Dissertations / Theses on the topic 'Lingua poetica'

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AZZARELLO, Salvatore. "G.M. Hopkins in Italia. Lingua poetica e critica delle traduzioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/553406.

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ANSELMO, ANNA. "La "poetica dell'incontrollabilità": l'Endymion di Keats, la lingua e i periodici romantici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/935.

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Abstract:
"Endymion" è il traît d'union tra i juvenilia di Keats ("Poems", 1817) e i suoi lavori più conosciuti ("Lamia, Isabella ... and other Poems"). Per sua natura, è un'opera di transizione e quindi concede allo studioso un punto di vista privilegiato sullo sviluppo della poetica e della lingua di Keats. Inoltre, l'"Endymion" è l'opera keatsiana più aspramente contestata dalla critica romantica. Gli studiosi moderni hanno analizzato il problema alla luce di considerazioni socio-politiche, il mio lavoro mira invece ad un'analisi più strettamente linguistica. Ricostruisco il contesto linguistico del diciottesimo e diciannovesimo secolo al fine di spiegare il disagio dei recensori nei confronti di "Endymion". Sostengo che il prescrittivismo del Settecento nasce da una profonda ansia relativa alla lingua, causata dalle teorie di Locke. L'atteggiamento prescrittivista influenza la critica romantica e i critici di Keats in particolare, più di quanto potessero fare considerazioni di natura politica. Analizzo le peculiarità linguistiche e strutturali di "Endymion" al fine di provare che Keats elabora una 'poetica dell'incontrollabilità', una serie di strategie stilistiche e testuali, che violano le convenzioni linguistiche e narrative e che vengono quindi percepite come destabilizzanti e stranianti.
"Endymion" is the traît d’union between Keats’s juvenilia ("Poems", 1817)and his better known, and, conventionally, ’mature’ works ("Lamia, Is- abella ... and other Poems", 1820). By its nature, it is a transitional work, and thus gives the scholar special insight into the development of Keats’s poetics and idiom. Moreover, "Endymion" is the Keatsian work which most irritated and provoked contemporary critics; the two pieces of venomous invective it received in the periodical press of the time have become the stuff of scholarly legend. Recent scholarly work has analysed the language of "Endymion" in socio-political terms; my work focuses on more strictly linguistic concerns. I reconstruct the linguistic context of the eighteenth and early nineteenth centuries in order to explain the reviewers’ unease with regard to "Endymion". I maintain that eighteenth-century prescriptivism arose from a deep-seated anxiety regarding language, Lockian in origin, and that the ensuing desire to stabilize and therefore control language informed Romantic criticism in general, and the criticism of Keats’s work in particular, more fundamentally than politics could or did. I analyse the imaginative and linguistic markers of "Endymion" in order to prove that Keats had elaborated a “poetics of uncontrollability”, a series of textual and stylistic strategies, which violated linguistic and narrative standards and were therefore perceived as unsettling.
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ANSELMO, ANNA. "La "poetica dell'incontrollabilità": l'Endymion di Keats, la lingua e i periodici romantici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/935.

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Abstract:
"Endymion" è il traît d'union tra i juvenilia di Keats ("Poems", 1817) e i suoi lavori più conosciuti ("Lamia, Isabella ... and other Poems"). Per sua natura, è un'opera di transizione e quindi concede allo studioso un punto di vista privilegiato sullo sviluppo della poetica e della lingua di Keats. Inoltre, l'"Endymion" è l'opera keatsiana più aspramente contestata dalla critica romantica. Gli studiosi moderni hanno analizzato il problema alla luce di considerazioni socio-politiche, il mio lavoro mira invece ad un'analisi più strettamente linguistica. Ricostruisco il contesto linguistico del diciottesimo e diciannovesimo secolo al fine di spiegare il disagio dei recensori nei confronti di "Endymion". Sostengo che il prescrittivismo del Settecento nasce da una profonda ansia relativa alla lingua, causata dalle teorie di Locke. L'atteggiamento prescrittivista influenza la critica romantica e i critici di Keats in particolare, più di quanto potessero fare considerazioni di natura politica. Analizzo le peculiarità linguistiche e strutturali di "Endymion" al fine di provare che Keats elabora una 'poetica dell'incontrollabilità', una serie di strategie stilistiche e testuali, che violano le convenzioni linguistiche e narrative e che vengono quindi percepite come destabilizzanti e stranianti.
"Endymion" is the traît d’union between Keats’s juvenilia ("Poems", 1817)and his better known, and, conventionally, ’mature’ works ("Lamia, Is- abella ... and other Poems", 1820). By its nature, it is a transitional work, and thus gives the scholar special insight into the development of Keats’s poetics and idiom. Moreover, "Endymion" is the Keatsian work which most irritated and provoked contemporary critics; the two pieces of venomous invective it received in the periodical press of the time have become the stuff of scholarly legend. Recent scholarly work has analysed the language of "Endymion" in socio-political terms; my work focuses on more strictly linguistic concerns. I reconstruct the linguistic context of the eighteenth and early nineteenth centuries in order to explain the reviewers’ unease with regard to "Endymion". I maintain that eighteenth-century prescriptivism arose from a deep-seated anxiety regarding language, Lockian in origin, and that the ensuing desire to stabilize and therefore control language informed Romantic criticism in general, and the criticism of Keats’s work in particular, more fundamentally than politics could or did. I analyse the imaginative and linguistic markers of "Endymion" in order to prove that Keats had elaborated a “poetics of uncontrollability”, a series of textual and stylistic strategies, which violated linguistic and narrative standards and were therefore perceived as unsettling.
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Tranfaglia, Silvia <1984&gt. "La 'ragione' poetica in Cino da Pistoia. Lingua e stile oltre lo 'Stilnovo'." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7359/1/tranfaglia_silvia_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro svolto apre a una nuova prospettiva di indagine nella valutazione della funzione storiografica della categoria di ‘Stilnovismo’, mediante una ricognizione testuale che attraversa il corpus poetico di Cino da Pistoia. Nella prima parte della ricerca si offrono i risultati di un’attenta rilettura dei ben noti passi danteschi in cui nel trattato latino sull’eloquenza in volgare il nome di Cino è stretto in un binomio indissolubile all’amico ed esule fiorentino, alla luce di una riconsiderazione delle sfere di referenza della 'subtilitas' e della 'dulcedo'. La complessità e varietà dell’immagine del poeta pistoiese restituita dal trattato dantesco viene quindi rielaborata secondo un’analisi linguistica e stilematica che problematizza l’ipostatizzata identità di Cino con una vena di monocorde dolcezza, nelle tracce rilevanti di strutture formali e concrezioni lessematiche di marca pre-stilnovistica se non anche di ascendenza guittoniana. L’ultima sezione recupera il confronto con Dante in una nuova conferma del congeniale eclettismo ciniano di assimilazione di esperienze poetiche lontane e aliene da quella comune 'koinè' letteraria che nella storia della ricezione storiografica risponde al canone dantesco di 'dolce stil novo'.
The present work offers new insights for the understanding of the historiography of the notion of "Stilnovismo" by means of a fine-grained analysis of the poetry of Cino da Pistoia. In the first part of the work, I will provide a new analysis of the well-known Dante's passages of the De vulgari eloquentia - in which Cino's name is indissolubly linked with the name of his Florentine friend, by providing a new interpretation of the notions of 'subtilitas' and 'dulcedo'. In particular, I will offer a linguistic and stylematic analysis of the complex and multifaceted image of Cino as depicted in Dante's treatise. The proposed analysis aims to challenge the alleged identification of Cino with a mild ‘sweetness’ flair, by looking at his linguistic structures and lexical choices reminding of pre-stilnovismo and Guittone's poetry. The last section offers a comparison with Dante's poetry and assesses Cino's versatility and sensitivity to poetry practices outdistancing the poetry 'koinè' represented by Dante's 'dolce stile'.
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Tranfaglia, Silvia <1984&gt. "La 'ragione' poetica in Cino da Pistoia. Lingua e stile oltre lo 'Stilnovo'." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7359/.

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Abstract:
Il lavoro svolto apre a una nuova prospettiva di indagine nella valutazione della funzione storiografica della categoria di ‘Stilnovismo’, mediante una ricognizione testuale che attraversa il corpus poetico di Cino da Pistoia. Nella prima parte della ricerca si offrono i risultati di un’attenta rilettura dei ben noti passi danteschi in cui nel trattato latino sull’eloquenza in volgare il nome di Cino è stretto in un binomio indissolubile all’amico ed esule fiorentino, alla luce di una riconsiderazione delle sfere di referenza della 'subtilitas' e della 'dulcedo'. La complessità e varietà dell’immagine del poeta pistoiese restituita dal trattato dantesco viene quindi rielaborata secondo un’analisi linguistica e stilematica che problematizza l’ipostatizzata identità di Cino con una vena di monocorde dolcezza, nelle tracce rilevanti di strutture formali e concrezioni lessematiche di marca pre-stilnovistica se non anche di ascendenza guittoniana. L’ultima sezione recupera il confronto con Dante in una nuova conferma del congeniale eclettismo ciniano di assimilazione di esperienze poetiche lontane e aliene da quella comune 'koinè' letteraria che nella storia della ricezione storiografica risponde al canone dantesco di 'dolce stil novo'.
The present work offers new insights for the understanding of the historiography of the notion of "Stilnovismo" by means of a fine-grained analysis of the poetry of Cino da Pistoia. In the first part of the work, I will provide a new analysis of the well-known Dante's passages of the De vulgari eloquentia - in which Cino's name is indissolubly linked with the name of his Florentine friend, by providing a new interpretation of the notions of 'subtilitas' and 'dulcedo'. In particular, I will offer a linguistic and stylematic analysis of the complex and multifaceted image of Cino as depicted in Dante's treatise. The proposed analysis aims to challenge the alleged identification of Cino with a mild ‘sweetness’ flair, by looking at his linguistic structures and lexical choices reminding of pre-stilnovismo and Guittone's poetry. The last section offers a comparison with Dante's poetry and assesses Cino's versatility and sensitivity to poetry practices outdistancing the poetry 'koinè' represented by Dante's 'dolce stile'.
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Boscariol, Federica <1979&gt. "La produzione poetica in lingua russa nell'Uzbekistan post-sovietico : la scuola di Taškent." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1161.

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Abstract:
La tesi è dedicata alla poesia russofona contemporanea dell’Uzbekistan, ed in particolare all’opera della Taškentskaja Poetičeskaja Škola, gruppo fondato alla fine degli anni Novanta da S. Janyšev, V. Muratchanov e E. Abdullaev, tre poeti di nazionalità uzbeka, ma madrelingua russa. Questa particolare condizione li ha costretti a riflettere sul rapporto tra la propria ispirazione poetica, il bagaglio culturale della patria d’origine, e il canone letterario russo. Una prima parte è dedicata alla presentazione delle singole individualità. Segue l’analisi della produzione collettiva della scuola, che evidenzia i tratti comuni della poetica di questi autori, ma sottolinea anche le peculiarità individuali e concede ampio spazio alla critica letteraria pubblicata sulla Taškola. Lo studio dell’ultima antologia curata dalla Taškola, il volume bilingue Anor-Granat, è accompagnato da un’analisi delle traduzioni di testi poetici dall’uzbeko realizzate dai tre autori. Un’ultima sezione è dedicata ad una lettura in chiave postcoloniale della produzione di questo movimento culturale, sorto in una nazione oggetto di occupazione coloniale imperiale prima e sovietica poi.
The present book analyses the actual situation of Russian poetry in Uzbekistan, focusing on the works of the Poetic Scool of Tashkent (Taškentskaja Poetičeskaja Škola), a group of poets born in Uzbekistan in the Seventies. The founders of this group are the tree Russian-speaking poets and journalists, S. Janyšev, V. Muratchanov and E. Abdullaev (S. Aflatuni). The condition of having as a mother tongue a language that doesn't reflect their national identity, forced them to have a peculiar relationship with the Russian literary canon and with the Uzbek culture. The first part of my research is devoted to the dexcription of each poet's individual work and poetics, and it's followed by the analysis of the collective pubblications of the group, the almanac 'Malyj Šelkovyj Put' and the bilingual anthology 'Anor-Granat'. In the latter chapter I analyse the translations of Uzbek poetry made by the menbers of the Poetic School of Tashkent. The last chapter is devoted to a post-colonial interpretation of the works of this poetic school, born in a former imperial (and then soviet) colony.
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Nicoletti, Lucia <1996&gt. "Gli epigrammi delle Inscriptiones Graecae urbis Romae: Lingua poetica e tracce di bilinguismo greco-latino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17070.

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Abstract:
La tesi si articola nello studio degli epigrammi bilingui delle Inscriptiones graecae urbis Romae, attraverso un'analisi storica, epigrafica, socio-culturale e soprattutto linguistica, con una particolare enfasi al rapporto fra le lingue latina e greca, sviluppata primariamente dal punto di vista della linguistica greca. Il fulcro del lavoro di tesi è dunque quello di individuare le interconnessioni esistenti nel bilinguismo greco-latino e valutarne le cause, analizzando le implicazioni culturali che ne derivano. Lo studio si sviluppa quindi in una prima parte, introduttiva, in cui vengono fornite nozioni generali sul bilinguismo, e in una seconda, nella quale ciascun epigramma è analizzato in ogni sua parte costitutiva e caratteristica.
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8

Borsoni, Ciccolungo Enrica <1986&gt. "Dichiarazioni di novità poetica nei contesti letterari della Grecia arcaica e classica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7361/1/borsoniciccolungo_enrica_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi propone di analizzare una serie di dichiarazioni di novità poetica, a partire da Omero sino a lambire l'Ellenismo. I testi trattati comprendono l'affermazione di Telemaco nei confronti di Femio, ove il canto dei ritorni viene definito "il più nuovo" perché coincide eccezionalmente con quello di Odisseo; segue l'analisi di due sigilli autocelebrativi Alcmanei, di cui si mette in rilievo la trascurata Stimmung ironica. Segue l'analisi di un criptico tetrastico teognideo sulla missione del poeta, in cui molti studiosi hanno colto un riferimento a una composizione originale. I riflessi del linguaggio poetico di Pindaro, della novità come rischio e della necessità di difendersi dalle critiche ostili, sono evidenti nel manifesto di Timoteo in cui compaiono i topoi della confutazione degli avversari, del rapporto con la tradizione e della celebrazione delle proprie novità.
This dissertation proposes a philological and literary analysis of selected statements of poetic novelty, from Homer to go as far as to Hellenism. The first passage I deal with is Telemachus’statement about the song of Phemius in Book I of the Odyssey (Od. I 351s.), and I come to the conclusion that novelty coincides with overlapping planes between the singing of returns and the return of Odysseus in its making. Regarding archaic lyric, I examine two Alcman’s self-celebrating seals (PMGF 39; PMGF 17), one of which is still too tied to the poetics of mimesis, and four verses from the Corpus Theognideum, which describe the mission of the poet through a series of activities (Thgn. 769-772). In most of these cases I come to the conclusion that poetic novelty does not coincide almost never with the concept of ‘originality’. Then I focus on Pindar’s poetic experience – notably N. 8, 19-21 – which is fundamental to all subsequent poetic declarations of novelty: the poet consciously reflects on the danger of exposing novelty to his detractors / rivals and uses a particular poetic language. The following long chapter deals with the sphragis of Timotheus’ Persians (PMG 791, 202-236), in which we can find all the topoi of the defense and legitimation of poetic novelty: the refutation of the critics, the definition of a new category of bad poets, the reinterpretation of tradition through a model of the past and the ultimate celebration of poetic novelty.
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Caciagli, Stefano <1979&gt. "Poesia e società: comunicazione poetica e formazioni sociali nella Lesbo del VII/VI secolo a.C." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/188/1/Stefano_Caciagli_-_Poesia_e_Societ%C3%A0.pdf.

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Caciagli, Stefano <1979&gt. "Poesia e società: comunicazione poetica e formazioni sociali nella Lesbo del VII/VI secolo a.C." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/188/.

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SORRENTI, ANNA CARMEN. "POETICA DELLA SIMILITUDINE E DELLA METAFORA IN GASPARD DE LA NUIT DI ALOYSIUS BERTRAND : DALLA TEORIA ALL'APPLICAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1289.

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Abstract:
Il nostro lavoro nasce dall’esigenza di voler delineare i confini tra metafora e similitudine al fine di distinguere il campo d’indagine di ognuna delle due figure. Il rapporto analogico che le caratterizza ha provocato nel tempo un’associazione costante tra i due procedimenti retorici che tendono, pertanto, ad essere sovrapposti. La nostra tesi si propone di dimostrare che seppur si tratti di due figure affini, similitudine e metafora si realizzano attraverso processi stilistici diversi. Questo studio presenta due grandi parti: una prima parte teorica e una seconda parte applicativa. La prima consta di tre capitoli: nel primo abbiamo esaminato le diverse definizioni che, nel corso degli anni, sono state assegnate alla similitudine e alla metafora; nel secondo, abbiamo presentato le teorie che, nel differenziare le due figure, hanno confuso, a nostro avviso, i loro campi d’indagine; nel terzo capitolo abbiamo analizzato e descritto il procedimento comparativo. Nella seconda parte, abbiamo applicato alla raccolta poetica Gaspard de la Nuit di Aloysius Bertrand, le analisi teoriche presentate nella prima parte del nostro lavoro. Per ogni testo poetico è stato affrontato uno studio di tipo linguistico e retorico: abbiamo analizzato le varie tipologie di similitudini e di metafora presenti in ciascun componimento.
The purpose of this work has its origins in the necessity of defining the boundary between metaphor and simile in order to demarcate the analytical fields corresponding to the two figures. The analogical relationship that characterizes them has provoked over the course of time a constant association between the two rhetorical procedures which have thus tended to become overlapped. This thesis intends to demonstrate that even though treating of related figures, simile and metaphor are produced by means of different stylistic procedures. This study is divided into two main parts: the first theoretical and the second of practical application. The first part consists of three chapters: in the first are examined the diverse definitions that have been assigned over the course of time to simile and to metaphor; the second presents theories which, in differentiating the two figures, have only served to confuse the fields of inquiry; in the third chapter the comparative method is analyzed and described. In the second part of the thesis the theoretical analyses presented in the first part of the work are applied to Gaspard de la Nuit, a collection of poetry by Aloysius Bertrand. Each text is subjected to a linguistic and a rhetorical analysis, thus analyzing the various typologies of similes and metaphors present in each of the compositions.
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SORRENTI, ANNA CARMEN. "POETICA DELLA SIMILITUDINE E DELLA METAFORA IN GASPARD DE LA NUIT DI ALOYSIUS BERTRAND : DALLA TEORIA ALL'APPLICAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1289.

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Abstract:
Il nostro lavoro nasce dall’esigenza di voler delineare i confini tra metafora e similitudine al fine di distinguere il campo d’indagine di ognuna delle due figure. Il rapporto analogico che le caratterizza ha provocato nel tempo un’associazione costante tra i due procedimenti retorici che tendono, pertanto, ad essere sovrapposti. La nostra tesi si propone di dimostrare che seppur si tratti di due figure affini, similitudine e metafora si realizzano attraverso processi stilistici diversi. Questo studio presenta due grandi parti: una prima parte teorica e una seconda parte applicativa. La prima consta di tre capitoli: nel primo abbiamo esaminato le diverse definizioni che, nel corso degli anni, sono state assegnate alla similitudine e alla metafora; nel secondo, abbiamo presentato le teorie che, nel differenziare le due figure, hanno confuso, a nostro avviso, i loro campi d’indagine; nel terzo capitolo abbiamo analizzato e descritto il procedimento comparativo. Nella seconda parte, abbiamo applicato alla raccolta poetica Gaspard de la Nuit di Aloysius Bertrand, le analisi teoriche presentate nella prima parte del nostro lavoro. Per ogni testo poetico è stato affrontato uno studio di tipo linguistico e retorico: abbiamo analizzato le varie tipologie di similitudini e di metafora presenti in ciascun componimento.
The purpose of this work has its origins in the necessity of defining the boundary between metaphor and simile in order to demarcate the analytical fields corresponding to the two figures. The analogical relationship that characterizes them has provoked over the course of time a constant association between the two rhetorical procedures which have thus tended to become overlapped. This thesis intends to demonstrate that even though treating of related figures, simile and metaphor are produced by means of different stylistic procedures. This study is divided into two main parts: the first theoretical and the second of practical application. The first part consists of three chapters: in the first are examined the diverse definitions that have been assigned over the course of time to simile and to metaphor; the second presents theories which, in differentiating the two figures, have only served to confuse the fields of inquiry; in the third chapter the comparative method is analyzed and described. In the second part of the thesis the theoretical analyses presented in the first part of the work are applied to Gaspard de la Nuit, a collection of poetry by Aloysius Bertrand. Each text is subjected to a linguistic and a rhetorical analysis, thus analyzing the various typologies of similes and metaphors present in each of the compositions.
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PIGNATARO, ROSA. "LA FINESTRA COME SPAZIO METAFORICO NELLA LETTERATURA SPAGNOLA: RIFLESSIONI SULLA POETICA DI RAFAEL ALBERTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/16894.

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Abstract:
L’obiettivo della presente ricerca è stato cercare di dimostrare come la finestra, da innocuo dispositivo ottico e spaziale, completi molte delle osservazioni tradizionali della critica, fornendo un’ulteriore chiave di lettura nell’interpretazione del procedimento creativo nelle opere analizzate. Partendo da una veloce silloge della ricorrenza del termine nella letteratura classica e italiana, si passa alla presentazione dell’evoluzione tematica della finestra nell’ambito della letteratura spagnola focalizzando l’analisi su alcuni modelli in cui il nucleo della finestra si configura come struttura generativa di un’intera opera letteraria. Con il terzo capitolo si entra nella parte monografica della ricerca: la finestra sembrerebbe un facile simbolo nella produzione letteraria di un poeta esiliato, poiché l’affaccio a un davanzale è un proiettarsi idealmente verso la patria perduta. In realtà, selezionando la vastissima produzione letteraria di Rafael Alberti, la ricorrenza della finestra permette di tracciare un iter tematico nella vicenda biografica e artistica del poeta, dall’infanzia alla maturità. Nell’ultimo capitolo, invece, oggetto d’analisi è El Adefesio, un’opera teatrale composta da Alberti durante l’esilio argentino. Questa volta le finestre si chiudono e le mura domestiche si trasformano in un’intollerabile prigione generando quasi una dimensione di claustrofobia, espressione di un nuovo teatro che parla di negazione e di censura.
The aim of this research is to attempt to show how the ‘window’, a harmless optical and spatial device, completes many of the traditional observations of the critic, providing another key to the reading in the interpretation of the creative process in the analyzed works. Starting with a quick compilation of the recurrence of the term in Classical and Italian literature, the reaserch focuses on the analysis of the evolution of the word in Spanish literature with some models in which the window is configured as the generative structure of an entire literary work. The third chapter confronts the monographic part of the research: the window would seem an easy symbol in the literary production of an exiled poet, since gazing through a window could be seen as a projection of the artist towards his or her estranged homeland. In reality, by selecting the vast literary production of Rafael Alberti, the recurrence of the word ‘window’ allows us to trace a thematic procedure in the biographical and artistic life of the poet, from childhood to maturity. In the last chapter, the subject of analysis is El Adefesio, a play composed by Alberti during his Argentinian exile. This time the windows are closed and the walls becomes an intolerable prison generating an almost claustrophobic mood, expression of a new theater that speaks of denial and censorship
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PIGNATARO, ROSA. "LA FINESTRA COME SPAZIO METAFORICO NELLA LETTERATURA SPAGNOLA: RIFLESSIONI SULLA POETICA DI RAFAEL ALBERTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/16894.

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Abstract:
L’obiettivo della presente ricerca è stato cercare di dimostrare come la finestra, da innocuo dispositivo ottico e spaziale, completi molte delle osservazioni tradizionali della critica, fornendo un’ulteriore chiave di lettura nell’interpretazione del procedimento creativo nelle opere analizzate. Partendo da una veloce silloge della ricorrenza del termine nella letteratura classica e italiana, si passa alla presentazione dell’evoluzione tematica della finestra nell’ambito della letteratura spagnola focalizzando l’analisi su alcuni modelli in cui il nucleo della finestra si configura come struttura generativa di un’intera opera letteraria. Con il terzo capitolo si entra nella parte monografica della ricerca: la finestra sembrerebbe un facile simbolo nella produzione letteraria di un poeta esiliato, poiché l’affaccio a un davanzale è un proiettarsi idealmente verso la patria perduta. In realtà, selezionando la vastissima produzione letteraria di Rafael Alberti, la ricorrenza della finestra permette di tracciare un iter tematico nella vicenda biografica e artistica del poeta, dall’infanzia alla maturità. Nell’ultimo capitolo, invece, oggetto d’analisi è El Adefesio, un’opera teatrale composta da Alberti durante l’esilio argentino. Questa volta le finestre si chiudono e le mura domestiche si trasformano in un’intollerabile prigione generando quasi una dimensione di claustrofobia, espressione di un nuovo teatro che parla di negazione e di censura.
The aim of this research is to attempt to show how the ‘window’, a harmless optical and spatial device, completes many of the traditional observations of the critic, providing another key to the reading in the interpretation of the creative process in the analyzed works. Starting with a quick compilation of the recurrence of the term in Classical and Italian literature, the reaserch focuses on the analysis of the evolution of the word in Spanish literature with some models in which the window is configured as the generative structure of an entire literary work. The third chapter confronts the monographic part of the research: the window would seem an easy symbol in the literary production of an exiled poet, since gazing through a window could be seen as a projection of the artist towards his or her estranged homeland. In reality, by selecting the vast literary production of Rafael Alberti, the recurrence of the word ‘window’ allows us to trace a thematic procedure in the biographical and artistic life of the poet, from childhood to maturity. In the last chapter, the subject of analysis is El Adefesio, a play composed by Alberti during his Argentinian exile. This time the windows are closed and the walls becomes an intolerable prison generating an almost claustrophobic mood, expression of a new theater that speaks of denial and censorship
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Rader, Elia <1989&gt. "La poetica di Kavafis in Cina. Proposta di traduzione di alcuni articoli accademici per un confronto tra la letteratura neogreca e cinese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13481.

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Abstract:
I contatti tra Grecia e Cina han rivestito fin dall’antichità un ruolo importante. Si pensi agli sviluppi alla via della seta portati avanti da Alessandro Magno prima e in epoca bizantina poi. Affascinante anche la recente ipotesi di Lukas Nickel, per cui ci sarebbe stata l’influenza greca nell’esercito di terracotta, distruggendo così l’idea che i primi contatti coincidano con l’apertura della via della seta (II secolo a.C.). Tuttora molti sono gli investimenti cinesi fatti (privatizzazione del Pireo) e in programma in Grecia, tutti inseriti nel progetto della nuova via della seta, “一带一路” (“One belt, one road”). Questo rivolgersi ad oriente della Grecia poi crea preoccupazione all’interno dell’UE, come da recenti dichiarazioni della cancelliera Merkel. Anche dal punto di vista culturale gli scambi ci sono e, sebbene in tempi relativamente recenti, le opere di autori quali Kavafis, Seferis ed Elitis sono arrivate in Cina, influenzandone la produzione letteraria. Alla luce di questa situazione, l’elaborato vuole esplorare il rapporto Cina-Grecia da un punto di vista linguistico-letterario, con la traduzione di alcuni articoli accademici focalizzati sulla figura del poeta Kavafis. Nella parte introduttiva vengono presentate le principali fasi di sviluppo della storia e letteratura neogreca, per una lettura più consapevole dei testi in traduzione. Non mancano parallelismi con la letteratura cinese, con interessanti spunti quindi per il confronto. Le citazioni presenti, inoltre, permettono di analizzare le scelte traduttive fatte (le traduzioni inglesi molto significative nel processo), nonché, più in generale, di riflettere sulle peculiarità delle lingue in esame e sulle problematiche traduttive specifiche del genere poetico.
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PAVETTO, BARBARA. "Così lontano così vicino. Una proposta di lettura “a media distanza”dell’opera poetica di Lucian Blaga." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1047297.

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Abstract:
The aim of my research is to propose an analysis of the poetic corpus of Lucian Blaga (1985-1961) that takes its cue from the concepts of close reading (i.e. the "classical" intuitive and stylistic-qualitative analysis of a literary text) and of distant reading, a research path that instead of the close analysis of a single text (or of restricted groups of texts) favors the global and "distanced" vision offered by the study of literature as a phenomenon of "great numbers". Focusing the attention to such a macro-level of interpretation means using concordances, frequency tables, lists, classifications, collocations, literary corpora and the like, in order to obtain a mid-distance reading, which combines the potential offered by digital analysis with the exegetical skills of the human researcher. This reading makes use of the tools offered by Corpus Stylistics, which aims to bridge the gap between corpus linguistics and literary studies. These methodologies, and in general the digital approach to the study of literature, are currently very rarely applied to Romanian literature, and although Blaga himself is one of the greatest authors of the twentieth century, in recent decades there has been less and less critical attention towards his work. Therefore, starting from the objective points obtained thanks to the quantitative digital analysis, subjective critical reflections were constructed, which had the purpose of confirming or expanding the previous studies of literary criticism on Blaga’s poetry, carried out using close reading methods.
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Madureira, José Rafael 1972. "Emile Jaques-Dalcroze = sobre a experiencia poetica da ritmica : uma exposição em 9 quadors inacabados." [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/251774.

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Abstract:
Orientador: Eliana Ayoub
Acompanha anexo em DVD: Emile-Dalcroze: Memorias em musica
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-12T11:58:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Madureira_JoseRafael_D.pdf: 2098968 bytes, checksum: 68591f45cb20280e08dd75fd10cec532 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: Émile Jaques-Dalcroze (1865-1950), compositor austro-suíço, é o protagonista deste estudo. Suas andanças foram muitas assim como os temas de suas investigações. Este é um trabalho inédito de tradução e discussão de parte substancial da obra teórica de Jaques-Dalcroze, bem como um apontamento sobre as interfaces de seu sistema de educação musical - denominado Rítmica (Rythmique) - com o devir da modernidade na dança do século XX, na Europa como nos Estados Unidos, e com os sistemas ginásticos alemães que estiveram tão perigosamente ligados ao totalitarismo europeu novecentista. Este trabalho foi organizado em 9 fragmentos que narram as incursões de Jaques-Dalcroze pelo universo da música, do teatro, da dança e da ginástica. Os fragmentos - aqui intitulados QUADROS - encontram-se inacabados e, justamente por essa razão, guardam uma grande potência germinativa que poderá inspirar outras pesquisas acerca da temática corpo-ritmo-movimento-expressão. Os 9 QUADROS são precedidos de um PRÓLOGO e estão organizados nos seguintes temas: 1. Panorama biográfico de Émile Jaques-Dalcroze; 2. Origens e princípios do sistema de educação musical denominado Rítmica; 3. A influência das teorias da expressão de François Delsarte (1811-1871) na concepção da Rítmica; 4. A amizade com o cenógrafo Adolphe Appia (1812-1928) e a relação da Rítmica com o conceito de "obra de arte viva"; 5. A experiência do Instituto Jaques-Dalcroze de Hellerau (1911-1914), situado nos arredores de Dresden (Alemanha); 6. O brutal fechamento do Instituto alemão devido à eclosão da 1ª Guerra Mundial; 7. A relação de Jaques-Dalcroze e de sua obra com o devir da dança do século XX; 8. A relação da Rítmica com a ginástica moderna especialmente a partir da figura do ex-aluno Rudolf Bode (1881-1971); 9. A permanência da Rítmica na dança contemporânea francesa a partir do trabalho de Françoise Dupuy. Ao final do texto teórico encontra-se disponível um material complementar de consulta organizado em 3 APÊNDICES: A. Cronologia da vida e das publicações teóricas de Jaques-Dalcroze; B. Dicionário sobre as personalidades citadas ao longo do texto; C. Alguns aforismos esparsos de Émile Jaques-Dalcroze. Em anexo, encontra-se disponível o DVD "Émile Jaques-Dalcroze: Memórias em Música" (18 min.), no qual pode-se ouvir trechos das obras musicais engendradas por Dalcroze enquanto o olhar acompanha algumas imagens de suas andanças pelo mundo afora.
Abstract: This work presents the concepts and practices of Eurhythmics (Rythmique) as conceived by the Swiss composer Émile Jaques-Dalcroze (1865-1950). It discusses the relation of Eurhythmics with modern dance and gymnastics in Europe and in the U.S. It also stablishes a comparison between the poetic experience of Eurhythmics and the German employ of rhythm and expression gymnastics in the european totalitarism. This thesis is composed by 9 PICTURES which describe Dalcroze's exploration of the universe of dramatic arts (music, dance and theather) and gymnastics. These pictures are unfinished, and for this reason they may offer their potency to inspire future researches on the theme body-rhythmmovement- expression. The 9 pictures are preceded by a PROLOGUE and present the following approaches: 1. A biographical essay about Émile Jaques-Dalcroze; 2. A synthesis about Dalcroze's system of musical education named Eurhythmics; 3. The influences of the theories of expression by François Delsarte (1811-1871) on the creation of Eurhythmics; 4. The friendship with the cenographer Adolphe Appia (1862-1928) and the relation between Eurhythmics and the Appia's concept of "living work of art"; 5. The experience of the 1st Dalcroze's Eurhythmics Institute created at the garden-city of Hellerau (Germany); 6. The interruption of Hellerau's school activities caused by the begining of the World War I; 7. The relation between Dalcroze's Eurhythmics and the conception of Modern Dance in Eupore and in the U.S.; 8. The relation between Eurhythmics and the germany gymnastics - a special approach with the Expression-gymnastics created by Dalcroze's pupil Rudolf Bode (1881-1971); 9. The permanence of Eurhythmics at french contemporary dance with Françoise Dupuy. Annexed there is a video named "Émile Jaques-Dalcroze: Memory into Music", where it's possible to hear Dalcroze's own compositions and see some images about his personal life and work.
Doutorado
Educação, Conhecimento, Linguagem e Arte
Doutor em Educação
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Maltese, Giulia <1987&gt. "La costruzione dell'io poetico nella poesia contemporanea saharawi in spagnolo: esperienza autobiografica e coscienza identitaria collettiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8474/1/Maltese_Giulia_tesi.pdf.

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Abstract:
L’obiettivo del presente elaborato è proporre uno studio critico della poesia contemporanea saharawi in spagnolo (dal 1972 a oggi), elaborando un modello di analisi trasversale di un corpus di testi che insiste sull’osmosi tra l’esperienza autobiografica del poeta e l’esperienza collettiva – all’origine della nascita della coscienza identitaria – dell’intero popolo saharawi. Per raggiungere questo obiettivo, si sono posti i seguenti obiettivi specifici: (1) contestualizzare il fenomeno definendone le dinamiche storico-politiche, antropologiche e culturali; (2) stabilire le basi teoriche della proposta di modello di analisi della produzione poetica contemporanea saharawi in spagnolo; (3) applicare il suddetto modello di analisi a una selezione di testi rappresentativi, selezionati da volumi monografici e antologici. L’elaborato combina quindi uno studio descrittivo-concettuale con uno di taglio empirico-sperimentale, approfondendo, in un primo momento, le dinamiche storico-antropologiche, politiche, linguistico-culturali che definiscono l’identità saharawi per poi, a seguire, articolare la proposta di modello di analisi del corpus. Tale modello, combinando gli studi di Analisi Critica del Discorso e di linguistica pragmatica ed avvalendosi trasversalmente degli strumenti di analisi informatizzata del corpus, mira a far leva sulle manifestazioni discorsive della natura polifonica dell’io poetico saharawi e sul tentativo di riscrittura di una biografia collettiva ─ o multi-biografia ─ che si colloca al margine tra autobiografia e autofinzione. Il complesso macro-concetto di identità è quindi declinato su più approcci e discipline. Nel caso specifico del popolo saharawi comporta una riflessione ancor più complessa, ascrivibile alle tappe e agli spazi della colonizzazione, dell’occupazione, dell’esilio algerino e della diaspora e a tre accezioni: l’identità nazionale, politica e l’identità linguistico-culturale. In tal senso, la poesia contemporanea saharawi in spagnolo si fa portavoce delle istanze dell’intero popolo saharawi rivendicandone l’identità nazionale e fungendo da ponte tra le aspirazioni del singolo e le aspirazioni comunitarie, assurgendo a strumento di auto-riconoscimento e resistenza intima e sociale.
The goal of this dissertation is to propose a critical study of contemporary Sahrawi poetry in Spanish (from 1972) by elaborating a corpus-based analytical model which insists on the osmosis between the poet’s autobiographical and the collective experiences of the Sahrawi people, the latter being considered as the basis of identitarian consciousness. To achieve this main goal, the following specific objectives have been accomplished: (1) the contextualization of the phenomenon by defining its historical-political, anthropological and cultural dynamics; (2) the definition of the theoretical bases of the corpus-based analytical model; (3) the application of the analytical model to a selection of representative texts from monographs and anthologies. Thus, the present dissertation combines a descriptive conceptual approach with an empirical experimental focus: first, by deepening the historical, anthropological, political, linguistic and cultural dynamics that define the Sahrawi identity, second by developing the corpus-based analytical model. The latter aims to trace the discursive manifestations of the polyphonic nature of the poetic I in its attempt to rewrite a collective biography (multi-biography) that switches between autobiography and autofiction. This is done mainly by integrating the Critical Discourse Analysis with the pragmalinguistic approach and by using some corpus linguistics tools. The complex macro-concept of identity has therefore been implemented in several approaches and disciplines. In the specific case of the Sahrawi people identity entails an even more complex reflection on the stages and spaces of the colonization, the occupation, the Algerian exile and the diaspora. Moreover, within this context, identity also comprehends three different meanings: the national identity, the political identity and the cultural identity. In this sense, Sahrawi's contemporary poetry in Spanish becomes the mouthpiece of the Sahrawi people, claiming their national identity as a bridge between intimate and communitarian aspirations, ultimately providing a tool for both intimate and communitarian self-recognition and resistance.
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Manarin, Romina <1992&gt. "Leggere il Komachishū. Una analisi filologica e poetica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14606.

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Abstract:
Il Komachishū (Raccolta poetica di Ono no Komachi) fu redatto probabilmente intorno al 1009, quando Fujiwara no Kintō (966-1041) lo incluse, insieme alle raccolte di altri trentacinque grandi poeti, nel Sanjūrokuninshū (Collezione dei trentasei poeti). Tuttavia, tutti i manoscritti che ci sono pervenuti risalgono solamente al periodo Edo (1603-1868) e sono divisi in due linee testuali molto diverse tra loro, fatto che rende impossibile determinare quale fosse il contenuto originario del testo. Inoltre, l’opera riporta molte poesie che nelle antologie imperiali che precedono il Sanjūrokuninshū risultano anonime o ascritte ad altri poeti, per cui anche l’attribuzione dei componimenti originali del Komachishū è incerta. Lo scopo di questo elaborato è, da un lato, quello di analizzare le differenze tra le due linee testuali, sia per quanto riguarda la disposizione dei componimenti nell’opera, che per quanto concerne le poesie stesse e le loro prefazioni, e, dall’altro, quello di dimostrare, attraverso un'analisi poetica dell'opera, che i versi che senza dubbio non sono stati composti da Komachi sono finiti nella raccolta non tanto per l'argomento che secondo molti studiosi sarebbe riconducibile alla leggendarizzazione della sua figura, quanto per una serie di fattori che includono lo stile e il lessico impiegato, vicini a quelli della poetessa.
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Ruzzenenti, Silvia <1981&gt. "«Präzise doch ungenau». Tradurre il saggio. Un approccio olistico al saggio poetico di Durs Grünbein." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5147/1/ruzzenenti_silvia_tesi.pdf.

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Abstract:
Il saggio, genere di confine (Grenzgänger-Textsorte) per eccellenza, la cui indefinibilità è topos, si profila tuttora come terra incognita nell’àmbito delle scienze della traduzione. La presente ricerca mira a enucleare un modello traduttologico olistico per la traduzione del saggio. In feconda alternativa alla dicotomia approccio ermeneutico-letterario vs. approccio linguistico, la prospettiva teorico-metodologica del lavoro integra linee di ricerca filologico-letterarie e linguistico-testuali. Tale sguardo multiprospettico, l’unico in grado di dar conto della complessità del genere, permette di collocare operativamente il saggio e le sue varianti testuali principali (Textsortenvarianten), dal saggio specialistico (fachlicher Essay) al saggio poetico (poetischer Essay) sul continuum delle forme testuali comprese entro le dimensioni (scientifica, pragmatica, estetica) del Denkhandeln. Dalla produttiva intersezione tra la riflessione dell’Essayforschung classica e contemporanea e le più recenti indagini linguistico-testuali sulle forme del saggismo scientifico, si perviene alla formulazione di una definitio per proprietates del saggio. Segue lo sviluppo di un modello traduttologico olistico, che tesaurizza il proprio paradigma antropologico, la riflessione filosofico-ermeneutica e le acquisizioni della linguistica testuale, articolandosi attraverso le fasi ricorsive e interagenti di ricezione olistica, analisi poetico-ermeneutica e retorico-stilistica, progettazione linguistico-cognitiva, formulazione e revisione. L’approccio olistico così delinatosi viene quindi vagliato nella sua proficuità in sede applicativa. Funge da banco di prova un vero e proprio “caso limite” per complessità e qualità letteraria, ovvero il «poetischer Essay» del poeta, saggista e traduttore Durs Grünbein, una delle voci più acclamate nel panorama contemporaneo. La sezione pratica presenta infine l’inedita traduzione italiana dei saggi grünbeiniani Den Körper zerbrechen e Die Bars von Atlantis.
The Essay, the «anti-genre» par excellence, describes a neglected research area within the Translation Studies. My thesis develops a holistic approach for the translation of the Essay. Preliminarily it joins literary-philological and linguistic acquisitions within the multidisciplinary theoretical-methodological horizon of an anthropological, literary, hermeneutic & text linguistic traductological paradigm. Through a critical examination of state of the art of both the literary-philosophical Essayforschung and text linguistic studies on the Textsorte essay, the work provides an operative: 1. Localisation of the genre and its main variants (from the specialist essay to the poetic essay) on the prototypical text continuum among the dimensions (scientific, pragmatic, aesthetic) of the Denkhandeln (Thought as Action); 2. Definitio per proprietates of the Essay. On the basis of these operative acquisitions the thesis devises a holistic model for the translation of the genre. The translating model is designed as a process with recursive, interacting phases featuring: holistic reception, hermeneutical and poetic analysis, rhetorical and stylistic analysis, cognitive and linguistic draft, wording and revision. The validity of this model is tested through a highly complex case study, i.e. the translation of the «poetischer Essay» of Durs Grünbein, arguably one of the world’s greatest living poets who enjoys large international recognition not least as a new classic of critical-poetic prose. Finally the unpublished Italian translation of Grünbein’s Essays Den Körper zerbrechen and Die Bars von Atlantis is presented.
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Ruzzenenti, Silvia <1981&gt. "«Präzise doch ungenau». Tradurre il saggio. Un approccio olistico al saggio poetico di Durs Grünbein." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5147/.

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Abstract:
Il saggio, genere di confine (Grenzgänger-Textsorte) per eccellenza, la cui indefinibilità è topos, si profila tuttora come terra incognita nell’àmbito delle scienze della traduzione. La presente ricerca mira a enucleare un modello traduttologico olistico per la traduzione del saggio. In feconda alternativa alla dicotomia approccio ermeneutico-letterario vs. approccio linguistico, la prospettiva teorico-metodologica del lavoro integra linee di ricerca filologico-letterarie e linguistico-testuali. Tale sguardo multiprospettico, l’unico in grado di dar conto della complessità del genere, permette di collocare operativamente il saggio e le sue varianti testuali principali (Textsortenvarianten), dal saggio specialistico (fachlicher Essay) al saggio poetico (poetischer Essay) sul continuum delle forme testuali comprese entro le dimensioni (scientifica, pragmatica, estetica) del Denkhandeln. Dalla produttiva intersezione tra la riflessione dell’Essayforschung classica e contemporanea e le più recenti indagini linguistico-testuali sulle forme del saggismo scientifico, si perviene alla formulazione di una definitio per proprietates del saggio. Segue lo sviluppo di un modello traduttologico olistico, che tesaurizza il proprio paradigma antropologico, la riflessione filosofico-ermeneutica e le acquisizioni della linguistica testuale, articolandosi attraverso le fasi ricorsive e interagenti di ricezione olistica, analisi poetico-ermeneutica e retorico-stilistica, progettazione linguistico-cognitiva, formulazione e revisione. L’approccio olistico così delinatosi viene quindi vagliato nella sua proficuità in sede applicativa. Funge da banco di prova un vero e proprio “caso limite” per complessità e qualità letteraria, ovvero il «poetischer Essay» del poeta, saggista e traduttore Durs Grünbein, una delle voci più acclamate nel panorama contemporaneo. La sezione pratica presenta infine l’inedita traduzione italiana dei saggi grünbeiniani Den Körper zerbrechen e Die Bars von Atlantis.
The Essay, the «anti-genre» par excellence, describes a neglected research area within the Translation Studies. My thesis develops a holistic approach for the translation of the Essay. Preliminarily it joins literary-philological and linguistic acquisitions within the multidisciplinary theoretical-methodological horizon of an anthropological, literary, hermeneutic & text linguistic traductological paradigm. Through a critical examination of state of the art of both the literary-philosophical Essayforschung and text linguistic studies on the Textsorte essay, the work provides an operative: 1. Localisation of the genre and its main variants (from the specialist essay to the poetic essay) on the prototypical text continuum among the dimensions (scientific, pragmatic, aesthetic) of the Denkhandeln (Thought as Action); 2. Definitio per proprietates of the Essay. On the basis of these operative acquisitions the thesis devises a holistic model for the translation of the genre. The translating model is designed as a process with recursive, interacting phases featuring: holistic reception, hermeneutical and poetic analysis, rhetorical and stylistic analysis, cognitive and linguistic draft, wording and revision. The validity of this model is tested through a highly complex case study, i.e. the translation of the «poetischer Essay» of Durs Grünbein, arguably one of the world’s greatest living poets who enjoys large international recognition not least as a new classic of critical-poetic prose. Finally the unpublished Italian translation of Grünbein’s Essays Den Körper zerbrechen and Die Bars von Atlantis is presented.
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Gorza, Piero. "Dipingere le parole: linguaggi poetici in terra maya." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/328.

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Abstract:
2010 - 2011
"Dipingere le parole: linguaggi poetici in terra maya" è una ricerca antropologica sulle nuove forme di poesia e di pittura indigena nel Chìapas messicano. Queste due modalità espressive rimandano alle forme tradizionali di costruzione della memoria indigena, che accosta immagine a parola, spesso senza passare attraverso la scrittura. È una ricerca sui modi della vita e su quelli del rappresentare che oscilla tra presente e passato, tra permanenza e cambiamento, tra tradizione e tecnologia. Essa rimanda a differenti forme di testualità: le visioni, i sogni, le pratiche sciamaniche, le tessiture, le preghiere e oggi anche internet. Relaziona di conseguenza le attuali fornle di poesia e di pittura a questa pluralità di linguaggi. In questo scenario meticcio di somiglianze e differenze, di costanti scarti temporali e spaziali, il volume riflette su possibili ontologie e su dinamiche antropopoietiche indigene, alcune distinte dalle nostre, ossia sulle pieghe del reale e sui nessi che relazionano soggetto a mondo. Il segno pittorico e la parola poetica divengono originale crocevia tra linguaggi tradizionali e spaesamenti globali. [a cura dell'autore]
X n.s.
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PACELLI, VALERIO. "Teodette di Faselide: frammenti poetici: introduzione, testo critico, traduzione e commento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201859.

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Amadori, Sara <1981&gt. "Yves Bonnefoy traduttore di Shakespeare: il poeta e la prova del dialogo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4155/1/amadori_sara_tesi.pdf.

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Abstract:
Contemporary French poet Yves Bonnefoy has always been attracted by English poetry, especially by Shakespeare’s work. Translating Shakespeare’s plays and sonnets has been a fundamental experience for him. The contact with a different culture, a different language and a different sort of poetry has been an important moment in his poetic experience. The dialogue between the French and the Elizabethan poet, which started in the 1950s, hasn't stopped yet and it offers some interesting perspectives to study Bonnefoy's work from a new point of view. Translation – which is first of all a poetic experience to him – is in fact the chance to get in touch with somebody else's poetry and to establish a dialogue with his poetic universe. Such a dialogue requires on the one hand an ‘ethic’ attitude on the translator's part, that is an attentive listening and a deep understanding of the original text. However, Bonnefoy has to create a new ‘poetic’ text in his own language. This is why the ‘seeds’ of his own poetry are also present in his translated texts, in which it is possible to clearly distinguish both the presence of the French poet’s own voice and his attempt to open his ‘speech’ to the specific quality of the Shakespearean poetry. On the other hand, such a deep contact with Shakespeare's work has changed the French poet, contributing to the development and maturity of his own poetry. Indeed, the Elizabethan poet is present in his work in different ways, in his critical essays as well as in his poems. Against this background, the aim of the present study is to define the complex dialogic forms and the osmotic relationships between the poetic experience and the experience of translation, which are considered two different moments of the same ontological research by the French poet.
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Amadori, Sara <1981&gt. "Yves Bonnefoy traduttore di Shakespeare: il poeta e la prova del dialogo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4155/.

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Abstract:
Contemporary French poet Yves Bonnefoy has always been attracted by English poetry, especially by Shakespeare’s work. Translating Shakespeare’s plays and sonnets has been a fundamental experience for him. The contact with a different culture, a different language and a different sort of poetry has been an important moment in his poetic experience. The dialogue between the French and the Elizabethan poet, which started in the 1950s, hasn't stopped yet and it offers some interesting perspectives to study Bonnefoy's work from a new point of view. Translation – which is first of all a poetic experience to him – is in fact the chance to get in touch with somebody else's poetry and to establish a dialogue with his poetic universe. Such a dialogue requires on the one hand an ‘ethic’ attitude on the translator's part, that is an attentive listening and a deep understanding of the original text. However, Bonnefoy has to create a new ‘poetic’ text in his own language. This is why the ‘seeds’ of his own poetry are also present in his translated texts, in which it is possible to clearly distinguish both the presence of the French poet’s own voice and his attempt to open his ‘speech’ to the specific quality of the Shakespearean poetry. On the other hand, such a deep contact with Shakespeare's work has changed the French poet, contributing to the development and maturity of his own poetry. Indeed, the Elizabethan poet is present in his work in different ways, in his critical essays as well as in his poems. Against this background, the aim of the present study is to define the complex dialogic forms and the osmotic relationships between the poetic experience and the experience of translation, which are considered two different moments of the same ontological research by the French poet.
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Julves, Francesco <1995&gt. ""Il libro dei morti": una sintesi perfetta della poetica di Kawabata Yasunari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18106.

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Abstract:
Tra le varie opere con cui mi sono rapportato, credo che il racconto breve "Il libro dei morti" sia un esempio completo ed esaustivo delle tematiche tipiche della poetica di Kawabata Yasunari. Partendo da un'analisi generale con varie provocazioni a livello interpretativo, si arriverà ad una proposta di traduzione del racconto, ad oggi inedito in Italia. L’analisi si diramerà in diverse sezioni in cui verrà presentata, ad esempio, l’immagine della donna all’interno delle opere dell’autore, passando poi ad una disamina sulla forza degli sguardi (riferendosi alle teorie sul gaze formulate nei Gender Studies), arrivando a descrivere la struttura e la lingua del racconto e le conseguenti difficoltà di traduzione in una lingua occidentale per concludere con la visione di vita e morte all’interno della filosofia letteraria dell’autore. Di seguito a tutto questo, il punto centrale sarà una domanda a cui si tenterà di dare risposta ovvero: nella letteratura kawabatiana i personaggi dei racconti riusciranno a trovare una via di salvezza? Quali le modalità apprese dai protagonisti per superare le situazioni spesso drammatiche cui il fato li ha posto dinnanzi? Ricercando anche tra fonti specifiche di ambito spirituale-religioso per rispondere a tali quesiti, si cercherà di mettere in evidenza quanto il buddhismo, nonostante fosse oggetto di scherno per l’autore, sia in un modo o nell’altro un punto centrale nella poetica di Kawabata.
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D'Innocenzio, Luca <1992&gt. "Teika e l'eccellenza poetica: uno sguardo al Kokinshū attraverso lo Ogura Hyakunin isshu." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12201.

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Abstract:
Il presente lavoro è strutturato in quattro capitoli. Nel primo verrà delineato un quadro generale degli sviluppi formali ed estetici del waka tra la fine del periodo Heian e il primo periodo Kamakura, con particolare attenzione alle figure chiave di Fujiwara no Shunzei, suo figlio Teika e al loro modo di guardare e rapportarsi alla tradizione letteraria; nel secondo capitolo verranno presentati i principali nodi problematici relativi alla genesi della raccolta poetica nota come Ogura Hyakunin isshu, la conoscenza dei quali è assolutamente necessaria per comprendere appieno alcune delle caratteristiche salienti e degli aspetti peculiari dell'antologia; proprio questo costituirà il tema del terzo capitolo, dove si discuterà la struttura della raccolta, la sua stessa natura di selezione di poesie eccellenti (shūkasen), la sua collocazione storica, gli autori ivi contenuti e le principali tematiche che la attraversano; il quarto capitolo sarà dedicato alla traduzione e al commento di una parte delle poesie. In particolare, ci si concentrerà sui componimenti tratti dal Kokinwakashū che risultano relativamente meno noti o meno apprezzati nel corso dei secoli. Attraverso il commento, alla luce di quanto analizzato in precedenza, si tenterà di indagare quali possano essere state le motivazioni che hanno guidato il compilatore nelle sue scelte, fino a evidenziare eventuali criteri unitari in base ai quali egli ha “filtrato” l'essenza della prima antologia imperiale.
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Sieve, Alice <1992&gt. "Narrating Trauma after 9/11: Women's Response through Oppositional Poetics." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11688.

Full text
Abstract:
This study focuses on poetry after 9/11 by exploring it as an example of counter narrative and embracing the concept of “oppositional poetics”. The inquiry touches the aesthetic challenges that the oppositional practices face in the contemporary literary panorama, by concentrating on three pivotal themes: gender, guilt and the belonging to history. The case study under examination investigates a selection of poems by American women authors, including Molly Peacock, Shelley Stenhouse, Anne Marie Levine, Alicia Ostriker, Jean Valentine and Patricia Spears Jones. The discussion expands to touch the trauma of 9/11 in the broader context of the implications of global terrorism, considering its influence on the perception of the artistic experience.
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Schina, Damiano <1993&gt. "A Place For the Genuine: Ben Lerner's Poetics of Liminality." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13257.

Full text
Abstract:
Drawing from all his published works, this dissertation will explore the oeuvre of American writer Ben Lerner. The main thread of analysis will be the concept of liminality, of being on the threshold, as it emerges particularly from Lerner’s novels Leaving the Atocha Station (2011), 10:04 (2014) and from the three volumes of verses collected in the book No Art: Poems (2016). Lerner’s poems and prose works will be examined altogether, in the sense, suggested by critic Dean Katz and writer Tao Lin, to read Lerner’s work as a sort of progressing project in which prose and poems have the same importance and are in dialogue one with the other. The blurring of facts and fiction, the opposition of actuality and virtuality – as derived from Allen Grossman’s writings in The Long Schoolroom – will be used as a lens in order to try to understand what Lerner is trying to do with his writing. It seems that this being “between two mirrors,” that of the actual and the virtual, of fiction and facts, of the individual and the community, is something that allows the writer to produce a new, original work of art. Lerner acts as a sort of curator of a museum who puts together different genres and styles from this position of liminality that can be defined, to borrow Marianne Moore’s line from her eponymous and famous poem, “a place for the genuine.”
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Zheng, Hongyan <1985&gt. "Traduzione della prosa poetica nella prospettiva estetica del testo "Silenzio" di Romano Battaglia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4758.

Full text
Abstract:
La prosa poetica è una via di mezzo tra prosa e poesia che ha una scrittura indipendente e cross-stilistico. In questa tesi ho scelto quattro parti dall’opera Silenzio da tradurre, scritta da Romano Battaglia che è stato un giornalista e scrittore italiano. Nella prima parte della tesi ho analizzato l’autore e l’opera, allo stesso tempo ho spiegato la scelta di questo testo. Nella seconda parte ho presentato i principi delle teorie traduttive. Un’analisi dettagliata dell’approccio linguistico utilizzato e strategie di traduzione per illustrare i fattori lessicali, morfosintattici e testuali inoltre i problemi incontrati durante la traduzione, sono tutti stati presentati per raggiungere l’obiettivo di fornire alcuni metodi generali e di sottolineare gli errori più comuni della traduzione confrontando la lingua italiana con la lingua cinese da tutti gli aspetti linguistici.
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Desantis, Roberta <1991&gt. "La “decolonizzazione culturale” e il rinnovamento poetico del Marocco negli anni ’60: La guérilla linguistique di Mohammed Khaïr-Eddine." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14095.

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Abstract:
Con la presente tesi si vuole analizzare il rinnovamento della classe intellettuale in Marocco, in un periodo di profonda repressione, durante gli anni sessanta, che saranno ricordati a posteriori, come “anni di piombo” durante il regno di Hassan II. Dunque partendo da un’attenta analisi dei fatti storici avvenuti in quegli anni, siamo riusciti a definire il coté letterario che si stava sempre più delineando. Infatti la reazione degli intellettuali marocchini alle varie imposizioni messe in atto dal re, hanno portato ad una vera e propria “decolonizzazione culturale” e alla profonda rottura con il passato, non solo dal punto di vista stilistico e argomentativo ma anche dal punto di vista linguistico. Il rinnovamento culturale partirà infatti da quello linguistico, in cui all’imposizione dell’arabo, gli intellettuali risponderanno con l’utilizzo del francese. Per spiegare questa scelta linguistica, siamo dovuti innanzitutto partire dalla politica linguistica messa in atto da Hassan II in Marocco, che si è scontrata con il suo multilinguismo e poi, di conseguenza, con la questione identitaria che è entrata in crisi. La scelta del monolinguismo, con l’arabo come unica lingua ufficiale e l’esaltazione dell’identità marocchina, ha escluso infatti tutte le altre identità, tra cui quelle Imazighen, berbere, che sono da sempre presenti in Marocco, ma che non si riconoscono nell’identità marocchina come anche dal punto di vista linguistico non si sentono rappresentate dalla lingua araba. Ecco che dal punto di vista letterario la reazione degli intellettuali fu quella di denuncia contro la politica linguistica messa in atto in quegli anni, scegliendo dunque di essere rappresentati da una lingua neutra, il francese, che seppur fosse riconosciuta come la lingua del colonizzatore, riusciva a far esprimere tutti senza alcuna implicazione religiosa o identitaria. La letteratura che si è configurata, fu pertanto definita francofona, per via del medium linguistico servitosi. Ecco che per analizzare la rivoluzione culturale messa in atto in questi anni, abbiamo riportato anche il cambiamento della stampa, come mezzo di ribellione da parte degli intellettuali, servendoci di molte riviste che hanno cercato di denunciare una serie di problematiche culturali ed economiche in Marocco. In particolar modo abbiamo analizzato una rivista, la rivista Souffles, che ha segnato non solo la storia della stampa in Marocco ma ha racchiuso anche un numero enorme di intellettuali e artisti che hanno partecipato attivamente alla stesura della stessa. Attraverso il reperimento dell’intero testo, grazie allo studio svolto sul campo, in Marocco, abbiamo potuto presentare i vari numeri esposti nella rivista, sia in francese che in arabo, così come le varie tematiche affrontate dai vari artisti e intellettuali dell’epoca che hanno partecipato attivamente alla vita culturale marocchina. Pertanto esponendo come la situazione politica abbia inciso sull’andamento culturale in Marocco, abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sull’identità Amazight, venuta meno durante il processo di costruzione identitaria del nuovo Stato, e per fare ciò ci siamo serviti dello studio di un autore berbero-marocchino, Mohammed Khaïr Eddine, essendo stato anche lui attivista di quel rinnovamento culturale attraverso la rivista Souffles.
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Spadafora, Margherita. "Poetiche della genealogia. Immagini e funzioni del discorso genealogico nell'opera di Pindaro." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/300831.

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Abstract:
La ricerca si propone una indagine delle forme e delle funzioni che la modalità genealogica assume nell’opera pindarica. L’obiettivo è di mettere in luce i diversi livelli di articolazione del discorso genealogico: da un lato, la presenza di espressioni di tipo metaforico che, attraverso l’uso dei termini di parentela, stabiliscono rapporti simbolici fondati sulla trasmissione delle qualità per generazione; dall’altro, l’elaborazione mitica del legame genealogico del vincitore come componente costitutiva dell’eulogia assicurata dal poeta negli Epinici, con importanti effetti di tipo poetico e socio-politico. Nella sezione introduttiva, dopo una presentazione generale del tema in Pindaro, ci siamo soffermati sull’importanza delle genealogie nella letteratura e nella civiltà greche, rendendo conto dei fondamentali apporti critici e poi menzionando i contributi pindarici di maggiore interesse in relazione al nostro tema. La tesi è poi articolata in cinque capitoli. Il primo è dedicato allo studio delle metafore genealogiche e comprende una presentazione critica dei contributi specificamente dedicati all’argomento. Quello che potrebbe apparire, agli occhi di noi moderni, un modulo schiettamente poetico deve essere messo in relazione con l’importante statuto religioso delle personificazioni e con la complessiva funzione del linguaggio genealogico nelle cosmogonie arcaiche. Nel capitolo successivo abbiamo analizzato un altro tipo di ‘raffigurazione’ della parentela rintracciabile nell’uso pindarico. Dopo una veduta d’insieme sui singenionimi che ricorrono all’interno del corpus, abbiamo infatti preso in esame la particolare caratterizzazione di Ierone di Siracusa come πατήρ (fr. 105a M; Pyth. 3.71) e, d’altra parte, il fatto che all’elogio del tiranno non si accompagni il riferimento a un’ascendenza mitica. La parte successiva della trattazione è dedicata alla lettura di singoli Epinici in cui il tema interviene con particolare rilevanza. Nel terzo capitolo abbiamo dunque analizzato l’Olimpica 6, destinata a celebrare la vittoria dell’indovino iamide Agesia (472 o 468 a.C.), siracusano di discendenza arcade per parte materna. Una lettura da vicino del testo ha permesso di mettere in luce le importanti implicazioni che tale profilo genealogico comporta nel tessuto poetico e nell’organizzazione geografica dell’ode, richiedendo che se ne ricercassero le possibili motivazioni storiche. Gli Epinici a destinazione cirenaica sono oggetto del quarto capitolo, la cui parte fondamentale è dedicata alla Pitica 4 (462 a.C.), la più lunga ode pindarica, in lode del re Arcesilao, discendente dal fondatore Batto e dall’argonauta Eufemo. In questo epinicio, che si rivela particolare sotto molteplici aspetti, anche il trattamento della genealogia mostra significativi elementi di singolarità. Se di solito il riferimento al passato degli antenati rimane, infatti, molto generico, in questo caso la distanza temporale che separa le generazioni è invece precisamente determinata. Le immagini mitiche che l’epinicio associa al legame genealogico riflettono, inoltre, un importante processo di costruzione culturale del passato. Per rappresentare il γένος dei Battiadi e manifestare le qualità del lignaggio, compaiono delle immagini luminose che hanno sollecitato il confronto con altre, di tipo analogo, contenute nella Pitica 5, composta per lo stesso vincitore e la medesima occasione agonale. In ultimo, ci siamo soffermati sulla terza e più antica ode cirenaica, la Pitica 9 (474 a.C.), per analizzare il particolare ruolo che vi assume l’esposizione sull’impresa compiuta dall’antenato del vincitore Telesicrate. Nel capitolo conclusivo, infine, abbiamo ripercorso i risultati delle analisi condotte e fatto menzione di ulteriori testi suscettibili di indagine, alla luce di alcuni dei temi che stabiliscono relazione privilegiata con la genealogia (il trattamento del passato, l’interazione tra livello umano e livello eroico dell’ascendenza, il ruolo del poeta rispetto alla tradizione, la caratterizzazione culturale dello spazio). Abbiamo quindi delineato alcune delle modalità e delle funzioni con cui la forma discorsiva della genealogia, polisemica e polifunzionale, viene trasferita al contesto enunciativo dell’elogio epinicio, veicolandone le istanze poetiche e ideologiche.
La recherche menée dans cette thèse porte sur l'œuvre du poète grec Pindare (VIe-Ve s. av. J.C.), constituée surtout d'Épinicies, chants destinés à célébrer les vainqueurs des concours panhelléniques. Nous proposons une étude des formes de la modalité généalogique et de ses fonctions dans l’œuvre pindarique, selon différents niveaux d’articulation : d’une part, la persistance des modes de représentation et d’expression de la réalité en termes généalogiques et, d'autre part, l’élaboration du lien généalogique du vainqueur en tant qu’élément constitutif de l’éloge assuré par le poète. Dans l’introduction, après avoir présenté le sujet, nous avons illustré l'importance générale des généalogies dans la littérature et la civilisation grecques, ainsi que l’état de la recherche. La thèse s’articule ensuite en cinq parties. Le premier chapitre porte sur l’emploi figuré des termes de parenté. À la base des innovations du poète se trouvent les modèles mythico-religieux traditionnels, selon lesquels les généalogies décrivent les relations entre les dieux et la mise en ordre du monde. Cette relation est confirmée par le fait que la caractérisation généalogique apparaît fréquemment dans les invocations, qui sont exécutées selon les formes typiques des hymnes clétiques. Dans le chapitre suivant, nous avons analysé un autre type de représentation de la parenté que l'on peut retrouver dans le corpus pindarique. Après un aperçu des différents termes désignant les relations de parenté et les formations familiales, nous avons examiné la caractérisation particulière de Hiéron comme πατήρ (fr. 105a M. ; Pyth. 3.71) et, d'autre part, nous avons remarqué que les odes pour Hiéron ne contiennent pas de références à des ancêtres mythiques. La partie suivante du travail est consacrée à l’analyse systématique de certaines Épinicies, dans lesquelles le thème reçoit une élaboration très étendue et importante. Le troisième chapitre est consacré à l’analyse de la Sixième Olympique, poème célébrant la victoire d'Hagésias (472 ou 468 av. J.-C.), Syracusain d'ascendance arcadienne du côté maternel, devin faisant partie de l'entourage du tyran Hiéron et membre de la lignée des Iamides. Une lecture attentive du texte nous a permis de mettre en évidence les implications importantes qu'un tel profil généalogique entraîne dans le tissu poétique et l'organisation géographique de l'ode. Les odes cyrénéennes font l'objet du quatrième chapitre. La majeure partie est dédiée à la Pythique 4 (462 av. J.-C.), à la louange du roi Arcesilaos, de la dynastie des Battiades. S’il s’agit d’une ode très particulière par plusieurs aspects, cette étude a été l’occasion de montrer que le traitement de la généalogie du vainqueur montre également d’importants éléments de singularité. La distance temporelle séparant les différentes générations est en effet, dans ce cas, précisément déterminée, alors que normalement chez Pindare la référence au passé des ancêtres reste très générique. De plus, les images mythiques que l'épinicie associe au lien généalogique reflètent un important processus de construction culturelle du passé. Des images lumineuses sont employées dans l'ode pour représenter le γένος des Battiades et pour manifester les qualités de la lignée, ce qui a stimulé la comparaison avec d'autres images similaires présentes dans la Pythique 5, poème composé pour le même vainqueur et la même occasion agonale. On a enfin traité la plus ancienne ode cyrénaïque, la Pythique 9 (474 av. J.-C.), afin d'analyser le rôle particulier qu'y joue l'exposé de l'exploit accompli par l'ancêtre du vainqueur. Dans le chapitre conclusif nous avons repris de façon synthétique les principaux thèmes et les textes abordés, dans le cadre d'un discours général sur certains des thèmes qui établissent une corrélation avec la généalogie (le traitement du passé, l'interaction entre les niveaux humain et héroïque de l'ascendance, le rôle du poète par rapport à la tradition, la caractérisation culturelle de l'espace). On a ainsi décrit quelques-unes des modalités et des fonctions avec lesquelles la forme discursive de la généalogie, polysémique et polyfonctionnelle, est transférée dans le contexte énonciatif de l’épinicie, dont elle exprime les instances poétiques et idéologiques.
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Spadafora, Margherita. "Poetiche della genealogia. Immagini e funzioni del discorso genealogico nell'opera di Pindaro." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/300831.

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Abstract:
La ricerca si propone una indagine delle forme e delle funzioni che la modalità genealogica assume nell’opera pindarica. L’obiettivo è di mettere in luce i diversi livelli di articolazione del discorso genealogico: da un lato, la presenza di espressioni di tipo metaforico che, attraverso l’uso dei termini di parentela, stabiliscono rapporti simbolici fondati sulla trasmissione delle qualità per generazione; dall’altro, l’elaborazione mitica del legame genealogico del vincitore come componente costitutiva dell’eulogia assicurata dal poeta negli Epinici, con importanti effetti di tipo poetico e socio-politico. Nella sezione introduttiva, dopo una presentazione generale del tema in Pindaro, ci siamo soffermati sull’importanza delle genealogie nella letteratura e nella civiltà greche, rendendo conto dei fondamentali apporti critici e poi menzionando i contributi pindarici di maggiore interesse in relazione al nostro tema. La tesi è poi articolata in cinque capitoli. Il primo è dedicato allo studio delle metafore genealogiche e comprende una presentazione critica dei contributi specificamente dedicati all’argomento. Quello che potrebbe apparire, agli occhi di noi moderni, un modulo schiettamente poetico deve essere messo in relazione con l’importante statuto religioso delle personificazioni e con la complessiva funzione del linguaggio genealogico nelle cosmogonie arcaiche. Nel capitolo successivo abbiamo analizzato un altro tipo di ‘raffigurazione’ della parentela rintracciabile nell’uso pindarico. Dopo una veduta d’insieme sui singenionimi che ricorrono all’interno del corpus, abbiamo infatti preso in esame la particolare caratterizzazione di Ierone di Siracusa come πατήρ (fr. 105a M; Pyth. 3.71) e, d’altra parte, il fatto che all’elogio del tiranno non si accompagni il riferimento a un’ascendenza mitica. La parte successiva della trattazione è dedicata alla lettura di singoli Epinici in cui il tema interviene con particolare rilevanza. Nel terzo capitolo abbiamo dunque analizzato l’Olimpica 6, destinata a celebrare la vittoria dell’indovino iamide Agesia (472 o 468 a.C.), siracusano di discendenza arcade per parte materna. Una lettura da vicino del testo ha permesso di mettere in luce le importanti implicazioni che tale profilo genealogico comporta nel tessuto poetico e nell’organizzazione geografica dell’ode, richiedendo che se ne ricercassero le possibili motivazioni storiche. Gli Epinici a destinazione cirenaica sono oggetto del quarto capitolo, la cui parte fondamentale è dedicata alla Pitica 4 (462 a.C.), la più lunga ode pindarica, in lode del re Arcesilao, discendente dal fondatore Batto e dall’argonauta Eufemo. In questo epinicio, che si rivela particolare sotto molteplici aspetti, anche il trattamento della genealogia mostra significativi elementi di singolarità. Se di solito il riferimento al passato degli antenati rimane, infatti, molto generico, in questo caso la distanza temporale che separa le generazioni è invece precisamente determinata. Le immagini mitiche che l’epinicio associa al legame genealogico riflettono, inoltre, un importante processo di costruzione culturale del passato. Per rappresentare il γένος dei Battiadi e manifestare le qualità del lignaggio, compaiono delle immagini luminose che hanno sollecitato il confronto con altre, di tipo analogo, contenute nella Pitica 5, composta per lo stesso vincitore e la medesima occasione agonale. In ultimo, ci siamo soffermati sulla terza e più antica ode cirenaica, la Pitica 9 (474 a.C.), per analizzare il particolare ruolo che vi assume l’esposizione sull’impresa compiuta dall’antenato del vincitore Telesicrate. Nel capitolo conclusivo, infine, abbiamo ripercorso i risultati delle analisi condotte e fatto menzione di ulteriori testi suscettibili di indagine, alla luce di alcuni dei temi che stabiliscono relazione privilegiata con la genealogia (il trattamento del passato, l’interazione tra livello umano e livello eroico dell’ascendenza, il ruolo del poeta rispetto alla tradizione, la caratterizzazione culturale dello spazio). Abbiamo quindi delineato alcune delle modalità e delle funzioni con cui la forma discorsiva della genealogia, polisemica e polifunzionale, viene trasferita al contesto enunciativo dell’elogio epinicio, veicolandone le istanze poetiche e ideologiche.
La recherche menée dans cette thèse porte sur l'œuvre du poète grec Pindare (VIe-Ve s. av. J.C.), constituée surtout d'Épinicies, chants destinés à célébrer les vainqueurs des concours panhelléniques. Nous proposons une étude des formes de la modalité généalogique et de ses fonctions dans l’œuvre pindarique, selon différents niveaux d’articulation : d’une part, la persistance des modes de représentation et d’expression de la réalité en termes généalogiques et, d'autre part, l’élaboration du lien généalogique du vainqueur en tant qu’élément constitutif de l’éloge assuré par le poète. Dans l’introduction, après avoir présenté le sujet, nous avons illustré l'importance générale des généalogies dans la littérature et la civilisation grecques, ainsi que l’état de la recherche. La thèse s’articule ensuite en cinq parties. Le premier chapitre porte sur l’emploi figuré des termes de parenté. À la base des innovations du poète se trouvent les modèles mythico-religieux traditionnels, selon lesquels les généalogies décrivent les relations entre les dieux et la mise en ordre du monde. Cette relation est confirmée par le fait que la caractérisation généalogique apparaît fréquemment dans les invocations, qui sont exécutées selon les formes typiques des hymnes clétiques. Dans le chapitre suivant, nous avons analysé un autre type de représentation de la parenté que l'on peut retrouver dans le corpus pindarique. Après un aperçu des différents termes désignant les relations de parenté et les formations familiales, nous avons examiné la caractérisation particulière de Hiéron comme πατήρ (fr. 105a M. ; Pyth. 3.71) et, d'autre part, nous avons remarqué que les odes pour Hiéron ne contiennent pas de références à des ancêtres mythiques. La partie suivante du travail est consacrée à l’analyse systématique de certaines Épinicies, dans lesquelles le thème reçoit une élaboration très étendue et importante. Le troisième chapitre est consacré à l’analyse de la Sixième Olympique, poème célébrant la victoire d'Hagésias (472 ou 468 av. J.-C.), Syracusain d'ascendance arcadienne du côté maternel, devin faisant partie de l'entourage du tyran Hiéron et membre de la lignée des Iamides. Une lecture attentive du texte nous a permis de mettre en évidence les implications importantes qu'un tel profil généalogique entraîne dans le tissu poétique et l'organisation géographique de l'ode. Les odes cyrénéennes font l'objet du quatrième chapitre. La majeure partie est dédiée à la Pythique 4 (462 av. J.-C.), à la louange du roi Arcesilaos, de la dynastie des Battiades. S’il s’agit d’une ode très particulière par plusieurs aspects, cette étude a été l’occasion de montrer que le traitement de la généalogie du vainqueur montre également d’importants éléments de singularité. La distance temporelle séparant les différentes générations est en effet, dans ce cas, précisément déterminée, alors que normalement chez Pindare la référence au passé des ancêtres reste très générique. De plus, les images mythiques que l'épinicie associe au lien généalogique reflètent un important processus de construction culturelle du passé. Des images lumineuses sont employées dans l'ode pour représenter le γένος des Battiades et pour manifester les qualités de la lignée, ce qui a stimulé la comparaison avec d'autres images similaires présentes dans la Pythique 5, poème composé pour le même vainqueur et la même occasion agonale. On a enfin traité la plus ancienne ode cyrénaïque, la Pythique 9 (474 av. J.-C.), afin d'analyser le rôle particulier qu'y joue l'exposé de l'exploit accompli par l'ancêtre du vainqueur. Dans le chapitre conclusif nous avons repris de façon synthétique les principaux thèmes et les textes abordés, dans le cadre d'un discours général sur certains des thèmes qui établissent une corrélation avec la généalogie (le traitement du passé, l'interaction entre les niveaux humain et héroïque de l'ascendance, le rôle du poète par rapport à la tradition, la caractérisation culturelle de l'espace). On a ainsi décrit quelques-unes des modalités et des fonctions avec lesquelles la forme discursive de la généalogie, polysémique et polyfonctionnelle, est transférée dans le contexte énonciatif de l’épinicie, dont elle exprime les instances poétiques et idéologiques.
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Perdichizzi, Vincenza. "Il fulvo del poeta monolingue : lingue e stile nelle tragedie di Vittorio Alfieri." Poitiers, 2007. http://www.theses.fr/2007POIT5040.

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Abstract:
L'objet de cet étude est l'analyse de l'écriture des tragédies de l'écrivain italien du XVIIIe siècle Vittorio Alfieri. La thèse est partagée en deux sections : la première se déroule selon l’axe diachronique, prenant en considération les documents relatifs à l'apprentissage poétique d'Alfieri (traductions, marginalia, extraits tirés par les ouvrages classiques de la littérature italienne, notes de lecture, etc. ) ; la deuxième se déroule selon l'axe synchronique, à travers l'analyse de la dernière édition du corpus des tragédies alfiériennes, analyse qui se développe par les outils de la linguistique et de la critique stylistique de Leo Spitzer
The object of this study is the writing of the Italian dramatic author Vittorio Alfieri, who lived in the 18th century. The thesis is divided into two sections. The first one is structured according to a diachronic axis and considers the documents of Alfieri's poetical learning (translations, marginalia, excerpts from Italian classical writers, reading-notes, and so on) ; the second one follows a synchronic axis, studying the last edition of Alfieri's tragedies. In this respect, the tools of linguistics et Leo Spitzer's stylistic critic are used
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Marzullo, Pietro <1988&gt. "Haizi: puro talento o pura follia? La traduzione del testo poetico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4432.

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Abstract:
Il lavoro consiste nella traduzione e commento traduttologico, preceduti da una presentazione generale dell'autore e della sua poetica, di una raccolta di poesie del poeta Haizi. Morto suicida all'età di 25 anni, è un figura allo stesso tempo discussa e apprezzata nel panorama poetico cinese. Oltre alla traduzione delle poesie, la tesi si compone di un'analisi delle tematiche e immagini care al poeta, e tratta le varie teorie legate alla traducibilità di questa tipologia testuale.
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Spadafora, Margherita. "Poetiche della genealogia. Immagini e funzioni del discorso genealogico nell'opera di Pindaro." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2004. http://hdl.handle.net/11572/300831.

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Abstract:
La ricerca si propone una indagine delle forme e delle funzioni che la modalità genealogica assume nell’opera pindarica. L’obiettivo è di mettere in luce i diversi livelli di articolazione del discorso genealogico: da un lato, la presenza di espressioni di tipo metaforico che, attraverso l’uso dei termini di parentela, stabiliscono rapporti simbolici fondati sulla trasmissione delle qualità per generazione; dall’altro, l’elaborazione mitica del legame genealogico del vincitore come componente costitutiva dell’eulogia assicurata dal poeta negli Epinici, con importanti effetti di tipo poetico e socio-politico. Nella sezione introduttiva, dopo una presentazione generale del tema in Pindaro, ci siamo soffermati sull’importanza delle genealogie nella letteratura e nella civiltà greche, rendendo conto dei fondamentali apporti critici e poi menzionando i contributi pindarici di maggiore interesse in relazione al nostro tema. La tesi è poi articolata in cinque capitoli. Il primo è dedicato allo studio delle metafore genealogiche e comprende una presentazione critica dei contributi specificamente dedicati all’argomento. Quello che potrebbe apparire, agli occhi di noi moderni, un modulo schiettamente poetico deve essere messo in relazione con l’importante statuto religioso delle personificazioni e con la complessiva funzione del linguaggio genealogico nelle cosmogonie arcaiche. Nel capitolo successivo abbiamo analizzato un altro tipo di ‘raffigurazione’ della parentela rintracciabile nell’uso pindarico. Dopo una veduta d’insieme sui singenionimi che ricorrono all’interno del corpus, abbiamo infatti preso in esame la particolare caratterizzazione di Ierone di Siracusa come πατήρ (fr. 105a M; Pyth. 3.71) e, d’altra parte, il fatto che all’elogio del tiranno non si accompagni il riferimento a un’ascendenza mitica. La parte successiva della trattazione è dedicata alla lettura di singoli Epinici in cui il tema interviene con particolare rilevanza. Nel terzo capitolo abbiamo dunque analizzato l’Olimpica 6, destinata a celebrare la vittoria dell’indovino iamide Agesia (472 o 468 a.C.), siracusano di discendenza arcade per parte materna. Una lettura da vicino del testo ha permesso di mettere in luce le importanti implicazioni che tale profilo genealogico comporta nel tessuto poetico e nell’organizzazione geografica dell’ode, richiedendo che se ne ricercassero le possibili motivazioni storiche. Gli Epinici a destinazione cirenaica sono oggetto del quarto capitolo, la cui parte fondamentale è dedicata alla Pitica 4 (462 a.C.), la più lunga ode pindarica, in lode del re Arcesilao, discendente dal fondatore Batto e dall’argonauta Eufemo. In questo epinicio, che si rivela particolare sotto molteplici aspetti, anche il trattamento della genealogia mostra significativi elementi di singolarità. Se di solito il riferimento al passato degli antenati rimane, infatti, molto generico, in questo caso la distanza temporale che separa le generazioni è invece precisamente determinata. Le immagini mitiche che l’epinicio associa al legame genealogico riflettono, inoltre, un importante processo di costruzione culturale del passato. Per rappresentare il γένος dei Battiadi e manifestare le qualità del lignaggio, compaiono delle immagini luminose che hanno sollecitato il confronto con altre, di tipo analogo, contenute nella Pitica 5, composta per lo stesso vincitore e la medesima occasione agonale. In ultimo, ci siamo soffermati sulla terza e più antica ode cirenaica, la Pitica 9 (474 a.C.), per analizzare il particolare ruolo che vi assume l’esposizione sull’impresa compiuta dall’antenato del vincitore Telesicrate. Nel capitolo conclusivo, infine, abbiamo ripercorso i risultati delle analisi condotte e fatto menzione di ulteriori testi suscettibili di indagine, alla luce di alcuni dei temi che stabiliscono relazione privilegiata con la genealogia (il trattamento del passato, l’interazione tra livello umano e livello eroico dell’ascendenza, il ruolo del poeta rispetto alla tradizione, la caratterizzazione culturale dello spazio). Abbiamo quindi delineato alcune delle modalità e delle funzioni con cui la forma discorsiva della genealogia, polisemica e polifunzionale, viene trasferita al contesto enunciativo dell’elogio epinicio, veicolandone le istanze poetiche e ideologiche.
La recherche menée dans cette thèse porte sur l'œuvre du poète grec Pindare (VIe-Ve s. av. J.C.), constituée surtout d'Épinicies, chants destinés à célébrer les vainqueurs des concours panhelléniques. Nous proposons une étude des formes de la modalité généalogique et de ses fonctions dans l’œuvre pindarique, selon différents niveaux d’articulation : d’une part, la persistance des modes de représentation et d’expression de la réalité en termes généalogiques et, d'autre part, l’élaboration du lien généalogique du vainqueur en tant qu’élément constitutif de l’éloge assuré par le poète. Dans l’introduction, après avoir présenté le sujet, nous avons illustré l'importance générale des généalogies dans la littérature et la civilisation grecques, ainsi que l’état de la recherche. La thèse s’articule ensuite en cinq parties. Le premier chapitre porte sur l’emploi figuré des termes de parenté. À la base des innovations du poète se trouvent les modèles mythico-religieux traditionnels, selon lesquels les généalogies décrivent les relations entre les dieux et la mise en ordre du monde. Cette relation est confirmée par le fait que la caractérisation généalogique apparaît fréquemment dans les invocations, qui sont exécutées selon les formes typiques des hymnes clétiques. Dans le chapitre suivant, nous avons analysé un autre type de représentation de la parenté que l'on peut retrouver dans le corpus pindarique. Après un aperçu des différents termes désignant les relations de parenté et les formations familiales, nous avons examiné la caractérisation particulière de Hiéron comme πατήρ (fr. 105a M. ; Pyth. 3.71) et, d'autre part, nous avons remarqué que les odes pour Hiéron ne contiennent pas de références à des ancêtres mythiques. La partie suivante du travail est consacrée à l’analyse systématique de certaines Épinicies, dans lesquelles le thème reçoit une élaboration très étendue et importante. Le troisième chapitre est consacré à l’analyse de la Sixième Olympique, poème célébrant la victoire d'Hagésias (472 ou 468 av. J.-C.), Syracusain d'ascendance arcadienne du côté maternel, devin faisant partie de l'entourage du tyran Hiéron et membre de la lignée des Iamides. Une lecture attentive du texte nous a permis de mettre en évidence les implications importantes qu'un tel profil généalogique entraîne dans le tissu poétique et l'organisation géographique de l'ode. Les odes cyrénéennes font l'objet du quatrième chapitre. La majeure partie est dédiée à la Pythique 4 (462 av. J.-C.), à la louange du roi Arcesilaos, de la dynastie des Battiades. S’il s’agit d’une ode très particulière par plusieurs aspects, cette étude a été l’occasion de montrer que le traitement de la généalogie du vainqueur montre également d’importants éléments de singularité. La distance temporelle séparant les différentes générations est en effet, dans ce cas, précisément déterminée, alors que normalement chez Pindare la référence au passé des ancêtres reste très générique. De plus, les images mythiques que l'épinicie associe au lien généalogique reflètent un important processus de construction culturelle du passé. Des images lumineuses sont employées dans l'ode pour représenter le γένος des Battiades et pour manifester les qualités de la lignée, ce qui a stimulé la comparaison avec d'autres images similaires présentes dans la Pythique 5, poème composé pour le même vainqueur et la même occasion agonale. On a enfin traité la plus ancienne ode cyrénaïque, la Pythique 9 (474 av. J.-C.), afin d'analyser le rôle particulier qu'y joue l'exposé de l'exploit accompli par l'ancêtre du vainqueur. Dans le chapitre conclusif nous avons repris de façon synthétique les principaux thèmes et les textes abordés, dans le cadre d'un discours général sur certains des thèmes qui établissent une corrélation avec la généalogie (le traitement du passé, l'interaction entre les niveaux humain et héroïque de l'ascendance, le rôle du poète par rapport à la tradition, la caractérisation culturelle de l'espace). On a ainsi décrit quelques-unes des modalités et des fonctions avec lesquelles la forme discursive de la généalogie, polysémique et polyfonctionnelle, est transférée dans le contexte énonciatif de l’épinicie, dont elle exprime les instances poétiques et idéologiques.
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Borba, Marcos Xavier. "Mário Quintana em verso e prosa: uma teoria do poético e da leitura." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2006. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=8779.

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Abstract:
O maior diferencial entre o trabalho aqui proposto e outros já realizados por doutorandos em literatura brasileira é o olhar voltado para os aspectos lingüísticos. Em outros termos, esta tese visa provar que Mário Quintana foi um poeta da língua, pois soube, como poucos, manejar os recursos expressivos do nosso vernáculo com a finalidade de transmitir sua mensagem poética. Outro objetivo desta pesquisa seria o resgate da obra de Quintana para as novas gerações. Assim, busco analisar de que forma a morfossintaxe, a semântica, a fonética e a estilística em Mário Quintana contribuem para a construção da sua poética. O corpus constitui-se de poemas, prosas poéticas e epigramas pertencentes aos livros Apontamentos de história sobrenatural e Caderno H (não exclusivamente) que são trabalhados estilisticamente nos aspectos lingüístico-literários essenciais. As características principais estudadas são: a intertextualidade, as marcas de oralidade, a poética e a linguagem em Mário Quintana
The major difference between the work proposed here and the others that have already been performed by experts (PHDs) in Brazilian literature is the focus on linguistic features. In other words, this thesis aims at proving that Mário Quintana was a language poet because he knew how to manipulate the expressive Portuguese resources to communicate his poetic message. Besides, another objetive of this research is to recover Quintanas work for the new generations. So, I intend to analyse, in detail, how morphosintaxes, semantics, phonetics and stylistics in Quintanas work contribute to the construction of his poetics. The corpus consists of poems, poetic proses and epigrams from the books Apontamentos de história sobrenatural and Caderno H (not exclusively) which are analised in the essencial linguistic and literary aspects. The main studied features are Mário Quintanas intertextuality, orality marks, poetics and language
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Vigorito, Marianna. "Saggio di commento al De audiendis poetis di Plutarco." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1603.

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Abstract:
2012-2013
L’elaborato si divide in due sezioni. La prima comprende un’introduzione all’opuscolo riguardante un’ipotesi di datazione dell’opuscolo; un’analisi delle finalità del trattato, una rassegna degli studi in merito alla struttura, con riferimento alle formule incipitarie di ciascun paragrafo in cui l’opuscolo è stato suddiviso dai moderni studiosi; un’approfondimento sulle idee estetiche e delle fonti filosofiche presenti all’interno dell’opera e sul valore pedagogico della poesia e dei metodi di lettura proposti da Plutarco; una breve disamina dell’uso delle citazioni; un’indagine accurata del lessico utilizzato dal Cheronese con un focus sul valore del termine ηὸ μςθῶδερ. Il De audiendis poetis è un’opera di natura pedagogica e rientra nei trattati di carattere filosofico-popolare di matrice etica-morale. Così come gli opuscoli plutarchei di carattere pedagogico anche nel De audiendis poetis vi è un atteggiamento pragmatico: nell’opuscolo, non classificabile come trattato di estetica né di critica letteraria, bensì di filosofia morale, si attribuisce alla poesia un fine pedagogico, grazie ad una serie di suggerimenti di carattere strumentale che possano essere d’aiuto nell’approccio alle letture poetiche, e la poesia diventa uno strumento di educazione preparatorio in vista dell’apprendimento della verità filosofica, purché opportunamente letta, ma, contenendo al suo interno al tempo stesso elementi utili e pericolosi, sarà necessario preoccuparsi che l’animo dei giovani lettori non ne sia danneggiato. [a cura dell'autore]
XII ciclo n.s.
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Buroni, E. "Arrigo Boito librettista : un'indagine linguistica tra testo poetico e testo musicale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/214743.

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Abstract:
This thesis focuses on Arrigo Boito as a librettist. It mainly considers his works from the linguistic point of view, but also investigates how the poetic style influenced the musical composition or, on the other side, if any poetic solution has been determined by the requirements of the composer (in this case Giuseppe Verdi or Boito himself). The first chapter presents an overview on the critical studies about Boito from the beginning of the twentieth century to the present. The second chapter, based on the author’s public and private writings, reconstructs his aesthetic and artistic conception and purposes: music, opera, canon and linguistic problems are mainly examined. The third chapter presents Boito’s working methods as a librettist (also considering the relations with the composers he worked with), some philological observations about melodramatic texts, and then illustrates the sources, the genesis and the evolutions of the two analyzed librettos: Mefistofele and Falstaff. The next two chapters, the main part of the thesis, describe these operas through a linguistic examination between the poetic and the musical texts; so it isn’t a systematic list that groups similar phenomena (as syntax, morphology, lexicon): they are presented following the dramaturgic plot of Mefistofele and Falstaff. The sixth chapter summarizes the linguistic and stylistic features of the two operas; short conclusions end the thesis.
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Cappellari, Erica <1989&gt. "Cantori epici e cani molossi. Alcuni topoi nelle Vite dei poeti greci di età arcaica e classica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5487.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di indagare la formazione e lo sviluppo della tradizione biografica riguardante le figure di alcuni poeti greci di età arcaica e classica: nella fattispecie vengono considerate sotto aspetti diversi le figure di Omero, Esiodo, Eschilo ed Euripide. L’indagine si fonda sullo studio dei testi biografici, passando attraverso l’analisi delle informazioni e degli aneddoti disseminati nell’opera di svariati autori dall’età classica al periodo bizantino. La ricerca si avvale inoltre dell’individuazione di possibili analogie tra le figure dei poeti e i personaggi appartenenti a tradizioni, generi ed epoche diversi, come ad esempio l’epica arcaica e la Fabula Aesopi. Particolare attenzione viene dedicata ai resoconti riguardanti la morte dei poeti: lo studio delle diverse rappresentazioni induce a porsi nuovi interrogativi su come venisse pensato, ma soprattutto costruito, lo status di questi personaggi, nell’ottica di una sostanziale ambivalenza tra la condizione umana e quella eroica.
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Tinelli, Cristina <1965&gt. "Margins and challenges of Italian American studies: the role of translation in Joseph Tusiani's poetics." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1042.

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Abstract:
Joseph Tusiani occupies a particular position in the panorama of Italian American studies and his opus has been explored in this context. He is a poet, translator and scholar who writes in four languages (Italian, English, Latin and the Gargano dialect), and the complexity of his literary production evades the interpretive categories of ethnic approaches. His poems and his translations have been analyzed by highlighting those common constitutive elements and expressive modalities underlying his poetic research. Two translations have been selected to exemplify his approach in front of very different poetic genres and epochs: Pulci’s Morgante, the Renaissance mock-heroic epic, for the first time completely translated into English, and Leopardi’s “L’infinito”, the Italian Romantic idyll that has been most translated in the world.
Joseph Tusiani occupa una posizione particolare all’interno degli Italian American Studies e perciò la sua opera è stata analizzata in questo contesto. Tusiani è un poeta, traduttore e critico che scrive in quattro lingue (italiano, inglese, latino e dialetto garganico) e la complessità della sua produzione letteraria si sottrae alle categorie interpretative degli studi etnici. Le sue poesie così come le sue traduzioni sono state analizzate ponendo in evidenza gli elementi costitutivi e le modalità espressive della sua ricerca poetica. Sono state selezionate due traduzioni per esemplificare l’approccio di Tusiani a diversi generi poetici caratteristici di epoche differenti: per l’epica eroicomica rinascimentale il Morgante di Pulci, per la prima volta interamente tradotto in inglese; e “L’infinito” di Leopardi, la poesia italiana più tradotta al mondo, come esempio di idillio romantico.
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Bargagli, Stoffi-Mühlethaler Barbara. ""Poeta", "poetare" e sinonimi : studio semantico su Dante e la poesia duecentesca : con uno sguardo sulla letteratura coeva in lingua d'oc e d'oïl /." Berna : [s.n.], 1985. http://www.ub.unibe.ch/content/bibliotheken_sammlungen/sondersammlungen/dissen_bestellformular/index_ger.html.

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Nogueira, Ádemas Galvão de Lima. "Canto do poeta do povo: um estudo estilístico nas letras de João do Vale." Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2013. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=7515.

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Abstract:
A dissertação ora apresentada traz em foco um homem da cultura musical nordestina de grande valor. Referimo-nos a João do Vale, O poeta do povo. Suas produções musicais refletem a cultura de uma parcela significativa do povo brasileiro, o nordestino. Canto do poeta do povo: um estudo nas letras de João do Vale analisa as letras das canções do primeiro disco deste compositor, por entendê-las no contexto em que foram produzidas e examina-as no seu processo de atuação dos anos 60 em que, sem cortar vínculos com o sertão nordestino, ligou-se às questões políticas, social e cultural de todo o país. Abordam-se as canções populares como ferramenta eficaz para atrair a atenção dos educandos, para o estudo dos fatos da língua portuguesa nos diferentes contextos em que ela se apresenta, por meio de temas instigantes, tal como a ditadura e a cultura popular do homem do sertão. Entre as várias possibilidades de estudo da língua, privilegiou-se estudar a estilística como ciência da expressividade, dando ênfase à estilística poética, pela força da poeticidade de João do Vale mostrada quando externa à poesia simples e aos ensinamentos sábios do povo. Ao apontar caminhos para o estudo da língua portuguesa através das produções musicais populares, em especial as letras de João do Vale divulga-se seu trabalho e torna-se conhecida a trajetória e a produção deste cancioneiro maranhense que, na leveza de sua expressividade, no anseio de ser compreendido e ver valorizada a história de seu povo, registrou-a com musicalidade
The dissertation presented here brings into focus a reputed man of the musical culture of the Northeast of great value. We refer to João do Vale "The poet of the people." His music reflects the culture of a significant portion of the Brazilian people, the Northeast. Canto do poeta do povo: a study in the lyrics from João do Vale analyzes the lyrics of the first album by this composer understand them in the context in which they were produced and examined in the process of operation from the 60s that without cutting laces with the northeastern hinterland engaged himself in the political, social and cultural development of the whole country. His folk songs are approached as effective tools to attract the attention of students to the study of the facts of the Portuguese language in different contexts in which they are presented, through-instigating themes, such as dictatorship era and popular culture of the country man. Among the various possibilities of language study, it was privileged studying the science of how stylistic expressiveness emphases stylistic poetic, through the poetic force from João do Vale when he externalizes the simple poetry and teachings of wise people. As pointing the way for the study of the Portuguese language through popular musical productions, especially the lyrics from João do Vale is to disseminate his work and make known the history and production of this maranhense songmaker that in smooothness of its expressiveness, the longing to be understood and prized to see the history of his people recorded it with musicality
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Rasori, Manuela. "Muhammad Ibn 'Abd Al-Niffarī mistico speculativo ovvero poeta mistico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9909/.

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Abstract:
Dopo una breve scheda bio-bibliografica su Niffarī, la ricerca si sviluppa in quattro capitoli: il primo esplora i primi secoli detti di ‘formazione’ del misticismo musulmano in una prospettiva storico speculativa e storico linguistica fino alla fine del decimo secolo e alle soglie dell’undicesimo, attraverso i mistici più significativi che elaborano una grammatica e un linguaggio tecnico che esprime l’esperienza mistica – indispensabili per cogliere la statura e l’originalità del mistico in oggetto. Nel capitolo successivo, si delineano i tratti del pensiero di Niffarī attraverso i suoi scritti, con attenzione all’aspetto speculativo, e confronti con testi di altri sufi contemporanei o precedenti. Il terzo capitolo affronta Niffarī sotto l’aspetto poetico, cioè dell’espressione, dell’innovazione e della modernità rispetto al suo tempo e al nostro, in analogia con un ambito artistico. Infine l’ultimo capitolo propone una prima versione italiana dall’arabo, di un breve trattato di Niffarī sull’Amore.
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MASSARI, PIETRO. "GEOGRAFIE APOLLONIANE. TRADIZIONI POETICHE ED EPICORICHE, CULTI MISTERICI, POLITICA DIETRO I TOPONIMI DELLE ARGONAUTICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19299.

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Abstract:
La ricerca è dedicata a un'indagine puntuale di tutti i toponimi e degli etnici del poema epico ellenistico Argonautikà di Apollonio Rodio. L'analisi, oltre alla valorizzazione di singoli elementi dal punto di vista letterario, ha permesso di individuare numerosi richiami interni, che delineano un'indiretta ma chiara struttura, fino ad ora mai notata. Una parte dei toponimi è stata infatti scelta dal poeta per alludere, contemporaneamente alla narrazione mitica, a culti misterici dionisiaci ed eleusini, contaminati non senza influssi orfici. Il prodotto estremo di tale procedimento è la delineazione, nel IV libro, di un itinerario misterico attraverso l'Attica fino a Eleusi, presentato in filigrana grazie alla manipolazione di omonimie ed eponimie, che consentirono all'autore una sorta di narrazione doppia. Inoltre, la ricerca conferma il forte legame dell'opera con il contesto tolemaico in cui ebbe luce e che condizionò i riferimenti a personaggi della corte quali Timostene di Rodi e Patroclo di Macedonia.
My research is focused on Apollonius Rhodius and deals with the toponymies and ethnonymies named by the poet in his epic poem Argonautikà. These tell much more than simple geography and often hint at myths, local traditions, contemporary court men of the Ptolemaic kingdom (such as Timosthenes of Rhodes and Patroclus of Macedon) and mystery cults (Orphic, Dionysian and Eleusinian, in a very blended form of syncretism). Following homonymies and eponymies I have also been able to discover a second parallel itinerary through Attica, designed by Apollonius behind the main return route of Argo.
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MASSARI, PIETRO. "GEOGRAFIE APOLLONIANE. TRADIZIONI POETICHE ED EPICORICHE, CULTI MISTERICI, POLITICA DIETRO I TOPONIMI DELLE ARGONAUTICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19299.

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Abstract:
La ricerca è dedicata a un'indagine puntuale di tutti i toponimi e degli etnici del poema epico ellenistico Argonautikà di Apollonio Rodio. L'analisi, oltre alla valorizzazione di singoli elementi dal punto di vista letterario, ha permesso di individuare numerosi richiami interni, che delineano un'indiretta ma chiara struttura, fino ad ora mai notata. Una parte dei toponimi è stata infatti scelta dal poeta per alludere, contemporaneamente alla narrazione mitica, a culti misterici dionisiaci ed eleusini, contaminati non senza influssi orfici. Il prodotto estremo di tale procedimento è la delineazione, nel IV libro, di un itinerario misterico attraverso l'Attica fino a Eleusi, presentato in filigrana grazie alla manipolazione di omonimie ed eponimie, che consentirono all'autore una sorta di narrazione doppia. Inoltre, la ricerca conferma il forte legame dell'opera con il contesto tolemaico in cui ebbe luce e che condizionò i riferimenti a personaggi della corte quali Timostene di Rodi e Patroclo di Macedonia.
My research is focused on Apollonius Rhodius and deals with the toponymies and ethnonymies named by the poet in his epic poem Argonautikà. These tell much more than simple geography and often hint at myths, local traditions, contemporary court men of the Ptolemaic kingdom (such as Timosthenes of Rhodes and Patroclus of Macedon) and mystery cults (Orphic, Dionysian and Eleusinian, in a very blended form of syncretism). Following homonymies and eponymies I have also been able to discover a second parallel itinerary through Attica, designed by Apollonius behind the main return route of Argo.
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RAVIZZA, Eleonora Natalia (ORCID:0000-0003-0074-1872). "(Be)Coming Home. Figurations of Exile and Return as Poetics of Identity in Contemporary Anglo-Caribbean Literature." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/29866.

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Becattini, Edoardo <1993&gt. "Nishiwaki Junzaburō tra gli anni venti e il 1933. Ritratto di un poeta e della raccolta Ambarvalia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14641.

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Abstract:
La tesi analizza la raccolta Ambarvalia(1933) di Nishiwaki Junzaburō (1894-1982), cercando di mettere in luce quali influenze abbiano principalmente concorso alla realizzazione dell'opera. L'elaborato si articola in tre capitoli. Nel primo capitolo viene effettuata un'analisi della biografia dell'autore prima della stesura della raccolta, approfondendo in particolar modo il periodo dagli anni Venti al 1933. Nel secondo capitolo viene definita la situazione del bundan e dello shidan nel Giappone degli anni dieci e venti. Particolare attenzione viene dedicata alle avanguardie del surrealismo e del modernismo, movimenti associati alla posizione poetica dell'autore e alle sue pubblicazioni del periodo. Nel terzo capitolo, si procede ad un'analisi, traduzione e commento dei componimenti della raccolta Ambarvalia, fulcro dell’elaborato. Quanto emerso dai due capitoli precedenti fungerà da strumento analitico integrativo, delineando i tratti ereditati dall'opera in funzione dell'esperienza biografica e letteraria di Nishiwaki fino all'inizio degli anni trenta.
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Castelli, Alessandra <1988&gt. "Guo Moruo poeta-traduttore: analisi e sintesi della sua attività traduttiva attraverso l'opera postuma Yingshi Yigao." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2937.

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Abstract:
Questo elaborato analizza la carriera traduttiva di Guo Moruo, soffermandosi in particolare sulla sua ultima raccolta di poesie tradotte, Yingshi yigao, per la particolarità delle circostanze in cui fu partorita. La panoramica sulle precedenti traduzioni, la suddivisione della sua carriera in fasi traduttive , il confronto con la produzione poetica parallela e il continuo tenere sullo sfondo gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato quegli anni, permettono di tracciare un quadro completo circa l’evoluzione negli anni della pratica traduttiva di Guo Moruo, mettendone in luce sia le svolte sia i tratti soggiacenti a qualsiasi suo progetto traduttivo. L’analisi si avvale di strumenti teorici, quali le teorie traduttive di altri colleghi cinesi a cui Guo Moruo si è ispirato e di cui ne ha condiviso gli assunti, nonché la teoria traduttiva detta charme translation che lui stesso ha elaborato. L’analisi è inoltre corredata da esempi pratici di poesie da lui tradotte nei vari periodi della sua carriera per mettere in luce le differenze e i cambiamenti all’interno della sua stessa prassi, ma anche, ove possibile, da confronti tra traduzioni operate da altri traduttori, al fine di esaltare le particolarità stilistiche e le scelte operate. L’elaborato si propone di evidenziare la continuità all’interno del percorso traduttivo di un autore cardine per la letteratura cinese del ‘900 che è stato attivo per svariate decadi nel corso del periodo più movimentato e denso della storia cinese moderna; Yingshi yigao, pur peculiare e curiosa, diventa l’opera grazie a cui è possibile ricomporre tutte le fratture all’interno della carriera di Guo Moruo e in virtù della quale la sua attività traduttiva diventa un continuum omogeneo di scelte solo superficialmente diverse e multisfaccettate.
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Ramos, Rita de Cássia. "Texto e intertextos em Tutaméia (terceiras estórias): uma leitura da linguagem poética de Guimarães Rosa." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2010. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14176.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T19:33:25Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Rita de Cassia Ramos.pdf: 1360351 bytes, checksum: ca47e0250ac55fa87333ad0e02d740ba (MD5) Previous issue date: 2010-10-29
This work is located in the textual production area and approaches the revealing of implicit meanings in the poetical language of Guimarães Rosa in a short story of Tutaméia (Terceiras Estórias), with the title João Porém, o criador de perus (João Porém, the Turkey Breeder). From a reference system guided by the author, the clues and misleads of the Aletria e hermenêutica foreword, we seek to unveil the secrets of the ingenious enunciation of Guimarães Rosa, which is characterized by the poetical language with which the author creates and recreates lexical units for the linguistic representation of the text. This study is theoretically based on the principles of Critical Discourse Analysis with a social and cognitive branch, of Textual Linguistics, and on studies carried out in relation to the poetical language. Following Jauss (1989), we performed a heuristic, which is linear. Then, we performed the hermeneutic reading, which is non-linear, complemented by inter-texts of a variety of knowledge areas. The findings demonstrate that in the selected short story, the story of João Porém, a back-country dweller that prospers and that brings prosperity to his home county, creates love and remains loyal to a maiden made up by his fellow countrymen, may be defined as belonging to an abstraction. Its purpose is not restricted to entertainment, but to provide learning to readers on the poetical language, which literarily represents the oral mineira variety, on transcendence, with references to platonic reminiscences and in disguise, alluding to the golden years of Brazilian culture
Este trabalho está situado na área de produção textual e tem por tema o desvelamento de sentidos implícitos da linguagem poética de Guimarães Rosa em um conto de Tutaméia (Terceiras Estórias), intitulado João Porém, o criador de perus . Partindo de um sistema de referência orientado pelo próprio autor, as pistas e os despistes do prefácio Aletria e hermenêutica , buscamos o desvelar dos segredos da enunciação engenhosa de Guimarães Rosa, caracterizada pela linguagem poética com a qual o autor cria e recria unidades lexicais para a representação lingüística do texto produto. Esta pesquisa está fundamentada teoricamente em princípios da Análise Crítica do Discurso com vertente sóciocognitiva, da Linguística Textual e em estudos realizados a respeito da linguagem poética. Seguindo Jauss (1989), efetuamos a leitura heurística que é linear. A seguir, foi realizada a leitura hermenêutica, que é alinear, complementada por intertextos de diversas áreas do saber. Os resultados obtidos demonstram que, no conto selecionado, a estória de João Porém, um sertanejo que prospera e faz próspera sua província natal, que cria amor e permanece fiel a uma donzela inventada por seus conterrâneos, pode ser definida como de abstração , cuja finalidade não se restringe ao entretenimento, mas ao aprendizado de seus leitores, acerca de sua linguagem poética, fundamentada na variedade oral mineira, acerca da transcendência, com referência a reminiscência platônica e, disfarçadamente, aludindo aos anos dourados da cultura brasileira
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