendency of Problèmes étudiants). To this phase, according to the formula expressed in the renown 1970s article Idéologie et appareils idéologiques d’État, belongs the matter of the relation between scholastic apparatus and reproduction of Capitalistic relations of production. To this purpose, I analyzed the vast array of unpublished typewritten documents and manuscripts, that, to this day, are excluded by the Althusserian tradition, connected to an unfinished collective work project entitled Écoles. This project took shape thanks to Althusser himself and, above all, Étienne Balibar, Pierre Macherey, Michel Tort, Roger Establet and Christian Baudelot. From reading the thesis, it will appear how the matter about educational processes, far from representing the outcome of occasional interests, is both for Althusser and the 'groupe Spinoza' a fundamental issue and, in some way, crucial to comprehend the real motivations behind the operational mechanism of social reproduction. In this way, this thesis is relevant for a double motivation. From the historical point of view, the relevance consists in shedding an unusual light in the context of the Althusserian tradition regarding what can be defined as the ‘pedagogical issue’. In this sense, the historiographic reconstruction of the theoretical coordinates that refer to the two historical phases explained above, contributes to complicate the theoretical relation that Althusser maintains with the function of the scholastic institution with and beyond the thesis about the ideological apparatuses dating 1970, that even now represents the main theoretical point of reference to outline the profiles of this matter. This historical reconstruction has, on the other hand, inevitable theoretical implications, i.e. some effects of integration and insight of Althusser’s most strictly philosophical thesis. The originality of this point of view lies in the fact that those effects confer to Althusser’s ‘pedagogical discourse’ a crucial significance, due to their being functional to the extension of the comprehension of his philosophical thesis.
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Ouenniche, Rabi <1987&gt. "Logistica civile: condizioni di lavoro e le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8000.

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Abstract:
In questo lavoro si fa riferimento alla logistica civile, e non a quella militare. La logistica è una disciplina giovane: inizia ad interessare i manager delle aziende all'inizio degli anni '70. Essa si occupa della gestione del movimento fisico dei materiali da lavorare (materie prime, semi-lavorati) e del relativo flusso informativo da monte a valle (e viceversa), attraversando tutte le fasi del processo di produzione, finché il materiale non sia trasformato in prodotto finito e, dunque, pronto per la vendita. Questo è per ottimizzare al massimo i profitti da ricavare. Nella prima parte della tesi ho cercato di chiarire il contesto sociale, economico e politico in cui la logistica nasce come funzione aziendale. Sono partito dal fordismo-taylorismo per poi passare al sistema Toyota (Just in time e la riduzione al massimo dei tempi morti, quelli che non producono profitto). In altre parole: dalla "one best way" alla produzione "snella". Ho voluto, in questo primo paragrafo, illustrare quanto questi regimi di accumulazione capitalistica pretendono dalla forza-lavoro viva, in termini di flessibilizzazione e precarizzazione. Concludo questa parte con una breve descrizione dell'avvento del neoliberismo. A mio avviso esso è un pensiero sistemico portato avanti dalle classi dominanti contro le classi dominate. Intendo il neoliberismo come una ideologia delle diseguaglianze e dello sfruttamento dello uomo e della natura assieme. Dedico un ulteriore paragrafo al nesso tra logistica e globalizzazione del capitale: la merce prodotta dal lavoro umano nei laboratori del capitale è l'oggetto primario degli scambi commerciali su scala internazionale (Oggi l'82% del commercio estero è costituito da beni). La logistica, difatti, è al servizio di tale processo; essa svolge una funzione di regia per eccellenza per quanto concerne la coordinazione e il governo del movimento di merci nei/tra i paesi e attraverso i continenti. Senza la logistica il traffico merci, l'integrazione dell'economia, l'interdipendenza dei mercati, le delocalizzazioni su scala mondiale e le aziende multinazionali non si realizzano o, per lo meno, non in un modo intenso e complesso come figura la realtà di oggi. Dedico il secondo capitolo a delineare i sottosistemi della logistica: distributiva, di produzione, di approvvigionamento e le scorte. Inoltre, traccio una evoluzione del concetto di logistica attraverso gli anni, fino ad arrivare al concetto di Gestione della catena di fornitura (SCM), e il ruolo peculiare svolto dalle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (Ict). Concludo questa prima parte trattando il sistema logistico italiano: il sistema degli interporti e il trasporto merci (su gomma, marittimo, ferroviario e aereo). La seconda parte della tesi è dedicata, invece, alle condizioni di lavoro dei facchini negli interporti. Nello specifico analizzo la lotta delle operaie e operai della cooperativa Mr Job, operante nell'interporto di Bologna, che ha in appalto una parte delle fasi di lavorazione del "fiore all'occhiello italiano" (espressione dell'attuale capo del governo) Yoox. Il lavoro nella Cooperativa assume connotati schiavistici, al limite dell'esagerazione: razzismo, sessismo, insulti e umiliazioni di ogni genere, da parte di alcuni responsabili, che caratterizzano le giornate di lavoro nella cooperativa Mr Job. Ma la reazione dei lavoratori contro codesti non si è fatta attendere molto. Fondamentale risulta il ruolo del Si-Cobas (sindacato di base molto presente nel settore della logistica) ad organizzare gli operai, nonché il formidabile aiuto di diversi solidali. Inoltre è molto discutibile, a mio avviso, l'azione condotta da parte dei sindacati confederali e una fetta di dirigenti dello stato.
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Lambertini, Alessia. "Ottimizzazione dei flussi dei materiali e delle persone all'interno di un impianto di produzione. Il caso Galletti spa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi in oggetto è stata svolta presso la Galletti spa. L'obiettivo iniziale era quello di studiare un percorso all'interno dello stabilimento produttivo al fine di enfatizzare le peculiarità della produzione tenendo conto dei fattori riguardanti la sicurezza. E' stata inoltre realizzata, con l'aiuto di una agenzia di comunicazione, una piattaforma di comunicazione. Analizzando il processo produttivo è emersa un'ulteriore problematica: l'elevata quantità di work in progress stoccati a bordo linea. In particolare, in questa tesi è stata fatta un'analisi preliminare circa una linea di produzione. Sono stati analizzati, in termini di quantità, i prodotti che vengono assemblati in essa, e i codici dei semilavorati utili. In seguito sono state studiate le operazioni che vengono svolte in ogni postazione di lavoro e, in funzione del ciclo di lavoro gli sono stati assegnati i codici dei semilavorati. L'analisi si è conclusa studiando i consumi medi. Le prossime fasi dell'analisi prevedono lo studio dei volumi dei codici e di conseguenza la definizione delle aree di stoccaggio e lo studio dei lotti di produzione.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BACCIOTTINI, FRANCESCO. "Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 a Firenze." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1001496.

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Abstract:
Questa tesi di dottorato analizza la vita politica a Firenze nella convulsa fase storica vissuta dal Paese a cavallo della prima guerra mondiale. Culla della destra nazionalista e allo stesso tempo laboratorio dell'intransigenza rivoluzionaria socialista, Firenze fu amministrata fino al termine della prima guerra mondiale dalle forze liberali sebbene sempre più incalzata dai socialisti e dalle altre componenti popolari. I cardini della ricerca sono le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 in una città caratterizzata dal vivace scontro politico e incline ad abbracciare soluzioni estremiste. Il lavoro mira a colmare le parziali lacune esistenti nella letteratura storica di riferimento utilizzando la stampa dell'epoca, nonché documenti ufficiali e fondi d'archivio. Lo scopo di questo elaborato, in sintesi, è quello di fornire un quadro quanto più articolato possibile della vicenda politica della città nel periodo considerato. Allo stato attuale, infatti, la pur cospicua letteratura storica disponibile ha privilegiato i principali soggetti politici attivi a Firenze ma ha trascurato le forze politiche minori e il loro ruolo talora decisivo nella partecipazione o meno ad alleanze elettorali. L'angolatura elettorale amministrativa costituisce il parametro su cui si misurano tappe politiche essenziali della vicenda nazionale come l'eclissi del giolittismo e fratture come la crisi del dopoguerra con i laceranti effetti del diciannovismo, la radicalizzazione dello scontro politico e le avvisaglie del ruolo di difensore dei valori nazionali conferito al nascente fascismo. Il tutto in parallelo alla dilatazione del corpo elettorale e al compimento, nel 1919, del processo di nazionalizzazione della politica. Durante l'arco di tempo considerato Firenze si trasformò in un laboratorio sperimentale di ogni forma di estremismo politico. Non a caso la città venne messa a ferro e fuoco nel giugno del 1914 durante lo sciopero generale indetto dalla Camera del Lavoro e assistette sgomenta all'esplosione di una vera e propria guerriglia urbana nel 1920, quando dovette intervenire l'esercito per ripristinare l'ordine minacciato dai proiettili e dalle bombe degli squadristi. Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 si collocano in questo contesto particolarissimo i cui estremi cronologici sono la settimana rossa e il biennio rosso, manifestazioni, l'una e l'altra, di rilevanti tensioni sociali sia per la natura 'ribellista' di certi segmenti del proletariato, sia per la struttura economica della città. Caratterizzata da un tessuto sociale incentrato nell'artigianato, Firenze subì pesantemente gli effetti della crisi economica sia del periodo successivo alla guerra di Libia, sia e sopratutto nel primo dopoguerra. Il tradizionale corso politico liberale non riusciva più a dare risposte adeguate ad un popolo molto impegnato politicamente: nascevano nuovi interessi di classe e nuovi modi di interpretare la res publica. Alla continua radicalizzazione in senso rivoluzionario del PSI corrispose la nascita di organismi antibolscevichi che, grazie alle connivenze della forza pubblica, della classe dirigente, del ceto medio e al disinteresse del potere centrale, finanziarono e permisero la diffusione dello squadrismo. La tesi, articolata in cinque capitoli, è divisa in due parti dedicate alle due tornate amministrative. Ognuna di esse è introdotta dalla descrizione del contesto normativo elettorale di riferimento, cui seguono un'analisi del corpo elettorale, le rivendicazioni delle diverse categorie sociali e la descrizione della campagna politica per le elezioni nazionali che precedettero quelle amministrative (1909-1913-1919). Lo scopo è quello di rilevare l'efficacia, la penetrazione e la continuità delle politiche attivate dai partiti locali. In quest'ottica la struttura della tesi permette di studiare l'azione dei partiti attraverso l'indagine dei meccanismi di formazione della rappresentanza in relazione al contesto normativo. Inoltre, analizzando il corpo elettorale e le relative rivendicazioni, si rende possibile anche lo studio delle pratiche identitarie, delle forme di mobilitazione e di contrapposizione ed infine la capacità di permeabilità dei partiti nella comunità locale. Per comprendere quali e quanti fossero gli elettori e le relative scelte in sede elettorale, la tesi fotografa il tessuto sociale-lavorativo della città attraverso un'analisi demoscopica elaborata sulla base dei dati del Censimento della popolazione e del Censimento degli opifici al 1911 del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio (MAIC). Il primo dei due assi portanti della tesi è costituito dalle elezioni amministrative del 1914. Al fine di presentare una ricostruzione puntuale della vicenda, alla pubblicistica di spessore più rilevante, concentrata su liberali socialisti e cattolici, si è affiancata la ricognizione attenta della stampa coeva. Sono stati consultati i quotidiani principali della città di differente orientamento politico: “La Nazione”, quotidiano dei conservatori nazionali, vicino al clerico-moderatismo; “Il Nuovo Giornale”, liberale-progressista; “La Difesa”, quotidiano socialista a carattere locale e “L'Unità, problemi di vita italiana”, anch'esso socialista ma più attivo su questioni d'interesse nazionale; “L'Unità Cattolica”, quotidiano dei cattolici intransigenti. Attraverso la stampa è stato possibile ricostruire lo scacchiere partitico della città, le strategie politiche portate avanti dai singoli partiti, i relativi statuti, i diversi programmi e i processi di formazione degli schieramenti e di selezione dei candidati. Per l'analisi dei risultati elettorali del 1914 un contributo significativo è offerto dallo studio statistico di Ugo Giusti dedicato all'elezione del consiglio comunale nel capoluogo toscano, studio in cui l'autore rilevò la difficoltà nel reperire dati ufficiali riguardo all'esito della consultazione. Giusti si occupò, tuttavia, solo dell'esito elettorale per il consiglio comunale e riportò il numero di voti riscossi complessivamente da ogni lista, cosa che non permette di comprendere fino in fondo il grado di appetibilità dei singoli candidati presentati dai vari schieramenti. Riguardo alla partecipazione elettorale, inoltre, lo statistico si concentrò solo su quella complessiva del comune, senza analizzare il differente tasso di partecipazione/astensionismo nelle varie aree della città. Per comprendere a pieno la capacità di attrazione esercitata dai diversi soggetti politici, nonché il grado di fedeltà dell'elettorato verso il proprio partito di riferimento, si è ritenuto utile verificare la percentuale di partecipazione nei quattro mandamenti urbani, unità territoriali per l'elezione dei consiglieri provinciali. Questi, infatti, erano abitati da cittadini di estrazione sociale diversificata e costituivano, pertanto, spazi socio-politici che raccoglievano interessi e aspettative differenti. In quest'ottica, l'analisi della partecipazione in un mandamento, in cui possono essere identificati interessi di classe prevalenti, può rivelarsi un indicatore attendibile per verificare il livello di gradimento di un determinato partito in relazione ad un preciso contesto economico-sociale. Per la partecipazione nei quattro mandamenti, oltre allo studio di Giusti, è stato consultato “Il Nuovo Giornale”, unica fonte che fornisce i dati necessari e l' Annuario statistico del comune di Firenze (1914). Per quanto riguarda l'elezione dei consiglieri comunali, sia nel 1914 che nel 1915 quando si tennero di nuovo le elezioni per il consiglio comunale, Maccabruni offre un quadro esaustivo su eletti, non eletti e numero di voti conseguiti. Per l'elezione dei consiglieri provinciali, invece, è stata consultata la stampa coeva. Sebbene la prima guerra mondiale non sia oggetto di questa tesi, si è ritenuto opportuno considerare le ripercussioni economico-sociali che il conflitto recò alla vita della città per comprendere le scelte fatte dal corpo elettorale in occasione delle elezioni politiche del 1919 e di quelle amministrative del 1920. Aprono pertanto la seconda parte della tesi le problematiche della riconversione industriale, del numero degli operai occupati nei relativi stabilimenti, delle condizioni lavorative e dell'incombente crisi economica. Sul clima politico fiorentino alla fine del conflitto e per descrivere lo scenario partitico nel 1919, la letteratura storica è stata affiancata da un'analisi comparata della stampa dell'epoca. Oltre ai quotidiani già citati sono stati consultati “La Libertà”, quotidiano del PPI; “L'Assalto”, inizialmente quotidiano dei futuristi, ben presto organo di stampa dei primi squadristi; “Il Giornale d'Italia”, liberale conservatore. Per introdurre la campagna delle consultazioni amministrative del 1920 si è proceduto col descrivere la stratificazione sociale degli elettori e le rivendicazioni portate avanti nel territorio fiorentino nel periodo precedente le elezioni. Per le occupazioni delle fabbriche, dei campi e sulla reazione del padronato si è fatto riferimento alla pubblicistica più significativa. Di scarso aiuto è invece risultata la consultazione della corrispondenza del cardinal Mistrangelo, reperita presso l'Archivio Diocesano di Firenze. Sia per la cronaca dei tragici accadimenti fiorentini che nell'agosto del 1920 accesero un clima elettorale già teso, cioè l'esplosione della polveriera di San Gervasio e la manifestazione socialista in cui la polizia uccise tre operai, sia sulla formazione degli schieramenti per le elezioni amministrative del 1920 che sulla guerriglia urbana successiva alla consultazione, la pubblicistica disponibile in materia è stata arricchita dalla consultazione della stampa dell'epoca e da fondi archivistici. Per l'Unione Politica Nazionale (UPN), oltre alla letteratura di riferimento e ai quotidiani precedentemente citati, sono stati consultati autori fascisti quali Banchelli, Frullini, Piazzesi e i periodici “L'Arolotto”, settimanale de “La Pagina Fiorentina”; “La Pagina Fiorentina”, quotidiano vicino all'UPN; “La Voce”, rivista di cultura e politica. La consultazione del fondo Orvieto, conservato presso l'archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti”, Gabinetto G. P. Vieusseux, ha permesso di integrare le conoscenze già acquisite sul ruolo ricoperto dall'UPN nella campagna elettorale. I documenti là esaminati hanno reso possibile ricostruire la fitta rete di finanziamenti erogati dall'Unione Politica Nazionale ai partiti aderenti. Per il partito popolare la pubblicistica di riferimento è stata affiancata dalla consultazione di periodici già citati e da “L'idea Popolare”, giornale locale del PPI fiorentino pubblicato a ridosso delle elezioni e “L'Ora Nostra”, quotidiano cattolico. Si sono rivelati utili alla comprensione del clima elettorale e delle convulse giornate che seguirono alla consultazione del 1920 i periodici precedentemente citati e il quotidiano fascista “La Sassaiola”. Come per le elezioni del 1914, Giusti offre un contributo significativo per la ricostruzione dell'esito elettorale del 1920. Tuttavia, anche in questo caso lo statistico fiorentino si occupò della sola elezione per il consiglio comunale riportando i voti riscossi complessivamente da ogni lista ma non dai singoli candidati. Riguardo alla partecipazione elettorale lo studio fa riferimento nuovamente a quella complessiva nel comune di Firenze senza considerare i singoli mandamenti. Come per la tornata elettorale amministrativa precedente, quindi, si è proceduto alla consultazione della stampa coeva per ricostruire l'affluenza nei diversi mandamenti, riportare i voti riscossi dagli eletti in consiglio comunale e in quello provinciale. Per l'elezione del sindaco sono stati consultati gli Atti del consiglio comunale (1920), reperiti presso l'archivio storico del comune di Firenze.
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VALENTE, LAURA. "GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.

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Abstract:
Invitato a Costantinopoli da una delegazione nicena, che ne chiedeva l’intervento a sostegno della comunità ortodossa locale, Gregorio di Nazianzo accantonò il desiderio di dedicarsi alla vita contemplativa e si recò nella Neja ÔRwvmh: non poteva certo immaginare che negli anni trascorsi nella capitale (dagli inizi del 379 al luglio del 381) avrebbe conosciuto, a distanza di breve tempo, l’apice e il fallimento della sua attività politico-ecclestiastica. Alla guida di un piccolo gruppo di fedeli, radunati in una sala udienze privata ribattezzata Anastasia, Gregorio esercitò con impegno i suoi doveri pastorali, spendendosi soprattutto nella lotta dottrinale contro l’eresia ariana. L’elezione come vescovo della città, avvenuta per volere dell’imperatore Teodosio, rappresentò il riconoscimento dei meriti del Cappadoce nella restaurazione e nel consolidamento dell’ortodossia nicena, ma, allo stesso tempo, aprì la strada a una stagione tutt’altro che scevra di asprezze, destinata a lasciare amari ricordi nel cuore dell’autore. Chiamato a presiedere il concilio episcopale del 381, indetto con l’obiettivo di risolvere lo scisma antiocheno e condannare le eresie del tempo, il Nazianzeno sperimentò sulla propria i conflitti interni ed i giochi di potere cui si era ridotto l’episcopato. Alla malattia, che debilitò il fisico dell’autore e ne ostacolò la partecipazione a svariate attività pubbliche, si aggiunse l’ostilità dei colleghi, in particolare di alcuni vescovi egiziani, che contestarono la legittimità della sua elezione sul seggio di Costantinopoli, in quanto già vescovo nella sede di Sasima. Stanco e malato, amareggiato dai continui scontri e dall’ennesimo attacco subito dagli avversari, Gregorio decise di farsi da parte e, rassegnate le dimissioni dalla cattedra episcopale, lasciò Costantinopoli, senza neppure aspettare la conclusione del sinodo. Nella natia Cappadocia, lontano fisicamente dal clima tumultuoso e dai dispiaceri della capitale, ma turbato dalle calunnie e dalle ingiustizie subite da coloro che riteneva amici, il Nazianzeno sfogò le proprie delusioni nella scrittura poetica. All’esperienza costantinopolitana e in particolare al contesto delle dimissioni dalla cattedra vescovile fanno riferimento i carmi oggetto di questa tesi di dottorato: II,1,10 (Ai sacerdoti di Costantinopoli e alla città stessa) e II,1,13 (Ai vescovi), rispettivamente di 18 distici elegiaci e 217 esametri. In essi si intrecciano più suggestioni: la meditazione e il riecheggiamento interiore degli eventi che hanno coinvolto l’autore, la difesa del suo operato, ma soprattutto la violenta invettiva contro i vescovi, scaturita non solo dal risentimento per le vicende personali, ma dallo sdegno dell’autore per la corruzione morale e l’impreparazione della gerarchia ecclesiastica. La tesi di dottorato si apre con una bibliografia ricca e aggiornata degli studi concernenti il Cappadoce; in essa sono indicati i diversi contributi, cui si fa riferimento nel mio lavoro. Segue un’ampia introduzione che presenta i carmi sotto molteplici aspetti. Dal momento che l’invettiva contro i vescovi costituisce l’argomento principale di entrambi i componimenti, ho approfondito innanzitutto questo aspetto, ripercorrendone le testimonianze nell’esperienza biografica e nell’opera letteraria dell’autore: da quanto emerso, la polemica contro la gerarchia ecclesiastica raggiunge certamente il suo apice negli eventi costantinopolitani, ma non va ad essi circoscritta, dal momento che se ne ha traccia anche negli scritti gregoriani riconducibili ai primi anni del sacerdozio e al periodo successivo al ritorno a Nazianzo. Si è cercato poi di stabilire la data di composizione dei carmi in analisi, che, dati i contenuti, furono sicuramente scritti dall’autore nel periodo di ritorno in patria, fase in cui gli studiosi collocano buona parte della produzione poetica del Cappadoce. Più precisamente ho individuato il terminus post quem nel luglio del 381, mese in cui la cattedra costantinopolitana lasciata vacante dal Nazianzeno fu affidata a Nettario: in entrambi i testi, infatti, si fa riferimento a questo personaggio, sebbene non sia menzionato esplicitamente. Segue un’analisi dettagliata della struttura compositiva e delle tematiche dei carmi, nella quale si mostra come, pur nella loro diversità, le due poesie presentino moltissime consonanze e parallelismi a livello strutturale, in particolare nella parte incipitaria, in cui si registra la condivisione dello stesso verso iniziale, e nella sezione conclusiva. Sempre nell’introduzione è affrontato lo studio della tradizione manoscritta e dei rapporti tra i codici: i carmi in oggetto risultano attestati in 34 manoscritti (di cui 17 fondamentali per la costituzione del testo) databili dall’XI al XVI secolo e riconducibili alle raccolte antiche Σ e Δ, nei quali sono traditi sempre uno di seguito all’altro: nello specifico II,1,13 precede immediatamente II,1,10. La parte centrale della tesi è costituita dal testo critico di ciascun carme, seguito da traduzione e commento. La tesi costituisce il primo lavoro di questo tipo per il carme II,1,13; II,1,10 è stato invece oggetto di studio di due recenti edizioni: quella dei primi undici poemata de seipso del Nazianzeno curata da Tuilier - Bady - Bernardi per LesBL ed edita nel 2004 e un’edizione commentata di Simelidis, pubblicata nel 2009. Suddetti lavori non hanno rappresentato un ostacolo al progetto. Nessuno di essi infatti ha previsto lo studio simultaneo dei due testi poetici, che, a mio giudizio, non possono essere compresi a fondo se svincolati l’uno dall’altro; non sono risultati immuni da pecche sotto il profilo della critica testuale; il commento è assente nell’edizione francese, scarno e non sempre condivisibile in quella del Simelidis. La tesi è infine corredata da tre appendici che permettono di seguire la fortuna dei componimenti poetici. La prima di esse è dedicata al Commentario di Cosma di Gerusalemme ai Carmi del Nazianzeno, collocato tra la fine del VII e inizio l’VIII secolo. Il commentario, tradito da un unico manoscritto, il Vaticanus graecus 1260 del XII secolo, ha visto la sua editio princeps nel 1839 a cura del cardinale Angelo Mai nel secondo volume del suo Spicilegium Romanum, ristampata con lievi modifiche nel volume 38 della Patrologia Graeca. Una più recente edizione è stata curata da Lozza nel 2000. Nell’opera di Cosma vengono analizzati trentaquattro versi di carme II,1,13 e due di carme II,1,10; l’ampiezza delle citazioni va da un minimo di un verso a un massimo di 5. Segue un’appendice dedicata alle parafrasi bizantine, che in alcuni manoscritti contenenti i carmi, accompagnano il testo poetico. Tali spiegazioni in prosa, composte in un momento non precisabile della trasmissione dell’opera gregoriana, sono anonime, di diverso livello letterario e da intendere come un testo in continua evoluzione, oggetto di modifiche da parte di ciascun copista. Nel caso dei testi in oggetto le parafrasi trasmesse sono tre, chiamate, sulla scia di studi precedenti, Paraphr. 1, Paraphr. 2, Paraphr. 3 e delle quali la tesi fornisce l’editio princeps. L’ultima appendice è costituita dalla traduzione latina dei carmi di Giacomo Oliva da Cremona, redatta nella seconda metà del XVI secolo per incarico del Cardinal Guglielmo Sirleto e testimonianza del grande interesse per il Cappadoce in questo periodo storico. Il lavoro dell’Oliva, rimasta inedito per la morte del committente e probabilmente anche per il suo scarso valore letterario, è trasmesso da due manoscritti autografi, il Vaticanus Barberinianus lat. 636 (B) e il Vaticanus lat. 6170 (V) e trova nella tesi la sua editio princeps.
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Books on the topic "Lotta e lavoro"

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Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, ed. Lucciole in lotta: La prostituzione come lavoro. Roma]: Sapere 2000, 1986.

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2

author, Bandoli Fulvia, ed. Al lavoro e alla lotta: Le parole del Pci. Roma: Harpo, 2017.

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3

Bortoluzzi, Luigi. Luigi Bortolussi "Marco": Una vita per la libertà. Udine]: Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1986.

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4

Fabio, Bertini, Tognarini Ivan, and Varni Angelo, eds. Le Voci del lavoro: 90 anni di organizzazione e di lotta della Camera del lavoro di Livorno. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1990.

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5

Santoro, Vincenzo. Memorie della terra: Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento. Roma: Squilibri, 2010.

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6

Ballone, Adriano. Il tempo della lotta e dell'organizzazione: Linee di storia della Camera del lavoro di Torino. Milano: Feltrinelli, 1992.

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7

Pezzino, Franco. Il lavoro e la lotta: Operai e contadini nella Sicilia degli anni 40 e 50. Catania: C.U.E.C.M., 1987.

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8

Cazzola, Giuliano. Lavoro e welfare: Giovani versus anziani : conflitto tra generazioni o lotta di classe del XXI secolo? Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2004.

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9

Iorio, Pasquale. Il Sud che resiste: Storie di lotta per la cultura della legalità in Terra di Lavoro. Roma: Ediesse, 2009.

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10

Loparco, Fabiana. La Sezione maestre e maestri della Camera del lavoro di Milano: Tra militanza politica e impegno per la lotta all'analfabetismo e per l'istruzione popolare (1893-1917). Macerata: EUM, 2014.

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Book chapters on the topic "Lotta e lavoro"

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Staglianò, Riccardo. "Piattaforme di lavoro (e di lotta)." In Idee di lavoro e di ozio per la nostra civiltà, 1521–26. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0319-7.168.

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Abstract:
What are the platforms that intermediate work? And how is it that the maximum in technology is often matched by the minimum in rights? Born not coincidentally after the Great Recession of 2007/2008, the gig economy deludes workers of an autonomy in name only. With the worker not only bearing most of the business risks but also being relentlessly clocked by the algorithm that replaces the manager. An economy where only healthy young people can endure. With the added aggravation of always having to smile to earn a good rating from the end customer. The good news is that things, at least in terms of laws, are changing. In the United States as well as in Europe.
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