Academic literature on the topic 'Lingua e Nazione'

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Journal articles on the topic "Lingua e Nazione"

1

Zantedeschi, Francesca. "Lingua e nazione in Europa." PASSATO E PRESENTE, no. 79 (February 2010): 155–67. http://dx.doi.org/10.3280/pass2010-079009.

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Dyduch, Jan. "Poszanowanie godności osoby gwarancją poszanowania praw narodu w świetle nauczania Jana Pawła II." Prawo Kanoniczne 41, no. 1-2 (June 15, 1998): 21–32. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.1-2.01.

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Abstract:
Il papa Giovanni Paolo II nella sua enciclica Redemptor hominis ha mostrato che cosa significa la dignità dell’uomo ed i suoi dritti connessi alla dignità della nazione ed i dritti di essa. Questo programma il Santo Padre realizza nei suo insegnamento. Come ispirazione gli servivano le esperienze dalla storia più recente, ed in modo particolare l’occupazione tedesca come pure l’attività distruttiva del totalitarismo comunista ed infine la liberazione dal giogo di totalitarismo di tanti popoli negli anni 1989-1990. Giovanni Paolo II, analizzando i dritti dell’uomo, stottolinea il significato basilare di dritto alla libertà ed alla vita, senza cui non si puo parlare di rispetto per la persona umana, la quale vive i funzione in grande famiglia, che costituisce la nazione. Giovanni Paolo II insegna sulla dignità e sui dritti della nazione, sopra tutto, durante le Assemblée Generali dell’ONU il 2.X.1979 ed il 5.X.1995, come pure nei discorso presso la Torre di Bandenburgo a Berlino il 23.VI.1996. I discorsi soprannominati non contengono nessun elenco dei dritti della nazione, ma indicano soltanti alcuni più importanti: il dritto di esistere, di decidere di se stesso, della libertà, della propria identità, della diversità, dell’indipendenza, della propria cultura e lingua, della solidare collaborazione nella pace e giusiizia con le altre nazioni. Il Papa condanna il nazionalismo, il quale proclama lo sdegno e l’odio per altri popoli contraponendolo al patriotismo - l’amore della propria patria, la quale è l’mpegno di ogni cittadino di una nazione. Il soggetto di preocuppazione particolare di Giovanni Paolo II è l’unità delle nazioni di Europa.
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3

D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Abstract:
Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Abstract:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Landolfi, Francesco. "La Vita di Dante per Francesco Lomonaco. Un esule dimenticato." IL RISORGIMENTO, no. 2 (November 2021): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-002002.

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Abstract:
L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la figura letteraria di Dante attraverso gli occhi di Francesco Lomonaco (1772-1810), intellettuale lucano protagonista della rivoluzione partenopea del 1799 e, successivamente al suo fallimento, insegnante di storia e geografia presso la Scuola militare di Pavia dal 1805. Secondo il principio per cui laddove è presente una lingua unica sussiste anche un'identità di nazione unita, Lomonaco introduce nella sua opera Vite degli eccellenti italiani (1802) Dante come il padre della letteratura italiana, su cui è necessario fondare l'identità dei moderni italiani. L'importanza di Dante nel pensiero di Lomonaco è dovuta anche alle sfortunate e consimili vicissitudini che entrambi affrontarono come esuli per cause politiche: il primo lasciando Firenze, il secondo fuggendo da Napoli. Una somiglianza di esistenze che fu addirittura immortalata da Alessandro Manzoni in un sonetto dedicato proprio al suo amico Lomonaco.
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Mezei, Regina. "Somali Language and Literacy." Language Problems and Language Planning 13, no. 3 (January 1, 1989): 211–23. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.13.3.01mez.

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Abstract:
RESUMO La Somalia lingvo kaj alfabetigo La 21-an de oktobro 1972, la dekdujara registaro de Somalio finis jam longan debaton kaj decidiĝis pri latina alfabeto por reprezenti la sonojn de la Somalia lingvo. Antaŭe, la somalian oni pludonis de generacio al generacio per buŝa tradicio sen skriba formo, dum la urbanigita, klera elito skribis angle, itale aŭ arabe. Plejparte la lando restis analfabeta je nivelo de 90% ĝis 95%. Post starigo de la oficiala ortografio, signifaj sanĝoj okazis en la lernejoj, kaj oni lancis nacian alfabetigan kampanjon, kiu atingis ankaŭ la somaliajn nomadojn. Mezlernejanoj fariĝis instruistoj en la servo de la stato, la amasmedioj prezentis specialajn programojn kaj lecionojn, anoj de la registaro kaj la armeo estis devigataj lerni la lingvon, kaj plenkreskula edukado trovis lokon en la eduka sistemo. Takso de la Somalia kleriga kampanjo prezentas varian bildon. Kvankam la registaro en Mogadiŝu pretendis 60-procentan alfabetecon post la kampanjo de la mezaj 70-aj jaroj, tiu cifero estas pridubinda, kaj pli aktualaj studoj sugestas, ke la nuna alfabeteco povus esti ne pli ol 30 % . Tamen, tiu cifero altas en Afriko, kaj konsistigas signifan atingon en nomada socio plagumita laŭvice de sekeco, malrico kaj militaj konfliktoj. Nedisputata estas la sukcesa konverto de la lernejoj, de la elementa nivelo gis la Nacia Universitato, al la Somalia lingvo kiel instrumedio, cio ci kun signifa kresko de la nombro de lernejanoj. En la skribo de la lingvo, somaliaj ortografoj liveris la rimedojn, per kiuj lingvo bazita je paŝta vortaro povus esti vastigita por plenumi la lingvajn bezonojn de moderniĝanta socio. Tion ili faris ĉefe per ekspluato de la apartaj strukturo kaj dinamismo de la somalia. Krome, la Somalia "literaturo," precipe la poezio, estis nun transdonebla en skriba formo, tiel garantiante pliajn generaciojn de pluvivo. Certe, la Somalia sperto estas unika. Tamen, ĝi proponas valorajn enrigardojn en ling-voinstruadon kaj alfabetigon en ĉiuj kulturoj, emfazante la gravecon de forta registara engaĝiĝo, uzo de la amasmedio, starigo de alfabetiga korpuso, utiligo de arta esprimiĝo, kaj rekono de ortografio kiel ŝlosila elemento en lernado. SOMMARIO Lingua ed alfabetismo somalesi Il 21 Ottobre del 1972, il giovane governo somalese, al potere da solo 12 anni, ha risolto un dibatito interminabile; cioè, il governo decise di adoperare grafemi latini per rap-presentare fonemi somalesi. Generazioni anterior tramandavano la loro lingua oralmente, mentre l'elite della nazione si serviva dell'inglese, dell'italiano o dell'arabo per le loro co-municazioni scritte. Per il resto del paese il tasso dell'analfabetismo toccava dal 90 al 95 per cento della popolazione. Stabilità l'ortografia ufficiale, cambiamenti di maggior peso si sono introdotti nelle scuole ed una lotta contro l'analfabetismo si e lanciata, arrolgendo tutti i ceti sociali, anche quello nomade. Studenti di liceo diventarono insegnanti, i mass media presentarono pro-grammi e lezioni particolari, impiegati statali e dipendenti militari furono costretti ad im-parare la lingua e scuole per adulti si formarono in tutto il paese. Una valutazione di questi sforzi svolti dalle autorità somalesi nella loro lotta contro l'analfabetismo ci rende risultati ambigui. Benchè il governo centrale abbia rivendicato che l'alfabetismo sia salito a circa 60 per cento dopo la suddetta campagna alla meta degli anni settanta, le cifre sono state contestate da critici competenti e ricerche recenti suggeriscono che l'attuale tasso di alfabetismo sfiori il 30 per cento. Nonostante ciò, il tasso e segnalatamente elevato quando lo si paragona con altri paesi africani. In somma, l'ultima cifra mostra chiaramente un notevole successo, particolarmente se si rende conto che quella società nomade era nel contempo afflitta da povertà perenne, lotte intestine continue, e da una seccita durante decenni. In oltre, nessuno, nemmeno i più accaniti critici, può mettere in dubbio ne'lla riuscita inserzione della lingua nazionale a tutti i livelli dell'insegnamento, dalle scuole elementari fino all'università, né l'aumento cospicuo delle matricolazioni. Nello scrivere della loro lingua, gli ortografi somalesi hanno saputo sfruttare gli elementi strutturali e dinamici della lingua nazionale, fornendo mezzi con cui trasformare una lingua fondamentalmente nomade e pastorale. Per runderla più risponsiva ai bisogni di una società in via di trasformazione. Altro fatto notevole è che la letteratura di questo popolo, particolarmente la sua poesia, fin allera tramandata oralmente, oggi e documen-tata, così assicurandosi la sopravvivenza fra generazioni futuri. L'esperienza somalese ci può sembrare un caso unico, ma, infatti, ci presenta con alcuni informazioni pregeroli sull'insegnamento e la diffusione di una lingua. Mette in rilievo l'importanza dell'impegnamento decisivo di un governo, lo sfruttamento utile e sagace dei mass media e quello d'un corpo d'insegnanti, l'uso didattico dell'espressività artistica, e in fine, Fimpostazione di uno standard ortografico—tutti funzioni essenziali per Finsegnamento e Fapprendimento in qualunque centesto culturale.
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Martusciello, Mariaelena. "Stereotipi di lingua e cultura italiana nel film d'animazione americano: il caso di "Luca"." Lingue e culture dei media 6, no. 1 (August 8, 2022): 103–18. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/18575.

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Abstract:
L’articolo propone l’analisi linguistica degli italianismi presenti nel doppiaggio in lingua originale del film d’animazione Disney Pixar “Luca”, ambientato nell’Italia del 1959 e uscito sulla piattaforma streaming Disney+ nell’estate del 2021. Tale ricerca ha avuto lo scopo di verificare quale immagine della lingua e della cultura italiane venga veicolata dal film e quali siano gli stereotipi culturali sul nostro Paese maggiormente diffusi nel mondo, in particolare nel contesto anglo-americano. Sono state prese in considerazione due categorie di italianismi, quelli lessicali e quelli fraseologici e morfosintattici. Ciò che è emerso dall’indagine è che la maggioranza dei termini e delle locuzioni italiane presenti nel film contribuisce a rafforzare alcuni stereotipi sulla nostra nazione, legati agli ambiti semantici in cui l’influenza italiana nel mondo è risultata da sempre predominante: l’enogastronomia, la cultura musicale e cinematografica, l’espressività verbale e gestuale particolarmente marcata. This paper provides a linguistic analysis of the italian words and phrases occurred in the original dubbing of the Disney Pixar featured film "Luca", set in Italy in 1959 and appeared on the Disney+ streaming platform in the summer of 2021. This research aimed to verify which image of the Italian language and culture is conveyed by the movie and what are the most widespread Italian stereotypes in the world, especially in the USA.. What emerged from the survey is that the majority of Italian terms and phrases in the film contribute to reinforce some of the stereotypes about Italy, most of all in the semantic spheres in which the italian culture influence has always been predominant, as food and wine, music and cinema, verbal and gestural expressiveness particularly marked.
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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 20, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10266.

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Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 22, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10294.

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Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Dissertations / Theses on the topic "Lingua e Nazione"

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Castegnaro, Giulia <1990&gt. "Nazione e religione: le due facce della riforma dell’educazione in Giordania attraverso l’analisi diacronica dei capitoli inerenti i diritti dell’uomo e della donna nel nuovo corso di religione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13396.

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Abstract:
A seguito della recente riforma scolastica in Giordania, il nuovo libro di religione per la classe XII° – adottato per l’anno scolastico 2017/18 – ha subito dei cambiamenti. Questa ricerca propone una traduzione in lingua italiana delle lezioni che affrontano i diritti dell’uomo e della donna nell’Islām, assieme alla loro comparazione in chiave diacronica con i contenuti del volume precedente. Un recente articolo sull’insegnamento religioso in Giordania ha segnalato che questi due capitoli potrebbero aver subito modifiche significative, così sono stati selezionati come campione per un’analisi oggettiva delle novità introdotte dalla riforma. Alla luce della minaccia dell’Isis, l’insegnamento religioso è al centro di diverse polemiche nazionali, che gli attribuiscono la colpa di un’islamizzazione troppo radicale e sempre più diffusa in seno alla popolazione. Infatti, nel 2016 è stata varata una riforma ministeriale dei libri di testo per contrastare le ideologie estremiste. Attraverso l’analisi parziale del nuovo libro di religione, questo lavoro intende approfondire il ruolo dell’Islām nell’educazione religiosa – e implicitamente nella società Giordana – ripercorrendo le tappe storiche della formazione del paese e della sua identità nazionale. La riforma dell’educazione ha apportato significativi cambiamenti, oppure è atta a distogliere l’attenzione pubblica dalle responsabilità della monarchia in un momento di forte crisi dell'identità nazionale?
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Locci, Alessandra <1986&gt. "Federazione Nazionale Sindacati Cinesi: Un'Istituzione Complessa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1824.

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Sinatra, Natalia Francesca <1995&gt. "AINU MOSIR: IL LUNGO CAMMINO VERSO IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLO STATUS DI INDIGENOUS PEOPLE E LA TEORIZZAZIONE DELLA “NAZIONE AINU”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15969.

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Abstract:
L’elaborato si propone di presentare un’analisi approfondita dei percorsi storici e legislativi riguardanti la comunità Ainu, popolazione indigena del Giappone. In una prima fase si è ripercorsa la lunga storia della popolazione Ainu, a partire dai suoi albori nell’isola dello Hokkaidō, chiamata Ezochi dai giapponesi del tempo, accennando alle complesse origini genetiche di questo gruppo etnico. Successivamente si è analizzato il complesso rapporto instauratosi tra le comunità locali e i colonizzatori Wajin, termine utilizzato per distinguere la maggioranza etnicamente giapponese. Si è dunque descritta l’istituzione sistematica di un sistema atto a sfruttare la manodopera Ainu, con le conseguenze disastrosamente note per lo sviluppo sociale ed economico della comunità. La prima parte di questa analisi si è conclusa con un accenno ai primi movimenti associazionisti del ventesimo secolo, così come alle proteste giovanili e le spinte riformiste degli anni sessanta e settanta del Novecento. In seconda analisi si è deciso di approfondire la descrizione di alcuni testi legislativi ritenuti complementari all’analisi storica precedentemente descritta; sono stati analizzati l’Atto di Protezione degli Ex-nativi dello Hokkaidō del 1899, la sentenza della Corte di Sapporo sulla diga Nibutani del 1997 e la conseguente Legge a Protezione della Cultura Ainu. I testi sono stati descritti da un punto di vista sia sincronico che diacronico, evidenziando sì la loro struttura e composizione in maniera di disposizioni, ma anche la funzione storico-sociale da essi svolta una volta collocati nel proprio panorama storico-legislativo. Da ultimo si è svolta una analisi degli ultimi eventi politico-legislativi riguardanti la comunità, con particolare attenzione alla ricezione da parte del Giappone della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni (UN), e alla promulgazione della Ainu Shinpō, datata maggio 2019.
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Biagetti, Giulia <1995&gt. "Nel nome di Mao Zedong: breve storia di come il Partito sia riuscito a controllare la nazione tra venerazione e biopower." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18320.

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Abstract:
La figura di Mao come leader carismatico governò la scena politica cinese per quasi quattro decenni, ma già dai discorsi di Yan’an nel 1942 iniziarono a porsi le basi del suo culto della persona grazie alla forte propaganda istituzionalizzata e alla capacità non solo di entrare nella vita pubblica dei cittadini, ma anche in quella privata. Nonostante la sua morte, il conseguente declino forzato delle sue ideologie e grazie alla legittimità al potere ottenuta da Deng Xiaoping, nel corso degli anni ’80, il Partito continuò a mantenere una politica di controllo totale sulla popolazione arrivando a definire la possibilità riproduttiva della popolazione attraverso la Politica del Figlio Unico, attuando il cosiddetto biopower (o potere sulla vita). Tuttavia, l’insoddisfazione popolare verso il Partito corrotto e oppressore portò dal 1989 al ritorno nella scena politica di Mao e al revival del suo culto della personalità. Nei primi anni ’90, la “Mao Fever” portò alla ricostruzione di templi a carattere buddhista, a tour guidati nei luoghi legati a Mao, alla produzione di amuleti e talismani al fine di ottenere protezione, ciò a dimostrazione che la venerazione per il Grande Leader continua a persistere nella Cina di oggi nonostante sia ormai diventata solo pura mercificazione e perdendo, quindi, il significato politico e ideologico che la figura di Mao era in grado di trasmettere nei decenni passati.
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Chen, Yahui <1983&gt. "L’opera nazionale cinese. Storia, caratteristiche e convergenze con il melodramma pucciniano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20626.

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Abstract:
Questa tesi è incentrata sulla analisi della storia e delle caratteristiche dell’opera lirica nazionale cinese. Il lavoro è mirato a metterne in luce le convergenze con la musica di Puccini e a individuare le motivazioni per cui questa importante forma d’arte è così poco conosciuta dalla musicologia occidentale. A proposito, nelle conclusioni vengono delineati tre fattori chiave. In primo luogo, l’isolamento storico della Cina prima delle aperture di Deng Xiaoping; secondariamente, una forma di preclusione verso una forma d’arte considerata a torto frutto di propaganda ideologica e, infine, la chiusura della musicologia internazionale verso tutte le forme musicali che non adottano la atonalità, tacciate quindi di conservatorismo e passatismo. La tesi è divisa in sette capitoli. Il primo capitolo è costituito da un'analisi dell’opera tradizionale cinese, mettendo in luce le sue caratteristiche e i principali aspetti che la differenziano dall’opera lirica europea. Nel secondo capitolo sono analizzate, in breve, le principali tappe dell’introduzione della musica occidentale in Cina. Nel terzo capitolo viene presentata l’opera lirica nazionale cinese e vengono analizzate brevemente le principali tappe della penetrazione dell’opera europea in Cina. Il quarto capitolo percorre l’evoluzione dell’opera nazionale cinese, dagli esperimenti embrionali, su cui viene dedicata particolare enfasi, al periodo preliminare, al periodo di sviluppo, fino alla Rivoluzione Culturale, durante la quale purtroppo l’opera nazionale cinese è stata proibita. Di ogni periodo vengono citate le opere più importanti, e analizzate nel dettaglio quelle più rappresentative. Nel quinto capitolo si completa la storia dell’opera nazionale cinese, dalla Rivoluzione Culturale fino ai giorni nostri. Un’enfasi particolare viene posta sulla recente (2014) opera “Il ragazzo del risciò”, di Guo Wenjing, che è stata anche rappresentata in tournée in Italia nel 2015, e all’accoglienza che ha ricevuto nel nostro Paese. Nel sesto capitolo vengono riassunte brevemente le caratteristiche dell’opera nazionale cinese: di carattere musicale, come l’attenzione particolare dei cinesi verso l’aspetto drammaturgico e la particolare propensione per la musicalità, nonché la difficoltà di conciliare il recitativo dell’opera con i quattro toni della lingua cinese; di carattere istituzionale, come l’attenzione del Governo cinese verso la cultura musicale e l’opera nazionale in particolare, e la situazione dell’insegnamento musicale dell’opera in Cina. Nel settimo capitolo vengono quindi descritte le particolari e sorprendenti convergenze tra l’opera nazionale cinese contemporanea e la “Turandot” di Puccini. Questa soluzione, a cui sono pervenuti indipendentemente Puccini e i compositori cinesi, è forse una possibile alternativa “novecentesca” alla musica dodecafonica, ovvero una accettazione delle dissonanze, ma poste in un tessuto musicale sostanzialmente tonale.
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Azzolini, Luca <1994&gt. "Storia della politica linguistica di Giappone e Italia moderni e contemporanei: Tutela, fattori di rischio e percorsi comuni tra multilinguismo e trasferimento linguistico nello "Stato-nazione"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15684.

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Abstract:
L’Italia e il Giappone affrontarono nello stesso periodo storico (tra il XIX e il XX secolo) la sfida di unificare il Paese nell’idea di un’identità nazionale, e la lingua nazionale giocò un ruolo di primaria importanza in questo processo. Operando un parallelismo a livello storico e sociopolitico, quanto è vicino il panorama linguistico italiano a quello giapponese? Qual è il livello di rischio di estinzione dei vari gruppi dialettali e/o linguistici italiani e giapponesi? Quali associazioni se ne stanno occupando? Quali sono le loro iniziative? E, inoltre, pur non essendo precisamente quantificabile, è possibile ragionare su quale sia il livello di coscienza della popolazione circa l'importanza di preservare la propria identità linguistica, andando verso un multilinguismo, piuttosto che un monolinguismo? Nel primo capitolo si presenta la situazione linguistica italiana, e nel secondo quella giapponese, mettendo in luce i dibattiti circa le lingue minoritarie nei due Paesi, e l'affermazione dell'egemonia delle rispettive lingue nazionali. Nel terzo capitolo si discute invece nello specifico dell'operato di associazioni pubbliche e di privati al fine di valorizzare le realtà linguistiche minoritarie, mentre nel capitolo conclusivo si indagheranno le importanti somiglianze tra i due panorami linguistici in questione al fine di individuarne sviluppi comuni, anche al fine di evidenziare risultati positivi e negativi in entrambe le realtà circa la tutela linguistica.
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Allori, Fabio. "Analisi contrastiva di testi specialistici di ambito accademico in italiano e in russo per l’inserimento nel corpus parallelo italiano-russo del Nacional’nyj Korpus Russkogo Jazyka." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente lavoro intende sviluppare un'analisi contrastiva di testi specialistici di ambito accademico in italiano e in russo, allo scopo di evidenziarne gli aspetti più rilevanti in ottica lessicale, morfosintattica e traduttiva e di contribuire con il loro inserimento all'ampliamento del corpus parallelo italiano-russo del Nacional'nyj Korpus Russkogo Jazyka (NKRJa). La tesi è suddivisa in quattro capitoli. Nel primo capitolo si introduce il tema della linguistica dei corpora, di cui vengono presentate caratteristiche, tipologie e possibili applicazioni nella ricerca linguistica. Viene inoltre introdotto il NKRJa, ne vengono elencati alcuni cenni storici riguardanti la formazione e ne viene fornita la struttura. Il secondo capitolo tratta la comunicazione specialistica in russo: viene descritto il sistema degli stili funzionali (funkcional'nye stili) e in particolare il naučnyj stil', lo stile scientifico. Nel terzo capitolo viene seguito un procedimento analogo per quanto riguarda la comunicazione specialistica in italiano. Il discorso accademico italiano non dispone di un sistema di stili come il russo; tuttavia ricorre a varietà specifiche della lingua, le lingue speciali, per soddisfare le proprie esigenze comunicative. Viene perciò data una descrizione di tali lingue e delle loro proprietà. Il quarto capitolo è dedicato all'analisi contrastiva: dapprima vengono descritti i testi selezionati, provenienti da atti di conferenza ed estratti di monografie, in numero di quattro in italiano e quattro in russo con le rispettive traduzioni. In seguito viene esposto il processo di allineamento dei testi di partenza con le traduzioni. Infine viene svolta l'analisi, focalizzata su aspetti lessicali e morfosintattici, nonché su alcune particolarità traduttive individuate nel corso dello studio.
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Guglielmi, S. "Lingua, identità e confini in una regione plurale : una analisi empirica delle identità etniche e nazionali a partire da una inchiesta campionaria in Friuli Venezia Giulia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/61947.

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Pischedda, Francesca. "La violenza contro le donne e il sessismo implicito nel discorso giornalistico scritto. Analisi di due micro-corpora in lingua italiana e francese." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5895/.

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Abstract:
La tesi si articola in quattro parti. La prima, di stampo femminista, propone una panoramica sul femminicidio come fenomeno sociale e sulla relativa situazione giuridica internazionale. La seconda tratta in generale la stampa di qualità, supporto mediatico prescelto per l'analisi linguistica. La terza parte propone un micro-corpus di stampa italiana sul tema del femminicidio e la quarta un micro-corpus di stampa francese sull' "Affaire DSK", entrambe corredate di un' analisi del componente lessicale e discorsivo (Analyse du discours). E' un lavoro comparativo, i cui risultati hanno permesso di mettere in evidenza e provare come la stampa di qualità italiana e francese tendano a veicolare in modo implicito un'immagine sessista, sterotipata e discriminatoria del femminicidio e della vittima di violenza.
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Scherini, Eleonora <1994&gt. "Analisi dei discorsi politici tenuti dal presidente cinese Xi Jinping in occasione della prima sessione del 12° e del 13° Congresso Nazionale del Popolo del PCC: evoluzione dei temi, ideologia e retorica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15198.

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Abstract:
La Cina è attualmente all'apice di un percorso di crescita e sviluppo che le ha permesso di estendere la propria influenza nel panorama economico, politico e culturale mondiale grazie anche alle capacità diplomatiche e oratorie dei suoi più grandi leader, tra cui Xi Jinping (习近平), presidente dal 2013. Il seguente studio si propone di indagare come vengono proposti i piani politici del Partito Comunista Cinese, l'evoluzione dei temi trattati e le tecniche retoriche con cui essi vengono presentati, focalizzandosi in particolare sulla retorica cinese adottata dal'attuale presidente. Oggetto della tesi sarà dunque l'analisi dei discorsi politici ufficiali tenuti da Xi in occasione della prima sessione del 12° e del 13° Congresso Nazionale del Popolo del PCC, rispettivamente nel 2013, quando venne eletto presidente, e nel 2018, quando venne rinnovato il suo incarico e abolito il limite costituzionale del doppio mandato. Attraverso quest'analisi si metteranno in evidenza le linee guida del Partito Comunista Cinese e verranno definiti gli obiettivi prefissati sotto la presidenza di Xi, analizzando l'evoluzione dei due discorsi, i temi affrontati, i punti in comune e le differenze, per comprendere come, a distanza di cinque anni, il presidente riconfermi il proprio potere e porti avanti una politica che ha guidato la nazione cinese all'apice del successo. Pur essendo il contesto mutato, si vedrà come spesso la politica e la retorica cinese mantengano delle strutture invariate. Si vedrà come l'ideologia e le secolari tradizioni della cultura cinese si intessano perfettamente nelle maglie del discorso politico moderno, fungendo da base per il consenso, adattandosi ai cambiamenti socio-economici e celebrando la grandezza della nazione. Verranno anche messi in luce gli aspetti fondamentali del linguaggio e della comunicazione che sottostanno alla legittimazione del potere e all'affermazione del consenso popolare, soprattutto tramite l'uso di espedienti retorici, metafore, frasi idiomatiche e slogan politici, intendendo la retorica come arte della persuasione.
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Books on the topic "Lingua e Nazione"

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Dardano, Maurizio. La lingua della nazione. Roma: Laterza, 2011.

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2

Dardano, Maurizio. La lingua della nazione. Roma: Laterza, 2011.

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Maraschio, Nicoletta, ed. Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-170-0.

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Abstract:
Il volume raccoglie gli atti del convegno "Firenze e la lingua italiana tra nazione ed Europa" che si è tenuto nei giorni 27-28 maggio 2004 presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Firenze e l'Accademia della Crusca. Firenze ha avuto, come è noto, un ruolo centrale nel processo di unificazione linguistica nazionale e grazie alla sua vocazione internazionale ha promosso la diffusione e la conoscenza della lingua e della cultura italiana in Europa e nel mondo. Al di là di ogni ottica celebrativa, quindi, il convegno ha permesso una discussione aperta sull'identità culturale della città nel contesto contemporaneo, attraverso una riflessione critica sulla sua storia (in particolare su alcuni momenti significativi della cultura fiorentina tra Otto e Novecento) e sul suo primato linguistico.
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4

Vecchio, Sebastiano. Una nazione senza lingua: Il sicilianismo linguistico del primo Ottocento. Palermo: Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1988.

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5

Brucciani, Giacomo. La scrittura della nazione: Storia, lingua e fede nel Risorgimento bulgaro (XVIII-XIX sec.). Pisa: PLUS-Pisa University Press, 2009.

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6

Nicoletta, Maraschio, ed. Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa: Atti del convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004. Firenze: Firenze University Press, 2007.

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7

Gentili, Vanna. Lingua nazionale / lingue altre: Note sull'ambivalenza elisabettiana con esempi da Shakespeare. Pisa: Pacini Editore, 1986.

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Poggeschi, Giovanni. Le nazioni linguistiche della Spagna autonómica: Universalità della lingua castigliana e vitalità delle lingue regionali. Padova: CEDAM, 2002.

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Poggeschi, Giovanni. Le nazioni linguistiche della Spagna autonómica: Universalità della lingua castigliana e vitalità delle lingue regionali. Padova: CEDAM, 2002.

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D'Arcangelo, Lucio. Difesa dell'italiano: Lingua e identità nazionale. Roma: Ideazione, 2003.

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Book chapters on the topic "Lingua e Nazione"

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Balboni, Paolo E. "13 • Modelli di formazione dei docenti." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/013.

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Abstract:
La funzione dell’insegnante è cambiata nel tempo: come fonte di lingua corretta è stato sostituito dai sussidi e dalle fonti multimediali, ha perso il ruolo di ipse dixit, è un giudice ma non è più monocratico e incontestabile: è diventato il regista di quello che Bruner chiama Language Acquisition Support System, non una persona ma un sistema complesso: manuali, supporti multimediali, scambi internazionali, esperienze tandem ecc. Ho contribuito a diffondere questa visione del docente, impegnandomi come formatore dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere, ma soprattutto, nel 2020-21, a seguito della pandemia, proponendo di capovolgere la formazione, cioè arrivare al flipped training dei docenti di educazione linguistica.
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Luzi, Alfredo. "Il mito dell’unità nazionale nelle riflessioni di Leopardi sulla lingua italiana." In Le mythe repensé dans l’œuvre de Giacomo Leopardi, 397–402. Presses universitaires de Provence, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.pup.11311.

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Orazi, Laura. "Identità nazionale e lingua: politica linguistica e pianificazione linguistica nell'Ucraina sovietica interbellica." In Eurasiatica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-382-3/008.

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Abstract:
The article highlights the importance of the interwar period for the development of the Ukrainian language in contemporary Ukraine. It briefly summarizes the main trends in language policy in the 1920s and 1930s, then focuses on the approach to the activity of language planning in the so-called Ukrainization period (1925-1932). It is stressed that the relationship between language and nation, and language and identity, influenced by the German model of nation, is crucial not only to understanding the normalization activity in the 1920s, but also for contemporary developments in the fields of language policy and language implementation.
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"Su alcuni aspetti del rapporto tra dialetto e lingua nazionale: analisi linguistica di lettere di emigrati siciliani." In Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, 453–74. Max Niemeyer Verlag, 1998. http://dx.doi.org/10.1515/9783110934038.453.

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