Journal articles on the topic 'LINGUA E LETTERATURA EBRAICA'

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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica." Libyan Studies 25 (January 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Abstract:
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Lucca, Enrico. ""Sull'orlo Dell'abisso": Scholem E Rosenzweig Sulla Lingua Ebraica." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 2 (May 2013): 305–20. http://dx.doi.org/10.3280/sf2013-002005.

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Neiger, Giovanna. "Letteratura femminile in mitteleuropa. Un breve confronto tra scrittrici ebree, triestine e austriache." iQual. Revista de Género e Igualdad, no. 4 (February 24, 2021): 161–71. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.442821.

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Abstract:
Il contributo che scrittrici triestine e austriache di origine ebraica hanno rispettivamente offerto alla cultura otto-novecentesca è oggetto del presente lavoro. Si sono prese in esame e sottoposte ad analisi comparativa le opere di autrici ebree triestine e di altrettante scrittrici ebree austriache. Tra le triestine, la cui identità ebraica si è affievolita, vi sono autrici che hanno svolto attività giornalistica, manifestato aspirazioni irredentistiche, scritto opere per un pubblico femminile e per l’infanzia, che non hanno superato l’usura del tempo. Diversamente dalle colleghe triestine, talune scrittrici austriache, femministe, giornaliste, pedagogiste o attiviste politiche hanno scritto testi che a tutt’oggi offrono spunti di riflessione. The object of this work is the contribution offered to the culture of XIX and XX centuries by women writers from Trieste and Austria.The works by Jewish authors from Trieste and Austria have been examined and a comparative analysis has been carried out.Among the women writers from Trieste, whose identity was wakened, there are authors who carried out journalism, shown irredentism aspiration, wrote works for women and for children that didn’t overcome the passing of time. Unlike other colleagues from Trieste, some Austrian authors, who were feminists, journalists, pedagogists or political activists, wrote some text that, even nowadays, are offering some reflections
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Trentin, Bijoy M. "Progettare un curricolo di lingua e letteratura greca." Euphrosyne 36 (January 2008): 333–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.124598.

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Klingebiel, Kathryn. "Letteratura medievale in lingua d'oc (review)." Tenso 19, no. 1-2 (2004): 22–27. http://dx.doi.org/10.1353/ten.2004.0003.

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Olsan, Lea T. "Book Review." Incantatio. An International Journal on Charms, Charmers and Charming 9 (December 2021): 139–42. http://dx.doi.org/10.7592/incantatio2020_9_olsan.

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Palmarini, Luca. ""Lu scïò" di Guido Milanesi tra letteratura e lingua." Italica Wratislaviensia, no. 7 (July 2, 2016): 123. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2016.07.07.

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Vanvolsem †, Serge. "Vent’anni di scritture migranti: una nuova letteratura, una nuova lingua." Recherches, no. 10 (June 30, 2013): 103–11. http://dx.doi.org/10.4000/cher.11253.

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Stefanini, Ruggero. "Studi di lingua e letteratura lombarda offerti a Maurizio Vitale." Italica 66, no. 3 (1989): 372. http://dx.doi.org/10.2307/479059.

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Blasi, Nicola De. "Note sulla lingua e sulla letteratura di Salvatore Di Giacomo." Italica 76, no. 4 (1999): 480. http://dx.doi.org/10.2307/480253.

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Mazzinghi, Luca. "La sapienza biblica." Revista Brasileira de Interpretação Bíblica 2, no. 3 (July 25, 2021): 167–89. http://dx.doi.org/10.46859/pucrio.acad.rebiblica.2596-2922.2021v2n3p167.

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Abstract:
Uno dei criteri per riconoscere l’esistenza di una tradizione sapienziale all’interno della Bibbia è la presenza di una chiara teologia della creazione. Per quanto riguarda la teologia della storia sembra, a prima vista, che essa sia assente da Proverbi, Giobbe e Qohelet, la sapienza in lingua ebraica. La dimensione della storia resta in realtà sullo sfondo del pensiero dei saggi ed emerge con chiarezza prima di tutto in Ben Sira che in Sir 44-50 rilegge in chiave sapienziale la storia di Israele. E’ nel libro della Sapienza tuttavia che avviene un incontro fecondo tra teologia della creazione e teologia della storia, in una prospettiva che si apre anche a una dimensione escatologica.
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Kilibarda, Vesna. "TRADUZIONE MONTENEGRINA DELL’ODE PIEMONTE DI CARDUCCI CRNOGORSKI PREVOD KARDUČIJEVE ODE PIJEMONTU." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 35–49. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.2.

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Abstract:
Il presente contributo prende in esame le circostanze in cui nel 1896 fu pubblicata in Montenegro una traduzione dell'ode Piemonte di Carducci, che fino ad oggi è rimasta l'unica versione di questa poesia dal famoso poeta italiano presso gli Slavi del Sud. Inoltre, si tratta dell'unica traduzione dalla lingua italiana del professor Živko Dragović, uno dei pochi traduttori di letteratura italiana in Montenegro fino alla fine dell’Ottocento che non si era formato intellettualmente nelle Bocche di Cattaro o in Dalmazia, dove lingua, letteratura e cultura italiana erano presenti da secoli. La pubblicazione della traduzione dell'ode di Carducci che celebra la dinastia Savoia e la regione piemontese, da cui è stata avviata la lotta per l'unificazione dell'Italia, è legata all'annuncio del matrimonio della principessa montenegrina Jelena Petrovic Njegoš con l’erede al trono italiano Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche all'idea del piemontismo montenegrino, che all’epoca era caldeggiata dall’ideologia dinastica e dall’opera poetica del principe montenegrino Nikola I. Nell’articolo approfondiamo anche altri rari contributi su Carducci pubblicati nei periodici montenegrini fino all'inizio della prima guerra mondiale.
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Donatiello, Federico. "I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania: le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania: The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century." Hiperboreea 1, no. 2 (December 1, 2014): 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Abstract:
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Monegato, Emanuele. "Segnalazioni/Informes/Rapports/Reports." Altre Modernità, no. 28 (November 30, 2022): 556–57. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/19177.

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Abstract:
Alessandra Di Maio, La letteratura nigeriana in lingua inglese, Firenze, le Lettere, 2020, 144 pp. ISBN 978-889-366-1317 John K. Cooley, Una guerra empia, elèuthera edizioni, 2000, 400 pp. ISBN 888-506-042-0 Stefano Boni, Orizzontale e verticale. Le figure del potere, elèuthera edizioni, 2021, 280 pp. ISBN 883-302-120-3
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Ruotolo, Roberta Angelica. "Il catalogo muliebre nella Napoli del xvi secolo: un contributo di Benedetto Croce." Quaderns de Filologia - Estudis Literaris 22 (January 7, 2018): 89. http://dx.doi.org/10.7203/qdfed.22.11254.

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Abstract:
La letteratura napoletana è ricca testi incentrati sulle lodi delle donne della città, genere che si vitalizza a contatto con il vivace quadro della società aristocratica del Vicereame. È Benedetto Croce, coadiuvato da Giuseppe Ceci, ad occuparsi tra i primi di quella serie di rime, poemetti, capitoli ed epigrammi incentrati sul catalogo muliebre perché consapevole del loro apporto alla storia del costume e della letteratura nella Napoli del XVI secolo. In Lodi di dame napoletane del secolo decimosesto vengono analizzate quelle opere che la nobiltà napoletana e spagnola si beava di leggere vedendo in queste, e nella raffinata lingua petrarchesca in cui erano scritte, uno specchio della propria elegante condotta.
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Afribo (book editor), Andrea, Emanuele Zinato (book editor), and Marcello Sabbatino (review author). "Modernità italiana. Cultura, lingua e letteratura dagli anni settanta a oggi." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 275–77. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19442.

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Camilotti, Silvia. "Letteratura della migrazione in lingua italiana. Questioni teoriche e pratiche decolonizzanti." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2009): 205–32. http://dx.doi.org/10.3280/mm2008-003012.

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Abstract:
- The essay aims to give some insights into the topic of migration literature in Italian language, seen as a potential means of acknowledgement and social integration for migrant authors and as a decolonizing occasion for Italian readers. I'm going to question the issue of definition, which at the beginning focused on the concept of italophone literature and that afterward has become more complex. It's hard to reduce this literary phenomenon to strict etiquettes since it is constantly evolving. Moreover, limiting the literary works of first and second generation migrants in Italy to a rigid field runs the risk to betray the ambitions and the wishes of many authors, which instead refuse categories. In the first part of the article, starting from the thesis that these works mirror the social transformations which are going on, I'll seek to contextualize the phenomenon and stress some central aspects; in the second part I will show how artistic works not only reflect changes but also deconstruct and answer back to ethnic and Euro-centric visions, starting a decolonizing process into the readers.keywords Migrant writers in Italy (parola unica); Italophone literature (parola unica); Decolonization Italy Literature (parola unica)
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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.1.11.6.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.06.

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Vaccaro, Giulio. "Corpus di letteratura come corpus di lingua: il caso del Medioevo." Italica Wratislaviensia 11, no. 1 (June 30, 2020): 143–65. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.6.

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Vučetić, Zorica. "Milan Moguš, Povijest hrvatskoga književnoga jezika (Storia della lingua croata), /Globus/, Zagreb 1993, pp. 205." Linguistica 35, no. 2 (December 1, 1995): 329–31. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.329-331.

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Abstract:
Il libro del noto linguista Milan Moguš è un valido contributo alla storia della lin­ gua croata dall'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) fino ai nostri giorni. È la storia del croato scritto o letterario; essa è più complessa della storia della lingua standard dato che comprende anche i testi scritti la lingua dei quali non è stata soggetta alla stan­ dardizzazione. La letteratura croata, compresa in senso lato, come parte della ricca cul­ tura croata, contiene i testi scritti prima della standardizzazione, per cui in questo libro è descritto l'intero periodo della lingua croata scritta o letteraria. Alla base della lingua croata stanno tre parlate organiche (stocavo, caicavo e ciacavo) come dimostrano i testi scritti: i documenti, le lettere, le opere letterarie, le grammatiche, i dizionari ed altri testi. Nella sua storia la lingua croata era caratterizzata dalla continua compenetrazione di forti diversità e proprio da queste diversita il croato traeva una più profonda omo­ geneità. L'iscrizione di Baška (Bašćanska ploča) è un documento storico e linguistico che rappresenta con ragione il più antico monumento della lingua nazionale croata; ha tutte le caratteristiche della lingua a cavallo tra l' 11. e il 12. secolo. I primi testi nascono sul territorio del dialetto ciacavo, ma accanto ai testi con base ciacava appaiono ben presto quelli con base stocava.
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Brichese, Annalisa. "Didattica della letteratura attraverso l’apprendimento cooperativo e l’approccio ermeneutico." SPONDE 2, no. 1 (December 28, 2022): 45–64. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4088.

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Abstract:
Nel contributo, dopo una prima sintetica trattazione delle intersezioni fra educazione linguistica e letteraria in lingua italiana, è stata affrontata la dimensione metodologica attraverso l’analisi della didattica della letteratura e l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo e la loro integrazione mettendo in evidenza le caratteristiche qualificanti dell’approccio ermeneutico, le caratteristiche qualificanti dell’apprendimento cooperativo e il ruolo del docente in questo ambiente di apprendimento centrato sullo studente. Si è visto infine come l’approccio ermeneutico e il metodo cooperativo possono rappresentare un’ottima risorsa per far sì che la scuola alleni le abilità e le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società.
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Nutton, Vivian. "La medicina dei Greci e dei Romani: Letteratura, lingua, scienza. Innocenzo Mazzini." Isis 90, no. 2 (June 1999): 355–56. http://dx.doi.org/10.1086/384347.

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Pavan, Luca. "“Falsi amici” nella lingua lituana e italiana: uno studio statistico tra gli apprendenti della lingua italiana." Verbum 1 (February 6, 2010): 106–13. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2010.1.4945.

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Abstract:
Il seguente studio intende mostrare i risultati di un sondaggio effettuato tra gli apprendenti della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. La letteratura specialistica sul tema dei “falsi amici”, seppure non vastissima, è reperibile per alcune lingue, ma al momento è pressoché inesistente per tutto quello che concerne le false analogie tra la lingua lituana e quella italiana. Lo scopo di questo studio è quello di introdurre al problema dei “falsi amici” tra l’italiano e il lituano attraverso la stesura di una lista che, seppure incompleta, può essere utilizzata come base per future ricerche. Un altro aspetto originale dello studio è il sondaggio effettuato tra vari gruppi di studenti lituani: agli apprendenti è stato fornito un test contenente un certo numero di termini da tradurre nella propria lingua madre. Una parte dei termini proposti sono stati scelti all’interno di una lista di “falsi amici”. Gli apprendenti erano di tre livelli diversi, dal principiante all’avanzato. Lo scopo del sondaggio è dimostrare che il problema dei “falsi amici” non riguarda solo la professione del traduttore, ma anche e soprattutto l’apprendimento stesso della lingua. I risultati vengono mostrati con diagrammi che riassumono la situazione dei tre livelli di apprendimento considerati e la situazione complessiva. Dai diagrammi risulta quanto possano pesare i “falsi amici” nello studio della lingua italiana da parte di apprendenti la cui lingua madre, avendo un’origine differente dalle lingue romanze, presenta ambiguità nell’interpretazione di alcune parole che spesso non derivano dal latino.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Abstract:
Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Abstract:
Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Benedetti, Laura. "Il linguaggio dell’amicizia e della città: L’amica geniale di Elena Ferrante tra continuità e cambiamento." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 171–87. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19423.

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Abstract:
L’ultimo romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Infanzia, adolescenza, continua una ricerca linguistica incentrata sulla dicotomia lingua/dialetto già evidente nella produzione precedente della scrittrice, mentre sposta l’attenzione dal rapporto madre-figlia a quello tra amiche, sentimento spesso trascurato nella letteratura, non solo italiana. Il saggio analizza gli elementi di continuità e cambiamento nella narrativa di Ferrante alla luce delle riflessioni elaborate del Gender Criticism (Virginia Woolf, Adrienne Rich, Marianne Hirsch, Janice Raymond e altri) e delle teorie sullo sviluppo della personalità (Diamond).
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Casciani, Santa, and Luisa Rapallino. "Una prospettiva concettuale nell'insegnamento della letteratura in un corso d'italiano come lingua straniera." Italica 71, no. 4 (1994): 433. http://dx.doi.org/10.2307/479664.

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Morchio, Bruno. "Note sull'evoluzione del genere crime: ieri oggi.. e domani?" EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 207–21. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037018.

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Abstract:
I libri assomigliano alle persone e la loro lettura richiede un setting che contestualizzi la relazione con il testo. L'autore si interroga sui possibili sviluppi del noir italiano, genere di grande successo. La serialità ha privilegiato i personaggi con i loro tic a scapito delle storie. Propugna un ritorno ai classici, compie una disamina dello sviluppo della letteratura crime e conclude che è arrivato il momento di liberare i romanzi crime dalla gabbia del genere, lavorando sulle strutture narrative, sulla lingua e sullo stile.
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Stanič, Daša. "Analisi degli errori nella produzione scritta degli studenti di italiano come ls a livello universitario." Journal for Foreign Languages 9, no. 1 (December 28, 2017): 255–85. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.9.255-285.

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Abstract:
All’inizio del contributo vengono esposte le premesse teoriche: la storia della concezione dell’errore nei diversi metodi dell’insegnamento della lingua straniera, i tipi di errori, i criteri i base ai quali è possibile identificare un errore e le cause degli errori. Di seguito sono presentati il corpus dei compiti scritti degli studenti e l’analisi degli errori più tipici e frequenti degli studenti slovenofoni con esempi. L’autrice è del parere che per raggiungere alti livelli di competenza in una lingua straniera sono indispensabili la consapevolezza dei propri errori e la riflessione linguistica su di essi da parte dell’apprendente, guidata da un insegnante che conosca gli errori tipici dei propri studenti (nel nostro caso si tratta di studenti slovenofoni del corso di Laurea Triennale in Lingua e letteratura italiana della Facoltà di lettere e Filosofia di Lubiana). Proprio per questa ragione il contributo si propone di descrivere gli errori più frequenti e di stabilire e descrivere le loro cause. Benché non sia stato possibile risalire a tutte le cause degli errori, l’analisi individua e conferma le tre principali fonti degli errori: la L1, altre lingue straniere che gli studenti studiano o conoscono e la lingua da apprendere. Nonostante il corpus fosse composto da un numero relativamente alto di compiti scritti, si è dimostrato troppo limitato per l’analisi di alcuni errori, specialmente per l’analisi degli errori nell’uso delle forme verbali.
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Shabaj, Flora. "Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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Abstract:
La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Costantinopoli, Simone. "La Cannabis terapeutica nel trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress: Protocollo per una Scoping Review." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 21–27. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17688.

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Abstract:
INTRODUZIONE:Risultati recenti di alcuni studi sembrano riscontrare dei miglioramenti nella sintomatologia dei pazienti affetti da PTSD sottoposti a terapia con cannabis terapeutica (THC, CBD e NABILONE). Alcune revisioni hanno messo in luce, tuttavia, come si siano riscontrate diverse metodologie di assunzione e diverse forme di agente terapeutico e di come gli studi inclusi presentassero bias di varia natura. A fronte di queste evidenze, ha senso effettuare una nuova Scoping Review finalizzata ad eseguire una mappatura degli studi primari presenti in letteratura che riportino prove di efficacia rispetto l’utilizzo della cannabis per il trattamento della sintomatologia del PTSD riscontrate sino ad oggi, col fine di descrivere le modalità d’utilizzo, le posologie l’aderenza alla terapia dei pazienti ed alcune caratteristiche specifiche del campione che potrebbero risultare influenti come l’abuso precedente di alcool e droghe e l’aderenza a terapie pregresse. METODI E ANALISI:Questa scoping review seguirà la metodologia del Joanna Briggs Institute, contenuta nel JBI Manual for Evidence Synthesis. La ricerca della letteratura sarà condotta attraverso i database PubMed, Scopus, Web Of Science, Cochrane Library, Elsevier, Psycinfo; in aggiunta, saranno consultate anche fonti di letteratura grigia. Saranno inclusi unicamente trial clinici (randomizzati e non) e studi quasi sperimentali in lingua italiana o inglese e disponibili in versione full text. Le informazioni chiave degli studi saranno estratte e presentate sia in forma narrativa che in forma riassuntiva con opportune tabelle per dare una panoramica adeguata dei contenuti della letteratura scientifica esistente sull’argomento.
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Sebastiani, Alberto. "“VENERE PRIVATA” DA SCERBANENCO A BACILIERI: LINGUA, STILE E RETORICA DALLA LETTERATURA AL FUMETTO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 929–49. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18333.

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Abstract:
Il romanzo Venere privata di Giorgio Scerbanenco (1966) è tra i capostipiti del giallo italiano contemporaneo e introduce il personaggio Duca Lamberti, medico radiato dall’ordine per aver praticato l’eutanasia su una paziente e diventato, una volta scontata la pena, consulente della polizia milanese. La narrazione, la lingua e lo stile dell’autore, già studiati da diversi interventi specialistici, sono ora oggetto dell’adattamento a fumetti di Paolo Bacilieri, apparso a puntate sulla rivista Linus a partire dall’agosto 2021. La pubblicazione dovrebbe concludersi in rivista entro l’anno, ed è prevista per l’autunno 2022 l’edizione integrale in volume per Oblomov. Il presente studio affronta le prime sei puntate dell’adattamento, ne studia la lingua e lo stile in relazione al testo originale, la raffigurazione di ambienti, personaggi e situazioni in relazione agli elementi diegetici del romanzo e a modelli esterni usati da Bacilieri, infine la configurazione degli elementi iconici e verbali nelle tavole in prospettiva retorica. Ciò consente di comprendere non solo il processo e il concetto di adattamento attuati dall’autore, ma anche la lettura e l’interpretazione che questi ha fatto del racconto, della lingua e dello stile del testo originario. Venere privata from Scerbanenco and Bacilieri: language, style and rhetoric from literature to comics Giorgio Scerbanenco’s novel Venere privata (1966) is among the progenitors of the contemporary Italian detective story and introduces the character Duca Lamberti, a doctor disbarred for practicing euthanasia on a patient and becoming, once he has served his sentence, a consultant to the Milanese police. The author’s narrative, language and style, which have already been studied by several specialist papers, are now the subject of Paolo Bacilieri's comic book adaptation, appearing serialized in Linus magazine starting in August 2021. The publication is expected to be completed in the magazine within the year, and a full volume edition for Oblomov is planned for Fall 2022. The present study deals with the first six installments of the adaptation, studying the language and style in relation to the original text, the depiction of the environments, characters and situations in relation to the diegetic elements of the novel and external models used by Bacilieri, and finally the configuration of the iconic and verbal elements in the tables in rhetorical perspective. This allows us to understand not only the process and concept of adaptation implemented by the author, but also his reading and interpretation of the story, language and style of the original text.
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Tekavčić, Pavao. "István Jlig, A magyarországi italianistika bibliográfija - Bibliografia dell 'italiani­ stica in Ungheria, 1945-1995; Italianistica Debrecenensis V; Kossuth Lajos Tudo­ mányegyetem, Olasz Tanszek [Università Lajos Kossuth, Dipartimento di Italianistica],." Linguistica 39, no. 1 (December 1, 1999): 156. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.156.

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Abstract:
La collana Jtalianistica Debrecenensis, che esce dal 1993 (vol. I 1993-94; II 1995; III 1996; IV 1997), pubblica come vol. V l'importante raccolta bibliografica che qui presentiamo brevemente (sulla copertina posteriore c'è l'elenco delle altre edizioni, a cura dello stesso Ateneo). L'autore, dott. István Vig, slavista ungherese e docente all'Università di Debrecen, ha pubblicato vari studi e altri titoli, come risulta dalla Bibliografia. II presente volume racchiude ben 3863 unità, numerate in continuazione e uscite nel cinquantennio postbellico. Alla Prefazione, soltanto in ungherese (5-7;.si ci­ tano le pagine), segue l'Introduzione, in ungherese e in italiano (9-12), dopo la quale si trova l'Elenco delle sigle e abbreviazioni (13-27). La bibliografia (29-235) è divisa in quattro sezioni: Letteratura (29-115; recensioni 116-126), Critica e storia letteraria (127-168; recc. 169-178), Linguistica, insegnamento della lingua e della letteratura italiana (179-202; recc. 203-206), Storia (207-229; recc. 230-234), con un'Appendice (235).
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Firta, Aurora, Anamaria Gebaila, and Corina Anton. "Attori della mediazione culturale tra l'Italia e la Romania comunista: il caso Alexandru Balaci." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002006.

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Abstract:
Le relazioni culturali italo-romene dei decenni compresi tra il 1950 e il 1989 trovarono nell'accademico Alexandru Balaci (1916-2002), docente di letteratura italiana presso l'Università di Bucarest, membro dell'Accademia Romena, autore di un'ampia produzione scritta mirata a diffondere la letteratura e la lingua italiana (premesse, studi monografici, antologie, traduzioni, dizionari), uno dei promotori più assidui e più visibili. Pertanto, la presente ricerca ha lo scopo di interpretare la produzione scritta di Balaci e la sua attività diplomatica a Roma attraverso la lente dei suoi legami privilegiati con l'Italia, grazie ai quali riuscì a conservare il prestigio degli studi di italianistica sotto il regime comunista romeno, ma anche a compiere un'importante opera di divulgazione sia della cultura italiana in Romania, sia di quella romena in Italia. Si delinea così il ritratto di un mediatore che seppe trovare un equilibrio tra l'entusiasmo dell'uomo di cultura e gli inerenti compromessi che l'appartenenza al PCR presupponeva.
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Di Nepi, Serena. "L'apostasia degli ebrei convertiti all'islam. Dalle carte del sant'uffizio romano (secoli XVI-XVIII)." SOCIETÀ E STORIA, no. 138 (November 2012): 769–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138005.

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Abstract:
La costituzione apostolica Antiqua Iudaeorum Improbitas (1581 e 1593) costituě un importante tassello nella storia delle relazioni tra gli ebrei italiani (o ebrei che in Italia abitavano) e l'Inquisizione romana. Grazie a questa disposizione, infatti, la Congregazione del Sant'Uffizio fu investita formalmente di pieni poteri di controllo sugli ebrei, allo scopo di conservare e proteggere quei principi di fede quae sunt communia tra ebraismo e cristianesimo. Tale assunto fu immediatamente usato per sorvegliare ogni aspetto della vita ebraica, dalle questioni di natura strettamente religiosa fino alla trattazione delle materie di ambito genericamente culturale o, addirittura, economico. Nella vasta gamma di casi affrontati su questa base, spiccano i viaggi degli ebrei nei territori turchi ed ogni conversione all'Islam; anche l'apostasia dall'ebraismo, infatti, venne considerata un tradimento di quei principi. Leggendo le confessione spontanee rese dagli ebrei, i dubbi e le risposte a questi stilati dai consultori sulla base della letteratura giuridica e della trattazione di casi precedenti, č possibile riflettere da una nuova prospettiva sia sulla storia degli ebrei italiani nell'etÀ del ghetto, sia sull'evoluzione della stessa Inquisizione romana.
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Everson, Jane E., and Bruno Porcelli. "Struttura e lingua: Le novelle del Malespini e altra letteratura fra Cinque e Seicento." Modern Language Review 92, no. 1 (January 1997): 217. http://dx.doi.org/10.2307/3734760.

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Felici, Isabelle. "Daniele Comberiati, Scrivere nella lingua dell’altro. La letteratura degli immigrati in Italia (1989-2007)." Lengas, no. 71 (October 20, 2012): 155–58. http://dx.doi.org/10.4000/lengas.353.

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Forni, Dalila. "Nuove famiglie nella letteratura per l’infanzia in lingua inglese e italiana: un’analisi dell’editoria contemporanea." Italica Wratislaviensia 8, no. 2 (December 31, 2017): 87–102. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2017.08.19.

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Brajičić, Cvijeta. "ITALIANISMI APPARTENENTI ALLA LINGUA PARLATA QUOTIDIANA NEGLI SCRITTI DI PETAR I E PETAR II PETROVIĆ NJEGOŠ." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 159–73. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.10.

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Abstract:
Il tema di questo contributo è la presenza di italianismi appartenenti alla lingua parlata quotidiana negli scritti di vescovi e scrittori montenegrini, Petar I e Petar II Petrović Njegoš. Se si prendono in considerazione le affermazioni di esperti, secondo cui i prestiti provenienti dall’italiano e dai suoi dialetti rappresentano una parte integrante delle parlate popolari montenegrine della loro epoca, e il fatto che entrambi gli autori scelti hanno avuto l'opportunità di conoscere in vari modi la lingua italiana, sembra ragionevole presumere che il loro patrimonio scritto debba contenere elementi del lessico italiano. Questo argomento è stato scelto anche perché, esaminando la letteratura esistente dedicata ai lavori di Petar I e Petar II Petrović Njegoš, si è giunti alla conclusione che finora nessuno ha approfonditamente affrontato la presenza della componente lessicale italiana nei loro scritti, anche se ci sono accenni sporadici all’esistenza di materiale lessicale di origine italiana e veneziana nel linguaggio dei due autori citati sopra.
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Alcini, Laura. "PAOLO ANTONIO ROLLI PRIMO TRADUTTORE DI MILTON UN POETA, EDITORE, POLEMISTA E MAESTRO D'ITALIANO NELL'INGHILTERRA DEL SETTECENTO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 39, no. 2 (September 2005): 398–420. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900205.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire la vicenda biografica e letteraria di Paolo Antonio Rolli, intellettuale eclettico nella Londra del secolo diciottesimo, a cui spetta il merito, scarsamente riconosciuto, di precursore e fautore degli scambi letterari tra Italia e Gran Bretagna. Per almeno trenta anni Rolli fu infatti uno dei più autorevoli rappresentanti della lingua e della cultura italiana a Londra, diventandone principale ambasciatore. Oltre al Rolli poeta arcade, librettista ed editore-filologo esiste anche un Rolli docente di lingua italiana la cui vocazione maieutica si esprime nell'intento, assolutamente moderno, di rendere più vicini il mondo letterario inglese e quello italiano. Egli si colloca d'altronde nella scia di quella corrente culturale che, già dal secolo XVII, aveva visto la lingua italiana diventare fulcro della formazione culturale anglosassone. Tendenza che in John Milton aveva trovato il suo più illustre rappresentante. L'attività di traduttore, dai classici e dai moderni, costituisce senza dubbio la parte fondamentale della produzione di Paolo Rolli, particolarmente intensa durante la permanenza inglese. Il più importante lavoro traduttivo rimane la versione italiana del Paradise Lost di J. Milton che impegnò il poeta per circa quindici anni. L'opera, pionieristica per l'epoca, rappresenta una pietra miliare della critica italiana in rapporto alla letteratura inglese.
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Romens, Anne-Iris. "Lavoro da remoto, conciliazione tra tempi di vita e lockdown: per una prospettiva di genere." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 224–43. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160011.

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Abstract:
Un numero crescente di pubblicazioni in lingua italiana studia il lavoro da remoto, in particolare dopo che il lockdown ha costretto migliaia di lavoratrici e lavoratori a ricorrere a questa modalità lavorativa. Tuttavia, sono poche le ricerche che analizzano l'argomento con una prospettiva di genere. Attraverso la revisione della letteratura, il contributo mette in discussione l'idea secondo la quale il lavoro da remoto permetta di migliorare la conciliazione tra i diversi tempi di vita, riducendo le disuguaglianze in base al genere. L'articolo sostiene che sia necessario contestualizzare il lavoro da remoto, in quanto in un regime di genere asimmetrico come quello italiano, questa modalità può rafforzare la divisione tradizionale del lavoro in base al genere. Si rivisitano inoltre in una prospettiva di genere le nozioni utilizzate nella letteratura per riferirsi al lavoro da remoto e alla conciliazione tra vita e lavoro. Quindi l'articolo studia, contestualizzandolo, l'impatto del lavoro da remoto sulla conciliazione tra tempi di vita. Infine, nelle conclusioni ci soffermiamo sugli ambiti nei quali potrebbero essere svolte ulteriori ricerche.
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Porcelli (book author), Bruno, and Francesco Guardiani (review author). "Struttura e lingua. Le novelle di Celio Malespini e altra letteratura fra Cinque e Seicento." Quaderni d'italianistica 16, no. 1 (April 1, 1995): 150. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v16i1.10410.

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Beta, Simone. "Studiare la lingua e la letteratura greca divertendosi: gli indovinelli greci nelle scuole di Bisanzio." Pallas, no. 114 (November 5, 2020): 23–42. http://dx.doi.org/10.4000/pallas.18784.

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Ajres, Alessandro. "Caparezza e la lingua del rap italiano. Annarita Miglietta: Sulla lingua del rap italiano. Analisi quali-quantitativa dei testi di Caparezza. Firenze 2019, 126 p." Fabrica Litterarum Polono-Italica, no. 4 (May 26, 2022): 1–8. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.08.

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Abstract:
Il lavoro di Miglietta insiste sulla qualità dei testi del rapper italiano Caparezza. A causa dell'uso che egli fa del linguaggio, è piuttosto difficile trovare per lui e per le sue canzoni una definizione univoca. La premessa concettuale dell'opera in questione è che il rapper di Molfetta rappresenti qualcosa di diverso da quello che abbiamo sentito in Italia fino a questo momento, e che possiamo paragonare lui e le sue rime a versi di poesia. Il vocabolario è ciò che probabilmente distingue maggiormente Caparezza dall'ambiente circostante. Una parte importante del suo lessico è legata alla letteratura e i samples letterari rappresentano un'ulteriore indicazione della specificità dell'opera di Caparezza rispetto alla maggior parte dei rapper italiani. Il rapper di Molfetta fa uso di citazioni letterarie in abbondanza e in modo significativo, senza relegarsi a un citazionismo alla moda. Cita ad esempio nei suoi testi Quasimodo, Leopardi, Manzoni, Dante Alighieri e alcune sue canzoni sono direttamente ispirate agli scrittori (es. Dickens, "Canzone a metà"). In Italia appartiene a un tipo di rap che possiamo chiamare “intellettuale”, o PhD rap, che ha alcune somiglianze con il rap "inteligentny" polacco.
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Bernard, Enrico. "L’italiano ha mille anni: Spunti drammatici sull’origine della lingua e della letteratura italiane in occasione della svolta millenaria del nostro idioma." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (September 10, 2014): 551–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542583.

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Abstract:
La lingua italiana è nata circa un millennio fa dalla trasformazione della liturgia drammatica in dramma liturgico. Attori di questo processo sono stati i “comici” che hanno sviluppato il dramma per la comprensione liturgica e per intrattenere il pubblico su temi religiosi conosciuti. Si è innescato così un processo abbastanza rapido di delatinizzazione e “involgarimento” delle sacre rappresentazioni che, spostandosi dall’altare alle piazze, hanno preso la forma meno solenne di laudi e misteri buffi. Questo processo è stato però messo in ombra dal tentativo – che ha origini lontane, addirittura in Dante – di nobilitare e idealizzare la genesi dell’italiano distinguendo il volgare dal “dolce stil novo”. La dicotomia ha scatenato discussioni secolari sul dialetto, in particolare sul fiorentino, che per Dante rappresenta quell’idioma “illustre, regale, curiale, cardinale” che si differenzia dal volgare come lingua d’ élite, letteraria e burocratica. Questa interpretazione, contrastata da Petrarca e Machiavelli, finì per eclissare l’origine drammatica, teatrale, dell’italiano. Ciò ha comportato un’interpretazione puramente letteraria e “fiorentinocentrica” della nostra storia linguistica e la “miseria” del teatro italiano sempre considerato, secondo una linea che va da Dante a Croce, come uno strumento troppo “volgare” e rozzo per sublimarsi in letteratura.
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Cergol, Jadranka. "IMAGOLOGIA DI FRONTIERA: IL CASO DI TRIESTE." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 93–107. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.6.

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Abstract:
L’articolo si propone di delineare lo stato degli studi imagologici di frontiera analizzando due sistemi letterari che nascono e si sviluppano nello stesso luogo, ma in due lingue diverse: la letteratura italiana e quella slovena in una città che è l’emblema dell’incontro tra le due etnie, cioè Trieste. Dopo un’introduttiva riflessione metodologica sulle letterature comparate e sul metodo imagologico, verranno presi in considerazione soprattutto quegli autori triestini lungo tutto l’arco del 20° secolo che riflettono nelle loro opere letterarie l’incontro con il vicino, concittadino nella stessa città, ma di lingua e cultura diversa. Saranno messe in risalto alcune considerazioni di tipo storico-letterario che rispecchiano l’ambiente multiculturale di Trieste e il dialogo tra le sue due identità.
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Bancheri, Salvatore. "Un viaggio nel mio nostos. La comunità siciliana globale di Delia tra tradizioni, teatro, dialetto ed italiese." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 129–51. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37223.

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Abstract:
L'articolo prende avvio da una riflessione privata sul sentimento del nostos che ha caratterizzato (e continua a caratterizzare) la vita di migliaia di italiani in emigrazione. La dimensione privata è però solamente un input per considerare il nostos e la sua valorizzazione anche da un punto di vista istituzionale e accademico, sia di ricerca letteraria che linguistica. Sono analizzate le opere in chiave migratoria della letteratura siciliana moderna e contemporanea, in particolare di due scrittori di Delia: Stefano Vilardo e Lina Riccobene. Sul piano linguistico è proposto un riferimento all’italiese come linguaggio creativo del nostos, una lingua a sé stante nello spazio linguistico italiano globale, capace di creare identità personale e sociale a gruppi di persone intragenerazionali.
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Kay, Miriam. ""David prendeva dalle stelle argomento di elevarsi a Dio": la lingua ebraica come strumento d'indagine nelle opere scientifiche giovanili di Leopardi." Il Segno e le Lettere 9788879169714 (May 2021): 37–49. http://dx.doi.org/10.7359/971-2021-kaym.

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Bosisio, Matteo. ""Colenda poesis, et inde Poete" (Gen. deor. gent., XIV, 22, 11): Boccaccio, la novità della letteratura e la libertà dei poeti." Quaderni d'italianistica 34, no. 1 (July 22, 2013): 7–36. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19871.

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Abstract:
L’articolo, dopo aver mostrato le esigenze storiche e culturali che spinsero intellettuali quali Mussato e Petrarca a ricodificare lo statuto della letteratura, si sofferma sulla difesa della poesia operata da Boccaccio. Il certaldese non solo giunge a un risultato innovativo, totalmente svincolato dai modelli medievali, ma, diversamente dal passato, prende in considerazione anche il problema del ruolo sociale dello scrittore e del rapporto con la committenza. Analizzando soprattutto i libri XIV e XV delle Genealogie, il contributo mette in luce le complesse metodologie e tecniche letterarie adottate per dirimere tali questioni. In particolare Boccaccio — inventandosi un committente fittizio, ricercando un pubblico dotto e avvertito, celebrando l’autonomia della poesia e sostenendo alcune nuove discipline come la lingua greca — traccia un modello di letterato indipendente e libero.
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