Academic literature on the topic 'Liquidazione'

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Journal articles on the topic "Liquidazione"

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Ceserani, Remo. "Intellettuali liquidi o in liquidazione?" Italian Culture 24, no. 1 (January 2007): 153–67. http://dx.doi.org/10.1179/itc.2007.24.1.153.

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Ranieri, Francesco. "Fatto illecito civile. Danneggiati italiani e stranieri a confronto. Tutela risarcitoria differenziata?" DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 72–90. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002005.

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Abstract:
Sommario: Introduzione: italiani e stranieri di fronte al risarcimento del danno da fatto illecito; condizione di reciprocitŕ e misura del risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale - 1. Straniero e condizione di reciprocitŕ ex art. 16 preleggi (Regio Decreto 16.3.1942 n. 262) - 1.1. L'evoluzione giurisprudenziale in relazione al danno biologico - 1.2. L'evoluzione in relazione al danno morale ed al danno da perdita irreversibile del rapporto parentale - 1.3 L'evoluzione in relazione al danno patrimoniale - 2. Il danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale spettante ai congiunti residenti all'estero per la morte del familiare avvenuta in Italia. I due opposti orientamenti giurisprudenziali dei giudici di merito: liquidazione differenziata in base al rapporto di valore monetario tra l'euro e la moneta estera e liquidazione uguale per tutti - 2.1. Le argomentazioni a sostegno del secondo orientamento - 2.2. Danno punitivo, danno compensativo-satisfattivo, danno risarcitorio - 2.3. Il danno da morte del familiare. Dal danno morale soggettivo al danno esistenziale al danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale - 2.4. Criteri-guida e limiti della liquidazione equitativa del danno ad opera del giudice ex artt. 2056 e 2057 c.c. L'art. 2058 co. 2 cod. civ. a tutela del soggetto danneggiante per l'ipotesi in cui la reintegrazione specifica risulti eccessivamente onerosa per il debitore - Conclusioni: l'evoluzione giurisprudenziale dalla "sentenza Gennarino" al danno biologico al danno non patrimoniale da perdita irreversibile di un familiare.
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Kettler, David. "Le "prime lettere" dei refugees: una liquidazione dell'esperienza dell'esilio?" MEMORIA E RICERCA, no. 31 (September 2009): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-031007.

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Abstract:
- The "first letters" that are taken into account are those written soon after the end of World War II by a few great German refugees to their friends who remained in Germany. In the intentions of the senders, they are aimed at resuming contacts after many years of silence and re-open a discussion on the choice of exile and on the chance of going back to their native country. These letters describe the condition of the refugee and the difficulties of inclusion in a new reality: they also open old wounds that never healed and concerning political choices made in the years of dictatorship and immediately after the war, marked right away by the cold war and acute political confrontation between the two Germanys.Parole chiave: "prime lettere", esilio, sradicamento, rigoneziazione, ritorno, patria "first letters", exile, rooting out, renegotiation, homecoming, homeland
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Cavalieri, Elena. "I piani di liquidazione del centro-sinistra nel 1964." PASSATO E PRESENTE, no. 79 (February 2010): 59–82. http://dx.doi.org/10.3280/pass2010-079004.

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Semproni, Antonio. "Responsabilità del liquidatore che trasferisce il patrimonio sociale in trust solo per cancellare la società dal registro delle imprese (Trib. Milano, 30 aprile 2022)." settembre-ottobre, no. 5 (October 6, 2022): 879–82. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.187.

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Abstract:
Massima L’ex liquidatore di una S.r.l. il quale abbia trasferito l’intero residuo patrimonio sociale in trust al solo fine di esibire un bilancio di liquidazione che consenta la cancellazione della società dal registro delle imprese onde far decorrere il termine annuale per la dichiarazione di fallimento risponde dei danni arrecati al fallimento della società.
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Lupo, Eugenia. "Non riconoscibilità del trust liquidatorio istituito da società insolvente successivamente dichiarata fallita (Trib. Como, 15 marzo 2022)." Trusts, no. 4 (August 4, 2022): 677–80. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.152.

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Abstract:
Massima Il trust liquidatorio in cui una S.r.l. in liquidazione, successivamente fallita, conferisce il proprio patrimonio è nullo in quanto istituito quando la società era insolvente. Il guardiano è esonerato da responsabilità per la restituzione dei beni segregati in siffatto trust e dell’importo realizzato tramite la loro vendita qualora la persona designata non abbia mai ricoperto tale carica, non avendo sottoscritto l’atto istitutivo e avendo rifiutato l’incarico a mezzo pec. La mancanza di un guardiano, qualora tale figura sia prevista nell’atto istitutivo, importa la nullità del trust.
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7

Bellan, Alessandro. "Il doppio movimento dell'individualitÀ. Adorno, l'individuo e le cose." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 39 (January 2011): 108–17. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039008.

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Abstract:
Il saggio prende in considerazione il nesso istituito da Adorno fra la crisi dell'individuo e il suo tentativo di salvare la metafisica attraverso un rapporto rinnovato con le cose, ripensando poi il significato etico della patologia sociale dell'individualitÀ. Una ‘salvezza' dell'individuale, nell'epoca della sua liquidazione, puň essere ancora proposta, nei termini di Adorno, solo se si supera la falsa alternativa fra un individuo pensato come spazio intersoggettivo delle ragioni e un'individualitÀ ripiegata monologicamente su se stessa attraverso una rinnovata antropologia, etica e critica insieme.
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Montanari, Matteo. "Danno da vacanza rovinata da sinistro stradale." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 300–328. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020007.

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Abstract:
Si sta facendo strada in giurisprudenza un orientamento volto a riconoscere profili di illiceità alla violazione del diritto di godere di una vacanza organizzata. La possibilità di risarcire il danno da vacanza rovinata va comunque analizzata secondo i principi fissati dalla Suprema Corte con riferimento al risarcimento del danno non patrimoniale, al fine di evitare una dilatazione indiscriminata del perimetro di tale danno. L'analisi di cui sopra dovrebbe essere condotta in maniera rigorosa al fine di evitare possibili tentativi di aggirare la valutazione del pregiudizio costituzionalmente individuato, che dovrebbe presiedere alla liquidazione del danno non patrimoniale diverso da quello normativamente stabilito.
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Petrucciani, Stefano. "Theodor W. Adorno e la crisi dell'individuo." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 39 (January 2011): 99–107. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039007.

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Abstract:
La questione della decadenza dell'individuo, o addirittura della sua liquidazione nella societÀ di massa, č un teai centrale della teoria critica della societÀ di Adorno e Horkheimer, sviluppato non solo nella, ma anche in molti testi di Adorno e negli importanti scritti pubblicati ora in italiano. Il problema che emerge da tali testi č: mentre la teoria adorniana insiste fortemente sul tema della decadenza dell'individuo, la teoria sociale contemporanea sembra invece a prima vista andare in una direzione opposta. Oggi molti scienziati sociali, come per esempio Zygmunt Bauman, descrivono la societÀ contemporanea come caratterizzata da crescenti processi di individualizzazione. Nasce dunque la domanda: chi ha ragione? I teorici della obsolescenza dell'individuo o quelli della crescente individualizzazione? Il testo cerca, ripartendo da Adorno, di svolgere qualche considerazione su questo tema.
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Lacey, Eric F. "Some Comparative and Contrasting Features of OECD Countries’ Competition Laws*." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 1 (April 1, 1989): 81–87. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344703.

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Abstract:
Abstract La legislazione sulla concorrenza nei paesi OCSE presenta, nei rispettivi ordinamenti, profonde diversità, sia sostanziali che procedurali.La relativa regolamentazione riguarda, soprattutto: 1) accordi orizzontali tra imprese concorrenti, con esclusione di quelli che non sono considerati anti-competitivi, come gli accordi a fini di ricerca e sviluppo e quelli attinenti ai diritti di proprietà intellettuale; 2) accordi verticali; 3) abuso di posizione dominante (con ampie differenze, sia nella definizione di « posizione dominante » che di « abuso »); 4) fusioni e concentrazioni, con « soglie », anche in questo caso, molto diverse, ma generalmente con un uso limitato del potere di controllo delle autorità, per evitare interferenze con il mercato.Le procedure per l’applicazione della liquidazione sono caratterizzate in tutti i paesi OCSE dalla distinzione tra l’attività investigativa e quella decisionale, ma gli organi preposti possono anche essere numerosi (come nel Regno Unito), con conseguenti complicazioni.
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Dissertations / Theses on the topic "Liquidazione"

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Follin, Giacomo <1987&gt. "LA LIQUIDAZIONE DELLE SOCIETA'." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4220.

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Zanon, Federico <1988&gt. "La liquidazione delle società." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10850.

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Padoan, Anna <1992&gt. "Il programma di liquidazione del curatore fallimentare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8745.

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Abstract:
Una delle novità più rilevanti introdotte dalla riforma fallimentare consiste in una razionalizzazione dell’attività liquidatoria, la quale non deve più avvenire tramite operazioni diversificate e non rientranti in una strategia unitaria, ma attraverso il programma di liquidazione. Quest’ultimo costituisce l’atto di pianificazione e di indirizzo in ordine alle modalità e ai termini previsti per la realizzazione dell’attivo. Il programma di liquidazione diviene il fulcro attorno al quale ruota la fase di liquidazione. Dalla riforma attuata nel 2006, si riscontra l’occorrenza di adeguare la disciplina ai rapporti mutuati tra gli organi fallimentari, tanto che si verifica uno slittamento del fulcro dagli organi di natura pubblicistica a quelli di natura privatistica. Lo scopo della tesi consiste nel capire se gli interventi del Legislatore in merito alla liquidazione, specificatamente al programma disposto dall’art. 104 - ter L. Fall., hanno adempiuto alle finalità preposte, consistenti in un maggior coinvolgimento dei creditori, collaborazione sistematica fra gli organi, trasparenza, celerità e conservazione dell’integrità aziendale. Lo studio si svolge partendo dalle informazioni introduttive, relative ai criteri utilizzati durante la fase di redazione e alla funzione dell’istituto, per poi analizzare il contenuto e le fasi di esecuzione, considerando le questioni di interpretazione dottrinali e giurisprudenziali.
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Masatto, Elena <1986&gt. "«Un barlume dell'antica gioventù». Commento a «Liquidazione» di Camillo Sbarbaro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8391.

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Abstract:
Commento critico all'opera in prosa «Liquidazione» di Camillo Sbarbaro edita nel 1928 dai Fratelli Ribet di Torino. La tesi riproduce ciascun brano rivisto e corretto con cappello introduttivo e note ai testi. Inoltre, è presente nel lavoro un apparato variantistico dettagliato delle prose che uscirono precedentemente a stampa su quotidiani e riviste (materiale di difficile reperibilità). La scelta di riprodurre i brani in questa modalità prescinde all'esigenza di presentare la compagine di «Liquidazione» nella sua forma originaria: la silloge infatti non comparve più dopo il 1928 e le dieci prose contenute al suo interno confluirono in parte, con numerosi espunzioni e varianti, nell'edizione definitiva dei «Trucioli» del '48 perdendo così la speciale struttura logico-poetica del libro.
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ARMELI, BEATRICE. "La liquidazione coatta bancaria: aspetti procedurali tra diritto interno e comunitario." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2013. https://hdl.handle.net/11565/4054340.

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COVINO, STEFANO. "GESTIONE UNITARIA E DISTRIBUZIONE DEL VALORE DEL GRUPPO NELLA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/895424.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi affronta il problema della prosecuzione dell’impresa nella liquidazione giudiziale di gruppo, nuova procedura concorsuale con finalità liquidatoria introdotta dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14). In particolare, scopo dell’indagine è quello di individuare – a fronte di un dato di diritto positivo oltremodo scarno – i principi e le regole che devono orientare la gestione dell’attività imprenditoriale di gruppo da parte del curatore della procedura unitaria nelle ipotesi in cui vengano ammesse alla procedura società facenti parte di un gruppo “accentrato” e ne venga disposto l’esercizio dell’impresa ai sensi dell’art. 211 del Codice della crisi. A partire da tali premesse, il lavoro si è concentrato innanzitutto – nel Capitolo I – sulla ricognizione dei diversi modelli di gestione dell’insolvenza dei gruppi invalsi nel panorama internazionale, e ciò al fine di collocare la nuova liquidazione giudiziale di gruppo entro i paradigmi del consolidamento sostanziale ovvero procedimentale. Esaminato tale passaggio preliminare, è stata poi formulata la domanda di ricerca a partire dalla quale muove la presente indagine, e cioè a dirsi la possibilità che l’apertura della liquidazione giudiziale di gruppo, pur determinando senza dubbio la dissoluzione del potere di direzione e coordinamento esercitato dalla capogruppo sul gruppo in bonis, comporti nondimeno l’attribuzione al curatore di un nuovo ed autonomo potere di direzione dell’impresa di gruppo, da esercitarsi in conformità con le finalità e i principi propri della regolazione concorsuale dell’insolvenza: un potere, in particolare, che potrebbe comportare la programmazione e la realizzazione di interventi (lato sensu) di “assistenza finanziaria infragruppo”, preordinati alla reciproca messa a disposizione di risorse strumentali alla continuità aziendale del gruppo. Se tale è la domanda di ricerca, è stato allora necessario confrontarsi innanzitutto con la vigenza, nelle nuove procedure di gruppo, del principio di autonomia delle masse attive e passive: un principio, infatti, che – a maggior ragione se applicato in maniera rigorosa, come parrebbe attualmente invalso nella dottrina e nella giurisprudenza prevalenti – potrebbe impedire in radice la circolazione di risorse tra i patrimoni delle imprese ammesse alla procedura. Ciò nondimeno, una corretta interpretazione del principio in parola ha consentito di relegarne la portata applicativa alle sole fasi dell’ammissione al passivo e della distribuzione dell’attivo, senza che allora possa inferirsene alcun effetto di “cristallizzazione” dei patrimoni delle imprese del gruppo sin dall’apertura della procedura: ciò, in particolare, a condizione che la fuoriuscita di risorse nella fase interinale della procedura sia assistita dalla ragionevole previsione di un «ritorno prospettico di valore» a vantaggio dell’impresa disponente in sede di distribuzione del ricavato della liquidazione. Una volta fissate tali premesse teoriche di fondo, l’analisi ha riguardato – nel Capitolo II – i poteri del curatore nei riguardi del patrimonio responsabile, e ciò nella duplice ottica – per un verso – della “ricostruzione” in chiave retrospettiva delle masse attive delle imprese del gruppo, qualora pregiudicate da atti di disposizione precedenti l’apertura della liquidazione giudiziale, e – per l’altro – della “gestione” in chiave propulsiva del patrimonio e dell’impresa di gruppo, strumentale non soltanto alla conservazione di un valore presente, ma altresì – come è ormai acclarato alla luce degli studi in tema di gestione di società di capitali in liquidazione – alla realizzazione di un valore futuro. In particolare, percorrendo tale ultima direttrice d’indagine si è reso necessario analizzare il ruolo del programma di liquidazione nelle procedure di gruppo, e ciò tanto sotto il profilo delle relative modalità di approvazione, quanto sul versante dei suoi possibili contenuti. Invero, non è passato inosservato come il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza abbia in generale potenziato i poteri “corporativi” del curatore, attraverso la previsione di un’inedita legittimazione a (programmare, e di conseguenza a) compiere in autonomia atti e operazioni inerenti alla struttura finanziaria e organizzativa dell’impresa. Poteri, questi ultimi, che, se trasposti nella liquidazione giudiziale di gruppo, potrebbero a ben vedere consentire interventi di profonda ristrutturazione del gruppo insolvente, eventualmente strumentali alla presentazione di un concordato (istituto che, nonostante l’inopportuno silenzio della legge sul punto, è stato comunque ritenuto immanente e coessenziale alla regolazione dell’insolvenza di gruppo). Infine, l’analisi dei poteri gestori del curatore ha richiesto – quale suo logico corollario, al quale è stato dedicato il Capitolo III – l’individuazione di criteri di distribuzione del valore del gruppo insolvente, che consentano di ripartire tra le masse attive delle imprese coinvolte il plusvalore eventualmente generato dalla prosecuzione dell’impresa e dalla liquidazione unitaria del patrimonio del gruppo. Un siffatto problema – la cui rilevanza è centrale anche in altri ambiti dell’ordinamento concorsuale – è stato affrontato a partire dalla qualificazione funzionale del potere di direzione e coordinamento di cui è investito il curatore: più nel dettaglio, si è ipotizzato che, a prescindere dalla natura gerarchica ovvero paritetica del gruppo in bonis successivamente ammesso alla procedura, la direzione unitaria esercitata dal curatore assuma in ogni caso connotati intrinsecamente paritetici, in quanto improntata non ad un interesse imprenditoriale proprio della capogruppo (come nella fattispecie di cui all’art. 2497 c.c.), bensì ad un interesse comune alle diverse imprese del gruppo e ai rispettivi ceti creditori. Con la conseguenza, allora, che – a partire da tale direzione funzionale dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale – si è ritenuto di poter desumere un obbligo di ripartizione proporzionale del ricavato della liquidazione a carico del curatore e a vantaggio delle imprese coinvolte. Tutto ciò acquisito, si è tentato infine – sebbene con la consapevolezza dell’estrema complessità della questione, e non senza rinviare l’analisi di taluni profili ad un eventuale sviluppo successivo del presente lavoro – di individuare un criterio distributivo che concretizzi il principio dell’equa ripartizione del valore del gruppo, e che tenga conto in particolare del contributo causale fornito dai trasferimenti di risorse infragruppo alla (auspicabile) produzione di un plusvalore.
This thesis addresses the problem of continuation of business in the liquidazione giudiziale di gruppo, a new insolvency procedure with liquidation purposes introduced by the Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14). In particular, the aim of the work is to understand which principles and rules should guide the management of the group in any case in which companies belonging to a “centralized” group are admitted to the procedure and continuation of business is ordered pursuant to art. 211 of the Codice della crisi. Starting from these premises, the thesis focused first – in Chapter I – on the recognition of all the different models of group insolvencies’ management arousing from the international scenario, in order to place the new liquidazione giudiziale di gruppo within the paradigms of substantial or procedural consolidation. Having said this, the research question was then formulated: that is to say, the possibility that the opening of the liquidazione giudiziale di gruppo, while undoubtedly determining the dissolution of the power of direction exercised by the parent company, nevertheless entails the attribution to the curatore of a new and autonomous power of group management, to be exercised in accordance with the purposes and principles of insolvency regulation: a power, in particular, which could involve the planning and implementation of (lato sensu) “intra-group financial assistance”, i.e. the mutual provision of resources instrumental to the continuation of group business. If this is the research question, it was then necessary to confront first with the principle of autonomia delle masse attive e passive of the group companies: a principle, in fact, which – if applied in a rigorous manner – could fundamentally prevent the circulation of resources between the companies admitted to the procedure. Nonetheless, a correct interpretation of the principle in question made it possible to relegate its applicative scope to the phases of ammissione del passivo and distribuzione dell’attivo only, without resulting in any effect of “crystallization” of assets: this on condition that the outflow of resources in the interim phase of the procedure is assisted by the reasonable forecast of a «prospective return of value» in the final stage of the liquidation. Once these basic theoretical premises have been established, the analysis concerned – in Chapter II – the powers of the curatore with regard to the responsible assets, and this in the double perspective – on the one hand – of the retrospective “reconstruction” of assets, if damaged before the opening of the liquidazione giudiziale di gruppo, and – for the other – of the “management” of assets in a propulsive key: this, in particular, in order not only to the preservation of a present value, but also – as has now been established thanks to the studies on management of joint-stock companies in liquidation – to the realization of a future value. Following this last line of investigation, it became necessary to analyze the role of the liquidation program in group procedures, and this both in terms of the relative methods of approval, as well as in terms of its possible contents. Indeed, it has not gone unnoticed how the Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza has in general implemented the “corporate” powers of the curatore, through the provision of an unprecedented legitimacy (to plan, and consequently) to perform independently deeds and transactions relating to the financial and organizational structure of the company. Powers which, if transposed into the liquidazione giudiziale di gruppo, could allow for deep restructuring of the insolvent group, instrumental to the presentation of a concordato nella liquidazione giudiziale (which, despite the inappropriate lack of indication on this point, was in any case considered co-essential to the regulation of group insolvency). Finally, the analysis of the managing powers of the curatore required – as its logical corollary, to which Chapter III was dedicated – the identification of criteria for the distribution of value of the insolvent group, which would make it possible to divide among the different companies any surplus value generated by the continuation of business and the liquidation of group’s assets. Such a problem – the importance of which is also central in other areas of insolvency law – was tackled starting from the functional qualification of the power of direction of which the curatore is invested: more in detail, it was hypothesized that, regardless from the hierarchical or joint nature of the group admitted to the procedure, the power of management exercised by the curatore assumes in any case a joint qualification, as it is not based on an entrepreneurial interest of the parent company (as in the case referred to in art. 2497 c.c.), but on a common interest referring to the all group companies and their respective creditors. This with the consequence that it was deemed possible to infer the need for a proportional distribution of value between the companies involved. All this acquired, an attempt was finally made – albeit with the awareness of the extreme complexity of the question, and not without postponing the analysis of some profiles to a possible subsequent development of the thesis – to identify a distributive criterion that concretizes the principle of fair distribution, and which considers in particular the causal contribution provided by intra-group transfers to the (desirable) production of a total surplus value.
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Nascimben, Elena <1984&gt. "La crisi di impresa e il fine-vita aziendale: aspetti economici e giuridici della liquidazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3588.

Full text
Abstract:
Dopo aver osservato la disciplina relativa alla liquidazione dal punto di vista procedurale, gestorio e degli effetti prodotti sugli organi sociali, si ritiene doveroso esaminarne i documenti che, per obbligo di legge o per necessità pratica, accompagnano l’espletamento della procedura e ne supportano le decisioni.
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Scarpa, Elena <1987&gt. "Il curatore fallimentare ed il programma di liquidazione. Alla luce delle modifiche introdotte dalla riforma della Legge Fallimentare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2159.

Full text
Abstract:
La tesi mette in luce quelle che sono state le modifiche più rilevanti introdotte dalla riforma della Legge Fallimentare (D.Lgs. 5/2006 e successivo decreto correttivo D.Lgs. 169/2007) analizzando in particolare la nuova figura del curatore fallimentare il cui ruolo appare ora fortemente valorizzato ed ampliato. Dopo una prima parte dell'elaborato incentrata sulle caratteristiche strutturali della procedura fallimentare in generale, alla luce delle modifiche intervenute in seguito alla riforma, si analizzano i cambiamenti che hanno investito gli organi della procedura e, in particolare, oggetto del mio lavoro è il curatore fallimentare, soprattutto con riferimento ad uno dei nuovi compiti ad egli assegnati più rilevanti che si sostanzia nella predisposizione del programma di liquidazione, al quale è dedicata una parte rilevante del mio elaborato. La riforma, con la quale il legislatore ha voluto propendere per una "privatizzazione" della procedura volta al miglior possibile soddisfacimento dei creditori dell'imprenditore fallito, ha spostato il centro propulsore della procedura dalla figura del giudice delegato al curatore, sotto il controllo del comitato dei creditori, i cui pareri ed autorizzazioni diventano per lui vincolanti. Sebbene, infatti, si sia assistito ad un rafforzamento dell'autonomia decisionale e gestionale del curatore fallimentare, non più soggetto, come in passato, al potere direttivo del giudice delegato, egli deve comunque sottostare al vincolo rappresentato dal perseguimento dell'interesse dei creditori. Sono questi i principi ispiratori perseguiti dal legislatore della riforma i quali, sulla base di quanto emerge nello svolgimento dell' elaborato,trovano la loro maggiore realizzazione in quello che costituisce nella Legge riformata una delle novità di maggior rilievo,ossia il programma di liquidazione. La finalità di un tale atto di programmazione si sostanzia nell'inquadrare le scelte della curatela, circa le modalità e i termini di liquidazione dell'attivo, nell'ambito di un generale programma liquidatorio volto a massimizzare il ricavato per i creditori e perseguire lo scopo di trasparenza delle attività di liquidazione e di celerità della procedura fallimentare.
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Avolio, Carla <1993&gt. "Dalla genesi alla liquidazione degli ELTIF. Un nuovo e "instabile" tassello nella composita disciplina della gestione collettiva del risparmio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10251/1/Avolio_Carla_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La presente trattazione concerne gli European long-term investment fund, disciplinati dal regolamento UE 2015/760 del 29 aprile 2015, meglio noti come ELTIF, di cui si è inteso indagare i molteplici aspetti che attengono all’operatività degli stessi, dalla genesi sino alla fase della liquidazione. Trattandosi di uno dei più recenti tasselli della composita disciplina europea del risparmio gestito, si è ritenuto opportuno anzitutto prendere le mosse dall’evoluzione della regolamentazione, domestica e comunitaria, della gestione collettiva del risparmio, la quale rappresenta la “cornice” normativa di riferimento entro cui si colloca il veicolo in discorso. Definito il percorso evolutivo della disciplina de qua, si è posta quindi l’attenzione sulla regolamentazione degli ELTIF che, pur migliorabile sotto diversi profili, rappresenta un significativo passo in avanti nel senso della costruzione dell’Unione dei mercati di capitali e del rilancio dell’economia europea. In particolare, l’indagine ha riguardato anzitutto i connotati della nuova fattispecie (carattere europeo, orizzonte temporale di lungo periodo, illiquidità). L’analisi dei tratti fisiognomici è stata funzionale non solo a verificare se essi, nella loro peculiarità, siano o meno idonei a definire un tipo a sé stante di prodotto, ma altresì a valutare in che termini essi producano un effetto conformativo sulla disciplina del prodotto stesso, specie con riferimento alla fase dell’investimento e del disinvestimento. Con l’intento di vagliare l’opportunità di interventi sul dato normativo che mirino ad accrescere l’attrattività degli ELTIF, si è volta quindi l’attenzione alla fase finale della vita del fondo, in quanto l’esiguità della disciplina dettata con riferimento alla liquidazione si espone ad applicazioni dubbie che, in larga parte, lasciano spazio all’autonomia regolamentare del prodotto e, dunque, all’applicazione di discipline nazionali disomogenee; e ciò specie con riferimento a una peculiare ipotesi di liquidazione promossa dagli investitori in conseguenza del mancato soddisfacimento della richiesta di rimborso avanzata.
This paper focuses on the European Long-Term Investment Fund, regulated under EU Regulation 2015/760 of April 29, 2015, better known as ELTIFs, of which it was intended to investigate the many aspects of their operations, from genesis to disposal. Since this regulation is one of the latest steps of the composite European Framework of Collective Saving Management, it was considered appropriate to start from the evolution of domestic and European regulations on collective asset management, which represents the regulatory framework for ELTIFs. This paper focuses on the regulation of ELTIFs which, although it can be improved in many aspects, represents a significant step forward in the construction of The Capital Markets Union and Europe’s economic recovery. Firstly, the investigation is concentrated on the characteristics of the new case (European nature, long-term, illiquidity). The analysis of the physiognomic features has aimed to verify if ELTIFs are able to define a new type of fund and then to evaluate how their features produce an effect on the rules of the product itself, especially the rules of investment and disinvestment. In addition, the attention has therefore focused on the final period of the fund’s life. In fact, the few rules about the disposal of ELTIFs could create some application issues, giving way to different national rules; it can especially happen when the investors may request the winding down of an ELTIF if their redemption requests have not been satisfied.
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DAGA, MARIA CARLA. "I contratti ad oggetto futuro e le procedure concorsuali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199151.

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Abstract:
Nel presente progetto di ricerca, l’attenzione è rivolta principalmente all’analisi del fenomeno della c.d. contrattazione su oggetto futuro. Le esigenze di rapida circolazione della ricchezza hanno portato gli operatori del mercato a utilizzare sempre più spesso tale strumento, che ha assunto un ruolo di primo piano nel panorama giuridico. Si tratta di una figura contrattuale da tempo oggetto di studio da parte della dottrina e della giurisprudenza, impegnate su diversi fronti nella ricostruzione dogmatica della stessa. Le ricostruzioni prospettate sono diverse e ognuna di esse presenta delle importanti ricadute applicative in ordine ad aspetti fondamentali, quali il momento perfezionativo del negozio e la sorte dello stesso qualora il bene non venga ad esistenza. Il principio che ammette in termini generali la deducibilità di oggetti futuri all’interno del regolamento contrattuale va poi coordinato con la specifica struttura e la funzione delle singole figure negoziali sia tipiche che atipiche (organizzate e suddivise in tre macrocategorie: i contratti ad effetti reali; i contratti reali e le vicende modificative del rapporto obbligatorio). Rispetto ai principali contratti di alienazione, gli sforzi interpretativi si sono concentrati sull’irrobustimento dell’apparato rimediale previsto in capo all’acquirente. Più complesso risulta, invece, il rapporto futurità – realità. Il requisito della consegna e la non esistenza del bene appaiono a prima vista due elementi inconciliabili. Laddove, poi, la circolazione riguardi non beni, ma diritti futuri – come in caso di vicende modificative del rapporto obbligatorio – i problemi emersi risultano peculiari, come quello della sufficiente determinabilità. Tra le vicende che - nelle more tra l’avvenuta stipulazione del contratto e la sua compiuta esecuzione - incidono in maniera rilevante sulla vicenda contrattuale si è data una particolare importanza alle procedure concorsuali, viste le ripercussioni negative che le stesse possono provocare nella sfera giuridica dei soggetti coinvolti.
This research proposal focuses on the analysis of the phenomenon of the contracts having a future object, with particular reference to the dogmatic reconstruction of this kind of agreement and the compatibility of such general model with specific selected types of contracts, and also on the consequences in case of bankruptcy of one of the contracting Party. Nowadays, some money systems are encouraging a greater and more rapid circulation of wealth, therefore this kind of agreements are gaining importance. First of all, it is important to clarify the meaning of “future object” and to examine how the Italian code has disciplined this complex phenomenon. The general rule is that all the things, including future things, may be the object of a contract: not only a thing as a “good” in the sense of a corporeal object, but also patrimonial rights can be the object of a contract (e.g. credits or debts). However, this rule has a lot of exceptions: sometimes they are based on the nature of the object, in other cases it is the law or the contractual will of the Parties that establishes that a thing or a right could not be transferable. This research is aimed at illustrating - through the analysis of recent studies - which are the most relevant doctrines regarding the future object contracts, and how these theories could be effectively applied in practice. It is important to clarify the moment when it has to be considered concluded (i.e. when the agreement is final and binding), what happens if the thing or the right does not come to existence and what the contracting Parties can do in order to protect themselves in these cases. Subsequently, the main priority of this study is the analysis of the different kinds of contract and of their peculiarities, deriving from having a future object. The types of agreements selected have been organized by major categories (for example: sales contracts, collateral arrangements, contract by which you transfer a debt or a credit), following a classification based on Italian private law fundamentals. On these basis, the last part centre on the consequences of the application of the above mentioned theories and agreements in the field where these kinds of contract could raise the greatest number of problems: the bankruptcy.
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Merello, Maria Stefania. Liquidazione e vicende matrimoniali. Milano: Giuffrè, 2000.

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Bianchi, Giorgio. La liquidazione di società. Torino: UTET, 2002.

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Negro, Antonello. Il nuovo danno biologico: Prova, liquidazione, casistica. Milano: Giuffrè, 2011.

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Confalonieri, Marco. Trasformazione, fusione, conferimento, scissione e liquidazione delle società. Milano: Il sole 24 ore, 2003.

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