Academic literature on the topic 'Lingua greca antica'

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Journal articles on the topic "Lingua greca antica"

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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Abstract:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Donnet, Daniel. "De lingua Graeca. À propos d’un ouvrage récent." L'antiquité classique 77, no. 1 (2008): 321–27. http://dx.doi.org/10.3406/antiq.2008.3730.

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Duszyński, Wojciech, and Bartosz Jan Kołoczek. "Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale." Classica Cracoviensia 22 (October 29, 2020): 47–77. http://dx.doi.org/10.12797/cc.20.2019.22.02.

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Abstract:
Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale Ificrate di Atene (c. 420 – c. 350 a.C.) è un comandante militare greco che sembra essere un esempio di una figura famosa nell’antichità, ma quasi completamente dimenticata nei tempi successivi. Ha ricoperto più volte l’incarico di stratega nella sua città natale e nel 390 ha vinto gli Spartani nella battaglia di Lecheo. È stato condottiero al servizio dei sovrani traci e del re di Persia. Molto probabilmente ha apportato innovazioni negli armamenti di fanteria: conosciute come “la riforma di Ificrate”. La sua fama è andata ben oltre il mondo greco, come dimostrano i riferimenti conservati nella letteratura latina, sovente molto utili per la ricostruzione della sua biografia. Pertanto, l’Ateniese apparteneva ai personaggi piuttosto noti tra i Romani, che probabilmente attirarono l’attenzione su aspetti notevolmente diversi dal suo ritratto nelle fonti greche. I riferimenti sorprendenti su Ificrate si trovano anche nella letteratura moderna (sia neo–latina, che sviluppata in lingue nazionali). Lo scopo di que to articolo è quello di identificare quegli elementi della biografia del comandante ateniese, che erano di particolare interesse per gli autori latini e moderni basati sulla antica letteratura latina, di determinare le fonti che hanno usato e specificare le ragioni del loro fascino.
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Olivieri, Matteo Fulvio. "TYRANT AND HERO. HISTORY AND MYTH IN ANCIENT GREECE - (C.) Catenacci Il tiranno e l'eroe. Storia e mito nella Grecia antica. Second edition. (Lingue e Letterature Carocci 145.) Pp. 239, figs. Rome: Carocci Editore, 2012 (first edition 1996). Paper, €24. ISBN: 978-88-430-6647-6." Classical Review 64, no. 1 (March 20, 2014): 24–26. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x13002151.

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Dissertations / Theses on the topic "Lingua greca antica"

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SAVIO, MARTINA. "I frammenti dell'erudita Demò: edizione, traduzione e commento, con un'introduzione sull'allegoresi antica." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/928641.

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Abstract:
Demo was an allegorical exegete of Homer. The tradition preserves nine fragments under the name of Demo. These fragments are transmitted respectively by the scholia to the Iliad, precisely the classes of D-Scholia and Exegetical scholia, by the Parekbolai on Homer’s Iliad and on Homer’s Odyssey of Eustathius of Thessalonica, and by the scholia to Lucian. There are also four testimonies about Demo respectively in the Suda lexicon, in the Allegories of the Iliad and of the Odyssey by John Tzetzes, and in a letter of the Byzantine physician, rhetor and scholar Michael Italicus. The fragments contain the interpretation of some passages of Iliad and Odyssey. These interpretations consist in tracking down in the Homeric text, by means of a systematic application of substitutive allegoresis, hidden allusions to physical-astronomical phenomena, which are frequently presented in detail and by way of lexicon and definitions characteristic of scientific-specialized contexts. A global reconsideration of this female scholar based on an accurate analysis of the texts transmitted under her name results to be essential in order to remove the “chronogical prejudice” weighing on her, starting from Ludwich’s edition in the early 1900s. Ludwich indeed collocated Demo in the 5th c. AD (see A. Ludwich, Die Homerdeuterin Demo. Zweite Bearbeitung ihrer Fragmente, in “Verzeichnisse der auf der Königl. Albertus-Universität zu Königsberg zu haltenden Vorlesungen”, Königsberg 1912-1914, pp. 70-74). His proposal of chronogical collocation was based exclusively on a terminus post quem contained in a fragment of an allegorical commentary of Il. 1, 1-56 (transmitted by the ms. Wien, ÖNB, phil. gr. 49, ff. 8r.-12r.). However, the attribution of this exegetical work to Demo does not find any convincing foundation and, hence, needs to be overcome (see introd. § 5.2). Although some scholars raised doubts on Ludwich’s dating in the past, nevertheless it has by now become a common habit to adopt a low chronology for Demo, which unavoidably leads to consider her like a mere compiler of prior exegetical materials. On the contrary, the considerations transmitted under Demo’s name suggest to situate her work in the Hellenistic period, perhaps in a Rhodian context, around the 1th c. BC or in the early imperial age, at most. Furthermore, the fragments do not show any sign of (more or less) mechanical compilation, but display remarkable characteristics of internal coherence and cohesion.
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FONTANA, AGNESE. "Presenza della grecità antica nella "Chronographia" di Giovanni Malala." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1010780.

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Abstract:
The dissertation explores the presence and role of ancient Greece within the sixth-century chronicle attributed to John Malalas. A general overview is followed by an in-depht analysis of the series of Greek kingdoms included in the fourth book of Malalas' work.
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MORO, AMELIA. "Andocide, Sulla pace con gli Spartani (Περὶ τῆς πρὸς Λακεδαιμονίους εἰρήνης) Introduzione, traduzione e commento storico e letterario." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1085013.

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Abstract:
Traduzione in italiano e commento dal punto di vista letterario, retorico e storico dell'orazione "Sulla pace con gli Spartani" di Andocide. Nell'introduzione vengono affrontati i problemi relativi alla datazione dell'opera, alla sua autenticità e all'uso della storia nell'orazione.
Italian translation and commentary from a literary, rhetorical and historical perspective of the oration "On the peace with the Lacedaemonians" written by Andocides. The introduction discusses problems concerning the dating of the work, its authenticity and the use of history in the oration.
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PEZZOTTI, MARIA PAOLA. "EPIGRAMMA E MUSICA. ELEMENTI E SUGGESTIONI MUSICALI NELL'EPIGRAMMA GRECO DI ETA' ELLENISTICA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3374.

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Abstract:
Partendo da un punto di vista lessicale, la ricerca si ripropone di investigare la presenza di elementi musicali all’interno della produzione epigrammatica del periodo ellenistico, con riferimenti, talora, anche ad autori più tardi. Sono stati analizzati due tipi di fonti: epigrammi di tradizione letteraria (che includono componimenti dall’Anthologia Palatina, dal Nuovo Posidippo, e dal materiale raccolto da Gow e Page) ed epigrafi (che comprendono iscrizioni dagli Steinepigramme aus dem Griechischen Osten e dalle Inscriptions métriques de l’Égypte greco-romain), in modo tale da poter agire su un campo di indagine coerente e bilanciato. Il materiale è stato articolato in due sezioni principali, “Mousikà stoikheia” e “Organikè mousa”, rispettivamente dedicate alle categorie musicali e agli strumenti musicali. L’analisi, partendo dalla ricostruzione della potenzialità semantica di ogni termine, basata sull’origine etimologica e sullo sviluppo letterario e teorico, e procedendo attraverso l’interpretazione delle occorrenze più significative all’interno dei testi epigrammatici, evidenzia una particolare sensibilità verso la componente musicale, richiamando sia la terminologia specifica musicale sia, più spesso, il tradizionale trattamento di alcuni temi appartenenti alla tradizione letteraria. Il presente lavoro include anche una Appendice finale, nella quale sono indicizzati i termini emersi durante l’indagine testuale.
Starting from a lexical point of view, this research aims at investigating the presence of musical elements within the epigrammatic production of the Hellenistic period, with references also to later authors. Two kinds of sources have been analysed: literary epigrams (including poems from the Greek Anthology, the New Posidippus, and the material collected by Gow-Page) and epigraphic epigrams (including inscriptions from Steinepigramme aus dem Griechischen Osten and Inscriptions métriques de l’Égypte greco-romain), in order to have a coherent and balanced field of investigation. The material has been divided into two main parts, “Mousikà stoikheia” and “Organikè mousa”, referred to musical categories and musical instruments. The analysis, starting from the reconstruction of the potential musical meaning of each term, based on etymology and literary and theoretical development, and going on through the interpretation of the most relevant occurrences of the term in epigrammatic texts, shows a particular sensibility towards the musical element, recalling both the terminology of musical theory and, more often, the traditional treatment of some themes belonging to the literary tradition. A final Appendix provides an index with the terms found during the textual investigation.
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PEZZOTTI, MARIA PAOLA. "EPIGRAMMA E MUSICA. ELEMENTI E SUGGESTIONI MUSICALI NELL'EPIGRAMMA GRECO DI ETA' ELLENISTICA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3374.

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Abstract:
Partendo da un punto di vista lessicale, la ricerca si ripropone di investigare la presenza di elementi musicali all’interno della produzione epigrammatica del periodo ellenistico, con riferimenti, talora, anche ad autori più tardi. Sono stati analizzati due tipi di fonti: epigrammi di tradizione letteraria (che includono componimenti dall’Anthologia Palatina, dal Nuovo Posidippo, e dal materiale raccolto da Gow e Page) ed epigrafi (che comprendono iscrizioni dagli Steinepigramme aus dem Griechischen Osten e dalle Inscriptions métriques de l’Égypte greco-romain), in modo tale da poter agire su un campo di indagine coerente e bilanciato. Il materiale è stato articolato in due sezioni principali, “Mousikà stoikheia” e “Organikè mousa”, rispettivamente dedicate alle categorie musicali e agli strumenti musicali. L’analisi, partendo dalla ricostruzione della potenzialità semantica di ogni termine, basata sull’origine etimologica e sullo sviluppo letterario e teorico, e procedendo attraverso l’interpretazione delle occorrenze più significative all’interno dei testi epigrammatici, evidenzia una particolare sensibilità verso la componente musicale, richiamando sia la terminologia specifica musicale sia, più spesso, il tradizionale trattamento di alcuni temi appartenenti alla tradizione letteraria. Il presente lavoro include anche una Appendice finale, nella quale sono indicizzati i termini emersi durante l’indagine testuale.
Starting from a lexical point of view, this research aims at investigating the presence of musical elements within the epigrammatic production of the Hellenistic period, with references also to later authors. Two kinds of sources have been analysed: literary epigrams (including poems from the Greek Anthology, the New Posidippus, and the material collected by Gow-Page) and epigraphic epigrams (including inscriptions from Steinepigramme aus dem Griechischen Osten and Inscriptions métriques de l’Égypte greco-romain), in order to have a coherent and balanced field of investigation. The material has been divided into two main parts, “Mousikà stoikheia” and “Organikè mousa”, referred to musical categories and musical instruments. The analysis, starting from the reconstruction of the potential musical meaning of each term, based on etymology and literary and theoretical development, and going on through the interpretation of the most relevant occurrences of the term in epigrammatic texts, shows a particular sensibility towards the musical element, recalling both the terminology of musical theory and, more often, the traditional treatment of some themes belonging to the literary tradition. A final Appendix provides an index with the terms found during the textual investigation.
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Batisti, Roberto <1985&gt. "Ricerche sull'allungamento di compenso in greco antico. Fonetica, fonologia, dialettologia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6548/1/batisti_roberto_tesi.pdf.

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Abstract:
La mia tesi offre uno studio sistematico di tutti i cambiamenti fonetici classificabili come 'Allungamento di Compenso' (AC) nella storia del greco antico. L'importanza di tali allungamenti vocalici nella fonologia storica e nella dialettologia del greco è, naturalmente, ben nota, ma diversi sviluppi individuali sono ancora discussi o poco chiari. Particolare attenzione è stata riservata all'odierno dibattito sull'AC nell'àmbito della fonologia teorica, e ad applicare correttamente i principi della linguistica generale ai fatti greci. Per ciascuna istanza di AC in greco, ho cercato di proporre una soluzione che sia coerente tanto con altri sviluppi noti del greco, sia con le tendenze attestate interlinguisticamente. Il greco risulta confermare la recente visione secondo cui non c'è un'unica regola o meccanismo responsabile dell'AC, ma esistono diverse tipologie, che in parte operano direttamente a livello della struttura fonologica astratta, in parte risultano dalla fonologizzazione di cambiamenti graduali e foneticamente condizionati. Entrambi i tipi risultano ben rappresentati in greco. Tuttavia, una tipologia di AC che è stata spesso postulata per il greco (l'AC da degeminazione) non è mai esistita in questa lingua. L'ultima parte di questo studio è dedicata a quattro casi separati di apparenti irregolarità nella distribuzione dell'AC o nel timbro della vocale lunga risultante. Dopo un'analisi filologica ed etimologica di tutto il materiale rilevante, si propongono delle spiegazioni per queste irregolarità.
My thesis offers a systematic study of all the sound changes classifiable as 'Compensatory Lengthening' (CL) in the history of the Ancient Greek language. The importance of such vowel lengthenings in Greek historical phonology and dialectology is of course well known, but several individual developments are still debated or poorly understood. Special attention has been paid to the current debate on CL in theoretical phonology, and to correctly applying the insights of general linguistics to the Greek facts. For each instance of CL in Greek, I have tried to propose an explanation which is consistent both with other known developments of Greek and with universal, cross-linguistic tendencies. Greek is found to confirm the recent view that there is not one single rule or mechanism responsible for CL, but that several kinds exist, some operating directly at the level of abstract phonological structure, some arising form the phonologization of gradual, phonetically-conditioned developments. Both types are found to be well-represented in Greek. However, one typology of CL that has often been postulated for Greek (i.e. CL from degemination) did not, in fact, exist in this language. The last part of this study is devoted to four separate cases of apparent irregularity in the distribution of CL, or in the timbre of the resulting long vowel. After an etymological and philological analysis of all the relevant material, explanations are proposed for the irregularities.
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Batisti, Roberto <1985&gt. "Ricerche sull'allungamento di compenso in greco antico. Fonetica, fonologia, dialettologia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6548/.

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Abstract:
My thesis offers a systematic study of all the sound changes classifiable as 'Compensatory Lengthening' (CL) in the history of the Ancient Greek language. The importance of such vowel lengthenings in Greek historical phonology and dialectology is of course well known, but several individual developments are still debated or poorly understood. Special attention has been paid to the current debate on CL in theoretical phonology, and to correctly applying the insights of general linguistics to the Greek facts. For each instance of CL in Greek, I have tried to propose an explanation which is consistent both with other known developments of Greek and with universal, cross-linguistic tendencies. Greek is found to confirm the recent view that there is not one single rule or mechanism responsible for CL, but that several kinds exist, some operating directly at the level of abstract phonological structure, some arising form the phonologization of gradual, phonetically-conditioned developments. Both types are found to be well-represented in Greek. However, one typology of CL that has often been postulated for Greek (i.e. CL from degemination) did not, in fact, exist in this language. The last part of this study is devoted to four separate cases of apparent irregularity in the distribution of CL, or in the timbre of the resulting long vowel. After an etymological and philological analysis of all the relevant material, explanations are proposed for the irregularities.
La mia tesi offre uno studio sistematico di tutti i cambiamenti fonetici classificabili come 'Allungamento di Compenso' (AC) nella storia del greco antico. L'importanza di tali allungamenti vocalici nella fonologia storica e nella dialettologia del greco è, naturalmente, ben nota, ma diversi sviluppi individuali sono ancora discussi o poco chiari. Particolare attenzione è stata riservata all'odierno dibattito sull'AC nell'àmbito della fonologia teorica, e ad applicare correttamente i principi della linguistica generale ai fatti greci. Per ciascuna istanza di AC in greco, ho cercato di proporre una soluzione che sia coerente tanto con altri sviluppi noti del greco, sia con le tendenze attestate interlinguisticamente. Il greco risulta confermare la recente visione secondo cui non c'è un'unica regola o meccanismo responsabile dell'AC, ma esistono diverse tipologie, che in parte operano direttamente a livello della struttura fonologica astratta, in parte risultano dalla fonologizzazione di cambiamenti graduali e foneticamente condizionati. Entrambi i tipi risultano ben rappresentati in greco. Tuttavia, una tipologia di AC che è stata spesso postulata per il greco (l'AC da degeminazione) non è mai esistita in questa lingua. L'ultima parte di questo studio è dedicata a quattro casi separati di apparenti irregolarità nella distribuzione dell'AC o nel timbro della vocale lunga risultante. Dopo un'analisi filologica ed etimologica di tutto il materiale rilevante, si propongono delle spiegazioni per queste irregolarità.
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OTTOBRINI, Tiziano. "Paralipomeni sul "De principiis" di Damascio: intorno alla teoresi dell'apofatismo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2019. http://hdl.handle.net/10446/128667.

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Abstract:
Intendimento precipuo del presente contributo vuole essere l'indagine sia speculativa sia storica della mistica razionale sottesa al "De principiis" di Damascio. La cura della prima versione italiana del trattato ha permesso di mettere a fuoco almeno tre aspetti poziori di quello che potrà pleno jure essere considerato l'estremo filosofo dell'Academia neoplatonica e, più latamente, l'ultimo filosofo greco tout court: I) l'opera in oggetto, collocandosi a ridosso del torno di anni dell'editto giustinianeo del 529, rappresenta una specola privilegiata per traguardare la trajettoria della teoresi ateniese successiva a Proclo; se questi è per solito presentato quale il punto di arrivo e l'approdo di sistemazione della temperie neoplatonica, Damascio offre invece la possibilità di considerare una via minoritaria e, sotto molti rispetti, eterodossa nell'ispezione filosofica durante l'autunno dell'Academia, virando lo sguardo verso spazî di ricerca (in primis l'ineffabile) che costituiscono un ponte con il coevo neoplatonismo cristiano, segnatamente in Dionigi ps.-Areopagita. II) L'esame linguistico del trattato damasciano ha condotto a valutare la specificità dell'indagine del Nostro circa il rapporto tra apofatismo e catafatismo; Damascio, infatti, risulta articolare una metafisica dell'aporia in senso ricco, laddove cioè l'aporia è valutata non come un ostacolo al logos bensì come il suo spalancamento su un oltre che lo supera e che, pur senza lasciarsi nemmeno intravedere in alcun modo, tuttavia comunica al logos medesimo la limitatezza e l'insufficienza dell'intelletto verso se stesso. Tale struttura euporetica è venuta emergendo come sviluppata da Damascio non solo sotto il rispetto speculativo ma anche sotto il rispetto retorico, segnatamente mediante la calibrata tecnica espositiva del subprincipiamento, dell'in-dicazione allusiva e dello stilema della presenza-assenza nelle doglie filosofiche. III) In ultimo, il programma speculativo di Damascio mostra la sua cifra rispetto al prevalente impianto neoplatonico in forza del trascendimento che opera dalla metafisica alla protologia; nel De principiis, infatti, viene agíta una radicalizzazione dell'istanza giamblichea – a lungo negletta – del principio che è addirittura al di sopra dell'uno e della sostanza, tanto da essere impensabile e ineffabile. L'ineffabile presso Damascio è strutturale e pienamente razionale, portando l'autore a oltrepassare anche l'uno stesso; l'ineffabile è la chiave di violino secondo cui rileggere l'intiera partitura della gerarchia ontologica dell'essere, così che tutta la trama delle triadi e delle enadi sia in ultima analisi incompleta e non autosufficiente, perché l'origine primissima del tutto e del sovratutto resta incognita e impronunciabile: l'ipermetafisica damasciana chiude pertanto il neoplatonismo tardoantico pagano con il monito che l'ineffabile e l'inconoscibile sono non solo al di sopra del mondo cosmico ma, essendo principio originante del tutto-uno, sono anche e soprattutto dentro le fibre vive dell'architettura dell'essere e della vita.
On Damascius' "De principiis": the main focus of this essay wants to be the analysis – both historical and speculative – of the last Neo-platonic philosophy after Proclus from the privileged point of view of the finest metaphysical treatise surviving about the year 529 (closing of Platonic Academy by means of Justinian edict). At least three respects must be pointed out: I) Damascius aims to consider radically not only the One as the highest principle but also that principle which is besides the One; as a result his metaphysics becomes a protology (similar to Dionysius the Areopagite's hypermetaphysics, but rationally), since he does not proceed from the One downward but mainly from the One upward, towards the apophatic principle. II) The first Italian version of the treatise has planned on highlighting the rhetorical strategy tinged with Damascius' research: not only is the last scholar an aporetic philosopher but also his modus scribendi is euporetic. The perspectives that arise from aporetic hermeneutics shed light on logos as open wide, in order to glimpse the ineffable as ineffable, setting it free from rational implications specially through endeixis, hyparxis and intelligible labour pains. III) Since the primum primorum is ineffable and since the whole comes from the ineffable, all of the enads and of the triads of Neo-Platonic theoretical building are ineffable and essentially unknowable; this is not scepticism because of the nature of the first principle: it is known as unknowable, which is the rational way to preserve its apophatic (and not simply cataphatic) trascendence. Therefore it will be argued that Damascius' rational mysticism shows hypermetaphysical ineffable is both above the One and just inside each level of human thought: logos is so strong to go beyond itself somehow.
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Santoni, Stefania. "Forme femminili del sapere nel mondo antico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3424565.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca verte sullo studio di alcune forme femminili del sapere nel mondo antico. Più precisamente si sono prese in esame figure femminili sapienti (Diotima di Mantinea; le vergini del Simposio di Metodio dʼOlimpo; Santa Macrina) cercando di metterne in rilievo le specificità a seconda del contesto culturale di appartenenza. Si sono quindi studiati i contenuti della loro conoscenza e le metodologie di cui si servono per impartirla, cercando di creare parallelismi tra i differenti modelli sapienziali femminili solo laddove una molteplicità di elementi comuni ne ha permesso l’accostamento. Attraverso un approccio filologico e antropologico, si sono così delineate alcune manifestazioni dellʼarchetipo della γυνή διδάσκαλος nella Grecia classica e nella tarda antichità.
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Sant'Anna, Jean Paul Campos e. "Introdução ao aspecto verbal do grego antigo /." Araraquara, 2010. http://hdl.handle.net/11449/154641.

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Abstract:
Orientador: Luiz Carlos Cagliari
Banca: Teresa Cristina Wachowicz
Banca: Angel Corbera Mori
Resumo: Essa dissertação tem como objetivo a categoria aspect no Grego Antigo. Aspecto é tipicamente uma característica semântica e morfológica dos verbos das línguas naturais onde ocorre, como em Grego Antigo. Semanticamente mostra como eventos são especificados em relação ao tempo nas sentenças. Do ponto de vista morfológico, aspecto é um morfema adicionado a certas formas verbais como o presente, perfeito, o aoristo e o futuro. Esta dissertação apresenta a estrutura morfológica dos verbos do Grego Antigo, a fim de mostrar como o valor aspectual é associado aos morfemas. Em relação à literatura, a noção de aspecto está presente em gramáticas e em trabalhos específicos de linguistas. Uma revisão das principais idéias é apresentada e discutida. Assumi-se que o valor aspectual nos verbos é uma marca morfológica que depende dos valores expressos pelo lexema verbal. Novos trabalhos sobre este tema trazem novas visões não só sobre a definição de aspecto, como também sobre análises de sua ocorrências nas línguas naturais, incluindo uma revisão sobre a tradicional interpretação do aspecto em Grego Antigo. Esta dissertação detecta alguns problemas remanescentes e traz possíveis soluções para eles. Desta forma, esta dissertação afirma que nos verbos do Grego Antigo os elementos que definem o valor aspectual são morfologicamente determinados por morfemas verbais especiais, mas deve-se levar em conta o as classes aspectuais que se enquadram os lexemas verbais em questão. Somente quando ambos os elementos são considerados, é possível atribuir o valor aspectual de uma sentença
Abstract: This dissertation focuses on the category of aspect in Ancient Greek. Aspects is typically a semantic and morphological characteristic of verbs in the languages where it occurs, as in Ancient Greek. Semantically it is related to how time is considered in the discourse. It shows how events are specified in relation to time in sentences. From the morphological point of view, aspect is as morphological morpheme aggregated to certain verbal forms such as present, perfect, aorist and future. The dissertation presents the morphological structure of Ancient Greek verbs, to show how the aspectual meaning is associated to morphemes. In relation to the literature, the notion of aspect is presented in grammars and in specific works by linguists. A review of the principal ideas is presented and discussed. It is assumed that the aspectual meaning in verbs is a morphological mark, but it also depends on the meaning conveyed by the lexemes. New works on the subject brought new insights not only on the definition of aspect, but also in the analysis of its occurrence in languages, including a review of the traditional interpretation of aspect in Ancient Greek. This dissertation detected some remaining problems and it brings possible solutions. In this way, this dissertation states that in Ancient Greek verbs the elements that define the aspectual meaning are morphologically determined by special verbal morphemes, but it is also important to take into account the semantic meaning of the lexemes. Only when both elements are considered, it is possible to assign the aspectual meaning to a sentence
Mestre
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Books on the topic "Lingua greca antica"

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Renata, Lavagnini, ed. Scritti sulla lingua greca antica e moderna. Palermo: Università di Palermo, Facoltà di lettere e filosofia, 2009.

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2

Rotolo, Vicenzo. Scritti sulla lingua greca antica e moderna. Palermo: Università di Palermo, Facoltà di lettere e filosofia, 2009.

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3

Écho taráxas: La costruzione di echo con participio aoristo attivo nella lingua greca antica. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2007.

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4

Nuovi itinerari alla scoperta del greco antico: Le strutture fondamentali della lingua greca : fonetica, morfologia, sintassi, semantica, pragmatica. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2019.

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5

Michelazzo, Francesco. Nuovi itinerari alla scoperta del greco antico: Le strutture fondamentali della lingua greca, fonetica, morfologia, sintassi, semantica, pragmatica. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2006.

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6

Lingua e pubblico nel tardo antico: Ricerche sul greco letterario dei secoli IV-VI. Napoli: M. D'Auria, 1986.

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7

Pintaudi, Rosario, ed. Antinoupolis III. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-632-3.

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Abstract:
Ancora un volume, Antinoupolis III, che ha per oggetto un’area archeologica estremamente importante nell’Egitto greco-romano: la città fondata sulla riva sinistra del Nilo nel 130 d.C. da Adriano in onore di Antinoos. Nelle oltre 700 pagine dei due tomi che costituiscono questo volume si propongono, nel primo, studi dedicati a materiali archeologici quali ceramiche sigillate africane, anfore per vino di produzione locale (LRA 7), mortai litici, frammenti sporadici di pietre ornamentali, una coppa in vetro retro dipinta, tessuti della tipologia cosiddetta ‘copta’, analisi di antropologia forense sui resti ossei di una tal Teodosia, la cui cappella funebre era stata scoperta ed illustrata negli scavi condotti sul sito dell’Università di Firenze nella metà degli anni Trenta dello scorso secolo. Nel secondo tomo si presentano edizioni di nuovi papiri, pergamene, ostraca, che riportano testi costituiti da documenti della vita quotidiana o della cultura letteraria classica e cristiana. Le lingue interessate sono il greco, il copto e l’arabo. Novità di rilievo sono rappresentate da iscrizioni, per lo più funerarie, ancora in queste tre lingue. La documentazione è testimonianza della vita che, soprattutto in età tardo-antica, continuava in quel che restava di una grande metropoli romana in una delle province più importanti dell’impero, l’Egitto.
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Milazzo, Vincenza, and Francesco Scorza Barcellona, eds. Bilinguismo e scritture agiografiche. Raccolta di studi. Viella editrice, 2018. http://dx.doi.org/10.52056/9788867289592.

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Abstract:
Gli otto contributi qui raccolti offrono una piccola ma efficace campionatura dell’incidenza e dei riflessi che situazioni di bilinguismo (e di biculturalismo) possono avere sulla confezione e sulla diffusione di scritti agiografici di diversa natura, testi “aperti” per eccellenza, sottoposti spesso a più o meno invasivi processi di riscrittura, anche in relazione al medium linguistico utilizzato. I saggi hanno come oggetto testi e culti appartenenti a epoche e a contesti geografici nei quali fu attiva una situazione di bilinguismo, sia esso quello greco-latino dell’Africa proconsolare del III-IV sec., o della Sicilia tardoantica o ancora della Sardegna tra VI e XI sec., sia quello latino-lingue volgari della Toscana medievale o del Portogallo del sec. XVII. Un saggio teoretico di Luca Lorenzetti, studioso di Linguistica, fornisce le coordinate essenziali per accostarsi al fenomeno del bilinguismo riflesso nei testi antichi.
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Book chapters on the topic "Lingua greca antica"

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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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